Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
lunedì 6 giugno 2016
il libero arbitrio? Pura illusione
Il libero arbitrio è il concetto filosofico e teologico secondo il quale ogni persona è libera di scegliere da sé gli scopi del proprio agire, tipicamente perseguiti tramite volontà, nel senso che la sua possibilità di scelta è liberamente determinata.
Ciò si contrappone alle varie concezioni secondo cui questa possibilità sarebbe in qualche modo predeterminata da fattori sovrannaturali (destino), o naturali (determinismo), per via dei quali il volere degli individui sarebbe prestabilito prima della loro nascita: si parla allora a seconda dei casi di predestinazione, servo arbitrio o fatalismo.
Con lo sviluppo della biologia, conseguente soprattutto alla scoperta del microscopio, l'essere umano iniziò ad essere concepito come un complesso sistema fisico composto da particelle, e successivamente molecole, che fanno uso di reazioni chimiche, fisiche, proprio come ogni altro sistema fisico nell'universo, e dunque ritenuto soggetto alle stesse leggi della fisica che conosciamo; sorse allora il problema di stabilire se tali reazioni materiali fossero l'effetto o piuttosto la causa della sua volontà.
Si venne in particolare scoprendo che il cervello umano sfrutta una serie di reazioni chimiche e chimico-fisiche che generano i campi elettrici e magnetici, tramite i quali avviene la comunicazione dei neuroni, quindi la decisione volontaria di un individuo potrebbe determinare queste reazioni, regolate a loro volta da leggi fisiche ben precise, oppure esserne determinato.
Con l'avvento delle prime conoscenze in campo atomico, e soprattutto in seguito alla formulazione del principio di indeterminazione di Heisenberg, alla concezione deterministica propria della meccanica classica si è affiancata una concezione stocastica, basata sulla meccanica quantistica in grado di predire eventi solo in termini di probabilità, che non è più ritenuta il frutto di una conoscenza incompleta del sistema fisico, ma una caratteristica intrinseca del mondo quantistico.
Come il determinismo, tuttavia, anche l'indeterminismo venne utilizzato come argomento contro la possibilità del libero arbitrio. Se infatti il determinismo aveva finito per negare la libertà umana, i sostenitori dell'indeterminismo adesso attribuivano al caso la genesi delle nostre azioni, giungendo così ugualmente a negare che la volontà umana fosse libera, in quanto essendo soggetta a parametri irrazionali, risulterebbe incontrollabile.
L'argomento standard contro l'esistenza del libero arbitrio ebbe modo così di basarsi su due differenti opzioni, cioè sulle seguenti concezioni:
l'interpretazione deterministica della natura, secondo la quale sono solo le leggi fisiche a dettare i comportamenti umani;
l'interpretazione indeterministica, per cui ogni evento è prodotto dal caso, e le scelte individuali sarebbero il risultato di questi processi casuali.
Uno studio neuroscientifico e psicologico dimostra che la libertà di scelta è frutto di suggestione. Il test su un campione di 25 persone mette in allerta sugli inganni del cervello
LE SCELTE che siamo chiamati a fare ogni giorno sono frutto di un'illusione. Ovvero, le decisioni che pensiamo dipendano dal nostro libero arbitrio, in realtà, anche se ci riguardano in prima persona, non sono che un inganno del cervello.
E' l'interpretazione suggerita da un gruppo di neuroscienziati dell'Università di Yale, autori di uno studio pubblicato sulla rivista Psychological Science che riguarda le scelte effettuate in breve tempo e tutt'ora in corso.
E' stato chiesto a 25 volontari di osservare cinque cerchi bianchi in posizioni casuali sullo schermo di un computer, per indovinare quello che da lì a breve sarebbe diventato rosso. Le cavie potevano indicare oppure rispondere sì/no rispetto alla loro scelta. Il test, ripetuto più volte, ha rivelato che in media gli studenti hanno risposto ''sì'' nel 20% dei casi. In realtà, i ricercatori hanno scoperto che la risposta giusta era stata scelta oltre il 30% delle volte quando i cerchi diventavano rossi più rapidamente. In sintesi, lo studio dimostra che, quando abbiamo poco tempo a disposizione per prendere una decisione, capita che adattiamo questa alle conseguenze ormai verificatesi. Anche se il nostro cervello ci porta a credere che in realtà siamo stati noi a scegliere, a prescindere da quanto poi accaduto.
''Questo suggerisce che i partecipanti a volte avevano scambiato l’ordine degli eventi, creando l’illusione che una scelta aveva preceduto il cambiamento di colore quando in realtà non era così“, spiega Adam Orso, uno dei ricercatori di Yale. ''Forse nei momenti in cui sperimentiamo una scelta, la nostra mente sta riscrivendo la storia, ci porta a pensare che la decisione – che in realtà è stata ''completata'' dopo che le sue conseguenze sono state inconsciamente percepite – dipenda dal nostro libero arbitrio''.
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