Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
domenica 18 dicembre 2016
L'Ultimo Eretico. Capitolo 4. Virginia Dracu
Non ci credeva.
Si disse: è lei o no?
Dopo tanti anni non l'aspettava più.
E' ancora più bella di quanto mi ricordassi.
Capelli biondo scuri le scendevano dolcemente sul collo aristocratico e sulle spalle scoperte.
Portava una collana di diamanti con uno zaffiro, che faceva rifulgere il blu dei suoi occhi. Simili erano gli orecchini.
I tratti del viso erano dolci, ma con alcuni elementi marcati: un naso leggermente aquilino, come tutti i nobili, le labbra piene, ma non troppo, leggermente dischiuse in un sorriso che lasciava intravedere denti bianchissimi e regolari.
Portava un abito rosso scarlatto.
Mi guarda: quel suo sguardo così luminoso e felice è per me, come se la mia vista le donasse un entusiasmo che io non comprendo.
Forse ora lei magari... sì, ma poi mi butta via... via dalle sue mani c'è un deserto senza fine...
Luca lo sapeva bene, gliel'aveva detto anche il suo rivale, Waldemar, a cui lei aveva spezzato il cuore.
Certo, se in quel momento si fosse rivolta a lui.
Speravo che avremmo avuto più tempo... e invece lei è fuggita...
E le ultime parole che ci siamo detti, prima della sua scomparsa, sono state aspre.
E quando lei sparì, io vidi la mia vita riempirsi di vuoto.
L'aveva avvertita.
Se adesso te ne vai, e fai crollare il mondo su di me, ti giuro d'ora in poi io non so più chi sei.
Un avvertimento inutile.
Ma Luca sapeva che in parte era anche colpa sua e alla sua incapacità di dire "ti amo" senza aspettarsi nessuna eco.
Il loro contrasto, tuttavia, non era stato solo questione di sentimenti, ma anche di idee.
Virginia aveva fattp parte integrante dell'Oligarchia Globalista, ma nella sua versione salottiera, radical-chic e buonista.
Ha cercato di navigare disinvoltamente tra l'alta nobiltà e il proletariato, cercando di farsi perdonare dagli uni e dagli altri le sue frequentazioni, ma non è mai stata convincente.
Si può essere trasversali, ma coerenti; trasversali, ma chiari; trasversali, ma pieni di saggezza.
Ecco, Virginia, a te mancavano quella coerenza, quella limpidezza, quella saggezza che facevano e fanno senza riserve quei pochi autentici democratici che ci sono al mondo. Tu non eri di questi. La tua carriera non decollava. Saresti potuta durare un po' più o un po' meno, ma saresti comunque passata senza lasciare traccia.
Una condanna senza appello che l'aveva fatta soffrire.
Luca riconosceva di essere stato troppo duro con lei.
O forse semplicemente ci è mancato il tempo.
Era sempre in viaggio e parlava cinque lingue.
Compreso il politically correct contemporaneo.
Ma non era sua intenzione rievocare i dissidi passati.
C'era stata una convergenza riguardante le prospettive future.
Fu l'unica a prendermi sul serio, quando parlai della mia sensazione che si stesse avvicinando un grande cataclisma. Fin da bambino mi rendevo conto di vivere in un mondo che non era destinato a durare.
Forse anche lei sapeva tutto questo, e anche di più.
Forse è per questo che è tornata da me, ora, al mutare della marea.
Fece qualche passo nella sua direzione e gli parve come se questa scena si fosse già ripetuta infinite volte.
Virginia era sempre più vicina.
L'inverno del nostro scontento si è fatto estate sfolgorante sotto i raggi di questo sole di York.
Questo effetto di deja vu contribuiva a rendere ancora più surreale l'atmosfera di quella serata.
Un dolore antico si risveglia. Una ferita si riapre. La ferita d'amore non si sana.
Più lei si avvicinava, più lui si sentiva come schiacciato sotto il peso di un macigno.
Avevo quasi dimenticato com'era grave questo peso sul cuore.
Gli mancava il respiro.
Perché sei tornata? Perché non sei rimasta dov'eri? Non riesco a fingere di aver dimenticato... non posso stare qui a sorridere come se niente fosse...
Eppure era quello che stava facendo.
Ormai lei era davanti a lui: poteva riconoscerne il profumo, ritrovare tutti i particolari del suo volto, le screziature degli occhi...
<<Non sono un fantasma>> disse Virginia mentre allargava le mani <<Abbracciami e vedrai che sono sempre io>>
Si abbracciarono: lei era calda, viva, sana.
Fu un abbraccio dolce e forte, nello stesso tempo: un piacere così grande da far male, da sconvolgere tutti i precari equilibri laboriosamente costruiti in anni di paziente sopportazione.
E per lui fu come morire.
<<Sì... sei davvero tu... ma prima di ogni altra cosa, prima di ogni convenevole, prima di ogni discorso, prima di tutto... una sola domanda: perché?>>
Lei continuò a tenergli strette le mani, come se temesse una sua fuga.
Luca se ne accorse e si sentì in trappola.
Lei sa di potermi dominare ancora.
Gli si avvicinò ancora di più, tanto che lui poteva sentire il respiro di lei, che era sempre profumato come una rosa.
<<Perché, rispetto alle apparenze, la situazione era un po' più complessa>>
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