venerdì 24 maggio 2013

Vita di Elisabetta II, Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.

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Elisabetta II di Windsor, nome completo Elizabeth Alexandra Mary Windsor (Londra21 aprile 1926), è la Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dal mese di febbraio del 1952, cioè oltre 61 anni fa. Il suo lunghissimo regno è secondo solo a quello della trisavola, la regina Vittoria di Hannover, che regnò 64 anni. Elisabetta nacque durante il regno del nonno Giorgio V di Windsor, la cui consorte era Mary of Teck. Nella foto qui sotto vediamo anche i genitori di Elisabetta, a sinistra: Elizabeth Bowes-Lyon (detta Lizzie) ed Albert George Windsor, duca di York, (detto Bertie).


Bertie Windsor, duca di York, era il secondogenito del re e quindi all'epoca del suo matrimonio con Lizzie non era certo il primo nella linea di successione, anche perché il suo fratello maggiore, Edward David di Windsor, Principe del Galles, era molto popolare, anche se non si era ancora sposato.



Edward aveva grande fascino, mentre Bertie era timidissmo e balbuziente.
Si dice che la moglie di Bertie, Elizabeth Bowes-Lyon, fosse segretamente innamorata di lui ed avesse sposato suo fratello solo per ripiego. In effetti Lizzie non era il tipo di donna che potesse piacere al Principe di Galles.
Ma tornando ad Elisabetta II, vediamo le circostanze della sua nascita.



Nella foto qui sopra vediamo la piccola Elisabetta (il cui soprannome è sempre stato Lilibeth) in braccio alla madre omonima (il cui soprannome era, come si è detto, Lizzie). Dalla madre, Elisabetta II ha ereditato la salute e la longevità. Sappiamo infatti che la regina madre Elizabeth visse 101 anni senza particolari problemi di salute.
Elisabetta era stata la prima esponente della famiglia reale a nascere in un reparto ospedaliero attrezzato per l'eventualità del parto cesareo.
I suoi tre nomi furono un omaggio alla madre (Elizabeth), alla nonna paterna (Mary) e alla bisnonna paterna (Alexandra).

Come è noto ebbe un'unica sorella, la principessa Margaret, contessa di Snowdon (1930-2002).

Educazione

Elisabetta venne educata a casa con la supervisione di sua madre. La sua governante fu Marion Crawford, chiamata affettuosamente "Crawfie". Studiò storia con C. H. K. Marten, prevosto del collegio di Eton, e le vennero insegnate alcune lingue moderne, come il francese (che parla correntemente)[10], usato soprattutto per le sue visite in Canada e durante la visita in Francia nel 2004, in occasione del centenario dell'Entente cordiale.

All'età di 10 anni, la vita di Elisabetta fu sconvolta da un evento imprevedibile che la trasformò dalla condizione di "inutile figlia femmina del balbuziente duca di York", come alcuni la chiamavano, a quella di "erede apparente dell'Impero Britannico".
La vicenda è nota.
Nel 1936, alla morte di Giorgio V, il figlio primogenito, divenuto re col nome di Edoardo VIII, manifestò la sua intenzione di sposare Wallis Warfield Simpson, una signora americana divorziata dal primo marito e sposata al secondo, un uomo d'affari che conosceva di persona il principe Edward David.

Costretto a scegliere tra Wallis e il regno, Edoardo VIII scelse di sposare la donna che amava.
Il loro matrimonio durò 36 anni, fino alla morte di Edoardo, divenuto duca di Windsor dopo l'abdicazione.
Wallis Simpson, Duchessa di Windsor, morì a 90 anni nel 1986, a Parigi, la stessa città dove, per una tragica ironia della sorte, undici anni dopo morì anche lady Diana Spencer, Principessa del Galles (1961-1997).
Ma tornando al 1936, dopo l'abdicazione di Edoardo VIII, il fratello Bertie salì al trono col nome di Giorgio VI ed Elisabetta divenne la prima nella linea di successione alla corona britannica.



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Erede al trono

Elisabetta in uniforme dell'Auxiliary Territorial Service, aprile 1945
Quando il padre Giorgio VI divenne re nel 1936 in seguito all'abdicazione dello zio Edoardo VIII[12], Elisabetta divenne erede al trono. Aveva tredici anni quando scoppiò la seconda guerra mondiale. Lei e la sorella minore Margaret furono evacuate al castello di Windsor. Ci furono dei suggerimenti affinché le principesse venissero mandate in Canada, ma la madre si rifiutò di prenderli in considerazione, dicendo, "Le bambine non potrebbero andarsene senza di me, io non me ne andrei senza il re e il re non se ne andrà in nessun caso"[13]. Nel 1940 Elizabeth fece il suo primo annuncio radiofonico, indirizzandolo ad altri bambini che come lei erano stati evacuati[14].

Servizio militare

Nel 1945 Elisabetta convinse il padre a consentirle di partecipare personalmente allo sforzo per la guerra. Si unì al Servizio Ausiliare Territoriale (Auxiliary Territorial Service) (ATS) dove era conosciuta come N. 230873[15] Secondo Subalterno Elisabetta Windsor, e venne addestrata come autista[16]; fu promossa Comandante onorario junior cinque mesi più tardi[17].
La principessa Elisabetta con il principe Filippo nel 1950
Elisabetta compì la sua prima visita ufficiale oltremare nel 1947, allorché accompagnò i genitori in Sudafrica. Al compimento del suo ventunesimo anno di età durante un discorso radiofonico indirizzato al Commonwealth Britannico e all'Impero Britannico, dichiarò che si sarebbe impegnata a dedicare la propria vita al servizio della gente del Commonwealth e dell'Impero[18].

Matrimonio e maternità

Elisabetta è sposata dal 20 novembre 1947 con Filippo[19] che risulta essere un suo cugino di terzo grado: entrambi sono trisnipoti della regina Vittoria e diretti discendenti di Cristiano IX di Danimarca. Filippo inoltre è nipote di re Giorgio I di Grecia, ma prima del matrimonio dovette rinunciare alla pretesa al trono di Grecia, e da allora fu chiamato semplicemente tenente Filippo Mountbatten, sino a quando venne nominato duca di Edimburgo poco prima delle nozze. Questo matrimonio, benché non combinato, era perfettamente adeguato per una donna erede al trono, poiché Filippo era stato educato per i doveri di regnante.
Dopo le nozze i coniugi abitarono a Clarence House, a Londra. Il 14 novembre 1948 vide la luce il loro primo figlio, Carlo (ora Principe del Galles). Diverse settimane prima erano state emesse "lettere patenti" perché i figli della coppia potessero godere di diritti principeschi e reali, ai quali altrimenti non avrebbero avuto diritto ma sarebbero stati considerati solo come figli di un duca. Elisabetta e Filippo hanno avuto quattro figli in tutto. Benché la casata reale si chiami Windsor, è stato decretato per mezzo di un Order-in-Council del 1960 che i discendenti di Elisabetta e Filippo possono portare il cognome personale di Mountbatten-Windsor.
Per i suoi 50 anni di matrimonio (1997) le è stato regalato dai suoi figli e nipoti un cardigan d'oro, diamanti, zaffiri e rubini, del valore di 60.000 sterline, custodito in una stanza non visitabile della torre di Londra.
Cristiano IX di Danimarca
Vittoria del Regno Unito
Giorgio I di Grecia
Alessandra di Danimarca
Edoardo VII del Regno Unito
Alice di Sassonia C. G.
Giorgio V del Regno Unito
Vittoria d'Assia-Darmstadt
Andrea di Grecia
Alice di Battenberg
Giorgio VI del Regno Unito
Elisabetta II
Filippo di Edimburgo

Successione

La principessa Elisabetta (a sinistra, in uniforme) sul balcone di Buckingham Palace con (da sinistra a destra) sua madre la regina Elisabetta, il primo ministro britannico Winston Churchillre Giorgio VI e la principessa Margaret, 8 maggio 1945
La salute di re Giorgio declinò vistosamente nel 1951[20] ed Elisabetta lo rappresentò in numerosi eventi pubblici e visite ufficiali: si recò infatti in GreciaItalia e Malta. In ottobre dello stesso anno visitò il Canada e si recò a Washington dal presidente Truman.
Nel gennaio 1952 Elisabetta e Filippo partirono per una lunga visita in Australia e Nuova Zelanda e fu proprio durante una visita ufficiale (in Kenya) che venne avvisata della morte del padre, il 6 febbraio 1952, affetto da tumore ai polmoni e morto d'infarto[21]. Fu il marito Filippo che diede la notizia alla nuova regina[22] e quando le fu chiesto di scegliere il nome con cui volesse regnare, lei scelse di utilizzare il proprio nome, cioè Elisabetta[23].
Fu la prima monarca britannica dall'Atto di Unione del 1801 a trovarsi fuori dal Regno Unito al momento della successione al trono. L'albergo dove alloggiava la coppia reale, il "Treetops hotel" divenne un'attrazione turistica negli anni successivi. Elisabetta II fu incoronata con una fastosa cerimonia all'abbazia di Westminster il 2 giugno 1953[24].
In onore della sua incoronazione, la East African Coronation Safari istituì l'East African Safari Rally, che sarebbe divenuto noto come uno dei più duri rally del mondo. La gara s'iniziò il 27 maggio 1953 per concludersi un giorno prima dell'incoronazione, il 1º giugno. Furono attraversati KenyaUganda e Tanganika (l'odierna Tanzania).

Vita da regina

Elisabetta saluta la folla dal balcone di Buckingham Palace dopo la cerimonia d'incoronazione
Elisabetta II con il principe consorte Filippo nel giorno dell'incoronazione (2 giugno 1953)
La cerimonia della solenne incoronazione della regina è avvenuta quasi un anno e mezzo dopo la sua ascesa al trono. Dopo l'Incoronazione, lei e Filippo si trasferirono a Buckingham Palace nel centro di Londra[25]. Come molti dei suoi predecessori, tuttavia, si pensa che lei non ami risiedere nel palazzo e che consideri il Castello di Windsor, a ovest di Londra, come la propria casa. Trascorre anche molto tempo al Castello di Balmoral in Scozia[25].
La regina Elisabetta è il sovrano che ha viaggiato di più di tutti i tempi, davanti a papa Giovanni Paolo II[26]. Nel 1953-54 lei e Filippo fecero un viaggio per il mondo durato sei mesi, diventando il primo monarca regnante a circumnavigare il mondo, e anche la prima a visitare AustraliaNuova Zelanda e le Isole Figi. Nell'ottobre 1957 lei fece una visita di stato agli Stati Uniti, e nel 1959 fece un viaggio in Canada. Nel 1961 visitò l'India e il Pakistan per la prima volta. Ha effettuato visite di Stato in gran parte dei paesi europei e non. È presente regolarmente agli incontri dei Capi di Stato del Commonwealth.
Nel periodo in cui Elisabetta salì al trono, ci fu un gran parlare di una "nuova età Elisabettiana". Il ruolo di Elisabetta è quello di guidare il Regno Unito mentre il potere economico e militare veniva condiviso con un crescente numero di nazioni indipendenti. Mentre le nazioni si sono sviluppate economicamente e culturalmente, la regina Elisabetta ha assistito senza rancori negli scorsi 50 anni alla graduale trasformazione dell'Impero britannico nel suo moderno successore, il Commonwealth. Ha lavorato sodo per mantenere contatti coi precedenti possedimenti britannici e, in qualche caso, come nel Sudafrica, ha giocato un ruolo importante nello stabilire buoni rapporti.
Elisabetta II e i leader del Commonwealth nel 1960, Castello di Windsor
Elisabetta ha idee conservatrici in materia di religione, moralità e affari di famiglia. Ha un forte senso dei doveri religiosi e prende seriamente il giuramento della sua incoronazione. Questa è una ragione per cui è considerata improbabile la sua abdicazione. Come sua madre, biasimò Edoardo VIII per avere abbandonato il suo ruolo e obbligato suo padre a diventare re, cosa che pensava avesse accorciato la sua vita di parecchi anni. Usò l'autorità della sua posizione per impedire a sua sorella, Principessa Margaret, di sposare un uomo divorziato, Peter Townsend. Per anni rifiutò di acconsentire alla relazione del figlio Carlo, principe del Galles con Camilla Shand, duchessa di Cornovaglia.
La Regina con il primo ministro Edward Heath (a sinistra), il presidente USA Richard Nixon e la first lady Pat Nixon, 1970
Le vedute politiche di Elisabetta sono di certo meno manifeste (non ha mai detto o fatto niente in pubblico che potesse rivelarle). Conserva relazioni cordiali coi politici di tutti i partiti. Si crede che i suoi Primi Ministri preferiti siano stati Winston ChurchillHarold Macmillan e Harold Wilson. Tra i meno amati ci fu indubbiamente Margaret Thatcher, che ha detto di "detestare cordialmente". Si pensa che abbia avuto un buon rapporto con Tony Blair, durante i primi anni del suo ufficio di Primo ministro; comunque, era diventato evidente negli ultimi periodi che i suoi rapporti con Blair si fossero induriti. La regina pensava infatti che lui non la tenesse sufficientemente informata riguardo agli affari di Stato.
I soli argomenti pubblici sui quali la regina rende pubbliche le sue opinioni sono quelli riguardanti l'unità dei suoi regni, inclusi Canada e Regno Unito. Ha parlato in favore della continuità di unione di Inghilterra e Scozia, facendo irritare alcuni nazionalisti scozzesi. I suoi discorsi di lode per l'Accordo del Venerdì Santo in Irlanda del Nord hanno sollevato alcune lamentele da parte di alcuni Unionisti nel Partito Unionista Democratico che si erano opposti all'intesa. Poi, anche se non parlando direttamente contro la Sovranità del Québec in Canada, ha pubblicamente lodato l'unità del Canada e espresso chiaramente il suo desiderio di continuare a vedere un Canada unito.
Elisabetta II cavalca Burmese alla cerimonia Trooping the Colour del 1986
Nonostante una serie di controversie sugli altri membri della famiglia reale, particolarmente sulle difficoltà matrimoniali dei figli attraverso gli anni ottanta e novanta, la regina Elisabetta rimane una figura su cui non si sono abbattute polemiche ed è generalmente rispettata da tutti i suoi sudditi. Comunque, il suo ruolo pubblico rimane formale, anche se più tranquillo rispetto a una volta. Il suo rifiuto di mostrare emozioni in pubblico impedisce il nascere di un sentimento più profondo nei suoi riguardi da parte della gente.
La regina Elisabetta non ha mai sofferto di severa disapprovazione della gente. Comunque, nel 1997 lei e altri membri della famiglia reale furono bollati come freddi e senza sentimenti quando non furono visti a partecipare in pubblico alle dimostrazioni di dolore in occasione della morte della Principessa Diana. Questo apportò critiche anche da parte dei tabloid tradizionalmente favorevoli alla monarchia.
Si crede che Elisabetta nutrisse avversione nei confronti di Diana e pensasse che lei avesse arrecato un danno immenso alla monarchia. Comunque, l'immagine dell'intera famiglia reale che china il capo davanti alla bara di Diana mentre passa davanti a Buckingham Palace, insieme a rare trasmissioni televisive in diretta, fecero appello al dolore pubblico. Si crede che il cambiamento di comportamento della regina sia stato dovuto a una forte influenza della regina madre e Tony Blair.
Il principe Filippo ed Elisabetta II, ottobre 1992
La regina resta un capo di Stato molto rispettato. Nel 2002 ha celebrato il suo Giubileo d'oro (Golden Jubilee), segnando il 50º anniversario della sua salita al trono. In quell'anno la regina compì molti viaggi nei Paesi del Commonwealth, incluse numerose parate e concerti ufficiali. Nel giugno 2002, migliaia di persone si unirono fuori da Buckingham Palace per la "Festa a Palazzo", un concerto in cui si esibirono numerosi cantanti delle isole britanniche. Una funzione nazionale di ringraziamento si tenne il giorno dopo alla Cattedrale di San Paolo (Londra), alla quale la regina e il principe Filippo si avviarono a bordo della carrozza dorata. Questo fu seguito da feste e processioni, finendo con un passaggio (fly-past) del Concorde e della pattuglia acrobatica Red Arrows. La famiglia reale seguì l'evento dal balcone di Buckingham Palace, davanti a una folla di un milione di persone.
L'anno di Giubileo coincise con le morti, nel giro di pochi mesi, della madre della regina e della sorella. Le relazioni di Elisabetta coi figli, che erano ancora distanti, sono invece ora diventate più strette dopo queste morti. È particolarmente vicina alla nuora, Sophie Rhys-Jones, contessa del Wessex. È conosciuta per aver disapprovato la lunga relazione del Principe del Galles con Camilla Shand, ma con il loro recente matrimonio, è riuscita ad accettarla. D'altra parte, è molto legata ai suoi nipoti, specialmente al principe William e a Zara Phillips.
Nel 2003 la regina, la cui salute è robusta, si sottopose a tre operazioni. Ebbe due operazioni di chirurgia verso la fine dell'anno alle due ginocchia e si fece rimuovere lesioni dal volto. Ciò ha provocato alcuni dibattiti nei media riguardo al fatto se la monarchia dovrebbe evolversi contemplando la possibilità per il re di abdicare come in altre nazioni, e fece nascere insistenti voci riguardo a una sua abdicazione.
Elisabetta II e il principe Filippo nel 2007
La Regina, che dal 20 dicembre 2007 è divenuta il più anziano sovrano britannico di tutti i tempi, ha sempre smentito ogni ipotesi di una possibile abdicazione. Quelli che la conoscono bene asseriscono che intende regnare fino alla sua morte. La regina, comunque, ha cominciato ad affidare alcuni doveri pubblici ai figli, come ad altri membri della famiglia reale. Nel 2005 è stato annunciato che, insieme con il principe Filippo, avrebbe ridotto il numero di viaggi internazionali. In ogni caso, è chiaro che intende fare quanto le è possibile finché sarà abile fisicamente.
L'immagine pubblica di Elisabetta si è notevolmente ammorbidita negli ultimi anni, particolarmente dalla morte della regina madre. Anche se rimane riservata in pubblico, è stata vista ridere e sorridere molto più che in passato e, con sorpresa di molti, è stata vista commuoversi in maniera manifesta in occasioni di forte emozione, come la messa in memoria per gli attentati dell'11 settembre 2001 alla Cattedrale di St. Paul e in Normandia per il 60º anniversario del D-Day, dove, per la prima volta, si è rivolta alle truppe canadesi; in passato aveva sempre cercato, secondo la sua visione del proprio ruolo, di mostrare forza e fermezza al massimo grado.
La Regina visita Birmingham nel luglio 2012, durante il suo Giubileo di diamante
Il 6 febbraio 2012 è stato l'anniversario della sua salita al trono ed è cominciato l'anno del Giubileo di diamante (Diamond Jubilee), che è stato celebrato con quattro giorni di festa (dal 2 al 5 giugno 2012), dichiarati dalla regina giorni festivi in tutto il Regno Unito, per commemorare il 60º anno di regno.
Il 27 luglio 2012 la regina Elisabetta II ha aperto ufficialmente i Giochi della XXX Olimpiade a Londra, mentre il 29 agosto ha dato inizio ai XIV Giochi paralimpici estivi. Suo padre re Giorgio VI del Regno Unito aprì le olimpiadi di Londra 1948, mentre suo bisnonno re Edoardo VII aprì le olimpiadi di Londra 1908. La regina ha anche aperto i Giochi della XXI Olimpiade a Montreal nel 1976 in qualità di Regina del Canada, mentre il principe Filippo ha aperto le olimpiadi del 1956 a Melbourne, in Australia[27]. È il primo Capo di Stato ad aver inaugurato due Giochi Olimpici in due differenti paesi[28].
Nel 2012 è stata definita la 26ª donna più potente e influente al mondo dalla rivista statunitense Forbes, che ha inoltre stimato il suo patrimonio 450 milioni di dollari.
Nel 2013 viene invitata dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano per una visita privata a Roma il 6 e il 7 marzo, ma è costretta a cancellare il viaggio a causa di una gastroenterite che la costrinse ad un ricovero in ospedale.
Il 4 aprile 2013 ha ricevuto un premio onorario BAFTA per il suo patrocinio dell'industria cinematografica ed è stata definita da Sir Kenneth Branagh (che le ha consegnato il premio durante la cerimonia onoraria) "la più memorabile Bond girl della storia"[29].
Il 17 aprile 2013, con un'eccezione al protocollo, ha partecipato con il Principe Filippo ai funerali della Baronessa Margaret Thatcher, ex Primo ministro del Regno Unito, deceduta l'8 aprile dello stesso anno[30][31].
Il 4 giugno 2013 ha presenziato, con gli altri membri della famiglia reale, a una messa all'abbazia di Westminster per commemorare il 60º anniversario della sua incoronazione, avvenuta il 2 giugno 1953[32]. Dall'11 al 14 luglio inoltre, per festeggiare l'anniversario dell'incoronazione, si è svolto nei giardini di Buckingham Palace un festival a cui hanno partecipato tutti i Royal Warrant britannici[33].

Ruolo politico

Destinazioni ufficiali per suo governo dalla regina Elisabetta II
La regina ricopre un ruolo essenziale nel processo legislativo nei regni. La "Corona in Parlamento" (il Parlamento che agisce con il consiglio e il consenso della regina), in ogni paese, è una parte integrante del Parlamento, insieme con la "camera alta" e con la "camera bassa". La regina può legalmente garantire o negare l'assenso alle leggi. La regina nel Regno Unito, o il suo governatore generale negli altri reami del Commonwealth, tiene un discorso all'annuale apertura del Parlamento, sottolineando il programma legislativo del governo per l'anno a venire.
La regina ha anche un ruolo nel governo esecutivo. I governi sono conosciuti come il governo di Sua Maestà e la regina nomina i ministri che vi lavorano. In pratica, comunque, la composizione del governo non è determinata dalla regina, ma dal primo ministro, che "consiglia" la regina. Il governo deve rispondere in prima istanza alla regina, e successivamente alla camera bassa del Parlamento. La regina ha un ruolo anche nel potere giudiziario: la corte agisce in suo nome e i processi sono condotti in sua vece.
Elisabetta II nel 2010, durante una visita a Toronto, in Canada
La regina non può essere condotta in giudizio alla corte come capo di Stato, né può essere citata personalmente per qualche atto ufficiale svolto da lei stessa o in suo nome (anche se la Corona può essere citata come entità legale). La regina è, comunque, una persona normale che deve seguire la legge, a cui è soggetta come gli altri cittadini. Il fatto teorico che il sovrano possa essere posto in giudizio per un'offesa recata ad altri non è mai stato provato come agibile; di fatto non si è mai verificata questa condizione; e per il sistema giuridico del Regno Unito, che valorizza molto la condizione del precedente questo ha notevole valore. Nella rivoluzione inglese del XVII secolo, il Parlamento condannò Carlo I d'Inghilterra per tradimento, ma dopo la restaurazione di Carlo II d'Inghilterra, questi procedimenti furono denunciati come illegali, dato che non denunciavano alcuna infrazione da parte del sovrano alle norme legittime esistenti nel regno.
primi ministri britannici prendono molto seriamente i loro incontri settimanali con la regina.[34] Un primo ministro ha detto che li prendeva più seriamente delle sessioni di Prime Minister's Questions nella camera dei Comuni perché la regina era più incisiva e costruttiva di chiunque potesse affrontare al momento del confronto. Elisabetta intrattiene inoltre conversazioni con singoli ministri britannici e occasionalmente tiene incontri con ministri di altri Paesi.
Il presidente Ronald Reagan e la regina Elisabetta II a cavallo
La regina incontra anche il First Minister della Scozia. Il palazzo reale di Edimburgo, il palazzo di Holyrood, già dimora dei re scozzesi, come Maria Stuarda, è ora regolarmente abitato, ed è residenza di almeno uno dei membri della famiglia reale (spesso il principe del Galles o la principessa reale). Riceve anche rapporti dalla nuova Assemblea gallese, ed è continuamente tenuta informata dell'andamento degli altri governi del Commonwealth.
Benché la tradizione le imponga di non intervenire direttamente in politica, il suo lungo periodo di servizio, il fatto che è stata interlocutrice di ogni Primo ministro a partire da Winston Churchill nel Regno UnitoLouis St. Laurent in CanadaAlexander Bustamante in GiamaicaSidney Holland in Nuova Zelanda, e molti altri, insieme alla sua conoscenza di molti leader mondiali, fanno sì che quando esprime un'opinione, per quanto cauta, le sue parole vengono prese in seria considerazione.[35] Nelle sue memorie, Margaret Thatcher offriva questa descrizione dei suoi incontri settimanali con la regina:
"Chiunque pensi che siano una mera formalità, o limitati ad amenità sociali, si sbaglia; sono molto simili a riunioni di lavoro e Sua Maestà mostra di avere una visione formidabile delle tematiche più urgenti e una grande esperienza."
La regina Elisabetta II incontra il presidente George Bush e consorti
Durante una discussione all'interno del Commonwealth a proposito delle sanzioni al Sudafrica nel 1986, la regina fece un puntiglioso riferimento al suo ruolo di capo del Commonwealth che, al tempo, fu interpretato come un segno di disaccordo rispetto alla scelta della signora Thatcher di opporsi alle sanzioni.
La regina è stata coinvolta in alcune controversie politiche durante il suo regno, durante le quali le sue azioni sembrano aver affermato le sue convinzioni politiche. Il 18 novembre 1965 il governatore della Rhodesia sir Humphrey Gibbs fu nominato GCVO, un onore concesso dalla regina in persona, una settimana dopo che Ian Smith aveva fatto la sua dichiarazione Unilaterale d'indipendenza. Gibbs era molto leale verso la Rhodesia e anche se aveva rifiutato di accettare la Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza, il premio fu considerato per lo meno intempestivo. L'interpretazione può essere però più sottile e diplomatica.
La Regina brinda con il Presidente alla Casa Bianca a Washington
Nel suo discorso al Parlamento in occasione del Giubileo d'argento 1977, la regina affermò: "Non posso dimenticare che fui incoronata regina del Regno "Unito" di Gran Bretagna e Irlanda del Nord". Questo riferimento venne in un momento in cui il governo laburista stava tentando di introdurre un controverso progetto di devoluzione alla Scozia e al Galles, e fu interpretato come opposizione alla devoluzione. Però, nell'ultima parte degli anni novanta, dopo che i referendum approvarono un progetto di devoluzione, la regina inviò i suoi auguri al nuovo Parlamento scozzese.[36]
La regina ha fatto amicizia con molti capi stranieri, fra cui Nelson MandelaMary Robinson e George H. W. Bush, il cui figlio, George W. Bush, è stato suo ospite a Buckingham Palace, primo presidente statunitense in più di 80 anni a esservi ospitato. In certi momenti questi contatti si sono dimostrati molto favorevoli e utili per l'Inghilterra. Per esempio, il primo ministro Major ebbe una volta problemi a lavorare con un capo del Commonwealth. Grazie a una informazione della regina, John Major stabilì con il leader un rapporto personale, che alla fine portò benefici a entrambi gli stati. In modo simile la regina prese l'iniziativa quando il presidente irlandese Mary Robinson cominciò a visitare in varie occasioni l'Inghilterra, suggerendo che avrebbe volentieri invitato la signora Robinson a farle visita a palazzo. Il Governo irlandese accettò. Il risultato di tale connessione informale fu di creare il precedente della prima visita in cui un Presidente irlandese abbia incontrato un monarca britannico.

Parentele

La regina Elisabetta II discende dalla casa reale tedesca di Sassonia-Coburgo-Gotha, che ereditò il trono dalla regina Vittoria (di casato Hannover) alla sua morte, nel 1901[37]. È inoltre discendente della casa reale d'Inghilterra di Wessex e di quella scozzese degli Stuart, le quali famiglie si imparentarono a partire dal VII e dal IX secolo. Attraverso la sua bisnonna, la regina Alessandra di Danimarca, discende anche dalla casa reale danese Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, una linea dell'antico e prestigioso casato nordeuropeo degli Oldenburg.
Come pro-pro-nipote della regina Vittoria, Elisabetta II è imparentata con molti sovrani di case reali europee[38]: è cugina di Harald V di Norvegia (discendente di re Edoardo VII), di Alberto II del Belgio, di Juan Carlos I di Spagna e di Carlo XVI Gustavo di Svezia, così come di re detronizzati (Costantino II di Grecia e Michele I di Romania); è imparentata anche con il re detronizzato Simeone II di Bulgaria e con le case reali di Prussia (Hohenzollern), Russia (Romanov) e Italia (cugina di Amedeo di Savoia, duca d'Aosta).

Personalità e immagine

Piuttosto conservatrice nella foggia del vestire, la regina è famosa invece per i soprabiti dai colori forti e per i cappelli decorativi, che le consentono di essere vista facilmente nella folla[39].
Anche se frequenta molti eventi culturali, nella vita privata si dice che la regina abbia poco interesse per cultura e arte. I suoi principali interessi sono le corse dei cavalli[40], la fotografia[41] e i cani[42].
L'immagine pubblica di Elisabetta si è notevolmente ammorbidita negli ultimi anni, partendo dal rigore che si era autoimposta, anche se resta riservata in pubblico. È stata vista ridere, sorridere e commuoversi molto più che negli anni passati, e si è visto che ha versato alcune lacrime durante alcune cerimonie ufficiali come nel giorno di commemorazione del 2002[43].
La regina invia un annuale Messaggio di Natale (Queen's Christmas Message)[44] al Commonwealth (eccettuato il 1969). Da quando è diventata regina, Elisabetta II passa circa tre ore al giorno con il cosiddetto "doing the boxes", cioè a leggere i documenti di stato che provengono dai vari ministeri, uffici governativi e ambasciate[45]. Questo, con i colloqui che tiene, le permette di restare aggiornata sugli eventi.

Filmografia

Discendenza

La principessa reale sposata in seconde nozze il 12 dicembre 1992 con sir Timothy Laurence.

Ascendenza

Elisabetta II del Regno UnitoPadre:
Giorgio VI del Regno Unito
Nonno paterno:
Giorgio V del Regno Unito
Bisnonno paterno:
Edoardo VII del Regno Unito
Trisnonno paterno:
Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha
Trisnonna paterna:
Vittoria del Regno Unito
Bisnonna paterna:
Alessandra di Danimarca
Trisnonno paterno:
Cristiano IX di Danimarca
Trisnonna paterna:
Luisa d'Assia-Kassel
Nonna paterna:
Mary di Teck
Bisnonno paterno:
Francesco di Teck
Trisnonno paterno:
Alessandro di Württemberg
Trisnonna paterna:
Claudine Rhédey von Kis-Rhéde
Bisnonna paterna:
Maria Adelaide di Hannover
Trisnonno paterno:
Adolfo di Hannover
Trisnonna paterna:
Augusta d'Assia-Kassell
Madre:
Elizabeth Bowes-Lyon
Nonno materno:
Lord Claude Bowes-Lyon
Bisnonno materno:
Lord Claude Bowes-Lyon
Trisnonno materno:
Thomas Lyon-Bowes, Lord Glamis
Trisnonna materna:
Charlotte Grimstead
Bisnonna materna:
Frances Dora Smith
Trisnonno materno:
Oswald Smith
Trisnonna materna:
Henrietta Mildred Hodgson
Nonna materna:
Lady Cecilia Cavendish-Bentinck
Bisnonno materno:
Rev. Charles Cavendish-Bentinck
Trisnonno materno:
Lord William Cavendish-Bentinck
Trisnonna materna:
Lady Anne Wellesley
Bisnonna materna:
Louisa Burnaby
Trisnonno materno:
Edwyn Burnaby
Trisnonna materna:
Anne Caroline Salisbury

Ascendenza patrilineare

Meissen
Sassonia
Sassonia-Coburgo
Windsor
  1. Teodorico Iconte di Wettin
  2. Dedo, conte di Wettin
  3. Teodorico II, margravio di Bassa Lusazia
  4. Thimo, conte di Brehna
  5. Corradomargravio di Meissen
  6. Ottone II, margravio di Meissen
  7. Teodorico, margravio-vescovo di Meissen
  8. Enrico III, margravio di Meissen
  9. Alberto II, margravio di Meissen
  10. Federico I, margravio di Meissen
  11. Federico II, margravio di Messen
  12. Federico III, margravio di Messen
  13. Federico Iprincipe elettore di Sassonia
  14. Federico II, principe elettore di Sassonia
  15. Ernesto, principe elettore di Sassonia
  16. Giovanni, principe elettore di Sassonia
  17. Giovanni Federico, principe elettore di Sassonia
  18. Giovanni Guglielmoduca di Sassonia-Weimar
  19. Federico Guglielmo I, duca di Sassonia-Weimar
  20. Federico Guglielmo IIduca di Sassonia-Altenburg
  21. Federico Guglielmo III, duca di Sassonia-Altemburg
  22. Ernesto Iduca di Sassonia-Gotha e di Sassonia-Altenburg
  23. Giovanni Ernestoduca di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
  24. Francescio Giosea, duca di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
  25. Ernesto Federico, duca di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
  26. Francesco Federico, duca di Sassonia-Coburgo-Saalfed
  27. Ernesto I di Sassonia-Coburgo-Gothaduca di Sassonia-Coburgo-Gotha
  28. Albertoprincipe consorte del Regno Unito
  29. Edoardo VIIre del Regno Unito e imperatore d'India
  30. Giorgio V, re del Regno Unito e imperatore d'India
  31. Giorgio VI, re del Regno Unito e imperatore d'India
  32. Elisabetta II

Titoli e onorificenze

Titoli e trattamento

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L'effige della regina Elisabetta II su una moneta britannica.
Il titolo e trattamento completo (solo per il Regno Unito) di Elisabetta II è il seguente:
"Sua Maestà Elisabetta Seconda, per Grazia di Dio, del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, e dei Suoi altri Reami e Territori, Regina, Capo del Commonwealth, Difensore della Fede".
Al momento dell'ascesa di Elisabetta al trono le è stato chiesto, dal suo segretario privato, con quale nome avrebbe voluto regnare, e la regina rispose: "Il mio, naturalmente, che altro?"[50]. A Londra, fu proclamata: "regina Elisabetta II, per grazia di Dio Regina di questo Regno e di altri suoi Regni e Territori, Capo del Commonwealth, Difensore della Fede"[51]. Nella vita comune la regina viene comunemente chiamata The Queen ("la regina") o Her Majesty ("Sua Maestà"). In una conversazione con la regina, la pratica è cominciare con l'appellativo Your Majesty ("Vostra Maestà") e successivamente utilizzare semplicemente Ma'am ("Signora")[52].
Al momento della successione, il titolo "Elisabetta II" causò qualche controversia in Scozia, dove non c'era mai stata un'Elisabetta I (sebbene non ci fosse stata alcuna simile controversia ai tempi di Guglielmo IV del Regno Unito ed Edoardo VII del Regno Unito). In un raro atto di sabotaggio in Scozia, le nuove buche delle lettere della Royal Mail, recanti le iniziali E.II R. furono fatte saltare. Ne consegue che le caselle postali in Scozia oggi riportano solo una corona e nessuna iniziale reale. Un caso legale, MacCormick v. Lord Advocate (1953 SC 396), fu usato per contestare il diritto della regina a firmarsi Elisabetta II in Scozia, sostenendo che facendo ciò si sarebbero violati gli accordi dell'Atto di Unione (1707). Il caso fu perso sulla base del fatto che i contestatori non avevano diritto di citare la Corona e anche che la numerazione dei sovrani era parte della royal prerogative e non regolata dall'Act of Union. Ci sono altre due materie di controversia, che sono molto meno conosciute. Primo, il fatto che nella Scozia pre-unitaria ci si rivolgesse al sovrano come "Sua Grazia" e non come "Sua Maestà", e poi che il titolo preferito dai re era stato "Re / regina degli scozzesi", piuttosto che "di Scozia" (sebbene questo non fosse conosciuto).
I futuri monarchi britannici ora devono essere numerati in relazione ai loro predecessori, che siano inglesi o scozzesi, con il numero più alto. Applicando questa regola retroattivamente ai monarchi finché l'Act of Union riporti la stessa numerazione[53].
Seguendo una decisione del Commonwealth alla conferenza del 1953, la regina Elisabetta usa differenti titoli in ognuno dei suoi regni. In ogni stato governa da Sovrano prescindendo dagli altri ruoli che assume nei suoi altri Paesi.

Onorificenze e riconoscimenti

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Elisabetta II è sovrana di tutti gli ordini cavallereschi e di merito del Regno Unito e degli altri reami del Commonwealth; inoltre, ha ricevuto innumerevoli onorificenze e riconoscimenti in tutto il mondo.
Qui sono elencate solo le onorificenze ricevute prima di salire al trono.

Onorificenze dei reami del Commonwealth

Dama dell'Ordine famigliare reale di re Giorgio V - nastrino per uniforme ordinariaDama dell'Ordine famigliare reale di re Giorgio V
— 1935[54]
Dama dell'Ordine famigliare reale di re Giorgio VI - nastrino per uniforme ordinariaDama dell'Ordine famigliare reale di re Giorgio VI
— 1937[55]
Dama dell'Ordine della Giarrettiera - nastrino per uniforme ordinariaDama dell'Ordine della Giarrettiera
— 1947[56]
Dama di gran croce del Venerabile ordine di San Giovanni - nastrino per uniforme ordinariaDama di gran croce del Venerabile ordine di San Giovanni
— 1947
Dama dell'Ordine della Corona d'India - nastrino per uniforme ordinariaDama dell'Ordine della Corona d'India
— 12 giugno 1947[57]
Medaglia del giubileo d'argento di Giorgio V - nastrino per uniforme ordinariaMedaglia del giubileo d'argento di Giorgio V
— 1935
Medaglia dell'incoronazione di Giorgio VI - nastrino per uniforme ordinariaMedaglia dell'incoronazione di Giorgio VI
— 1937
Defence_Medal - nastrino per uniforme ordinariaDefence_Medal
— 1945
War Medal (1939-1945) - nastrino per uniforme ordinariaWar Medal (1939-1945)
Decorazione delle Forze Armate canadesi - nastrino per uniforme ordinariaDecorazione delle Forze Armate canadesi
— 1951

Onorificenze degli altri paesi[modifica | modifica wikitesto]

Dama dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca) - nastrino per uniforme ordinariaDama dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca)
— 16 novembre 1947
Membro di classe suprema dell'Ordine delle Virtù (Egitto) - nastrino per uniforme ordinariaMembro di classe suprema dell'Ordine delle Virtù (Egitto)
— 1948
Dama di Gran croce della Legion d'onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinariaDama di Gran croce della Legion d'onore (Francia)
— 1948
Membro dell'Ordine di Ojaswi Rajanya (Nepal) - nastrino per uniforme ordinariaMembro dell'Ordine di Ojaswi Rajanya (Nepal)
— 1949
Dama di gran croce dell'Ordine del Leone dei Paesi Bassi - nastrino per uniforme ordinariaDama di gran croce dell'Ordine del Leone dei Paesi Bassi
— 1950[58]

Stemmi e stendardi personali

Dal 21 aprile 1944[59] la regina Elisabetta ha uno stemma reale[60] ma, dopo la sua ascesa al trono, ha adottato uno stemma reale leggermente differente che viene anche usato come stendardo dei monarchi britannici[61].

Per chiarimenti sull'albero genealogico della famiglia reale inglese, i Windsor, si veda il post ad esso dedicato in questo blog. L'albero genealogico di Elisabetta II nella versione ristretta è il seguente e
 risale alla famiglia dei Sassonia-Coburgo-Gotha, il cui principe Alberto sposò la regina Vittoria, ultima della dinastia Hannover, che era succeduta a quella degli Stuart, dei Tudor e dei Plantageneti. In questo blog si trovano numerosi post al riguardo.
Il cognome venne cambiato in Windsor da Giorgio V, durante la prima guerra mondiale, perché suonasse meno "tedesco" agli occhi dei suoi sudditi (anche se le cose non cambiano: i Windsor sono tedeschi di origine, come lo erano anche gli Hannover).




Ecco l'attuale linea di successione al trono britannico:




giovedì 23 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian, Capitolo 41. Valyria incontra Il Sommo Sacerdote Ulume.



Valyria Eclionner Ataris non era mai stata a Lathena, ma l'aveva già vista nelle sue premonizioni.
Non era la stessa cosa.
<<Ora capisco perché la chiamano la Città Eterna. Qui ci si sente davvero al centro dell'universo>>
Il suo interlocutore, che la ospitava in incognito, sorrise.
<<Tua madre diceva la stessa cosa>>
Era inevitabile che prima o poi ci sarebbe stato un riferimento a Marigold Ataris, contessa di Gothian.
<<Non sapevo che mia madre vi rivolgesse la parola, venerabile Ulume>>
Il Sommo Sacerdote fissò la giovane donna.



<<Marigold era la mia principale nemica, ed io la temevo. Lei però commise l'errore di sottovalutarmi. Un errore fatale>>
Valyria capì il messaggio:
<<Non ripeterò l'errore di mia madre. L'unica cosa che vi chiedo è di non costringermi a cospirare contro Marvin>>
Ulume alzò le mani sdegnato:
<<Non sia mai detto! Mettersi contro Marvin è pura follia! No, quello che intendo fare è completare quella parte del Sentiero Dorato che il nostro Imperatore-Profeta non è riuscito a vedere. Gli agenti di Bial l'Eunuco hanno verificato ciò che io sospettavo da tempo, e cioè che la Profezia di Marvin non è completa, nel senso che lui non riesce a vedere ciò che altri oracoli e sacerdoti hanno visto. Come lui non comunica a noi i particolari della Profezia, allo stesso modo noi non li comunichiamo a lui, per la stessa ragione: una profezia rivelata può solo peggiorare le previsioni. Tu lo sai meglio di me: sei una sacerdotessa di rango segreto!>>
Il "rango segreto" in genere era uno status che permetteva al sacerdote o alla sacerdotessa di non mostrare in alcun modo in pubblico la propria funzione religiosa.
Per molto tempo, Valyria era stata costretta a nascondere il proprio rango, ma ormai quel tempo era passato.
<<Sono la Somma Sacerdotessa di Atar, custode del Fuoco Segreto, e reggo la fiamma di Arien! Ovunque io vada, il Fuoco cammina con me>>



Ulume ebbe per un attimo il timore che Valyria facese sprigionare il fuoco sacro per distruggere il Tempio di Eclion, così come Marigold aveva incendiato la Grande Canonica, trent'anni prima, causando la morte del Priore Izumir Mollander, maestro dello stesso Ulume e confessore di Ellis Eclionner.



Spesso Ulume aveva evocato lo spettro di Mollander, con i rituali del Necronomicon, per avere consigli.
Era tempo di metterli in atto.
<<Siamo qui in rappresentanza dei nostri dei. Io parlo a nome di Eclion e tu a nome di Atar. Dobbiamo prendere decisioni importanti>>
Valyria scosse il capo, scuotendo i lunghi capelli tinti di rosso:
<<Atar ha già preso la sua decisione. E' entrato nelle gerarchie angeliche ed il suo fuoco riscalda ed illumina, trasforma e purifica, ma non distrugge più. Atar ha rinunciato al Male. Cosa intende fare Eclion, allora?>>
Ulume si mise a ridere:
<<Ah, ah... quindi Atar non distruggerebbe più? E' così? Ah, ah, che idiozie! Il fuoco brucia e distrugge esattamente come prima! Oppure tu sei così ingenua da credere che gli basti essere "diventato buono" per cambiare la sua natura di inceneritore universale?>>
Quella provocazione era stata attentamente studiata. Paragonare Atar ad un inceneritore era come dire che fosse soltanto spazzatura.
<<Incenerisce soltanto le cose malvage, come la statua di Eclion, qui, nel tempio. Era un culto satanico! Eclion è il Signore delle Tenebre! E' servo di Ahriman!>>



Ulume assunse un'espressione annoiata:
<<Mi deludi. Speravo in una risposta più originale. Eclion non è servo di nessuno. Quanto al Bene o al Male, sappiamo che sono entrambi necessari per l'esistenza stessa dell'universo. Sono inscindibili, e mescolati a tal punto che è molto difficile distinguerli. Eclion non ha la pretesa di essere né buono, né malvagio. Le Tenebre non sono necessariamente un male>>
Là, voci di tenebra azzurra, mi sembrano canti di culla che fanno ch'io torni com'era...



<<Conosco gli Arcani Supremi meglio di te, e non è una novità sentirmi dire che la Luce è la mano sinistra delle Tenebre. Però se le Tenebre sono normalmente associate al Male, una ragione ci sarà, non trovi?>>
Ulume apparve infastidito:
<<Questi discorsi non ci condurranno da nessuna parte. Per migliaia di anni questo mondo si è retto sull'alleanza di Eclion, Atar e Gothar. Ora Atar ha abbandonato questa alleanza, e ciò ha suscitato le ire di Eclion! Non è una minaccia, è una constatazione. Eclion può scatenare un esercito di Ombre contro questo impero e contro i suoi stessi discendenti, gli Eclionner, qualora lo tradiscano. E Gothar, che gli è ancora fedele, scatenerà da nord i suoi non-morti. Dall'Ultima Thule fino alle dune del deserto del sud, l'umanità rischia di essere spazzata via. Non credo che sia questo il Sentiero Dorato che Marvin desidera!>>
Valyria si indignò:
<<L'Imperatore-Profeta non desidera: lui sa! Ha visto, e chi non crede alla sua visione è un traditore!>>
Ulume la fissò con quegli occhi grandi e profondi come laghi:
<<Io vorrei tanto crederci, ma in questo momento la mia fede nella visione del nostro sovrano è molto scossa. C'è una domanda che mi perseguita giorno e notte. Cosa succederebbe se Marvin si fosse sbagliato?>>
Valyria fu percorsa da un brivido.
Ulume approfittò di quel momento di vantaggio per prendere congedo:
<<Felice notte, venerabile Valyria. Quando avrai trovato in te una risposta, mandami a chiamare...>>


Cast

Melisandre di Asshai - Valyria Eclionner Ataris

Emmanuel Milingo - Rudo Ulume

Christopher Lee - Izumir Mollander

martedì 21 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 40. Ellis e Faykan preparano la successione alla Reggente.



Ellis Eclionner aveva indossato i panni del lutto.
<<E' per mio figlio Elner. Ora che sono nel luogo dove è morto, finalmente posso rendergli l'estremo omaggio e manifestare il mio dolore>>
Faykan Eclionner era l'unico figlio maschio del defunto imperatore Elner XI e della sua seconda moglie, Alienor di Alfarian. Era nato dopo la morte di suo padre ed era stato cresciuto da sua nonna Ellis come un figlio, insieme all'altro figlio della stessa Ellis:
<<E' anche per Mordred che sei preoccupata...>>
L'anziana ex-reggente imperiale non poteva certo nascondere questo a suo nipote:
<<Non ho più avuto notizie di lui, dopo che ha lasciato Gothian. Temo che sia caduto nelle trappole della Divoratrice di Cuori>>
Il giovane principe cercò di rassicurarla:
<<Non passerà dalla parte del Male!>>
Ellis sorrise, divertita da quella frase ingenua:
<<In politica non esistono il bene e il male, ma solo il male maggiore e il male minore, e non è facile riuscire a distinguerli>>



Faykan comprendeva bene quella difficoltà.
<<Per te non dev'essere stato facile tornare qui>>
La principessa imperiale annuì:
<<Come disse un poeta: "Vero viaggio è il ritorno">>
Il principe-nipote poteva solo immaginare quanto fosse travolgente la tempesta di emozioni che sua nonna doveva aver provato ritornando nel luogo dove era nata e cresciuta, facendosi strada all'interno della Dinastia fino a raggiungere la Reggenza, per poi doverla abbandonare anni dopo.
<<Lathena resta comunque la Città eterna, la vera capitale, un santuario di meraviglia e grandezza. Persino Marvin lo sa, ed è per questo che la evita>>
Le motivazioni di Marvin erano più complesse, ed Ellis lo sapeva meglio di chiunque altro:
<<Lui è schiavo della sua stessa Profezia. Ha perso qualsiasi fede nel libero arbitrio. Tutto è già predeterminato nel suo mondo. Tutto è necessità, è fato, è destino...>>
In un certo senso entrambi provavano compassione per la prigionia dell'Imperatore nel suo sogno senza fine.
Faykan aveva sentito tutti i pareri possibili su Marvin e aveva convenuto su un punto:
<<Avrebbe evitato di vincere il Gioco del Trono se non avesse avuto le premonizioni sul Sentiero Dorato. Prima di quella visione, lui era contrario alla monarchia assoluta... dopo invece, be'... direi 
quasi che ha istituito una teocrazia>>
Ellis non era d'accordo sull'ultimo punto:
<<Non ha imposto il culto di Ahura Mazda. Ha permesso che ognuno continuasse a venerare gli dei minori, i quali glorificano il Supremo e intercedono presso di lui. Un diteismo inserito in un politeismo... è una visione pluralista, molto meglio di tante altre>>



Faykan sorrise:
<<Alice de Bors favorisce le nuove alleanze... Belenos ed Ulien, il disco solare e quello lunare>>
Ellis ironizzò:
<<Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole, mentre il sole fa l'amore con la luna...>>
Risero entrambi nel ricordare la stranezza di quella canzone, ma Ellis volle precisare il suo punto di vista:
<<Non sono solo canzonette. Sono poesie che ci invitano a non sottovalutare le conseguenze dell'amore>>
Era evidente che se Ellis avesse tenuto fede a quella massima, la storia avrebbe preso pieghe ben diverse.
Faykan avrebbe voluto dirglielo, ma ritenne più prudente deviare il discorso.
<<Avresti dovuto fare la scrittrice>>
Lei annuì, seria:
<<Invidio gli scrittori, specialmente quelli che riescono a campare di ciò che scrivono. Non quelli di successo, però. Semplicemente quelli che riescono a sopravvivere dignitosamente con la scrittura. In fondo è una comodità. Vivere è troppo dispersivo, troppo infarcito di banalità. Scrivere, be'... almeno ci si può provare, concentrandosi, a dare un significato persino alla banalità. Le parole servono anche a questo>>
Faykan era scettico:
<<Non starai mica parlando sul serio? Oggi tutti scrivono, troppi, decisamente troppi, e nessuno legge, specialmente gli scrittori. Chi scrive legge pochissimo>>
Ellis scosse il capo:
<<Quando ero giovane la pensavo come te, ma queste generalizzazioni sono sbagliate. Il bravo scrittore deve aver letto moltissimo. Non che a noi Eclionner sia stata mai possibile una scelta tra la vita attiva e quella contemplativa. Persino Irulan, che ha sempre avuto velleità letterarie, quando ha provato l'ebbrezza del potere, non è più riuscita a farne a meno, e non c'è stato modo di staccarla dal Trono>>



Faykan fu felice di ritornare al punto del discorso:
<<Quando l'ho implorata di ritirarsi ha detto: "Sarebbe facile, e consono al mio carattere irrequieto nonostante l'età. Ma a questo gioco al massacro io non ci sto! Sento il dovere di non starci!". Hai capito? Lei non ci sta...>>
Ellis sorrise:
<<Magari lo dice in buona fede. In fondo anche lei è una Principessa del Sangue. All'inizio il suo impegno politico è stato veramente un atto di sacrificio. Quando assunse la Reggenza lo fece controvoglia, ripetendosi: "Noblesse obliges". Poi però, come tutti, ci ha preso gusto. Ed io la posso capire meglio di chiunque altro: ho provato per trent'anni a disintossicarmi dalla droga del potere, e guardami adesso, alla mia età, a trovarmi ancora impegolata nel Gioco del Trono. Per me è stato come ripercorrere all'indietro il cammino della redenzione, fino a ritornare, martoriata dai sensi di colpa, sul luogo del delitto>>
Faykan aveva una risposta anche per quello:
<<Il motivo è semplice: se uno ha il potere supremo, può ottenere anche il resto. Basta che ordini e gli viene servito su un piatto d'argento>>
Ellis non poté nascondere la sua delusione:
<<Sei un ingenuo se credi che basti il comando di un re per trovare ciò di cui la nostra anima ha più bisogno. Bellezza e verità. Non perché la verità sia bella, ma perché solo la bellezza è vera>>



Era quella l'interpretazione più originale dell'ode di Keats all'urna greca.
Bellezza e verità coincidono solo in quanto l'unica verità è la bellezza del mondo. Il resto non ha senso.
Ma quella era una considerazione politicamente scorretta.
Meglio dunque tornare all'arida concretezza:
<<Domani il Senato voterà una mozione di sfiducia nei confronti di Irulan. Bial mi ha garantito che nel frattempo il Prefetto del Pretorio sarà assassinato. A quel punto Irulan dovrà venire a patti con noi>>
Gli occhi di Ellis brillavano, come se stesse meditando una vendetta tanto attesa.



Faykan capì subito il significato di quello sguardo:
<<Vuoi punirla perché ha condotto Elner alla rovina>>
Ellis annuì:
<<Elner era mio figlio, ed era tuo padre. Irulan lo ha manipolato e poi lo ha offerto come sacrificio alla furia di Marvin. Ora è tempo che paghi. E' anche per questo che ho deciso di indossare il lutto: perché finalmente quella morte potrà essere vendicata!>>
Faykan provò quasi paura nel veder riemergere la crudele Vedova Nera che Ellis era stata durante i vent'anni della sua Reggenza in nome di Elner XI.
<<E dopo cosa faremo?>>
Ellis sorrise:
<<Ho un piano. Qualcosa che nemmeno l'Imperatore-Profeta ha previsto, ma che alla fine persino lui dovrà accettare, come condizione necessaria per il suo Sentiero Dorato. Ciò che ora prometto all'impero e al mondo è l'Inaspettato. Nessuno può immaginarlo, tutti saranno colti di sorpresa, e quando si accorgeranno di ciò che è accaduto, sarà troppo tardi. E nulla sarà mai più come prima!>>



Cast

Reverenda Madre Gaius Helen Mohiam - Ellis Eclionner, ex-Reggente, Principessa del Sangue

Paul Atreides - Faykan Eclionner, Principe della Corona in quanto figlio di Elner XI.

Virginia Madsen - Irulan Eclionner, Reggente imperiale, terza moglie di Elner XI




venerdì 17 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 39. Gwydion e Marvin




L'Arcidruido Gwydion Pendragon era non solo il più caro amico d'infanzia dell'Imperatore-Profeta Marvin Eclionner Vorkidian, ma anche il sacerdote più potente dell'Impero.
Marvin stesso lo considerava il Custode supremo della Profezia.
Per questo nei ritratti aveva sempre in mano le chiavi.
Esse aprono e chiudono le porte della Profezia.
Tra gli altri ornamenti c'era l'Anello di Ametista, uno degli anelli del potere, che conferiva una calma e una concentrazione così grandi da permettere l'ascesi mistica agli Arcani Supremi.
La croce celtica era il simbolo solare di Belenos e la rosa rossa era il simbolo del casato dei Pendragon, la stirpe che, assieme ai Vorkidian, costituiva il clan dominante nel Regno dei Keltar.
Normalmente Gwydion risiedeva a Caemlyn o a Floriana sull'Amnis, ma nei momenti delle scelte difficili era sempre a Gothian, presso l'Imperatore-Profeta.



Quel giorno Marvin indossava un abito di seta dorata ed una corona d'oro massiccio.
In genere indossa le vesti della regalità quando quest'ultima è messa in discussione. 
Più il suo ruolo imperiale era minacciato, più lui lo sottolineava col vestiario.
Io lo so, forse altri lo sospettano, ma solo io lo so...
"I know I know, oh oh oh, I know I know, oh oh oh..." erano le parole di una specie di ninna-nanna che il giullare Macchia cantava alla principessa Shireen:.

It's always summer 
under the sea,
I know, I know
oh oh oh
The birds have scales, 
and fish take wing,
I know, I know
oh oh oh
The rain is dry 
and snow uprises,
I know I know,
oh oh oh.
The stones crack open,
the water burns,
I know I know,
oh oh oh.
The shadows come,
to dance, my love
I know I know,
oh oh oh.
The shadows come
to play with me,
and all I know
it's I'm alone.
The shadows rise,
and you're alone,
my love, my love,
oh oh oh.
I know, I know
oh oh oh,
I know, I know
oh oh ohhhhh....

Quella nenia risuonava nella mente di Gwydion, come un oscuro presagio.



Qui noi mangiamo i pesci, ma sotto il mare, i pesci mangiano noi.
Era una nenia paradossale e forse per questo piaceva tanto ai bardi.
Nelle età di transizione, gli adynata servono a ricordarci che tutto può essere sovvertito, persino il Trono dell'Imperatore-Profeta.
Gwydion si stava impegnando per aiutare Marvin, ma aveva il sospetto che il sovrano avesse soltanto una visione parziale della situazione presente e futura.
In questi momenti bisogna parlare con quella parte di lui che è più vicina alla realtà: bisogna rivolgersi all'Imperatore e non al Profeta. Solo così l'Imperatore si accorgerà che la sua visione è della Profezia è ancora incompleta.
Gli si avvicinò con circospezione:
<<Mio signore, vi trovo in splendida forma>>
Marvin sorrise:
<<Sto per risposarmi! Devo essere in forma smagliante per quel giorno>>
Gwydion ringraziò gli dei per il fatto che il sovrano era di buon umore.
<<Siete già perfetto così. La vostra sposa è una donna fortunata>>
Marvin pose un braccio sulla spalla dell'amico:
<<Sono io ad essere fortunato! Alice mi ha aiutato a ritrovare la serenità e la chiaroveggenza>>
L'arcidruido annuì, ma con meno entusiasmo:
<<Vostra Maestà, mi sono giunte voci di Profezie che coprono elementi non rilevati dalla vostra>>
L'Imperatore gli rivolse uno sguardo perplesso:
<<Vorresti dire che qualcuno ha premonizioni più valide della mia?>>
Gwydion gli si avvicinò e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.



<<Sire, credo che vostra madre ed Alienor di Alfarian abbiano visto qualcosa che a voi non è apparso. La notizia mi è stata fornita da Pierre de Champagne, che ha ospitato l'Imperatrice Madre e la Regina degli Alfar. In particolare si ritiene che vostra nuora Eleanor abbia un ruolo importante e assolutamente invisibile>>
Marvin si accigliò:
<<Mia madre ha la cattiva abitudine di voler dirigere la mia vita, nonostante la mia venerabile età. Quanto a mia nuora, in effetti non compare. Credevo non avesse alcun ruolo rilevante, se non quello di apportare sangue elfico ai discendenti di mio figlio Arthur>>
Gwydion sospirò:
<<Si recherà a Lathena. Quello sarà uno dei vari campi di battaglia, per questa nuova fase del Gioco del Trono. Voi vincerete, mio signore, su questo non ho dubbi, ma il prezzo di questa vittoria sarà molto elevato. Occorre servirsi dei metodi tradizionali, con un valido controspionaggio sia a Lathena che qui a Gothian, e su su fino all'Ultima Thule>>
L'Imperatore prevalse sul Profeta:
<<Mi sembra una cosa saggia. Io vedo gli esiti di tutte queste controversie in modo parziale. Devo sapere cosa mi attende, passo dopo passo. Questo completerà la mia visione generale>>
Poi improvvisamente parve rattristato.



<<La verità, mio caro Gwydion, è che a volte io vorrei non aver mai avuto il dono della prescienza.  Vorrei ancora quel senso indefinito di aspettativa che avevo da ragazzo. Sai come vanno queste cose... ogni mattino ti svegli e dici: questo giorno sarà un grande passo verso una vita migliore, ed ogni giorno le cose non potranno che andare meglio, fino a condurre, un giorno, alla felicità. Non sapevo che era quella, la felicità, era quello il momento... era quello!>>
Gwydion si preoccupò, perché quando l'umore di Marvin mirava verso la malinconia, allora il Profeta tornava a farsi spazio, e così le reazioni impulsive, irrazionali.
<<Era un miraggio, Maestà. Ognuno a diciotto anni sogna la California>>



Marvin annuì:
<<Era il sogno di una notte di mezza estate. Ti sogno California... sì. Fantasticavo di andare, un giorno, nel Continente Occidentale, e raggiungere l'oceano. Quella visione era più che altro un'aspirazione esotica. Era la California, certo, ma era soprattutto "via di là"... verso cosa ancora non sapevo, ma lo respiravo... mi sembrava... sembrava cielo...>>



Gwydion sorrise:
<<Fantasticavamo insieme. Due ragazzi delle paludi di Keltar Senia, che sognavano di cambiare il mondo. E ci siamo riusciti>>
Riusciti sì, ma in meglio o in peggio? Come li avrebbe giudicati la storia?
Marvin però era tormentato da una specie di rimpianto, quasi una nostalgia.
<<Mi manca...>>
<<Cosa?>>
<<Keltar Senia... Amnisia... la mia Contea... quando io penso alla mia casa, penso ancora a quei luoghi che non vedo più da tanto tempo>>
Gwydion faceva fatica a seguire gli umori dell'Imperatore.
Oggi è pieno di paradossi. Temo che alla fine il Profeta avrà di nuovo il sopravvento.
Cercò di ammansirlo citando un celebre anacoluto di Pascoli:
<<Io, la Patria, è là dove si vive...>>
Marvin accennò a un sorriso, riconoscendo il poeta delle sue terre, ma ribatté citando Dante:
<<Io mi sono sentito esule come l'Alighieri:


«. . . Tu lascerai ogne cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l'arco de lo essilio pria saetta.
Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e 'l salir per l'altrui scale. . .»
Paradiso XVII: 55-60




Cast

Thomas Cranmer - Gwydion Pendragon

Jonathan Rhys Meyers - Marvin Vorkidian

La canzone è un mio riadattamento dalla ballata del giullare Macchia ne Il trono di spade.

It's always summer / there where you are / I know I know / my love my love // The rain is dry / and snow uprises / I know I know / my love, my love // The shadows come / to dance with you / and I'm alone / my love my love // the shadows come / to play with me / but you aren't here / my love my love / I know I know /my love my love...

mercoledì 15 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 38. Eleanor e Alienor.



I loro nomi erano molto simili. Eleanor era la dizione inglese dell'antico occitano Alienor.
E' tutto quello che mia madre mi ha dato, oltre la vita: il suo nome.
Sarebbe stato un pensiero romantico se sua madre fosse stata un vago ricordo disperso nel passato e non la donna regale che le stava di fronte in quel momento.
La regina Alienor di Alfarian le stava mostrando il suo anello, Vilya, uno dei tre anelli del Potere.



<<Questo è l'anello dell'aria, che dona salute e lunga vita a chi lo porta e lo trasfigura in una eterea bellezza. Ecco dunque, io lo dono a te, Eleanor, figlia mia, perché possa risarcirti di tutti gli altri doni che non ti ho dato. Accettalo come segno della mia buona volontà e della mia buona fede>>
Eleanor sentì che sua madre era sincera e fu commossa dall'importanza di quel gesto.
Ha riconosciuto la mia primogenitura, consegnandomi l'anello che era stato di sua madre. Si rende conto delle implicazioni di questo gesto?
Mentre si infilava l'anello, che calzava alla perfezione, ringraziò la madre:
<<Spero di essere degna di questo dono. E' la prima volta che esce dalla Casa di Alfarian>>
Alienor annuì:
<<La Casa Vorkidian sarà degna di questo gioiello. Per sempre i Re dei Keltar ricorderanno, grazie allo splendore di questo diamante, di avere sangue elfico nelle vene. E per secoli e secoli il nome di Eleanor di Alfarian sarà da tutti onorato degnamente>>
Eleanor capì che c'era un elemento di precognizione fondato su qualcosa di solido e capì che era Lilieth a patrocinare quella causa:
<<Ritieni dunque che io sarò regina?>>
Sua madre annuì:
<<Regina tu sarai, e porterai i cognomi onorati dei Vorkidian e degli Alfarian, mentre il sangue Eclionner tuo e di tuo marito passerà sotto silenzio. E' la condizione che io ho posto per il mio sostegno al nuovo ordine mondiale>>



Eleanor ne aveva sentito parlare::
<<Arthur lo vuole chiamare "La tavola rotonda", per ricordare l'antica gloria dei Pendragon. Penso che sia stata Lilieth a suggeriglielo>>
La reazione di Alienor fu di stupore:
<<Hai colto nel segno, figlia mia. Ti ho sottovalutata per troppo tempo. Ora che ho scoperto il tuo valore, ti prego di aiutarmi. Il Consiglio Reale di Caemlyn presto tornerà operativo. Lilieth ritiene che Marvin concederà il titolo regale ad Arthur entro breve tempo. Ma restano molte incognite: Mordred a nord e Anakin a sud. Io sono disposta ad appoggiare una eventuale incoronazione di Anakin a imperatore dei Lathear, ma pretendo in cambio che tuo fratello Faykan sia nominato Prefetto del Pretorio e sostenga la causa degli Alfarian presso il Trono del Sol Levante>>
Questo era tutt'altro che facile.
<<Madre, voi sapete che Faykan è stato cresciuto da Ellis e si sente un Eclionner a tutti gli effetti.  Non so se l'obiettivo di Ellis e il vostro possano essere compatibili>>
Alienor sorrise compiaciuta:
<<Mia preziosa Eleanor! Io affido a te questo compito di mediazione. Lilieth è d'accordo. Quando sarà il momento, dovrai andare a Lathena da tuo fratello e spiegargli esattamente come stanno le cose. Non può mettersi contro la Profezia, nessuno di noi può farlo. Noi siamo la Profezia. La attuiamo in ogni momento. Non è un fine lontano nel tempo. E' adesso. E' nel presente. Ogni cosa che facciamo e diciamo crea un mondo intorno a noi e gli dà un significato>>



Dunque la teoria della cospirazione esisteva realmente!
Fino a che punto Marvin è consapevole di tutto questo? Ha previsto anche queste mosse?
Rivolse alla madre uno sguardo interrogativo:
<<Lui ci può vedere?>>
Alienor scosse il capo:
<<Alcuni di noi sfuggono alla sua prescienza. Non so come sia possibile, ma dobbiamo sempre essere in guardia. Tutto ciò che diciamo o che facciamo potrebbe essere usato contro di noi. Dobbiamo essere cauti, dobbiamo essere invisibili>>
Eleanor era turbata:
<<Ma non potremmo comportarci come si dovrebbero comportare tutti i parenti, come un'unica famiglia? Marvin ci ha reso tutti parte della Dinastia, ha dato a ognuno di noi la sua parte... non sarebbe meglio agire in accordo con lui?>>
La regina degli Alfar la fissò severamente, in tutta la sua maestà.



<<Una famiglia? Gli Eclionner hanno poche, ma chiare regole: si amano quando gli fa comodo, si sopportano quando gli fa comodo e si ammazzano quando gli fa comodo. Marvin non è diverso da loro, anzi... ha usato le nostre vite come se fossimo pedine nel suo grande gioco del Trono>>
Era innegabile.
Eppure Eleanor considerava Marvin come un padre:
<<Madre, lui ha sulle spalle il peso della Profezia>>
Alienor fu come punta sul vivo:
<<Non ci ha mai rivelato la sua Profezia!>>
C'era un senso di rammarico, oltre che di rabbia, nelle sue parole.
<<Ma se l'avesse fatto, madre, avremmo peggiorato la situazione!>>
La regina degli Alfar non era d'accordo:
<<Peggiorato? Da che punto di vista? Chi è che giudica?>>
Eleanor capì che sua madre aveva posto una questione essenziale.
<<Ritieni che il tuo punto di vista sia migliore del suo?>>
Alienor scosse il capo:
<<Migliore no, ma altrettanto degno! Per questo dobbiamo fare la nostra parte. Con la massima discrezione possibile. Andrai a Lathena? Farai ciò che ti ho chiesto?>>
Eleanor annuì:
<<Non ti deluderò, madre>>
La regina allora sorrise e le porse un nuovo dono: una fiala piena di una sostanza luminosa.



Era stato il dono di Vivien a Marvin, che l'aveva poi a sua volta donato ad Alienor. Era un'investitura molto importante, che si affidava a coloro che dovevano affrontare grandi pericoli.



<<Ti dono la luce di Earendil, la nostra stella più amata. Possa essere per te una luce in luoghi oscuri, quando ogni altra luce si spegne>>



Cast

Cate Blanchett - Alienor di Alfarian

Tilda Swinton - Alienor di Alfarian

lunedì 13 maggio 2013

Nota sulla narrazione crossmediale e transmediale, con particolare riferimento al ciclo di "Gothian



I romanzi "Gothian", "Gli eredi di Gothian" e "L'Imperatore-Profeta di Gothian", presentati in questo blog, sono un esempio di narrativa (e narrazione) crossmediale e transmediale.
La narrazione crossmediale si realizza quando, dato un grand master di partenza, cioè il primo mezzo comunicativo con cui tale narrazione è stata resa pubblica (può trattarsi di un libro, di un film, di una fiction televisiva, di un fumetto, di una graphic novel o di un gioco di ruolo), la narrazione stessa si estende su tutti gli altri ambiti della comunicazione e del commercio (attraverso gadget di vario genere). La narrazione transmediale compie un passo successivo, in quanto si caratterizza per una forte diversificazione della trama originale che si ramifica in storie collegate ad essa, ma originate da una partecipazione indipendente da parte delle communities di fan, che realizzano prequel, sequel, approfondimenti relativi a tematiche o personaggi particolari. Un esempio di narrazione nata in epoca precedente alla rivoluzione elettronico-digitale e che poi si è evoluta nelle  tre fasi della multimedialità, della crossmedialità e della transmedialità è la prima trilogia cinematografica di Guerre Stellari (1977-83).
Nell'ambito della fantascienza si segnala anche Star Trek.
Molto più tardi si creerà una crossmedialità anche per l'universo di Dune di Frank Herbert e David Linch.



Nell'ambito del genere fantasy si è verificata, anche qui a scoppio ritardato, l'esplosione del fenomeno crossmediale legato ai romanzi di Tolkien, in particolare al Signore degli Anelli.

Parallelamente si è verificato il boom della saga di Harry Potter, rivolto ad un pubblico di età vicina all'infanzia.
Al contrario adesso si assiste ad un altro fenomeno, anch'esso emerso in ritardo rispetto alla pubblicazione dei romanzi, e cioè alla crossmedialità legata alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George Martin (A Song of Ice and Fire) che a livello televisivo ha preso il nome del primo romanzo Il trono di spade ( Game of Thrones).


Altro fenomeno dilagante è stato quello della saga di Twilight.



Oppure quelle collegate al gioco di ruolo Dungeons&Dragons



Ora, se aggiungiamo alla multimedialità, alla crossmedialità e alla transmedialità una forte intertestualità che mescola le diverse grandi narrazioni fantascientifiche, fantasy e fantastiche, mescolandole con altri testi di tali generi e talvolta anche con testi di quella che viene chiamata, ormai anacronisticamente, letteratura colta, si può ottenere una sorta di mosaico di citazioni, un  mainstream dove le grandi narrazioni confluiscono e si mescolano ed un loro grande remake, completamente reinventato e diffuso grazie al supporto dei motori di ricerca e delle immagini selezionate.
E' un esperimento innovativo, anche dal punto di vista della mescolanza dei generi letterari e della compresenza di elementi linguistici con elementi iconografici ed estetici.




domenica 12 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 37. Alienor e Lilieth parlano di Marvin.



Alienor di Alfarian si sentiva confusa.
Aveva sperato che l'incontro con Lilieth Vorkidian avrebbe sancito una sorta di passaggio delle consegne, e invece si era ricreata la stessa situazione di dipendenza che c'era stata trent'anni prima, quando Alienor era solo un'adolescente e Lilieth era una donna di trentacinque anni.
Il carisma di Lilieth era cresciuto con l'età. Se trent'anni prima era stata una donna prematuramente saggia, col passare degli anni era diventata una vera Imperatrice Madre, di fronte alla quale Alienor provava soggezione.
Lilieth Vorkidian con l'età aveva acquisito un aspetto ancora più regale.



Ma come fai, Lilieth, ad acquistare forza invecchiando? Qual è il tuo segreto?
Era un'iniziata agli Arcani Supremi, ma come sacerdotessa si era sempre dichiarata servitrice di Ulien, la custode della luna, e di Belenos, il custode della luce, padre della dinastia Pendragon, da cui discendevano i Vorkidian, ma tutto questo è noto da sempre.
C'è dell'altro... sicuramente nei lunghi anni trascorsi tra le paludi di Keltar Senia deve avere evocato qualche entità superiore. Ma chi?
Alienor si era riproposta di scoprirlo quella sera, durante una cena privata con Lilieth.
Erano sedute l'una di fronte all'altra e sapevano che quella non era solo una rimpatriata tra vecchie conoscenze.
Qui c'è in ballo il Gioco del Trono, come sempre! 
Alienor sapeva che non era possibile protrarre oltre l'attesa.
<<Naturalmente sappiamo entrambe il vero motivo per cui ci troviamo qui>>
Lilieth sorrise:
<<Siamo state brave ad attendere una settimana, prima di arrivare al dunque>>
In effetti non era stato facile.
La regina degli Alfar annuì:
<<Lilieth, dimmi che sei tornata dolce e paziente come trent'anni fa>>
L'imperatrice madre ripensò a com'era allora, e per un attimo provò qualcosa di simile ad una vaga nostalgia.



<<Ho dovuto sopportare Igraine, ho dovuto lasciare mia figlia nelle grinfie di Ellis, e questo per ordine di mio figlio! E poi Vyghar mi ha lasciata. E' stato come rivivere l'incubo di quando fu Masrek ad abbandonarmi. Una persona può sopportare un tradimento, forse anche due o persino tre... ma io! Dopo tutto quello che avevo fatto per mettere Marvin sul trono, mi sono ritrovata a dover scegliere tra Gothian e la casa di mia madre a Keltar Senia. Ho preferito la seconda: in fondo mosche e zanzare sono meno fastidiose dei vampiri>>
Alienor si illuse per un attimo che Lilieth avesse rinunciato a sostenere Marvin, ma preferì prima sondare il terreno:
<<Come sei riuscita a far passare il tempo?>>
Lilieth strinse le spalle:
<<Tutto rallenta, mia cara. Per fare le stesse cose ci metti il doppio del tempo. Ti ritrovi a fissare il vuoto, mentre il pensiero si perde in un labirinto di ricordi e di fantasie. Arrivi a sera e ti rendi conto che non hai concluso niente, ma poi ti dici che non importa, che nulla importa più. Ho perso il tempo così come ho perso tutto il resto>>
Quella però era solo una parte della verità, ed Alienor sapeva che è proprio dietro alle mezze verità che si celano le menzogne più grandi:
<<Trent'anni nella terra dei druidi... si possono apprendere molte cose, anche solo per passare il tempo, non trovi?>>
Lilieth annuì:
<<Avevo ripreso i miei obblighi sacerdotali nei confronti di Ulien. Recitavo le preghiere alla luce della luna. Ogni preghiera si riferisce ad un colore diverso. Una notte la luna era blu>>



<<Cantavo il salmo della luna blu:

Blue Moon
You saw me standing alone
Without a dream in my heart
Without a love of my own
Blue Moon
You know just what I was there for
You heard me saying a prayer for
Someone I really could care for

And then there suddenly appeared before me
The only one my arms will hold
I heard somebody whisper please adore me
And when I looked to the Moon it turned to gold

Blue Moon
Now I'm no longer alone
Without a dream in my heart
Without a love of my own

And then there suddenly appeared before me
The only one my arms will ever hold
I heard somebody whisper please adore me
And when I looked the Moon had turned to gold

Blue moon
Now I'm no longer alone
Without a dream in my heart
Without a love of my own

Blue moon
Now I'm no longer alone
Without a dream in my heart
Without a love of my own

Era l'ora del lupo, quando Ulien mi si manifestò ed io mi sentii come in un sogno>>



<<La dea non era più la casta diva che inargenta i sacri e antichi colli. Mi invitò a percorrere l'ascesi mistica verso una maggiore consapevolezza degli Arcani Supremi e quello che vidi non lasciava più spazio alla dolcezza. Un demone mi ha parlato della ferocia dei miei antenati>>
Alienor cercò di leggere tra le righe di quelle frasi enigmatiche.
<<Molti mi hanno parlato delle atrocità ancestrali che appaiono durante la visione. Quello che non capisco è perché questo renda tutti così cinici. Se hai visto il Male, sai come evitarlo... perché invece diventate tutti così pessimisti?>>
Lilieth la fissò con un'occhiata di rimprovero:
<<Non recitare il ruolo della ragazzina innocente! Non lo sei più da troppo tempo e quanto a cinismo e pessimismo, credo che tu ne sappia quasi quanto me. Certo tu sei più abile a nasconderlo dietro la tua eterea ed elfica bellezza, ma quella consapevolezza è dentro di te, che ti rode come una tarma. Un'anima bella non si immischia nel Gioco del Trono quando su quel trono siede il garante di un'utopia!>>
La regina degli Alfar osservò l'altra donna con severità:
<<Io dovevo sposare Marvin, questi erano i patti! Tu invece hai fatto in modo che le cose andassero diversamente!>>



Lilieth scosse il capo:
<<Avrei voluto! Ma nel frattempo Marvin aveva sposato Igraine! Cosa potevo fare? Mio figlio non mi ha mai ascoltato. Non vedi che non mi ascolta nemmeno adesso?>>



Alienor le rivolse un'occhiata interrogativa:
<<Faykan mi ha spedito una lettera da Lathena. Dice che Atar sta prendendo il sopravvento nelle gerarchie degli spiriti e che nel Sancta Sanctorum, al posto della statua di Eclion, il fuoco segreto arde per autocombustione in eterno>>



Lilieth annuì:
<<Helena mi ha informata. Atar ha illuminato anche la mia coscienza, e forse lo avevi già intuito. Ma anche qui stiamo su due fronti diversi. Mia figlia appoggia Anakin, suo fidanzato. Tuo figlio Faykan ha l'appoggio di Ellis, ma si troverà ad affrontare Valyria, che come sorella di Anakin sente dei doveri nei suoi confronti. La Dinastia è nel disordine e presto ci sarà un nuovo conflitto. Ora le mie domande sono molto semplici. Da che parte stai? Con chi ti allei? Ricordati che non puoi chiamarti fuori, non dopo che hai mandato tua cugina Alice a fianco di mio figlio!>>
Alienor si rese conto che il suo gioco le era sfuggito di mano.
Se avessi immaginato questo effetto domino non avrei mai mandato Alice a Gothian! Ora sono di nuovo nel Gioco del Trono, quello dove non ci sono terre di nessuno: o si vince, o si muore.
Se sapessi almeno i segreti di cui Lilieth è a conoscenza!

File:Curchod, Suzanne.jpg

<<Lilieth, siamo entrambe prigioniere del suo sogno, il Sentiero Dorato. Io speravo solo che Alice de Bors potesse carpire qualche informazione, ma non immaginavo che Marvin se ne sarebbe innamorato! Se tu hai intravisto qualcosa, ti prego accennami almeno qualche indizio sulla Profezia. Forse è necessario affinché io possa essere di qualche aiuto...>>
Lilieth rimase per lungo tempo perplessa.
<<Marvin sopravvivrà a tutti noi e a tutta la nuova generazione e anche a tutte le generazioni che verranno, per lunghissimo tempo. Ho visto in lui la disponibilità a concedere un'ampia autonomia ai regni che fanno parte del suo Impero, compreso il regno degli Alfar. Se tu non gli sarai ostile e se Alice saprà guadagnarsi la fiducia della Dinastia, potremo unirci contro il vero pericolo che ci minaccia, Daenerys di Gothian, la Divoratrice di Cuori. In questo momento dovrebbe aver raggiunto suo fratello Viserys presso l'Ultima Thule. Ancora una volta il pericolo viene da nord>>


Cast

Cate Blanchett - Alienor di Alfarian

Alice Krige - Lilieth Vorkidian

Claire Forlani - Lilieth Vorkidian da giovane

Gwineth Paltrow -Alienor di Alfarian, seconda immagine

Jonathan Rhys-Meyers - Marvin Eclionner Vorkidian

Suzanne Curchod, Madame Necker - Lilieth Vorkidian, terza immagine

mercoledì 8 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 36. Anakin affronta Ulume.




Anakin Ataris Eclionner  sapeva che il Sommo Sacerdote di Lathena, padre Rudo Ulume, voleva arrivare alla conclusione di un Nuovo Patto tra i Grandi Anziani, Signori dell'Universo, e gli uomini, prima che gli effetti dello spostamento verso il lato luminoso del demone Atar potesse causare un'alterazione irrimediabile degli equilibri.
<<Gli dei ti hanno parlato, Ulume?>> chiese Anakin senza nascondere la sua avversione verso il sacerdote esorcista che da decenni aveva condizionato la religione e la politica imperiale.
<<Gli dei parlano principalmente ai profeti, e dunque al nostro imperatore Marvin. C'è grande fermento tra gli dei!>>
Anakin sorrise beffardo:
<<Gli dei se ne fregano di noi!>>
Per Ulume quella frase equivaleva ad una bestemmia, e se l'avesse detta chiunque altro, l'avrebbe abbattuto con un colpo di spada.
Ma davanti a lui c'era il discendente di Eclion e di Atar, i due Sommi Signori che si stavano disputando il controllo delle gerarchie demoniache e di quelle angeliche.
<<Gli Dei piangono per noi! E tu cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, d'un pianto di stelle lo inondi, quest'atomo opaco del male!>>







Anakin non era mai stato un tipo paziente, specie quando ci si perdeva in discorsi teologici.
<<Lasciamo stare le citazioni e veniamo al punto: perché mi hai convocato?>>
Ulume sospirò.
E' impulsivo e polemico, proprio come suo padre.
Ma era anche il figlio di Marigold e qualcosa doveva pur aver preso da quella fredda calcolatrice.
<<Ti ho convocato per proporti un patto, in nome di tutte le forze che in questo momento hanno riaperto il Gioco del Trono>>
Anakin si mostrò subito diffidente:
<<Timeo Danaos, et dona ferentis>>



<<Vedo che anche tu te le cavi bene con le citazioni, giovane Anakin, ma esse non ti faranno evitare la fine di Laocoonte. Devi scendere a patti, se vuoi aggiudicarti la tua parte nel Sentiero Dorato>>
Anakin non amava il verbo "dovere", specie quando era applicato a lui stesso:
<<Io devo ancora capire in nome di quale divinità tu stai parlando, perché se sei il Sommo Sacerdote dei Lathear, il tuo Signore non può che essere Eclion, e dunque tu dovresti onorare la Dinastia Eclionner nella sua totalità>>
Ulume scosse il capo:
<<Il mio ruolo è placare l'ira di Eclion causata dal tradimento di Atar, che è tuo antenato, in quanto padre di Marigold. Tu sei un Ataris, prima di tutto e al di sopra di tutto. Io servo chi ha sangue Eclionner da parte di entrambi i genitori>>
Anakin si infuriò.
<<Da parte di entrambi i genitori? Ma chi si è inventato questa idiozia? Se fosse vero, nemmeno l'Imperatore sarebbe un Eclionner, visto che sua madre è una Vorkidian... ed è una bestemmia il solo pensare che Marvin non sia il più puro rappresentante della Dinastia imperiale! Io sono un Eclionner perché mio padre era un Eclionner! Le regole sono queste da migliaia di anni!>>
Ulume rimase impassibile:
<<Io vedo in te soltanto il fuoco di Atar, quello che viene da tua madre, Marigold Ataris!>>
La calma severa del vecchio fece infuriare ancora di più il giovane:
<<Non m'interessa quello che vedi! Io sono Anakin Eclionner, figlio di Sephir Eclionner e cugino di Marvin Eclionner, il nostro Imperatore-Profeta! Lui in persona mi ha designato nuovo Reggente di Lathena e questa è l'unica cosa che conta!>>
Ulume annuì:
<<Dunque non ti interessa sapere ciò che Eclion ti sta offrendo tramite me?>>
Anakin era esasperato:
<<Io prendo ordini solo dall'Imperatore! E credimi, lui non sarà affatto contento del tuo doppio gioco!>>
Il Sommo Sacerdote non batté ciglio:
<<Ho già provveduto ad informare personalmente l'Imperatore riguardo alle mie preoccupazioni per il tradimento di Atar. Gli ho consigliato di stipulare un Nuovo Patto e gli ho scritto che ne avrei parlato con te. Sevo fedelmente Marvin da più di trent'anni. Ho combattuto al suo fianco contro gli intrighi di tua madre! Io ero presente quando Marvin ha strangolato Marigold! Tu dov'eri? Tu cosa sei, se non un cumulo di rabbia e di insolenza!>>
Di fronte a quell'offesa, Anakin sguainò la propria spada che si stagliava netta sulla luna di amaranto.




<<Pagherai per queste offese. E ti accorgerai che il rosso che tu vedi non è fuoco, ma sangue... sangue e ancora sangue, oltre la morte!>>
In quel momento Ulume riconobbe la tempra di Sephir Eclionner:
<<Nessuno rimpiange i tempi della Primavera di Sangue scatenata da tuo padre, né i Fiumi di Porpora, né gli incendi e i roghi voluti da Marigold>>
Anakin non ricordava niente di sua madre, ma ne sentiva comunque la mancanza.
A fargli da madre era stata Ellis Eclionner, che nell'educare i giovani della nuova generazione era stata imparziale, come se fossero tutti realmente suoi figli.
Ora però la tregua è stata infranta, e ci ritroviamo di nuovo su fronti opposti.
E certamente Ulume ed Ellis facevano fronte comune, probabilmente spalleggiati dall'Eunuco.
<<Non desidero rappresaglie generiche. A rotolare saranno solo le teste dei traditori come te, Ulume!>>
Il vecchio non si mostrò per nulla preoccupato:
<<Senza la diplomazia, la forza bruta è destinata al fallimento. La violenza è l'ultimo rifugio degli stupidi>>
Il giovane scosse il capo:
<<Il confine tra la diplomazia e la viltà è molto labile, così come quello tra la discrezione e l'ipocrisia. Non fare troppo affidamento sulle tue menzogne, Ulume... il tempo dei sotterfugi è finito: presto ci sarà la guerra, e saremo tutti chiamati a scegliere apertamente da che parte stare!>>
Ulume scosse il capo disgustato:
<<Solo chi non ha mai combattuto può desiderare la guerra. Il vero soldato è l'unico che conosce il valore della pace e della diplomazia. Hai ancora molto da imparare. Un giorno mi chiamerai Maestro, e imparerai a ringraziarmi per questo!>>



Cast

Hayden Christensen - Anakin Ataris Eclionner

Samuel Jackson - padre Rudo Ulume

Sfondo - pianeta di Mustafar