Alberto Vittorio era conosciuto in famiglia come Eddy e molti suoi biografi si sono riferiti a lui con questo nomignolo. Da ragazzo viaggiò molto come cadetto della marina. Da adulto entrò nell'esercito, ma non espletò alcun servizio militare attivo.
Dopo due tentativi senza successo di fidanzamento, gli venne promessa in sposa Mary di Teck nel tardo 1891. Poche settimane dopo però Eddie morì durante una pandemia influenzale. Mary in seguito sposò il fratello minore di Alberto Vittorio,
Giorgio, che divenne re Giorgio V nel
1910.
L'intelletto, la sessualità e la sanità mentale di Alberto Vittorio, "Eddie", sono stati oggetto di molte speculazioni; pettegolezzi lo volevano collegato ad uno
scandalo riguardante un bordello per omosessuali, benché
non esistano chiare prove che lui lo frequentasse o che fosse omosessuale. E' invece più probabile la sua sostanziale bisessualità.
Alcuni studiosi affermarono che Alberto Vittorio avesse avuto un figlio con una donna del distretto di Whitechapel di Londra, che avrebbe addirittura sposato in segreto. Secondo questa teoria, la famiglia reale e altri uomini di rango elevato, avrebbero commissionato
gli omicidi attribuiti al misterioso Jack lo Squartatore per coprire una faccenda che avrebbe potuto influenzare in maniera imprevedibile la successione al trono. Documenti dell'epoca indicano però che Alberto Vittorio non poteva essere stato a Londra al momento degli omicidi e quindi l'accusa che egli possa aver compiuto materialmente i delitti è del tutto infondata. Resta però da capire chi furono i mandanti, se ce ne furono.
Come spesso succede quando il figlio di una coppia invidiata cade in disgrazia per qualche scandalo seguito da morte precoce, le chiacchiere della gente andarono puntualmente a colpire i genitori.
Il padre Bertie era un bersaglio fin troppo facile, considerando la sfrenata lussuria che caratterizzava la sua esistenza. Colpire Bertie era come sparare sull'ambulanza, per cui le malelingue trovarono più stuzzicante spostare il tiro sulla sua bella e irreprensibile consorte.
Alessandra di Danimarca, all'epoca Principessa di Galles, aveva sempre nutrito una sconfinata adorazione per il primogenito Eddie, verso cui era sempre stata nel contempo dolcissima e possessiva, trascurando gli altri figli (per loro fortuna).
Fu così che su Alessandra finirono per cadere tutte le accuse per l'origine dei difetti che si rimproveravano in suo figlio: la mancanza di virilità, il suo ritrarsi da giochi rudi; la sua natura dolce, gentile, quieta ed affascinante.
La morte lo colse in giovane età, nel 1892, quando ancora regnava la nonna, regina Vittoria. Ufficialmente morì per le complicazioni di una febbre influenzale. Secondo alcuni si trattava invece di una forma molto virulenta di sifilide, ma anche questo rimane uno dei tanti misteri connessi alla sua breve vita.
La madre Alessandra non riuscì mai a farsene una ragione ed i rimanenti trentatré anni della sua vita, per quanto scanditi dallo sfarzo della corona, prima come regina consorte e poi come regina madre (per il secondogenito, George) non cancellarono la perenne espressione di malinconia nel suo sguardo.
La figura di Alberto Vittorio al cinema
Le teorie cospirazionali che circondavano il principe Alberto Vittorio hanno dato origine a film che lo ritenevano responsabile degli omicidi di Jack lo squartatore, o comunque coinvolto in essi:
Due romanzi di storia alternativa, scritti da Peter Dickinson, immaginano un mondo in cui Alberto Vittorio sopravvive e regna con il nome di Vittorio I. Nell'universo parallelo del racconto breve su Sherlock Holmes di Gary Lovisi, The Adventure of the Missing Detective, il Principe è ritratto come un re tirannico, che governa dopo la morte (in circostanze sospette) della nonna e del padre. Alberto Vittorio appare anche come la vittima dell'omicida del romanzo giallo Goodnight Sweet Prince, in cui appare per la prima volta il detective Lord Francis Powerscourt;[Alberto Vittorio è anche un vampiro nel romanzo I, Vampire di Michael Romkey.