sabato 17 maggio 2014

I dolcificanti non fanno male: ecco le conclusioni delle ultime ricerche

    Dolcificanti: cinque falsi miti da sfatare

Arriva la tanto temuta stagione della prova costume. Iniziano le diete e lo zucchero viene bandito. Ma non per questo si deve per forza rinunciare al gusto del dolce. Gli edulcoranti a basso contenuto calorico sono infatti efficaci strumenti per tenere a bada il peso.
E se per alcuni è una scelta, per molti ricorrere ai dolcificanti è più di una necessità: per chi soffre di diabete, malattie metaboliche o cardiovascolari e per le persone in sovrappeso o obese,eliminare gli alimenti zuccherati diventa imperativo.
Tuttavia ci sono ancora troppe diffidenze sulle sostanze edulcoranti, spesso inculcate dalla disinformazione che viaggia sui media e su internet. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.

1) L’aspartame è cancerogeno?
Ogni anno ricorre la falsa notizia sull’aumento del rischio di sviluppare tumori per l’assunzione di aspartame. Già dal 1974 lo Scientific Committe on Food, l’organo europeo preposto alla garanzia sugli alimenti, esegue studi periodici su tutti i dolcificanti: aspartame, saccarina sucralosio, ciclamato di sodio e acesulfame di potassio sono risultati assolutamente innocui.
“Non c’è alcuna evidenza scientifica di relazioni tra insorgenza tumorale e consumo di edulcoranti ipocalorici” conferma il dottor Robero Berotlini, direttore scientifico per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. “Nel dicembre 2013 l’Efsa , l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha condotto nuove analisi escludendo ogni relazione tra cancro e aspartame. Che è stato confermato definitivamente non tossico nel febbraio 2014”.

2) I dolcificanti alterano l’appetito?
“Gli edulcoranti a zero calorie diminuiscono l’appetito per circa un’ora ma, ciò non ha alcun effetto sull’ammontare di cibo consumato nel pasto successivo” assicura Adam Drewnowski, direttore del Center for Obesity Research dell’Università di Washington. “E anche affermare il contrario, come spesso si legge, è incorretto: non c’è alcun pericolo che inducano un maggiore senso di fame, o che portino ad abbuffate frenetiche ed improvvise” conclude l’accademico americano.
  
 3) L’aspartame è lassativo?
Solo se si supera la Dose Giornaliera Ammissibile (Dga). L’assunzione media giornaliera per una persona normale è comunque dieci volte inferiore alla Dga definita dall’Efsa. Per fare un esempio, per raggiungere la DGA stabilita per l’aspartame (40 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno), una donna di 60 kg dovrebbe consumare 280 compresse di edulcorante o 20 lattine di bibite analcoliche dolcificate ipocaloriche ogni giorno.

 4) I dolcificanti possono provocare problemi neurologici?
Altro falso mito. Numerosi controlli clinici hanno dimostrato che è una bufala. Anche le associazioni dei famigliari di malati di Alzheimer, epilessia, Parkinson hanno più volte richiesto alle commissioni internazionali e ai comitati scientifici indipendenti che vigilano sulla genuinità degli alimenti di verificarne la veridicità: tutti  hanno concluso che non c’è alcun legame tra assunzione di edulcoranti e sviluppo di patologie neurodegenerative.

5) L’aspartame fa male ai bambini?
È composto fondamentalmente da acido aspartico e fenilalanina, due amminoacidi (le basi delle proteine) che si trovano anche nel latte materno e in molti alimenti naturali. Durante il processo digestivo viene scomposto in varie sostanze, tra cui il metanolo.
In passato sono state sollevate molte perplessità per una presunta eventuale tossicità per i più piccoli, poiché a sua volta si trasforma nell’organismo in acido formico. Tuttavia è stato dimostrato che molti tra i cibi normalmente consumati dai bambini sotto i dodici anni (tra cui carne di pollo, latte, salsa di pomodoro) producono quantità molto maggiori di acido formico.
Inoltre, più di duecento studi, tra cui quello del 2007 condotto all’Istituto Mario Negri di Milano (fondazione no profit) su dati raccolti in tredici anni su oltre undicimila soggetti, hanno dimostrato che l’aspartame non ha effetti collaterali se si rispetta la dose giornaliera ammissibile.

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