martedì 13 maggio 2014

Albero genealogico dei Welfen, la casata dei Guelfi


Risultati immagini per DUKEDOM of Brunswick-Lüneburg map
Welfen è il nome tedesco di una delle più antiche ed illustri famiglie europee, conosciuti in italiano come Guelfi. La casata principale, i duchi di Baviera, era formata da due rami. 
Dal primo, tramite l'imperatore Ottone IV, discesero le casate tedesche di Brunswick e Luneburg e di Hannover. Inoltre, se consideriamo anche le discendenze in linea femminile, tutte le più prestigiose e potenti casate reali europee discendono o sono legate ai Welfen: HohenzollernHohenstaufenWettinAscanidiOldenburgAsburgoRomanovCapetingiCarolingi, Concini, Ottoniani,WittelsbachSavoia.
Dal secondo ramo, tramite Guelfo IV, figlio di Cunegonda Welfen e di Alberto Azzo d'Este, discese la famiglia italiana degli Estensi i cui più antichi membri, di origine longobarda, vissero nell'Italia settentrionale nel IX secolo. Per questa ragione tale famiglia è talvolta denominata come Welfen-Este.
L'apice della sua influenza sulle sorti politiche nel vecchio continente fu raggiunto dapprima con le vicende che la videro opposta nel XII secolo all'altrettanto potente casata degli Hohenstaufen di Weiblingen (i Ghibellini), duchi di Svevia, per la successione al trono del Sacro Romano Impero e più tardi con l'ascesa al trono d'Inghilterra (Casato degli Hannover e Brunswick) nel XVII, rispettivamente XIX secolo
Nel 1981 morì la sessantatreenne regina di Grecia Federica d'Hannover, già principessa di Hannoverduchessa di Brunswick-Lüneburg e discendente diretta di Giorgio IIIre d'Inghilterra (il suo nome completo era: Friederike Luise Thyra Viktoria Margarete Sophie Olga Cecile Isabelle Christa, nata a Blankenburg il 18 aprile del 1917, morta a Madrid il 6 febbraio del 1981). Ella fu l'ultima personalità dei Welfen a sedere su un trono. Suo nipote, Ernesto Augusto di Hannover (nato nel 1954), marito della principessa Carolina di Monaco, è attualmente l'erede della dinastia.
Guelfi e Ghibellini erano le due fazioni opposte nella politica italiana dal XII secolo fino alla nascita delle Signorie nel XIV secolo. Le origini dei nomi risalgono alla lotta per la corona imperiale dopo la morte dell'imperatore Enrico V (1125) tra le casate bavaresi e sassoni dei Welfen (pronuncia velfen, da cui la parola guelfo) con quella sveva degli Staufer, signori del castello di Waiblingen (anticamente Wibeling, da cui la parola ghibellino). Successivamente, dato che la casata sveva acquistò la corona imperiale e, con Federico I Barbarossa, cercò di consolidare il proprio potere nel Regno d’Italia, in questo ambito politico la lotta denominò chi appoggiava l’impero (Ghibellini) e chi lo contrastava in appoggio al papato (Guelfi).


I termini "guelfo" e "ghibellino" vengono generalmente utilizzati in relazione alle opposte fazioni fiorentine e toscane. Le prime menzioni dei due termini appaiono negli Annales Florentini.
Nel 1239, compare la parola "guelfi", nel 1242, la parola "ghibellini".Negli anni successivi le attestazioni si fanno più consistenti: ad esempio, si ha un'epistola dei capitani della pars guelforum fiorentina (1246) oppure una menzione della cronaca di Giovanni Codagnello del 1248.
Ciò porterebbe a soffermarsi sul tema dei guelfi e dei ghibellini solo nell'ottica toscana-fiorentina, se non fosse che una tale divisione in fazioni si inserisce nel più ampio problema dello sviluppo dellepartes all'interno dei comuni nell'epoca di Federico II. Infatti, tra la fine del XII secolo e la metà del successivo, si formarono, all'interno di quasi tutte le città, due partes che si schieravano da una parte o dall'altra nella contesa tra papato e Impero.
In Italia tradizionalmente guelfi furono i comuni di MilanoMantovaBolognaFirenzeLuccaPadova; famiglie guelfe furono i bolognesi Geremei, i genovesi Fieschi, i milanesi Della Torre, i riminesiMalatesta e le dinastie di origine obertenga come i ferraresi Este e alcuni rami dei Malaspina.
Tradizionalmente ghibellini, ovvero filoimperiali e filosvevi, furono i comuni di ComoCremonaPisaSienaArezzoParmaModena. In Italia famiglie ghibelline furono i bolognesi Lambertazzi, i comaschi Frigerio e Quadrio, i milanesi Visconti, i toscani conti Guidi e gli Ubaldini di Arezzo,i ferraresi Torelli-Salinguerra, i fiorentini degli Uberti e Lamberti, i pisani Della Gherardesca, i trevigiani Da Romano, i senesi Salimbeni e Buonconti, i marchesi Aleramici del Monferrato, e le dinastie di origine obertenga come i Pallavicino e alcuni rami dei Malaspina.[5]
Molto frequenti furono comunque i cambi di bandiera, per cui città e famiglie tradizionalmente di una parte, non esitarono, per opportunità politica a passare alla fazione opposta.
guelfi bianchi e i guelfi neri furono le due fazioni in cui si divisero intorno alla fine del XIII secolo i guelfi di Firenze e Roma (nobiltà bianca e nobiltà nera) ormai il partito egemonico nelle città dopo la cacciata dei ghibellini.
Le due fazioni lottavano per l'egemonia politica - e quindi economica - in città. A livello della situazione extracittadina, seppur entrambe sostenitrici del papa, erano opposte per carattere politico, ideologico ed economico. I guelfi bianchi, un gruppo di famiglie magnatizie aperte alle forze popolari, perseguivano l'indipendenza politica ed erano fautori di una politica di maggior autonomia nei confronti del pontefice, rifiutandone l'ingerenza nel governo della città e nelle decisioni di varia natura. Mentre i guelfi neri, che rappresentavano soprattutto gli interessi delle famiglie più ricche di Firenze, erano strettamente legati al papa per interessi economici e ne ammettevano il pieno controllo negli affari interni di Firenze, incoraggiando anche l'espansione dell'autorità pontificia in tutta la Toscana.
La rivalità tra i guelfi bianchi e i guelfi neri fu al centro della vita sociale e politica, tra la fine del XIII secolo e il primo decennio del Trecento a Firenze, a Pistoia e in altre città della Toscana. Episodi storici legati ai contrasti nati all'interno del Partito guelfo sono ampiamente trattati nella Divina Commedia che proprio in quegli anni veniva scritta da Dante Alighieri, la cui famiglia era di parte bianca, ma che sposò una donna della nobiltà nera, Gemma Donati. La famiglia Donati fu poi quella che esiliò lo stesso Dante, quando Carlo di Valois conquistò Firenze con l'appoggio di Bonifacio VIII Caetani e le grandi famiglie della nobiltà nera romana, tra cui gli Orsini.

La vittoria della Nobiltà Nera in Italia e in Europa ha portato all'egemonia dei discendenti della dinastia Welfen su tutte le attuali case regnanti e le famiglie ad esse imparentate, che controllano, direttamente o indirettamente, buona parte della finanza internazionale.
Il caso di alleanza matrimoniale più importante dei Welfen è avvenuto quando la regina Vittoria del Regno Unito, ultima degli Hannover di Gran Bretagna, ha sposato Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, discendente della potentissima dinastia dei Wettin, dando origine all'attuale Famiglia Reale Inglese, che nel 1916 assunse il nome di Casa di Windsor.

Risultati immagini per house of wettin family tree

Albero genealogico delle case reali d'Europa



Come si può vedere dall'albero genealogico tutte le famiglie reali d'Europa sono imparentate tra loro in quanto discendono da Elisabetta Stuart, figlia di re Giacomo I d'Inghilterra, Scozia e Irlanda, e da Federico V del Palatinato, re di Boemia ai tempi della Guerra dei Cent'anni.
Dal matrimonio di Elisabetta Stuart con Federico del Palatinato, nacquero due figli: Carlo Luigi e Sofia.
Carlo Luigi ebbe un'unica figlia, Carlotta Elisabetta, che sposò il duca Filippo d'Orleans. Da questa coppia discendono per linea femminile tramite matrimoni i re del Belgio, i re d'Italia e i re di Bulgaria.
Dal matrimonio dell'elettrice Sofia con Ernesto Augusto di Brusnick-Luneburg, principe di Hannover, discende la casa reale inglese dei Windsor, la famiglia dei principi di Hannover, la casa reale d'Olanda, quella di Danimarca, quella di Grecia, quella di Svezia e quella di Romania. Ognuna di queste famiglie si è poi imparentata nuovamente nell'ottica della conservazione della purezza del Sangue Reale, nell'ambito della discendenza del cosiddetto Serpente Rosso. Queste famiglie, in quanto imparentate con la dinastia dei Welfen o Guelfi e dei Wettin, fanno parte della cosiddetta Nobiltà Nera.
A loro sono imparentati anche gli Asburgo e gli Hohenzollern, come si può vedere negli alberi genealogici qui sotto.



Parentela tra Giorgio V Windsor, Nicola II Romanov e Guglielmo II Hohenzollern di Germania



Cento anni fa esatti, tre sovrani, cugini tra di loro, entrarono in guerra, scatenando la prima guerra mondiale. Eppure erano parenti stretti, come mostra l'albero genealogico delle loro rispettive famiglie reali: i Windsor, i Romanov e gli Hohenzoellern. Queste ultime due dinastie caddero e i loro rispettivi imperi, quello tedesco e quello russo, si sfaldarono.

Albero genealogico degli Hohenzollern, re di Prussia e imperatori di Germania del Secondo Reich


La Casata degli Hohenzollern è una dinastia tedesca di principi elettori, re di Prussia, sovrani di Romania e imperatori di Germania. Ha origine nell'area intorno alla città di Hechingen in Svevia durante l'XI secolo. Presero il nome dal castello di Burg Hohenzollern, loro prima dimora.
File:Burg Hohenzollern ak.jpg

La famiglia si divise in due rami, quello cattolico di Svevia e quello protestante di Franconia. Il ramo svevo dominò l'area di Hechingen e Sigmaringen, a sud di Stoccarda, fino al 1849, per poi rinunciare ai propri domini per riunirsi come ramo cadetto a quello di Franconia. 
Quest'ultimo ebbe più fortuna: i discendenti della linea di Franconia infatti acquisirono il Brandeburgo nel 1418 e il Ducato di Prussia nel 1525

L'unione di queste due linee di Franconia nel 1618 permise la creazione del Regno di Prussia nel 1701, lo stato che portò successivamente all'unificazione della Germania e all'Impero Tedesco nel 1871. La dinastia perse il potere alla fine della Prima guerra mondiale, quando fu deposto l'ultimo re di Prussia e imperatore tedescoGuglielmo II.



























Re "in Prussia" (1701-1772)

Wappen Preußen.png
Nel 1701 il titolo di Re in Prussia venne garantito agli Hohenzollern, senza che il Ducato di Prussia venisse elevato a regno per mezzo del Sacro Romano Impero. Dal 1701 i titoli di Duca di Prussia ed Elettore di Brandeburgo vennero uniti al titolo di Re di Prussia.
Nel 1772 il Ducato di Prussia venne elevato autonomamente a Regno.

Re "di Prussia" (1772-1918)

Wappen Preußen.png

Il Regno di Prussia nel 1815
Nel 1772 il titolo di Re di Prussia venne riconosciuto come ufficiale ed ereditario, con la fondazione del Regno di Prussia. Dal 1772 i titoli di Duca di Prussia ed Elettore di Brandeburgo vennero uniti al titolo di Re di Prussia come legittimi e trasmissibili agli eredi maschi primogeniti della casata.
Nel 1871 il Regno di Prussia divenne uno stato costituente l'Impero tedesco.

Imperatori tedeschi (1871-1918)

Wappen Deutsches Reich - Reichsadler 1889.svg

L'Impero di Germania nel 1871

Regnanti (1871-1918)[modifica | modifica sorgente]

Nel 1871 venne proclamato un nuovo Reich tedesco. Con la successione di Guglielmo I, i titoli di Re di Prussia, Duca di Prussia ed Elettore di Brandeburgo vennero uniti a quello di Imperatore di Germania.
Nel 1918 l'Impero tedesco venne rovesciato e venne instaurata la repubblica.
Un altro ramo degli Hohenzollern, in effetti la linea più antica dinasticamente, gli Hohenzollern-Sigmaringen, furono anche importanti possidenti terrieri nella Germania pre-imperiale e in seguito principi (1866-1881) e re (1881-1947) di Romania. L'opposizione francese alla loro candidatura al trono di Spagna portò alla guerra franco-prussiana, tra il 1870 e il 1871, e alla fondazione dell'impero tedesco (gennaio 1871).

Pretendenti (dal 1918 a oggi)

Re di Romania

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi Re di Romania.




Castelli

File:Hohenschwangau - Schloss Neuschwanstein1.jpg

Neuschwanstein, Baviera.



Isola di Loreto , Lago d'Iseo - Brescia. Sotto, il castello di Bran, Transilvania, che ispirò Bram Stoker.

In vendita il castello del conte Dracula

La cittadina di Bran, in Transilvania, nell'attuale Romania. Il castello, di proprietà degli Asburgo, è stato messo in vendita in questi giorni e diventerà meta turistica legata al personaggio del conte Vlad Tepes Dracula l'Impalatore, principe di Valacchia e Transilvania, che nella letteratura è stato trasformato nel più noto dei vampiri.

File:Bran Roumanie.jpg

Hohenwerfen, Austria





Animali








































Come scegliere il nome al proprio gatto.












L’arrivo di un micio in casa è sempre motivo di gioia e allegria. Ma il primo problema da affrontare è il nome. Scegliere come chiamare il gatto di casa può sembrare semplice ma in realtà non lo è. Intanto è necessario ricordare che un nome è per la vita, quindi è bene valutare con attenzione prima di prendere una decisione definitiva. Qualcuno pensa che il nome per il gatto non sia così importante ma ha torto. Il micio infatti, contrariamente a quanto si possa pensare, sa riconoscere il suo nome e reagisce positivamente quando esso è associato ad un’azione positiva: la pappa, un giochino, una coccola. Esistono dunque alcune dritte da seguire per scegliere quello più adatto.





come scegliere nome gatto

Innanzitutto, per farsi un’idea di quale potrebbe essere il nome del micio, è consigliato osservarlo con attenzione in diversi momenti della giornata. Mentre è in azione, i suggerimenti arriveranno spontanei: sono infatti innumerevoli i movimenti buffi e le espressioni che si possono carpire guardando un animale domestico mentre gioca, mangia, dorme o corre.

Secondariamente bisogna considerare che la flessione delle vocali andrà ad incidere molto sull’attenzione del gatto. E’ consigliabile infatti prima di fare la scelta definitiva, fare alcune prove pronunciando nomi e suoni e osservando la reazione del micio. In genere i nomi composti da una o al massimo due sillabe, sono ideali perché più facili da imparare e da usare. Quelli corti, preferibilmente composti da una sola parola e di facile pronuncia, permettono infatti all’animale di non disorientarsi.
aad.gif

Gli esperti consigliano anche di cambiare il nome ai gatti da pedigree. Di solito i gatti di razza ricevono nomi importanti, doppi e altisonanti che vogliono ricordare l’allevamento originario ma che non rendono giustizia alla loro personalità. Un nomignolo semplice e che ricorda le sue mosse nel quotidiano pertanto, sarà sempre la scelta giusta.

Se poi, proprio non si riesce a trovare il nome adatto, ci si potrà sempre ispirare consultando qualche manuale o internet, dove le idee più bizzarre non mancano di certo. Una delle ultime mode vuole ad esempio che i gatti si chiamino come le persone quindi, se ritenete che al vostro micio doni il nome Ugo o Leopoldo, nessun problema. Sarà assolutamente à la page.
d02.jpg