venerdì 24 ottobre 2014

La Quarta Era. Capitolo 16. Silmarien ed Aelfwine: confidenze reciproche.



L'aria di Rohan era cristallina e fresca nel gelo del mattino, mentre il cielo sopra Nuova Edoras brillava alle prime luci dell'alba, e la vita, fremente e vigorosa, si apprestava a brulicare per le strade della città.
Alla principessa reale Silmarien di Andunie, quell'ora del giorno piaceva più di ogni altra.
Il vento le accarezzava i capelli e le morbide, soffici vesti di seta, a contatto con la pelle, le trasmettevano un senso di benessere e appagamento che la faceva sentire in pace con ogni singola fibra dell'universo.
C'è tanta bellezza nel mondo. Come mai molte persone lo dimenticano così facilmente?
In troppi, alla prima avversità, perdevano la cognizione del piacere derivante dalla contemplazione del bello.
Non sanno guardare senza bramare il possesso e distruggere qualunque cosa, se non è loro.
Le risultava incomprensibile l'idea che una civiltà evoluta tenesse in così poca considerazione l'esperienza estetica, la percezione e valorizzazione di ciò che i sensi rivelavano riguardo alla bellezza del creato.
Questo viaggio mi permette di scoprire le meraviglie delle terre oltre i confini del regno di mio padre. Bisogna essere curiosi, per essere felici.
Il suo sguardo si rivolse verso nord, lungo le sconfinate foreste che, ai margini delle montagne nebbiose, si succedevano senza soluzione di continuità da Fangorn fino a Lorien, dove un tempo regnava Galadriel, sua antenata.



Mentre assaporava la dolcezza di quell'istante, sentì dei passi avvicinarsi alle sue spalle.
Non si voltò. Non ce n'era bisogno.
<<Ti stavo aspettando, Aelfwine. Non ho dimenticato il tempo in cui guardavamo il sorgere del sole dalla vetta del Palazzo dei Re, a Minas Tirith. Anche tu amavi l'alba...>>
<<E la amo ancora, per quanto nessun cielo per me sarà mai altrettanto incantevole di quello della nostra adolescenza>> rispose il leggiadro sovrano di Rohan, rivolgendole un sorriso venato di malinconia.
<<Terre nuove e cieli nuovi attendono ciascuno di noi, se saprà volgere lo sguardo in avanti. Sei troppo giovane per vivere di ricordi, Aelfwine. Ogni mattina sorge un sole diverso. 
Guardami: sono un'esule, lontana da tutto ciò che ho amato e perduto, eppure la fragranza di questo mattino mi inebria di una volontà di vita e di avventura come mai ne ho provata in vita mia>>
Aelfwine annuì:
<<Vorrei essere come te...>>
Era una frase dai molti significati e Silmarien li colse tutti:
<<Sii te stesso. Ritrova te stesso. Diventa ciò per cui sei nato. Metti da parte il rancore, guarda avanti, cammina nella luce>>
Il viso di lui si illuminò:
<<Sei la migliore di tutti noi, Silmarien. Rivedo in te il meglio di ciò che furono i tuoi genitori, nei loro anni verdi>>



La principessa sorrise:
<<Sei gentile, ed io accolgo con gioia l'affetto con cui ricordi la gioventù dei miei genitori. 
So che mia madre ti ha fatto un grave torto. Non intendo giustificarla, ma ti prego: trova la forza di perdonarla. Fallo per me, ma fallo soprattutto per te stesso. Non cedere all'odio, non rovinare la tua vita>>
Aelfwine era commosso, ma intimamente combattuto:
<<Tu parli bene, ma che ne sai cosa mi hanno detto le tenebre, nelle amare veglie notturne, quando tutta la mia vita sembrava contrarsi e le mura della mia stanza mi si stringevano addosso come una gabbia pronta ad intrappolare qualcosa di selvaggio. Tu, così bella, così perfetta, come un mattino d'estate che porta ancora con sé la freschezza della primavera... tu non sai... tu non puoi sapere... tu non hai idea delle pietre che mi gravano sul cuore...>>
Silmarien lo fissò dritto negli occhi:
<<Credi di essere l'unico ad aver sofferto per amore? Pensi che dietro la mia vitalità non ci sia alcuna ferita? Forse anch'io coltivo nel mio cuore un amore impossibile>>
Lui allora capì:
<<Legolas... tu non vuoi che rinunci all'immortalità...>>
Lei annuì:
<<Non me lo perdonerei mai>>
Aelfwine sospirò:
<<Hai un cuore generoso, proprio come tuo padre. Ma c'è una differenza tra il tuo amore impossibile e il mio. Io sono stato rifiutato>>
Silmarien scosse il capo:
<<E' una ferita dolorosa, ma è passato molto tempo. Non farne una questione d'orgoglio, perché l'orgoglio in amore è un limite. Perdona Eldarion e rivolgi i tuoi sentimenti verso qualcuno che ne sia più degno. Esisterà pure, da qualche parte, qualcuno migliore di mio fratello!>>
<<Non a Rohan! Qui sarebbe uno scandalo>>
<<E allora a Gondor...>>
Aelfwine le rivolse uno sguardo che lo fece assomigliare per un attimo al prozio Theoden:
<<Gondor... Dov'era Gondor quando io ho dovuto rimettere insieme i pezzi di una vita distrutta? Dov'era Gondor quando il dolore mi toglieva il sonno e la voglia di vivere? Dov'era? Dov'eravate tutti  voi? Avete permesso che vostra madre mi esiliasse tra questi barbari! Non posso perdonarla, Silmarien. Tu mi chiedi troppo!>>
Lei gli pose una mano sulla spalla:
<<Io vorrei soltanto che tu riuscissi a voltare pagina. Non ascoltare i sussurri di Pallando. Con una mano ti userebbe come scudo contro Eldarion e con l'altra cercherebbe di soppiantarti! Niente di buono è mai derivato dal coltivare l'odio e dall'ascoltare i fomentatori di discordia>>



<<Tu biasimi Pallando, ma quando io stavo male, lui c'era. A differenza di tutti voi, lui era al mio fianco. Fu lui a salvarmi, quando tentai di togliermi la vita: stavo per gettarmi dalla torre, nello stesso punto in cui trapassò Denethor, figlio di Echtelion. In quel momento, quando già il mio corpo sporgeva verso l'abisso, fu la mano di Pallando a fermarmi. Se non fosse stato per lui, io sarei morto>>
Silmarien era sconvolta da quella confessione, ma trovò comunque la forza di rispondere in modo positivo:
<<Il non aver compreso appieno la profondità del tuo dolore mi tormenta più di ogni altra cosa. Ma ora io sono qui, ed è la mia mano a trattenerti dal baratro. 
Pallando è il Male e a volte il Male può strumentalizzare la sofferenza degli altri per assumere il controllo della loro anima. 
Cedere alla malvagità è peggio che morire. 
Tieni in mente queste parole, perché forse potranno salvarti>>

2 commenti:

  1. Sono contenta che Aelfwine abbia trovato un'amica sincera in Silmarien! :)
    Poverino, di sicuro non è il personaggio più risoluto del romanzo ma in parte è anche vittima degli eventi, e con un carattere così sensibile sarebbe facile preda di qualsiasi approfittatore, figuriamoci di uno come Pallando! E sembra che Silmarien abbian già inquadrato bene la situazione...
    Per fortuna sembra sia nata tra loro una bella amicizia, sincera e senza secondi fini da entrambe le parti.
    Certo che però rendi proprio la vita difficile a tutti gli innamorati: io già immaginavo che le cose con Legolas sarebbero più o meno filate lisce e invece ecco l'intoppo!^^ E spero comunque che all fine farai trovare l'amore anche ad Aelfwine! ;D

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    1. Silmarien è il personaggio più positivo di tutto il romanzo e riesce sempre a ricordare agli altri ciò che di buono e di bello c'è nel mondo e per il quale vale la pena vivere e lottare. A maggior ragione è comprensiva e generosa con gli amici, specialmente quelli che sono in difficoltà e corrono il rischio di essere strumentalizzati da personaggi senza scrupoli.
      Insomma, Silmarien è veramente "un raggio di luce" in un mondo che vive una fase di ombra. :-)
      Eh eh, naturalmente io faccio di tutto per rendere difficile la vita amorosa dei miei personaggi perché la letteratura si basa su un principio fondamentale e cioè che gli amori non contrastati sono, a livello narrativo, noiosissimi :-D
      Ciò che rende appassionanti le storie d'amore è il fatto che debbano superare numerosissimi ostacoli per poter coronare il loro sogno...
      Ma posso assicurare una cosa: garantisco il lieto fine, almeno per chi se lo meriterà!!! ^^
      Grazie mille!!! :-)

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