Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
mercoledì 6 febbraio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 31. Lilieth e Marvin si incontrano dopo diciotto anni.
La decisione non era stata facile. Lilieth Vorkidian, contessa di Linthael, non aveva infatti ricevuto alcun invito formale né dal figlio Marvin, né dalla nuora Igraine, né dalla madre Ariellyn,
Inoltre era incinta del suo secondo figlio, concepito col secondo marito, lord Vyghar di Linthael, ammiraglio della flotta imperiale.
Ufficialmente il suo arriva Caemlyn, capitale del regno dei Keltar, non era previsto, eppure quando arrivò trovò una grande folla ad aspettarla.
Sono la madre del loro Profeta, del loro Messia... mi vedono come una divinità.
Decise dunque di attenersi scrupolosamente a quel ruolo.
Alzò le mani in gesto benedicente, mentre tutta la folla cadeva in ginocchio davanti a lei.
Per tre minuti interi rimase con le mani sollevate, mentre i fedeli pregavano in silenzio.
Poi, lentamente, le sue braccia scesero e le furono consegnati lo scettro di Ulien, dea della Luna, di cui Lilieth era sacerdotessa, e la pietra luminosa di Ithil, la luce lunare.
Poté scorgere tra la folla alcuni visi noti, come quelli di sua madre Ariellyn, di Ellis Eclionner, del druido Gwydion, del duca di Amnisia e di altri componenti del consiglio.
Solo allora, facendosi largo tra la folla con un'espressione seria e stanca in viso, vide un giovane che in base a tutte le descrizioni non poteva che essere suo figlio Marvin.
Nessun sorriso da parte sua, e quello di Lilieth si spense sul nascere.
Alla fine ci incontriamo come estranei?
Quegli occhi è come se mi chiedessero: perché mi hai abbandonato?
Lilieth sentì l'altro figlio che si muoveva nel suo grembo e le parve di aver varcato, in quel momento, una linea divisoria tra la prima parte della sua vita ed un'altra del tutto nuova.
Marvin la abbracciò con gesto gentile, ma formale, come quello che lei ricambiò.
<<E' tutta qui la manifestazione del tuo affetto filiale, Marvin?>>
Gli occhi del giovane erano lucidi per la commozione:
<<Quid mihi est tibi, Mater? Nondum venit hora mea>>
Lilieth capì immediatamente la citazione:
Che cosa devo fare con te, Madre. Non è ancora giunta la mia ora.
Erano le parole del testo sacro che raccontava la vita di Arexatan Eclionner.
Sua madre gli aveva chiesto un miracolo, ma lui sapeva che questi miracoli avrebbero suscitato il sospetto del Sinedrio e avvicinato l'ora del suo martirio.
Dunque è questo che hai visto? Il tuo martirio? E la mia venuta lo sta accelerando?
Anch'ella allora si commosse e ponderò le parole di lui nel suo cuore.
Le ponderò, ma non ne gioì, perché erano presagi di morte e sepoltura.
In quel momento si avvicinò la regina Igraine e senza alcun convenevole aggredì a parola la suocera:
<<Come ti è saltato in testa di venire qui senza essere invitata?>>
Lilieth la osservò in silenzio, senza degnarla di una parola.
La rapidità con cui ha preso partito non depone a favore della sua intelligenza.
Poi, rivolgendosi di nuovo a Marvin:
<<Mi stavate aspettando e non mi avete cacciata. Posso considerare queste cose come sufficienti per parlare di invito?>>
Marvin annuì:
<<Purtroppo in tutti i futuri da me previsti in cui tu arrivavi questa sera c'è qualcosa di terribile che si avvicina sempre di più. Ormai le possibilità di salvezza si stanno riducendo a poche viuzze miserabili>>
Lilieth rimase sconvolta: <<Ma che stai dicendo? Perché non ti sei confidato con me?>>
Marvin sospirò:
<<Sempre per il motivo che ho detto sopra. Ora è troppo tardi>>
Lilieth dovette faticare per dominarsi, mentre camminava tra i drappeggi a festa che erano stati preparati lungo la via reale.
<<Non capisco di cosa stai parlando>>
Ancora una volta fu Igraine a intervenire:
<<Tu non capisci? Tu osi giudicare tuo figlio? Ma che cosa ti aspettavi? L'hai abbandonato quando aveva meno di un anno, e ti sei messa a girare il mondo in cerca di potere! Non negarlo! Tu volevi per lui il trono imperiale! In nome di questo l'hai abbandonato, ed ora torni dopo diciannove anni recitando la parte della madre amorevole? Ma chi sei tu, per giudicare tutti noi?>>
Lilieth rivolse lo sguardo verso i presenti, ma tutti, compresa sua madre, lo tennero chinato.
Tornò allora a guardare suo figlio:
<<Marvin, gli dei mi sono testimoni: non ho mai cercato il potere. Cercavo giustizia per tuo padre e per te, e per tutto il Continente Centrale, che per anni è stato sottomesso alla tirannia illegittima di questa donna che ora mi guarda dall'alto in basso>>
Si riferiva ad Ellis Eclionner, la sua eterna rivale.
Ellis la guardava con severità.
<<Credo di aver pagato a sufficienza per gli errori del passato, Lilieth. Ora ho dedicato la mia vita al servizio di tuo figlio. Non ti sto guardando dall'alto in basso. Sono solo meravigliata del fatto che credi di conoscere tuo figlio meglio di chi ha rischiato la vita con lui e con suo padre combattendo contro gli invasori. Mi chiedo dove sia finita tutta la tua saggezza? Si è forse persa nei dolci mesi trascorsi a Lathena come moglie di Lord Vyghar di Linthael?>>
Lilieth la ignorò, continuando a guardare suo figlio:
<<Sono pronta a tutto per salvarti la vita, Marvin. C'è qualcosa che posso ancora fare?>>
Marvin si sciolse:
<<Devi essere molto stanca, madre. Hai fatto un lungo viaggio. Vieni dunque a dividere con me la mensa, e parleremo di tutto ciò che non ci siamo mai potuti dire di persona. E prometto che si tratterà di cose belle!>>
Cast
Claire Folani (Igraine Pendragon di Camelot) - Lady Lilieth Vorkidian, contessa di Linthael
Paul Atreides - Marvin Vorkidian
Sophie Turner (Sansa Stark) - Igraine Canmore di Logres
Eva Green (Morgana di Avalon) - Ellis Eclionner
martedì 5 febbraio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 30. Sephir e la "Eclionner's Sentence"
Nonostante i perfetti sistemi di irrigazione che mantenevano verde il giardino esterno del monastero di Yuste, in Estremadura, il caldo di agosto rendeva quel luogo ancor più deprimente del solito.
Sephir Eclionner, per quanto la sua salute fisica fosse decisamente migliorata grazie a quel clima secco, era però vittima di una persistente malinconia, mescolata a noia e ad accidia. Una sorta di taedium vitae, di spleen.
Otium tibi molestum...
L'ammonimento di Catullo tornava in modo ricorrente nei pensieri di Sephir Eclionner.
Devo resistere ancora per poco... presto potrò tornare a Lathena.
Le dinamiche del colpo di stato che avrebbe dovuto deporre suo nipote Elner XI erano state definite a grandi linee, ma i dettagli dovevano essere decisi quella sera, durante l'incontro tra Sephir e l'ammiraglio della flotta, l'ex pirata Vyghar di Linthael.
Un anno fa Vyghar aveva giurato fedeltà ad Elner, ma a sua volta Elner aveva giurato di non cospirare contro Marvin. Elner ha violato il giuramento per primo, liberando tutti gli altri.
Si chiedeva se fosse giusto da parte sua schierarsi contro suo nipote, ma anche qui ciò che alla fine importava erano i fatti.
Elner mi vorrebbe tenere segregato qui per il resto dei miei giorni, e questo non lo posso in alcun modo tollerare. Ma quale destino potrebbe toccargli dopo la deposizione?
Avrebbe voluto che Ellis fosse lì con lui, per poterne discuterne. Non voleva che Elner facesse la fine di Masrek.
La "Eclionner's Sentence" ci ha perseguitato per troppo tempo.
Era una maledizione terribile, scagliata dai druidi contro Arexatan Eclionner, dopo la sua conquista del regno dei Keltar. I druidi si erano riuniti e avevano compiuto un incantesimo di magia nera, che condannasse la Dinastia Eclionner ad essere dilaniata dall'odio tra padri e figli, nonni e nipoti, fratelli contro fratelli.
Ricordava di averlo letto nel Malleus Maleficarum... parole senza senso... scritte in una lingua sconosciuta da una maga di nome Era. Il titolo, tradotto in latheari antico era Sententia, e in alfari moderno Sentence:
A-men-òdi
Amenò devòni
Le-ee disì
Ledisimé
O-mèn
oré
Legoli sentà
Ome-e nimà
I-interimé
Alé-goli
Legoli sentà
Amenòdi
Amenò devòni
O-men
oré
Legoli sentà
Ome-e nimà
I-interimé
http://www.youtube.com/watch?v=9nkddf4uvHE
A Sephir pareva di rivederli tutti uno dietro l'altro, gli innumerevoli Eclionner che da padre in figlio si erano trasmessi il trono del sole, ma anche il dono della morte.
Arexatan il Conquistatore, Wechtigar I il Pio, Sephir I il Crudele, Wechtigar II il Calvo, Wechtigar III il Grosso, Elner I il Giovane, Sephir II il Bello, Elner II il Benevolo, Wechtigar IV il Conciliatore, Sephir III il Nero, Elner III l'Attaccabrighe, Baelor il Benedetto...
E poi ancora: Wechtigar V d'Oltremare, Wechtigar VI il Sapiente, Wechtigar VII il Buono, Wechtigar VIII il Malaticcio, Sephir IV l'Avaro, Elner IV il Forte, Elner V l'Improbabile, Sephir V il Terribile, Wechtigar IX il Santo. Poi c'era stato il periodo di reggenza della principessa Valyria, in nome dei fratelli minori, tutti morti in giovane età, uno dietro l'altro.
Era seguito un periodo relativamente calmo, con imperatori che avevano portato i Lathear all'apogeo: August Eclionner, Adrian Eclionner, Wechtigar XIV il Grande, Wechtigar XV il Galantuomo, fino ad arrivare agli ultimi sovrani: Wechtigar XVI Barbablù, padre di Sephir, Elner X, figlio di Ivar, Elner XI figlio di Masrek.
E qui la storia si ferma... per poi riprendere.
Con una punta di amarezza Sephir pensava che, se avesse regnato, gli sarebbe toccato il nome di Sephir VI il Vittorioso, e a suo figlio il nome di Masrek II il Coraggioso. Ma agli dei era piaciuto diversamente. Dis aliter visum.
Eppure il passato e il futuro distano dal presente soltanto un attimo.
Cast
Tywin Lannister - Sephir Eclionner
Casa Targaryen - Dinastia Eclionner
La canzone "Sentence" di Era riporta realmente il testo citato.
Gli eredi di Gothian. Capitolo 29. Il ripensamento di Elner XI Eclionner
Da quando era iniziata la congiura, Elner XI Eclionner non aveva più dormito bene. Non era la coscienza che gli rimordeva, quanto piuttosto la paura che la cospirazione potesse fallire o addirittura rivolgersi contro di lui.
C'erano molti indizi che lo allarmavano.
Alienor, Bial, Lilieth, Susan, Sephir e Vyghar sono stranamente concilianti.
Nell'ultimo Consiglio Privato si erano comportati con bonaria arrendevolezza.
Bial e Susan sono gli unici a sapere "ufficialmente" della congiura contro Marvin, ma è evidente che uno dei due deve aver informato anche gli altri. E non mi stupirei se lo stesso Marvin fosse già al corrente di tutto.
Eppure il piano procedeva secondo quanto era stato convenuto.
Marigold aveva ripreso il controllo del Castello di Gothian e gli altri eredi, Daemon Iceblood e Daenerys Hearteater, la Divoratrice di Cuori, erano pronti a sferrare da Nord un attacco contro il regno degli Alfar, contemporaneamente agli Elfi oscuri da Sud.
Vorrei essere a Gothian con Marigold!
Ma era inutile tormentarsi per un amore che non aveva mai portato niente di buono, sia nella sua vita che in quella del suo antenato Arexatan.
Dovrei godermi piuttosto questi giorni di finta gentilezza di Alienor. Per non tradirsi mi accetterebbe senza storie nel suo letto.
Qui però scattava nel cuore di Elner XI qualcosa che più che con l'orgoglio aveva a che fare con la dignità.
Non ti voglio senza amore.
Se non avesse portato in grembo il suo secondo figlio, Elner l'avrebbe già lasciata andare.
Quando il bambino sarà nato, lascerò che Alienor vada dove le pare, ma i nostri figli, ovviamente, resteranno con me. Non voglio che altri rampolli di sangue Eclionner siano allevati da qualche strega.
"Maleficos non patieris vivere". Questo diceva la legge contro le streghe e gli stregoni.
Ma Elner XI sapeva bene che ognuna delle streghe che avevano dato alla luce eredi di sangue Eclionner erano troppo forti e protette da personaggi illustri per poterle anche solo biasimare in pubblico. Persino il Sommo Sacerdote del culto di Eclion le temeva.
La studiata gentilezza di Alienor trasuda ipocrisia da tutti i pori. Ogni tanto si lascia sfuggire qualche intemperanza che rivela come dietro ci sia qualcosa di molto pericoloso, tenuto a bada solo dalla prudenza.
Per lei, Elner XI avrebbe fatto di tutto, tranne perdere la stima di se stesso.
Ma se è questo ciò che tu mi chiedi, questa volta i ti perdo e resto in piedi. Anche se qui dentro me qualcosa muore...
No, era meglio non cercare più nulla da lei. Meglio mostrarle le condizioni per il divorzio e lasciarla andare via.
Ieri ha incontrato mia cugina Irulan e hanno parlato più a lungo del solito, e sottovoce, in modo che nessuno potesse sentirle.
Irulan, di per sé, non era mai stata sua nemica, e non aveva mai avuto interesse per il Gioco del Trono, ma sua madre Susan passava il tempo a complottare.
Susan fa parte della cospirazione contro Marvin, ma potrebbe averne ordita una contro di me. Se io e Marvin fossimo eliminati contemporaneamente, Irulan potrebbe reclamare il trono per sé.
Alla paura si aggiunse anche un senso di solitudine.
Chi mi è veramente fedele? Su chi posso veramente contare? Nemmeno mia madre è qui a sostenermi.
Eppure tutti sapevano che lui soffriva.
Ma lo sanno davvero? Si rendono conto di cosa c'è dietro alla maschera della gloria imperiale?
Nemmeno se si fosse pubblicamente lamentato gli avrebbero creduto.
Erano tutti troppo diversi da lui.
Si sentì improvvisamente molto stanco e si recò nella sua stanza da letto, sdraiandosi sotto il baldacchino pesante di velluti e porpore.
Forse solo Marvin in questo momento potrebbe capire cosa provo. Ho dunque sbagliato a scegliermi il nemico? E se Marvin fosse l'unico di cui mi possa realmente fidare?
In base a ciò che si diceva di lui, Marvin non era più se stesso da molti mesi.
Se potessi parlare con lui anche solo qualche minuto...
Chiuse gli occhi e la stanchezza ebbe il sopravvento.
Poco dopo, si ritrovò a sognare suo padre, che rimproverava lui e Marvin: "Avevate giurato al mio capezzale che non vi sareste mai fatti la guerra. Non avete imparato niente da ciò che successe ad Atreo e Tieste? Non vi ricordate nulla dell'Atreides Sentence, la maledizione degli Atreides? Come morì Agamennone? Come visse Oreste? Da allora ogni Atreides, per ogni generazione, fu condannato a perdere ciò che aveva di più caro! Volete condannare anche gli Eclionner e i Vorkidian alla stessa sorte?"
Si svegliò di soprassalto, in preda al panico.
Ho visto qualcosa, alla fine del sogno... qualcosa di terribile...
E quel "qualcosa" l'ho evocato io...
Cast
Tom Hiddleton (Loki) - Elner XI Eclionner
Tamzin Merchant (Catherine Howard) - Alienor di Alfarian
Jon Snow - Marvin Vorkidian
Gli eredi di Gothian. Capitolo 28. Colloquio tra Alienor ed Irulan.
Alienor di Alfarian sosteneva segretamente la candidatura di Irulan Eclionner al Trono Imperiale, ma non l'imposizione ad Irulan del matrimonio combinato col cugino Leto Fuscivarian.
Per questo aveva invitato la principessa ad un colloquio privato, come spesso succedeva per motivi di mera cortesia tra i Dinasti di Lathena.
Irulan si era presentata in perfetto orario, vestita con disinvolta eleganza, mascherando, dietro ad un volto apparentemente, sereno un grave turbamento interiore.
Le due giovani donne si studiarono per qualche istante e capirono di potersi reciprocamente fidare.
Alienor venne subito al punto, parlando con voce molto bassa, per evitare che qualcuno fuori dalla stanza potesse sentire:
<<Ti voglio far sapere due cose: voglio che Elner sia deposto che tu diventi la prima imperatrice regnante della Dinastia. Ma non voglio che tu sia costretta a sposare una persona che non ami. So per esperienza cosa vuol dire, e non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico>>
Irulan sorrise:
<<Ti ringrazio, Alienor. Tu sei l'unica persona che stimo veramente qui a Palazzo e all'interno della Dinastia. Il tuo appoggio è fondamentale, specie se riesci a convincere gli altri che sarebbe meglio per tutti se io non mi sposassi e nominassi come erede uno dei tanti giovani Eclionner che sono nati o stanno per nascere in questo periodo>>
Alienor si accorse subito, da queste parole, che Irulan era animata da buone intenzioni, ma non era pienamente lucida.
<<Il problema è che i giovani Eclionner che nasceranno non otterranno mai un largo consenso. I figli di Marigold e Sephir non vanno neanche presi in considerazione, così come il figlio che Marvin Vorkidian aspetta da sua moglie Igraine Canmore di Logres. Mia figlia Eleanor e il figlio che ho in grembo perderanno la loro legittimità nel momento in cui mio marito sarà dichiarato usurpatore e il mio matrimonio sarà annullato. Il figlio di Vyghar e Lilieth è imparentato troppo alla lontana con gli Eclionner ed è invece fratellastro di Marvin. Questo a molti non piacerà. Io credo che tu possa ancora trovare l'amore e sposarti e generare figli tuoi>>
Irulan perse il sorriso e sussurrò:
<<Temo che sarei un'altra Elisabetta Tudor, la regina vergine. Ammesso che lo fosse. Il regno dell'isola di Britannia mi ha sempre affascinata, anche se non ha la stessa gloria di Numenor o di Atlantide. Tar-Ancalime fu la prima regina regnante di Nùmenor, e non ebbe figli, eppure la dinastia di Elros continuò con i principi di Andunie. E poi, in ogni caso, io penso che i tuoi figli, o quelli di Marvin, abbiano delle buone probabilità di essere accettati, una volta che Elner sarà stato deposto>>
Alienor dovette ricredersi rispetto al giudizio di "ingenuità" che aveva prima affibbiato alla sua interlocutrice:
<<Irulan, ma davvero pensi che sia degna di questo nome una vita senza un amore ricambiato?>>
Questa volta fu Irulan a considerare Alienor un'ingenua:
<<Per molti lo è. Ogni persona è fatta a modo suo, e comunque, io ho parlato di matrimonio, non di amore. Non intendo essere schiava di nessun marito>>
Alienor si rese conto che Irulan era stata decisamente sottovalutata da tutti, compresi quelli che la volevano sul trono sperando di manovrarla:
<<Tua madre pretenderà che tu sposi Leto>>
Irulan annuì:
<<Glielo farò credere. Firmerò un contratto di fidanzamento, ma una volta che sarò sul trono, ne farò carta straccia. Naturalmente per farlo è necessario che si agisca in fretta, prima della data prevista per il matrimonio. Credo, del resto, che questo sia anche nel tuo interesse>>
Alienor valutò la proposta:
<<Io fuggirei con Lorran e i miei figli e chiederei asilo a Marvin Vorkidian. Tu potresti contare su molti alleati, come Bial, Vyghar e Sephir, ma non bisogna sottovalutare i Fuscivarian. Tua madre potrebbe facilmente sostituirti con tua sorella minore>>
Irulan scrollò le spalle:
<<Di loro mi occuperò una volta che sarò il Trono>>
Cast
Daena Targaryen - Alienor di Alfarian
Jessica Brooks (Ghanima Atreidesi) - principessa Irulan Eclionner
Jon Snow - Marvin Vorkidian
Susan Sarandon (Wensicia Corrino) - Susan Fuscivarian (Fujiwara)
lunedì 4 febbraio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 27. Lady Ariellyn ed i segreti più segreti.
Quando Marvin Vorkidian aveva scelto sua nonna, lady Ariellyn, come direttrice della Sezione Speciale, i servizi segreti del regno dei Keltar, quasi tutti avevano pensato che si trattasse di uno scherzo.
Cosa poteva saperne di servizi segreti un'anziana signora che aveva trascorso tutta la vita dividendosi tra la vita mondana di Amnisia e il giardinaggio nella sua residenza estiva di Keltar Senia?
Solo gli osservatori più acuti avevano capito che se lady Ariellyn era riuscita a nasconderne la vera identità di suo nipote per quasi vent'anni, a proteggerlo dalle insidie di coloro che avevano ottimi motivi per volerlo morto, ed infine ad educarlo in modo tale che, quando fosse venuto il momento, sarebbe stato in grado di restaurare la dinastia Vorkidian sul trono di Caemlyn, allora probabilmente aveva una forte predisposizione a simulare e dissimulare, a muoversi con astuzia e prudenza tra i segreti, a reperirli e a servirsene al meglio.
La scelta si era rivelata eccellente. La Sezione Speciale era il fiore all'occhiello dell'amministrazione del regno.
Lady Ariellyn era consapevole, più di tutti gli altri, che per salvare il regno dalla cospirazione che stava per pugnalarlo alla schiena, era indispensabile che il servizio di spionaggio non si limitasse a tenere sotto controllo i nemici, ma esrcitasse un controspionaggio nei confronti degli agenti alle dipendenze di Bial l'Eunuco.
Per quanto Bial avesse preso le distanze, almeno privatamente, dalla cospirazione, lady Ariellyn non si fidava pienamente di lui, come del resto riservava la propria fiducia soltanto a pochissime persone.
Era stata una necessità della sua vita fin dall'infanzia.
Suo padre, Arthur Vorkidian, Conte di Keltar-Senia, era un uomo di animo nobile, ma piuttosto ingenuo, che si era fatto più volte raggirare e truffare da amministratori che gli avevano sottratto gran parte delle sue ricchezze. Aveva sei figli, mal'unica a raggiungere l'età adulta era stata Arielly. Quando ella fu in età da marito, suo padre, che non era in grado nemmeno di fornirle una dote, le combinò il matrimonio con un ricco proprietario terriero di Keltar Senia. Altre donne sarebbero fuggite, maledicendo la famiglia. Ariellyn invece pretese che nel contratto fossero scritte alcune clausole a suo favore: il cognome dei figli che sarebbero nati doveva rimanere Vorkidian e lei doveva essere nominata erede universale. Il coniuge accettò. Dopotutto Ariellyn da giovane era stata una delle più belle donne dell'alta aristocrazia, oltre ad essere l'ultima erede del grande re.
Dal punto di vista dei sentimenti quel matrimonio fu un fallimento, ma per il resto le cose andarono come Ariellyn aveva richiesto, e la cosa funzionò così bene che lo stesso matrimonio tra sua figlia Lilieth e Masrek Eclionner fu firmato sulla base delle stesse clausole. In quel caso la salvaguardia del cognome Vorkidian aveva un duplice scopo: salvare la stirpe dei discendenti di re Vorkidex dall'estinzione e tenere nascosto il cognome del padre del bambino, che per depistare i sospetti era stato registrato come Rekormas Roth.
Quando Marvin era nato, il druido Halfgan aveva chiesto di parlarle privatamente.
Le aveva detto che tutti i segni erano propizi nell'indicare Marvin come Figlio dei Cento Re, Principe Promesso e Profeta dei Keltar.
Nella lunga conversazione che ne era seguita, erano state dette cose che Ariellyn aveva mantenuto totalmente segrete fino al diciottesimo compleanno di Marvin e altre cose che erano ancora completamente segrete.
Non gli ho detto tutto.
Questo pensiero la turbava in modo particolare, specie da quando suo nipote aveva manifestato i tre segni della Profezia e cioè Premonizione, Previsione e Prescienza.
Ariellyn non sapeva ancora cosa avesse visto Marvin, ma temeva che si trattasse dei segreti che lei non aveva mai trovato la forza di rivelargli.
E' nato nel dolore, e quell'ombra è rimasta su di lui per tutta la vita. Lilieth aveva rischiato di morire dopo il parto. Non si trattava solo di una emorragia: era come se il feto avesse prosciugato ogni sua risorsa.
Lilieth era riuscita a sopravvivere, ma era caduta in un tale sconforto che non trovava gioia nemmeno nel vedere il bambino. Masrek era lontano, in guerra.
Aryellin pregava con i versi della quarta egloga di Virgilio:
Incipe parve puer, risu cognoscere matrem, matri longa decem tulerunt fastidia menses.
Incipe parve puer, cui non risere parentes, nec deus hunc mensa, dea nec dignata cubili est.
Incomincia, o piccolo fanciullo, a riconoscere con il sorriso la madre, alla madre dieci mesi arrecarono lunghi travagli. Incomincia, piccolo fanciullo, poiché a chi non sorrisero i genitori, né un dio offrì una mensa, né una dea concesse un letto.
E il bambino aveva riso, nonostante tutte le ansie della madre e l'assenza del padre. Aveva riso, ma se vedeva il volto di uno sconosciuto, fuggiva terrorizzato e urlava nella notte in preda agli incubi.
Ariellyn, che gli aveva dovuto fare da madre e da padre, sapeva che quel tipo di ipersensibilità era il cosiddetto "talento degli Eclionner", che in lui si era unito ad una naturale predisposizione per l'awen, l'entusiasmo mistico, e per la Vista, dono dei Vorkidian, che permetteva di intravvedere ciò che facevano persone lontane.
I medici dissero a Lilieth che non poteva avere altri figli, se non a rischio della morte. E adesso Lilieth è incinta, e rischia di morire senza aver rivisto nemmeno il suo primo figlio. Marvin ha forse visto anche questo nelle sue premonizioni?
I suoi sogni di bambino erano già pieni di premonizioni terrificanti, anche se lui non li ricordava mai bene. Ariellyn però lo sentiva urlare nel sonno, quando aveva appena incominciato a parlare, e diceva cose che un piccolo fanciullo non poteva sapere:
"Non prevalebunt. Vade retro, Satana!".
Erano i chiari segni di un tentativo di possessione, a cui qualche angelo lo sottraeva instillandogli le formule degli esorcisti. Per i sacerdoti Lathear questa era una forma di Abominio, o come dicevano loro di Abominazione. Fortunatamente nessuno di loro se n'era accorto, mentre i druidi davano valore a quei sogni.
Halfgan, con grande ammirazione, constatava che il bambino aveva già sperimentato l'awen, ed era quindi senza dubbio Colui che aspettavano da mille anni.
Se almeno Halfgan fosse qui. Ma Marvin gli ha affidato il governo di Keltar Senia. E' stato un onore o un modo per tenerlo lontano dal centro del potere?
Ma c'erano altre cose che da bambino Marvin urlava nel sonno: "Io sono l'ultimo dei Draghi, mentre mio fratello è soltanto l'ombra di un serpente!"
Solo chi conosceva i segreti più segreti poteva capire quella premonizione:
Vorkidex aveva come cognome Pendragon, ma i suoi successori persero questo onore, e furono chiamati Vorkidian, cioè discendenti di Vorkidex, che era stato l'ultimo dei Draghi.
L'altro riferimento al fratello riguardava Elner XI, e la sua pochezza: in confronto al Giovane Drago Marvin, l'imperatore dei Lathear era soltanto l'ombra di un serpente.
Ed ora lo scontro tra il Drago e il Serpente sta per cominciare. Presto sapremo se Marvin diventerò il nuovo Pendràgon.
Cast
Elizabeth Bathory - lady Ariellyn Vorkidian, Contessa di Keltar-Senia
Catelyn Stark - Ariellyn Vorkidian da giovane
Francesca Annis (lady Jessica Atreides) - Lilieth Vorkidian da giovane, quando nacque Marvin.
Renly Baratheon - Marvin Vorkidian.
Gli eredi di Gothian. Capitolo 26. Marigold riprende possesso del Castello di Gothian.
Lady Marigold Edwina Ataris von Steinberg, Contessa di Gothian, riprese possesso del castello del suo defunto marito la notte successiva alla partenza di Ellis Eclionner.
Dalle infinite gallerie dei sotterranei del castello, una moltitudine di vampiri albini si erano riversati prima nelle segrete, liberando i prigionieri e sgozzando le guardie e poi erano dilagati in tutto l'edificio.
Marigold aveva già fatto tutto il possibile per rendere facile l'impresa. Aveva convinto Ellis ad andarsene con buona parte delle sue guardie personali. Le guardie rimaste erano confuse e distratte e mai si sarebbero aspettate un simile attacco la sera stessa in cui l'ex reggente se n'era andata, e furono quindi facile preda dei vampiri emersi dalle viscere della terra.
Il castello di Gothian era finalmente tornato alla sua famiglia.
I figli del Conte, Daemon e Daenerys , erano ancora a Thule per preparare l'attacco contro l'esercito che presidiava il resto della Contea.
Marigold poté quindi godersi pienamente il ritorno al suo antico ruolo e si meraviglio di poter provare ancora una gioia così intensa, resa ancora più grande dalla possibilità di stare finalmente a lungo con i suoi figli, Anakin e Valyria.
Il sogno che interrompi non ritorna uguale, ma può tornare molto migliore del precedente!
Finalmente poteva camminare libera in tutte le innumerevoli stante di quell'antichissimo maniero.
Molte erano state restaurate per ordine di Ellis, la quale, bisognava concederglielo, aveva fatto un ottimo lavoro.
Molte zone erano però ancora da perfezionare.
Marigold sorrise tra sé.
Il tempo non mi mancherà.
.
Quello era il primo vero colpo andato a segno da parte dei partecipanti alla Congiura contro Marvin Vorkidian.
Ha rifiutato la mia offerta di matrimonio. Ho in serbo per lui e per la sua bella mogliettina un trattamento speciale.
Aveva riflettuto molto su questo, nei lunghi mesi di prigionia nelle segrete del castello.
Come diventerebbe Marvin se ricevesse il morso del vampiro?
Lei non poteva certo concederlo, perché la sua natura di figlia del dio del Fuoco Segreto, Atar, la rendeva una creatura immortale anche senza bisogno del morso del vampiro, da cui era del tutto immune.
Ma forse Marvin si sta già tramutando adesso in qualcosa di mostruoso, se sono vere le voci che circolano su di lui.
La moglie e il figlio che aveva in grembo dovevano essere soppressi in modo definitivo. Niente vampirizzazione. Marvin doveva rimanere solo, completamente solo, in balia di Marigold.
Lo farò confessare cosa ha visto nel futuro! Deve essere qualcosa di terribile se lo ha ridotto nelle attuali condizioni di inerzia.
Mentre pensava questo arrivò nella sala del trono. Non era certo paragonabile a quella di Lathena, ma era infinitamente più sicura e ospitale per lei.
Quando si sedette sul trono che era stato del suo defunto marito, lord Fenrik, provò un brivido, perché era la prima volta che poteva occupare il posto che era stato del Conte.
Per lei quel trono poteva bastare, ma per i suoi figli? Erano degli Eclionner, e avevano oltre che il sangue di Eclion anche il sangue di Atar.
I loro poteri saranno straordinari. Ma dovrò aspettare che crescano. Nel frattempo, istigherò i figli di Fenrik a riconquistare il regno degli Alfar e a spartirselo con gli Elfi Oscuri. Entro pochi mesi la geografia del Continente Centrale sarà del tutto modificata!
Cast
Lena Headey (Cersei Lannister) - Marigold Edwina Ataris von Steinberg, Contessa di Gothian.
Gli interni del castello sono tratti dal videogame "Castlevania".
domenica 3 febbraio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 25. Il conflitto interiore di Irulan Eclionner.
La principessa Irulan Eclionner si appoggiò alla base del pilastro, che gli antichi chiamavano "usùl".
Quel giorno la sua voglia di vivere si era ritratta come acqua sulla sabbia.
Un conflitto interiore la dilaniava.
Continuare a rifuggire la vita sociale, per proteggere la indole ipersensibile e la mia libertà, oppure accettare gli obblighi che il mio rango mi impone, diventando un piccolo ingranaggio in una grande macchina che stritolerà le mie emozioni e la mia creatività?
Posta così, la domanda era tendenziosa, ed Irulan lo sapeva benissimo.
Aveva comunque le sue ragioni a porre la questione in quei termini.
Gli altri mi fanno soffrire. Mi usano e abusano di me. Mi prosciugano tutte le energie, mi privano del tempo e della possibilità di dedicarmi a ciò che più mi interessa.
In quel momento una congiura di palazzo voleva sbarazzarsi dell'imperatore Elner XI e porre lei sul Trono del Sole, costringendola ad un matrimonio combinato con suo cugino Leto Fuscivarian.
Certo è un bel ragazzo, ma è talmente arrogante, sadico e violento, avido di potere e di donne, che farà di me la moglie più maltrattata, tradita e infelice della terra.
E poi c'era tutto quel diabolico meccanismo che voleva fare di lei un semplice ingranaggio, una pedina sacrificabile di un gioco che non le era mai interessato, il Gioco del Trono, quello in cui "si vince o si muore".
E lei si sentiva morire dentro.
Il dolore... il dolore sotto le costole, sotto al cuore... e il conflitto... il conflitto perenne tra ragione e sentimento, tra principio di realtà e principio del piacere.
Non riusciva a trovare un compromesso
La vita non è un romanzo di Jane Austen.
In realtà Irulan della vita sapeva ben poco.
Non era mai uscita dall'Acropoli e non le interessava nemmeno. Sapeva che i problemi se li sarebbe portati dietro.
"Licet traieceris vastum mare... sequentur te" scriveva Seneca.
Non troverai altro luogo, non troverai altro mare. La città ti verrà dietro.
Quello che aveva potuto sperimentale, nel suo angolo di mondo, era un surrogato di vita.
Perché sciupando la tua vita in questo angolo discreto, tu l'hai sciupata su tutta la terra.
Le parole di Kavafis suonavano come una condanna, e invece erano una giustificazione, e forse anche un alibi.
Ma c'erano altre questioni che la legavano al suo "angolo discreto".
Se andassi in giro sarebbe più difficile procurarmi segretamente l'oppio di cui ho bisogno.
La sua dipendenza era il massimo segreto della sua vita. Solo sua madre e sua sorella ne erano a conoscenza.
Come ho fatto a ridurmi così?
La prima risposta che le venne in mente fu una affermazione di Sartre: "L'inferno sono gli altri". Ma prima di scaricare le colpe sugli altri, Irulan aveva appreso una massima universale: "Ogni critica seria deve essere preceduta da una ancor più seria autocritica".
In realtà sono sempre stata così.
Da bambina il suo temperamento scontroso e solitario era stato rilevato con molta precisione, e le era stato reso noto in tutti i modi, ma non c'era stato modo di correggerne gli eccessi, anzi, ogni volta che si faceva un tentativo di socializzazione, Irulan manifestava, dopo un periodo apparentemente tranquillo di "luna di miele", una crisi di rigetto che le provocava grande dolore e che accentuava sempre di più le asperità del suo carattere.
L'oppio è arrivato quando il dolore delle crisi si era fatto insopportabile.
All'inizio si era illusa di poterlo usare come rimedio temporaneo, ma ben presto ne era diventata dipendente.
Da quel momento aveva cominciato a pensare a se stessa come ad una persona malata, destinata ad una vita breve e ad un decadimento prematuro.
Ma ogni tanto mi illudo di essere come gli altri e persino meglio di loro, e di poter fare quello che loro hanno imparato a fare fin dalla più tenera età.
Sapeva per esperienza che quelli erano i periodi più pericolosi, perché abbassava la guardia, si lasciava andare, accumulava impegni sociali che non riusciva a sostenere nel medio-lungo periodo e questo avviava, spesso per futili motivi, una successiva crisi di rigetto.
E ora vorrebbero fare di me una imperatrice? Come posso essere il capo di uno stato se non riesco nemmeno a governare me stessa?
Certo ci sarebbero stati validi collaboratori, ma alla fine la sua inidoneità sarebbe stata riconosciuta.
Molti Eclionner sono morti assassinati per questa ragione. E mio fratello è stato uno di loro.
Lei aveva cercato in tutti i modi di dissuaderlo dallo sposare Ellis, ma lui ne era realmente innamorato.
Il bisogno di essere amati e stimati è ciò che conduce le persone come me o mio fratello alla rovina.
Irulan aveva conosciuto molte persone "come lei" ed inizialmente c'era stata stima e amicizia, a volte persino amore. Poi però quella stessa somiglianza che aveva favorito il nascere di una infatuazione, divampata spesso come un fuoco di paglia, era la causa dell'incrinatura, spesso traumatica e irrecuperabile, dei rapporti stessi con la persona e il gruppo intero che ci stava dietro.
Eppure alcuni considerano l'ipersensibilità come il "talento degli Eclionner".
Sotto molti aspetti poteva essere utile: gli Eclionner avevano come un sesto senso, che permetteva di percepire un altro mondo, ovunque, intorno a loro. La capacità sensoriale e percettiva degli Eclionner faceva sì che notassero molti più dettagli che agli altri sfuggivano completamente. In certi momenti questo poteva creare un vantaggio, in quanto ne derivavano intuizioni e informazioni tali da ottenere vittorie considerevoli.
Vincere la guerra e perdere la pace.
La capacità di notare i dettagli, di sentire più intensamente, di ricordare in moto accurato, si ritorceva poi contro chi se ne era avvalso per vincere. Nell'ordinaria amministrazione, infatti, gli Eclionner fallivano sistematicamente perché finivano per trovare difetti ovunque, specie nelle persone più vicine a loro, e incominciavano a covare un'avversione che spesso diventava rancore. Potevano riuscire a nascondere questo rancore anche per mesi, o per anni interi, ma prima o poi arrivava il momento in cui quello che inizialmente era stato il "favorito" finiva per "cadere in disgrazia". Questo portava gli Eclionner ad espellere dalla loro vita quasi tutti i loro più stretti collaboratori, con grave danno alle attività di governo.
Ma il "talento" degli Eclionner ha una sua particolarità: la premonizione.
Normalmente si trattava di questioni trascurabili e del tutto inutili. A volte però c'era un salto di qualità, come era successo a Marvin. Era anche quella un'arma a doppio taglio, perché vedere il futuro senza sapere la catena di cause ed effetti che lo aveva generato era come scoprire diagnosticare una malattia senza conoscerne le cure.
Io so quali catastrofi arriveranno, ma non so né quando, né come, né perché.
Cast
Virginia Madsen (Irulan Corrino) - principessa Irulan Eclionner
James McAvoy (Leto II Atreides) - Leto Fuscivarian (Fujiwara)
Foto
Opium - Eau de parfume - Yves Saint Loren
Papavero da coltivazione di oppio.
Quadro di Salvador Dalì - Premonizione della guerra civile.
Gli eredi di Gothian. Capitolo 24. Ellis e Marvin.
Ellis Eclionner arrivò a Caemlyn intorno alla mezzanotte, senza farsi annunciare, per questo fu molto sorpresa di trovare suo nipote Marvin Vorkidian ad attenderla nel parco tra le mura intermedie della città.
Quasi non lo riconobbe. Era vestito di nero e il suo sguardo era diventato duro e cupo.
<<Marvin, come facevi a sapere che io...>>
Lui troncò malamente la frase:
<<Ti avevo ordinato di rimanere a Gothian!>>
Il suo tono era talmente adirato e sdegnato che Ellis ne fu profondamente turbata e ferita:
<<Il potere ti ha dato alla testa. Mi ricordi come ero io negli anni peggiori>>
Marvin rimase impassibile:
<<C'è ancora la legge marziale in vigore. Ti potrei far processare per diserzione, ma per questa volta ti concederò la mia clemenza. Ora dì quel devi dire, e poi sarai esonerata da ogni carica nei miei regni. Potrai tornare da tuo figlio, ma dubito che ti riserverà un'accoglienza migliore della mia>>
Ellis era sconvolta dal cambiamento riscontrato in Marvin.
Allora aveva ragione Marigold! Sta veramente impazzendo...
Improvvisamente sentì una profonda compassione per lui.
<<Marvin, sei in pericolo. Sono venuta a conoscenza di una ampia cospirazione contro di te. Vogliono farti passare per pazzo. Il druido Bendeigind userà ogni suo potere per togliere lucidità alla tua mente>>
Lui osservò gli occhi commossi di Ellis e per la prima volta vide sua zia come una donna fragile e vulnerabile:
<<Ne sono al corrente. So bene quanto siate tutti delusi dalle mie scelte>>
Ellis vide in lui qualcosa che non aveva mai notato prima: la sua somiglianza con Masrek.
Assomiglia così tanto a suo padre.
Aveva la sua stessa espressione malinconica e rassegnata, come se presagisse eventi luttuosi.
<<Io non sono delusa, sono preoccupata per te! Cosa ti sta succedendo?>>
Marvin dovette lottare contro un istintivo e assurdo desiderio di abbracciarla:
<<Se te lo rivelassi, metterei in pericolo la tua stessa vita>>
Lei scosse il capo:
<<La mia vita? Dopo la morte di tuo padre, la mia vita ha perso ogni valore. Ti prego, Marvin, non mandarmi via>>
A lui parve di aver rivissuto quella scena almeno un milione di volte.
<<Puoi ancora rifarti una vita, Ellis>>
La sua voce era remota, come se parlasse da distanza siderali.
<<In nome di quella parte di Masrek che ancora vive in te, consentimi di restare al tuo fianco, per vivere o morire, a seconda di quello che la sorte ha in serbo per noi>>
Marvin sentiva la catastrofe avvicinarsi verso di loro come una tempesta.Come poteva dirle che la sorte era mutevole per chi poteva vederla, e che implicava scelte assurde e incomprensibili dagli altri per essere evitata. Se fosse stato freddamente razionale avrebbe potuto e dovuto compiere delle scelte radicali. Ma nonostante l'espressione dura e severa del suo volto, sentiva il cuore esplodergli dentro.
<<Un giorno mi odierai per aver ceduto alle tue richieste. Ed io dovrò chiederti perdono per averlo fatto>>
Ellis ebbe per un attimo l'intuizione di ciò che Marvin aveva visto e sentì la stretta morsa gelida che ghermiva il suo cuore.
Era come il tocco di uno spettro, o forse quello della morte. La maledizione di Orazio le risuonò nella memoria: "Et inquietis adsidens praecordiis, pavore somnos auferam" : e pesando sui vostri cuori inquieti, nel terrore vi ruberò il sonno. La traduzione di quei versi si insinuò dalla mente fino al cuore.
Era dunque questo che Marvin aveva visto?
La traduzione del quinto epodo di Orazio pareva riassumere quella vaga intuizione in termini pieni di angoscia. "Vos turba vicatim hinc et hinc saxis petens contundet".
Nei villaggi da ogni parte la folla vi lapiderà... e avvoltoi e lupi sull'Esquilino lapideranno le vostre membra insepolte.
La profondità di quella consapevolezza le si dipinse sul viso, ed incontrò gli occhi gli Marvin.
<<Un giorno verrà la morte e avrà i tuoi occhi>>
Al sentire il richiamo luttuoso dei versi estremi che una lucida angoscia aveva dettato a Pavese nella parte finale della propria vita, Marvin si rese conto che lei aveva visto il rischio che correvano, lo aveva ponderato nel suo cuore, e lo aveva accettato. Una lacrima scese dal volto del giovane mentre le rispondeva con la prosecuzione della stessa poesia:
<<Questa morte che ci accompagna dal mattino a sera, insonne, sorda come un vecchio rimorso.... oh cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla>>
sabato 2 febbraio 2013
Gli eredi di Gothian. Capitolo 23. Le visioni di Marvin
All'inizio, prima della sua trasformazione, Marvin Vorkidian re dei Keltar e reggente degli Alfar, aveva avuto nel sonno le prime visioni profetiche, come il sogno di Ossian il Bardo, figlio di Fingal, condottiero dei Keltar delle Highlands e fondatore della famiglia Canmore, quella della regina Igraine.
Poi le premonizioni avevano incominciato a manifestarsi anche quando era sveglio: si trattava di improvvise coincidenze tra il suo pensiero e la realtà. Lui pensava qualcosa e questa si verificava.
C'era un antico proverbio dei Navajo, i nativi che proveniva dal Continente Occidentale, che attribuiva questo potere anche alla parola
Attento mentre parli: con le tue parole tu crei un mondo intorno a te.
Poi erano comparse le visioni vere e proprie. Erano come delle sovrapposizioni rispetto alla realtà, che duravano pochi istanti, ma che rivelavano come anche un solo dettaglio diverso avrebbe potuto dare inizio ad un futuro completamente diverso.
I druidi chiamavano "awen" quel momento e lo consideravano una ispirazione divina.
Quando Marvin aveva queste visioni, i suoi occhi diventavano di un blu intenso, tra il cobalto e l'indaco, come quello dei suoi antenati maschili, gli Eclionner.
Pochi però conoscevano la sofferenza che queste visioni portavano con sé.
I rischi connessi ad ogni minimo errore, ad ogni minimo scostamento dalla realtà immediata, erano terrificanti, e non era affatto chiaro il modo di evitarli. La connessione delle cause e degli effetti era come avvolta in una nebbia.
Questo causa la mia immobilità: io so che determinate mosse porterebbero alla catastrofe, ma non posso spiegarlo a coloro che si aspettano da me qualcosa che non deve assolutamente accadere.
Come posso dire alle persone che amo che in ognuna delle mie visioni almeno uno di loro morirà?
Era questa la tortura più grande del suo "dono" di preveggenza.
Nel futuro c'è la morte: o la nostra o quella di coloro che amiamo. E poi mi chiedono perché la tristezza non mi abbandona mai.
Nessuno poteva capire.
Sua madre gli aveva scritto una lettera severa:
<<La tua inerzia non è più soltanto motivo di imbarazzo per me: è diventata spergiuro, ingratitudine e abbandono di tutti coloro che si sono sacrificati per la tua causa>>
Madre, come posso dirti che nelle vie visioni, se dovessi decidere di marciare su Lathena, tu o Alienor, necessariamente, perdereste la vita? Preferisco il tuo disprezzo alla tua morte.
Ma non era l'unico futuro ipoteticamente luttuoso.
Se abbandonassi il regno degli Alfar, gli elfi oscuri mi colpirebbero alle spalle, e ucciderebbero mia moglie Igraine con nostro figlio ancora in grembo.
Meglio allora la stasi, meglio il non decidere, meglio quest'ombra, questa caligine.
Ellis sta arrivando... maledizione! Non doveva lasciare Gothian! Qualcuno doveva rimanere a presidiare il fortino!
Ogni linea del futuro che si dipartiva da quel punto portava ad un evento luttuoso.
Alcune linee conducevano ad una completa catastrofe.
Ma come posso farglielo capire, se non si fidano di me? Come posso evitare che mi giudichino un pazzo?
C'era un unico futuro dove tutto poteva andare bene. Marvin lo chiamava la Via Aurea, o il Sentiero Dorato.
Posso riuscire ancora ad imboccare la Via Aurea, ma è una strada stretta, stretta, che ogni giorno si fa sempre più stretta.
Il tempo scivolava via, precipitava.
Ci sarà un momento, presto, in cui dovrò prendere la decisione essenziale per imboccare il Sentiero Dorato.
Non sapeva ancora bene quando, come e dove si sarebbe creata l'occasione per decidere.
Nessuna visione ancora gli aveva mostrato nemmeno una vaga proiezione di quel momento, eppure lui sapeva che c'era, e che una volta passato non sarebbe tornato mai più.
In fondo alla Via Aurea c'è quello che potremmo chiamare il "migliore dei mondi possibili".
La definizione era quella della teodicea di Leibniz: "questo non è un mondo perfetto, ma il migliore dei mondi possibili". Voltaire aveva poi avuto facile gioco a mettere in ridicolo l'ottimismo di Leibniz, scrivendo il "Candido".
Il fatto che sia il migliore non lo rende necessariamente né perfetto, né giusto. Significa soltanto che gli altri sono peggio.
Il tutto stava, naturalmente, nel riuscire a ricreare un equilibrio dove il Bene, e il suo dio Ahura Mazda, avrebbero potuto porsi in una condizione di superiorità stabile rispetto al Male e al suo dio Ahriman.
La Via Aurea è alternativa all'equilibrio degli Arcani Supremi. E' un miglioramento, ma contiene il pericolo più grande, quello della guerra perenne. Un solo passo falso e...
Non voleva nemmeno pensarci.
Il senso di responsabilità lo schiacciava.
Mio dio! Ma che cosa ho fatto al nostro universo?
Aveva fatto quello che era necessario, e avrebbe continuato, perché non c'erano alternative.
E se mi sbagliassi?
La visione si faceva confusa, si ritraeva nell'atro fondo del pozzo la cui carrucola cigolava nei versi del suo poeta preferito.
Ti ridono all'atro fondo, visione... una distanza ci divide...
Un improvviso senso di solitudine lo afferrò e gli provocò quella stretta al petto che era espressione dell'angoscia somatizzata.
Nemmeno mia moglie capisce la mia sofferenza. Crede di adorarmi, ma non mi conosce. Adora l'idea che si è fatta di me, e non vuole sapere altro.
Sua nonna lady Ariellyn invece era l'unica che riusciva a leggere nel suo pensiero anche solo guardandolo negli occhi.
Lei ha capito, lei sa tutto, e quindi sa anche che è inutile parlarne.
Lady Ariellyn, Contessa di Keltar-Senia, aveva sempre saputo che l'inevitabile poteva essere solo rimandato, ma mai eluso.
Per questo aveva educato suo nipote seguendo l' "insegnamento profondo", una pedagogia sperimentale famosa presso le Bene Gesserit, portata alla gloria dalla reverenda madre superiora Darwi Odrade.
Odrade l'aveva insegnata a lady Janet Roxbrough di Laerneus, madre di lady Ariellyn.
L'insegnamento profondo è quello che aiuta la mente ad essere aperta, elastica, pronta ad affrontare il cambiamento e l'imprevisto. E' contro ogni dogmatismo, ogni rigidità, perché nella selezione naturale non è il più forte quello che sopravvive, ma chi riesce ad adattarsi meglio al cambiamento.
Marvin sapeva di dovere gran parte della sua forza a sua nonna Ariellyn, sia per gli insegnamenti del passato che, nel presente, per la sua gestione oculata della Sezione Affari Speciali, i servizi segreti del regno.
Anche Ariellyn possedeva in parte il dono della Vista, e così sua figlia Lilieth, ma non era mai capitato che un discendente maschio di Vorkidex avesse il Dono e fosse in grado di svilupparlo fino a quel livello.
Ogni giorno vedo sempre più chiaramente i loro destini sdipanarsi dal gomitolo delle possibilità, e non posso intervenire, altrimenti peggiorerei le cose. Non posso nemmeno dirglielo, perché una previsione conosciuta si avvera con molta più facilità.
No, questo è un gioco dove necessariamente una pedina non può essere mossa ed un'altra almeno deve essere sacrificata. La Via Aurea incomincia da qui. Non è un bel nome? Se non vi piace dovrete abituarvi, perché è tutto quello che c'è, e tutto quello che sempre ci sarà.
Cast
Kyle MacLachlan (Paul Atreides) - Marvin Vorkidian
Claire Forlani (Igraine di Camelot) - Lilieth Vorkidian
Sophie Truner (Sansa Stark) - Igraine Canmore di Logres
Erszebet Bathory - Lady Ariellyn Vorkidian, Contessa di Keltar Senia.
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