Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
mercoledì 28 maggio 2014
martedì 27 maggio 2014
Chi erano i due stregoni blu della Terra di Mezzo? L'ipotesi Tom Bombadil.
Nell'universo fantasy creato da J.R.R. Tolkien, gli Stregoni Blu (anche detti Ithryn Luin) sono due misteriosi personaggi che vissero nella Terra di Mezzo. Sono solo nominati nel Signore degli Anelli, dove Saruman dice che esistono cinque Stregoni (o Istari). Comunque in altri scritti di Tolkien troviamo altre informazioni. In uno scritto della raccolta Racconti incompiuti Tolkien scrive che i due Stregoni Blu furono mandati all'Est. I loro nomi nella terra di Valinor erano Alatar e Pallando, ed erano Maiar al servizio del Vala Oromë. Altre teorie si trovano in altri scritti.
Nei Racconti Incompiuti si dice che furono mandati nel profondo Est da Orome, che conosceva bene quelle contrade, molto probabilmente con lo scopo di convincere le popolazioni locali a non asservirsi al potere di Sauron: a questo punto vengono ventilate tre ipotesi, la prima secondo cui questi Istari rimasero nell'estremo Oriente della Terra di Mezzo perseguendo i loro scopi; la seconda è che perirono nella loro missione; l'ultima è che furono irretiti da Sauron e diventarono suoi servitori in qualità di stregoni malvagi.
Nella lettera numero 211 del libro La realtà in trasparenza, lo stesso Tolkien rivela di non sapere che fine potessero aver fatto Alatar e Pallando; l'ipotesi che gli sembra più probabile è che fallirono, come aveva fallito Saruman, ma in un modo diverso, poiché potrebbero aver fondato culti segreti e aver trasmesso tradizioni magiche, dimenticandosi dei propri obblighi.
(nell'immagine qui sotto, gli Istari da giovani: riconosciamo il giovane Gandalf, il giovane Saruman e il giovane Radagast)
Comunque, tutto questo cambia in un testo scritto negli ultimi anni di vita di Tolkien. Vengono forniti due nuovi nomi: Morinehtar e Rómestámo (o Rome(n)star), tradotti in inglese come Darkness-slayer ed East-helper (Assassino dell'Oscurità e Aiuto dell'Est). Non è chiaro se questi nomi dovessero rimpiazzare Alatar e Pallando, o se fossero altri nomi (per esempio quelli usati nella Terra di Mezzo). Sempre in questo testo si dice che arrivarono non durante la Terza Era, ma durante laSeconda, intorno all'anno 1600, proprio il periodo in cui fu forgiato l'Unico Anello. La loro missione è all'Est e al Sud, nei rispettivi e sterminati territori di Rhûn e Harad, per indebolire le forze di Sauron. E qui si dice invece che la loro missione fu tutt'altro che un fallimento; in effetti ebbero un ruolo abbastanza significativo nelle vittorie riportate nell'Ovest alla fine della Seconda e della Terza Era, poiché avrebbero seminato discordia tra i vari popoli orientali e meridionali, tra cui i molti regni degli Esterling, dei Carrieri, dei Balchoth e degliHaradrim, impedendo loro di unirsi in massa contro Gondor.
Una terza ipotesi, minoritaria, riguarda il personaggio di Tom Bombadil, la cui natura non è mai stata pienamente chiarita.
Tom Bombadil - chiamato dagli Elfi Iarwain Ben-adar (il Più Anziano e Senza Padre), dai Nani Forn e dagli Uomini Orald - è un personaggio di Arda, l'universo immaginario creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien. Egli nasce inizialmente nella raccolta di poemi Le avventure di Tom Bombadil, e viene poi inserito nel primo libro de Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello.
Tom Bombadil è il «Signore» della Vecchia Foresta, che Meriadoc Brandibuck, Peregrino Tuc, Frodo Baggins e Samvise Gamgee attraversano durante il loro cammino, e a cui offre ospitalità e protezione per due notti. Vive in compagnia di Baccador, la Figlia del Fiume.
Spirito allegro e bizzarro, non è alto ma ha occhi azzurri e luminosi, viso rosso e rugosissimo e barba lunga e castana. Si diverte a parlare continuamente in rima o a cantare e ballare. È vestito con una giacca blu cielo, stivali gialli ed un consunto cappello dalla piuma blu.
Nonostante l'aspetto goffo, è padrone assoluto della sua foresta, dove il Male non può toccarlo. È in grado di vedere Frodo anche se porta l'Anello al dito ed è l'unico a poterlo toccare senza subirne l'influenza malvagia (altri personaggi, che pure hanno resistito alla malvagità dell'Anello, ne hanno comunque subito l'influenza e hanno dovuto combatterla). Inoltre quando se lo infilò al mignolo stranamente non divenne invisibile. Per questo motivo, durante il Consiglio di Elrond, viene discussa la possibilità di affidarglielo, affinché lo tenga al sicuro nella sua foresta per sempre. Bombadil però non avrebbe mai custodito l'Anello volentieri, ma, anche se avesse accettato, probabilmente dopo poco tempo se ne sarebbe dimenticato e forse l'avrebbe anche buttato via. Gandalf dice infatti che, fra tutte le creature della Terra di Mezzo, Tom è uno dei custodi più pericolosi per l'Unico Anello proprio perché simili cose non hanno presa nella sua vita.
Tom Bombadil è un personaggio molto antico. Nel capitolo Nella casa di Tom Bombadil alla domanda di Frodo che gli chiede
« Messere, chi sei? » |
lui risponde, dando una enigmatica spiegazione riguardo alla sua esistenza:
« Il più anziano, ecco chi sono. Ricordate, amici, quel che vi dico: Tom era qui prima del fiume e degli alberi; Tom ricorda la prima goccia di pioggia e la prima ghianda. Egli tracciò i sentieri prima della Gente Alta, e vide arrivata la Gente Piccola. Era qui prima dei Re e delle tombe e degli Spettri dei Tumuli. Quando gli Elfi emigrarono a ovest, Tom era già qui, prima che i mari si curvassero; conobbe l'oscurità sotto le stelle quand'era innocua e senza paura: prima che da Fuori giungesse l'Oscuro Signore » |
La natura del personaggio
Tolkien non ci ha lasciato quasi nulla in suo proposito. A tutt'oggi è ancora oggetto di discussione da parte dei critici e degli estimatori di Tolkien quale sia la vera natura di Tom Bombadil (ispirato ad un gioco del figlio Michael), in quanto, da quello che sappiamo di lui e secondo il canone della Terra di Mezzo, non sembra essere plausibilmente alcuna entità facente parte della mitologia tolkieniana. Tuttavia sono state fatte molte ipotesi.
La lettera di Tolkien[modifica | modifica sorgente]
Esiste una lettera, la n° 19 della raccolta La realtà in trasparenza scritta da Tolkien nel 1937, in cui l'autore spiega come Tom rappresenti «lo spirito della (dissolvente) campagna di Oxford e del Berkshire». Si tratta comunque di una spiegazione che va oltre la Terra di Mezzo e il suo universo, e che nasce direttamente dal pensiero dell'autore.
Ipotesi varie
Tom come Eru
Lo stesso Tolkien ha smentito che Bombadil possa essere un'incarnazione di Eru Ilúvatar su Arda, in riferimento alle parole di Baccador («lui è» o «Tom Bombadil è Signore»).
Tom come creatura unica
È stato detto che si tratti di una razza unica e più antica di tutte tra i Figli di Ilúvatar, o una creatura simile agli Ent, guardiani dei boschi svegliati da Yavanna, ma in forma umana.
Tom come Ainur
È l'ipotesi che appare più plausibile.
- Tom come Maia
L'ipotesi più diffusa è che Tom sia un Maia, come Sauron. Il dominio di Tom sulla Vecchia Foresta sarebbe qualcosa di simile alla Cintura di Melian per il Doriath. Il problema principale che incontra questa interpretazione è la straordinaria resistenza di Tom all'Unico Anello e ai suoi poteri, resistenza che pone il Signore della Vecchia Foresta di gran lunga al di sopra di altri Maiar come gli Istari, che sono invece pressoché incapaci di eliminare perfino la semplice attrazione nei confronti dell'oggetto magico. Potrebbe anche essere un membro stesso degli Istari, i quali sono ritenuti cinque, anche se nei Racconti incompiuti si fa cenno che ve ne potrebbero essere altri.
Gli Istari erano però Maia incarnati e come tali soggetti in forma diversa alle forze operanti nel mondo che li circonda e limitati nell'uso del proprio potere. In questo è possibile vedere la differenza tra un Maia che risiede e opera al di fuori di Aman (vedi Melian) e gli Istari, per spiegare con le parole di Gandalf, il perché l'Anello "non eserciti su di lui alcun potere". A questo proposito va detto che Gandalf stesso sembra comprenderne molto bene la mentalità, a suggerire un'affinità tra pari.
- Tom come Vala
C'è chi ha pensato di identificare Tom e Baccador come Aulë e Yavanna, oppure descriverlo come Oromë in incognito, il Vala che amava più di tutti la Terra di Mezzo e le foreste, in compagnia di Vána, figura molto simile a Baccador, oppure come Irmo Lorien (il Signore dei sogni, amico di Gandalf-Olorin, proprio come Tom, in riferimento ai sogni premonitori degli Hobbit nella casa di Bombadil), oppure come un Vala o un Ainu di pari livello atipico e sconosciuto, che prese forma fisica, in apparenza umana, unendosi alle foreste dell'Eriador, di cui rimane solo la Vecchia Foresta (mentre la sua sposa Baccador si unì al fiume Sinuosalice), proprio come Melian prese forma elfica divenendo la sposa di Thingol, Ulmo si fuse col Mare e le acque, Melkor (Morgoth), disperse il proprio potere su Arda e i suoi servitori e Sauron sull'Anello. Questa spiegazione chiarirebbe il perché della resistenza all'Unico e il fatto accennato e implicito nel Consiglio di Elrond, che Bombadil cadrebbe "Ultimo così come fu il Primo" se l'Oscuro Signore annientasse perfino la terra.
Conclusioni
È quindi impossibile dargli una collocazione vera, anche perché è stata intenzione di Tolkien lasciare attorno a Tom un alone di mistero: dalla lettera n° 144: «Dal punto di vista della storia, penso che sia meglio che alcune cose restino inspiegate (specialmente se una spiegazione in realtà esiste). Ed anche in un'età mitica dev'esserci qualche enigma, come c'è sempre. Tom Bombadil ne è un esempio (intenzionale)». Tom Bombadil potrebbe anche essere la rappresentazione dell'autore stesso (e del lettore) nel libro, un'entità superiore che però non interferisce nella narrazione. Pare che Gandalf lo conosca, però, molto bene. Tuttavia, egli non svela nulla agli Hobbit sulla natura di Tom
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