mercoledì 16 aprile 2014

Virginia D. Capitolo 27. All'ombra della fanciulla in fiore.


Col passare del tempo, incominciò a verificarsi, tra me e Virginia, una specie di trasferimento di energie vitali. Lei fioriva ogni giorno di più, mentre io, al contrario, avevo incominciato, anche se solo lievemente ed in maniera non chiaramente definibile, ad appassire.




Il primo banco di prova furono gli esami, lei ebbe tutti 30 e lode, io ebbi voti buoni, a volte anche ottimi, ma meno brillanti. 
Questa comunque era la cosa tutto sommato meno importante.
La mia energia diminuiva, mi sentivo stanco, pigro, svogliato, e non riuscivo a capire perché. 
Mi feci visitare dal mio medico di base che non riscontrò alcun problema fisico evidente e mi consigliò di fare dei controlli da degli specialisti per sicurezza.
Nemmeno gli specialisti riscontrarono problemi fisici, dicevano che sicuramente questa mia stanchezza era dovuta allo stress, ma io non avevo ragioni di stressato.
Avevo sempre meno voglia di fare esercizio fisico e spesso mi succedeva di appisolarmi  mentre cercavo di studiare.
Al contrario di me, Virginia era piena di energie, riusciva a fare mille cose ogni giorno. Era sempre dinamica ed in forma smagliate. La sua bellezza cresceva sempre di più.



Io mi sentivo come un'ombra, la sua ombra.
Lei era sempre gentile con me, ma il suo atteggiamento nei mie confronti sembrava a volte più quello di una madre verso il figlio.
Il mio stesso desiderio sessuale era lievemente diminuito, mentre quello di Virginia era sempre più spiccato e voleva che io la appagassi anche più volte al giorno, una corsa piacevole, certo, ma ogni volta, dopo aver fatto l'amore con lei, il mio quadro clinico peggiorava e nessuno sapeva darmi una diagnosi. Era un mistero.
Insomma, non mi mancava niente, i miei amici mi invidiavano, eppure una specie di malinconia incominciò a insinuarsi nella mia mente.
Virginia faceva tutto il possibile per aiutarmi, voleva che la accompagnassi dappertutto, nella speranza che, distraendomi e rilassandomi, il mio malessere passasse.





E invece no, non passava, anzi, con l'arrivare della primavera, la mia apatia e la mia malinconia crebbero a tal punto che il mio medico ipotizzò che potesse trattarsi di una forma di depressione minore, niente di grave, probabilmente uno scompenso chimico dovuto al cambio di stagione, che se ne sarebbe andato via da sé.
Più la primavera avanzava e più io sprofondavo, e pareva che le energie che mi abbandonavano si stessero trasferendo a Virginia, la cui salute e la cui bellezza aumentavano di giorno in giorno e fiorivano letteralmente, anche nei suoi vestiti.







Non sapevo cosa fare, riuscivo a malapena ad andare alle lezioni e a studiare. Quando poi passarono anche le vacanze pasquali, la mia stanchezza, la mia svogliatezza e la mia malinconia si trasformarono in una vera e propria depressione. A quel punto mi fu ordinata una visita psichiatrica.
Virginia era sinceramente preoccupata per me e mi accudiva come la più amorevole e splendida delle infermiere, dicendomi che lei mi avrebbe amato sempre, che sarebbe stata sempre con me, in qualsiasi caso. Insistette su questo punto, ricordandomi che nessuno, in alcun modo, avrebbe mai potuto separarci.



Starring

Emmi Rossum - Virginia D.

P.s. Il titolo del capitolo allude volutamente al secondo volume della "Recherche" di Proust, "All'ombra delle fanciulle in fiore".

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