lunedì 29 luglio 2013

Mistero ad Hollow Beach. Capitolo 3.




La caratteristica di Hollow Beach, comune alle altre cittadine costiere della contea delle Hamptons, a Long Island, è quella di dispiegarsi lungo un'unica strada, la Dune Road, compresa tra la spiaggia a est e le lagune interne ad ovest.



Ognuna di quelle strade confluisce poi nella Highway che percorre Long Island in tutta la sua lunghezza, fino a New York City.

Come si è detto, la strada principale di Hollow Beach è la Antler Street, un lungo viale alberato dove non passa mai nessuno, se non i proprietari delle ville che si affacciano sul mare o sulla laguna.





La India's House, che si trovava tra la strada e il mare era certamente la costruzione più bella di tutta la Antler Street e forse dell'intera Hollow Beach.
Le spiagge erano ampie e libere, con sabbia bianca e mare azzurro.



Tutta questa bellezza però non era particolarmente apprezzata da Barbie Fitzherbert, per il fatto che non ci fosse quasi nessuno a poter ammirare la sua splendida forma ed i suoi costumi succinti.



Be', non proprio nessuno.
Robert Oakwood Junior accompagnava la sua giovane ed attraente inquilina nel giro turistico della zona.
Barbie era decisa a scoprire i segreti di quello strano personaggio, che pareva saperla molto più lunga di quanto dava ad intendere.
Se non fa nemmeno un apprezzamento al mio costume, allora è veramente senza speranza.
L'apprezzamento invece era arrivato, seppure in una forma che non risultava del tutto soddisfacente nel togliere i dubbi riguardo alla misteriosa capacità di Robbie di resistere al fascino di lei.
<<La scelta del bikini bianco è perfetta, fa "pendant" col bianco della spiaggia, così come i tuoi occhi con l'azzurro del mare>>
Pareva più il commento di uno stilista gay che l'apprezzamento di un giovane etero colpito dall'irresistibile bellezza di Barbie Fitzherbert.
Eppure non mi dà l'idea del gay. E' troppo trasandato. No, è un altro il suo segreto. Ma cosa?
Mentre lei si domandava queste cose, Robert pareva molto preso nel ruolo di guida turistica:
<<Qui l'ambiente è incontaminato. Vuoi mettere queste spiagge libere e questo mare limpido rispetto al sovraffollamento di Long Beach?>>
Barbie non era d'accordo:
<<Qui è una noia mortale! Ma cosa ci faccio due mesi qui? I miei mi hanno messo un tetto persino sulla ricarica dell'iPhone! E oltre tutto internet va lentissimo! Mi sento tagliata fuori dalla civiltà, che poi è quello che voleva mio padre>>
Robert inarcò le sopracciglie:
<<Forse il tuo portatile non è abbastanza potente. Io ho un computer fisso che funziona benissimo. Se proprio sei in crisi d'astinenza puoi usare il mio>>
Lei gli rivolse uno sguardo che pareva quello di un naufrago all'apparire di una nave in lontanza:
<<Grazie! Mi stai salvando la vita! Perché la noia può veramente uccidere!>>
Lui annuì gravemente, come perduto in pensieri profondissimi:
<<Il taedium vitae...>>
Barbie sgranò gli occhi:
<<Cosa?>>
<<E' un'espressione latina, vuol dire, la noia della vita, è un concetto poetico e filosofico>>
Lei gli rivolse uno sguardo stupefatto, come se avesse davanti un extraterrestre, un marziano.



<<Latino? Poesia? Filosofia? Allora è questo il tuo problema!>>
Robert sostenne lo sguardo con severità:
<<Quale problema?>>
Lei cercò di usare parole non offensive, ma fallì:
<<Hai studiato troppo... e tra l'altro anche cose che non danno lavoro... con me puoi parlare liberamente, non devi vergognarti>>
Lui si fermò di colpo:
<<Io non mi vergogno affatto! E' il mondo che dovrebbe vergognarsi per non dare alcuna importanza alla cultura!>>
Barbie capì di aver fatto arrabbiare l'unica persona che avrebbe potuto alleviare la sua noia, per cui decise di battere subito in ritirata:
<<Scusa, non volevo offenderti. E' che mi era parso che tu non volessi parlare né dei tuoi studi, né del tuo lavoro e volevo capire il motivo... mi dispiace, mi perdoni?>>
E gli scoccò il famoso sguardo da cerbiatta.


Lui si rasserenò:
<<Non è niente, lo so che non volevi offendermi. Non parlo di me soltanto perché trovo che l'argomento sia privo di interesse. Ma capisco che qui, in mancanza d'altro, persino i miei studi potrebbero incuriosire. Ma non c'è niente di particolare, sono laureato in letteratura e in filosofia e lavoro ogni tanto come supplente. Come vedi, nessun mistero!>>
Improvvisamente lei sentì un senso di pena nei confronti del giovane.
Un insegnante, c'era da aspettarselo. Mi deve avere già inquadrato come una studentessa stupida.
La cosa era irritante, ma c'era un altroaspetto che invece glielo rendeva più simpatico.
In fondo anche lui è un mantenuto. Dipende dai genitori come me. Forse è di questo che si vergogna.
Era una diagnosi possibile, ma forse troppo affrettata.
In ogni caso, lui cambiò subito discorso:
<<Ecco, laggiù vedi la pineta. Qualcuno troppo ottimista ci ha piantato anche delle palme, che però si seccano regolarmente ogni inverno. I pini invece resistono, sono robusti. E soprattutto proteggono le case dalle mareggiate>>
Lei gli fu grata per aver cambiato discorso:
<<Devo dire che sto gradualmente rivalutando questo posto. Perché non passeggiamo sulla riva? Voglio sentire com'è l'acqua>>
<<E' fredda, ma dopo un po' ci si abitua>>
Quando Barbie appoggiò i piedi sul bagnasciuga ebbe un brivido.
Fresca, ma elettrizzante. In fondo questo posto è una specie di "centro benessere". Non che io ne abbia bisogno...
I complimenti al costume e agli occhi non le bastavano.
Ho il girovita più tonico e sottile dell'universo, il corpo più sexy di tutta Long Island e lui se ne sta lì a fissare l'orizzonte. Ma chi crede di essere? Adesso gli faccio vedere io...
Si mise in ginocchio nell'acqua, in una posa provocante.


<<Ehi, attenta, rischi di prenderti una congestione!>>
Aveva pronunciato la frase in modo vagamente ironico, il che fece irritare Barbie ulteriormente.
<<Rob, sei peggio di Dorothy! Non è che per caso sei una guardia del corpo mandata da mio padre?>>
Lui rise, per la prima volta da quando lo conosceva. Una risata potente, insospettabile in un tipo così serio.
<<Ah ah! Magari! Avrei sicuramente un ottimo stipendio!>>
Parlava, ma non la guardava.
Forse non ci prova con me perché è sicuro di non avere speranza. Sì, è così senz'altro. Però non sopporto il modo in cui mi ignora. 
Decise di provocarlo:
<<Ma tu non ti senti solo? Insomma, io non so come fai a rimanere tutta l'estate qua, tutti gli anni. Non hai degli amici? Una ragazza?>>
Lui sorrise:
<<I libri sono i miei amici, e la natura è la mia ragazza>>
Barbie si sedette sui talloni, lasciando che l'acqua le bagnasse il costume.
<<Ah sì? Allora spiegami una cosa: come si fa a fare sesso con la "natura"?>>
Robert rise di nuovo:
<<Con un po' di fantasia si riesce a fare tutto. Ora però è il mio turno a fare domande>>
Lei si illuse che Rob gli stesse per chiedere se aveva un ragazzo.
Dovrò rispondergli che sono indecisa tra una decina di candidati?
Ma la domanda gelò le sue aspettative:
<<Ma che dieta segui per essere così magra?>>
Lei fu sul punto di mandarlo a farsi fottere, ma capì che con i tipi come lui l'ironia era l'arma migliore:
<<Niente di particolare, evito di passare le giornate sdraiata sul divano a leggere libri di filosofia>>
Robert sorrise:
<<Non ne dubito>>
E con quelle tre parole l'aveva di nuovo gelata.
Barbie si alzò, rabbrividendo.
Si sentì improvvisamente stupida e le venne voglia di piangere, ma si trattenne.
Scoprirò il tuo punto debole e ti toglierò quel sorrisino saccente dalla faccia!
Lui continuava a guardare l'orizzonte, ma pareva consapevole di aver detto una cattiveria.
Alla fine la guardò con un'espressione dolce:
<<Sei bellissima. Te l'avranno già detto un milione di volte, ma volevo dirtelo anch'io>>
Era un'offerta di pace e Barbie si affrettò ad accettarla.
<<Grazie>>
Rimasero in silenzio per un po', imbarazzati entrambi.
Alla fine lui disse:
<<Forse è meglio che torniamo a casa>>
Lei annuì. Aveva freddo. Aveva voglia di essere abbracciata, ma non l'avrebbe mai ammesso. Nemmeno a se stessa.



Cast 

Valeria Lukyanova (Real Doll) - Barbie Fitzherbert

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