lunedì 22 aprile 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 25. Ellis Eclionner torna a Lathena dopo trent'anni.



Nel giorno del suo 67° compleanno, Ellis Eclionner, principessa del sangue imperiale, fece il suo trionfale ritorno a Lathena dopo oltre trent'anni di assenza.
La sua entrata nella Città Eterna avvenne su un trono d'oro massiccio, trasportato come una lettiga da una ventina di guardie del corpo, mentre il resto del corteo la seguiva a piedi.
Indossava la porpora imperiale e un enorme monile d'oro appartenuto all'impeatrice Cixi, sua bisnonna.
Al posto del diadema, però, aveva scelto di indossare un velo di velluto dello stesso color porpora degli abiti. Non aveva bisogno di una corona per ricordare agli abitanti di Lathena che lei era la Matriarca della Dinastia.
Sua cugina Irulan era infatti più giovane e apparteneva ad un ramo cadetto degli Eclionner. Sulla supremazia di Ellis non c'erano mai stati dubbi, persino nei lunghi anni della sua assenza dalla capitale dei Lathear.
Eccomi qua, di nuovo nelle fauci del Drago!
Osservò con attenzione la città e gli abitanti e dovette ammettere che in quei decenni c'erano stati numerosi progressi.
Il Sentiero Dorato di Marvin ha portato i suoi benefici anche qui. Stiamo progredendo, e questo è merito della pace.
Quando il suo corteo fu arrivato all'Agorà, la piazza centrale di Lathena, Ellis alzò una mano e il corteo si fermò. Scese dal trono, affiancata dalle dame di compagnia e fu accolta dalle ovazioni della folla.



A renderle omaggio c'era Leto Fujiwara, presidente del Senato Imperiale.
Ora il cerimoniale prevede che io sollevi le mani, in segno di benedizione.



Nel momento stesso in cui le mani di Ellis si alzarono, Leto Fujiwara si inginocchiò, seguito da tutta la folla presente.



Irulan Eclionner guardava quella scena dall'Acropoli, insieme al generale Tiekanik, prefetto del pretorio.
Erano entrambi allibiti.
<<Guardali,Tiek! La accolgono come se fosse una divinità. Nessuno di loro si ricorda che come Reggente fu disastrosa>>



<<La maggior parte di loro non era ancora nata quando Ellis lasciò la città>> rispose il prefetto.
Irulan annuì:
<<Il che serve solo a ricordarmi quanto sono vecchia>>
Poi si riscosse:
<<Manda l'Eunuco e i miei nipoti a riceverla ai Propilei dell'Acropoli. Io la attenderò nella Grande Piramide, nella Sala del Trono. Ho in serbo una sorpresa per lei, tanto per farle capire chi comanda qui, ancora!>>
Il prefetto annuì:
<<Agli ordini, vostra Altezza imperiale!>>
E corse a chiamare Bial.
Nel frattempo Ellis aveva concluso il suo gesto di benedizione ed aveva cominciato a procedere a piedi, fino alla base dell'Acropoli.





Le modernizzazioni degli edifici apportate dalla Reggenza erano notevoli.
Irulan si è data molto da fare... del resto, l'oro gliel'abbiamo spedito noi in abbondanza. A lei è toccata soltanto la "fatica" di spenderlo.
Incominciò a salire la scalinata, senza mostrare alcuna fatica.



Vide che presso i Propilei la attendeva un uomo calvo e grasso, vestito di viola.



Le venne incontro e la salutò con il massimo onore:
<<Vostra Maestà Imperiale!>>
Ellis sgranò gli occhi.
Soltanto una persona non ha mai smesso di considerarmi un'imperatrice. Ma questa persona è così diversa dal leggiadro eunuco che era stato trent'anni fa.
Lo abbracciò, un gesto che aveva sempre riservato solo a lui.
<<Bial! Non hai idea di quanto mi sei mancato! Sono così felice di rivederti!>>
L'eunuco ricambiò l'abbraccio.
<<Mai felice quanto me, Maestà!>>
Era vero, non stava recitando.
Il suo corpo disfatto porta i segni della responsabilità di mediare continuamente tra le varie anime della Dinastia e tutte le altre fazioni di potere. 
Si erano sempre mantenuti in contatto con una corrispondenza fitta e dettagliata, ma rivedersi di persona era un'altra cosa.
Lui guarderà le mie rughe e i miei capelli tinti e si chiederà dov'è finita la donna nel fiore degli anni che abbandonò questa città per espiare i suoi peccati.
Avrebbe voluto rimanere sola con lui e sfogarsi per tutte le preoccupazioni che l'assillavano,  ma il protocollo imponeva i suoi obblighi.
Vide infatti avvicinarsi il Sommo Sacerdote del Clero di Lathena, Sua Santità Rudo Ulùme.



Anche con lui ci fu un abbraccio, sebbene più formale.
Alleati sì, ma amici mai.
Anche Ulume era invecchiato prendendo la "via grassa". Per Ellis esistevano infatti due modi di invecchiare: la via grassa, come nel caso di Bial o di Ulume, o la "via magra" di coloro che si rinsecchivano progressivamente, accartocciandosi come una foglia riarsa.
<<Ho percepito gravi interferenze sovrannaturali sulla Profezia e sul Sentiero Dorato>> le disse Ulume nell'orecchio <<appena potete, venite nel Tempio di Eclion. Vi attenderò nel confessionale>>
Ellis annuì e sospirò.
Ah, gli intrighi di Lathena, come mi sono mancati! Demoni e cospirazioni: questa città sarà sempre così. Il suo destino sarà sempre essere l'ombelico del mondo.
Del resto i motivi che avevano spinto Ellis a ritornare erano anche di tipo religioso, anche se il termine non rendeva bene la complessità del discorso.
Sovrumano e sovrannaturale erano gli unici termini adeguati.
Finalmente vide alcuni Eclionner che le venivano incontro.
Per prima si fece avanti Helena Eclionner Vorkidian, con i paramenti sacerdotali, ma senza alcuni distintivo, come prevedeva la sua condizione di "bene gesserit di rango segreto". Si inginocchiò e baciò la mano ad Ellis, senza separarsi dal coltello kryss degli iniziati agli Arcani Supremi.

<<Com'è la situazione qui, Helena?>> chiese Ellis sottovoce, mentre la abbracciava.
<<La situazione è grave, ma non è seria>> fu la risposta di Helena.
Ellis sorrise.
Ha ragione. Non è seria. La serietà si è perduta da molto tempo, nella Città Eterna.
Vide poi avvicinarsi Faykan Eclionner, suo nipote, figlio del suo defunto primogrenito Elner.
Il giovane si inchinò e baciò la mano a colei che lo aveva allevato come un figlio.
Faykan meriterebbe la reggenza, ma dovrà accontentarsi del ruolo di primo ministro. In fondo è qui principalmente per spiare Anakin. Metterli uno contro l'altro è stato fin troppo facile, ma alla lunga potrebbe creare problemi. L'ambizione si moltiplica, in questo luogo. Devo metterlo in guardia.
Quando si abbracciarono gli disse:
<<Non farti ingannare dal clima di Lathena, nipote mio. Questa città cambia le persone, e non in meglio. Crea manie di grandezza, e nel contempo finisce per rammollire anche i migliori. Per questo io l'abbandonai volentieri tanti anni fa e avrei preferito non doverci mai tornare>>
Il motivo del suo ritorno, ufficialmente, era quello di presiedere al passaggio delle consegne tra la reggente Irulan e il suo successore. Ma i motivi segreti erano innumerevoli.
Mentre entravano nella Grande Piramide, finalmente anche Anakin venne incontro alla sua illustre consanguinea.
Ah, il figlio di Marigold e di mio padre! L'arma più preziosa della Dinastia, e la più pericolosa.
Anakin Eclionner avanzava con l'aria minacciosa e tracotante di chi si sentiva già il padrone di casa.

Non si inchinò e non baciò nemmeno la mano ad Ellis.
Si sente già superiore a me. Glielo lascerò credere, per il momento.
Si scambiarono freddamente un bacio sulla guancia.
<<Non essere così imbronciato, Anakin! Non ho nessuna intenzione di rubarti la scena. Questa sceneggiata è necessaria per convincere Irulan a non creare problemi. Dopo il passaggio delle consegne, tornerò a Gothian, non temere. Questa città mi evoca troppi brutti ricordi>>
Ed era vero.
I muri di questa piramide sono testimoni di tutti i miei fallimenti. 
Sentì improvvisamente una morsa al cuore, al solo pensiero che il suo figlio primogenito, Elner, era stato ucciso proprio nella Sala del Trono in cui stava per entrare.
Quel Trono è maledetto. Solo un folle, un idiota o un ignorante può desiderare un Trono così malfamato.
Non era solo per umiltà che i sovrintendenti reggenti non si erano mai seduti a quel trono, preferendo il seggio nero di basalto, ai suoi piedi. Era stato Denethor Eclionner a dare inizio a quella tradizione.



Denethor era stato reggente per buona parte del lunghissimo regno di suo padre Echtelion Eclionner, che nell'ultima parte della vita era troppo debole e malato per comparire il pubblico.
Su quel seggio nero io ho governato l'Impero per vent'anni, ed ora sto per andare incontro a colei che vi siede da tre decenni. 
Si fece forza e proseguì.
Quando vide i cambiamenti apportati alla Sala del Trono rimase senza parole.



Questo sfarzo è un'offesa alla sobrietà dell'Imperatore-Profeta! Ed Irulan siede sul Trono del Leone Dorato! 
La provocazione era inaccettabile.
Per contrasto, le tornò in mente quando su quel trono c'era suo figlio Elner XI, e lei gli sedeva alla destra ed Irulan alla sinistra.
Ora sul Trono del celeste impero del sol levante Irulan appariva inarrivabile e senza tempo, come la mitica regina Nefertiti.



Camminare fino a quel Trono fu molto difficile.
Mentre Irulan appariva al massimo dello splendore, Ellis si sentiva improvvisamente stanca.
Questa sceneggiata danneggia l'unità della Dinastia. Ora sarà tutto più difficile.
Quando fu ai piedi delle gradinate che conducevano al Trono, si fermò senza inchinarsi e senza salutare.
<<Chi siede sul Trono del Leone Dorato, che spetta di diritto al nostro Imperatore-Profeta, il divino Marvin?>>
Irulan scelse un tono ironico:
<<Al divino Marvin non dispiacerà se oggi ho occupato il suo seggio per lasciare libero il tuo. Pensavo che avresti gradito accomodarti sul trono di basalto delle reggenti, come ai vecchi tempi, mia cara cugina!>>
Ellis scosse il capo e si voltò verso Bial:
<<Tu ne sapevi qualcosa?>>
L'Eunuco era più sbigottito di lei:
<<Irulan deve aver ideato questa pagliacciata all'ultimo momento, assieme al suo prefetto del pretorio, Tiekanik. Pagheranno entrambi per questo affronto!>>
Ellis si rivolse alla cugina:
<<Preferisco rimanere in piedi. Ti consiglio di tornare al seggio che compete al tuo ruolo, per evitare che questa tua stravagante forma di "cortesia" venga fraintesa dai fedeli sudditi dell'Imperatore-Profeta>>
Nessuno si mosse.
Il silenzio era totale.
Alla fine Irulan si alzò e con grande lentezza, tenendo alto il viso e gli occhi rivolti ad un imprecisato punto dello sfondo, scese i gradini del Trono e fronteggiò la cugina:
<<Come preferisci, mia cara Ellis. Ti vedo così stanca e invecchiata che quasi vorrei rimanere in piedi io>>
Ellis rimase impassibile:
<<Forse il mio corpo è stanco e invecchiato, ma la mia mente è lucida e limpida, al contrario della tua. Eri una persona prudente, e questo era senza dubbio il tuo pregio principale. Ora che hai perso anche questo, comprendo come mai l'Imperatore-Profeta, nella sua infinita saggezza, abbia deciso di revocarti la reggenza. Sono qui come Arbitro del Cambio. Goditi pure questi ultimi momenti di potere, perché i tempi della successione saranno molto rapidi>>
Detto questo si rivolse a Bial:
<<Primo Ministro, scorta me e il mio seguito negli alloggi che ci sono stati destinati. Qui non c'è altro da fare, né da dire>>
E con ciò, molto dignitosamente, voltò le spalle alla cugina e lasciò la Sala del Trono.



Cast 

Anouk Aimee - Ellis Eclionner

Susan Sarandon - Irulan Eclionner

Varys Master of Whispers - Bial l'Eunuco

Emmanuel Milingo - Rudo Ulume

Alia Atreides - Helena Eclionner

Hayden Christensen - Anakin Eclionner

Joely Richardson - Maria Antonietta di Asburgo-Lorena, regina di Francia








domenica 21 aprile 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 24. Eleanor Eclionner


Eleanor Eclionner era nata dal primo matrimonio di Alienor di Alfarian con l'imperatore Elner XI Eclionner.
Insignita alla nascita del titolo di principessa imperiale e di duchessa d'Aquitaine, era cresciuta a Gothian, per ordine dello zio Marvin, l'Imperatore-Profeta, insieme al fratello e ai cugini.
A farle da madre era stata la nonna paterna Ellis Eclionner. A venticinque anni aveva sposato il cugino Arthur Eclionner Vorkidian, reggente dei Keltar. Dalla loro unione si attendeva un erede di sangue latino, celtico ed elfico.
E invece, nei cinque anni trascorsi, Eleanor non era nemmeno rimasta incinta. Questo l'aveva fatta cadere in disgrazia presso la suocera Igraine Canmore, imperatrice consorte di Marvin Eclionner.
A contribuire ulteriormente alla sua caduta in disgrazia c'era il disappunto per le sue spese considerevoli per il vestiario e i ritratti, oltre che per il mantenimento di numerosi trovatori, tra i quali Jaufré Rudel, che secondo molti era stato il suo amante. 
A tutte queste accuse la bella Eleanor non aveva mai risposto.
Non hanno chiesto il mio parere quando hanno deciso chi dovevo sposare. Non lo hanno chiesto nemmeno quando hanno deciso che dovevo crescere lontana dai miei genitori. 
Essere una donna bella, giovane, nobile e ricca non le aveva donato ancora neanche un giorno di felicità.
La mia unica risposta è il ritratto dove cavalco la mia giumenta, col falco nel mio guanto e i miei levrieri che corrono nella foresta di Fontrevault. Questa è stata la mia felicità, che è durata un attimo e durerà per sempre negli occhi di chi guarderà quel quadro.
Eppure c'era un senso di aspettativa in Eleanor mentre si avvicinava alla città fatale di Elenna sul Dhain, la capitale del Regno degli Alfar, di cui fin da lontano si vedeva la torre centrale di Tar Valon.



Era difficile pensare che in quel luogo in apparenza così fiabesco, con la città elfica su un'isola incantata in mezzo al fiume, quasi a rinnovare il mito di Avalon, avesse avuto inizio una scia di guerre rovinose, mezzo secolo prima, nell'anno della Primavera di Sangue.
Proprio nel ponte che in quel momento Eleanor stava attraversando si era svolto il mitico duello tra il suo bisnonno Sephir Eclionner, principe della corona imperiale, e il terribile lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian e signore dei vampiri albini.



Ora staranno continuando il loro duello all'inferno!
Vent'anni dopo il Conte Fenrik aveva nuovamente invaso la città, ma era stato sconfitto dall'enorme esercito di Marvin Eclionner, che non aveva esitato ad arruolare persino i licantropi contro il suo nemico.



Marvin aveva sconfitto e ucciso lord Fenrik, e con una marcia trionfale aveva espugnato il castello di Gothian. E l'anno seguente, sempre ad Elenna sul Dhain, Marvin aveva sconfitto anche gli eredi del Conte di Gothian, ricacciandoli nella loro lontana terra di Thule.
Con quelle trionfali battaglie l'allora ventenne erede degli Eclionner e dei Vorkidian aveva ottenuto il potere assoluto sul Continente Centrale, imponendosi come Imperatore-Profeta.



Eppure quella città continuava a sfuggirgli.
Alienor di Alfarian aveva rivendicato ogni giorno di più la sua autonomia.
Non riesco a pensare a lei come a una madre. In trent'anni di vita, l'avrò vista sì e no tre volte. E non ci fu intesa tra noi.
Ora, dopo tanto tempo, tornava da quella donna algida ed evanescente, sperando in qualcosa di diverso.
Alienor ha bisogno di alleati a Gothian e a Caemlyn. E ha bisogno di una mediatrice tra lei e Lilieth Vorkidian, la sua amica di un tempo, ora divenuta avversaria. 
Con Lilieth poteva esserci qualche mediazione.



Con Igraine Canmore, invece, mediare era sempre stato, più che impossibile, inutile.



Mentre si avvicinavano alla Porta Settentrionale della città, videro che, al contrario delle previsioni, la regina Alienor si era degnata di accoglierle personalmente, sfoggiando il suo leggendario sorriso in stile Monna Lisa.



Non è invecchiata di un solo giorno! Sembra più giovane di me!
C'era comunque un'aura benevola che la circondava e bisognava renderle merito di aver ritardato, per aspettare loro, la sua partenza verso il castello di Reims, dove li attendeva la sua figlia prediletta, Marie France de Champagne. 



Eleanor aveva un ricordo vago della sorella, molto più giovane di lei, in quanto nata dal secondo matrimonio di Alienor con il principe Lorran Plum di Terramara.
Quando finalmente il corteo di Lilieth, Igraine ed Eleanor giunse al cospetto di Alienor di Alfarian, fu proprio Eleanor a farsi avanti, come convenuto, per rompere il ghiaccio.
Si inchinò davanti alla Regina degli Alfar e dei Drow, e le disse:
<<Madre, accogli l'omaggio della tua figlia primogenita>>.
Era sì un omaggio, ma anche una rivendicazione!
Alienor le porse l'anello di diamante, Nenya, da baciare.



<<Benvenuta figlia mia. Anche se il mio matrimonio con tuo padre fu annullato, la mia materna benevolenza non è mai venuta meno>>
Era un modo diplomatico per dire: "Sarai anche la primogenita, ma resti sempre una figlia illegittima".
Eleanor, impassibile, replicò:
<<Ho l'onore di scortare qui colei che ti fu amica quando tutti gli altri ti avevano voltato le spalle: la onorevole lady Lilieth Vorkidian, imperatrice madre>>
Quello era il momento più delicato.
Le due ex amiche non si vedevano da trent'anni, dopo l'aspra disputa seguita al primo matrimonio di Alienor, e ciascuna delle due riteneva di ricoprire un rango superiore.
Eppure non c'è malevolenza nei loro occhi... Cosa c'è allora? Rimpianto? Nostalgia della giovinezza? 
Alienor aprì le braccia e andò incontro a Lilieth, la quale ricambiò l'abbraccio.
Non era solo diplomazia. Era un reciproco perdono, sulla scia del ricordo di un tempo in cui  sembrava loro di essere state felici.



Cast

Eleonora d'Aquitania - Eleanor Eclionner

Alucard di Castlevania - Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian

Jon Snow - Marvin Eclionner

Francesca Annis (Jessica Atreides) - Lilieth Vorkidian

Claire Forlani - Igraine Canmore

Cate Blachett (Galadriel) - Alienor di Alfarian

Beatrice Borromeo - Marie France d'Alfarian, contessa di Champagne

sabato 20 aprile 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian.Capitolo 23. Irulan ed Anakin.



Irulan Eclionner, Principessa del Sangue imperiale e Reggente dell'Impero Lathear in nome e per conto del nipote Marvin, non aveva potuto differire ulteriormente l'incontro privato col pronipote Anakin, figlio di Sephir Eclionner e di Marigold di Gothian.



Come luogo d'incontro aveva scelto il giardino pensile che un tempo era appartenuto a sua cugina Ellis, che l'aveva preceduta nell'incarico di Reggente.
Ad aprile faceva già molto caldo nei piani alti della Piramide, per cui quelle zone erano accessibili solo di notte.



Irulan era sola, a parte qualche guardia mimetizzata nel paesaggio.
Sentì i passi del giovane Anakin.
Odo l'orma dei passi spietati. E magari questo fosse solo un ballo in maschera!
Non si voltò.
Aveva già visto altre volte il pronipote in pubblico, e non gli interessava la sua faccia.
Prima che lui potesse parlare, Irulan dichiarò:
<<Guarda la città com'è bella a quest'ora della notte! Non a lungo brilleranno le luci sull'Acropoli. Presto tutto sarà completamente buio, ma ricordati che non si guarda mai impunemente nell'oscurità>>



Anakin colse la velata minaccia della prozia:
<<Perché mi hai fatto venire qui, a quest'ora?>>
<<Per motivi di riservatezza. Ciò che ho da dirti è destinato soltanto all'orecchio di parenti carnali, e tu rientri in questa categoria>>
<<Ho l'impressione che mi consideri indegno di essere il prossimo reggente>>
Non era una domanda.
<<Hypotheses non fingo. Sarà la prova dei fatti a decidere. Io posso solo consigliarti>>
Anakin annuì:
<<Ti ascolto>>
Irulan provava un'istintiva antipatia per quel nipote, ma si era imposta di non usare un tono offensivo.
<<L'interesse primario di ognuno di noi Eclionner è naturalmente quello di fortificare e tenere unita la Dinastia. Se per la forza e l'unità della Dinastia mi viene richiesto di rinunciare al mio incarico, lo farò con lo stesso spirito di sacrificio con cui, trent'anni fa, l'ho accettato. Vorrei sottolineare l'espressione "spirito di sacrificio", perché non sono mai stata una donna di potere. Avrei preferito dedicare il mio tempo agli studi, ai quali tornerò presto molto volentieri. Ma rivendico un unico diritto e cioè aver voce in capitolo nella scelta del mio successore. Marvin ha indicato te come suo candidato alla successione, ma mi ha anche scritto che la Profezia non gli ha permesso di vedere chi regnerà a Lathena dopo di me. In base ai miei studi, la Profezia diventa oscura quando c'è un conflitto tra forze sovrumane. Ebbene, io credo di aver capito quali sono. Da un lato c'è Eclion, il demone che ha fondato la nostra Dinastia e dall'altra c'è Atar, il demone del fuoco, che ha trasferito le sue preferenze da tua madre Marigold a te, Anakin. Credo che tu me lo possa confermare>>



Gruppi di origine zoroastriana





Anakin annuì:
<<Non lo nego, anzi, ne sono fiero! Non dimenticare, Irulan, che il nostro Imperatore-Profeta si salvò dalla trasformazione in vampiro grazie al fatto che indossava l'Anello del Fuoco, Narya. Egli aveva finto di donarlo al druido Halfgan, ma lo indossava quando Daenerys di Gothian gli concesse il Dono. Da quel momento il ruolo di Atar ha assunto un ruolo benefico, che lo può trasformare in una entità positiva, vicina al lato luminoso. Ed ho una prova tangibile di tutto questo. Guarda: ora sono io a portare al dito Narya, l'Anello del Fuoco>>



Irulan rimase sconvolta da quelle rivelazioni.
<<Credevo che occorresse l'iniziazione agli Arcani Supremi per poter portare uno dei Tre Anelli>>
Anakin sorrise:
<<Sono un sacerdote di rango segreto, come mia sorella Valyria e mia moglie Helena. Marvin in persona ci ha iniziati>>
La Reggente si sentì offesa per non aver ricevuto di prima mano quelle informazioni:
<<Io non sono un'iniziata. Se vuoi parlare di religione, il Sommo Sacerdote Ulume sarà felice di riceverti. Per me esiste un solo anello che conta, Vilya, l'anello di zaffiro, quello che designa il capo della Dinastia. E sappiamo che è Marvin, l'Imperatore-Profeta, ad averlo al dito>>



<<Ne esistono altri due, Irulan, e lo sai meglio di me. Uno è quello di diamante, che appartiene ad Alienor di Alfarian, e si chiama Nenya>>



<<E il quarto è Hypnose, quello di ametista, che ti fu donato da Eiren, Signora della Pace e della Calma. Quello che tu tieni segreto da trent'anni e che ti ha reso potente e longeva. E' tempo che tu lo mostri al mondo>>
Irulan non si era mai illusa che Marvin non conoscesse il suo anello, che era stato forgiato in gran segreto dai migliori gioiellieri dell'Impero ed era stato consacrato dal Sommo Sacerdote Ulume in persona.
<<Sì, è tempo>> disse, e mise l'anello al dito.



<<Questo è Hypnose, l'anello della serenità. Dona pace interiore, e preserva la calma e la salute di chi lo porta. Avevo intenzione di donarlo a te. Ma tu hai già fatto la tua scelta. Tuo è l'anello del fuoco, che conduce all'opposto di ciò che io speravo di infonderti. Rimarrà dunque a me, ed io lo lascerò in eredità ai sacerdoti della serenissima Eiren>>
Anakin valutò il potere di quell'anello:
<<La calma senza l'energia non va da nessuna parte>>
Irulan sorrise:
<<Non mi sono mai mossa da qui, né lo desidero. I nostri anelli si annientano a vicenda, come il freddo col caldo. Se ti opporrai a me, moriremo entrambi, e la Dinastia sceglierà un altro Reggente>>
Anakin si adirò:
<<Mi stai forse minacciando?>>
La Reggente scosse il capo:
<<Sto semplicemente contrattando le modalità della successione al Trono del Sole>>
Il giovane protestò:
<<Non mi stai dando possibilità di scelta!>>
Irulan lo guardò con un misto di ironia e di tristezza:
<<E' difficile essere nati Eclionner. Credimi, io lo so>>



Cast

Julie Cox - principessa Irulan Eclionner

Hayden Christensen - Anakin Eclionner

Cate Blanchett - Alienor di Alfarian

L'anello di zaffiro è quello di fidanzamento di lady Diana Spencer, Principessa del Galles, successivamente ereditato dalla nuora Kate Middleton, duchessa di Cambridge.

L'anello di rubino è quello di Cirdan il Timoniere, uno dei tre re degli Elfi. L'anello fu poi donato a Gandalf.

L'anelllo di diamante è quello di Galadriel di Lothlorien, regina degli Elfi.

L'anello di ametista è simile a quello pastorale dei vescovi della Chiesa cattolica romana.

Le rappresentazioni del Sacro Fuoco Atar sono tratte dalla religione Zoroastriana mazdeista nella sua attuale realtà Parsi, presso Mumbai, in India.

giovedì 18 aprile 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 22. Marvin e Alice.




Per i suoi incontri con Alice de Bors, l'Imperatore-Profeta aveva ordinato la ristrutturazione della sala rosso-dorata, un tempo appartenuta a Marigold di Gothian.
Assiso sul trono dorato, con indosso abiti lussuosi, Marvin appariva decisamente più regale rispetto al solito-
Alice era seduta nel trono a fianco, come se fosse già una consorte, ed era anch'ella riccamente vestita con un abito che le era stato donato da Sua Maestà in persona.
La Stanza Rossa non è mai comparsa nella Profezia!
Il profumo di cera e d'incenso era gradevole, ma nello stesso tempo a Marvin pareva un presagio di morte.
<<Marigold sedeva qui, al mio posto quando... quando...>>
Alice capì e non si fece spaventare:
<<Meritava quella fine, come la meriterebbe anche la Divoratrice di Cuori!>>
Marvin rimase sorpreso dalla durezza con cui Alice gli chiedeva la testa di Daenerys.
<<Mi ha detto che dovrei mandarvi via>>
Alice lo fissò severamente:
<<La amate ancora?>>
Lui scosse il capo:
<<La odio, il che purtroppo è ancora una forma d'amore>>



<<E' un odio che lei ricambia, l'ho percepito molto chiaramente. E' una minaccia molto più concreta di quella che, secondo lei, costituirei io>>
Le parole di Alice erano innegabili.
Marvin si arrampicò sugli specchi di un'antica promessa:
<<Quando ricevetti il Dono da lei, le promisi che non l'avrei mai danneggiata. Mi ha donato l'immortalità: io sono in debito ed un Eclionner ripaga sempre i suoi debiti>>



Era una frase famosa, soprattutto per il suo doppio senso: gli unici debiti che gli Eclionner pagavano volentieri erano le vendette.
<<Lungi da me il mettere a repentaglio la parola di un Eclionner. Ma esiste ancora un giudice a Gothian! La Divoratrice di Cuori va processata! E' andata oltre la legge dei vampiri! Uccidere e mangiare il cuore degli uomini è qualcosa che disgusterebbe persino Elizabeth Bathory!>>



La Stanza Rossa evoca pensieri di sangue. Non avrei mai dovuto riaprirla.
Marvin sapeva che, se non fosse intervenuto per fermare i pensieri di Alice, si sarebbe macchiato di omissione di soccorso.
<<Vi proibisco di sporgere denuncia contro la Contessa di Gothian>>
La formulazione della frase era tale da lasciare ampi margini esecutivi ad Alice de Bors senza venir meno alla propria parola di Eclionner.
Lei colse la sfumatura:
<<Naturalmente, mio signore>> assicurò e cambiò subito argomento, almeno appartentemente: <<Ho saputo che vostra madre, vostra moglie e vostra nuora sono partite per far visita a mia cugina Alienor>>
<<Ti prego, chiamami per nome, e diamoci del tu, ormai la nostra amicizia ce lo può permettere>> poi aggiunse <<Si sono messe in testa che Alienor voglia distruggermi. E pensare che lei e mia madre erano grandi amiche. Poi Alienor accusò mia madre di aver combinato il suo matrimonio con Elner, il che è falso. Fu Marigold l'artefice di tutto, e lei ha già pagato. Io vorrei solo che le donne della mia famiglia e della mia corte smettessero di farsi la guerra, ma evidentemente chiedo troppo>>
C'era amarezza nelle sue parole ed Alice se ne accorse:
<<Sappiate che io non difendo Alienor. Ora che vi ho conosciuto, ho capito che avete sempre agito secondo giustizia. Forse è giusto che vostra madre lo ricordi ad Alienor>>



Se Alienor accettasse la necessità del Sentiero Dorato! Possibile che sia così scettica verso la Profezia?
Forse quello scetticismo derivava dal fatto che una parte della Profezia, la parte che riguardava lei, non si fosse compiuta.
<<Alienor era convinta di diventare mia moglie e di fare di Alfarian la capitale del mondo. Credo che non abbia mai smesso di credere che quella sarebbe stata la soluzione migliore, non tanto per lei, quanto per gli Alfar. Sperava che i discendenti degli Elfi potessero tornare ad essere una guida per gli uomini. C'è qualcosa di vagamente razzista in questa ambizione. Non dimentichiamo che gli Alfar sono nati dall'unione degli Elfi Luminosi con gli Uomini del Nord, i Norreni o Normanni, quelli "biondi" che qualcuno ha definito "razza ariana">>
Questa argomentazione metteva quasi sullo stesso piano gli Alfar e i vampiri Albini, ma Alice volle precisare un punto molto importante:
<<Alienor ha ottenuto il trono grazie ai Drow, gli Elfi Oscuri. E il loro capo, Morgil Thalion, è fedele a mio padre, perché sa che è il tuo rappresentante nel regno>>



Era chiaro che Alice aveva una conoscenza della politica molto approfondita, e sicuramente migliore di quella che Alienor aveva avuto quando era adolescente.
<<Tuo padre è sempre stato il mio rappresentante sia presso gli Alfar che presso i Drow. Credo che molti di coloro che si oppongono alla tua presenza qui temano che la famiglia De Bors possa diventare qualcosa di simile a ciò che erano i Fujiwara presso la dinastia imperiale del trono del sol levante>>



La nonna paterna di Marvin era una Fujiwara, la bellissima principessa Wensy, mentre la nonna materna era l'onorevole lady Ariellyn Vorkidian.
<<Fino ad ora sono stati i Canmore delle Highlands a fare le veci dei Fujiwara>>


La dinastia Canmore aveva detenuto il trono di Scozia prima ancora che i Pendragon fondassero il regno dei Keltar. Dall'albero genealogico si poteva notare come fossero imparentati con gli Stuart.
<<Malcom Canmore, il nipote di mia moglie, è già sul piede di guerra, ma lo inviterò ad abbassare i toni. In genere è sufficiente per evitare disordini. Ma dovrò vigilare attentamente, sia sulle Highlands che sul resto del regno>>
Alice era consapevole che i Canmore sarebbero stati dei nemici terribili se Marvin li avesse privati della loro autonomia.
<<Cosa ti ha detto Malcom Canmore?>>
Marvin sospirò:
<<Mi ha chiesto: "Perché state fancendo questo? Perché permettete ad Alice de Bors di diventare così influente?">>
<<E tu cos'hai risposto?>>
Marvin accennò a un sorriso:
<<Sentimenti>> rispose.
Feelings.
Poteva esserci spazio per i sentimenti nella politica?
La storia pareva dimostrare di sì, ma non sembra era una cosa buona.
<<E loro?>>
C'era un misto di esultanza nella domanda di Alice.
Marvin si chiese se per caso loro non avessero ragione.
In fondo, anche gli automi hanno ragione.
Guardò la fanciulla:
<<Hanno risposto che è troppo pericoloso affidarsi ai sentimenti>>
Lei assunse un'espressione da donna vissuta:
<<Troppo pericoloso! E' la classica risposta dei conservatori!>>
<<I conservatori a volte difendono qualcosa che merita di essere difeso. Se una cosa funziona, in fondo, perché dovremmo cambiarla?>>
Alice fu rapida a rispondere:
<<Prima del mio arrivo la Profezia ti aveva abbandonato. C'era qualcosa che non funzionava più. Forse era proprio la mancanza di sentimenti veri. Come dice il poeta: "Godi se il vento ch'entra nel pomario vi rimena l'ondata della vita...">>



Marvin continuò la citazione:
<<"Qui dove affonda un morto viluppo di memorie, orto non era, ma reliquiario">>
Il vento, la sintesi del pensiero progressista, ma Montale non era un progressista.
Io ho parlato di sentimenti, ma gli altri pensano solo alla politica, al gioco del trono, al potere!
Come avrebbe voluto regalare loro quei trent'anni di noia che il potere gli era costato! Trent'anni per salvare un'umanità che non voleva essere salvata, e forse non lo meritava nemmeno.
Troppe cose erano successe dal giorno in cui aveva intrapreso il Sentiero Dorato. E tutte quelle cose l'avevano condotto lì, nella Stanza Rossa del castello di Gothian, in compagnia di una giovane donna che non era sicuro di conoscere.
Mi trovo davvero qui? Sono davvero io? Cosa sono i pensieri che penso?



Gli sembrava di essere in un quadro di Matisse oppure in un racconto di Edgar Allan Poe.
La morte rossa...



Era strano come la Stanza Rossa potesse far pensare contemporaneamente all'amore e alla morte.
Quando un amore si realizza, una parte di noi muore, sacrificata sull'altare della persona che amiamo, la quale stila le sue liste di proscrizione.
In quel momento Alice de Bors stava indicando coloro che Marvin avrebbe dovuto penalizzare.
Ma io non intendo farmi dei nemici. Che si sbranino pure tra loro. Io non farò certo da paciere: è cosa nota che i pacieri si inimicano entrambe le parti e sono i primi a soccombere.
Certo era un paradosso che l'Imperatore-Profeta rinunciasse ad agire e facesse finta di non vedere.
<<Sei consapevole che se diventeremo una coppia, tutto l'universo ci invidierà a farà qualsiasi cosa per dividerci?>>
Alice annuì:
<<Non ci riusciranno>>
Allora si alzò, fece un cenno all'arpista e alle dame di compagnia, e invitò Alice a ballare.



Mentre ballavano, le chiese:
<<Non ti spaventa la mia immortalità?>>
<<Spaventarmi? E perché mai?>>
<<Tu vedrai davanti a te un uomo giovane, e non ti accorgerai che la sua anima è antica. Vedi, c'è un tempo in cui un uomo viene al mondo, e sa che per un po' deve essere vivo. Può avere della magia quel tempo, mentre lo si vive. Ciò che lo rende magico è il sapere che lo perderai e non lo rivedrai mai più. Poi pian piano vedi invecchiare tutte le persone accanto a te, ti trovi costretto a prendere congedo da loro. Nuovi volti entrano nella tua vita e sembrano avere la tua stessa età, ma non è vero. Niente è vero! Ti dicono che tutto dovrebbe ricominciare come prima, ma non è possibile e sai perché?>>
Alice annuì:
<<Non c'è più la magia>>
Marvin annuì.
<<A volte mi affaccio alle finestre di questo castello così lontano da tutto e mi sento estraneo. Mi pare di morire di estraneità. La nostalgia mi commuove, e le lacrime sono come luce che cade sui tramonti della mia terra. Ma questa non è la mia terra. La verità è che la mia terra, così come io l'ho conosciuta quando ero realmente giovane, non esiste più>>
In quei momenti la sua personalità faticava a controllare le memorie dei suoi antenati, che reclamavano udienza, e le premonizioni del futuro, che gettavano lunghe ombre sul suo presente.
Alice lo strinse a sé:
<<Ci penserò io ad ancorarti al presente>>
Lui si lasciò trasportare dall'entusiasmo di lei e la passione divampò nella Stanza Rossa.
Nel momento in cui l'amplesso raggiunse il suo culmine, la Profezia si risvegliò di nuovo nella mente di Marvin.
In preda ad un'estasi mai conosciuta prima, l'Imperatore-Profeta fu consapevole di aver concepito un figlio che univa in sé il sangue dei Lathear, dei Keltar e degli Alfar. Un discendente delle tre famiglie reali, gli Eclionner, i Vorkidian e gli Alfarian, destinato a grandi imprese.




Cast

Jonathan Rhys-Meyers - Marvin Eclionner

Tamzin Merchant - Alice de Bors

Emilia Clarke - Daenerys di Gothian

Jaime Lannister - se stesso

Erszebet Bathory - Elizabeth Bathory

Cate Blachett - Alienor di Alfarian

Fujiwara-Kamatari - Leto Fuscivarian