domenica 27 luglio 2014

Gothian. Capitolo 39. La confluenza dei grandi fiumi.



Alienor si trovava sulla prora, intenta ad osservare il paesaggio. Dopo giorni di navigazione, infatti, erano giunti alla confluenza.



Nel punto in cui il fiume Tadnius sfociava nel grande fiume Amnis, le acque blu scure del primo rimanevano per un lungo tratto separate da quelle gialle e torbide del secondo.



 Il fiume era immenso. 
Alienor lo contemplava con stupore. Nemmeno il Dhain era così largo.
«Prendi un altro po’ di chinino» le disse Lilieth porgendole una boccetta «Voi Alfar non siete vaccinati contro le febbri trasmesse dalle zanzare e dai miasmi di questo luogo»
La principessa bevve l’amara pozione, continuando a fissare le acque dei due fiumi.
«Lo sai come chiamano questo posto?» chiese Vyghar il Pirata: «Le Porte degli Inferi! Il rischio è lasciarsi inghiottire dalle correnti, e sprofondare nelle acque scure. Solo navigatori esperti come me possono attraversare l'Amnis in questo punto maledetto!»
Alienor era sempre irritata dalle vanterie di Vyghar, anche se in fondo ormai incominciava a trovarlo interessante: «Da noi invece, a nord, il fiume Dhain non presenta simili pericoli. Gli Alfar sono molto precisi nelle loro vie di comunicazione, e l'estuario del Dhain è un luogo sicuro»
Vyghar non perse l'occasione per una battuta: «Un luogo sicuro? Che strano, mi pare di ricordare che è proprio lì che vi ho rapita! Ah ah!»


Lilieth intervenne per evitare l'ennesimo battibecco tra i due:
«La sicurezza non è una caratteristica della Federazione Keltar da molto tempo! Nessun luogo è sicuro, in questa pianura, tranne la Contea di Keltar-Senia e la casa di Lady Arriellyn, mia madre, che è il luogo dove faremo la nostra prima tappa»
Alienor si illuminò:
«Ho sentito molto parlare della Contessa di Keltar-Senia. Dicono che nasconda grandi segreti»



Lilieth dovette ammettere che era così.
Alienor capiva che c'erano molte cose da dire al riguardo, ma Lilieth non era pronta.
Ancora non vuole sbilanciarsi...
Vyghar cercò di sdrammatizzare la situazione:
«Mia cara Lilieth, a tua madre prenderà un colpo quando ti vedrà arrivare dopo quasi diciotto anni! Crederà di vedere un fantasma!»
Non poterono fare a meno di sorridere.
Poi Lilieth e Vyghar si allontanarono per confabulare tra loro.
Alienor invece rimase a contemplare il paesaggio.
Le piacevano quelle zone.
Il mio viaggio verso il Sud riprende, ma questa volta senza obblighi di matrimonio.
Sarà tutto molto più interessante…
Ormai il sole era riuscito a scacciare le ultime nebbie ed Alienor vide finalmente la grande Pianura Amnisiana estendersi a perdita d'occhio.



Quando la luce del sole divenne troppo luminosa e calda, Alienor andò a sedersi all’ombra dell'albero maestro.
Continuò ad osservare i paesaggi della Federazione Keltar.
Il fiume era solcato da molte barche e navi.
Vide anche una città portuale, in lontananza.
Il vicecomandante Lorran Plum, che osservava con attenzione il porto, le disse che era la città di Tadnia.



«Non rischiamo di farci scoprire dai Keltar? Se ci identificano come pirati è finita!» disse Alienor, meravigliandosi poi del fatto di stare dalla parte dei pirati che l'avevano rapita, e di non desiderare affatto di essere "liberata".
«Qui la gente ha imparato a farsi gli affari suoi! E' una terra di mercanti e di contadini, che difendono i propri affari e non vogliono guai!»
La risposta di Lorran era sensata, ma Alienor non poté fare a meno di pensare alla storia di quel popolo.
«Un tempo i Keltar erano un popolo di guerrieri temuti in tutto il continente » 
Lorran sollevò una mano e la fece roteare in aria, come a dire che di tempo ne era passato molto da quei tempi, e moltissima acqua sotto i ponti.
«Dai tempi di re Vorkidex sono passati mille anni! I Keltar non sono più un popolo, sono gente sperduta sulla terra... non hanno più nemmeno il ricordo di una patria, e forse non è un male, questo, perché in fondo sono gente libera, non hanno padroni...  »
Alienor annuì. 
«Ma non sono nemmeno dei Barbari. In fondo la Federazione è composta di Ducati ed è presieduta da un Arciduca!»
Lorran rise:
«L'Arciduca di Floriana non conta niente! I Keltar non hanno difese militari degne di questo nome. No, il vero potere, da queste parti, è un altro...» e guardò Alienor per vedere se la principessa indovinava.
Il sole le faceva brillare i biondi capelli, sparsi dal vento in mille nodi.



«I druidi! Sono loro ciò che tiene uniti i Keltar! Mio padre diceva che attendono un Profeta, è così?»
Lorran annuì:
«Così dicono le loro profezie. Qualcuno verrà, e li guiderà alla vittoria. Carolo Augusto Magno a Deo coronato Sacro Romano Imperatori, vita et victoria! Così fu promesso loro  dagli Dei, nel giorno dell'antico Patto. E da allora essi attendono questo Profeta, e lo chiamano in molti modi: il Principe Promesso, il Figlio dei Cento Re...»
Alienor ascoltava interessata.
«Io credo che Lilieth sia convinta che suo figlio sia il Principe Promesso»
Lorran si strinse le spalle:
«Questo è tutto da dimostrare!» sbottò «non è né necessario, né sufficiente essere discendenti di re, per compiere grandi imprese! Per ora Marvin Vorkidian è solo un diplomatico, e per quanto ne so, non sa nemmeno sollevare una spada!»
La principessa sorrise, perché aveva colto una nota di gelosia nella voce del giovane pirata:
«Lorran…. » gli disse abbassando la voce «Secondo te tra Vyghar e Lilieth c'è qualcosa? Prometto che non le dirò niente!» 
Lui rise:
«Mia principessa, qui non siamo a corte... non si fanno pettegolezzi sulle navi, dicono che porti male!»
Alienor, imbarazzata, arrossì, ma volle lo stesso rispondere a tono:
 «Porta male anche dimenticarsi dei sentimenti, pirata!»
E decise di chiudere lì il discorso raggiungendo Lilieth, rimasta sola sulla prua.
Indossava un diadema regale. Era un dono di Vyghar, una corona identica a quella indossata dalla moglie di Vorkidex, la bella Ygerne, ultima regina del Keltar.
Era il massimo segno della regalità.
«Come mai hai deciso di indossare il diadema proprio oggi?» le chiese Alienor.
Lilieth la guardò con dolcezza, e le accarezzò i capelli.
«Perché sono tornata nella mia terra. Dopo quasi diciotto anni, finalmente rivedo le praterie sconfinate, dove corrono mandrie di armenti, liberi nei vasti spazi. Sempre una pianura, sempre una campagna, questo luogo mi ride al cuore, o piange...»
I suoi occhi erano lucidi, e verdi come le praterie che stava osservando.


Alienor non poté fare a meno di notare il portamento nobile di Lilieth, e la sua compostezza, anche in quel momento così commovente.
«Stai pensando a tuo figlio, vero?»
Lilieth sorrise ed annuì:
«Avrei tanto voluto vederlo... ma sento che le nostre strade si sfioreranno soltanto. Lui sta andando incontro al suo destino, e noi al nostro. Nemmeno i discendenti dei re possono scegliersi la loro sorte, anzi. Noi abbiamo dei doveri in più, Alienor. I privilegi del passato, si devono scontare con le responsabilità del presente e del futuro: a noi è richiesto un sacrificio. Per salvare i nostri popoli, dobbiamo rinunciare a tutto ciò che abbiamo di più caro e sacro...»
Alienor si ricordò che suo padre le aveva detto qualcosa di simile, nel loro ultimo incontro.
Ricorda chi sei, e cosa rappresenti!
Erano passati pochi mesi da allora, eppure in quel momento sentì di essere profondamente cambiata.
«Solo adesso me ne rendo conto, Lilieth... guardando te, vedendo il tuo esempio... tu non hai avuto alcun privilegio dalla tua stirpe, ma soltanto dolore, eppure quando ti guardo io vedo una regina... quello che una vera regina dovrebbe essere... pronta ad esserlo fino in fondo, fino al sacrificio di sé»
Lilieth annuì:
«Il destino mi ha sottratto un figlio, ma mi ha donato una figlia. Non avere paura Alienor, io ti proteggerò. Ci faremo forza insieme, nei tempi difficili che verranno. Sopravviveremo, e contribuiremo a fondare un mondo migliore. Noi, che abbiamo rinunciato ai privilegi, che non abbiamo comandato, che non abbiamo desiderato il potere, noi che non abbiamo mai avuto un regno, un giorno, la Storia ci chiamerà regine!»


N.d.A.

La prima foto, nella realtà, mostra la confluenza del Rio Negro nel Rio delle Amazzoni presso la località di Manaus in Brasile.
Lord Vyghar di Linthael è interpretato da Johnny Depp nel ruolo di Jack Sparrow.
Sir Lorran Plum è interpretato da Orlando Bloom nel ruolo di Will Turner.
La principessa Alienor di Alfarian è interpretata da Isabel Lucas e la sua descrizione è ispirata a quella di Laura nel Canzoniere di Petrarca: "Erano i capei d'oro a l'aura sparsi / che 'n mille dolci nodi gli avolgea / e  'l vago lume oltra misura ardea / di quei begli occhi, ch'or ne son sì scarsi".
Gli attributi con cui viene nominato Marvin Vorkidian sono ispirati da diverse opere: il termine "Figlio di Cento Re" appartiene al ciclo fantasy di Avalon, capolavoro di Marion Zimmer Bradley, completato da Diana L. Paxton. Il termine "Il Profeta dei Keltar" (che era il titolo iniziale del mio manoscritto) era una rimodulazione del titolo del romanzo "Messia di Dune" di Frank Herbert, che più volte ho indicato come una delle mie principali fonti di ispirazione. Il termine "Principe promesso" è tratto dai romanzi di George Martin, con riferimento ad una profezia interna alla dinastia Targaryen, che assieme ai Lannister ha ispirato la dinastia Eclionner in questo mio romanzo. L'identità del Principe Promesso pare riferirsi ad un figlio di Rhaegar Targaryen.
Ygerne è il nome celtico di Igraine Pendragon, madre di re Artù di Camelot.
Lilieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani, nel ruolo di Igraine di Cornovaglia.

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