martedì 19 luglio 2016

Elvish style




Sotto, re Dior del Doriath apprende la notizia della morte dei genitori Beren e Luthien, ricevendo in eredità il Silmaril
Dior the Fair get the news of his parents death ... year 503 of the First Age.





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Libro de Kells:

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"Carthage" dress, embroidered tulle on satin, faux pearls and blue cabochons, Callot Soeurs, 1907, Palais Galliera, musée de la Mode de la Ville de Paris:

Evening gown, Callot Soeurs, ca. 1909–13 or 1907–10 (sources difffer). Silk satin, metallic tulle, and silk tulle. Photos: Jean Tholance. Les Arts Décoratifs and Europeana Fashion:

Georges Hobeika fall 2016 couture:
Luis Masriera art nouveau peacock brooch 1900:
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Book of Kells:



Blanka Matragi 2013 | Róbu od Blanky Matragi obdivovala i britská královna!:

Gypsy Moon's Enchanted Chronicles | This silvery gown, which features a mithral belt, is of Moon Elf construct and design:









photo: *** | photographer: Irene Mosina | WWW.PHOTODOM.COM:







lunedì 18 luglio 2016

Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 60. Jennifer diventa Somma Sacerdotessa di Atar



Dopo il suo ritorno nel castello di Estgoth, Jennifer Burke-Roche fece rapporto a lady Margaret.
L'anziana bisnonna ascoltò tutto in silenzio, poi, alla fine, commentò:
<<Ora che Waldemar e Vlad sono impegnati a farsi la guerra nei dintorni di Gothian, noi abbiamo finalmente la possibilità di riprendere il controllo della situazione.
Io però sono troppo vecchia per queste cose>>

<<Non dire questo. Alla nostra stirpe è stata concessa un'estrema longevità, e la Fiamma di Atar ci dona le forze per proteggerci dalla vecchiaia e dalla stanchezza>>

Margaret sorrise:
<<Guardami negli occhi e dimmi cosa vedi... anzi, no, te lo dico io: una vecchia interminabilmente sopravvissuta a se stessa, nell'attesa che arrivasse il giorno in cui finalmente passare il testimone.
Certo, resistente io sono grazie alla Fiamma, ma non così resistente.
E' l'andare delle cose, e anche della vita.
Io sono la Sovrintendente della Casa Burke-Roche: perciò ho camminato, e per questo adesso riposerò>>

Jennifer scosse il capo:
<<Io vedo in te ancora tanta forza. Guardo i tuoi occhi e penso a quante meraviglie quegli occhi hanno visto. Quanta esperienza, quanta saggezza...>>

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Margaret le accarezzò il volto:
<<Mia dolce Jenny, ho fatto ben poco per meritare questo tuo affetto, eppure tu sei l'unica, tra i miei discendenti, a non avermi mai abbandonata.
E' vero, questi occhi hanno visto molte cose, forse troppe, perché ci sono cose, nella vita, che è meglio non vedere.
Eppure non c'è stata scelta. Questo è il tempo che ci è dato.
Ma il mio tempo non andrà perduto.
I miei ricordi non scivoleranno via come lacrime nella pioggia.
Tu mi sei sempre stata vicina: è naturale quindi che io condivida con te le mie memorie.
I miei ricordi diventeranno tuoi.
E' arrivato il tuo momento
Ti cedo tutte le mie cariche: il ruolo di Grande Sacerdotessa di Atar, il priorato della Fiamma e il mio seggio nel Consiglio degli Iniziati>>

Jennifer non se l'aspettava:
<<Tutto questo mi coglie di sorpresa. Non credo di essere pronta>>

Lady Margaret fece un gesto vago con la mano:
<<Lo sei. Il tuo apprendistato è durato anche troppo a lungo. Sei stata la mia allieva più brillante. Ora i tuoi poteri stanno diventando maggiori dei miei. E' una ruota che gira. Ora è il tuo turno>>

Jennifer la fissò con espressione grave:
<<Vedi, io, a differenza delle mie sorelle, non ho mai desiderato il potere.
Sono stata al tuo servizio e al servizio del Signore Atar perché quello era il mio dovere, ma non ho mai nutrito ambizioni personali>>

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Margaret lo sapeva fin troppo bene:
<<Una ragione in più per conferirti il potere. Tu sai che si tratta di un grave peso, non di un dono. Questa consapevolezza ti consentirà di gestire con saggezza tutto ciò che dipenderà da te.
Non è questione di volere o non volere questo incarico: è sempre una questione di dovere.
Nel momento in cui condividerò con te le mie memorie, tu diventerai automaticamente la Grande Sacerdotessa di Atar.
Ora avvicinati, è arrivato il momento>>



Jennifer appoggiò la propria fronte a quella di lady Margaret.
Era il rituale più antico della Sorellanza di Atar, e nel contempo il più intimo.
Condividere le memorie significava mettere completamente a nudo la propria anima.
Tutti i ricordi dell'anziana bisnonna si trasferirono nella mente della pronipote.
Un'intera vita si innestava in un'altra.
Tutti gli eventi scorrevano come una serie di fotogrammi catturati da una cinepresa.
Momenti felici, pochi.
Momenti dolorosi, tantissimi.



Ma quella vita, ah, quella vita...
Era stata così ricca di eventi e di esperienze.
Quante cose lei aveva visto nelle fiamme del Sacro Fuoco... quante Visioni di arcani mondi, arcana felicità fingendo al viver suo...



Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.

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Quando infine tutto fu compiuto e le loro fronti si staccarono, Jennifer abbracciò l'anziana bisnonna con tutto l'affetto che deriva da un'intima e profonda condivisione.
Poi la guardò ancora una volta negli occhi:
<<I tuoi occhi, Margaret. Ah, se solo il mondo potesse vedere tutto quello che io ho appena visto con questi tuoi occhi!>>


Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 59. Waldemar e Greta interrogano un Vampiro Albino della Fratellanza Bianca






Era una notte gelida e nevosa, sui monti ai confini di Gothian, e la Guardia Pretoria di Lord Waldemar aveva trovato rifugio in una delle roccaforti che gli Alfar avevano costruito lungo il Vallo di Nordgoth.
Gli ultimi rinforzi arrivati dal Varco di Alfarian, avevano portato cattive notizie dalla Terra.
Riferivano di guerre, attentati terroristici, stragi, scontri, disastri, colpi di stato, repressioni e altre calamità.
Greta Van Garrett, dopo aver ascoltato, si rivolse a Lord Waldemar.
<<Tu l'avevi previsto, non è vero?>>
Waldemar annuì:
<<L'avevo previsto e avevo messo in guardia tutti. Li avevo messi in allerta. Ho fatto di tutto per comunicare al mondo ciò che dicevano le mie premonizioni, ma non mi hanno ascoltato. Non so se la colpa sia da attribuirsi all'ottusità dei governanti o alla malafede dell'Oligarchia che ci sta dietro>>
Greta socchiuse gli occhi, riflettendo:
<<I governanti sono ottusi e l'Oligarchia è in malafede, ma c'è qualcosa di peggio, e cioè che l'Oligarchia finanziaria e l'islamismo radicale sono due facce della stessa medaglia, e quella medaglia ha un nome ben preciso: Vampirismo>>
Waldemar era d'accordo:
<<Sulla Terra la battaglia è ormai persa. Ma qui possiamo ancora farcela>>

Proprio in quel momento il loro dialogo fu interrotto dall'ingresso del generale Leonenko:
<<Milord, abbiamo catturato un prigioniero e lo abbiamo portato qui, come voi avevate ordinato.
Si tratta di un Vampiro Albino indigeno, che doveva essere un Alfar, prima della trasformazione>>

Waldemar apparve compiaciuto:
<<Ottimo lavoro, generale!>>

Greta apparve subito preoccupata per i dettagli:
<<Avete preso tutte le precauzioni?>>

<<Sì, dottoressa Van Garrett. Il prigioniero è stato reso inoffensivo grazie all'utilizzo di proiettili in argento. Ha perso molto sangue. Non può muoversi, né mutare forma>>

Waldemar approvò:
<<Bene, allora portatelo qui. Io e la dottoressa Van Garrett ci occuperemo personalmente del suo interrogatorio>>

Il generale, che era un fedelissimo di Waldemar e lo avrebbe seguito anche nel più profondo degli inferi, obbedì immediatamente all'ordine.

Il Vampiro Albino fu portato davanti a loro in barella, ma nonostante la ferita e le catene d'argento che lo tenevano prigioniero, appariva comunque minaccioso.

Waldemar si rivolse a lui nella lingua degli Alfar:
<<Come ti chiami?>>

Vampire and dragon:

Lord Aerion Targaryen was the Lord of Dragonstone and husband of Valaena Velaryon. He was the son of Daemion Targaryen and the father of Aegon I Targaryen, Visenya Targaryen and Rhaenys Targaryen. He was probably the father of Orys Baratheon.:

Lui lo fissò, con i suoi occhi viola, che apparivano intensi e alieni in quel volto pallido, incorniciato da lunghi capelli color avorio:
<<Ha qualche importanza?>>

<<Se te lo chiedo, ce l'ha!>>

<<Akon di Alfheim>>

<<Perché hai tradito il tuo popolo scegliendo di diventare un Vampiro?>>

<<Perché il mio popolo non aveva nulla da offrirmi>>

<<E così ti sei venduto al miglior offerente?>>

<<Mi pare ovvio>>

Waldemar sorrise.
Se anche noi avessimo il loro cinismo, forse la Terra si potrebbe ancora salvare. E invece, proprio nel momento del pericolo, dell'invasione, ci facciamo prendere da scrupoli morali.
Loro ci chiedono i diritti in base alle nostre idee e ce li tolgono in base alle loro.
Cercò di concentrarsi nuovamente sull'interrogatorio, facendo appello ai suoi poteri telepatici:
<<E allora come mai sei tornato nel Regno degli Alfar? Esiste un Patto ben preciso riguardo ai confini di Gothian e ai dovere dei Vampiri di non varcare quel confine. Tu avevi fatto la tua scelta, andando a Gothian. Sapevi che non ti era concesso tornare indietro, eppure eccoti qui. Spero che tu abbia una spiegazione convincente per la gravità del tuo atto>>

<<Le singole migrazioni non costituiscono una violazione del Patto>>

<<Ma il fare proselitismo creando nuovi Vampiri tra gli Alfar è un delitto punito con la pena capitale. Abbiamo già pronto il palo di frassino e la scure. Ma se non sarai sincero nel rispondere alle mie domande, potremmo decidere di seppellirti vivo in una bara d'argento piena d'aglio, a soffrire per l'eternità. Tutto dipende dalla sincerità delle tue risposte, e credimi, io sono in grado di riconoscere chi mi sta mentendo, poiché tra i miei doni vi è la telepatia.
Per questo ora torno a chiederti; perché sei tornato nel Regno degli Alfar?>>

<<L'hai già capito da solo: devo fare proselitismo, creare nuovi Vampiri Albini e arruolarli nell'esercito dei Conti di Gothian>>

<<Quell'esercito non può varcare i confini della Contea di Gothian! A che serve dunque?>>

<<I nuovi Vampiri non andranno a Gothian. Creeranno delle colonie qui. Lo stanno già facendo. Siamo molti di più di quanto credi. E voi non riuscirete a fermarci!>>

<<Noi abbiamo le più potenti tecnologie di guerra e di rilevamento, che unite ai poteri degli Iniziati diventano un'arma micidiale contro qualsiasi nemico. Sulla Terra, purtroppo, ci sono molti scrupoli ad usare le armi contro gli invasori, ma qui non siamo sulla Terra. Qui vale la regola secondo cui l'invasore va annientato e puoi stare sicuro che noi vi annienteremo>>

<<La tua tecnologia vale ben poco contro i poteri dei Vampiri. Scoprirete presto il significato del termine "guerra asimmetrica">>

<<Ne conosco già il significato. La civiltà occidentale del mio pianeta sta soccombendo proprio a causa di questo. Ma mentre sulla Terra c'è un'Oligarchia incapace che ci sta portando alla rovina, qui ci sono io, e le cose si faranno secondo il metodo degli Iniziati. 
I confini sono sacri: chi li viola in modo illegale riceverà lo stesso trattamento riservato a te>>

<<Quando saremo una legione anche tra gli Alfar, voi Umani vi troverete schiacciati tra l'incudine e il martello. E allora per voi sarà la fine>>

Waldemar lo fissò con sdegno:
<<Per il momento l'unica cosa sicura è la tua fine. La tua sincerità ti ha permesso di ottenere una morte rapida. Ti affido dunque alle cure della dottoressa Van Garrett, che provvederà alla tua esecuzione definitiva, dopo aver prelevato alcuni tessuti che ci serviranno per ampliare le nostre conoscenze su di voi.
Mi sei stato di grande utilità, Akon di Alfheim>>


Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 58. Jessica si trasferisce ad Hollow Beach per tenere d'occhio la famiglia Burke-Roche





Jessica Crimson, nata Burke-Roche, arrivò a Hollow Beach, presso Westhampton, Long Island, alla guida della sua Porsche Boxter, il 20 luglio 2016.
Aveva preso in affitto una villetta vittoriana ad Antler Street, una strada dalla forma molto particolare e frastagliata, che ricordava il corno di un cervo.
Ci si arrivava curvando a destra, poco prima che la Dune Road diventasse l'unica strada tra il mare e le lagune interne. La villetta aveva nome India's House, pare in onore del nome della defunta madre del proprietario, un certo Francis Oakwood.
La caratteristica di Hollow Beach, comune alle altre cittadine costiere della contea delle Hamptons, a Long Island, è quella di dispiegarsi lungo un'unica strada, la Dune Road, compresa tra la spiaggia a est e le lagune interne ad ovest.







Come si è detto, la strada principale di Hollow Beach è la Antler Street, un lungo viale alberato dove non passa mai nessuno, se non i proprietari delle ville che si affacciano sul mare o sulla laguna.





La India's House, che si trovava tra la strada e il mare era certamente la costruzione più bella di tutta la Antler Street e forse dell'intera Hollow Beach.
Le spiagge erano ampie e libere, con sabbia bianca e mare azzurro.

La villa-castello della nobile famiglia Burke-Roche si trovava ad un miglio di distanza dalla proprietà degli Oakwood, che il vecchio Lord aveva venduto a Henry Oakwood Senior negli anni Settanta.
La villa dei Burke-Roche, in stile coloniale, costruita nell'Ottocento da un antenato di Lord Hector, dava sulla Antler Street, mentre sul di dietro il suo parco confinava con la laguna, chiamata Sleepy Pond, lo stagno dormiente.







Era un luogo magico, di straordinaria bellezza, su cui circolavano numerose storie e persino leggende.

Jessica aveva sentito dire da una anziana affittacamere, all'angolo tra Antler Street e Dune Road, che in quel lago vivesse una Fata, come ad Avalon o a Broceliande.

Ma non è il momento di perdersi nelle favole.
Io la mia fiaba l'ho già vissuta ad Estgoth, con Lord Waldemar, il padre di mia figlia.






Proseguì fino alla fine della Antler Street, in un luogo appartato, con graziose villette dai giardini ben curati. Arrivata alla India's House, Jessica suonò al campanello dove stava scritto ancora: "India Stoker Oakwood".
In realtà non tutta la villetta era stata affittata, ma solo i due appartamenti principali, uno per Jessica e uno per la propria domestica, miss Dorothy.
La mansarda e un bilocale al piano terra, sulla sinistra, erano rimasti al custode della villa.
Poco dopo lo squillo del citofono, un giovane di bell'aspetto, con in mano una gomma per innaffiare il prato si fece avanti, prese dalla tasca un telecomando e il cancello si aprì.
Jessica entrò con la macchina nel vialetto e chiese:
<<Scusi, dove posso parcheggiarla?>>
Il giovane indicò un posto all'ombra della siepe e dei pini.
La ragazza parcheggiò ed estrasse un telo di plastica grigia:
<<Dorothy, non dimenticare di mettere il telo sopra la macchina, quando hai finito di scaricare le valigie>>
La domestica, una robusta signora di mezza età, dall'aria molto severa, eseguì gli ordini con pronta sollecitudine.
Jessica si rivolse all'uomo che le aveva aperto:
<<Lei è il giardiniere?>>
Lui la guardò con aria torva:
<<Sono il custode>>
Lei inarcò le sopracciglia.
<<Ah, chissà perché mi aspettavo un anziano signore con una faccia da maggiordomo. Come hai fatto a farti assumere?>>
Lui le lanciò un'occhiata piena di sdegno:
<<Sono il figlio dei proprietari>>
Jessica si accorse di avere in qualche modo offeso il giovane e quindi decise di rimediare presentandosi:
<<Io sono Jessica Crimson, l'affittuaria>> 
Lui la squadrò da capo a piedi:
<<Henry Oakwood Junior, piacere di conoscerla>> e le strinse la mano vigorosamente, aggiungendo: <<Per qualsiasi problema, si rivolga me>>
A Jessica venne da ridere.
<<Scusi,  ma tutti i Junior che io conosco non si sognerebbero mai di fare da custodi della casa al mare dei genitori!>>
Lui la fissò con aria divertita:
<<Infatti nessuno mi chiama Junior>>
Lei rise di nuovo:
<<Ok, va bene se la chiamo Harry?>>
Lui scrollò le spalle:
<<Lo fanno tutti>>
Barbie annuì:
<<Bene! Quella è Dorothy, la mia domestica>>
Robert diede la mano all'anziana signora, che rispose con una stretta insolitamente robusta.
<<Vuole una mano, signora?>>
<<No, grazie!>>
Lui allora si rivolse di nuovo alla ragazza:
<<Senta, Jessica, dal contratto risulta che i due appartamenti sono affittati per te e per Dorothy, ma ci deve essere un errore: due appartamenti grandi per sole due persone? Non ci era mai capitato!>>
A quel punto intervenne Dorothy:
<<Harry, le posso garantire che nessun'altra persona metterà piede in questa casa. Io conduco una vita molto riservata>>
Lui sorrise::
<<Ma io non ho nulla in contrario al fatto che possiate ricevere ospiti. Chiedevo così, solo per curiosità>>
Jessica cercò di recitare al meglio la commedia che si era imparata per mantenere l'incognito:
<<Dorothy è una specie di cane da guardia. Mia sorella le ha fatto promettere che non ci saranno festini o cose del genere. Sa, io sono... diciamo... in punizione. Ho combinato qualche piccolo incidente e mi hanno mandata qui per una... come dire... una pausa di riflessione>>
Lui la osservò da capo a piedi con aria ironica:
<<Capisco. Beh, qui avrà tutto il tempo per riflettere. Mio padre ha definito questo posto: "Un paradiso di noia e tranquillità">>
Barbie notò l'ironia e si predispose a rispondere a tono:
<<Ah sì? E lei che cosa hai fatto, Harry, per finire in punizione in questo "paradiso di noia"?>>
Robert si mise a ridere:
<<E' una lunga storia. Meglio che io torni ai miei lavori, e lei si goda la vacanza. Prima stavo solo scherzando. Questo è un posto bellissimo. Il giardino di casa è tenuto con cura e come vede, là c'è la piscina. Il mare si raggiunge a piedi in cinque minuti e là i divertimenti non mancano!>>


domenica 17 luglio 2016

Il Trono del Toro. Capitolo 16. Le nozze di Atreo di Micene con Erope di Creta. La stirpe degli Atridi.



La regina consorte Indis aveva posto come principale condizione per le nozze tra sua figlia, la principessa reale Erope e il giovane re di Micene, Atreo, che la cerimonia si tenesse a Creta.
E così il biondo re Atreo lasciò la sua città, passando sotto la Porta dei Leoni, e lasciando  la reggenza al suo fratello minore Tieste.
 Si imbarcò con un grande seguito di guerrieri verso il porto di Cnosso.
Atreo e Tieste erano figli di Pelope, il Grande Re degli Achei, che governava la terra chiamata, in suo onore, Peloponneso, dove aveva fondato alcune città da lui stesso controllate. Micene l’aveva ceduta al suo primogenito ed erede Atreo, il figlio prediletto. Argo sarebbe spettata a Tieste. Sparta a Tindaro, suo nipote e amico d’infanzia dei suoi figli.
Re Atreo venne accolto al porto di Cnosso dal Primo Consigliere Horemab e da alcuni eunuchi e dignitari di palazzo.
Mi mandano i loro lacchè ad accogliermi, come se fossi un mercante di pesce, ma un giorno si pentiranno della loro arroganza!
Fu con questo stato d’animo che l’aitante sovrano acheo varcò le soglie del palazzo di Cnosso e venne introdotto nella sala del trono.
Quando Atreo vide il re di Creta e i suoi cortigiani tutti truccati e incipriati, si convinse ancora di più di aver ragione: Gente effemminata e destinata presto alla rovina!

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Fece un accenno di inchino, al che il re Catreus, con a fianco Amasis e le due regine Indis e Pasifae, dichiarò, leggendo un papiro:
«Con la benedizione della Grande Madre Terra, del Sacro Toro e degli Dei del Mare, noi, Minosse XV, accogliamo te, Atreo figlio di Pelope, nella nostra reggia e accettiamo la tua richiesta di matrimonio nei confronti di nostra figlia, la principessa reale Erope. Così è deciso nell’anno sesto di regno della nostra maestà» e con ciò depose a terra il rotolo.
Indis gli fece dei cenni, ma Catreus sul momento non capì.
Alla fine la moglie gli dovette sussurrare rabbiosamente:
«Finisci di leggere!» al che Catreus, arrossendo, riprese in mano il papiro e lesse:
«Abbiamo inoltre deciso che le nozze si terranno qui al nostro cospetto in questo stesso giorno di gaudio. Si faccia dunque entrare la principessa reale Erope»
Indis sospirò.
La principessa, elegantissima nelle sue sete pregiate e nell’acconciatura elaborata dei capelli corvini, fece il suo ingresso trionfale nella sala del trono accompagnata dalle due sorelle Afrosina e Climene, e abbagliò tutti per la sua straordinaria bellezza mediterranea.



Il re Atreo rimase incantato da tale splendore.
 Questa è una dea! Sono un uomo fortunato
Indis era combattuta tra l’orgoglio per avere una figlia così bella e la tristezza per il fatto che andasse in sposa a un barbaro dai capelli gialli come Pasifae.
Il re Catreus sorrideva dal Trono del Toro e parlottava con Amasis, che stava seduto di fianco allo scranno eburneo.
Pasifae osservava la scena come da lontanissime distanze, statuaria più che mai, e pensava.
Erope ha lo stesso carattere emotivo della madre e gli stessi appetiti sessuali del padre. Povero Atreo! Ora si crede fortunato, ma si accorgerà presto di che vipera si è messo in seno

«Che la cerimonia nuziale abbia inizio» disse il re Catreus.
Il Sacerdote allora si affiancò allo sposo e iniziò a cantare una litania di cui Atreo non capì assolutamente nulla, anche perché già conosceva poco il cretese parlato.
Questa lingua è contortapensò, ricordando le lezioni che il suo precettore gli aveva tenuto da ragazzo, per ordine del Grande Re suo padre. Ricordò quando Pelope gli diceva: “Devi imparare la lingua dell’Impero. Un giorno potrà esserti molto utile, se vorrai che il tuo regno diventi il nuovo Impero”
«…e invochiamo la tua benevolenza, o sacro sposo di Europa, Minosse I, Grande Toro dalla cui virilità il grembo della madre fu reso fecondo e prospero, e la Sacra Dinastia dei Re fu fondata nei primordi…» continuava a cantilenare il Sommo Sacerdote.
La Sacerdotessa della Dea Madre incominciò una litania noiosa rivolta alla principessa Erope: «O giovane sposa, che ti avvicini alle Nozze Sacre rinnovando l’eterno rito della fertilità che è il dono più grande della nostra Grande Madre Terra: ascolta le mie parole, che sono le parole della Dea, che pronunciò alla tua progenitrice Europa, prima regina di Creta, nelle arcaiche Nozze Ancestrali…»
Indis sbuffò.
La regina Europa, si rivolterà nella sua sacra tomba sul monte Ida vedendo come le Sacre Nozze siano concesse anche ai barbari,  e continuò a fissare con astio sia il marito che sorrideva sempre ad Amasis, sia Pasifae che pareva ogni giorno più forte.
Atreo non ascoltava né notava nulla, perso com’era nella contemplazione della bellezza di Erope e nel desiderio di possederla.
 Stanotte, mia principessa, vedrai che il Leone degli Achei non è certo meno virile del Toro dei Cretesi!

Game of Thrones Daily:

Quando anche il salmodiare della Grande Sacerdotessa terminò, i due sposi furono invitati ad avvicinarsi.
Il Sommo Sacerdote disse:
«Ora prendetevi per mano: con questo laccio io vi lego per sempre e vi ammonisco. Guai allo sposo distratto o alla sposa adultera! La maledizione della Grande Madre punirà le loro colpe! E il Dio Toro esigerà un tributo di sangue per espiare questi peccati!»
Atreo percepì un brivido ascoltando tale oscura minaccia.
Una maledizione! Questa gente è superstiziosa oltre ogni limite...
Così si concluse il rito e la musica degli arpisti fu come una liberazione.
I genitori della sposa e gli altri reali e dignitari si avvicinarono per augurare alla coppia una felice vita coniugale.
Indis fu la prima: abbracciò la figlia più volte, con copiose lacrime e le disse:
«Sii felice, bambina mia… più di me! Molto più di me! E sii sempre una moglie fedele, una madre devota e una regina degna di rispetto. Rendimi fiera di te!» e la abbracciò ancora ripetutamente e a lungo.
Poi passò davanti allo sposo fissandolo con disgusto e disprezzo, senza dire una parola e pensando:  Quel barbaro maledetto! Ci porterà solo guai!
Atreo ricambiò lo sguardo gelido della suocera.

Poi fu il turno di Pasifae, che con un vago sorriso e uno sguardo fisso verso un punto indefinito, si fermò davanti alla sposa e con aria vagamente ironica la minacciò sottovoce: «Comportati bene! Sappi che se tu ci farai vergognare di te, io mi vendicherò sui tuoi»
Poi si fece baciare la mano dal re Atreo, a cui concesse un:
«Auguri maestà: e che queste nozze cementino l’alleanza tra i nostri popoli!»

Atreo annuì.
Pragmatica e fredda fino all'ultimo. Però è una donna di rara bellezza ed eleganza. La fama su di lei è ben fondata
Infine passò il re Catreus, che proncunciò distrattamente per emtrambi gli sposi alcune frasi di rito, con una certa fretta di concludere quella noiosissima cerimonia e tornare dal suo amato Amasis.
Atreo, quando lo vide avvicinarsi al giovane favorito, scosse il capo.
 E questo rammollito di nome Catreus sarebbe il quindicesimo Minosse? Se così è, sarà anche l’ultimo! Io oggi ho posto la mia base di diritto su tutta la sua eredità!



Il Trono del Toro. Capitolo 15. La morte di Arianna e la partenza di Re Glauco



Gorgeous Margaery Tyrell Fanart Game of Thrones #got #asoiaf #SongOfIceAndFire:

Pochi giorni prima della partenza di re Glauco per l’Ellade, una missiva giunse da Atene.
Glauco, che l’aveva ricevuta per primo, non riuscì a trattenere le lacrime e corse da sua madre, a cui porse il papiro senza dire una parola.

Pasifae lesse e rimase impassibile,




Poi commentò:
«Fortunatamente il bambino è sopravvissuto. Ippolito, che strano nome…»

Glauco era esterrefatto:
«E’ tutto quello che avete da dire, madre? Arianna è morta di parto e voi vi preoccupate della stranezza del nome del bambino? Ma allora è vero che avete un pezzo di ghiaccio al posto del cuore!»

«Disperarsi non farà certo rinascere tua sorella. Il dolore è una questione privata, non è mia abitudine esibirlo. Tu che sei un uomo e un re dovresti imparare a dominare i tuoi sentimenti, anche nelle più gravi circostanze»

«Madre, io non vi seguo…»

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«Un giorno capirai. Ora comunque bisogna pensare ai vivi: mio nipote ha bisogno di una madre fidata» e si fermò a riflettere, sempre imperturbabile.
Ma Glauco non si dava pace:
 «Se fosse morto Sarpedon, il vostro piccolo bastardo, allora sì che piangereste! Solo a lui volete bene come una vera madre»

Pasifae lo osservò con disappunto:
«Oh, avanti, Glauco, non metterti a fare il bambino!. Bisogna che ti trovi presto una moglie che ti faccia diventare un vero uomo, ma per il momento è più urgente decidere chi sarà la seconda moglie di Teseo»

«Ecco! Tu decidi della vita degli altri come se si trattasse di animali da allevamento»

Pasifae sorrise:
«Per le famiglie reali è sempre così. Mio padre diceva: "Un re non ha figli, ha soltanto eredi". Comunque ho deciso: domani tu partirai per Atene e porterai con te tua sorella Fedra per offrirla, anzi imporla, come moglie a Teseo. Fedra veglierà su mio nipote e ci assicurerà il controllo di Atene e del suo porto»

«Complimenti madre! Ti sei sbarazzata dei tre figli avuti da Minosse in un solo giorno! Così il tuo piccolo bastardo potrà avere tutto l’Impero per sé!»

Pasifae sospirò:
«Sei tu il re, e quando ti avrò trovato moglie avrai un successore. Sarpedon non c’entra con la politica»
«Tu menti!»
«Ora basta, Glauco! Ricordati che siamo in lutto e dobbiamo organizzare una cerimonia commemorativa per Arianna prima che tu parta. Adesso lasciami sola»

Glauco se ne andò, lanciandole uno sguardo furente.

Pasifae si recò subito nelle stanze di Sarpedon
Il bambino le venne incontro felice gridando:
«Mamma, mamma, mi porti a vedere il mio cavallino?».
Lei lo abbracciò e lo strinse forte.
Glauco ha capito tutto. Dovrò far sorvegliare Sarpedon con più attenzione.



Rivolse al figlio uno sguardo pieno d'affetto, che nessun altro aveva mai visto dipinto su quel volto:
«Un bambino, che un giorno sarà re, deve imparare a pensare, e solo dopo a divertirsi» disse a Sarpedon.
«Ma io so già pensare. Io voglio andare a cavallo»
«E’ troppo pericoloso. Quando sarai più grandicello ti insegnerò io stessa»
«Ma mamma! Io sono già grande!»
«Certo, certo caro… ma, ancora non sei pronto…»
«E quando sarò pronto?»
«Presto amore mio, presto» rispose Pasifae con voce preoccupata.
Improvvisamente si sentì stanca.
 Arianna è morta a vent’anni. Io ne ho trentacinque e sono già nonna. Ippolito… spero che Fedra possa essere una buona madre per lui
Non ne era del tutto convinta.
Fedra è una sciocca. Da me ha preso solo la bellezza. Spero che questa basti per tenere buono Teseo.
Tornò a guardare il suo figlioletto adorato, che giocava con alcune bambole.
Glauco potrà anche sposarsi, ma i suoi figli non saliranno mai sul trono del Toro, né i figli di Creteo o di Deucalione! Sarà Sarpedon il prossimo Minosse, ed io sarò la sua regina madre.
Era il suo sogno, ma era ancora ben lungi da realizzarsi.
Per ora lasciamo che Glauco e Catreus facciano il lavoro sporco e rimettano in sesto le finanze del regno. Poi, quando tutto sarà sistemato a dovere, dovremo chiamare a raccolta i nostri alleati ed eliminare tutti gli avversari. Quel giorno tutto il potere sarà mio, e, fintanto che Sarpedon non sarà adulto, io sarò la prima donna assisa sul trono del Toro e la prima a regnare col suo nome sull’Impero di Creta.