sabato 21 giugno 2014

Costa azzurra



Sopra, Antibes, sotto, cartina della Costa Azzurra da Nizza fino a Toulon.



Costa Azzurra (originale francese Côte d'Azur) e Riviera Francese (originale inglese French Riviera) sono due termini non sempre intercambiabili utilizzati per riferirsi in maniera non ufficiale a una porzione della costa mediterranea francese appartenente alla regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
Il numero dei suoi abitanti, che si chiamano azuréens, e lecitamente cambia dunque in base all'estensione di tali definizioni: i limiti più frequenti (a parte il confine italiano) sono, da Est a Ovest, MonacoSaint TropezHyèresCassis e Martigues.
La "capitale" della regione è Nizza. Il primato di questa città come più antica stazione turistica francese è conteso da Hyères, che ha accolto i primi turisti nel 1789 ed è francese dal 1481, mentre Nizza solo dal 1860. È a Hyères, inoltre, che nel 1887 Stéphen Liégeard inventa il termine Côte d'Azur.
A sostegno di chi vuol far terminare a Cassis la Costa Azzurra si cita spesso come da Cassis si sviluppi il massiccio delle Calanche fino a Marsiglia, che tra l'altro non viene mai annoverata tra le località azzuréennes, mentre oltre tale città si distende il massiccio dell'Estaque con la sua propria Côte Bleu (Costa Blu).


La città più grande della Costa Azzurra è Nizza, con i suoi 340.735 (2009) abitanti, che arrivano a 545.000 se si prende in considerazione l'agglomerazione intercomunale Métropole Nice Côte d'Azur. Altra grande comunità amministrativa è l'agglomerazione della Riviera Francese, il cui polo centrale non è Nizza bensì Mentone.
L'agglomerazione di Mentone non fa parte della Metropoli Nizza-Costa Azzurra ma viene contemplata nelle statistiche della Grande Nizza (non organo amministrativo ma concetto elaborato dall'Istituto di Statistica di Francia), che conta circa 1.313.523 abitanti. La Grande Nizza è costituita da sei aree urbane incluso il Principato di Monaco e si stende sui dipartimenti di Alpi Marittime e del Var. Nel Var l'agglomerazione più importante, che confina con la Grande Nizza, è l'agglomerazione di Tolone-Provenza Mediterranea coi suoi 424.390 abitanti.


The Hôtel du Cap is a resort hotel in Antibes on the French Riviera. Built originally as a private mansion, it opened as a hotel in 1870. Its restaurant, Eden-Roc, ranked 82nd in the Elite Traveler World's Top Restaurants Guide 2012

Nel suo concetto più ampio, da Martigues a Mentone, questo tratto di costa presenta sostanzialmente due tipologie di climi, del tutto diverse: nell'arco dei 14 km di ampiezza del territorio hyèrois, infatti, si passa dai 600–700 mm di precipitazioni annue della parte occidentale ai 900–1000 mm della parte orientale. Il golfo di Genova presenta quindi un clima di tipo "nizzardo", più dolce e umido, mentre il Golfo del Leone ha un clima tipicamente "mistralico", caldo e secco.



Città sulla costa

Il faro di Nizza, sulla Costa Azzurra
















Luxury lifestyle
























































Preraffaelliti, Faerie realm e fairy tales



Il dipinto presenta un soggetto allegorico, ossia il cambio delle stagioni e il pellegrinaggio di un anno passato. Byam Shaw ama Tennyson, Sheakespeare e i Rossetti, ed è probabile che il titolo sia una citazione poetica di cui non è chiara la fonte. L’artista raffigura l’Autunno come la donna dall’elaborato abito arancione, che scorta l’Anno, l’anziano pellegrino in veste grigia, verso la barca del Tempo. Secondo Rex Vicat Cole, il docente di Shaw, la figura eterea che emerge dalle acque poco profonde è la Nebbia, che allunga il braccio per toccare Cupido, la figura alata che simboleggia l’Amore. Al centro, esattamente nel punto focale, si affaccia una donna cacciatrice accompagnata dal suo cane, una figura tranquilla e in abiti modesti che fissa lo spettatore.
Le altre donne sedute sulla riva rappresentano molto probabilmente le qualità feconde e produttive dell'autunno: una tiene una falce, ricordando il raccolto annuale, l’altra guarda malinconicamente in direzione della rondine in partenza, tenendo in grembo le ultime rose e le margherite Michaelmas (una pianta erbacea perenne che fiorisce in autunno). Il colore è il protagonista assoluto in quest’opera, che viene utilizzato per sottolineare le varie qualità di ogni personaggio. Shaw utilizza nelle sue opere pigmenti puri, al fine di raggiungere le tonalità più vive possibili, lavorando con la stessa sensibilità di Millais e Ford Madox Brown.





L’artista ha solo 23 anni quando realizza questo dipinto ispirato ad una poesia di Rossetti, “Damigella beata”, scritta nel 1850. (qui la trovate per intero: http://qohelet.altervista.org/pagine/damoiselle_rossetti.htm) La fanciulla è immaginata dal suo amante nel paradiso in cielo, dove riecheggiano canti d’amore e musica di liuti e cetre. I due amanti vestiti di un candido bianco stanno nello spazio a sinistra, mentre al centro
“Vedremo estatici per meraviglia,
le ancelle della dolce Maria,
che la circondano, basse le ciglia,
cinque bei nomi in sinfonia?
La Maddalena, Geltrude e Cecilia
e Margherita e Rosalia.

Sedute in circolo, soavi e candide,
ben ravviate e inghirlandate,
tessono il filo (con vesti fiammee)
d’oro, a foggiarne le desiate
vesti di nascita per tutte l’anime
che, morte al mondo sono qui nate.”
I critici elogiano il suo dipinto per la colorazione sapiente e la composizione romantica, che deve molto all'influenza dei preraffaelliti. Il quadro viene appeso in una posizione privilegiata alla Royal Academy Summer Exhibition.


Nel Libro dei Re, Gezabele è la moglie del re d'Israele Acab, personaggio affascinante e controverso. La donna convince il marito ad abbandonare la religione dei padri per venerare Baal, una sorta di Dio fenicio dei raccolti più vicino alle donne rispetto a Jeova, dio sanguinario venerato in un’Israele nomade dove il ruolo della donna è molto più debole. Gezabele viene per questo contrastata energicamente dal profeta Elia, che fa massacrare tutti i preti del dio Baal; Gezabele infuriata tenta di uccidere Elia che riesce a rifugiarsi nel regno di Giuda. Dopo la morte del re Acab, la donna continua a regnare con i due figli, finchè si compie il suo destino profetizzato da Elia: Ieu rovescia il palazzo e ordina che ella venga lanciata dalla finestra e il suo corpo usato come cibo per cani. Il fatto che la donna prima della morte si sia acconciata e abbellita con trucchi ha fatto sì che passasse alla storia come “prostituta” e “fornicatrice”. Il dipinto di Shaw la rappresenta proprio nel momento in cui sta per andare incontro alla morte, mentre si pettina i capelli rossi (associati al desiderio sessuale e alla stregoneria) ornandosi con fiori e gioielli aiutata dai servi. Quando il dipinto viene esposto per la prima volta Gezabele è nuda, ma in seguito Shaw le dipinge una vestaglia rossa, pur lasciandole ancora i piedi nudi. I gigli arancioni allineati in primo piano alludono la morte mentre il pavone simboleggia l’orgoglio. Un gatto nero, presagio di sventura, si strofina sulle gambe di Gezabele, a ricordare che verrà gettata ai cani. 




Due anni dopo il dipinto basato sul poema di Rossetti “La beata donzella”, Byam Shaw fa un nuovo omaggio al’artista illustrando la poesia “Gingilli d’amore” (traduzione Angiolo Bandinelli):
Io ero dove amore a colme braccia portava
Delicati capricci di fiori e bagatelle di frutta:
intorno a lui, dame accalcate in corteo ardente
trillavano e lambivano e offrivano la strana messe.
E, dalla mano di una, i petali e la corolla
Sapevano di sonno; e i grappoli e un ricciuto germoglio
In mano all’altra apparivano quasi omaggio impudico-
Doni per cui sentivo le mie guance arrossire.




Due anni dopo “La regina di cuori” Shaw realizza quella che può essere considerata una sua gemella, la regina di picche. Come nel primo dipinto la composizione è triangolare e sui toni del rosso e del nero, ma questa volta rappresenta la regina (che nel gioco delle carte è considerata sfortunata) seduta sul trono affiancata da due guardie mentre una giovane dama, posta a destra per spezzare la simmetria, la intrattiene suonando e cantando.



L’acquerello illustra una poesia di Christina Rossetti, “Il cammino del principe”, che era stata pubblicata per la prima volta nel ’66, accompagnata dai disegni di Dante Gabriel. Il poema racconta di un principe che si attarda così a lungo durante un viaggio per incontrare la sua dolce e malata promessa sposa, che al suo ritorno trova senza vita. L’acquerello è ancora nella sua cornice originale, progettata dall’artista e da lui decorata o comunque realizzata sotto la sua supervisione, ed è un chiaro esempio del suo stile neo-rossettiano. Nella parte inferiore sono riportati gli ultimi versi della poesia, dove le assistenti della principessa descrivono la vana attesa. L’acquerello è uno dei 39 piccoli quadri esposti alle Dowdeswell Galleries di New Bond Street nel ’99, ispirati a brani di poeti britannici. Christina Rossetti era una dei suoi poeti preferiti, e alla mostra erano stati esposti non meno di 11 opere ispirate ai suoi lavori, di gran lunga il più grande gruppo da un solo autore.



Il quadro è accompagnato da un sottotitolo che è una citazione di Christina Rossetti: “La scorsa estate era tutto più verde / meno rovi, l’azzurro del cielo più blu”. I versi sono un riflesso dello stato d'animo della giovane donna vestita di nero: con il cuore a pezzi, rimane in disparte assorta nel pensiero della persona amata uccisa nella guerra in Sud Africa, del tutto indifferente alla profusione di elementi della natura che la circondano. Sola, inconsolabile sulla riva del fiume, cerca di ricordare giorni felici, ma scopre che è difficile. Nei suoi occhi la bellezza sembra averla abbandonata, fa fatica a scendere a patti con la morte. Tuttavia è l’esemplare eroina inglese che riesce a sopportare il dolore con grande stoicismo poiché la persona cara ha dato la sua vita per il suo paese. La modella utilizzata è Margaret Glencairn, sorella dell’artista, che porta il lutto per la perdita del cugino George ucciso in battaglia. Anche se Byam utilizza colori vivaci e indaga minuziosamente ogni pianta, con un accuratezza botanica sconcertante in modo tipicamente preraffaellita, i colori delle piante che baciano l’acqua risultano più smorzati, forse per riflesso dello stato d’animo del soggetto. Sull’acqua in primo piano galleggia una piuma di cigno, che una volta accoppiato passerà la vita insieme alla sua compagna, e se uno dei due morirà l’altro soffrirà per lui. Il corvo in volo sopra agli alberi è segno di malaugurio, e amplifica l'atmosfera inquietante del dipinto.









LUD’S CHURCH is the folk name for a natural cleft in the living bones of Mother Earth. Also known as Ludchurch, it is believed that the chasm was holy to the Old Religion due to a wonder that haps on Midsummer’s Day, when only on this day do bright shafts of sunlight thrust and unload deep into the moist hollow. The shape of the cleft means that the sunlight hardly ever penetrates her, and she remains ever green with virginal moss, moist and cool even on the sultriest of days.

Lud, known as Lludd and Nudd in Welsh, Núada in Irish and Nodens by the ancient Britons, is a major Insular Celtic god of waterside hunting and fishing, associated with many wet parts of Britain and with the Arthurian Fisher King and, by way of Sir Gawain and the Green Knight, the Green Man. It is inside this moist hollow that Sir Gawain dutifully came to be beheaded by the Green Knight whose hollow this was and whose seduced Gawain at Bertilak.

The deep hollow cloven into the thighs of the gritstone bedrock was wrought by the stroke of a monstrous landslip on the hillside above Gradbach, Staffordshire, England, in a far age before reckoning. It lies in the bushy Back Forest under the milky White Peak, towards the southwest fringe of the hallowed hills o’ the Peak District National Park about 4 kilometres (2.5 mi) west of the A53 between Leek and the holy wells of Buxton.