mercoledì 27 aprile 2016

Il luglio dell'89




 Il luglio dell'Ottantanove


Dimentichi, Beatrice,
il ragazzo moro adolescente,
solare nel sorriso e dagli occhi di carbone,
il bacio sotto al glicine,
e la Marsigliese commemorante
il luglio dell'ottantanove?
Si confondeva poi con la Lambada,
il suono portava malinconie argentine
dal sud caliente e tu ballavi
su assolate spiagge, sinuosa come Eva
nell'Eden e la mela mi porgevi.
Dimentichi, lo so, né più chiaro
il ricordo a me persino confonde
i suoni delle estati, la pubertà pulsante
che esplodeva, le smemoranti melodie
di una bellezza al culmine:
come rimorde adesso, negli inverni
artici del cuore, l'insistente nostalgia.
Se tu sapessi, per un racconto erotico,
per una musica che fece più appassionato
un luglio, quanta indifferenza dopo,
quanti superbi ghiacci! Non ci accorgemmo
che cambiava il mondo, quell'anno,
oltre l'estate, persi noi in elegie sognanti.
Ma poi, cosa è restato?
Non vedi come hai segnato
la mia vita di illusione e di rimpianto?


di Riccardo Querciagrossa

2 commenti:

  1. Ma quindi le tue poesie sono tutte legate alle tue storie romantiche? :)
    Questa è meno epica delle altre che hai pubblicato e forse anche un pochino più complicata, ma suppongo che sia anche l'argomento che richiede una maggiore delicatezza...
    PS. Non ti preoccupare, non mi sento affatto "obbligata" a commentare le tue poesie, mi incuriosiscono e dato che le leggerei comunque, anche se sono piutytosto ignorante sull'argomento, tanto vale farci due chiacchiere, non ti pare? Male che va imparo qualcosa! ^^

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    1. Sì, la maggior parte delle poesie che ho scritto sono nate dai sentimenti che provavo per la ragazza di cui ero innamorato in quel momento a prescindere dal fatto che la storia fosse in corso oppure fosse già finita nei fatti, ma non nelle emozioni.
      In questo caso l'argomento è quello forse più romantico, la prima volta di due adolescenti che fanno l'amore, e qui mi sono dovuto basare sulla mia esperienza personale, collocandola nel tempo e nello spazio.
      Il tempo è il luglio del 1989, io avevo 14 anni (troppo giovane, ma nella Riviera Romagnola, d'estate, è praticamente impossibile rimanere illibati :-D).
      Il riferimento alla Marsigliese è perché il 14 luglio 1989 si festeggiò il bicentenario della Rivoluzione Francese e quel giorno l'inno risuonava ovunque. Era ancora presidente Francois Mitterand, tanto per dire quanto tempo è passato da allora!
      La Lambada era il ballo tormentone di quell'estate, con una musica nostalgica e una danza molto molto sensuale, che si ballava anche sulle spiagge, di sera, all'ora dell'aperitivo (perché l'aperitivo l'abbiamo inventato noi in Riviera! Non dare ascolto ad altre voci!^^). Sembrava di essere nel Paradiso terrestre. Il bacio sotto al glicine fu proprio il mio primo bacio, che io e quella ragazza ci scambiammo sotto al pergolato di casa mia a Cervia: scena molto romantica e quasi cinematografica. Allo stesso modo anche il nostro primo rapporto fu incredibilmente perfetto, se consideriamo che sia io che lei eravamo del tutto inesperti e ingenui.
      Quella relazione, per quanto breve, abitando lei molto lontano ed essendo lì solo in ferie, fu forse "troppo perfetta" e mi ha creato delle illusioni e delle aspettative che il futuro non è stato del tutto in grado di soddisfare. Chi ha avuto un'infanzia e una prima giovinezza molto felici, a volte si illude che quello fosse solo l'inizio di una vita dove ogni giorno le cose non potevano che migliorare, che essere sempre più belle e sempre più perfette. E invece no, invece era quella la felicità, era quello il momento... era quello... e non è più tornato con quel livello di perfezione. Nella poesia io mi rivolgo a lei chiamandola Beatrice, anche se il suo nome era un altro, ma è chiaro il riferimento dantesco. Il rivolgersi ad una persona assente, in poesia, è una figura retorica, chiamata apostrofe, e se si tratta di un "tu femminile", il poeta a cui maggiormente si fa riferimento è Eugenio Montale, su cui io ho scritto la tesi di laurea magistrale e che è il mio poeta italiano preferito. In particolare la poesia a cui qui si allude è "La casa dei doganieri", il cui famoso incipit: "Tu non ricordi la casa dei doganieri / sul rialzo a strapiombo sulla scogliera" che poi viene ripetuto in anafora più volte "Tu non ricordi la casa di questa mia sera" "tu non ricordi, e io non so più chi va e chi resta". Ecco, io dico "Dimentichi", perché forse per lei le cose sono andate meglio: io non lo so, ma lo immagino. Se sono andate meglio in seguito, il ricordo della prima volta diventa meno importante. In caso contrario diventa una nostalgia che alla lunga getta un'ombra che fa sembrare ghiaccio tutto ciò che fu diverso da quell'estate. Quindi il tema della dimenticanza, della mancanza, della nostalgia, dell'illusione che in futuro le cose possano solo migliorare, e poi anche il tema dell'incoscienza, quando scrivo: "Non ci accorgemmo che cambiava il mondo", perché quello fu l'anno del crollo dei regimi comunisti nell'Europa dell'Est, della fine della Guerra Fredda, del crollo del Muro di Berlino, fu un anno importante per la storia dell'umanità, ma per me il 1989 sarà sempre legato al ricordo di quella particolare e magica prima storia d'amore.
      Grazie per l'interesse che mostri per la mia attività creativa: te ne sono davvero molto riconoscente *_* Spero di non essere stato troppo pedante nella spiegazione :-D :-D :-D

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