martedì 23 giugno 2015

Estgot. Capitolo 94. A che punto è la notte?



Terminato il suo discorso, Waldemar chiese al Consiglio se c'erano dubbi e richieste di chiarimento.

Un Iniziato dell'Aristocrazia Nera francese, il barone Jean-Jacques Tessier, zio materno delle sorelle Burke-Roche (in quanto fratello della compianta Marie Claire Tessier), prese la parola:


<<Per prima cosa vorrei chiedere che intenzioni avete, lord Waldemar, nei confronti delle popolazioni indigene della Nuova Terra. Se questi Goblin, Ogres e Drow sono in grado di costruire castelli dall'architettura possente e raffinata, come mi pare di aver capito, allora si tratta di popoli intelligenti e consapevoli del fatto che noi non abbiamo alcun diritto di reclamare come nostro il loro pianeta>>



<<La questione che voi ponete, barone Tessier, presenta implicazioni morali e implicazioni politiche di grande entità. Se volessi darvi una risposta semplicistica e ipocritamente rassicurante, direi che, in teoria, considerata la vastità del pianeta, c'è posto per tutti.
Ma questo discorso non regge, dal momento che noi andremmo ad occupare uno spazio che non ci appartiene, e dunque compiremmo un atto eticamente ingiusto.
D'altro canto, però, questa è l'unica via d'uscita che ci è stata consentita dai Signori degli Elementi.
La nostra migrazione non sarà un'invasione armata, ma se verremo attaccati, dovremo difenderci>>

<<Le vostre premonizioni cosa dicono?>>

<<Sarò sincero. Gothar farà di tutto per mettere i popoli indigeni contro di noi. Questo renderà molto probabile il rischio di uno scontro, anche tenendo conto del fatto che ogni migrazione di masse porta con sé il rischio di uno scontro di civiltà. 

Vorrei che tutto questo si potesse evitare, ma anche con il più grande impegno, l'uso dei Varchi si renderà necessario molto prima di quanto si possa immaginare>>

<<Dunque il Grande Cataclisma è vicino>> commentò il barone Tessier << E' tempo che l'Oracolo si esprima!>>  poi, rivolto a Waldemar, pose una domanda, citando la Bibbia:   

 <<Custos, quid noctis? Sentinella, a che punto è la notte?>>             

Lo sguardo di Waldemar si fece severo:

<<L'ora più buia è incominciata. 
Entro tre generazioni la razza umana sulla Terra rischierà l'estinzione>>



<<Parole difficili da accettare, Lord Waldemar>>

<<Impossibili da accettare, barone Tessier. E vi giuro sulla mia stessa vita che la razza umana non si estinguerà!

Ma la salvezza passa attraverso la presa di coscienza. E affinché le mie parole non risultino troppo dure, parlerò per metafore e parabole, e chi ha orecchi per intendere, intenda!

Venere si è spenta, Mercurio domina e divide, Marte incombe e farà il resto. 

La tempesta è arrivata fino a noi: ne vediamo i crudeli assalti, da ogni direzione. 

Le nostre certezze si stanno dissolvendo insieme alla nostra civiltà.
La sicurezza, la pace, la libertà, il benessere economico. la salute.
Queste colonne vacillano. Ogni giorno c'è un cedimento in più. 
Qualcuno prova a riparare. Io stesso ci provo. 
Potremo guadagnare qualche anno, non oltre.
Siamo accerchiati, invasi, pieni di debiti.
Le colonne non potranno reggere a lungo. 
Non a lungo brilleranno le luci sulle acropoli>>



<<Che dovremmo fare, dunque?>> chiese il barone Tessier.

<<Per prima cosa siate vigili, informatevi il più possibile, su molte fonti diverse; abbiate il coraggio di guardare in faccia alla realtà, anche nei suoi aspetti più duri: sono lì per metterci in guardia.
Guai a chi mette la testa sotto la sabbia! Costui sarà colto di sorpresa e non riuscirà a mettersi in salvo.

In secondo luogo: cercate di porvi domande su ciò che avete appreso e di applicare il dubbio metodico, perché ciò che sembra ovvio, non lo è affatto. Chiedetevi dunque: "cosa sta cercando di dirci la realtà?". La risposta vi permetterà di comprendere esattamente a che punto è la notte.

In terzo luogo: analizzate i dati. Cercate la maglia rotta nella rete, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene.  Quello sarà il vero segnale della fine dei tempi, per questa Terra.

In quarto luogo, incominciate a decidere cosa merita di essere salvato e cosa no. Incominciate a pensare a cosa portarvi dietro, quando sarà il momento di mettersi al riparo e dirigersi verso i Varchi. 

Quel momento potrebbe capitare persino prima del previsto.
Dobbiamo fare in modo di essere pronti, perché non sappiamo esattamente né il giorno, né l'ora.

Sono parole cupe, ma contengono una speranza.
Perché ci sarà una salvezza! E sarà al di là dei Varchi che io vi indicherò.

Passerà la notte, e anche l'ora più buia della notte passerà, e tutti coloro che hanno vegliato, vedranno l'alba di un nuovo mondo>>



6 commenti:

  1. Ma scusa, Waldemar non voleva dare una risposta semplicista al barone Tessier, ma "un'invasione non armata, ma se se ci attaccano ci difenderemo" non è una contraddizione in termini? E' ovvio che se uno si vede arrivare degli invasori che vogliono prendersi la sua terra, attaccherà! A me sembra che come la guardi la guardi quella sarà una vera e propria invasione armata, assolutamente ingiustificabile agli occhi degli abitanti del nuovo mondo!
    E la via di una pacifica convivenza non viene nemmeno presa in considerazione! Insomma, se questo nuovo mondo è ancora mezzo disabitato e c'è effettivamente posto per tutti, non potrebbero cercare di andare d'accordo con gli abitanti, che so portando nuove tecniche per le costruzioni o le coltivazioni o sistemi di cura, ecc.,in modo da esser benvoluti e accettati dalle popolazioni residenti e pian piano integrarsi sempre più... In fondo con tre generazioni, il tempo non mancherebbe di certo!
    Se fosse stato il contrario, non credo che a noi sarebbe piaciuto esser invasi da una razza aliena e relegati a vivere, che so, in Siberia!
    Pure il motivo per cui Waldemar voglia far prender coscienza alla gente dell'imminente pericolo che corre la Terra attraverso metafore e parabole non mi è per nulla chiaro: così non risulterebbe ancor di più un ciarlatano? Se il suo scopo è effettivamente cercare di salvare più gente possibile, io cercherei di convincerla con la verità e con i fatti piuttosto che con citazioni vaghe e di difficile interpretazione, che al massimo solo qualcuno ptrebbe interpretare nel modo corretto...
    Comunque non vedo l'ora che vada nel nuovo mondo per vedere cosa troverà! :)

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    1. Dunque, c'è una ragione ben precisa per la quale Waldemar, almeno in questo discorso introduttivo, non entra nello specifico delle tematiche che hai giustamente sollevato.
      La ragione è che si tratta di temi, per dirla con linguaggio politico, "divisivi", cioè tali da creare fratture insanabili all'interno di un gruppo.
      Quando si presiede un'assemblea bisogna prima saggiare e il terreno per capire fino a che punto una presa di posizione può essere tale da creare una frattura.
      Il tema in questione è di scottante attualità, ed è anche per questo che io stesso ci ho messo la "sordina", ma dalle allusioni si dovrebbe intendere che la questione fondamentale è legata al tema delle migrazioni di popoli.
      E' un tema che abbiamo sotto gli occhi e nelle discussioni crea fratture insanabili, nel senso che una volta che si è presa una posizione difficilmente la si cambia sulla base di un dibattito o di un confronto di idee o di esperienze.
      Il filo conduttore è il seguente: l'umanità sulla Terra sta crescendo troppo di numero e in maniera diseguale, il che provoca migrazioni verso i paesi più ricchi, che però non è che la passino benissimo anche loro e fanno molta fatica a integrare chi arriva.
      Il rischio è che alla fine l'ordine attuale delle cose possa collassare, sulla duplice spinta dei fenomeni migratori e di quelli economico-finanziari.
      Ma d'altra parte, se l'umanità migra nella Nuova Terra, è lei stessa a disturbare e a rischiare di distruggere un equilibrio precedente. E giusto? Assolutamente no.
      Potrebbe avvenire in modo pacifico, offrendo in cambio conoscenze tecniche e mediche e di altro genere? Certamente l'offerta può essere fatta, ma i popoli in questione sono tutti bellicosi in quanto aizzati da Gothar contro gli umani. Di conseguenza il rischio della guerra è notevole, quasi sicuro. Si può porre l'interrogativo etico: è accettabile moralmente compiere un atto ingiusto quando è l'unico mezzo per sopravvivere? Io non ho la risposta e certamente non ce l'ha nemmeno Waldemar, che è un uomo del dubbio, non un uomo delle certezze. Quindi l'approccio soft a questi temi non va inteso come ciarlataneria (anzi, i ciarlatani sono sicurissimi di quel che dicono, e i nostri politici ne danno un esempio perfetto), quanto piuttosto come la volontà di non presentare le cose in maniera pregiudiziale. Sarà il consiglio a dover decidere, dopo una discussione nella quale Waldemar deve cercare di mantenersi super partes, se vuole evitare una scissione all'interno dell'Ordine degli Iniziati. E' una cosa che ho appreso partecipando a consigli ed assemblee io stesso, sia nel lavoro che nelle questioni di vita quotidiana: il decisionismo non si applica quando ci sono temi "etici", sui quali chi presiede un'assemblea deve lasciare, almeno all'inizio, una certa "libertà di coscienza", poi, alla fine del dibattito, è chiaro che spetterà a chi presiede il consiglio di trarre una sintesi che posa tenere insieme le varie posizioni che sono emerse. Quindi è su questo che verterà il prossimo capitolo, quello con cui si concluderà il Consiglio.
      Poi si incomincerà a preparare la spedizione oltre il Varco! ;-)

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    2. Però scusa (perdonami se faccio sempre "l'avvocato del diavolo"), come può l'idea di andare in una nuova terra di cui non si conosce praticamente nulla e già con l'intenzione di "attaccar briga" con gli abitanti che, considerato che hanno conoscenze architettoniche avanzate, quindi sono sicuramente senzienti e probabilmente ben attrezzati dal punto di vista bellico, esser universalmente accettata da tutti i membri del consiglio?
      Soprattutto considerando che i residenti non solo hanno un dio che li protegge e li aiuta, ma "giocano in casa" e conoscono perfettamente sia la geografia che le risorse del campo di battaglia.
      A prescindere dalla questione etica se sia giusto o meno invadere un'altro territorio per sopravvivere (e qui si potrebbe sempre metter in mezzo la "selezione naturale"), qui il discorso mi sembra di natura molto pratica: una simile strategia è un suicidio bellico sotto qualunque punto di vista (e di libri di strategia militare ne ho letti diversi!)
      Insomma, immagino tu avrai già pensato a qualcosa su come si sarebbero sviluppate le battaglie, ma sulla carta (e più realisticamente parlando, forse) il tentativo di farsi passare per quelli che "vengono dal cielo per darti una mano" sarebbe stato più valido. Un pò come hanno fatto gli Inglesi con gli Indiani d'america per es. li hanno annientati con l'acool e gli specchietti, non con la potenza militare.
      Ora non vorrei averti confuso di nuovo le carte, quindi ti prego di non dartroppo peso ai miei commenti (soprattutto perchè non è detto che tutti i lettori facciano i miei stessi ragionamenti) spero solo ti possano esser utili per avere una visone globale più completa, con i pro ed i contro insomma! :)
      Buona serata!

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    3. Ah ah, fai benissimo a fare "l'avvocato del diavolo"!!!^^ :-D Adesso ti dico la mia idea, a livello pratico, come l'ho impostata, poi mi dirai il tuo parere di stratega^^ ;-)
      Allora: le condizioni dei popoli indigeni della Nuova Terra sono tali per cui ancora non conoscono le armi da fuoco, quindi una situazione simile a quella dell'Europa del Trecento. Questa condizione li rende molto vulnerabili.
      Gli umani, inizialmente, hanno invece le armi attuali, con le quali riescono a difendersi in maniera convincente. Solo in seguito ci saranno dei problemi che porteranno ad una perdita di molte conoscenze tecniche, ma questo solo quando gli Alfar, i Keltar e i Lathear incominceranno a farsi guerra tra loro (confermando il concetto che l'uomo è il maggior nemico di se stesso).
      Accolgo il suggerimento del farsi passare per quelli che vengono dal cielo per dare una mano, anche se ci sarà subito Gothar a mettersi in mezzo.
      Giustamente tu dici, se hanno Gothar dalla loro parte, potranno essere molto più temibili.
      Ecco, però gli umani hanno la protezione che deriva dal Patto con Atar, Belenos ed Eclion che faranno loro da scudo contro Gothar, almeno all'inizio.
      Io avevo pensato, come elemento complicante nella parte finale, il fatto che Gothar riesca a far passare Eclion dalla sua parte, scatenando la guerra tra i Lathear e i Keltar (supportati dagli Alfar) che si concluderà con l'Antico Patto di cui si faceva cenno all'inizio di "Gothian", cioè il patto concluso dagli Eclionner, dai Vorkidian e dagli Ataris con la garanzia del Conte di Gothian e di Edwina Marigold. Dopodiché passano 1000 anni e si arriva alle vicende di "Gothian".
      Questa è un po' la timeline, che è molto lunga, tanto che se avessi tempo ci sarebbe il posto per un romanzo intermedio, dopo la pausa estiva...
      Io do molta importanza ai tuoi commenti perché sono sempre ben argomentati, fondati su elementi rilevanti che mi sono sempre di grande aiuto per capire le incongruenze e per cercare soluzioni, quindi per me è di grandissima utilità questa tua collaborazione, per la quale non ti ringrazierò mai abbastanza!
      Del resto, se ci fai caso, in ogni romanzo, nei "ringraziamenti", gli autori riconoscono che gran parte degli elementi specifici di determinati settori sono stati suggeriti da amici e collaboratori che avevano una conoscenza maggiore di quegli ambiti e una sensibilità più sviluppata riguardo a certe questioni.
      Quindi nella lista dei ringraziamenti tu sei in cima, anche per la competenza su molti elementi che io conosco poco o per i quali non ho una sensibilità sufficientemente attenta. Ecco, grazie ai tuoi pareri ho imparato tantissime cose e ritengo che il romanzo sia molto migliorato e possa ancora, in fase di correzione, migliorare molto su questi versanti dove risulta oggettivamente più debole.
      Io credo molto nel lavoro di squadra, quindi mi fa sempre molto piacere leggere la tua opinione e i tuoi suggerimenti, di cui ti ringrazio con tutto il cuore!!! *-*

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  2. Meno male che la pensi in questo modo, spesso temo che pur con l'intenzione di aiutarti alla fine non faccia che confonderti le idee!^^
    D'altra parte di carattere ho sempre ad avere quell'atteggiamento alla "risolviamo i problemi" che mi fa guardare le cose in senso molto pratico, e questo vale anche quando leggo i romanzi, con tutto che mi rendo conto siano opere di fantasia che si sviluppano in contesti inventati e con dinamiche non reali! Sono contenta e sollevata che trvi utili i miei commenti! :)
    Paassando al romanzo, dal punto di vista "concreto" , anche ammesso che gli abitanti del nuovo mondo siano evolutivamente fermi ad un livello paragonabile al nostro 300, avrebbero comunque sia il vantaggio territoriale, sia la forza sovrumana (come hai detto qualche capitolo fa le creature che popolano il nuovo mondo sono una specie di mostri mitologici) che il vantaggio numerico (immagino che i prescelti che attraverseranno i varchi non saranno tutti soldati scelti). Senza considerare che le armi da fuoco so no un'arma a doppio taglio: efficaci ma limitate sia per potenza che per durata (senza contare l'elemento territoriale ed atmosferico, ma ora non voglio spaccare il capello in quattro, tanto mica saranno tutti esperti di armi i tuoi lettori!) , prima o poi le munizioni finiscono e diventano praticamente inutili.
    Quindi anche se Waldemar riuscisse a portarsi dietro un'arsenale, finite le munizioni (o perse o distrutte) sarebbero tutti vulenerabili...
    Insomma secondo me o si portano dietro qualche bomba atomica, fanno fuori fuori metà ella popolazione residente (salvandosi non so come dalle radiazioni) e cercano di sopravvivere su un pianeta radioattivo o non c'è proprio verso che posano invadere un pianeta abitato a esseri intelligenti e più forti di loro senza una gran quantità di risorse velocemente disponibili!
    Io piuttosto opterei per far spaccare subito i popoli sulla base di chi ritiene gli esseri umani una risorsa e chi li vede solo come nemici, magari per esser preferiti agli occhi di Gothar, visto che tanto è quella la strada che in qualche avevi già deciso di seguire, in modo che Waldemar &co. troverebbero l'appoggio di qualcuno una volta lì e qualche speranza in più di sopravvivere...
    Poi una volta "integrati" ed arrivati ad un livellamento delle conoscenze puoi far proseguire il romanzo come avevi pensato.
    Ovviamente è solo un'idea, magari non coincide nemmeno con quello che avevi pensato, quindi ti prego di sentirti libero di ignorarla, senza problemi!^^
    Purtroppo ti sei impelagato in una faccenda già complicata di suo e hai anche in previsione di complicarla ancora di più, spero di esserti stata utile almeno in pò!^^
    Buona serata! :)

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    1. Sono d'accordo, mi hai convinto!^^ In particolare accolgo il suggerimento di una divisione iniziale tra chi vede i nuovi arrivati come una risorsa e chi li vede come nemici. E ti preannuncio già come penso di fare: i Drow, cioè gli "Elfi Oscuri", che hanno costruito il castello di Alfarian e sono in buoni rapporti con Edwina Ataris, saranno propensi a collaborare con Waldemar, anche in ambito di consigli militari, in cambio della protezione di Atar e di una preminenza all'interno del regno degli Alfar e della sua amministrazione, cosa che è presente in "Gothian". Invece i Goblin e gli Ogres, che sono decisamente più arretrati, rimarranno a presidiare i confini della contea di Gothian, e quindi gran parte del Nord del pianeta. Questa soluzione si accorda benissimo con lo scenario che avevo in mente, per cui non è affatto una complicazione, anzi è qualcosa che rende più equilibrato il tutto!^^
      Mi sei stata utilissima!!! Grazie mille!!! *-*
      Buona serata! ;-)

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