Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
venerdì 18 luglio 2014
giovedì 17 luglio 2014
Immagini dal Silmarillion. La Seconda Era. Da Numenor all'Ultima Alleanza.
Númenor era una grande isola, dalla forma simile a quella di una stella a cinque punte, situata nel mezzo del mare Occidentale. La regione centrale aveva un diametro di circa 400 chilometri, e ognuna delle cinque penisole (le punte della stella) si estendeva più o meno alla stessa distanza, ognuna con le proprie caratteristiche fisiche e geologiche. L'isola era quindi divisa in sei parti, le cinque penisole più la regione centrale:
- Forostar ("Terre settentrionali")
- Andustar ("Terre occidentali")
- Hyarnustar ("Terre sud-occidentali")
- Hyarrostar ("Terre sud-orientali")
- Orrostar ("Terre orientali")
- Mittalmar ("Terre interne")
Al centro dell'isola sorgeva il monte Meneltarma (il "Pilastro del Cielo"), che suggerisce una possibile origine vulcanica dell'isola. Meneltarma era il punto più alto dell'intera isola e fu considerato sacro dai númenóreani, che vi costruirono un tempio dedicato a Eru Ilúvatar: solo ai re di Númenor era permesso parlare sulla sommità.
Si diceva, inoltre, che in una giornata chiara, dalla cima del Meneltarma, fosse possibile scorgere in lontananza Tol Eressëa, l'isola a est di Valinor.
Probabilmente era possibile anche dalla spiaggia occidentale e dalle navi che si allontanavano un po' dalla costa.
I pendii più bassi della montagna erano coperti d'erba, ma vicino alla sommità diventavano sempre più ripidi ed era sempre più difficile scalarli; i re in seguito costruirono una strada a spirale verso la cima, iniziando dalla punta meridionale che si avvolgeva tutt'intorno alla montagna sino alla sommità. Questa era stata in qualche modo appiattita, e si diceva che fosse «capace di contenere una grande moltitudine».
Númenor è un adattamento nella lingua parlata dai suoi abitanti, gli Uomini dell'Ovest o Dunedain dell'Alto Elfico (Quenya) Númenorë, che significa "Terra Occidentale". Essa veniva indicata con molti nomi, tra cui quelli che seguono. Anadûnê, "Ovesturia" (Westland in inglese, "Terra d'Ovest") è il nome in lingua númenóreana e in linguaggio corrente della Terra di Mezzo (Ovestron); in Valarin è chiamata Andor, "Il Dono"; l'equivalente in Adunaic èYôzâyan (la "Terra del Dono"). Altri nomi sono Elenna (in Quenya "Terra della Stella", contrazione di Elenna-norë, "la terra chiamata verso la Stella"). Dopo la sua fine, venne chiamata Akallabêth in Adunaico ("la [terra] Caduta", termine che indica anche il racconto della fine di Númenor), traduzione del Quenya Atalantë, o Mar-nu-Falmar (la Casa inghiottita dalle onde, in Sindarin).
Armenelos, ai piedi del monte in direzione sud-est, era la Città dei Re
Armenelos, ai piedi del monte in direzione sud-est, era la Città dei Re
La città più grande, anche porto principale, era Rómenna, nella parte terminale del lungo fiordo che separava la penisola orientale da quella sudorientale.
Andúnië, un altro grande e importante porto, era situata nel lontano nord-ovest dell'isola. I Principi di Andunie erano imparentati con la famiglia reale in quanto discendevano dalla principessa Silmarien.
Silmarien, principessa reale di Numenor, sposò Elatan di Andunie, da cui ebbe il figlio Valandil, primo Principe di Andunie, fondatore della stirpe dei futuri sovrani di Arnor e Gondor.
Erano tutti discendenti di Elros Tar-Minyatur, figlio di Earendil e di Elwing e gemello di Elrond.
Akallabêth
Nel penultimo capitolo de Il Silmarillion si parla dell'ascesa e della caduta di Númenor: Akallabêth in Adunaico (la lingua di Númenor) significa "La caduta" (in Quenya si tradurrebbe con Atalantë). All'inizio del capitolo vengono enumerati gli uomini che facevano parte della razza dei Númenóreani e il motivo per cui essi, sotto consiglio di Sauron, sfidarono la collera dei Valar dai quali furono puniti con la distruzione della loro isola.
L'autore prosegue con la narrazione della fondazione dei regni dei Nùmenòreani in esilio, Gondor e Arnor fondati dal figlio dell'ultimo principe di Andunie, Elendil e dai suoi figli.
L'autore prosegue con la narrazione della fondazione dei regni dei Nùmenòreani in esilio, Gondor e Arnor fondati dal figlio dell'ultimo principe di Andunie, Elendil e dai suoi figli.
Esso tratta dell'infelice matrimonio di Tar-Aldarion, re di Numenor e della regina Erendis.
Il loro rapporto coniugale fu tormentato a causa delle lunghe assenze del re, continuamente in viaggio per mare.
Ebbe a soffrirne in particolare l'unica figlia di Aldarion ed Erendis, e cioè la principessa Ancalime, erede al trono di Numenor.
Ancalime fu la prima regina regnante di Numenor, e per molti anni rifiutò di sposarsi. Accettò infine il matrimonio con un cugino soltanto per preservare la dinastia reale.
Sotto molti aspetti la figura della regina Tar-Ancalime ricorda quella di Elisabetta I d'Inghilterra, così come il rapporto tra i suoi genitori, Aldarion ed Erendis, ricorda quello di Enrico VIII ed Anna Bolena, i genitori di Elisabetta.
Vi furono altre regine regnanti, dopo Ancalime, tra cui Tar-Telperien, Tar-Vanimelde e Tar-Miriel, che sposò il cugino Ar-Pharazon.
Nell'immagine qui sotto vediamo: Silmarien, Ancalime, Telperien (sotto il cui regno si raggiunse l'apogeo), Vanimelde e Miriel.
Anche il matrimonio di Miriel e Pharazon fu combinato per fini dinastici ed ebbe esito infelice.
Pur essendo Miriel la regina regnante, il potere fu esercitato dal marito Pharazon, che si lasciò influenzare dai consigli di Sauron, che ancora aveva un aspetto elfico.
Ar-Pharazon fu l'ultimo re di Numenor e il suo orgoglio, unito ai consigli fraudolenti di Sauron, furono la causa della sua ribellione contro i Valar e della conseguente catastrofe che determinò la distruzione dell'isola.
Numenor fu distrutta da un immenso terremoto e da un altrettanto devastante maremoto. In questo Tolkien si è esplicitamente richiamato al mito di Altantide.
Gli unici Dunedain che scamparono alla caduta di Numenor furono i principi e gli abitanti di Andunie, l'unico principato rimasto fedele ai Valar.
L'ultimo principe di Andunie, Amandil, ottenne per la sua famiglia e il suo popolo la salvezza, ma non fece mai ritorno da Valinor. Il compito di portare in salvo i Dunedain spettò a suo figlio Elendil.
Elendil, ed i suoi figli Anàrion e Isildur, guidarono i Dunedain nella Terra di Mezzo e trovarono ospitalità presso Gil-Galad, Alto Re degli Elfi Noldor.
Gil-galad (stella di radianza).
Gil-Galad (445 P.E. - 3441 S.E.), figlio di Fingon, fu l’ultimo re supremo dei Noldor dopo la morte di Turgon.
Fu custode di Vilya, uno degli anelli del potere, che gli fu consegnato da Celembrimbor dopo che venne a conoscenza delle mire di Sauron sui gioielli .Fu uno dei fautori dell’ultima alleanza tra uomini ed elfi per contrastare il crescente potere di Sauron.
« Tutte le creature viventi quel giorno presero partito, e in entrambi gli schieramenti ve n'erano d'ogni genere, sia quadrupedi che pennuti, l'unica eccezione essendo costituita dagli Elfi, i soli che non si fossero divisi e che seguirono Gil-galad. Pochi dei Nani combatterono dall'una o dall'altra parte; comunque la stirpe di Durin di Moria si batté contro Sauron. » |
([J. R. R. Tolkien], Il Silmarillion) |
I due regni unificarono le proprie armate nell'Arnor e marciarono contro le forze di Sauron. Nell'anno 3434 della Seconda Era sconfissero le armate di Sauron nella Battaglia di Dagorlad, facendo breccia nel Morannon ed entrando così nella terra di Mordor.
Nell'immagine della Battaglia di Dagorlad, vediamo da sinistra: Gil-Galad, Elrond, Elendil e Isildur, che fronteggiano Sauron.
Gil Galad sconfisse Sauron ma perì nella battaglia, probabilmente ucciso dal calore della mano di Sauron stesso.
I Noldor superstiti seguirono Elrond a Rivendell.
Elrond non rivendicò la corona di re supremo degli elfi, pur essendo discendente della casata di Fingolfin, in quanto il suo sangue non era completamente elfico, al contrario di quello di altri candidati come il principe Gildor. Il titolo regale dei Noldor rimase così vacante, anche se il ruolo di Elrond come guida suprema non fu mai messo in discussione.
Un analogo passaggio di consegne si ebbe anche nella casata reale dei superstiti Numenoreani.
Durante la battaglia contro Sauron erano infatti caduti anche Elendil, supremo re dei Dunedain e suo figlio Anàrion, sovrano del regno di Gondor.
La corona di Arnor e Gondor fu dunque ereditata da Isildur, il figlio maggiore di Elendil, che durante la battaglia sfidò in duello lo stesso Sauron e col moncone della spada del padre, Narsil, ne tagliò la mano con l'Unico Anello. Essendosi spezzato il legame con l'Anello, lo spirito di Sauron si dissolse e non prese più forma nella Terra di Mezzo.
Dopo la vittoria su Sauron, l'Ultima Alleanza fu sciolta.
Isildur morì pochi anni dopo, in un agguato tesogli per impadronirsi dell'Unico Anello, che lo stesso Isildur aveva sottratto a Sauron nella battaglia con cui si era conclusa la Seconda Era.
La storia dei discendenti di Isildur e Anarion, gli Argonath, che regnarono su Arnor e Gondor, è argomento dell'ultima parte de Il Silmarillion, così come di alcune importanti appendici de Il signore degli anelli.
La storia dei regni di Arnor e Gondor, nella Terza Era, sarà argomento del prossimo post riguardante il legendarium tolkieniano.
Gothian. Capitolo 35. Marvin raggiunge il fiume Amnis.
Marvin aveva trascorso tutto il tempo dell'attraversamento della Laguna di Amnisia sulla punta della prora, a osservare con attenzione il paesaggio e ad inspirare l’aria fresca ed odorosa di sale.
Aveva sempre desiderato percorrere in tutta la sua lunghezza la grande laguna , che si estendeva tra il mare a est e le paludi di acqua dolce a ovest.
Quando per primo riuscì ad avvistare la terra, capì che si trattava soltanto di una striscia tra due argini rinforzati dal duro lavoro dei Keltar che per primi avevano tentato di bonificare la zona. Ricordò che il primo passo della bonifica era stato quello di separare le acque salmastre della Laguna da quelle dolci della Palude e dei due bracci del Delta dell’Amnis tra cui essa si trovava.
A metà del secondo giorno di navigazione, la piccola flotta di Ser Yvain de Bors, aveva gettato le ancore e deciso di sostare lungo l'argine della Laguna.
Marvin ne sapeva il nome: Argine Angus, perché voluto dal duca Angus de Lohn, Signore dei Keltar Lingones, la stirpe che dominava il braccio Mediano del Delta dell'Amnis.
L'argine era mantenuto in buone condizioni e Marvin, appena sceso sulla terraferma, decise di passeggiare lungo questo lembo di terra compattata, che separava due ambienti molto diversi tra loro.
Gli altri membri della Compagnia decisero di fare una grigliata col pesce da poco pescato.
Marvin ne sapeva il nome: Argine Angus, perché voluto dal duca Angus de Lohn, Signore dei Keltar Lingones, la stirpe che dominava il braccio Mediano del Delta dell'Amnis.
L'argine era mantenuto in buone condizioni e Marvin, appena sceso sulla terraferma, decise di passeggiare lungo questo lembo di terra compattata, che separava due ambienti molto diversi tra loro.
Gli altri membri della Compagnia decisero di fare una grigliata col pesce da poco pescato.
Marvin non aveva mai amato il cibo a base di pesce, e questo era un residuo della sua infanzia al Borgo dei Keltar Senia, una zona interna, dove si preferiva un’alimentazione basata sulla carne. Neppure tutti gli anni trascorsi in seguito ad Amnisia gli erano serviti per rendere più piacevoli le ricette di pesce e frutti di mare. Il solo odore gli risultava nauseabondo, per cui si allontanò rapidamente.
Mentre camminava lungo l'argine, si domandava come fosse possibile il fatto che per molti non era chiara la distinzione trala Laguna di Amnisia e la Palude interna.
Pochi ricordavano che la prima era molto più profonda e salmastra, mentre la seconda era come un grande stagno di acqua dolce.
Mentre camminava lungo l'argine, si domandava come fosse possibile il fatto che per molti non era chiara la distinzione tra
Nella Palude che si estendeva a sinistra dell’Argine, c’era molta più vegetazione: canneti, piante giallastre ad alto fusto, ninfee, ciuffi d’erba, persino qualche albero.
Camminando lungo il sentiero tra gli argini, vide una piccola torretta, che sembrava quasi un faro, ma senza luce.
Quello era il punto da dove aveva inizio il canale che collegava la Laguna con il Braccio Mediano del Delta. Non si trattava di un corso d’acqua naturale: era un canale navigabile costruito per favorire le comunicazioni e il commercio via acqua. Si chiamava Fossa d’Altemps, perché era stata costruita per volontà del duca Jorìs Carl d’Altémps, Signore dei Keltar Kènoman, stirpe che controllava la zona dell'Amnis prospiciente al Delta.
Da quel canale si raggiungeva il ramo mediano del Delta, e da lì si sarebbe finalmente risaliti fino al Grande Fiume.
Finalmente Marvin avrebbe visto altri Ducati della Federazione Keltar, altre terre, altre acque, altre città, che fino a quel momento aveva visto solo nelle mappe dei suoi testi di studio.
Arrivato al punto in cui il canale si dipartiva dalla Laguna, non poté procedere oltre.
Arrivato al punto in cui il canale si dipartiva dalla Laguna, non poté procedere oltre.
Tornò sui suoi passi, fino all’accampamento dove i suoi compagni di viaggio, terminato il pranzo, si stavano riposando. Al giovane come pasto bastò una pagnotta con del formaggio. Purtroppo le scorte erano poche e gli approvvigionamenti ancora lontani.
Quasi tutti dormivano nei sacchi a pelo, o fingevano di dormire. Nessuno aveva voglia di parlare: probabilmente incominciavano a rendersi conto di quanto quella missione fosse mal organizzata…
Lo stesso Ser Yvain appariva perplesso e scarmigliato, mentre consultava alcune mappe, e aveva già perso tutta la sua boria.
Il giovane druido Gwydion preparava una bevanda utilizzando le boccette di erbe medicinali che si era portato dietro.
Ne diede un bicchierino anche a Marvin.
Ne diede un bicchierino anche a Marvin.
«Bevi, ti farà bene contro le punture di zanzara e le febbri malariche»
Dopo circa un’ora, erano tutti pronti per ripartire e la piccola flotta levò le ancore e fece rotta verso nord-ovest, lungo la Fossa del Duca d'Altemps.
Navigarono con una buona velocità e nel tardo pomeriggio riuscirono ad arrivare nel punto che Marvin aveva tanto atteso, ossia il collegamento della Fossa del Duca col Braccio Mediano dell’Amnis.
Non c’era corrente, l’acqua era quasi ferma, come nella laguna, e remare non creava problemi.
Man mano che procedevano il Ramo Mediano diventava sempre più largo, in quanto non si era ancora ulteriormente suddiviso in rami minori.
Finalmente al tramonto risalirono al punto in cui il Mediano si dipartiva dal fiume Amnis. In quel punto il Grande Fiume era così ampio che da una riva si faceva fatica a vedere l'altra.
Guardando quell'enorme corso d'acqa, Marvin sentì una strana emozione.
Sentiva che quell'immenso fiume aveva un significato profondo per lui, e che avrebbe dovuto ripercorrerlo fino alle sue fonti.
Se cercava la pura verità, doveva risalire alle origini, perché l'acqua è pura solo alla sorgente.
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