Quando Aurora Visconti disse al fidanzato Roberto Monterovere che il programma per le ferie d'agosto era cambiato, lui rimase perplesso, soprattutto quando seppe che sarebbero stati ospiti di lord Waldemar Richmond, Duca di Ravensbourne, nella sua villa di Portofino.
Quando lo avevano conosciuto a Londra, due anni prima, sia Aurora che Roberto si erano insospettiti riguardo alle reali intenzioni sue e di sua moglie lady Jessica Burke-Roche, ed avevano concordato di evitare ogni loro ulteriore approccio.
La perplessità di Roberto era dunque fondata su presupposti non arbitrari:
<<Pensavo che fossimo d'accordo sul fatto di non lasciarci più coinvolgere nelle vicende dei Ravensbourne. Sono persone pericolose, legate a gente ancor più pericolosa>>
Aurora però non voleva sentir ragioni:
<<Sei diventato paranoico. Esprimi giudizi senza avere prove certe. Per esempio, in questo caso l'invito non proviene da loro, ma da una mia collega molto seria, Ayami Mizuhara, tu non la conosci, ma è una persona intelligente e sensibile>>
Roberto aveva replicato con uno dei suoi paradossi:
<<Proprio per questo è meglio non fidarsi. L'intelligenza può diventare un'arma, e non è detto che la sensibilità garantisca un buon uso di questa arma>>
Aurora si infervorò:
<<Guarda che si può essere intelligenti e sensibili senza diventare persone che ce l'hanno col mondo intero>>
Roberto aveva recepito il messaggio a lui rivolto:
<<Sei ingiusta: le mie critiche sono circostanziate e ben motivate e giustificate. Posso avercela con qualcuno, lo ammetto: non sono un santo e non ho mai avuto la pretesa di esserlo o di sembrarlo. Io sono una persona trasparente, non nascondo i miei difetti, faccio le cose alla luce del sole e non "col favore delle tenebre", cosa che mi rende molto meno pericoloso di chi si atteggia a integer vitae scelerisque purus>>
Lei era sempre più contrariata:
<<E chi ti dice che non lo siano davvero?>>
Lui era sempre più stanco di quei discorsi:
<<Me lo dice l'esperienza, me lo dice la statistica e me lo dicono anche i proverbi universalmente accettati secondo cui nessuno è perfetto e, se qualcuno sembra tale, sta nascondendo qualcosa.
E allora io mi chiedo: che cosa stanno nascondendo?>>
Aurora scosse la testa, severamente:
<<Sono solo riservati, non è poi una cosa tanto strana. Tu invece vedi tutto in base ai tuoi pregiudizi e ai tuoi deliri di persecuzione! Se anche fossero Iniziati, non vedo perché dovremmo averne paura, visto che negli ultimi due anni non hanno interferito in alcun modo nelle nostre vite>>
Roberto scosse il capo:
<<Tu dici? Ci sono molti modi per manipolare le persone senza che queste se ne accorgano. Gli Iniziati sono specialisti in questa materia. Tu stessa lo dicevi, prima che venissimo a stare a Milano>>
Lei però aveva di Milano un'idea molto migliore di quella del fidanzato, e questo aveva cambiato tutte le carte in tavola.
<<Lo dicevo perché pendevo dalle tue labbra! Ma qui ho conosciuto tante persone nuove e mi sono resa conto che tu non sei il centro dell'universo! E nessuno cospira contro di te. Sei tu che ti atteggi a vittima sacrificale, a perseguitato, a unico conoscitore della sofferenza. E la colpa è sempre degli altri, degli "automi" oppure degli Iniziati! Mai una volta che ti assumi le tue responsabilità! Se qualcosa ti va male allora è colpa della sfortuna, e se non è la sfortuna, allora dai la colpa gli Iniziati senza averne le prove. Tu hai sofferto, ma hai avuto anche molte opportunità e molta fortuna, soprattutto quella di aver incontrato me>>
Roberto passò all'ironia:
<<Una grande fortuna senza dubbio>>
Aurora colse la sfumatura:
<<Fai poco lo spiritoso, Rob! Se non fosse per me saresti ancora vergine!>>
Era una cosa molto probabile, ma non necessariamente un male:
<<E sarebbe così grave, essere vergini? Secondo la psicologia le persone vergini tendono a sublimare la loro libido diventando grandi artisti o scienziati, come Newton, per esempio!>>
Lei lo bloccò subito:
<<Sì certo, quelle rare volte in cui non diventano nevrotici o pervertiti>>
Quello era troppo:
<<Se mai dovessi diventare un pervertito sarebbe a causa tua e delle tue perversioni, Aurora!>>
Aurora rise:
<<Ecco che fai la vittima di nuovo! Però poi ti va benissimo se io ti ricopro di regali e di attenzioni, cosa che dovresti fare tu, in teoria...>>
Roberto allora colse la palla al balzo:
<<Tipico discorso delle donne di oggi: vogliono la parità con gli uomini, ma pretendono che sia l'uomo a pagare tutto. E allora sai cosa ti dico? Rifiuto l'invito a questa vacanza da nababbi! Se ci tieni tanto a far la bella vita, vacci pure con la tua cara, intelligente, sensibile e affidabilissima Ayami Mizuhara!>>
Lei per un attimo fu realmente affascinata da quella prospettiva, ma poi qualcosa le fece cambiare idea:
<<Perché non ti fidi di lei? In fondo quella cattiva è Kiko, non Ayami>>
Lui rigirò il coltello nella piaga:
<<Kiko è troppo stupida per essere cattiva!>>
Inaspettatamente, Aurora rise:
<<Be', in effetti... sentivo la mancanza delle tue battute... non sono mai scontate... e io ne ho bisogno, ho bisogno di te. Nonostante quello che ti ho detto, non potrei vivere senza di te>>
Era tipico di lei passare da un estremo all'altro così rapidamente, le bastava una battuta e il suo umore cambiava, così come il suo parere sulle persone.
Roberto la comprendeva, anche lui aveva simili sbalzi, ma proprio per questo temeva che un giorno avrebbero finito per farsi del male a vicenda:
<<Ne sei sicura? In quest'ultimo anno ti sei molto allontanata da me, e avevi le tue buone ragioni. Le cose che hai detto hanno un loro fondamento, lo riconosco.
Tu conosci bene "l'origine del male" che mi tormenta e la sua causa principale: la tortura a cui mi hanno sottoposto Sarpenti e i suoi sgherri.
Io mi sono appoggiato a te, per non crollare, e ti ho caricata di un peso eccessivo.
Quel che voglio dire è che comprendo la ragione per cui ti sei allontanata...>>
Lei lo interruppe:
<<Allontanarmi da te è stato un errore. Quando ho scelto una specializzazione diversa, ho conosciuto nuove persone e nuovi ambienti e prospettive, ammetto che all'inizio è stato inebriante, ma poi mi sono resa conto che tu mi mancavi sempre di più. Non volevo ammetterlo a me stessa, pensavo di potercela fare, ma è stato in quel momento che ho ceduto e invece di ammettere che avevo bisogno di te, ho scelto la via più facile, in apparenza: la cocaina. E da lì è iniziata la mia trasformazione in una persona che non conosco.
Non so più chi sono...>>
Roberto conosceva bene quella sensazione:
<<Prima o poi tutti attraversano un momento di crisi della propria identità. A me è accaduto prima e quindi ho avuto il tempo di fare chiarezza.
Sai, nelle settimane scorse, a Casemurate, in mezzo alla natura, ho sentito che "il bambino della campagna" era ancora vivo dentro di me, e mi trasmetteva la forza, la sicurezza e la calma di cui avevo bisogno.
Per la prima volta dopo tanto tempo non ho sentito il peso della mia esistenza.
Pur avendo subito un danno irreparabile, sono sopravvissuto perché quel nucleo vitale sano: "il bambino della campagna", era rimasto integro.
Ora ho capito che la famosa frase del film "Il danno" ha un altro significato, diverso da quello a cui la ragazza accenna. La frase è giusta, ma l'interpretazione che ne do io è un'altra. Se ricordi, le parole erano più o meno: "Le persone che hanno subito un grave danno sono pericolose. Sanno che si può sopravvivere." Nel film il significato è che le persone danneggiate e sopravvissute non hanno troppi scrupoli di coscienza, con gli altri, perché sanno che anche loro riusciranno a sopravvivere. Ma per me c'è qualcosa di più e di meglio: le persone danneggiate hanno dovuto lottare da sole, perché la battaglia più dura è una battaglia interiore.
E dunque loro sanno di poter sopravvivere da soli, perché è stata la loro forza interiore a salvarli, senza bisogno di rocce a cui appoggiarsi.
Sono pericolose perché sanno di poter fare a meno non solo della persona che ha arrecato loro un danno, ma anche di tutti gli altri: sanno che possono farcela da soli, anche senza coloro che amano e che li amano.
E' una cosa terribile da dire, perché è il contrario di ciò che tu hai detto a me, ma io devo essere onesto con te, specie in questo momento>>
Aurora capì che era vero, che lui sarebbe andato avanti lo stesso, e forse sarebbe stato persino un sollievo liberarsi di lei, e questo le fece male:
<<Quindi rifiuti la vacanza perché mi vuoi lasciare? E' questo che stai dicendo?>>
Roberto non aveva ancora preso una decisione:
<<Non del tutto. Ho detto che potrei sopravvivere anche senza di te. E' solo un avvertimento per fare chiarezza. Le cose potrebbero tornare come prima, tra noi, anche se credo sia molto difficile. Potremmo ritrovare un modus vivendi, ma senza farci del male a vicenda, perché se mi mancherai ancora di rispetto o non capirai ciò che per me è importante, allora me ne andrò e non ci sarà un'altra occasione>>
Aurora si rese conto che il rischio era reale, e occorreva correre ai ripari:
<<Apprezzo la tua onestà, è un pregio raro. E ti chiedo scusa per essere stata così accusatoria, in questa discussione. In realtà io sono ancora innamorata di te come quando ci mettemmo insieme tre anni fa. Il motivo lo conosci. Gli altri ragazzi, gli altri maschi, sono così ordinari, così prevedibilmente noiosi e così deludenti. E' inutile negarlo, tu sei l'unico uomo che desidero avere vicino, l'unico che mi è indispensabile. Non abbandonarmi proprio adesso che sto cercando di disintossicarmi dalla droga>>
Quell'appello accorato fu decisivo. Quando lei parlava in questo modo, Roberto cedeva sempre e non riusciva a dirle di no:
<<E va bene, verrò con te a Portofino, ma la crociera fino a Saint-Tropez non potrei reggerla. Lo sai che quel tipo di cose mi annoiano a morte>>
Per il momento Aurora si accontentò:
<<Ok, sette giorni a Portofino e riguardo al dopo, be', ci penseremo dopo...>>
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