“ Madre dei draghi, figlia di tre, tre teste ha il drago. Madre dei draghi, figlia della tempesta, tre fuochi dovrai accendere, uno per la vita, uno per la morte e uno per l'amore. Tre destrieri dovrai cavalcare, uno per il piacere, uno per il terrore e uno per l'amore. Tre tradimenti dovrai conoscere, uno per il sangue, uno per l'oro e uno per l'amore.
Viserys che urla, oro liquefatto scorre giù lungo le sue guance, allagandogli la gola. Un lord dalla pelle bronzea e dai lunghi capelli argentei è in piedi a fianco del vessillo di uno stallone di fuoco, con una città in fiamme dietro di lui. Rubini schizzano via come gocce di sangue dal petto di un principe morente che si accascia nell'acqua, mormorando il nome di una donna.
Madre dei draghi, figlia della morte...
Scintillante come il tramonto, una spada rossa si solleva nel pugno di un re dagli occhi azzurri che non proietta alcuna ombra. Un vessillo rappresentante un drago garrisce nel vento davanti a folle giubilanti. Da una torre fumante, una grande bestia di pietra dispiega le ali, respirando fiamme di tenebra.
Madre dei draghi, sterminatrice della menzogna...
La sua cavalla argentea avanza al trotto nell'erba alta, dirigendosi verso un limpido torrente, al cospetto di una prodigiosa volta stellata. Un cadavere in piedi sulla prora di una nave, occhi che brillano nel volto livido, un sorriso triste sulle labbra grigie. Un fiore azzurro nasce da una cavità in una muraglia di ghiaccio, l'aria è piena di fragranza.
Madre dei draghi, sposa del fuoco...
Rapide, sempre più rapide vennero le visioni, l'una dopo l'altra, l'una dentro l'altra, fino a quando l'aria stessa parve diventare un'entità viva. Ombre che vorticano, che danzano all'interno di una tenda, prive di scheletro, evocatrici di qualcosa di terribile. Una bambina corre a piedi nudi verso una grande casa dalla porta rossa. Mirri Maz Duur urla avvolta dalle fiamme, e un drago esce dalla sua fronte. Un cavallo argenteo trascina il cadavere di un uomo nudo, ridotto a un cumulo di piaghe. Un leone bianco in corsa nell'erba, gli steli alti più di un uomo. Al cospetto della Madre della montagna, una fila di anziane nude esce dal grande lago e s'inginocchia davanti a lei, corpi tremanti, teste chinate. Diecimila schiavi innalzano mani lorde di sangue, Daenerys che galoppa davanti a loro come il vento. «Madre!» urlano. «Madre!» Cercano di afferrarla. La toccano, tirano la sua tunica, il bordo della gonna, il piede, la gamba, il seno. La vogliono. Hanno bisogno di lei, del suo fuoco, della sua vita. Daenerys spalanca le braccia per accoglierli, per nutrirli tutti...
Gli Eterni si presentano come individui di bell'aspetto e nel fiore degli anni, ma in realtà sono vecchi e avvizziti, con le carni di un blu violaceo: le unghie e le sclere dei loro occhi sono diventate blu per il consumo continuo di Ombra della Sera.
Eventi recenti
Lo scontro dei re
Su consiglio di Pyat Pree, Daenerys Targaryen decide di far visita agli Eterni nella loro dimora. Dopo averli cercati a lungo all'interno dell'edificio, Daenerys trova un gruppo di stregoni giovani e forti che le mettono a disposizione la loro conoscenza e le loro armi magiche. Drogon, però, cerca di dirigerla verso un'altra porta e Daenerys decide di seguire l'istinto del drago, allontanandosi da loro, mentre gli stregoni cercano di richiamarla con voci suadenti. La ragazza scappa e si trova in una sala cupa con al suo interno un tavolo di pietra e un cuore umano, blu dalla decomposizione, che vi aleggia sopra. Nell'oscurità, Daenerys percepisce la presenza dei veri Eterni, uomini e donne vecchi e decrepiti, con carni, labbra e occhi blu: nonostante siano immobili e non respirino, stanno comunque sussurrandole qualcosa. Gli Eterni le mostrano una serie di visioni del passato e del futuro, ma, mentre lo fanno, cercano di attaccarla per succhiarle via l'energia vitale. A quel punto, interviene Drogon, che li aggredisce salvando Daenerys.[1]
La danza dei draghi
Quaithe raccomanda a Daenerys Targaryen di ricordare ciò che le è stato detto dagli Eterni.[2]
Secondo Xaro Xhoan Daxos, gli Eterni di Qarth sono tutti morti.[3]
Quello di Daenerys nella casa degli Eterni è un capitolo importante e difficile. Certo, finisce in crescendo, ma all’inizio di azione ce n’è poca, solo immagini difficili da interpretare E quando David Benioff e D.B. Weiss hanno realizzato il corrispondente episodio nella seconda stagione di Il trono di spade hanno dovuto compiere delle scelte ben diverse rispetto a quanto narrato da George R.R. Martin in La regina dei draghi. Motivi economici, difficoltà a girare certe scene, la necessità di mostrare qualcosa di più “televisivo” e quella di evitare spoiler, l’impossibilità di mettere certi elementi perché gli spettatori non conoscevano tutti i retroscena che conoscevano i lettori… Le differenze sono tante, a partire dal perché Daenerys si reca in quella che è chiaramente una trappola. Nei romanzi la sua è una scelta, sa di correre un rischio ma vuole sapere ed essere padrona del suo destino. Nella serie televisiva è costretta a farlo perché le hanno rubato i draghi. I romanzi sono più statici, certo, ma il personaggio è anche più forte. Gli effetti speciali per realizzare i draghi costano molto più delle parole con cui Martin li descrive e quindi Benioff e Weiss li fanno vedere meno. Mezzi espressivi diversi, anche se il modo in cui muta il carattere dei personaggi dalla carta allo schermo in genere non mi piace.
Daenerys va, malgrado i consigli contrari e il precedente tragico con la maegi, e del resto qualcosa deve pur fare se vuole uscire dalla situazione di stallo in cui si trova. La Casa degli Eterni è un labirinto, anche se visto che è un labirinto magico non possiamo aspettarci che si comporti secondo le regole che conosciamo noi. E le istruzioni di Pyat Pree saranno corrette o saranno qualcosa di adattato ai suoi scopi? Se entrasse qualcun altro come si comporterebbe la Casa? Mi piace comunque l’immagine evocata da Pyat Pree:
Altre porte potrebbero aprirsi per te. Oltre di esse, potresti trovare visioni che ti turberebbero. Visioni di dolcezza e visioni di orrore, di meraviglia e di terrore. Immagini e suoni di giorni svaniti, di giorni a venire e di giorni che mai saranno. (pag. 215)
Questa è epica, ricordiamolo, è un canto di ghiaccio e di fuoco, e le visioni ne fanno parte.
Daenerys entra, e noi con lei. Non mi soffermo sugli arredi, le stanze chiuse, i rumori, perché ne sappiamo troppo poco, come sappiamo poco di determinate visioni. Cosa significa quella donna nuda su cui si trovano quattro piccolissimi uomini con la faccia da topo? Da qualche parte ho letto che la donna potrebbe rappresentare il continente di Westeros dilaniato da quattro re, ma è solo un’ipotesi. Poi c’è un’orribile carneficina, seguita da una delle tante libere interpretazioni di Sergio Altieri dei romanzi. Daenerys ha la visione della “casa con la porta rossa, la casa di Braavos” (pag. 217). Altieri, convinto che i lettori non avrebbero riconosciuto la casa in questione, ha sentito la necessità d’inventarsi una frase che in A Clash of Kings non c’è. Dopo “la casa di Braavos!” infatti lui ha aggiunto
Il luogo dove lei e suo fratello Viserys erano stati accolti da magistro illyrio prima che lei andasse in sposa a khal Drogo
dimenticandosi che magistro Illyrio vive a Pentos e non a Braavos, e che presso di lui Daenerys non si è mai sentita a casa sua. Il traduttore ha pensato che noi potessimo confonderci, e così ha aggiunto una frase errata. Nelle ultime edizioni dei romanzi e nella versione ebook questa frase è stata tolta, cancellata grazie alle proteste mie e di altre persone, ma chi ha ancora la vecchia edizione si trova di fronte un errore.
Mi è capitato di leggere alcuni commenti su internet scritti da gente che dice che Martin non scrive neanche male ma che si contraddice un po’ troppo spesso. No, non è lui che si contraddice, è la traduzione che lo fa, ma parecchie persone attribuiscono allo scrittore colpe che non ha e magari usano questi errori come motivo per dire che gli autori fantasy non sono particolarmente seri e non si curano dei dettagli tanto i loro lettori accettano di tutto. Grrr…
Con la casa casa di Braavos siamo in vena di memorie, e già che ci stiamo tuffando nel passato vediamo un’altra scena interessante e un altro errore di Altieri. Ci sono il trono di spade (il “torreggiante trono irto di protuberanze”, pag 218) e quattro persone, due uomini, una donna e un neonato. Il vecchio riccamente vestito seduto sul trono è Aerys, il re Folle. L’uomo che si trova più in basso e che in un primo momento Daenerys prende per Viserys è Rhaegar, il maggiore dei figli di re Aegon e della regina Rhaella.Ce lo dicono il suo aspetto, le sue parole e il fatto che suona l’arpa, cosa che Rhaegar amava fare (anche se non ricordo se questo il lettore lo sa già o se lo scoprirà più avanti). È quest’uomo, e non il sovrano – il quale era folle e dubito che si interessasse di certe profezie come invece fa Rhaegar, ma tanto per cambiare la traduzione di Altieri attribuisce le parole alla persona sbagliata – a dire alla donna che il bambino si deve chiamare Aegon. Abbiamo già avuto la profezia sul figlio di Daenerys e Drogo che in teoria sarebbe dovuto essere lo stallone che monta il mondo, ma se Martin si diverte a distruggere i clichè del fantasy magari anche il fatto di non far avverare le profezie fa parte di questa sua abitudine di deludere le aspettative del lettore. Comunque il discorso del canto del ghiaccio e del fuoco ci riporta sul tema dell’epica di cui parlavo prima, aspetto sottolineato dal ricordo delle tre teste del drago.
L’incontro con gli Eterni per certi aspetti mi fa pensare agli Aelfinn descritti da Robert Jordan in L’ascesa dell’Ombra, anche se Martin ha un passato da scrittore di horror e la cosa di tanto in tanto affiora. Ritroviamo l’importanza del tre del folklore, delle fiabe e degli archetipi: tre teste del drago, tre fuochi (vita, morte e amore, e se il primo fuoco è quello che ha dato la vita ai draghi viene da chiedersi quali saranno gli altri due e quale prezzo dovrà pagare per accenderli), tre destrieri (piacere, terrore e amore), tre tradimenti (sangue, oro e amore, e l’amore è l’unica delle parole che si ripete in queste tre terne). E poi ci sono Viserys che urla, un lord dalla pelle bronzea e dai capelli argentei (il colore dei capelli è quello dei Targaryen, quello della pelle no. Rhaego, il figlio di Daenerys e Drogo, se fosse vissuto? Noi non sappiamo se le visioni riguardano passato, presente, futuro o un futuro che una volta era una possibilità e ora non più, e dobbiamo interpretare in base a pochi elementi), Rhaegar che muore facendo il nome di una donna (Lyanna, ovviamente, chi altri?), una spada rossa nel pugno di un re dagli occhi azzurri privo di ombra (gli occhi come come quelli di Stannis, anche se non siamo sicuri che il re sia lui, ma Stannis ha un rapporto molto particolare son la sua ombra, manco fosse Peter Pan), un vessillo rappresentante un drago mosso dal vento, una bestia di pietra che dispiega le ali (avete presente come è costruita Roccia del Drago?), la sua cavalla argentea, un cadavere in piedi sulla prora di una nave, un fiore azzurro che nasce da una cavità in una muraglia di ghiaccio (Lyanna amava i fiori azzurri, e l’unica muraglia di ghiaccio che mi viene in mente è la Barriera), e poi via, con visioni sempre più frenetiche, alcune delle quali chiaramente legate al passato. La cosa diventa insostenibile, fino all’intervento di Drogon che decide che è il momento di fare un bel barbecue.
Eccole qui le Nozze Rosse, Martin ce lo aveva detto con parecchio anticipo, anche se chi come me ha letto i libri all’epoca della loro pubblicazione (La regina dei draghi nell’ottobre del 2001, I fiumi della guerra nell’ottobre del 2002) ha fatto in tempo a dimenticare un bel po’ di cose. Cadaveri a mucchi, corpi muutilati, “un sontuoso banchetto tramutato in un orrido mattatoio”, anche se il banchetto offerto da Walder Frey non era poi tanto sontuoso, e su un trono un uomo morto la cui testa “era una testa di lupo. Portava una corona di ferro”. La corona di Robb per la verità è di bronzo (Il regno dei lupi, pag. 112), ma il sovrano è senza dubbio lui. In questo caso Benioff e Weiss sono stati obbligati a cambiare la visione, se Daenerys non ha mai visto Robb e per il personaggio descritto da Martin la ragazza vede semplicemente un uomo morto, noi avremmo certamente riconosciuto Richard Madden. Ha già sul corpo la testa di Vento Grigio? Avremmo riconosciuto pure lui, e quindi le Nozze Rosse della terza stagione avrebbero avuto sullo spettatore un effetto molto meno forte. E nel mattatoio probabilmente avremmo visto stemmi, quanto meno quelli di Stark e Frey. No, meglio eliminare la visione, anche se i lettori erano stati avvisati.
Rhaegar dice che il figlio è il Principe Promesso, e che sua è la Canzone del Ghiaccio e del fFoco. Con Aegon morto poteva sembrare un’altra profezia errata come quella dello stallone che monta il mondo, ma forse Aegon non è morto. Forse, non siamo certi che il giovane Griff sia davvero il figlio di Rhaegar ed Elia, anche se lui ne è convinto e anche se ha certamente sangue Targaryen nelle vene. Potrebbe essere un Targaryen del ramo Blackfire, e prima o poi dovrò parlare di questa ribellione, cresciuto nella convinzione erronea di essere stato scambiato in culla. In fin dei conti Le cronache del ghiaccio e del fuoco sono piene di burattinai che manovrano le persone per i loro fini e che fanno del loro meglio per ingannarci.
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