Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
venerdì 7 giugno 2013
Vita del principe Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo e marito di Elisabetta II
Filippo Mountbatten, il cui nome originario era Philip von Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, principe di Grecia e Danimarca, nacque a Corfù, in Grecia, il 10 giugno 1921, dal principe Andrea di Grecia (quartogenito del re Giorgio di Grecia, discendente dalla famiglia reale danese) e dalla nobildonna Alice di Battenberg.
Dopo il colpo di stato del 1922, che pose fine alla monarchia in Grecia, Filippo seguì i genitori in esilio a Parigi.
Si narra che la fuga sia stata rocambolesca e che il piccolo Filippo fu nascosto in una cesta per le arance.
La famiglia si trasferì in Francia e si stabilì a Saint-Cloud, sobborgo di Parigi.
Quasi subito i genitori si separarono.
Il padre visse i suoi ultimi anni in Costa Azzurra, tra eccessi di alcolismo e amanti. Si è detto che Andrea di Grecia fosse bisessuale.
I traumi dell'esilio e della separazione dal marito provocarono un crollo emotivo nella madre, Alice di Battenberg, che fu ricoverata in una clinica psichiatrica per un grave esaurimento nervoso ed un principio di psicosi schizofrenica. Solo dopo molte cure Alice ritrovò un equilibrio mentale e si fece suora.
Rimasto di fatto senza i genitori, Filippo fu assegnato alla tutela dello zio materno, lord Louis "Dickie" Mountbatten (che aveva inglesizzato il proprio cognome da Battenberg in Mountbatten), il cui padre Luigi era divenuto Ammiraglio della Flotta Britannica.
Lord Mountbatten fu nominato Viceré delle Indie e Conte di Birmania.
Quando Filippo terminò con scarso successo gli studi presso la Schule Schloss Salem in Germania, e la Gordonstoun, in Scozia, fu sempre lo zio Lord Mountbatten che favorì il suo arruolamento nella Marina Britannica, di cui il giovane divenne presto un promettente ufficiale.
Nel 1939 Filippo Mountbatten conobbe, in occasione di un ricevimento a Buckingham Palace, la principessa Elisabetta Windsor, che era imparentata con lui alla lontana, in quanto entrambi discendevano dalla regina Vittoria.
Elisabetta all'epoca aveva solo 13 anni, ma le sue idee erano molto chiare: voleva sposare l'aitante cugino e da allora intrattenne con lui una lunga corrispondenza, anche durante gli anni della guerra.
La coppia si sposò nel 1947.
Elisabetta era innamorata, come testimoniano i suoi diari e le sue lettere, rese pubbliche (dopo una paziente opera di correzione e limatura) in occasione del sessantesimo anniversario di matrimonio.
Non abbiamo alcuna prova invece sui sentimenti di Filippo, ma certo possiamo dire che colse al volo l'occasione per recuperare tutta la fortuna che aveva perso in gioventù.
Il re Giorgio VI, infatti, nominò Filippo Duca di Edimburgo, e quindi per alcuni anni Elisabetta fu Duchessa di Edimburgo.
Nel 1948 nacque il loro primogenito, Carlo, il futuro Principe del Galles. Seguirono Anna, principessa reale, Andrea, duca di York ed Edoardo, conte di Wessex.
Nel 1952 il re Giorgio VI morì ed Elisabetta divenne regina. Fu incoronata il 3 giugno 1953.
In tale occasione Filippo assunse il titolo di Principe consorte.
Al contrario di suo zio, Lord Mountbatten, che fu l'ultimo vicerè delle Indie, Filippo era un personaggio controverso, noto per il suo carattere irascibile e per le sue gaffes politicamente scorrette.
Inoltre Filippo non è stato un marito fedele: è nota la sua frequentazione di club per soli uomini dove pullulavano escort di lusso e ballerine di facili costumi.
Le infedeltà di Filippo furono numerose e costanti.
Elisabetta gli perdonò tutti i tradimenti, perché avvennero sempre in maniera discreta, forse anche perché all'epoca i paparazzi avevano pochi mezzi a disposizione.
Il rapporto tra Elisabetta e Filippo fu molto teso, soprattutto nei primi dieci anni di matrimonio.
Filippo non sopportava l'idea di dover vivere all'ombra di una moglie potente, ligia al dovere e spesso distante sia fisicamente che mentalmente.
Come padre ebbe un rapporto molto conflittuale con i figli, specie con Carlo, principe di Galles, che in una intervista lo definì "un padre irascibile, sadico e a volte brutale".
Accusava Anna di essere un maschiaccio e Carlo una femminuccia.
A prendere le difese di Carlo fu sempre la Regina Madre, sua nonna.
Di sua madre, Carlo invece accennò alla freddezza e al fatto che sapesse esprimere il suo affetto prevalentemente con i cani e i cavalli.
Un riavvicinamento tra Elisabetta e Filippo si ebbe intorno 1960, quando, per mettere a tacere le voci di una crisi matrimoniale, decisero di concepire il loro terzo figlio, il principe Andrea.
Seguì poi un quarto figlio, il principe Edoardo.
L'assassinio dello zio, Lord Mountbatten, nel 1979, rese ancora più anticonformista e provocatoria la visione politica di Filippo, laddove invece Elisabetta II oscillò tra un moderato conservatorismo con aperture socialdemocratiche.
Uno dei principali nemici del principe Filippo, Mohammed Al-Fayed, dichiarò che il Duca di Edimburgo era il vero re d'Inghilterra, e che le sue idee erano fortemente xenofobe.
Con la vecchiaia e le malattie, il carattere del principe consorte si è fatto più conciliante, specie grazie all'ottimo rapporto col nipote William, duca di Cambridge.
Negli ultimi anni il principe è stato sottoposto a numerosi trattamenti sanitari, tra cui un'angioplastica cardiaca in seguito ad una ischemia coronarica.
Nonostante questo è sempre stato presente ai festeggiamenti ufficiali, mostrandosi allegro e sempre pronto alle battute e e specialmente alle gaffes.
Durante il giubileo per i 60 anni di regno di Elisabetta II, il principe Filippo è stato ricoverato due volte in ospedale, per una infezione alle vie urinarie, che ha fatto sospettare l'esistenza di un tumore alla prostata, probabilmente asportato durante la lunga degenza.
E' notizia di oggi, 7 giugno 2013 che, durante i festeggiamenti per l'anniversario dell'incoronazione della regina, il novantaduenne duca di Edimburgo si è sentito male all'addome ed è stato ricoverato per un intervento di colonscopia con eventuale asportazione di polipi. L'intervento si è reso necessario sulla base dei dati di alcune analisi compiute nei giorni precedenti.
Il premier Cameron ha espresso la solidarietà del governo e del popolo britannico all'anziano principe.
I maligni sospettano, con notevole probabilità, che suo figlio Carlo attenda con una certa ansia il decesso del padre, che lo avvicinerebbe di un passo (solo moralmente, ma non tecnicamente, in quanto Filippo non è mai rientrato nella linea di successione, essendo solo un consorte e quindi non un "principe del sangue" reale) nella sua lunga marcia verso il trono.
L'attesa di Carlo è stata lunga, come mostra l'albero genealogico della famiglia reale inglese e la linea di successione al trono britannico.
Riuscirà il principe di Galles, Carlo Mountbatten Windsor, a seppellire una buona volta l'odiato genitore?
Noi crediamo che la fibra del principe Filippo sia ancora molto robusta e che anche questa volta riuscirà a superare i suoi problemi di salute, nonostante viaggi ormai verso i 92 anni.
Moda maschile del decennio 2000-2010
Il primo decennio del XXI secolo, dal punto di vista della moda maschile giovanile elegante, si apre in stile vintage con un revival degli anni '70, come è reso perfettamente da questa foto di Damian Kulash, frontman della band Ok Go.
Notiamo pettinature (là dove possibile) con capelli lunghi, frange, ciuffi e riccioli. Camicie a righe o colorate, giacche gessate con due bottoni (vengono infatti abbandonati i 3 bottoni tipici degli anni '90) e cravatte spesse, di seta elaborata, con disegni e intarsi molto particolari. I nodi sono preferibilmente di tipo Doppio Windsor o Half Windsor, ma in ogni caso molto ampi e importanti.
Questo tipo di modello è maggioritario fino al 2007 circa, quando incomincia una inversione di tendenza che mira lentamente a condurre verso gli anni '60.
Tra i teen-ager spopola la pettinatura e il modo di vestire di Zac Efron, con una pettinatura che ricorda vagamente quella di Paul McCartney nei favolosi Sixties della swinging London.
Il punto di riferimento diventa la Londra degli anni Sessanta, quella dei favolosi parties dei Conti di Snowdon, e cioè la principessa Margaret Windsor e suo marito Lord Antony Armstrong-Jones, famoso fotografo. La principessa fu una vera mecenate del British Pop e la sua vita fu indimenticabile!
Dal british revival della Contessa di Snowdon, si passa ad una ispirazione ancora precedente.
Si risalgono i decenni, a ritroso, e si incontra, in Robert Pattinson, una sorta di riedizione "ad usum Delphini" (cioè fruibile dalle adolescenti e imitabile dai loro coetanei) del mitico James Dean.
La capigliatura alla Robert Pattinson, alias Edward Cullen, il vampiro più melenso della storia, soppianta quella di Zac Efron. Quindi, al posto del caschetto anni '60, c'è una chioma che scopre la fronte e innalza i capelli, scompigliandoli in un finto disordine, in realtà "scolpito" in maniera maniacale a colpi di gel e spray fissanti.
Anche nel vestiario elegante possiamo seguire Pattinson come testimonial del cambio di paradigma che porta alla devastante invasione delle skinny ties, le cravattine anni '60 che dal 2008 incominciano ad infestare i look dei giovanissimi, contagiando poi anche gli altri.
Dal 2009 si assiste ad un "ritorno all'ordine" che ci riporta addirittura agli anni '50.
Capelli cortissimi, vestiti a tre pezzi, molto sobri, con gilet eleganti e camicie rigorosamente bianche.
Possiamo vedere in Zac Efron, il dapper boy per eccellenza, la stessa evoluzione: prima chioma ribelle, poi pettinatura da bravo ragazzo del buon tempo andato.
Il testimonial del ritorno in auge, anche tra i giovanissimi, del vestito a tre pezzi (three pieces suit) è senza dubbio Justin Timberlake.
Chi ha mai visto Justin Timberlake senza un gilet? Credo nemmeno la sua splendida moglie Jessica Biel!
Anzi no, forse lei lo ha visto, almeno in questa foto... ma qui siamo già nel decennio successivo...
Dal 2010 la dittatura delle skinny ties e degli abiti neri con camicie bianche alla Blues Brothers diventa un fenomeno dilagante, che trova un argine soltanto in Gran Bretagna, dove l'icona inossidabile continua ad essere David Beckham.
Nel 2010 lo vediamo prediligere completi a tre pezzi grigio chiaro, con cravatte blu a pallini, o grigie tono su tono.
Tutto questo resiste fino ad una data ben precisa, e cioè il venerdì 29 aprile 2011, giorno del matrimonio tra il principe William, duca di Cambridge e Kate Middleton.
Quella data, con gli ospiti vestiti secondo un ben preciso codice, compreso il nodo Half-Windsor alla cravatta, apre ufficialmente un nuovo decennio nella moda maschile britannica, di cui Beckham si fa interprete con tutta la sua numerosa famiglia.
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mercoledì 5 giugno 2013
Albero genealogico degli Elfi nei romanzi di Tolkien
Tra i discendenti di Finwe abbiamo Galadriel, figlia del suo terzogenito Finarfin, e Gil-Galad, ultimo Alto Re degli Elfi della Terra di Mezzo, figlio di Fingon, a sua volta figlio di Fingolfin, secondogenito di Finwe.
Discendenza di Finwë [modifica]
martedì 4 giugno 2013
Gli Elfi e la loro dimora: Alfheim
Etimologia [modifica]
La parola elfo deriva dall'Inglese antico ælf o elf, a sua volta proveniente dal proto-germanico *albiz, dal linguaggio norreno álf(a)r e dall'alto tedesco medio elbe. *Albiz potrebbe provenire dalla lingua protoindoeuropea nella quale *albh (da cui trae origine anche il termine latino "albus") bianco .
Mitologie scandinava, scozzese e celtica [modifica]
Nei libri Fantasy la nascita degli elfi ed il loro comportamento spesso variano a seconda di ciò che decide l'autore; tuttavia gli elfi furono soggetti per primo alla mitologia nordica, la quale, creandoli, diede loro una nascita che è bene non dimenticare.
Gli Alfar (è così che in lingua scandinava si chiamano gli elfi), nacquero, secondo la leggenda ovviamente, dai vermi che divorarono il cadavere di Ymir (gigante della mitologia norrena importante per la cosmogonia e la cosmologia nordica).[1]
Gli Alfar (è così che in lingua scandinava si chiamano gli elfi), nacquero, secondo la leggenda ovviamente, dai vermi che divorarono il cadavere di Ymir (gigante della mitologia norrena importante per la cosmogonia e la cosmologia nordica).[1]
Mitologia scozzese [modifica]
Secondo la mitologia scozzese gli elfi si dividono non in Døkkálfar, "elfi delle tenebre", e Liósálfar, "elfi della luce", bensì in Corte Benedetta e Corte Maledetta.[2]
La Corte benedetta è un gruppo di faeries "buoni" che sono opposti alla Corte maledetta.[3]
Secondo alcune leggende la Corte benedetta è il popolo della mitologia celtica dei Tuatha de Danann.[4]
La Corte benedetta è un gruppo di faeries "buoni" che sono opposti alla Corte maledetta.[3]
Secondo alcune leggende la Corte benedetta è il popolo della mitologia celtica dei Tuatha de Danann.[4]
Tuatha de Danann [modifica]
I Tuatha de Danann è un popolo di esseri divini della mitologia celtica molto simili agli Elfi (si possono praticamente considerare elfi perché come questi ultimi sono alti, affascinanti, abili nella caccia, nella poesia e nella magia). Secondo alcune leggende vennero cacciati dal Paradiso a causa della loro enorme conoscenza; secondo altre essi vennero dall'Oriente su di una barca circondata dalla nebbia.
Quando, dopo che essi conquistarono l'Irlanda, che era dei Fomoriani e venne invasa dai Milesi, si rifugiarono nelle viscere della Terra e da quel momento furono conosciuti come Daoine Sidhe. Altre versioni dicono che salparono verso il Paradiso Celtico.[5]
Quando, dopo che essi conquistarono l'Irlanda, che era dei Fomoriani e venne invasa dai Milesi, si rifugiarono nelle viscere della Terra e da quel momento furono conosciuti come Daoine Sidhe. Altre versioni dicono che salparono verso il Paradiso Celtico.[5]
Daoine Sidhe [modifica]
Dopo che i Milesi guidarono i Tuatha de Danann sottoterra, essi presero questo nome (non dimentichiamo che erano comunque Elfi ma solo di un'altra mitologia!). Loro re era Finvarra che da quel giorno regna nel suo palazzo sotto la collina fatata diKnockma. Essi sono abili giocatori di scacchi e mai nessun mortale è riuscito a battere il loro re, che era un vero donnaiolo e rapiva pure donne umane.[6]
Mitologia scandinava [modifica]
Nella mitologia scandinava ci sono gli Ellefolk, esseri che per comportamento sono simili agli Elfi e sono alti circa un metro.
Essi, come gli Elfi hanno un rapporto privilegiato con la natura e possono passare attraverso i quattro elementi fondamentali: aria, acqua, fuoco e terra.
Sono grandi conoscitori delle erbe magiche e medicamentose e hanno un particolare fiuto per i tesori nascosti.
Le loro donne sono di una bellezza travolgente e sono abili seduttrici.
Un umano però non può avvicinarsi perché basta un solo respiro degli Ellefolk perché l'umano si prenda una terribile malattia.[7]
Essi, come gli Elfi hanno un rapporto privilegiato con la natura e possono passare attraverso i quattro elementi fondamentali: aria, acqua, fuoco e terra.
Sono grandi conoscitori delle erbe magiche e medicamentose e hanno un particolare fiuto per i tesori nascosti.
Le loro donne sono di una bellezza travolgente e sono abili seduttrici.
Un umano però non può avvicinarsi perché basta un solo respiro degli Ellefolk perché l'umano si prenda una terribile malattia.[7]
Gli elfi nel genere fantasy [modifica]
Agli inizi del XX secolo, con il nascere della letteratura fantasy, gli elfi diventano perfetti protagonisti di racconti e romanzi. Un esempio di questo fenomeno sono gli scritti di John Ronald Reuel Tolkien, autore de Il signore degli Anelli, che descrive gli elfi come creature di bell'aspetto, con voci melodiose e cristalline, abili nella forgiatura delle spade, molto agili e immortali se non uccisi in battaglia, riprendendo i canoni della mitologia norrena. Gli elfi continuano ad apparire in molti romanzi fantasy.Terry Brooks ne sceglie uno come protagonista del suo libro La spada di Shannara, descrivendolo come di struttura esile e di statura medio bassa, ma dotato di grande agilità. Alla fine del XX secolo l'immagine dell'elfo viene profondamente cambiata dai libri di J. K. Rowling, che nella saga di Harry Potter li descrive come domestici al servizio dei maghi, piccoli, esili e dotati di innati poteri magici, quindi molto lontani dalle loro precedenti descrizioni. In alcuni romanzi gli elfi vengono descritti anche come esseri simili alle fate. Nel XXI secolo, Christopher Paolini, nei suoi romanzi, riprende l'immagine dell'elfo come un essere di aspetto gradevole, ma fisicamente molto più forte di un uomo e con poteri magici straordinari. Paolini descrive gli elfi anche come esseri intriganti e affascinanti, ma talvolta ambigui. Nel Mondo Emerso di Licia Troisi gli elfi sono creature presenti solo nei ricordi delle persone. Essi sono emigrati nelle Terre Ignote e, a differenza degli elfi di Paolini e di Tolkien, sono scontrosi e rigidi. Inoltre saranno proprio loro ad attaccare le razze del Mondo Emerso per porre la loro fine e l'inizio della loro Era. Nei libri di Markus Heitz, Le cinque stirpi, La guerra dei nani, La vendetta dei nani, Il destino dei nani gli elfi giocano un ruolo secondario e vedono più volte la loro fine: prima per mano degli Albi (la loro controparte malvagia), ma la scomparsa definitiva degli elfi dal mondo sarà da attribuire ai nani. Nel gioco di ruolo online "Vindictus" gli elfi sono esseri alti, muscolosi e lenti, hanno una carnagione grigiastra e non indossano altro che uno straccio legato alla vita, trascinano una pesante clava che usano come arma. La scrittrice L.K .hamilton nella serie dedicata alla stirpe dei Shide porta i tumuli di Faerie in America
Note [modifica]
- ^ Christian Filagrossi, "Il Libro Delle Creature Fantastiche", Armenia, 2006,pag.21
- ^ Christian Filagrossi, "Il Libro Delle Creature Fantastiche", Armenia, 2006,pag.21
- ^ Christian Filagrossi, "Il Libro Delle Creature Fantastiche", Armenia, 2006,pag.94
- ^ Christian Filagrossi, "Il Libro Delle Creature Fantastiche", Armenia, 2006,pag94
- ^ Christian Filagrossi, "Il Libro Delle Creature Fantastiche", Armenia, 2006, pag.434
- ^ Christian Filagrossi, "Il Libro Delle Creature Fantastiche", Armenia, 2006,105
- ^ Christian Filagrossi, "Il Libro Delle Creature Fantastiche", Armenia, 2006,pag136
Bibliografia [modifica]
- Christian Filagrossi, Il Libro Delle Creature Fantastiche, Armenia, 2006.
Alfheim Online
Alfheim of flyinf Elves
Alfheim Map
Come mai Kate Middleton non è una Principessa pur avendo sposato un Principe.
Sua Altezza Reale Kate Middleton, Duchessa di Cambridge non è una Principessa anche se ha sposato un Principe. Per quale motivo?
Per capirlo bisogna prima dare un'occhiata all'albero genealogico della famiglia reale inglese
E alla genealogia della linea di successione al trono britannico:
Da queste immagini si può notare come il vero Principe di Galles sia Carlo, l'erede al trono, figlio primogenito di Elisabetta II Windsor e di Filippo Mountbatten.
L'unica persona che avrebbe diritto al titolo di Principessa del Galles sarebbe dunque la moglie di Carlo.
E in effetti la prima moglie di Carlo, la compianta lady Diana Spencer di Althorp, fu Principessa del Galles per 16 anni, dal 1981, quando sposò il principe, al 1997, quando morì tragicamente a Parigi in un incidente stradale.
In teoria l'attuale Principessa del Galles è la seconda moglie del Principe Carlo, e cioè Sua Altezza Reale Camilla Parker-Bowles, che però preferisce farsi chiamare col suo secondo titolo, Duchessa di Cornovaglia, per rispetto nei confronti della defunta Principessa Diana, che di fatto, nella memoria e nel cuore di tutti, resta ancora la vera Principessa del Galles.
Il principe William è tale per diritto ereditario, ma è solo il secondo nella linea di successione, dopo suo padre. In araldica un Principe del Sangue può trasmettere il titolo principesco alla consorte solo se è anche erede al trono, e cioè è il Principe della Corona.
Dunque una donna appartenente alla Famiglia Reale del Regno Unito può essere chiamata principessa solo in due casi:
- se è la moglie del Principe di Galles, cioè dell'erede al trono, o Principe della Corona
- se è figlia del re (in questo caso della regina) o figlia di uno dei figli maschi della regina.
Per esempio la principessa Anna è la Principessa Reale, in quanto figlia femmina più anziana della regina..
Inoltre il titolo spetta anche alla Principessa Beatrice, figlia del principe Andrea, duca di York.
Il titolo di Duca di York spetta sempre al secondogenito del sovrano britannico regnante.
Anche l'altra figlia del duca, Eugenia, è una "princpessa del sangue" Windsor.
Poiché invece Kate Middleton non è né moglie del Principe di Galles (che è suo suocero), né figlia di un componente maschile della famiglia reale, non può essere né Principessa della Corona, né Principessa del Sangue.
Il suo titolo nobiliare è dunque quello di Duchessa di Cambridge, che (assieme a quello di Duchessa di Clarence) spetta alla nuora del principe ereditario, cioè alla moglie di suo figlio.
Kate Middleton diventerà un giorno Principessa del Galles soltanto quando la regina Elisabetta morirà o deciderà di abdicare, e il principe Carlo finalmente diventerà Re di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.
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