
Il luglio dell'Ottantanove
Dimentichi, Beatrice,
il ragazzo moro adolescente,
solare nel sorriso e dagli occhi di carbone,
il bacio sotto al glicine,
e la Marsigliese commemorante
il luglio dell'ottantanove?
Si confondeva poi con la Lambada,
il suono portava malinconie argentine
dal sud caliente e tu ballavi
su assolate spiagge, sinuosa come Eva
nell'Eden e la mela mi porgevi.
Dimentichi, lo so, né più chiaro
il ricordo a me persino confonde
i suoni delle estati, la pubertà pulsante
che esplodeva, le smemoranti melodie
di una bellezza al culmine:
come rimorde adesso, negli inverni
artici del cuore, l'insistente nostalgia.
Se tu sapessi, per un racconto erotico,
per una musica che fece più appassionato
un luglio, quanta indifferenza dopo,
quanti superbi ghiacci! Non ci accorgemmo
che cambiava il mondo, quell'anno,
oltre l'estate, persi noi in elegie sognanti.
Ma poi, cosa è restato?
Non vedi come hai segnato
la mia vita di illusione e di rimpianto?
di Riccardo Querciagrossa