mercoledì 4 dicembre 2013

Moda uomo: il look "venerdì casual" - "casual friday", ma non troppo.



Ci sono alcuni che, approfittando del cosiddetto "casual friday", si presentano in ufficio il venerdì come se fossero già al mare, in montagna, in campagna o a casa sbracati sul divano.
Non sanno, o forse fanno finta di non sapere, che il look più casual che è ammesso il venerdì come giorno prefestivo, non significa affatto mettersi cose a caso, né ammettere la sciatteria e nemmeno dei look stravaganti.
Il "casual friday" permette alcune deroghe rispetto agli altri giorni (di cui ho parlato in un post qualche giorno fa, esemplificando il formal dress tramite il personaggio di Harvey Specter di "Suits"), ma non sono poi moltissime queste deroghe: esaminiamole insieme.

1) E' ammesso lo "spezzato", cioè un abbinamento di giacca e pantaloni di diverso colore o tessuto. 



2) E' ammesso che al posto della giacca si possa portare un maglioncino di lana (sweater), preferibilmente col collo a V (V-neck) oppure a forma di gilet.





3) Sono ammessi colori leggermente più vistosi, ma mi raccomando, solo "leggermente".



4) Sono ammessi, ma qui io non sono molto d'accordo, i jeans, purché siano scuri o grigi, eleganti, di ottima fattura, aderenti e con una cintura altrettanto elegante.






5) Le camicie possono essere anche botton down (anche se io le trovo orripilanti) e avete anche i quadretti o cose del genere, ma sempre senza esagerare, se no si fa la figura dei clown.





6) La cravatta è sempre preferibile e quindi la deroga è soltanto sul tipo e sul colore: magari sono ammesse quelle di lana, quelle con colori caldi o pastello, e persino le skinny, purché abbiate meno di trent'anni o comunque ne dimostriate meno!









7) Per chi ama i cappelli, possono essere ammessi anche questi, purché siano ben abbinati col resto dell'outfit.





9) Si possono osare outfit più originali, ma sempre nei limiti del buon gusto, perché basta un niente per cadere nel ridicolo oppure sembrare in qualche modo eccessivi.






Eddy, duca di Clarence: il principe dei misteri.



Il principe Alberto Vittorio Cristiano Edoardo di Sassonia-Coburgo-Gotha (Frogmore House8 gennaio 1864 – Sandringham House14 gennaio 1892), Duca di Clarence e Avondale, fu un membro della Famiglia reale britannica. Era il figlio maggiore di Alberto Edoardo, "Bertie", Principe di Galles (in seguito re Edoardo VII) e di Alessandra di Danimarca, Principessa di Galles (in seguito regina Alessandra). Al momento della nascita era secondo nella linea di successione al trono, dopo suo padre.

File:Albert Victor late 1880s.jpg

Alberto Vittorio era conosciuto in famiglia come Eddy e molti suoi biografi si sono riferiti a lui con questo nomignolo. Da ragazzo viaggiò molto come cadetto della marina. Da adulto entrò nell'esercito, ma non espletò alcun servizio militare attivo. 

File:Prince Albert Victor, Duke of Clarence (1864-1892) by William (1829-18 ) and Daniel Downey (18 -1881.jpg

Dopo due tentativi senza successo di fidanzamento, gli venne promessa in sposa Mary di Teck nel tardo 1891. Poche settimane dopo però Eddie morì durante una pandemia influenzale. Mary in seguito sposò il fratello minore di Alberto Vittorio, Giorgio, che divenne re Giorgio V nel 1910.


















L'intelletto, la sessualità e la sanità mentale di Alberto Vittorio, "Eddie", sono stati oggetto di molte speculazioni; pettegolezzi lo volevano collegato ad uno scandalo riguardante un bordello per omosessuali, benché non esistano chiare prove che lui lo frequentasse o che fosse omosessuale. E' invece più probabile la sua sostanziale bisessualità.
Alcuni studiosi affermarono  che Alberto Vittorio avesse avuto un figlio con una donna del distretto di Whitechapel di Londra, che avrebbe addirittura sposato in segreto. Secondo questa teoria, la famiglia reale e altri uomini di rango elevato, avrebbero commissionato gli omicidi attribuiti al misterioso Jack lo Squartatore per coprire una faccenda che avrebbe potuto influenzare in maniera imprevedibile la successione al trono. Documenti dell'epoca indicano però che Alberto Vittorio non poteva essere stato a Londra al momento degli omicidi e quindi l'accusa che egli possa aver compiuto materialmente i delitti è del tutto infondata. Resta però da capire chi furono i mandanti, se ce ne furono.

Come spesso succede quando il figlio di una coppia invidiata cade in disgrazia per qualche scandalo seguito da morte precoce, le chiacchiere della gente andarono puntualmente a colpire i genitori.

Il padre Bertie era un bersaglio fin troppo facile, considerando la sfrenata lussuria che caratterizzava la sua esistenza. Colpire Bertie era come sparare sull'ambulanza, per cui le malelingue trovarono più stuzzicante spostare il tiro sulla sua bella e irreprensibile consorte.
Alessandra di Danimarca, all'epoca Principessa di Galles, aveva sempre nutrito una sconfinata adorazione per il primogenito Eddie, verso cui era sempre stata nel contempo dolcissima e possessiva, trascurando gli altri figli (per loro fortuna).

File:1902 alexandra coronationhr.jpg

Fu così che su Alessandra finirono per cadere tutte le accuse per l'origine dei difetti che si rimproveravano in suo figlio: la mancanza di virilità, il suo ritrarsi da giochi rudi; la sua natura dolce, gentile, quieta ed affascinante.
La morte lo colse in giovane età, nel 1892, quando ancora regnava la nonna, regina Vittoria. Ufficialmente morì per le complicazioni di una febbre influenzale. Secondo alcuni si trattava invece di una forma molto virulenta di sifilide, ma anche questo rimane uno dei tanti misteri connessi alla sua breve vita.

La madre Alessandra non riuscì mai a farsene una ragione ed i rimanenti trentatré anni della sua vita, per quanto scanditi dallo sfarzo della corona, prima come regina consorte e poi come regina madre (per il secondogenito, George) non cancellarono la perenne espressione di malinconia nel suo sguardo.

La figura di Alberto Vittorio al cinema

Le teorie cospirazionali che circondavano il principe Alberto Vittorio hanno dato origine a film che lo ritenevano responsabile degli omicidi di Jack lo squartatore, o comunque coinvolto in essi:
  • il film giallo di Bob Clark Murder by Decree sulle investigazioni di Sherlock Holmes uscito nel 1979 con Robin Marshall nei panni del "Duca di Clarence (Eddy)";
  • Jack the Ripper di David Wickes, uscito nel 1988, con Marc Culwick a rappresentare il principe Alberto Vittorio;
  • nel 1997 venne trasmesso un film per la televisioneThe Ripper, di Janet Meyers, con Samuel West che interpreta il "principe Eddy"; per una fortuita coincidenza, West aveva interpretato il giovane Alberto Vittorio nella miniserie TV, Edoardo il Re.
  • il film From Hell dei fratelli Hughes uscito nel 2001 e basato sull'omonimo grafic novel di Alan Moore e Eddie Campbell;
  • Mark Dexter rappresentò sia "Prince Edward" che "Albert Sickert". La storia è anche la base per la commedia Force and Hypocrisy di Doug Lucie.
Due romanzi di storia alternativa, scritti da Peter Dickinson, immaginano un mondo in cui Alberto Vittorio sopravvive e regna con il nome di Vittorio I. Nell'universo parallelo del racconto breve su Sherlock Holmes di Gary Lovisi, The Adventure of the Missing Detective, il Principe è ritratto come un re tirannico, che governa dopo la morte (in circostanze sospette) della nonna e del padre. Alberto Vittorio appare anche come la vittima dell'omicida del romanzo giallo Goodnight Sweet Prince, in cui appare per la prima volta il detective Lord Francis Powerscourt;[Alberto Vittorio è anche un vampiro nel romanzo I, Vampire di Michael Romkey.

martedì 3 dicembre 2013

Albero genealogico di Kate Middleton, Duchessa di Cambridge.



L'albero genealogico indica anche le professioni dei vari antenati. Come possiamo vedere erano commercianti, avvocati e, nel ramo materno, operai generici e minatori.
Kate Middleton è la prima donna non nobile di nascita a sposare un erede al trono britannico.

Scandalizzare in silenzio: le regole di Marlborough House.



Il Principe di Galles, Bertie e la moglie Principessa Alexandra, presero dimora nel sontuoso complesso di Marlborough House, dove allestirono una vera e propria corte parallela.



Mentre a Buckingham Palace e a Windsor si moriva di noia, contagiati dalla tetraggine perpetua della real vedova, la regina Vittoria, e della sua corte di vecchi inaciditi e rozzi stallieri, a Marlborough House e a Sandringham i Principi di Galles si davano alla bella vita e si circondavano di un ambiente che teneva insieme i gaudenti aristocratici squattrinati con i nuovi ricchi in cerca di legittimazione sociale.
I banchieri erano i benvenuti, poiché Bertie, grande spendaccione, aveva sempre bisogno di denaro.
Il Principe aveva tutti i difetti possibili: Bacco, Tabacco e Venere, gola, pigrizia, gioco d'azzardo.
Per Bertie tradire sempre e costantemente la moglie era la regola di vita numero uno.



Per Alexandra la regola era far finta di niente, persino quando il marito ci provava con le sue dame di compagnia. Per lei era "un sollievo" il fatto che quel marito brutto, grasso e con la barba impregnata di puzza di sigaro e di alcool, sfogasse i suoi insaziabili istinti sessuali con altre donne e visitasse la camera nuziale soltanto lo stretto necessario per mettere al mondo dei figli.
E i figli arrivavano.



A neanche un anno dal matrimonio, l’8 gennaio 1864, alla coppia dei principi di Galles nacque, prematuramente, il loro primo figlio: Alberto Vittorio Cristiano Edoardo, detto "Eddie"che più tardi divenne duca di Clarence e che morì di polmonite nel 1892. A breve distanza l’uno dall’altro nacquero gli altri cinque figli. Il secondogenito fu Giorgio Federico Ernesto Alberto, nato il 3 giugno 1865 che diventerà re Giorgio V; poi fu la volta della principessa Luisa, nata il 20 febbraio 1867, della principessa Vittoria, nata il 6 luglio 1868, della principessa Maud, nata il 26 novembre 1869, e di Alessandro Giovanni che, nato il 6 aprile 1871, sopravvisse un solo giorno.
Mentre la moglie si divideva tra le gravidanze e la vita mondana, il principe Bertie se la spassava con gli amici e con le amanti.

Le amicizie femminili

Al tempo della nascita dell’ultima figlia, Maud, le amicizie amorose di Edoardo erano diventate troppe perché fosse possibile soffocare i pettegolezzi. In quel periodo infatti si cominciò a fare apertamente il nome della prima delle donne di spettacolo che entrarono nella sua vita, la cantante d’operetta Hortense Schneider (1833-1920). Più duraturo e pubblico fu invece il rapporto con l’attrice francese Lillie Langtry: i due si incontrarono il 27 maggio 1877 ad una cena e da quella sera la relazione durò poco meno di 13 anni.
Alla Langtry subentrò quale amante ufficiale dal 1891 fino al 1898 Daisy Brooke (1861-1938), moglie di Francis Greville, V conte di Warwick. 
Tuttavia, l’ultimo e, presumibilmente, il più grande amore di Edoardo fu Alice Keppel (1868-1947), figlia minore dell’ammiraglio William Edmonstone (1810-1888) di antico lignaggio scozzese e moglie di George Keppel, dei conti di Alberarle. Le doti di Alice Keppel che più sedussero il principe di Galles furono probabilmente la sua naturale gaiezza e la sua prorompente vitalità. A differenza di Daisy Brooke era la quintessenza della discrezione e, a differenza di Lillie Langtry, era molto signorile. Lei e Edoardo si incontrarono ad un pranzo il 27 febbraio 1898 e la loro amicizia durò tutta la vita. L'unica donna che potesse rivaleggiare con Alice Keppel fu Agnes Keyser, che Edoardo conobbe da giovane e che gli fu vicino gli ultimi giorni della sua vita.
Anche le amanti ufficiali venivano regolarmente "tradite" dal principe Bertie, che si concedeva anche brevissime avventure di carattere esclusivamente sessuale.
Il guaio in tutto questo era che ogni volta che una amante del principe rimaneva incinta, la sua vita era distrutta, perché l'altra regola fondamentale di Marlborough House era che nessuno scandalo doveva diventare di dominio pubblico.

File:Alexander Bassano (1829-1913) - Edward, Prince of Wales, later King Edward VII.jpg

Il principe si godeva la vita, ma a pagarne il prezzo erano gli altri. La sua reputazione, almeno ufficialmente, doveva rimanere senza ombre.
Per questo ogni volta che una ex amante rimaneva incinta o gli chiedeva dei mezzi di sussistenza, entravano in scena i servizi segreti britannici che si premuravano di allontanare e di mettere a tacere le donne ed i loro eventuali figli. In questo tipo di clima, in cui le donne sparivano per salvare la faccia barbuta di Bertie, non c'è da meravigliarsi se gran parte dell'opinione pubblica collegava i delitti di Jack lo Squartatore con la famiglia del Principe di Galles.
La cosa che più infastidisce, leggendo la biografia di Albert Edward, futuro re Edoardo VII, è che, nonostante egli conducesse una vita totalmente dedita ai piaceri materiali e carnali, completamente irresponsabile e priva di qualsiasi scrupolo morale e legale, sia sempre riuscito a farla franca.
Negli stessi anni in cui la vita di Oscar Wilde veniva distrutta dalla rigida morale vittoriana e dalle sue leggi puritane, il principe Bertie non veniva nemmeno sfiorato dagli scandali, perché la stampa e la magistratura mettevano a tacere qualsiasi cosa che potesse mettere in pericolo la successione al trono.
Persino sua moglie, la malinconica principessa Alexandra, lo perdonava e lo difendeva.



Alexandra era fedele al marito, ma aveva smesso di amarlo in breve tempo e si era dedicata completamente all'educazione dei figli, in particolare il primogenito, che era fragile e malaticcio e per il quale la Principessa di Galles nutriva un affetto sconfinato.



Parlerò della sorte di questo sfortunato principe, "Eddie", duca di Clarence, in uno dei prossimi post.

Albero genealogico di Diana Spencer




La famiglia paterna di lady Diana era quella dei conti Spencer di Althorp. La famiglia materna era quella dei Burke Roche, baroni Fermoy. Entrambe le famiglie appartenevano all'antica aristocrazia inglese.
Lady Diana era nobile di sangue blu e il titolo di Lady le spettava per diritto di nascita.









lunedì 2 dicembre 2013

Gli Arcani Supremi. Capitolo 55. I Windsor e la Massoneria. Il Principe Promesso.



<<Quando Giorgio VI divenne re, dopo l'abdicazione del fratello e nonostante i noti problemi di balbuzie, tutti capirono che la Massoneria aveva vinto>> dichiarò lady Edith Burke-Roche a lord Robert Oakwood, duca di Albany, quando si presentò al castello la mattina successiva.
Robert aveva ben chiaro il concetto, ma c'era una domanda che gli frullava nella testa da giorni:
<<Ma sono i Windsor a controllare la Massoneria oppure è il contrario?>>
Lady Edith sorrise compiaciuta:
<<Questa è la domanda essenziale! Attualmente il Gran Maestro è il Duca di Kent, il cugino di Elisabetta II, che di fatto rappresenta la famiglia reale inglese nel mondo della finanza. Ma credo che la risposta alla tua domanda sia da ricercare molto tempo prima, nel momento in cui il legame tra la Massoneria e i futuri Windsor divenne ufficiale. Questo avvenne ad opera di Albert Edward, detto "Bertie", il Principe di Galles figlio della regina Vittoria. E la spiegazione è molto semplice e direi quasi banale: Bertie era indebitato fino al collo e siccome il Parlamento non intendeva stanziare altri emolumenti per un simile fannullone e beone, il Principe si rivolse ai finanziatori privati, in particolare ai Rotschild. Furono loro a introdurlo nella Massoneria>>



<<La cosa incredibile è che alla fine il principe Bertie riuscì a diventare addirittura Gran Maestro. La sua grande astuzia era quella di trasformare i suoi vizi in delle virtù. E così i suoi debiti a sei zeri verso Nathaniel Rothschild divennero il suo trampolino di lancio vero un potere molto maggiore del trono. Possiamo dire che i Windsor e la Massoneria si sono salvati a vicenda e continuano a farlo>>
Robert scrollò le spalle:
<<E continueranno ancora. Non vedo come noi possiamo impedirlo>>
Lady Edith tornò seria:
<<Lo sai benissimo, invece! C'è una sola cosa su cui io e gli Iniziati siamo d'accordo ed è quella di far valere i tuoi diritti ereditari. E lo faremo con l'aiuto di ciò che troveremo al di là del Varco>>
Lui sospirò:
<<Ma è una follia!>>
Lei lo fissò freddamente:
<<E' il tuo destino, Figlio dei Cento Re!>>



Gli pose una mano sulla spalla.
Lui scosse il capo:
<<Vi state tutti illudendo. Credete che i Grandi Anziani, al di là del Varco, vorranno sostenere il vostro disegno, il vostro "nobile scopo", ma questa convinzione non ha alcun fondamento>>
Lady Edith sapeva bene quanto fosse fondata quell'obiezione.

Siân Phillips as Rev. Mother Gaius Helen Mohiam in Dune (1984) (1984)

<<Per duemila anni abbiamo controllato i matrimoni e le nascite dei discendenti del Sangue Reale. Tu sei il prodotto di una selezione volontaria destinata ad ottenere quello che noi chiamiamo il Principe Promesso. Un progetto analogo è stato compiuto dagli Illuminati e da coloro che li hanno preceduti e seguiti e costoro si illudono che il Principe Promesso sia William Mountbatten-Windsor, Duca di Cambridge, il figlio di Carlo e Diana. Non hai idea di quanti sciocchi credano a questa versione>>
Robert aveva controllato via internet ed era rimasto sconvolto dalle assurde dicerie che circondavano il principe William, ed aveva provato una sincera compassione per lui.



Lo chiamavano "l'Anticristo".
<<Non lo invidio per niente>>
Lady Edith ebbe un moto di stizza:
<<Se i suoi parenti si fossero dissociati dalla Massoneria, tutto questo non sarebbe successo, compresa la morte della principessa Diana. Ora però la situazione è più grave. La famiglia reale ormai sta perdendo il codice genetico originario. La dinastia dovrebbe chiamarsi Middleton! Questo è stato il loro ultimo affronto alla Tradizione, senza la quale l'istituto stesso della monarchia diventa privo di ogni fondamento>>
Robert dedusse le implicazioni di quell'affermazione:
<<Questo significa che i matrimoni della mia famiglia sono stati tutti combinati?>>
Lady Edith annuì:
<<Tutti. Anche il mio. Anche quello di Richard Stoker. E ti dirò di più: è già stato deciso che tu sposerai mia nipote Maggie. Alla fine anche gli Iniziati hanno acconsentito, per sanare l'antica frattura tra le famiglie del Sangue Reale. Ne ho parlato con tua madre. Anche lei è d'accordo>>



<<Siete tutti d'accordo, vedo. E il mio parere non vi interessa? Perché nessuno ha chiesto cosa ne penso io?>>
Lei sorrise ironicamente:
<<Sei andato a letto con Maggie più volte senza usare precauzioni. L'abbiamo interpretato come un assenso>>
<<Questo è ridicolo! Maggie prendeva la pillola e quindi...>>
Lady Edith rise:
<<Ah sì? E tu ci hai creduto? O forse ti faceva comodo crederci, in quel momento. Ma questo non ha più importanza, visto che lei è incinta. Sì, aspetta un figlio ed ora si trova in un luogo sicuro, dove tu la raggiungerai quando avrai portato a termine la tua missione>>
Robert le rivolse uno sguardo sconvolto e adirato.



<<E se io rifiutassi?>>
Lei assunse un'espressione compunta.



<<Molti hanno provato a ribellarsi al nostro programma di riproduzione>>
Robert sentì il gelo della minaccia in quelle parole:
<<Hanno tentato e hanno fallito?>>
Lei non batté ciglio e rispose quasi senza muovere le labbra:
<<Hanno tentato e sono morti!>>

Charles Dickens giovane dandy



Forse non molti sanno che, in gioventù, Charles Dickens, (Portsmouth7 febbraio 1812 – Gadshill9 giugno 1870),  fu un "dandy" di tutto rispetto.
Dopo un'infanzia travagliata, come quella dei protagonisti dei suoi romanzi, si recò a Londra in cerca di fortuna.
All'età di quindici anni entra nello studio legale Ellis & Blackmore come praticante, con buone prospettive di diventare avvocato, ma la professione non gli piace e quindi inizia a studiare stenografia. Nel frattempo, comincia a frequentare i teatri londinesi, abitudine che non dismetterà mai, assistendo a diversissimi generi, dalle tragedie shakespeariane alle farse e alle operette musicali. Nel 1828, abbandonato lo studio legale, s'impiega presso Charles Molloy e svolge attività di stenografo presso alcuni tribunali e uffici legislativi. Pian piano, sorge in lui l'ambizione di diventare cronista parlamentare.



Nel 1832 inizia a collaborare con l'agenzia The Mirror of Parliament ("Lo Specchio del Parlamento"), fondata da uno zio. Nello stesso periodo diviene cronista del quotidiano della sera The True Sun, potendo così stabilirsi da solo in Cecil Street e meditando di divenire attore. Il 1º dicembre 1833 pubblica anonimamente il suo primo bozzetto sul Monthly Magazine. Nell'agosto del 1834 viene assunto come cronista dal Morning Chronicle



Nel 1836, in aprile, comincia in dispense mensili a pubblicare sul Morning Chronicle il primo romanzo. L'editore è Chapman and Hall e il romanzo s'intitola I quaderni postumi del Circolo Pickwick (The Posthumous Papers of the Pickwick Club): il libro lo rende in breve assai famoso nel panorama della narrativa inglese. 
Nel frattempo il 2 aprile 1836 sposa Catherine Hogarth, figlia del direttore del giornale. A settembre debutta il dramma The Strange Gentleman, adattato da un suo bozzetto. A novembre, cessa la sua collaborazione con il Morning Chronicle. A dicembre debutta l'opera The Village Coquettes, di cui Dickens ha scritto il libretto.


Sempre nel 1836 accetta di lavorare come scrittore presso il Bentley's Miscellany, occupazione che conserva fino al 1839. A gennaio del 1837, con il primo numero della rivista, esce la prima puntata di Oliver Twist. Il 2 gennaio è nel frattempo nato il primogenito, Charles Culliford Boz, mentre ad aprile la famiglia si trasferisce nel quartiere londinese di Bloomsbury, al 48 di Doughty Street. La casa ospita anche Mary Hogarth, cognata sedicenne di Dickens, che muore in maggio. Lo scrittore rimane assai colpito dalla scomparsa di Mary, tanto che non riesce a terminareIl Circolo Pickwick prima di novembre (l'ultimo fascicolo venderà 40.000 copie).
Nel 1838 lavora alla rielaborazione delle memorie del clown circense Joseph Grimaldi. Il 31 marzo appare il primo fascicolo del Nicholas Nickleby, mentre l'ultimo fascicolo esce in ottobre. A dicembre, la famiglia Dickens si trasferisce al numero 1 di Devonshire Terrace, nei pressi del Regent's Park.
Ormai è un uomo di successo avviato a diventare il più grande scrittore inglese dell'Ottocento.

Nel 2014 tornano i capelli ricci?

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Si dice che una moda duri una decina d'anni. La moda dei capelli lisci è durata anche di più. Sono state ammesse solo delle lievi ondulazioni, ma adesso pare che ci siano delle novità. Revival dei capelli ricci, sulle passerelle, tra le star, nello street-style. Finalmente! Stefano Santoro, nato hair-stylist e attualmente educator all'accademia Redken Exchange, sulla Fifth Avenue a New York, ci spiega: “Negli ultimi anni c'è stato il grande boom del liscio e anche se la maggior parte delle italiane ha capelli naturalmente mossi, un po’ per seguire le tendenze, un po’ perché i ricci sono molto difficili da gestire, moltissime di loro hanno utilizzato piastre e prodotti liscianti. Ed è stato, in molti casi, un ripiego. Onde e ricci stanno tornando alla ribalta, sembrerebbe finita la ”dittatura del liscio e degli strumenti necessari per ottenerlo”, ci piace dire in modo scherzoso. È importante però che nei saloni gli hairstylist siano pronti a interpretare questa esigenza, per questo tra i miei compiti, c’è quello di far recuperare ai giovani parrucchieri i metodi di taglio e asciugatura di questo tipo di capelli, che si erano un po' persi negli ultimi anni. 

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In quest’ottica, il movimento Curly Pride, una community di donne “boccolute” decise a rivalutare “l'orgoglio (e il potere seduttivo) del riccio” ha immediatamente incontrato il sostegno della marca Redken, brand americano di trattamenti haircare professionali, che ha sposato la causa e sostenuto il movimento con due eventi che si sono tenuti a Roma. Il primo, un anno fa, con una vera e propria invasione di donne super ricce che, capitanate da tre modelle con styling voluminosi, hanno fatto il loro ingresso nella metropolitana romana tra l'ilarità e la sorpresa dei passeggeri. Naturalmente tutte erano stato accolte da parrucchieri Redken che avevano realizzato per ciascuna di loro imponenti e stravaganti pettinature, enfatizzando i loro ricci naturali grazie alla gamma specifica Redken Curvaceous. 
Ecco alcuni consigli:

Colore uniforme o variegato?
Pur rispettando la tipologia del viso (occhi, pelle), un colore può dare più forza ai lineamenti oppure attenuare i difetti. Su una capigliatura riccia, comunque, un colore troppo uniforme farebbe perdere il tipico gioco di luce e ombre creato dal movimento. Oggi, la tendenza vuole le radici più scure rispetto a lunghezze e punte più chiare, in sfumature più o meno nette. Tra poco - penso - si verificherà il contrario, cioé radici più chiare e punte più scure. E sul riccio, si tornerà anche a  mèches e “a blocchi”, più geometrici e più definiti.

Da 1 a 10: e tu che riccio hai?
Dall'1 fino al 5, il movimento è come un'onda che si alza lenta ma cresce man mano. Tra il 4 e il 6: è il classico riccio mediterraneo, vivace ma non troppo zizagato. Se la spirale diventa una C, siamo al punteggio 7. Da qui in poi, il riccio si stringe sempre di più e tende a diventare crespo, siamo intorno al 9 e al 10.
 
Come scegliere i prodotti
Obiettivo: elasticità, costruzione del riccio, definizione e sofficità. Il gel è l'ideale per i capelli sottili perché crea una guaina protettiva, elasticizza lo stelo e solidifica subito mentre la schiuma dà forza e “costruisce” i ricci. Entrambi i prodotti rendono più compatti i capelli. I trattamenti in crema e fluidi sono più emollienti e idratanti: i primi sono indicati per chi ha tanti capelli e molto secchi, gli altri invece vanno bene su quelli che tendono a incresparsi. Gli spray, in generale, danno invece sostegno e volume.


Significato e origine della frase "Keep Calm and...", il tormentone di Facebook

Keep Calm and Carry On: «Mantieni la calma e vai avanti». È il 1939, la Seconda guerra mondiale infuria e per tenere alto il morale dei propri cittadini il governo britannico pubblica un poster che diventerà celebre oltre 60 anni dopo, quel «Keep calm and carry on» che oggi vediamo ovunque remixato in mille fogge diverse. Il font è semplice, lineare, tutto maiuscolo e senza grazie, lo sfondo è di un rosso brillante per essere visto anche da lontano e sopra, per dargli autorevolezza, compare la corona di Giorgio VI, il sovrano protagonista del film «Il discorso del Re». Caduto nel dimenticatoio della storia, il poster ricompare nel 2000 grazie a Stuart e Mary Manley, possessori della libreria Barter Books di Alnwick, in Inghilterra, che ne avevano trovato una copia in una vecchia scatola. Dapprima lo espongono senza pensarci troppo e vista la sorpresa suscitata nei loro clienti decidono di ristamparlo. Basta poco e già nel marzo del 2009 i due affermano di averne vendute più di 40 mila. Quasi un record per un foglio di carta venuto da chissà dove.