giovedì 14 novembre 2013

La moda maschile nella prima metà dell'Ottocento.



L'immagine sovrastante è tratta dal film "Grandi speranze", a sua volta tratto dal romanzo omonimo di Charles Dickens. Per farsi un'idea della moda maschile dei gentlemen della prima metà dell'Ottocento, tra il periodo Regency (la reggenza del Principe di Galles, poi re Giorgio IV) e la prima età vittoriana, è consigliata la lettura dei romanzi di Jane Austeen e per l'appunto di Dickens, così come, per gli omologhi giovani francesi di belle speranze, i romanzi di Stendhal, in particolare "Il Rosso e il Nero" e quelli di Balzac, in particolare "Le illusioni perdute".





Ecco una serie di costumi ottocenteschi maschili.





Da "Gangs of New York" una immagine colorita della moda uomo nel 1860:

mercoledì 13 novembre 2013

Le regole della moda maschile formale secondo il bon ton.


Le regole classiche dell'eleganza maschile in circostanze formali sono state codificate nell'Ottocento, quando erano tassative. Ora, naturalmente, sono rispettate soltanto da chi si intende di moda, abbigliamento, tradizioni e galateo.
In base a queste convenzioni, l’uomo, deve indossare:
  • Ad una colazione o ad un brunch: completo elegante classico a tinta unita, camicia azzurra, rosa o beige, cravatta intonata e scarpe da passeggio.

Henry Cavill - 'Man of Steel' Premieres in Japan
  •  Ad un : completo classico, camicia chiara, cravatta a tinta unita e scarpe nere.
  • Ad un cocktail: completo scuro, camicia bianca, cravatta scura oppure decorata, ma non troppo appariscente e scarpe nere.
  • Ad un pranzo: abito scuro o smoking.
  • A teatro: abito scuro.
  • All’Opera: frac alla prima, in smoking per tutte le altre serate.
  • Ad un matrimonio: abito scuro. Se lo, però, sposo è in tight ed è un testimone o un parente stretto dovrà indossarlo anche lui. 
  • Ad un evento mondano quale il torneo di Ascot è di rigore il tight.
Un tempo erano in vigore alcune regole oggi cadute in disuso perché anacronistiche.
  • La  camicia bianca andava indossata preferibilmente dopo il tramonto. Durante il giorno era ammessa la camicia a righe, che poteva essere anche bianca, o a tinta unita chiara.
  • I calzini dovevano essere sempre in tinta con la cravatta o con l’abito che si indossava.
  • La scarpa andrebbe sempre con i lacci, mocassini e stivali si usano in occasioni rustiche e su vestiti spezzati.
  • Il frac ormai si usa solo in eventi estremamente formali, come la consegna dei Premi Nobel.
  • Per la cravatta è sempre stato preferibile il nodo Doppio Windsor, che è una garanzia di classe ed eleganza in ogni contesto e in ogni situazione.


Nella foto qui sopra, il principe Carl Philip di Svezia, che opta sempre per il nodo Full Windsor.

Nelle foto sotto, l'attore Henry Cavill mostra un impeccabile nodo Double Windsor.

Henry Cavill - 'Man of Steel' Premieres in Australia

Henry Cavill - 'Man of Steel' Premieres in Australia

L'eleganza maschile in età vittoriana. Il capello a cilindro.



L'immagine sovrastante mostra un gentleman della seconda metà dell'Ottocento, che indossa un tight con il panciotto a doppiopetto (che è tornato di moda proprio quest'anno), il colletto rigido, una cravatta Plastron, oggi usata quasi esclusivamente nelle cerimonie nuziali.



Oltre ai guanti, ai polsini con gemelli, all'orologio da panciotto e al bastone da passeggio, il gentiluomo vittoriano (appartenente all'aristocrazia o all'alta borghesia) si distingueva per il fatto che portava come cappello il cilindro, mentre la piccola borghesia portava la bombetta.
Qui sotto vediamo il marito di Zara Phillips, figlia della principessa reale Anna del Regno Unito.



I primi cilindri venivano fabbricati impiegando il feltro, specialmente con feltro ricavato dalla pelliccia di castoro. In seguito, è stata largamente utilizzata la seta. Una versione molto popolare del cilindro, specialmente negli Stati Uniti nel XIX secolo, è lo stovepipe hat, una variante più rialzata resa popolare da Abraham Lincoln durante la sua presidenza. Questo tipo di cilindro è completamente dritto, ovvero non c'è differenza nella circonferenza tra la parte centrale e le estremità.

Ecco una evoluzione del cappello a cilindro o a tuba durante l'Ottocento


Interessante notare anche l'evoluzione delle acconciature e delle cravatte.
Nella seconda metà del XIX secolo, il cilindro divenne gradualmente fuori moda, con il ceto medio che iniziò ad adottare le bombette e i cappelli di feltro morbido, come il modello fedora, più pratici per la vita cittadina e più semplici da produrre in massa. Un cilindro doveva invece essere fatto a mano da un cappellaio esperto, in un periodo in cui i lavori artigianali erano in declino. Il cilindro cominciò quindi ad essere associato al ceto altoe al dandysmo, diventando bersaglio di satira e critiche sociali. Con la fine della Prima guerra mondiale divenne una rarità nell'abbigliamento quotidiano. Il cilindro ha persistito per molti anni in alcune aree, come in politica e nella diplomazia internazionale; all'epoca della neo-nata Unione Sovietica ci fu un dibattito riguardo all'abbigliamento che avrebbero dovuto adottare i diplomatici, ovvero se utilizzare o meno il cilindro. Seguendo le convenzioni internazionali, venne deciso che l'avrebbero dovuto indossare. Alla fine della Seconda guerra mondiale anche i rappresentanti dell'Impero del Giappone alla cerimonia della resa ufficiale dell'impero indossarono dei cilindri alla maniera occidentale.
Continua comunque tuttora ad essere usato come parte dell'abbigliamento formale con abiti come il tight e il frac (mentre è sconsigliabile con lo smoking), anche se oggigiorno vengono soprattutto prodotte imitazioni a basso costo per eventi particolari, come i matrimoni dell'alta società britannica.




Infine esistono i cilindri detti stovepipe, ovvero dritta, con la tesa non piegata ai lati, dato che piegarla correttamente per un mercato di massa sarebbe troppo costoso. Sono popolari nella sottocultura gotica, e talvolta sono associati agli illusionisti.

Felpa con cappuccio: la sciatteria al potere.



Il ragazzo nella foto è un giovane imprenditore del web, non uno studentello alle prime armi, eppure del suo look si salvano solo gli occhiali.
La cosa preoccupante è soprattutto la felpa col cappuccio.
Nata come indumento sportivo e divenuta un capo di abbigliamento tipico della sottocultura hip-hop, è stata poi sdoganata anche negli ambienti giovanili in generale, con un effetto di ulteriore incremento della sciatteria del modo di vestire. Se persino chi avrebbe il ruolo e i mezzi per vestirsi bene non lo fa e sceglie questa immagine, possiamo dire che ormai la sciatteria è al potere.

martedì 12 novembre 2013

Esiste ancora l'abito da sera maschile?



E' una tradizione che si va perdendo, ed è un peccato, perché l'eleganza è sempre preferibile alla sciatteria. Certo nei secoli scorsi c'era una connotazione classista che oggi non c'è più. Il costo di un abito non di marca e non sartoriale è accessibile alla grande maggioranza delle persone.
Ma quello che ormai in pochi sanno è cosa si debba intendere, esattamente, per abito da sera maschile.
In America, dove mancano le tradizioni antiche, si usa un unico termine, per comprendere tutti i tipi di abiti da sera e questo termine è "tuxedo".
Nei prossimi giorni tornerò su questo tema.

Il principe Carlo è il più anziano erede al trono della storia!



Carlo, Principe di Galles, ha compiuto 65 anni ed entra quindi ufficialmente nella terza età. E' un anziano, insomma, ed è diventato anche nonno. Da 61 anni è l'erede al trono britannico. Ma entrambi i suoi genitori sono vivi e in buona salute, quanto tempo ancora dovrà aspettare il povero Charles, Prince of Wales per indossare la corona e sedersi sul trono?



Più fortunato di lui fu Giorgio I, che fu erede designato per 2 mesi soltanto, in quanto la regina Anna, sua cugina di secondo grado, morì poco dopo l'erede di lunga data, Sofia del Palatinato, sua cugina e madre di Giorgio I di Hannover.

lunedì 11 novembre 2013

Colore "blu Capri": pantaloni donna wide-leg vita alta.


Outfit semplice, ma nel contempo elegante e provocante.

Chi ci guadagna e chi ci perde in Eurolandia?

rating-eurolandia

Non è una sorpresa che a passarsela meglio di tutti sia la Germania, ma quello che sconvolge è il fatto che i titoli di stato italiani siano abbiano un rating, cioè una valutazione, inferiore alla Slovenia e alla Slovacchia.
Non so se mi spiego, siamo messi peggio di loro.
La politica monetaria e fiscale imposta dalla Germania ci sta facendo precipitare ai livelli che avevano i paesi dell'est dopo la caduta dell'Unione Sovietica.
Io non vorrei finire a fare il badante di qualche nonna tedesca...

La Tradizione e il Conservatorismo tradizionalista / reazionario.



La Tradizione è uno dei valori principali della Destra politica.
Il conservatorismo che dà una importanza prioritaria a tale valore è detto Conservatorismo tradizionalista e a volte anche Conservatorismo reazionario o Reazione, termine che sta ad indicare l'idea politica di chi vuole ripristinare elementi del passato che erano stati cancellati in precedenza da riforme o rivoluzioni.
Quindi si può avere la difesa della Tradizione o la sua Restaurazione, come avvenne nel 1815 con il Congresso di Vienna, dopo la caduta di Napoleone.



In quel caso si trattava di restaurare l'Ancien Regime, cioè l'assolutismo monarchico e la supremazia aristocratica e dell'alto clero, oltre che di riportare sul trono le legittime dinastie (legittimismo), entro confini il più possibile simili a quelli che c'erano prima della Rivoluzione Francese, ed in modo di garantire un equilibrio europeo tra le varie potenze. Quel tipo di impostazione fu talmente efficace che durò per un secolo.



Ma attualmente cosa si può intendere per Tradizione?
Ci sono varie accezioni con cui si può interpretare questo termine ed ognuna fa riferimento ad un autore particolare.
Per De Maistre, per esempio, la Tradizione era  da intendersi, in particolare, come la restaurazione dell'ordine che la Chiesa Cattolica aveva stabilito come naturale per il mondo prima delle rivoluzioni settecentesche. I seguaci di De Maistre hanno quindi identificato la Tradizione con i valori tradizionali della Chiesa Cattolica.
Per questo il periodo considerato più vicino alla tradizione, per i conservatori tradizionalisti ottocenteschi era certamente il Medioevo, cioè il periodo in cui la Chiesa aveva raggiunto il massimo potere.



Il riferimento alla tradizione cattolica o più in generale cristiana è un aspetto che caratterizza buona parte degli attuali partiti conservatori tradizionalisti.
Ma esistono altre accezioni, basate non solo su altre religioni, o su tradizioni folkloristiche o laiche, ma  anche su altre concezioni del mondo.
Uno dei principali filosofi che si è occupato di questo tema è Julius Evola.
Per Evola la Tradizione era un concetto assoluto, cioè qualcosa che esisteva a priori rispetto a qualsiasi epoca di riferimento.
Il periodo in cui la storia umana conosciuta si era avvicinata di più alla Tradizione era, per Evola, l'Antichità, in particolare in due contesti: quello dell'India delle Caste e quello della civiltà dell'Impero Romano prima della conversione di Costantino.
In quest'ottica c'erano alcune questioni che Evola riteneva fondamentali.
La natura semi-divina del monarca, la suddivisione in caste della società, l'esistenza della schiavitù e soprattutto una religione di tipo politeista.
Il pensiero di Evola è molto complesso e approfondito e merita una trattazione a sé. In questo contesto era però importante riportare gli elementi essenziali del suo pensiero così come espressi nel testo "Rivolta contro il mondo moderno", scritto durante gli anni Trenta del XX secolo.

The Queen Mary of Teck, wife of King George V



Mary di Teck (Victoria Mary Augusta Louisa Olga Pauline Claudine Agnes; Londra26 maggio 1867 – Londra24 marzo 1953) è stata la regina consorte del Regno Unito e dei Domini Britannici, ed Imperatrice d'India, come moglie del Re-Imperatore Giorgio V del Regno Unito.
Sebbene tecnicamente principessa Von Teck, del Regno di Württemberg, nacque e fu allevata nel Regno Unito. I suoi genitori erano Francesco, Duca di Teck, che era di origine tedesca, e la Principessa Maria Adelaide di Cambridge, un membro della famiglia reale britannica. Per la sua famiglia, era informalmente nota come "May", dopo la sua nascita. All'età di 24 anni fu promessa al Principe Alberto Vittorio, Duca di Clarence e Avondale, figlio maggiore del Principe di Galles, ma sei settimane dopo l'annuncio del fidanzamento egli morì inaspettatamente di polmonite. L'anno successivo divenne fidanzata con il fratello di Alberto Vittorio, Giorgio, che successivamente diventò re Giorgio V. Prima dell'ascesa del marito fu in successione Duchessa di YorkDuchessa di Cornovaglia e poi Principessa di Galles. Come sua regina consorte dal 1910, sostenne suo marito durante la prima guerra mondiale, il suo cattivo stato di salute e i principali cambiamenti politici derivanti dalle conseguenze della guerra ed il sorgere del socialismo e del nazionalismo. Dopo la morte di Giorgio nel 1936, suo figlio maggiore salì al trono col nome di Edoardo VIII del Regno Unito, ma con suo grande sgomento egli abdicò lo stesso anno per sposare l'americana Wallis Simpson. Sostenne il suo secondo figlio maschio, Alberto, che salì al trono come Giorgio VI, fino alla morte di lui nel 1952. Mary morì l'anno successivo, al principio del regno di sua nipote, Elisabetta II. Per breve tempo, ci furono tre regine nel paese: la regina Mary, la regina Elisabetta la regina Madre e la reginaElisabetta II.


domenica 10 novembre 2013

Il ritorno della "salopette".

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Oltre ai pantaloni wide-leg a vita alta, viene proposta questa particolare versione, elegante, della salopette.

Cos'è la Destra? Le 50 sfumature della destra politica.


Ieri, sabato 9 novembre 2013, quattro partiti di destra e due fondazioni ad essi collegate hanno deciso di federarsi ricostituendo, sotto forma di coalizione, quello che fino al 2008 era stato il partito più significativo della destra italiana e cioè Alleanza Nazionale.
Prendo spunto da questo fatto di attualità per cercare di definire il concetto di Destra politica. E' noto che il termine Destra nasce dal fatto che in Francia, dopo la rivoluzione, le forze conservatrici e reazionarie in parlamento si sedevano alla destra del presidente dell'assemblea legislativa.
Ma identificare, oggi, la destra col Conservatorismo e la Reazione sarebbe molto limitativo, perché negli ultimi due secoli molte cose sono cambiate e il concetto di Destra ha assunto numerose sfumature che vanno identificate ed esemplificate, sia nell'ambito italiano che in quello internazionale.
Ho deciso quindi di dedicare una serie di post all'approfondimento di questo tema.
Una definizione di Destra in senso ampio può essere la seguente.
Sono considerate attualmente di Destra le idee e le forze politiche che si basano sulla difesa di alcuni dei seguenti valori: tradizione; sovranità nazionale; proprietà privata; individualismo; personalismo; comunitarismo; identità etnico-culturale; ordine pubblico; autoritarismo.
A seconda di quale di questi valori sia prevalente avremo le seguenti tipologie e ideologie di Destra:
1) Tradizionalismo / Conservatorismo tradizionalista / Reazionarismo
2) Nazionalismo / Conservatorismo nazionale
3) Liberalismo conservatore / Conservatorismo liberale
4) Destra sociale / Conservatorismo sociale
4) Estrema destra
Le prime tre tipologie/ideologie, se espresse in maniera moderata, possono rientrare nell'ambito del più vasto contesto del Centrodestra nazionale.



Se prevale l'aspetto della difesa della proprietà privata e della libertà individuale si può parlare di Centrodestra liberale.





In Italia è forte l'influenza cattolica, che all'individualismo preferisce il personalismo cristiano, cioè una forma di tutela della libertà personale che trova però una limitazione nell'etica religiosa.




Se invece prevale una forma di comunitarismo basato sull'identità etnico-culturale e sulla solidarietà sociale, si ha la destra sociale.


Se invece il punto principale è proprio la difesa dell'identità etnico-culturale in un contesto di ordine pubblico autoritario con elementi di equità sociale ci troviamo nell'ambito dell'estrema destra.



La destra identitaria può avere anche caratteristiche secessioniste, autonomiste o regionaliste ed unire elementi di liberismo con elementi di contrasto dell'immigrazione clandestina, come nel caso della Lega Nord



Prossimamente si esaminerà singolarmente ognuna di queste tendenze e si porteranno esempi anche a livello internazionale, oltre che elaborazioni teoriche nell'ambito della politologia.

sabato 9 novembre 2013

Gli Arcani Supremi. Capitolo 44. L'ipnosi e il risveglio delle Altre Memorie


Il sogno di Robert proseguì in modo indefinibile. Gli parve che Vivien si librasse in volo, in un cielo colorato, insieme a mille creature alate.
Lei mi ha parlato. Significa forse che le sue memorie si risveglieranno in me?
La voce di Vivien si sentì echeggiare di lontano:
No. Mi risveglierò in un corpo di donna, quando lei sarà pronta ad accogliermi. Fino ad allora, seguirai la via del sonno, perché in esso si rivelano le verità più nascoste. 
Robert sentiva di essere in un sogno, ma non riusciva a svegliarsi.
Aiutami! Sono confuso! Aiutami ancora una volta, come quando ero bambino!
Un senso di dolcezza lo pervase ed egli capì che quelli erano i sentimenti di Vivien, come se si fosse solo in quel momento ricordata che nella sua vita mortale era stata sua nonna.
Robert, non temere, presto tornerò, e sarai tu a risvegliare le mie memorie nella mente di colei che spontaneamente si offrirà. 
Quelle parole lo cullarono fino a che si ricordò che doveva ancora porre la domanda più importante.
Come farò a risvegliare le tue memorie?
Il sogno stava svanendo, ma egli riuscì distintamente a sentire le ultime parole di Vivien:
Seguirai la via di Ipnos.


Ipnos era il dio greco del sonno.
Nel momento del risveglio, Robert sentiva che per lui la via del sonno era foriera di risposte, ma per risvegliare le altre memorie si doveva ricorrere ad un'altra condizione di alterazione della coscienza.
Non il sono, ma l'ipnosi!
Quella era la risposta.
Subito la sua mente valutò la portata di quell'intuizione.

"Il problema dell'ipermnesia ottenuta tramite ipnosi, è un problema dibattuto da molto tempo. L'ipnosi è uno strumento in grado di ottenere dei risultati spettacolari, poco credibili ai non addetti ai lavori. È possibile ad esempio recuperare ricordi precocissimi risalenti alle esperienze in utero e addirittura memorie che alcuni ricercatori fanno risalire ad esperienze di "vite passate".
Sulle regressioni a vite passate, alle quali si accederebbe attraverso un percorso ipnotico a ritroso, Aureliano Pacciolla in un suo libro afferma che alcuni ricordi affascinanti delle vite trascorse, in realtà sono solo il frutto della fantasia del soggetto in quanto, dopo aver cercato in biblioteche e in antichi documenti non ha trovato corrispondenza fra i racconti dei pazienti e i documenti rilevati né di luoghi, né di nomi, né di famiglie, né di abitazioni con i fatti raccontati. Di opposto parere sono altri ricercatori quali Ian Stevenson (1966), Brian Weiss, (1997) e Angelo Bona (2001), che hanno portato evidenze opposte.
Secondo altri studiosi invece, gli avvenimenti che un soggetto è sollecitato a ricordare attraverso metodiche di regressione d'età in ipnosi è espressione di quanto è registrato come proprio vissuto e ciò non è detto che coincida con fatti "oggettivi", ma può essere espressione delle sue elaborazioni consce e inconsce; pertanto, sempre secondo questi, un soggetto in ipnosi può ricordare degli avvenimenti che sono talvolta reali e talvolta frutto della sua fantasia, anche se dal soggetto sono affermati come reali. Altri che negano le vite passate invece, per spiegare la concordanza dei ricordi con fatti realmente accaduti in epoche passate ricorrono alla teoria della trasmissione dei ricordi per via genetica. Su questo punto non c'è concordanza tra le varie teorie, per tale ragione sul piano giuridico testimonianze ottenute tramite ipnosi non hanno valore (questa parrebbe essere la situazione in Italia ma negli U.S.A., ad esempio, l'ipnosi forense è molto sviluppata). Per la stessa ragione potrebbero essere di fantasia i ricordi ottenuti con l'ipnosi di rapimenti da parte di extraterrestri e esperienze di vite passate.
In Svezia è stato creato un reality in cui sono stati sottoposti ad ipnosi da un ipnoterapeuta di fama alcune persone comuni con lo scopo di verificare se le esperienze delle vite passate vissute dai pazienti sottoposti ad ipnosi fossero immaginarie o reali cercando di verificare quanto più possibile nelle zone "vissute in altre vite" e se c'erano anche altri dati verificabili. Spesso sono state riscontrate corrispondenze esatte di vecchie chiese e con nomi (marito/sposa) verificati su vecchi registri; non vi sono però indagini scientifiche né di enti garanti che abbiano verifica la genuinità dello spettacolo"

Robert non sapeva se questa potesse essere veramente la soluzione, ma era una pista da seguire, che forse gli avrebbe permesso di giungere ad una verità ancora più nascosta.

venerdì 8 novembre 2013

La regina madre, il principe di Galles e la principessa Margaret nel 1953



Questa foto di 60 anni fa mostra il Principe di Galles, Carlo, tra la nonna Elizabeth Bowes-Lyon, regina madre, e la zia principessa Margaret, contessa di Snowdon, mentre assiste, piuttosto annoiato, all'incoronazione di sua madre, la regina Elisabetta II del Regno Unito.

La perfetta eleganza maschile.


Vestito a tre pezzi, cravatta con nodo Windsor. Classe e stile naturali. Abbinamento ottimale dei colori.

La bianca "ricrescita" di Kate Middleton, Duchessa di Cambridge.

London News Pictures/Rex/REX USA/London News Pictures/Rex/REX USA

Kate Middleton - la ricrescita

Ebbene sì, quella ricrescita bianca appartiene a Kate Middleton, Duchessa di Cambridge e moglie del principe William, secondo nella linea di successione al trono britannico.
Quanto a capelli, i Duchi di Cambridge paiono avere qualche problema: lei un precoce imbiancamento, lui una sempre più evidente calvizie.
Se la genetica non è un'opinione, che sorte toccherà a loro figlio, il principe George?

La Merkel sta portando l'Eurozona al collasso.



Ambrose Evans Pritchard. International Business Editor of The Daily Telegraph –L’intervista esclusiva al Columnist economico del Telegraph
di Alessandro Bianchi
- Dalle colonne del Telegraph, Lei ha scritto spesso come i paesi dell’Europa del sud dovrebbero formare un cartello e parlare con un’unica voce nel board della Bce e nei vari summit per forzare quel cambiamento di politica necessario a rilanciare le loro economie. Ritiene che il sistema euro possa ancora salvarsi o giudica migliore per un paese come l’Italia scegliere il ritorno alla propria valuta nazionale? 
Quello che serve in Europa oggi è uno shock economico sul modello dell’Abenomics.Italia, Spagna, Grecia e Portogallo, insieme alla Francia devono smettere di fare finta di non avere un interesse in comune da tutelare. Questi paesi hanno i voti necessari per forzare un cambiamento. La Bce oggi non sta rispettando gli obblighi previsti dai trattati e non solo per il target del 2%, dato che nei trattati non si parla solo d’inflazione, ma anche di crescita e di occupazione. Il dato dello 0,8% di ottobre è un autentico disastro per l’andamento della traiettoria di lungo periodo del debito. Senza un cambio di strategia forte, l’Italia sarà al collasso nel 2014. Il paese ha un avanzo primario del 2.5% del PIL e ciononostante il suo debito continua ad aumentare. Il dramma dell’Italia non è morale, ma dipende dalla crisi deflattiva cui è costretta per la sua partecipazione alla zona euro.
La politica è fatta di scelte e di coraggio. Fino ad oggi non si è agito per impedire che si dissolvesse il consenso politico dell’euro in Germania. Ma oggi c’è una minaccia più grande e se Berlino non dovesse accettare le nuove politiche, può anche uscire dal sistema. Il ritorno di Spagna, Italia e Francia ad una valuta debole è proprio quello di cui i paesi latini hanno bisogno. Del resto, la minaccia tedesca è un bluff ed i paesi dell’Europa meridionale devono smascherarlo. L’ora del confronto è arrivato.
- Il problema è che i governi attuali dell’Europa meridionale sembrano ipnotizzati dall’incantesimo del “più Europa” e non prendono in considerazione altre soluzioni. Da cosa dipende? 
letta-33Recentemente ho avuto modo di incontrare a Londra il primo ministro italiano Enrico Letta ed abbiamo parlato proprio di questo. Alla mia domanda sul perché non si facesse promotore di un cartello con gli altri paesi dell’Europa in difficoltà per forzare questo cambiamento, il premier italiano mi ha risposto che secondo lui sarà Angela Merkel a mutare atteggiamento nel prossimo mandato e venire incontro alle esigenze del sud. Si tratta di un approccio assolutamente deludente. Enrico Letta, come anche Hollande in Francia, è un fervente credente del progetto di integrazione europea e non riesce ad accettare che l’attuale situazione sia un completo disastro. Questo atteggiamento non gli permette di comprendere le ragioni per cui l’euro sia divenuto così disfunzionale per i paesi membri. 
- Coloro che sostengono che i paesi dell’Europa meridionale non possono tornare alle loro monete nazionali utilizzano due motivazioni in particolare: l’enorme inflazione conseguente all’inevitabile svalutazione ed il fatto di non poter poi reggere la concorrenza di colossi commerciali come la Cina. Le giudica corrette?  
Si tratta, in entrambi casi, del contrario esatto della realtà. L’euro è un’autentica maledizione per le esportazioni, che dipendono dai prezzi e dal tasso di cambio. I paesi europei sopravvalutati a causa della moneta unica hanno perso una quota importante del loro mercato globale a disacapito della Cina. Con Pechino che tiene lo yaun sottovalutato e con una moneta enormemente sopravvalutata, molte aree dove l’industria italiana eccelle sono inevitabilmente in crisi. Una crisi che dipende dal tasso di cambio.
Per quel che riguarda l’inflazione, qualora l’Italia dovesse procedere ad un collasso disordinato e caotico dell’euro, il paese potrebbe perdere nella prima fase il controllo dei prezzi. Ma oggi quest’ultimi sono già fuori controllo. Nei paesi dell’Europa meridionale è in corso una grave crisi di deflazione che rischia di riproporre il “decennio perso” del Giappone con contorni inquietanti per quel riguarda l’andamento debito/Pil. In Italia è passato dal 120% al 133% in due anni: si tratta di una trappola che sta portando il paese al collasso. Il problema da combattere oggi è la deflazione e non l’inflazione. 
crisi SMEL’esperienza attuale dell’Italia e degli altri paesi della zona euro è molto nota in Gran Bretagna. Nel nostro paese ci sono stati due esempi similari di crisi di deflazione e svalutazione interna: agli inizi degli anni ’30 con il sistema del Gold Standard e nella crisi dello SME del 1991-1992. In entrambi i casi, il Regno Unito ha determinato la rottura del sistema e restaurato il controllo totale della propria valuta nel momento in cui gli interessi del paese erano messi a rischio. I critici al tempo utilizzavano la stessa argomentazione dell’inflazione, ma nel 1931 all’uscita del Gold Standard, in una situazione di deflazione interna, non vi è stato alcun aumento incontrollato dei prezzi, con lo stimolo monetario e la svalutazione che sono stati la premessa per la ripresa dalla Grande Depressione. La stessa identica esperienza l’abbiamo vissuta nel 1992 con la crisi dello Sme.
Spesso si tende ad avere un approccio superficiale alle questioni economiche e questo non aiuta il dibattito politico. Se dovesse lasciare l’euro, l’Italia dovrebbe optare per un grande stimolo monetario da parte della Banca d’Italia, una svalutazione ed una politica fiscale sotto controllo. Questa combinazione garantirebbe al paese una transizione tranquilla e nessuna crisi fuori controllo.  
- Molto spesso coloro che reputano insostenibile il ritorno alle monete nazionali paventano anche l’insostenibilità di poter sopportare le inevitabili ritorsioni economiche della Germania. Si tratta di una minaccia credibile?  
diecimilalireNon c’è nulla di più falso. E’ negli interessi della Germania gestire l’eventuale uscita di un paese membro nel modo più lineare, regolare e tranquillo possibile. Nel caso di un deprezzamento fuori controllo della Lira, ad esempio, il più grande sconfitto sarebbe Berlino: le banche ed assicurazioni tedesche che hanno enormi investimenti in Italia sarebbero a rischio fallimento; ed inoltre, le industrie tedesche non potrebbero più competere con quelle italianesui mercati globali. Sarebbe interesse primordiale della Bundesbank acquisire sui mercati valutari internazionali le lire, i franchi, pesos o dracme per impedirne un crollo. Si tratta di un punto molto importante da comprendere: nel caso in cui uno dei paesi meridionali dovesse decidere di lasciare il sistema in modo isolato, è nell’interesse dei paesi economici del nord Europa, in primis la Germania, impedire che la sua valuta sia fuori controllo e garantire una transizione lineare. Tutte le storie di terrore su eventuali disastri che leggiamo non hanno alcuna base economica. 
- In diversi suoi articoli recenti, Lei dichiara come la spinta al cambiamento arriverà dalla Francia. Quale sarà l’elemento che lo determinerà in concreto? 
Con la disoccupazione che cresce a livelli non più controllabili, Hollande, che ha posto come suo obiettivo primario della sua presidenza quello dell’occupazione, ha perso ogni credibilità e sta arrivando al limite di sopportazione con l’Europa. 
Quello che sta accadendo oggi alla Francia è l’esatta riproposizione delle dinamiche economiche che il paese ha vissuto dal 1934 al 1936, quando con il Gold Standard il paese si trovava in una situazione di deflazione, disoccupazione di massa e non aveva gli strumenti per ripartire. I dati sono arrivati ad un livello insostenibile nella presidenza Laval nel 1935 ed ha determinato un cambiamento politico rivoluzionari nel 1936: la vittoria del Fronte Popolare. La Francia di oggi è in una situazione simile al 1935, con i dati economici che continuano a peggiorare di mese in mese, ed una svolta come quella del 1936 si avvicina. Basta vedere la tensione dei protestanti in Bretagna o i risultati crescenti del Fronte Nazionale per comprenderlo.  
marine le pen- Sarà Le Pen ad imprimere questo cambiamento?
L’ascesa del Fronte Nazionale è incredibile, ma non penso che prenderà mai il potere. Quello che accadrà sarà però altrettanto rivoluzionario, in quanto costringerà gli alri partiti, soprattutto i gaullisti, a modificare la loro politica. Il programma di Le Pen è chiaro: uscita immediata dall’euro – con il Tesoro francese che proporrà un accordo con i creditori tedeschi, se questi non l’acceteranno la Francia tornerà lo stesso al franco e le perdite principali saranno per la Germania – e poi referendum sull’Ue sul modello inglese. Sono argomenti che incontrano la simpatia di un numero crescente di persone in modo trasversale e gli altri partiti non possono più ignorarli. Il Fronte Nazionale sta forzando gli altri partiti a cambiare la loro agenda e realizzare che non possono semplicemente avere la stessa opinione di Berlino e Bruxelles.
- In molti paesi stiamo assistendo alla fusione dei partiti conservatori e socialisti a difesa dell’austerità di Bruxelles e contro le intenzioni di voto degli elettori. Il voto dei Parlamenti nazionali sulle leggi di stabilità ormai non conta più ed i governi aspettano solo l’approvazione della Commissione. Infine, i paesi si stanno indebitando per finanziare organizzazioni inter-governative come il Mes, che prenderà decisioni fondamentali per la vita delle popolazioni nei prossimi anni e non ha all’interno meccamismi di trasparenza e di controllo democratico. Ma cosa sta diventando l’Unione Europea? 
La difficoltà oggi è quella di comprendere il perché la creazione dei vari strumenti di coesione federale decisi dall’Ue abbiano creato un sistema così disfunzionale. Il problema fondamentale è la mancanza del controllo delle imposte e della spesa da parte di un Parlamento eletto democraticamente. Non è un caso che la guerra civile inglese sia iniziata nel 1640 quando il re ha cercato di togliere questi poteri al Parlamento o che la rivoluzione americana sia scoppiata quando questo potere è stato tolto da Londra a stati come Virginia o il Massachusetts, che lo esercitavano da tempo. Sono esempi anglosassoni, ma ce ne sono tanti altri di come le fondamenta della democrazia risiedono nel controllo del budget e delle imposte da parte di organi eletti dal popolo. Quello che sta accadendo all’Ue è, al contrario, il tentativo di darne la gestione a strumenti e strutture sovranazionali, che non hanno alcun fondamento con nessun Parlamento. E’ estremamente pericoloso e chiaramente anti-democratico. 
L’argomento che viene usato spesso in sua difesa è che si tratta di un primo passo antidemocratico si, ma che serve per completare la federazione sul modello statunitense. Il sistema americano sarebbe il modello logico da imitare, ma non è realizzabile: non c’è il consenso politico nei cittadini europei e per gli Usa vi erano sistemi, istituzioni e tradizioni completamente differenti. François Heisbourg  nel suo utlimo libro centra alla perfezione questo punto: non si può creare un’Unione politica con l’obiettivo di salvare l’euro. E’ ridicolo. La federazione deve essere subordinata ad i grandi ideali che plasmano una società e non per salvare una moneta. I paesi devono tornare alla realtà sociale al più presto e non devono pensare a strumenti di ingegneria finanziaria per far funzionare qualcosa che non può funzionare. 
cameron-david_120326211105_medium- Il referendum voluto da Cameron per la rinegoziazione della partecipazione del Regno Unito all’Ue trova il favore di un numero crescente di paesi, soprattutto nel nord Europa. Cosa si attende dal voto inglese?  
La prima reazione in Europa quando Cameron ha lanciato il referendum è stata quella di definire gli inglesi “stupidi suicidi”. L’argomento era quello che Londra avrebbe perso mercato e si sarebbe rassegnata al declino economico. Si tratta di argomentazioni ridicole. Le persone che hanno ancora ben compreso come funziona l’Unione Europea, come quelle con cui mi sono confrontato alla Conferenza Ambrosetti a Como in settembre, sanno che l’uscita del Regno Unito sarebbe si un disastro, ma non per Londra, per l’Ue. Il progetto europeo si basa su tre gambe, una delle quali è la Gran Bretagna, l’Olanda ed i paesi scandinavi. E senza una di queste, l’Ue è finita, perché la chimica interna cambierebbe e sarebbe particolarmente difficile soprattutto per la Francia mantenere i sottili equilibri con la Germania. La decisione inglese è un enorme avviso a Bruxelles: l’integrazione è andata troppo oltre il volere popolare e le popolazioni vogliono indietro alcuni poteri. La Costituzione europea è stata rigettata da un referendum in Francia ed Olanda. I trattati recenti non sono stati posti al giudizio del popolo, tranne che in Irlanda, ma costringendola a votare fino all’accettazione. Questa fase in cui si procede senza consultare i cittadini è finita. Questo tipo di arroganza è finito.  
parlamento-ue-strasburgo- Nel maggio del prossimo anno ci saranno le elezioni per il Parlamento europeo, un test fondamentale per i partiti e movimenti scettici verso Bruxelles. L’Ue non sarà più la stessa? 
Da studioso dell’economia mi trovo in difficoltà a rispondere. Posso dire che oggi il pericolo maggiore per i paesi dell’Europa meridionale si chiama crisi deflattiva, che potrebbe presto trasformarsi in una depressione economica in grado di rendere fuori controllo la traiettoria debito/Pil. E’ un potenziale disastro. In questo contesto, la politica si deve porre l’obiettivo del ritorno di una serie di poteri sovrani delegati a Bruxelles e le elezioni europee del prossimo maggio saranno un evento potenzialmente epocale: i partiti scettici dell’attuale architettura istituzionale potrebbero essere i primi in diversi paesi – l’Ukip in Gran Bretagna, il Fronte Nazionale in Francia, il Movimento cinque Stelle in Italia, Syriza in Grecia ed in altri paesi – e sarà la possibilità per le persone di esprimere la loro irritazione e frustrazione contro le scelte da Bruxelles.Un blocco politico importante potrà distruggere questo “mito artificiale” che si è costruito: l’Ue non sarà più la stessa e sarà costretta ad essere meno ambiziosa e comprendere che molte delle sue prerogative devono tornare agli stati nazionali. I governi di Italia, Spagna, Francia devono riprendere il pieno controllo delle vite dei loro cittadini e non pensare all’allargamento all’Ucraina o alla Turchia. Si tratta dell’ultima battaglia.
8/11/2013