Welfen è il nome tedesco di una delle più antiche ed illustri famiglie europee, conosciuti in italiano come Guelfi. La casata principale, i duchi di Baviera, era formata da due rami.
Dal primo, tramite l'imperatore Ottone IV, discesero le casate tedesche di Brunswick e Luneburg e di Hannover. Inoltre, se consideriamo anche le discendenze in linea femminile, tutte le più prestigiose e potenti casate reali europee discendono o sono legate ai Welfen: Hohenzollern, Hohenstaufen, Wettin, Ascanidi, Oldenburg, Asburgo, Romanov, Capetingi, Carolingi, Concini, Ottoniani,Wittelsbach, Savoia.
Dal secondo ramo, tramite Guelfo IV, figlio di Cunegonda Welfen e di Alberto Azzo d'Este, discese la famiglia italiana degli Estensi i cui più antichi membri, di origine longobarda, vissero nell'Italia settentrionale nel IX secolo. Per questa ragione tale famiglia è talvolta denominata come Welfen-Este.
L'apice della sua influenza sulle sorti politiche nel vecchio continente fu raggiunto dapprima con le vicende che la videro opposta nel XII secolo all'altrettanto potente casata degli Hohenstaufen di Weiblingen (i Ghibellini), duchi di Svevia, per la successione al trono del Sacro Romano Impero e più tardi con l'ascesa al trono d'Inghilterra (Casato degli Hannover e Brunswick) nel XVII, rispettivamente XIX secolo.
Nel 1981 morì la sessantatreenne regina di Grecia Federica d'Hannover, già principessa di Hannover, duchessa di Brunswick-Lüneburg e discendente diretta di Giorgio III, re d'Inghilterra (il suo nome completo era: Friederike Luise Thyra Viktoria Margarete Sophie Olga Cecile Isabelle Christa, nata a Blankenburg il 18 aprile del 1917, morta a Madrid il 6 febbraio del 1981). Ella fu l'ultima personalità dei Welfen a sedere su un trono. Suo nipote, Ernesto Augusto di Hannover (nato nel 1954), marito della principessa Carolina di Monaco, è attualmente l'erede della dinastia.
Guelfi e Ghibellini erano le due fazioni opposte nella politica italiana dal XII secolo fino alla nascita delle Signorie nel XIV secolo. Le origini dei nomi risalgono alla lotta per la corona imperiale dopo la morte dell'imperatore Enrico V (1125) tra le casate bavaresi e sassoni dei Welfen (pronuncia velfen, da cui la parola guelfo) con quella sveva degli Staufer, signori del castello di Waiblingen (anticamente Wibeling, da cui la parola ghibellino). Successivamente, dato che la casata sveva acquistò la corona imperiale e, con Federico I Barbarossa, cercò di consolidare il proprio potere nel Regno d’Italia, in questo ambito politico la lotta denominò chi appoggiava l’impero (Ghibellini) e chi lo contrastava in appoggio al papato (Guelfi).
I termini "guelfo" e "ghibellino" vengono generalmente utilizzati in relazione alle opposte fazioni fiorentine e toscane. Le prime menzioni dei due termini appaiono negli Annales Florentini.
Nel 1239, compare la parola "guelfi", nel 1242, la parola "ghibellini".Negli anni successivi le attestazioni si fanno più consistenti: ad esempio, si ha un'epistola dei capitani della pars guelforum fiorentina (1246) oppure una menzione della cronaca di Giovanni Codagnello del 1248.
Ciò porterebbe a soffermarsi sul tema dei guelfi e dei ghibellini solo nell'ottica toscana-fiorentina, se non fosse che una tale divisione in fazioni si inserisce nel più ampio problema dello sviluppo dellepartes all'interno dei comuni nell'epoca di Federico II. Infatti, tra la fine del XII secolo e la metà del successivo, si formarono, all'interno di quasi tutte le città, due partes che si schieravano da una parte o dall'altra nella contesa tra papato e Impero.
In Italia tradizionalmente guelfi furono i comuni di Milano, Mantova, Bologna, Firenze, Lucca, Padova; famiglie guelfe furono i bolognesi Geremei, i genovesi Fieschi, i milanesi Della Torre, i riminesiMalatesta e le dinastie di origine obertenga come i ferraresi Este e alcuni rami dei Malaspina.
Tradizionalmente ghibellini, ovvero filoimperiali e filosvevi, furono i comuni di Como, Cremona, Pisa, Siena, Arezzo, Parma, Modena. In Italia famiglie ghibelline furono i bolognesi Lambertazzi, i comaschi Frigerio e Quadrio, i milanesi Visconti, i toscani conti Guidi e gli Ubaldini di Arezzo,i ferraresi Torelli-Salinguerra, i fiorentini degli Uberti e Lamberti, i pisani Della Gherardesca, i trevigiani Da Romano, i senesi Salimbeni e Buonconti, i marchesi Aleramici del Monferrato, e le dinastie di origine obertenga come i Pallavicino e alcuni rami dei Malaspina.[5]
Molto frequenti furono comunque i cambi di bandiera, per cui città e famiglie tradizionalmente di una parte, non esitarono, per opportunità politica a passare alla fazione opposta.
I guelfi bianchi e i guelfi neri furono le due fazioni in cui si divisero intorno alla fine del XIII secolo i guelfi di Firenze e Roma (nobiltà bianca e nobiltà nera) ormai il partito egemonico nelle città dopo la cacciata dei ghibellini.
Le due fazioni lottavano per l'egemonia politica - e quindi economica - in città. A livello della situazione extracittadina, seppur entrambe sostenitrici del papa, erano opposte per carattere politico, ideologico ed economico. I guelfi bianchi, un gruppo di famiglie magnatizie aperte alle forze popolari, perseguivano l'indipendenza politica ed erano fautori di una politica di maggior autonomia nei confronti del pontefice, rifiutandone l'ingerenza nel governo della città e nelle decisioni di varia natura. Mentre i guelfi neri, che rappresentavano soprattutto gli interessi delle famiglie più ricche di Firenze, erano strettamente legati al papa per interessi economici e ne ammettevano il pieno controllo negli affari interni di Firenze, incoraggiando anche l'espansione dell'autorità pontificia in tutta la Toscana.
La rivalità tra i guelfi bianchi e i guelfi neri fu al centro della vita sociale e politica, tra la fine del XIII secolo e il primo decennio del Trecento a Firenze, a Pistoia e in altre città della Toscana. Episodi storici legati ai contrasti nati all'interno del Partito guelfo sono ampiamente trattati nella Divina Commedia che proprio in quegli anni veniva scritta da Dante Alighieri, la cui famiglia era di parte bianca, ma che sposò una donna della nobiltà nera, Gemma Donati. La famiglia Donati fu poi quella che esiliò lo stesso Dante, quando Carlo di Valois conquistò Firenze con l'appoggio di Bonifacio VIII Caetani e le grandi famiglie della nobiltà nera romana, tra cui gli Orsini.
La vittoria della Nobiltà Nera in Italia e in Europa ha portato all'egemonia dei discendenti della dinastia Welfen su tutte le attuali case regnanti e le famiglie ad esse imparentate, che controllano, direttamente o indirettamente, buona parte della finanza internazionale.
Il caso di alleanza matrimoniale più importante dei Welfen è avvenuto quando la regina Vittoria del Regno Unito, ultima degli Hannover di Gran Bretagna, ha sposato Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, discendente della potentissima dinastia dei Wettin, dando origine all'attuale Famiglia Reale Inglese, che nel 1916 assunse il nome di Casa di Windsor.
La vittoria della Nobiltà Nera in Italia e in Europa ha portato all'egemonia dei discendenti della dinastia Welfen su tutte le attuali case regnanti e le famiglie ad esse imparentate, che controllano, direttamente o indirettamente, buona parte della finanza internazionale.
Il caso di alleanza matrimoniale più importante dei Welfen è avvenuto quando la regina Vittoria del Regno Unito, ultima degli Hannover di Gran Bretagna, ha sposato Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, discendente della potentissima dinastia dei Wettin, dando origine all'attuale Famiglia Reale Inglese, che nel 1916 assunse il nome di Casa di Windsor.