Il South Stream (in italiano: flusso meridionale) è un progetto volto alla costruzione di un nuovo gasdotto che connetterà direttamente Russia ed Unione Europea, eliminando ogni Paese extra-comunitario dal transito.[1] È un progetto sviluppato congiuntamente da Eni, Gazprom, EDF e Wintershall.
Il 23 giugno 2007, Eni e Gazprom hanno firmato un memorandum d'intesa per la realizzazione del gasdotto South Stream.[2] L'accordo si inseriva in una più ampia intesa strategica che le due compagnie avevano siglato nel novembre del 2006 e che avrebbe permesso a Gazprom di entrare nel mercato della distribuzione e vendita del gas naturale in Italia e a Eni di sviluppare progetti di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Siberia.[3] Nel novembre del 2007, poi, venne firmato un accordo per la costituzione della società South Stream AG, controllata pariteticamente dai due soci, con lo scopo di commissionare lo studio di fattibilità e commerciabilità del progetto. La società venne effettivamente costituita a gennaio dell'anno seguente.[4]
Il 15 maggio del 2009, alla presenza dei premier Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, gli amministratori delegati delle due società, Paolo Scaroni e Alexei Miller, hanno firmato un secondo documento integrativo del memorandum d'intesa esistente, ribadendo l'importanza del progetto e stabilendone la sua espansione in termini di capacità.[5]
Nel frattempo, la Russia ha siglato con Bulgaria, Ungheria, Grecia e Serbia accordi intergovernativi che sancivano l'entrata di questi Paesi nel progetto. Accordi di natura commerciale sono stati contemporaneamente firmati da Gazprom con la compagnia serba Srbjiagas, quella greca DEFSA e quella bulgara Bulgaria Energy Holding, più la Banca di sviluppo Ungherese.[6] Accordi sono in fase di considerazione anche con Slovenia ed Austria. Il 6 agosto 2009, il premier turco, Erdoğan, e il russo, Putin, hanno firmato, alla presenza di Berlusconi e Scaroni, un accordo intergovernativo che permetterà al gasdotto South Stream di attraversare le acque territoriali turche del mar Nero.[7]
In seguito al mancato permesso da parte del governo bulgaro per il passaggio delle condutture gasifere sul proprio territorio e divergenze con l'Unione Europea (dovute principalmente alle sanzioni occidentali riguardo il ruolo della Federazione nella guerra dell'Ucraina orientale, ma anche, presumibilmente, all'eccessiva lievitazione dei costi di produzione), Putin ha annunciato il ritiro della Federazione Russa dal progetto energetico, e la rinuncia definitiva alla realizzazione del gasdotto South Stream. La decisione è stata palesata il 1° dicembre 2014 nel corso di una conferenza stampa con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Nel contempo, il Cremlino ha comunicato l'applicazione ad Ankara di uno sconto di circa il 6% sulle forniture energetiche dal 2015 e aperto a nuovi programmi energetici passanti per l'Europa mediterranea. [8]
Percorso e caratteristiche tecniche
Il tracciato era diviso in due grossi tronconi, la sezione offshore nel Mar Nero e quella su terra. Il tratto nel Mar Nero era lungo circa 900 km ed in alcuni punti arrivava alla profondità di -2.250 m; non era stato ancora fissato il tragitto preciso che, tuttavia, probabilmenta doveva partire dal porto russo di Beregovaya fino ad arrivare a quello bulgaro di Varna[9]. Il tratto continentale non era stato ancora determinato ed erano allo studio due diverse linee. Una era prevista dentro la penisola Balcanica, e da qui verso l'Austria, mentre l'altra era prevista verso l'Italia, passando per la Grecia ed il canale di Otranto[10].
Sebbene non esistevano ancora né accordi intergovernativi con l'Austria né accordi commerciali con la principale compagnia austriaca, la OMV, un importante tassello verso la realizzazione del gasdotto era stata l'acquisizione da parte di Gazprom del 50% della società che controlla l'hub gasifero di Baumgarten, possibile punto di approdo del braccio nord del South Stream[11]. La capacità del gasdotto inizialmente prevista era di 31 miliardi di metri cubi all'anno; successivamente, con la firma del secondo addendum al memorandum di intesa, era più che raddoppiata arrivando a 63 miliardi di metri cubi/anno. Sebbene lo studio di fattibilità non fosse stato ancora terminato, le prime stime sul costo totale del progetto erano progressivamente cresciute fino a toccare la cifra di 19-24 miliardi di euro[12].
Costruzione (ormai rimasta sulla carta, a partire dal 02-12-2014)
Secondo i programmi iniziali del progetto, i lavori per la realizzazione della prima delle 4 linee (in parallelo) dovevano essere conclusi entro la fine del 2015 e le consegne di gas dovevano iniziare immediatamente dopo[13]. Entro la fine del 2017 invece era previsto il completamento dell'intero progetto[14].
Curiosità
L'ex presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, ha più volte rifiutato l'offerta ricevuta da parte di Miller di diventare presidente della società South Stream AG, sulla scorta di quanto era avvenuto per il Nord Stream con l'ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder[15].
Note
- ^ Nord Stream, il gasdotto che unisce Russia e Germania con l'aiuto dell'Italia, economia.panorama.it, 8 novembre 2011. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ Eni e Gazprom firmano intesa per il progetto South Stream, eni.com, 23 giugno 2007. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ Eni e Gazprom firmano accordo strategico, eni.com, 14 novembre 2006. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ Eni e Gazprom costituiscono la società South Stream AG, eni.com, 18 gennaio 2008. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ Nuova intesa Eni - Gazprom, eni.com, 15 maggio 2009. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ (EN) Partners, south-stream.info. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ Firmato l'accordo Turchia-Russia per il gasdotto South Stream, ilsole24ore.com, 6 agosto 2009. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ Gas, Putin: la Russia rinuncerà a South Stream, corriere.it, 1 dicembre 2014. URL consultato il 1 dicembre 2014.
- ^ Route study corridors, south-stream.info. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ Final version, south-stream.info. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ (EN) Central European Gas Hub AG, cegh.at. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ (EN) The Great Pipeline Race: Russia's South Stream Project Gets a Boost, spiegel.de, 19 maggio 2009. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ South Stream Pipeline To Reach Bulgaria in End 2015, novinite.com, 17 maggio 2014. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ Key Project Milestones and Facts.
- ^ Prodi alla guida del gasdotto «South Stream». Il Professore: «Per ora no grazie», corriere.it, 28 aprile 2008. URL consultato il 20 luglio 2014.
Voci correlate
Il Nord Stream è un gasdotto che, attraverso il Mar Baltico, trasporta direttamente il gas proveniente dalla Russia in Europa.
Storia
Il progetto parte nel 1997 quando Gazprom e Neste, compagnia petrolifera finlandese, creano North Transgas Oy per la costruzione e l'esercizio di un gasdotto dalla Russia alla Germania del Nord attraverso il Mar Baltico. L'elemento chiave di questo accordo è che il gasdosso non attraversa né la Polonia, né nessuno stato baltico, né la Bielorussia o l'Ucraina. Di conseguenza, tutti questi paesi non solo perdono gli eventuali diritti di transito, ma non possono sfruttare il percorso per sospendere le forniture di gas all'Europa occidentale per far pressione sui negoziati con la Russia.[1][2]
Condotti i primi studi già nel 1998, il 24 aprile 2001, Gazprom, Fortum (nuova denominazione di Neste), Ruhrgas e Wintershall firmano un memorandum d'intesa per la realizzazione congiunta di uno studio di fattibilità per la costruzione della conduttura. Nel 2005 Fortum cede le sue quote a Gazprom, che così diventa l'unico proprietario di North Transgas. Nel settembre dello stesso anno, Gazprom, BASF e E.ON firmano un primo accordo per la costruzione di un gasdotto che attraversi il Nord Europa,. Ciò porta alla nascita il 30 novembre 2005 della società North European Gas Pipeline Company con sede a Zugo, Svizzera. Circa dieci giorni dopo, Gazprom inizia la costruzione del condotto sulla terraferma russa.
Nell'ottobre 2006 la società viene ridenominata Nord Stream AG, e il gasdotto e tutte le informazioni correlate al progetto vengono trasferite in tale entità societaria, compresi i risultati dei primi studi condotti da North Transgas, che di conseguenza cessa di esistere. Nel settembre 2007 Europipe ed OMK si aggiudicano la fornitura della prima linea della condutture, mentre EUPEC PipeCoatings si assicura il film per il rivestimento delle condutture e i servizi di logistica. La seconda linea vede la partecipazione di OMK, Europipe e Sumitomo Heavy Industries . Nel giugno 2008, dopo quasi un anno di trattative, Nord Stream AG affida a Snamprogetti l'esecuzione della progettazione ingegneristica del gasdotto. Saipem invece costruisce il gasdotto, in collaborazione con il subappaltatore Allseas. Le enormi valvole a sfera e a saracinesca da 48" alle estremità del gasdotto vengono commissionate da Nord Stream AG e Snamprogetti a PetrolValves. Nello stesso anno, Rolls-Royce vince la fornitura dei gruppi turbogas, mentre Royal Boskalis Westminster e Tideway iniziano a provvedere al dragaggio del fondale marino. Sempre nel 2008, N.V. Nederlandse Gasunie, compagnia olandese, diventa partner di Nord Stream così come GDF Suez nel 2010, azionista con il 9%.
Terminata la posa della prima conduttura il 4 maggio 2011, i lavori sotto il livello del mare terminano il mese dopo. Il 6 settembre 2011 viene immesso il gas per la prima volta nella prima conduttura. Il condotto viene ufficialmente inaugurato dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel, dal Presidente russo Dmitry Medvedev e dal Primo Ministro francese François Fillon l'8 novembre 2011 a Lubmin.[2]
La costruzione della seconda linea termina nell'agosto 2012 con inaugurazione l'8 ottobre. Nell'agosto 2012 Nord Stream AG chiede al governo finlandese ed al governo estone la possibilità di far transitare presso il loro territori una diramazione del gasdotto.
Soci
La società che ne cura l'esercizio è Nord Stream AG (già North European Gas Pipeline Company), che ha sede a Zugo ed è costituita da[1]:
- Gazprom 51%
- Ruhrgas 15,5%
- Wintershall 15,5%
- N.V. Nederlandse Gasunie 9%
- Gaz de France-Suez 9%
Wintershall è la società operante nel campo Oil&Gas completamente controllata dal colosso della chimica BASF AG. Ruhrgas è la società operante nel settore gas del gruppo E.ON AG. A partire dal 2012, Nord Stream potrà trasportare fino a 55 miliardi di metri cubi di gas all'anno, una quantità sufficiente per alimentare oltre 25 milioni di abitazioni.[2]
Percorso e caratteristiche tecniche
Il gasdotto è composto da linee parallele da 27,5 miliardi di metri cubi all'anno. La lunghezza è di 1.220 km, con partenza da Vyborg, in Russia, ed arrivo a Greifswald, in Germania, dove il gasdotto è collegato alla rete onshore tedesca, e da qui al sistema continentale europeo,[1] tramite l'OPAL (progetto operato da Wingas con l'80% ed E.On con il 20%). Il diametro interno del tubo è di 1153,0 mm.
Status europeo e finanziamenti comunitari
Il Nord Stream gode fin dal 2000 dello status di progetto prioritario nel quadro delle Reti Trans-Europee dell'Energia (TEN-E dall'acronimo inglese), cioè è fra i progetti che l'Unione Europea ritiene di fondamentale importanza per la sicurezza dell'approvvigionamento e il completamento del mercato interno.
Ruolo dell'Italia
L'Italia è presente nel progetto tramite Saipem, che ha posato i tubi in mare, Snamprogetti, responsabile della parte ingegneristica di progettazione, e PetrolValves, che ha forniuto tutte le valvole necessarie alla sua costruzione. Le superfici sono trattate con cicli anticorrosivi, certificati Norsok M 501 forniti da Carboline Italia e applicate da Industrial painting color. È presente anche la società SiirtecNigi di Milano, operante come EPC nel settore Oil & Gas, per la realizzazione dell'impianto di trattamento gas di Portovaya.
Costi
Secondo Gazprom, il costo del tratto onshore in Russia e in Germania si è aggirato sui 6 miliardi di euro,[3] mentre il tratto offshore è costato 8.8 miliardi di euro.[4]
Il 30% dell'opera è stato finanziato dai soci di Nord Stream, e il restante 70% è stato assicurato da:
- 800 milioni in project financing per 10 anni;
- 6.4 miliardi garantiti dalle agenzie per il credito all'esportazione Euler Hermes, SACE e indirettamente dal governo tedesco;
- Il restante è stato finanziato da un pool di 26 banche.
Note
- ^ a b c Nord Stream, un fatto tra tanti non-avvenimenti, diciottobrumaio.blogspot.ch, 23 novembre 2011. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ a b c Nord Stream, il gasdotto che unisce Russia e Germania con l'aiuto dell'Italia, economia.panorama.it, 8 novembre 2011. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ Gazprom plans to re-route controversial European pipeline, nytimes.com, 23 agosto 2007. URL consultato il 20 luglio 2014.
- ^ Nord Stream more expensive, barentsobserver.com, 17 marzo 2010. URL consultato il 20 luglio 2014.
Voci correlate
Il gasdotto Nabucco era un progetto volto alla realizzazione di una nuova via di importazione del gas naturale proveniente dalla zona del Caucaso, delMar Caspio e, potenzialmente, del Medio Oriente. Avrebbe dovuto collegare la Turchia con l'Austria.
Fra gli obiettivi dichiarati del nuovo gasdotto c'era il rafforzamento della sicurezza dell'approvvigionamento per i Paesi componenti il consorzio e per l'Unione Europea nel suo complesso.[1] A gasdotto ultimato, infatti, il gas che sarebbe affluito sul mercato comunitario sarebbe dovuto provenire da nuovi fornitori attraverso un nuovo corridoio di approvvigionamento. Nel giugno 2013 il progetto venne accantonato in favore del concorrente Trans Adriatic Pipeline (TAP)
Il Gasdotto Trans-Adriatico (conosciuto con l'acronimo inglese di TAP, Trans-Adriatic Pipeline) è un progetto volto alla costruzione di un nuovo gasdotto che connetterà Italia eGrecia attraverso l'Albania, permettendo l'afflusso di gas naturale proveniente dalla zona del Caucaso, del Mar Caspio (Azerbaigian) e, potenzialmente, del Medio Oriente. Gli azionisti attuali del progetto sono la norvegese Statoil (20%), l'inglese BP (20%) l'azera SOCAR (20%), la belga Fluxys (19%), la spagnola Enagás (16%), la svizzera Axpo Holding(5%).[1]
Nessuna delle società citate risulta comunque presente nella visura della Trans Adriatic Pipeline AG che ha sede a Baar in Svizzera.[2]
La sede romana di Tap, in via 4 novembre 149 coincide invece con degli uffici della Commissione europea[3]
Il TAP trasporterà circa 10 miliardi di metri cubi all'anno di gas naturale, una quantità ritenuta insufficiente a creare un vero vantaggio per il mercato europeo di destinazione. Con l'aggiunta di una terza stazione di compressione il gasdotto sarà in grado di duplicare la quantità trasportata a 20 miliardi di metri cubi/anno. Per quanto riguarda le fonti, bisogna ricordare che Statoil detiene il 15,5% degli interessi e della produzione del campo in esaurimento di Shah Deniz in Azerbaigian dopo aver ceduto il 10% a Socar(6,7%) e BP(3,3%) a causa di contrasti nello sviluppo del secondo step di Shah Deniz denominato Shah Deniz II. Il 17 dicembre 2013 il consorzio Shah Deniz si è impegnato a finanziare con 20 miliardi di € lo sviluppo del"corridoio sud"in cui il TAP è inquadrato. Questa somma è ritenuta da molti analisti assolutamente insufficiente per la prosecuzione del progetto che richiede un finanziamento più che doppio. In oltre lo sviluppo di Shah Deniz II porterà a l'estrazione di appena 16 miliardi di m³ di gas annui di cui 6 destinati alla Turchia,tutto questo rende assolutamente impraticabile un raddoppio del TAP in tempi ragionevoli e economicamente vantaggiosi. Nell'attuale situazione il tentativo europeo di slegarsi dalle forniture russe sembra decisamente in discussione.
Status e Finanziamento Europeo
Il TAP fa parte dei progetti infrastrutturali in campo energetico ritenuti prioritari dall'Unione Europea ed è inserito fra i progetti cofinanziabili dall'Unione Europea tramite il programma Reti Trans-Europee dell'Energia (conosciuto con l'acronimo inglese di TEN-E). Dall’avvio del progetto il gasdotto TAP ha già ottenuto due finanziamenti dall’UE: il primo per lo Studio di Fattibilità (dicembre 2005) e il secondo per lo studio di Basic Engineering (dicembre 2006). L’Unione Europea ha messo a disposizione i fondi nel 2009 e nel febbraio dello stesso anno la Commissione europea ha confermato lo status del progetto TAP come interconnettore nell’ambito di un sistema regolatore unificato tra Grecia, Albania e Italia[23]. Non è ben chiaro dopo il mancato finanziamento del consorzio Shah Deniz chi garantirà per la costruzione.[24].
Decreto di Compatibilità Ambientale
A settembre 2014 il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel Governo Renzi, Gian Luca Galletti, firma il decreto di compatibilità ambientale nonostante il parere negativo della Regione Puglia[25] e del Ministero dei Beni Culturali[26].
La reazione popolare
Le associazioni ambientaliste e alcuni comitati locali pugliesi si sono da subito opposti alla realizzazione di quest'opera attraverso innumerevoli manifestazioni[27][28][29].
Voci correlate
- Altri gasdotti del Mar Mediterraneo
Note
- ^ http://www.tap-ag.it/chi-siamo/i-nostri-azionisti
- ^ Tap, ecco chi sono i soci: solo cittadini anonimi, www.iltaccoditalia.info, 27 settembre 2013.
- ^ Sorpresa: Tap+Ue stessa sede, www.iltaccoditalia.info, 7 ottobre 2013.
- ^ http://www.egl.ch/int/ch/en/about/history.html (EN)
- ^ http://www.egl-italia.it/int/it/it/media/news/archiv/2008/febbraio/statoilhydro_si_associa.html
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- ^ http://www.lecceprima.it/cronaca/piattaforma-al-largo-di-san-foca-partono-le-indagini-per-il-gasdotto.html (IT)
- ^ IT) Trans Adriatic Pipeline: European Commission issues payment to TAP following successful submission of studies
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- ^ Cresce il "Comitato No Tap" per difendere San Foca, mentre si attende il confronto sul gasdotto - Ambiente - SalentoWebTv
- ^ Intervista a Giampaolo Russo, www.iltaccoditalia.info, 13 dicembre 2013.
- ^ http://www.lecceprima.it/cronaca/indagini-per-il-gasdotto-tap-nei-fondali-i-pescatori-interpellano-l-arpa.html (EN)
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- ^ EN) Puglia, la Regione boccia per la seconda volta il gasdotto Tap - Il Sole 24 ORE
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- ^ http://www.regione.puglia.it/index.php?page=pressregione&id=18095&opz=display
- ^ http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/homepage/ministro-galletti-tap-a-s-foca-la-decisione-e-ormai-presa-no751471
- ^ http://www.ansa.it/puglia/notizie/2014/09/20/gasdotto-marcia-no-tap-in-salento_739bf3f0-62bf-4295-8dc7-3ea2d34c8dbb.html
- ^ http://bari.repubblica.it/cronaca/2014/07/18/news/tap_roy_paci-91871751/
- ^ http://puglialive.net/home/news_det.php?nid=85170
Tutti i gasdotti e gli oleodotti che passano per la Turchia
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