giovedì 8 febbraio 2018

Storia dell'Impero Tedesco dell'età guglielmina (Secondo Reich)

Risultati immagini per repubblica di weimar cartina



Impero Tedesco - Stemma

Il termine Impero tedesco o Impero germanico[1] (1871 - 1918), chiamato anche Secondo Reich (Zweites Reich)[2], si riferisce comunemente alla Germania nel periodo che va dal conseguimento di una piena unità nazionale il 18 gennaio 1871 fino all'abdicazione del Kaiser Guglielmo II il 9 novembre 1918, mentre più rara è la forma Reich tedesco.
Il nome ufficiale dello Stato era Deutsches Reich, e rimase tale sino alla fine della seconda guerra mondiale anche se, dopo che la Germania nazista incorporò l'Austria[3], lo Stato prese il nome di Großdeutsches Reich[4], ossia "Grande Reich tedesco".[5]
I tedeschi, quando si riferiscono al Reich di questo periodo monarchico, usano tipicamente il termine Kaiserreich (ossia impero); infatti la sola parola Reich non designa alcuna forma monarchica, ma solo uno Stato di una certa importanza. A volte si usa anche l'espressione Secondo Reich, contando il Sacro Romano Impero come il Primo Reich e la Germania nazista come Terzo Reich. La capitale era Berlino, la valuta il Goldmark, l'inno imperiale Heil dir im Siegerkranz e l'inno nazionale non ufficiale Die Wacht am Rhein. La bandiera era un tricolore composto di tre bande orizzontali di eguali dimensioni, di colore nero, bianco e rosso. La famiglia imperiale regnante fu quella prussiana degli Hohenzollern.
In italiano, fra il 1871 e il 1918, lo Stato era indicato anche con la locuzione di Impero germanico.
Sotto l'apparenza dell'idealismo che lascia strada al realismo, il nazionalismo tedesco si spostò rapidamente dal suo carattere liberale e democratico del 1848 alla Realpolitik autoritaria del cancelliere prussiano Otto von Bismarck. Bismarck voleva l'unificazione per raggiungere il suo scopo di uno Stato tedesco conservatore e dominato dalla Prussia. Egli riuscì nel suo intento attraverso tre successi militari:
  1. In primo luogo si alleò con l'Impero austriaco allo scopo di sconfiggere la Danimarca in una breve guerra combattuta durante il 1864, acquisendo in questo modo lo Schleswig-Holstein.
  2. Nel 1866, in concerto con l'Italia, attaccò e sconfisse l'Austria nella guerra austro-prussiana, che culminò nella battaglia di Königgrätz (meglio conosciuta come battaglia di Sadowa), il che, nello stesso anno, gli permise di escludere l'antico rivale austriaco quando formò la Confederazione della Germania del Nord, il diretto precursore dell'Impero del 1871, con gli Stati che avevano appoggiato la Prussia nella Guerra Austro-Prussiana.
  3. Infine sconfisse la Francia nella Guerra franco-prussiana (1870-71); la Confederazione venne trasformata in Impero con l'incoronazione del re prussiano Guglielmo I come imperatore tedesco, al palazzo di Versailles, per somma umiliazione dei francesi.

Bismarck stesso preparò a grandi linee la Costituzione della Germania del Nord del 1866, che sarebbe poi diventata, con qualche aggiustamento, la Costituzione dell'Impero Tedesco del 1871. La Germania divenne quindi una monarchia costituzionale: disponeva infatti di un Reichstag, un parlamento con poteri formalmente limitati, ma de facto con pieni poteri legislativi, eletto direttamente con suffragio maschile. Comunque, la legislazione richiedeva anche il consenso del Bundesrat, il consiglio federale dei deputati degli Stati, nel quale la Prussia godeva, essendo il più grande e popoloso fra gli stati tedeschi, di grande influenza grazie al maggior numero di delegati. Il potere esecutivo era investito dall'Imperatore, il Kaiser, che nominava il cancelliere imperiale; ciò avveniva formalmente solo per volontà dell'Imperatore, ma poiché il cancelliere non godeva di nessun potere di legiferare, a differenza dei suoi colleghi stranieri, egli era fortemente dipendente dalla Dieta. Mentre gli Stati minori mantenevano i loro governi, le forze armate erano controllate del Governo federale. Anche se autoritario per molti aspetti, l'Impero permise lo sviluppo dei partiti politici.
L'unificazione della Germania significò anche l'assorbimento dell'intero Regno di Prussia in essa. La Prussia rimase la componente più rilevante nell'Impero, tanto che il Kaiser di Germania era anche Re di Prussia. Le tre nuove province: Prussia OrientalePrussia Occidentale e Provincia di Posen, che prima erano al di fuori della Confederazione germanica vennero incorporate nel futuro Stato tedesco. Un'altra provincia, la Slesia, era stata parte del Sacro Romano Impero assieme alla Boemia fino allo scioglimento di quest'ultimo. Comunque, queste province avevano una nutrita popolazione polacca. L'annessione di queste quattro province pose la Germania in conflitto coi polacchi. Siccome la popolazione polacca cresceva più rapidamente e l'Ostflucht fece emigrare i tedeschi dall'est verso la Germania occidentale, le province orientali divennero gradualmente sempre più a maggioranza polacca.L'evoluzione dell'autoritario Impero Tedesco è in qualche modo in linea con gli sviluppi paralleli di Italia e Giappone. Similarmente a Bismarck, il Conte Camillo Benso di Cavour, in Italia, usò la guerra e la diplomazia per tentare di raggiungere i suoi obiettivi. Anche il Giappone avrebbe seguito il corso della modernizzazione conservatrice, dalla caduta dello Shogunato Tokugawa e della Restaurazione Meiji fino al 1918.
L'unico fattore dell'anatomia sociale di questi governi era il mantenimento di una sostanziale fetta di potere politico da parte dell'élite terriera, gli junkers, a causa dell'assenza di istanze rivoluzionarie da parte dei contadini, e delle aree urbane.

Istituzioni

L'Impero era una confederazione di 25 Stati sovrani e di un "Territorio dell'impero" (l'Alsazia-Lorena) sotto il governo del Re di Prussia che, essendo presidente della confederazione, aveva il titolo di Imperatore tedesco[6]. Il potere legislativo era esercitato dalla Dieta Imperiale (Reichstag) e dal Consiglio Federale (Bundesrat). La Dieta Imperiale era composta da 397 deputati, eletti a suffragio universale e diretto. Il secondo era composto di 58 plenipotenziari, nominati dai singoli sovrani in numero proporzionale all'importanza del proprio Stato federato; la Prussia, disponendo di diciassette voti in virtù della sua maggiore dimensione e popolazione, era arbitra in ogni questione. La Confederazione era retta dalla costituzione del 16 aprile del 1871 che poneva la politica esterafinanziariaeconomicadoganale, le grandi scelte di politica interna e l'esercito nelle mani del governo centrale.
Il governo era retto da un Cancelliere e da Segretari di Stato che non dipendevano dalla maggioranza parlamentare, bensì unicamente dal Kaiser, che aveva il potere di nominarli e di sospenderli e poteva prorogare o sciogliere il Parlamento.
Il potere legislativo era diviso fra il Reichstag, eletto a suffragio universale ogni cinque anni e il Consiglio Federale, il Bundesrat.
Il Reichstag discuteva le leggi, ma queste non diventavano esecutive se non erano approvate dal Bundesrat.

Partiti politici

I partiti rispecchiavano le differenziazioni tra i gruppi e le classi sociali. La destra era costituita dal Partito Conservatore Tedesco e dal Partito Conservatore Moderato, cui aderivano i grandi proprietari terrieri e gli aristocratici. I ceti borghesi dell'industria e del commercio costituivano la base del Partito Nazionale Liberale.
Il partito del Centro Cattolico (Zentrum), di carattere interclassista, stava fra questi partiti e i socialisti; alla sinistra si collocava il Partito Socialdemocratico, mentre ai partiti della sinistra liberale aderivano elementi di varia estrazione borghese. Una particolare importanza ebbe il costante rafforzamento del socialismo tedesco, il nemico che Bismarck non fu capace di spezzare.
Ferdinand Lassalle fondò nel 1863 l'associazione generale degli operai. Nel 1869 Wilhelm Liebknecht e August Bebel fondarono il Sozialdemokratische Arbeiterpartei, il Partito Operaio Socialdemocratico. La lotta comune dei due partiti portò alla loro unificazione nel 1875 e al congresso di Gotha. Il partito socialdemocratico passò attraverso l'ondata repressiva durata dal 1878 al 1890, rafforzandosi costantemente insieme al movimento sindacale.

Modernizzazione conservatrice

Le politiche interne di Bismarck giocarono un grande ruolo nel forgiare la cultura politica autoritaria del Secondo Reich. Meno preoccupato dalla politica delle potenze continentali che seguirono l'unificazione del 1871, il Governo semi-parlamentare tedesco portò avanti una rivoluzione politica ed economica dall'alto, relativamente tranquilla, che spinse la Germania lungo la via per diventare la principale potenza industriale dell'epoca.

Economia

Nel periodo compreso fra il 1871 e gli inizi del XX secolo la Germania rivelò un così possente dinamismo capitalistico tale da eclissare quello della Gran Bretagna e della Francia.
L'industria tedesca, dopo un periodo d'intenso sviluppo fra il 1871 ed il 1873, nel giro di pochi anni superò la crisi mondiale del 1873 iniziando una fase di espansione che andò intensificandosi sempre di più a partire dagli anni ottanta.
Anche l'agricoltura tedesca non decadde in conseguenza dell'industrializzazione, ma si modernizzò notevolmente. Lo sviluppo economico andò di pari passo con un forte incremento demografico.
I produttori tedeschi non si limitarono a sottrarre il mercato interno alle esportazioni britanniche, ma negli anni '70 del XIX secolo, iniziarono a far concorrenza alla Gran Bretagna sui mercati mondiali. L'industrializzazione progredì velocemente in Germania e negli Stati Uniti, permettendo a questi due paesi di prevalere sui "vecchi" capitalismi francese e britannico. L'industria tessile e metallurgica tedesca, ad esempio, aveva sorpassato i concorrenti britannici per organizzazione ed efficienza tecnica già all'inizio della Guerra Franco-Prussiana, ed espulso i prodotti britannici dal mercato tedesco. Entro la fine del secolo, le industrie metallurgiche e dell'ingegneria tedesche avrebbero lavorato molto per il mercato di scambi della Gran Bretagna.
Le basi per le crescenti tensioni fra la Germania da un lato e Gran Bretagna e Francia, quest'ultima desiderosa di riparare alla sconfitta del 1870, dall'altro, erano poste chiaramente.

Ideologia

Dopo aver ottenuto l'unificazione formale nel 1871, Bismarck dedicò molta della sua attenzione alla causa dell'unità nazionale e la conseguì attraverso l'ideologia del Prussianesimo. Il conservatorismo cattolico, concettualizzato dalla svolta del Vaticano di Papa Pio IX e del suo dogma dell'Infallibilità papale e il radicalismo della classe operaia, rappresentato dall'emergente Partito Socialdemocratico, furono sotto molti versi la reazione alle insicurezze di molti segmenti della società tedesca, che stava vivendo un rapido cambiamento da un'economia basata sull'agricoltura a un moderno capitalismo industriale. Mentre la pura e semplice repressione non riuscì a contenere socialisti e cattolici, l'approccio "del bastone e della carota" di Bismarck ammorbidì significativamente le opposizioni di entrambi i gruppi.
Si possono riassumere gli obiettivi di Bismarck sotto tre parole chiave: Kulturkampf, riforma sociale e unità nazionale.
Kulturkampf: a seguito dell'incorporazione degli stati cattolici del sud, il cattolicesimo, rappresentato dal partito cattolico di centro, sembrava la minaccia principale al nazionalismo militar-aristocratico prussiano. I cattolici del sud, provenienti da una più forte base agraria e suddivisi sotto le gerarchie di contadini, artigiani, clero e aristocrazia principesca dei piccoli stati, più spesso delle loro controparti protestanti del nord, ebbero dei problemi iniziali a competere con l'efficienza industriale e l'apertura ai commerci con l'estero degli Zollverein.

La distribuzione delle confessioni religiose nell'Impero tedesco:
i cattolici (tonalità di blu) e i riformati (tonalità rosa)
Dopo il 1878 la lotta contro il socialismo avrebbe unito Bismarck con il partito cattolico di centro, portando una fine al Kulturkampf, che aveva lasciato nei cattolici un'irrequietezza maggiore di quanta non ne fosse esistita prima, e rafforzò il cattolicesimo in Germania piuttosto che indebolirlo.
Riforma sociale: la creazione, da parte di Bismarck, di uno stato sociale particolarmente avanzato diede alla classe operaia un motivo per adottare il nazionalismo tedesco. Il sistema di previdenza sociale (sanità nel 1883, assicurazione sugli infortuni nel 1884, pensione di invalidità e di anzianità nel 1889) instaurato a quell'epoca era il più avanzato del mondo e, in parte, esiste ancora nella Germania odierna.
Unificazione: gli sforzi di Bismarck iniziarono anche a livellare le enormi differenze tra gli stati tedeschi, che avevano avuto per secoli uno sviluppo indipendente, specialmente grazie alla legislazione.

Unificazione del diritto

Le leggi e i sistemi giudiziari dei vari stati erano molto diversi e posero enormi complicazioni, specialmente per il commercio interno. A parte un codice commerciale comune, già introdotto dalla Confederazione nel 1861 (venne adattato per l'Impero e, con grandi modifiche, è ancora in vigore), c'erano poche similitudini tra le leggi.
Nel 1871, venne introdotto un Codice Penale comune (Reichsstrafgesetzbuch); nel 1877, vennero stabilite delle procedure processuali comuni tramite il Gerichtsverfassungsgesetz, il Zivilprozessordnung e il Strafprozessordnung(sistema giudiziario, procedure civili e procedure penali). Nel 1873 la costituzione venne emendata per permettere all'Impero di sostituire i numerosi e ampiamente diversi Codici Civili degli stati (Ad esempio, parti della Germania precedentemente occupate dalla Francia Napoleonica avevano adottato il Codice Civile francese, mentre in Prussia l'Allgemeines Preußisches Landrecht del 1794 era ancora in vigore). Nel 1881, s'istituì una prima commissione per produrre un Codice Civile comune a tutto l'Impero. Seguì un intenso lavoro, che avrebbe prodotto il Bürgerliches Gesetzbuch (BGB), probabilmente uno dei più impressionanti lavori legali del mondo. Il BGB entrò in vigore il 1º gennaio 1900. Queste codificazioni, anche se con molti emendamenti, sono in vigore ancora oggi.

Militarismo

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Deutsches Heer (1871-1919) e Kaiserliche Marine.

Bandiera di Guerra dell'Impero Tedesco in uso dal 1903 al 1918
Uno dei sotto-prodotti della modernizzazione conservatrice fu il militarismo. Per unire le classi più alte – sia l'aristocrazia militare sia gli industriali –, il militarismo si rivelò necessario per proseguire la modernizzazione senza cambiare le strutture socio-politiche. Ognuna delle élite della coalizione governante del Secondo Reich trovò dei vantaggi nell'espansione oltremare: i gruppi industriali volevano il supporto imperiale per assicurare gli investimenti oltremare contro la competizione e le tensioni politiche interne; i burocrati volevano più possibilità d'impiego, gli ufficiali volevano promozioni e la nobiltà terriera voleva titoli. In un quadro sociale caratterizzato dalla crescita del sindacalismo, del socialismo e di altri movimenti di protesta durante l'era della società di massa, i gruppi dirigenti del secondo impero furono in grado di utilizzare l'imperialismo nazionalista per cooptare il supporto della classe operaia.
Cavalcando i sentimenti dell'età Romantica di fine del XIX secolo, l'imperialismo inculcò nelle masse l'ammirazione per le virtù neo-aristocratiche e aiutò a instillare degli ampi sentimenti nazionalistici. Quindi, la Prussia – erede dello "Stato guarnigione" costruito da figure come Federico Guglielmo I e Federico il Grande nel XVIII secolo – riuscì a creare una macchina da guerra potente, non solo in grado di sfidare i rivali continentali come Austria e Francia, ma anche di rendere conosciuta la sua presidenza nell'arena della politica internazionale. E la Prussia, ovviamente, contrariamente alle potenze occidentali aveva avuto in passato poco potere al di fuori dell'Europa, essendo completamente priva di una storia coloniale.
Gli imperialisti tedeschi ad esempio, sostenevano che la posizione di potenza mondiale dava ai britannici dei vantaggi ingiusti sui mercati internazionali, limitando così la crescita economica tedesca e minacciando la sua sicurezza. Molti statisti e industriali europei volevano accelerare l'occupazione dell'Africa, garantendosi le colonie prima ancora che divenissero strettamente necessarie. Il loro ragionamento era che i mercati potevano ben presto divenire sovrabbondanti e la sopravvivenza economica di una nazione dipendeva dall'essere in grado di scaricare il surplus di produzione da altre parti. In risposta, gli imperialisti britannici come Joseph Chamberlain conclusero che l'imperialismo formale era necessario al Regno Unito a causa del relativo declino della sua quota di esportazioni mondiali e della crescita della competizione economica da parte di tedeschi, americani e francesi.

100 marchi del 1910 (fronte)

100 marchi del 1910 (retro)
Le tendenze economiche giocarono certamente un ruolo principale, spiegando perché gli statisti, da Jules Ferry a Francesco Crispi cercavano nuovi ruoli per le potenze emergenti da essi guidate, specialmente durante la Grande Depressione del 1873, ma gli spostamenti nell'equilibrio di potere europeo sono ciò che in ultima analisi facilitò l'espansionismo oltremare. Con l'ordine reazionario continentale, stabilito dal Congresso di Vienna, in frantumi, il fascino dell'imperialismo era un'opzione non solo per le tradizionali potenze di Francia e Regno Unito. I nuovi stati nazionali di Germania e Italia non erano più coinvolti in preoccupazioni continentali e dispute interne come prima della Guerra Franco-Prussiana.
Così, Bismarck, un tempo apertamente disinteressato all'avventurismo d'oltremare, venne portato a realizzare il valore delle colonie per assicurarsi (nelle sue parole), "nuovi mercati per l'industria tedesca, l'espansione dei commerci, e nuovi campi per l'attività, la civiltà e il capitale tedesco". Le potenze centrali assolutiste, guidate da una recentemente unificata e dinamicamente industrializzata Germania, con la sua marina in espansione, che raddoppiò le sue dimensioni tra la Guerra Franco-Prussiana e la Grande Guerra, furono minacce strategiche ai mercati e alla sicurezza delle più consolidate potenze alleate e della Russia. Gli sforzi coloniali tedeschi a partire dal 1884 portarono solo a un piccolo impero d'oltremare, comparato a quelli di Francia e Regno Unito. Le successive iniziative di politica estera (soprattutto la grossa battaglia di flotte, sotto le leggi navali del 1898 e 1900) spinsero il Regno Unito all'allineamento diplomatico (l'Entente) con l'alleanza Franco-Russa, ancora appena avviata, al tempo della caduta di Bismarck.

Il dopo-Bismarck

L'Impero fiorì sotto la guida di Bismarck, fino alla morte del primo Kaiser (marzo 1888). Nel cosiddetto Dreikaiserjahr (Anno dei Tre Imperatori), Federico III, suo figlio e successore, regnò solo per 99 giorni, lasciando la corona al giovane e impetuoso Guglielmo II, che costrinse Bismarck a lasciare l'incarico nel marzo 1890.
L'opposizione interna del Partito Socialdemocratico (SPD), crebbe fino a renderlo il maggiore partito socialista al mondo, prendendo un terzo dei voti nelle elezioni del gennaio 1912 per il Reichstag (il parlamento imperiale). Il governo cionondimeno rimase nelle mani di una coalizione conservatrice appoggiata dai liberali di destra e dal clero cattolico, e pesantemente dipendente dal favore del Kaiser.
Il traballante equilibrio europeo si ruppe quando l'Austria-Ungheria, alleata della Germania fin dal 1879, dichiarò guerra alla Serbia (luglio 1914), dopo l'assassinio, avvenuto a Sarajevo, dell'erede al trono austriaco. La Germania sostenne gli obiettivi del suo leale alleato in Serbia, e firmò un "assegno in bianco" perché li perseguisse con ogni mezzo ritenuto necessario. La Serbia era appoggiata dalla Russia, che era a sua volta alleata con la Francia. A seguito della decisione russa per la mobilitazione generale (ovvero, contro Austria-Ungheria e Germania), la Germania dichiarò guerra a Russia e Francia, in quello che fu definito un attacco preventivo.
Questo fu l'inizio della prima guerra mondiale. Nonostante i successi iniziali, la Germania e i suoi alleati soffrirono la sconfitta militare davanti a un nemico rafforzato nel 1917 dagli Stati Uniti. Il Kaiser Guglielmo II venne spinto in esilio (novembre 1918) da una rivoluzione guidata da elementi dell'SPD e da gruppi comunisti, che in seguito organizzarono il loro piano per ottenere il potere (gennaio 1919).
Nel giugno 1919, il Trattato di Versailles terminò formalmente la guerra. Venne firmato nella Sala degli specchi del Palazzo di Versailles, lo stesso luogo dove il Secondo Reich era stato proclamato quasi mezzo secolo prima. La Germania perse territori a favore di FranciaBelgio, della ripristinata nazione polacca, oltre a tutte le colonie, e fu condannata a pagare delle pesanti riparazioni di guerra per le sue presunte responsabilità nello scoppio del conflitto.

Analisi


Il grande stemma di Sua Maestà Imperiale e Reale il Kaiser tedesco (1871-1918)
Il governo di Bismarck - basato sulla cooptazione e coercizione reazionaria e sulla perpetuazione delle "virtù Junker" di militarismo, gerarchia e autocrazia – può essere meglio compreso considerando che la Germania era stata unificata da poco e, sotto certi aspetti, tenuta insieme da legami ancora assai tenui, che il potente vicino francese aveva per secoli perseguito la politica di mantenere gli stati tedeschi deboli e divisi e che il paese era stato più volte un campo di battaglia delle maggiori potenze europee, con le conseguenti devastazioni. Le prime memorie dei politici appartenenti alla generazione di Bismarck risalivano alle guerre napoleoniche e alle umiliazioni nazionali inflitte alla Prussia. Non solo l'interesse "di classe", ma pure la necessità di non mostrare debolezza all'estero rese indesiderabile per questi uomini l'adozione di maniere di governo più liberali.
Come risultato, in Germania, come in Giappone e in Italia, i successivi tentativi di estendere la democrazia avrebbero portato alla creazione di democrazie instabili (la Repubblica di Weimar, il Giappone degli anni venti e l'Italia tra la fine della Grande Guerra e la nomina di Benito Mussolini a capo del Governo nel 1922). Ognuna di queste democrazie costituzionali non riuscì a far fronte ai gravi problemi quotidiani e alla riluttanza o incapacità di avviare delle riforme strutturali fondamentali.
Nonostante gli avanzamenti in campo scientifico e industriale avvenuti sotto il Secondo Reich, la Germania mantenne quindi un aspetto dispotico, a causa delle sue inclinazioni militariste, avendo ottenuto l'unificazione "col sangue e col ferro". I valori del repressivo "Stato guarnigione" prussiano, che vedono le proprie radici nel sistema repressivo dell'agricoltura prussiana risalente ai tempi della sconfitta dei Cavalieri teutonici, sarebbero stati portati a un nuovo estremo dal Terzo Reich.
Il prussianesimo fece presa perché la prosperità soddisfaceva la base del ceto medio liberale. La sollecitudine dello Stato di assicurare il benessere materiale a tutti conquistò un ampio supporto, anche da parte della classe operaia. L'educazione tedesca emerse forte nei campi vocazionali, così come nella propaganda. Da parte dell'aristocrazia terriera arrivarono i concetti dell'inerente superiorità della classe governante e la sensibilità alle questioni dello status, tratti prominenti che si protrassero ben dentro al XX secolo. Nutrite da nuove fonti, queste concezioni sarebbero state in seguito volgarizzate e rese attraenti all'intera popolazione tedesca con le dottrine della superiorità razziale. Nonostante la notevole resistenza aristocratica, la burocrazia imperiale introdusse l'ideale della completa obbedienza alle istituzioni sopra le classi e l'individuo.
Alla base di queste correnti ci fu un secolo di evoluzione economica, politica e culturale, che iniziò con un'agricoltura dominata per secoli dai metodi repressivi piuttosto che dal mercato. I contadini tedeschi erano non solo sotto lo sguardo repressivo dei proprietari terrieri, ma ancorati a villaggi e strutture di lavoro che favorivano la solidarietà, diminuendo il loro potenziale rivoluzionario. Quindi, nel reame della propaganda, i Junkerstabilirono la, generalmente riuscita, lega agraria del 1894, stendendo il fondamento della dottrina nazista. La lega cercò il supporto dei contadini nelle aree non-Junker o nelle piccole fattorie, inculcando l'adorazione del Führer, l'idea dello Stato corporativo, il militarismo e l'antisemitismo. Avrebbe anche fatto la distinzione tra il capitale "predatorio" e quello "produttivo" usata poi dai nazisti, che era uno strumento usato per appellarsi ai sentimenti anti-capitalisti che aleggiavano tra i contadini.
D'altro canto l'Impero garantì la libertà di stampa, la proprietà privata e riuscì a costruire un avanzato sistema di sicurezza sociale basato sulle assicurazioni obbligatorie, il cui nucleo è sopravvissuto agli sconvolgimenti di due guerre mondiali e al nazismo e ancora sopravvive. L'Impero aveva un moderno sistema elettorale per il parlamento federale, il Reichstag, in cui ogni maschio adulto aveva diritto di voto. Questo consentì ai socialisti e ai cattolici centristi di giocare un ruolo importante nella politica nazionale, sebbene entrambi i gruppi politici fossero ufficialmente visti, più o meno, come "nemici dell'Impero".
Quello dell'Impero è stato anche un periodo di enorme sviluppo per la vita culturale tedesca. Questo è vero sia per la ricerca e le università, quanto per le arti e la letteraturaThomas Mann pubblicò I Buddenbrooknel 1901Theodor Mommsen vinse il Premio Nobel per la letteratura un anno prima, grazie alla sua monumentale Storia di Roma. Pittori come quelli raccolti nei gruppi Der Blaue Reiter e Die Brücke diedero un contributo significativo all'arte moderna. L'edificio turbine dell'AEG[7] a Berlino di Peter Behrens (1909) è una pietra miliare dell'architettura moderna ed un esempio del funzionalismo emergente.
La questione del Sonderweg ossia se la natura della società e della politica dell'Impero abbia reso inevitabile il Nazismo è tuttora dibattuta. Alcuni storici, come Fritz FischerHans-Ulrich Wehler e Wolfgang Mommsen hanno sostenuto che, durante il Secondo Reich, un'élite aristocratica, reazionaria e "pre-moderna" penetrò in profondità nella società tedesca e, quindi, la Repubblica di Weimar era condannata al fallimento fin dall'inizio. Per altri studiosi, come Gerhard Ritter, solo la Prima Guerra Mondiale e il periodo ad essa successivo aprirono le porte al Nazismo.
L'unificazione della Germania da parte di Bismarck ebbe anche un impatto significativo sull'Asia orientale. L'unificazione tedesca era considerata un modello per la riuscita modernizzazione del Giappone e per la meno riuscita modernizzazione della Cina agli inizi del XX secolo. Il codice civile tedesco divenne la base del sistema legale giapponese e della Repubblica Cinese e dopo il ritiro di quest'ultima a Taiwan rimane ancora la base del sistema legale lì vigente.

Stati dell'Impero

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Stati storici della Germania.

L'Impero germanico: in blu il Regno di Prussia suddiviso nelle relative province
Karte Deutsches Reich, Verwaltungsgliederung 1900-01-01.png

Colonialismo tedesco: in giallo il Venezuela (Klein-Venedig), dove si era svolto un tentativo di colonizzazione nel XVI secolo; in rosso alcuni stabilimenti coloniali tentati da vari Stati tedeschi (soprattutto il Brandeburgo) nel XVII secolo; in azzurro le colonie dell'Impero germanico alla vigilia della prima guerra mondiale

Cancellieri dell'Impero (Reichskanzler)

Note

  1. ^ in tedescoDeutsches Kaiserreich)
  2. ^ Come "Primo Reich" si intende il Sacro Romano Impero (962 d.C. - 1806), come Terzo Reich la Germania Nazista (1933-1945).
  3. ^ Nell'evento noto come Anschluss,
  4. ^ Prima informalmente, poi dal 1943 ufficialmente
  5. ^ Prima dell'unificazione della Germania nel corso del XIX secolo c'erano due correnti di pensiero, quella dei "grandi-tedeschi" e quella dei "piccoli-tedeschi", che discutevano se la Germania unificata dovesse o no comprendere l'Austria. Nel 1871 diventò realtà l'ipotesi dei "piccoli-tedeschi", mentre con l'annessione dell'Austria nel 1938 e di altri territori germanofoni prima e nel corso della guerra si realizzò un'entità statale della Grande Germania, da cui il nome ufficiale.
  6. ^ Art. 11 della costituzione recita: La Presidenza della Confederazione appartiene al Re di Prussia, che porta il titolo di Imperatore tedesco (Deutscher Kaiser) ed oltre a potere dichiarare guerra, fare la pace e nominare i rappresentanti all'estero, esercitava il potere esecutivo coadiuvato da un Cancelliere del Reich. [...]
  7. ^ Cfr. la foto

Bibliografia

Fonti primarie

  • Massimo L. Salvadori, Storia dell'età contemporanea. Torino, Loescher, 1990. ISBN 88-201-2434-3.
  • Pasquale Villani, L'età contemporanea. Bologna, Il Mulino, 1998. ISBN 88-15-06338-2.

Approfondimento

  • Alberto Caracciolo, Alle origini della storia contemporanea, 1700-1870. - Bologna, Il mulino, 1989. ISBN 88-15-02097-7.

Voci correlate

Storia del Regno di Prussia

Risultati immagini per prussia cartina

Regno di Prussia – Bandiera

Risultati immagini per brandenburg preussen map

La nascita del regno

Sin dal 1618 l'Elettorato di Brandeburgo ed il Ducato di Prussia erano governati in unione personale dalla famiglia degli Hohenzollern ("Brandeburgo-Prussia"). Con la Pace di Vestfalia (1648), l'elettore Federico Guglielmo Hohenzollern viene riconosciuto dall'imperatore come principe di Prussia (Princeps ex Prussia). Nel corso della Prima Guerra del Nord, il Trattato di Labiau ed il Trattato di Wehlau garantirono agli Hohenzollern la sovranità sul ducato prussiano (1656). Nel 1660 è sciolto ogni vincolo feudale che la Prussia aveva con i re polacchi, acquistando successivamente le terre poste sulla riva sinistra dell'Oder ed il pedaggio fluviale a Kolberg. Nel 1691 acquista la signoria di Tauroggen, exclave in Lituania, grazie al matrimonio tra il margravio Ludovico e la principessa Ludovica Carolina Radzwill. In cambio dell'alleanza contro la Francia nella Guerra di successione spagnola, all'elettore Federico III fu riconosciuto il titolo di "Re di Prussia" col nome di Federico I nel 1701. Giuridicamente, all'interno del Sacro Romano Impero non potevano esistere altri regni all'infuori di quello di Boemia che apparteneva all'Imperatore. Ad ogni modo Federico accettò che la Prussia fosse sottoposta al rapporto feudale con l'imperatore del Sacro Romano Impero pur mantenendone la piena sovranità de facto. Il titolo di "Re inPrussia" (Rex in Prussia) venne adottato per definire i monarchi prussiani in quanto la Prussia continuava appunto ad essere parte dell'Impero. Il titolo non venne mutato in quello di "Re di Prussia" (Rex Prussiae) che nel 1772.

1701-1740: i primi anni del regno

Il nuovo Regno di Prussia era fortemente impoverito ed i suoi territori non si erano ancora ripresi dalle devastazioni della Guerra dei Trent'anni: dalle terre dell'ex Ducato di Prussia sino alle coste del Mar Baltico, attraverso le terre degli Hohenzollern e di quelle elettorali del Margraviato di Brandeburgo, oltre alle exclavi di ClevesMark e Ravensberg nella Renania, si estendevano i possedimenti prussiani. Nel 1708 circa un terzo della popolazione del Ducato di Prussia fu vittima della peste bubbonica.[1] La peste raggiunse Prenzlau nell'agosto del 1710, ma si spense prima che potesse raggiungere la capitale Berlino a circa 80 chilometri di distanza.
La sconfitta della Svezia ad opera di RussiaSassoniaPoloniaDanimarcaHannover e Prussia nella Grande Guerra del Nord (1700–1721) segnò la fine dell'impero svedese sulle rive del Mar Baltico. Nel corso dell'Assedio di Stralsund e durante il Trattato di Stoccolma tra Prussia e Svezia, i prussiani ottennero anche la Pomerania svedese e Stettino. Già nel 1529 gli Hohenzollern del Brandeburgo si erano assicurati il possedimento eventuale della Pomerania attraverso il Trattato di Grimnitz dopo una serie di conflitti e l'acquisizione della parte orientale dopo la Pace di Vestfalia.
Durante questo periodo si svilupparono apertamente gli Junker, ovvero l'aristocrazia terriera che avrebbe poi costituito il corpo dirigente dell'esercito prussiano, incoraggiati dal re Federico Guglielmo I che fece del suo Stato una grande potenza militare. Il regno fu inoltre il primo Stato dell'età moderna ad adottare il servizio militare obbligatorio, dall'inizio del XVIII secolo.[2]

1740-1760: Le guerre di Slesia

Nel 1740 re Federico II il Grande ascese al trono paterno. Col pretesto di un trattato del 1537 col quale l'Imperatore Ferdinando I avrebbe garantito che parte della Slesia sarebbe passata al Margraviato di Brandeburgoall'estinzione della dinastia dei Piast, Federico invase la Slesia dando inizio alla Guerra di successione austriaca. Dopo aver rapidamente occupato la Slesia, Federico si offrì di proteggere l'allora arciduchessa Maria Teresa d'Austria nella sua guerra di successione al trono imperiale purché la Slesia fosse rimasta sotto il controllo dei prussiani. L'offerta venne rifiutata e l'Austria dovette quindi affrontare la Prussia ed altri stati coalizzati con lei sulla base del Trattato di Berlino stipulato nel 1742.
Nel 1744 Federico invase nuovamente la Slesia questa volta col pretesto di reclamare per sé la provincia di Boemia, ma il suo progetto fallì per l'intervento della Gran Bretagna e della Francia che portarono a una serie di trattati e compromessi che culminarono nel 1748 nel Trattato di Aquisgrana che restaurava la pace lasciando alla Prussia gran parte della Slesia.
Umiliata dalla cessione della Slesia, l'Austria lavorò per assicurarsi un'alleanza con Francia e Russia per combattere la Prussia mentre Federico II dal canto suo guardò con interesse alla Gran Bretagna. Quando Federico II tempestivamente invase la Sassonia e la Boemia nel corso di alcuni mesi del 1756, egli diede inizio alla Guerra dei Sette anni.
I continui combattimenti erano utili a Federico per ribadire anche la potenza e l'imponenza del suo esercito nonché la sua temuta abilità militare. Scontrandosi con Austria, Russia, Francia e Svezia contemporaneamente e con la sola alleanza dell'Hannover (territorio continentale britannico), Federico riuscì ad evitare un'invasione dei suoi nemici in Prussia nel 1760, consentendo però ai russi di occupare per breve tempo Berlino e Königsberg. La situazione sembrava disperata sino alla morte della zarina Elisabetta di Russia e l'ascesa del nipote Pietro III, grande estimatore della Prussia che evitò di proseguire il conflitto.
Forte della sconfitta dell'armata austriaca nella Battaglia di Burkersdorf e delle vittorie inglesi sulle colonie americane francesi, la Prussia si confermò in breve tempo come il più importante stato dell'area germanica e come una grande potenza per la progressiva espansione, divenendo il più temibile antagonista dell'Austria. L'abilità di Federico II fece del suo territorio frazionato anziché una debolezza una forza, permettendo al suo potente esercito di essere presente in quasi tutte le province settentrionali dell'impero. Infatti gli stati prussiani erano composti oltre che dal regno di Prussia propriamente detto, anche dalle terre e dipendenze dell'Elettorato del Brandeburgo, costituito da:

1772, 1793, e 1795: Ripartizione della confederazione polacco-lituana

Con l'indebolimento progressivo nel XVIII secolo della forza della Confederazione polacco-lituana con cui la Prussia confinava, si fece maggiore il rischio dell'invasione della Russia in quelle terre al fine di espandere l'influenza dello zar in Europa. Il re di Prussia fu pertanto uno dei promotori della divisione della Polonia tra Russia, Prussia e Austria nel 1772 inseguendo il tema del bilanciamento delle forze. Il Regno di Prussia riuscì ad annettere parte della Prussia Reale, inclusa la regione della Warmia e le terre annesse andarono difatti a fondare la Provincia della Prussia Occidentale (assieme al Ducato di Prussia).
Alla morte di Federico II nel 1786, suo nipote Federico Guglielmo II continuò la ripartizione ottenendo gran parte della Polonia occidentale nel 1793. Le parti conquistate vennero identificate in tre nuove province: Nuova SlesiaPrussia meridionale e Nuova Prussia Orientale.

1801-1815: Le guerre napoleoniche

La Pace di Basilea (1795) pose fine alle guerre della prima coalizione antifrancese. All'interno dei concordati la Repubblica Francese e la Prussia stipularono un concordato col quale quest'ultima si sarebbe impegnata per mantenere la neutralità del Sacro Romano Imperoed avrebbe frenato l'influenza inglese sulla Germania attraverso i domini continentali di Hannover e Brema-Verden.
Nel corso delle guerre della seconda coalizione antifrancese (1799–1802) Napoleone Bonaparte chiese alla Prussia di occupare i domini britannici in Germania. Nel 1801, 24.000 soldati prussiani invasero di sorpresa l'Hannover che si arrese senza combattimenti. Nell'aprile del 1801 le truppe prussiane invasero anche la città di Stade, capitale del principato di Brema-Verden e vi rimasero sino all'ottobre di quello stesso anno. Il Regno Unito dapprima ignorò l'ostilità della Prussia ma quando anche Danimarca e Russia si allearono alla Francia, l'Inghilterra iniziò a catturare i vascelli prussiani presso le proprie coste. Dopo la Battaglia di Copenaghen la coalizione cadde e la Prussia venne costretta a ritirare le proprie truppe.
Su istigazione di Napoleone, nel 1806 la Prussia riprese possesso dei territori di Hannover e Brema-Verden. Il 6 agosto 1806 il Sacro Romano Impero venne sciolto come risultato delle vittorie napoleoniche sull'Austria. Il titolo di Kurfürst (Principe-elettore) del Brandeburgo divenne ormai senza senso e venne abbandonato.
Quando la Prussia decise di porsi contro l'Impero Francese, venne sconfitta nella Battaglia di Jena (14 ottobre 1806) e re Federico Guglielmo III venne costretto temporaneamente a cercare esilio a Memel. Dopo il Trattato di Tilsit del 1807, la Prussia perse più di metà del proprio territorio tra cui molte delle terre polacche (incluse nel Ducato di Varsavia). La Francia riprese l'Hannover e Brema-Verden, oltre al fatto che la Prussia venne invasa dalle truppe francesi che costrinsero lo Stato prussiano al loro mantenimento e obbligarono il re a siglare un'alleanza con la Francia.
Dopo la sconfitta di Napoleone in Russia, la Prussia abbandonò l'alleanza e prese parte alla sesta coalizione antifrancese. Le truppe prussiane, guidate dal maresciallo Gebhard Leberecht von Blücher contribuirono in maniera decisiva alla vittoria della Battaglia di Waterloo del 1815 che sconfisse definitivamente Napoleone.

1815: dopo Napoleone


Espansione della Prussia 1807-1871
La ricompensa per la Prussia dei danni subiti durante il periodo napoleonico gli pervenne dal Congresso di Vienna, dove la Prussia ottenne la restituzione di tutti i suoi territori e del 40% del Regno di Sassonia oltre ad alcune terre dell'area del Reno. Queste nuove acquisizioni portarono il regno ad essere organizzato in 10 province. Gran parte del regno divenne parte della Confederazione Germanica, una confederazione composta da 39 stati sovrani che si proponeva di rimpiazzare l'antico Sacro Romano Impero.
Federico Guglielmo III apportò alla Prussia molte riforme amministrative tra le quali l'istituzione di ministeri che per quasi un secolo ressero le sorti del regno.
Come conseguenza delle rivoluzioni del 1848, i principati di Hohenzollern-Sigmaringen e Hohenzollern-Hechingen (governati dalla linea cattolica degli Hohenzollern) vennero annessi al Regno di Prussia nel 1850e poi uniti a formare la Provincia di Hohenzollern.

1848–1871: Le guerre germaniche e l'unificazione

Per cinquant'anni dopo il Congresso di Vienna vi furono conflitti tra la Confederazione Germanica e la volontà dei singoli stati di conservare la loro autonomia riformandosi. La creazione dell'Unione doganale tedesca (Zollverein) nel 1834 escluse l'Austria dai giochi di potere in Germania accrescendo l'influenza della Prussia sugli altri stati membri. Nel 1848 a Federico Guglielmo IV di Prussia venne offerta la corona imperiale della Germania Unita dal parlamento di Francoforte ma egli rifiutò l'offerta per la debolezza delle garanzie accordategli e perché questo avrebbe voluto dire rientrare palesemente in guerra con l'Austria.
Nel 1848 scontri guidati dalla Danimarca nei ducati di Schleswig e Holstein portarono alla Prima guerra dello Schleswig (1848–51) tra Danimarca e Confederazione Germanica ove la prima uscì sconfitta e venne costretta ad abbandonare entrambi i ducati.
Federico Guglielmo IV emanò la prima costituzione dello Stato nel 1850 di sua volontà, mostrando uno stile moderato ma allo stesso tempo conservatore, concendendo la formazione di due camere ma continuando a sostenere il "diritto divino" sulla reggenza delle terre prussiane.
Il fratello minore di Federico Guglielmo, Guglielmo I, venne chiamato a succedergli al trono nel 1861 dopo alcuni anni di reggenza per il fratello malato. Guglielmo si occupò subito di aumentare la forza dell'esercito, progetto osteggiato dal parlamento e mediato poi dal primo ministro Otto von Bismarck, il quale aveva compreso che era ormai inevitabile l'attuazione del processo di riunificazione della Germania e la guida sarebbe stata il Regno di Prussia.
Come ultimo colpo di coda, la Seconda guerra dello Schleswig (1864), portò a un'ulteriore sconfitta della Danimarca da parte della Prussia.

Risultati della guerra austro-prussiana (1866)

     Prussia
     Alleati prussiani: Italia e 14 stati tedeschi[3]
     Alleati austriaci: 11 stati tedeschi[4]
     Acquisizioni prussiane: HannoverSchleswig-HolsteinAssiaAssia-KasselNassau e Francoforte
Karte Deutsches Reich, Verwaltungsgliederung 1900-01-01.png
L'amministrazione dello Schleswig e dell'Holstein divennero l'obbiettivo della guerra austro-prussiana scoppiata nel 1866, durante la quale la Prussia si alleò col neonato Regno d'Italia e altri stati tedeschi contro l'Austria. La coalizione imperiale venne schiacciata e la Prussia riuscì ad annettersi alcuni stati tra i quali il Regno di Hannover, l'Assia-Kassel, il Ducato di Nassau e la città di Francoforte. Il Regno di Prussia inglobò anche i ducati di Schleswig e Holstein, ed anche il Sassonia-Lauenburg in unione personale con la Prussia. Guglielmo I era intenzionato anche a privare l'Austria di alcuni suoi territori ma Bismarck lo persuase a desistere progettando future alleanze.
Durante la guerra la Confederazione Germanica venne dissolta ed al suo posto venne creata la Confederazione Germanica del Nord comprendente 21 stati e guidata dalla Prussia nel 1867, costringendo all'alleanza con la Prussia la maggior parte degli stati tedeschi eccetto l'Austria.
L'atto finale fu rappresentato dalla guerra franco-prussiana del 1870 dove Napoleone III di Francia venne sconfitto ed il 18 gennaio 1871 (nel 170º anniversario dell'incoronazione del primo re di Prussia), venne proclamata la fondazione dell'Impero Tedesco sotto la guida del primo imperatore, Guglielmo I.