sabato 6 dicembre 2014

Mappa fornitori gas e petrolio a italia



Ad oggi la dipendenza dalla Russia nel settore del gas è molto più alta rispetto a un paio di anni fa: la Russia contribuisce al 49% dei consumi totali italiani contro il 31% del 2012, quando l'Algeria era il primo fornitore italiano. Questo perchè Gazprom nel 2013 ha concesso grossi sconti a Eni sul prezzo del gas, cosa che la società algerina Sonatrach ha rifiutato di fare". A livello europeo, invece, dalla Russia viene importato circa un terzo del gas di cui la regione ha bisogno, dal Maghreb il 15 per cento.
Secondo Sartori, Libia (petrolio) e Algeria (gas) sono i due paesi attorno ai quali ruota lo sviluppo energetico di tutto il Nord Africa. "La Libia ha riserve molto simili a quelle della Nigeria, ma produce (a pieno regime, non tenendo conto del conflitto) circa un terzo in meno. L'Algeria, invece, potrebbe rafforzarsi molto nel campo dello sviluppo di risorse non-convenzionali. Secondo stime della Energy Information Administration, l'agenzia statunitense specializzata nelle questioni energetiche, potrebbe diventare la terza potnza mondiale in questo settore".
Gli attori chiave di questa regione sono quindi Libia e Algeria. Anche il Marocco sta cercando di farsi strada nel mondo degli idrocarburi, ma con risultati incerti, mentre l'Egitto, ex esportatore, si è trasformato in un importatore a causa di una domanda interna incontrollabile. Resta aperto il problema dell'affidabilità. "In teoria sia Algeria che Libia, in condizioni normali, si sono dimostrati partner affidabili", conclude Sartori, ricordando come questi paesi abbiano bisogno di vendere risorse per rimanere a galla, e che l'Italia rappresenta per loro il principale, se non l'unico, come nel caso della Libia, mercato di sbocco. "Però ci sono situazioni imponderabili, come la guerra in Libia o la futura tenuta del regime post-Bouteflika che rischiano di mettere a repentaglio (in Libia è effettivamente successo) la sicurezza degli approvvigionamenti verso l'Europa".
Secondo Marco Massoni, Direttore editoriale della RivistaPolitica Africana, "un nuovo approccio strategico verso l'Africa Mediterranea deve farsi strada, tenendo conto dell'accelerazione dei consumi interni delle regioni in cui si estraggono idrocarburi, e anziché spaventare, dovrebbe essere accolto con favore, così da inserirsi in dinamiche virtuose disviluppo economico coordinate da partner integrati". Secondo Massoni bisognerebbe seguire questa linea non solo nel Maghreb, ma anche nel resto dell'Africa, specialmente in quei Paesi dove la crescita, in virtù delle recenti scoperte di petrolio e gas, sembra oggi promettente, come Ghana, Mozambico e Kenya, e dove le politiche pubbliche sono più aperte alla liberalizzazione del mercato.

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