domenica 27 luglio 2014

Gothian. Capitolo 38. Marigold affronta un antico avversario



       
Contrariamente a quanto sostenevano i suoi detrattori, lady Marigold Edwina Ataris von Steinberg, contessa di Gothian, non provava alcun piacere ad eliminare coloro che intralciavano i suoi piani.
Se era possibile, cercava di evitare la soppressione fisica del nemico.
La violenza è l'ultima risorsa degli incapaci. 
Purtroppo, però, a volte non le rimaneva altra scelta.
Ho offerto a quel maledetto prete tutte le occasioni possibili per raggiungere un compromesso, ma lui si ostina a farmi la guerra.
 Il sacerdote in questione era padre Izumir Mollander, famoso esorcista e Priore della Grande Canonica.
Povero sciocco. Ti avevo offerto tutta la mia buona volontà, ma a tutto c'è un limite.
Mentre saliva le scale della Grande Canonica, Marigold era consapevole che ciò che stava per fare avrebbe avuto enormi conseguenze, e questo aumentava la sua rabbia.
La condanna dovrà essere eseguita col fuoco. Il Signore Atar lo ha stabilito. 
Le dispiaceva soprattutto per gli accoliti. In fondo loro non avevano colpe. In particolare provava pietà per il giovane diacono che la stava guidando verso la stanza del Priore.
Sei già morto e non lo sai. Sei già cenere. Possa la Fiamma di Atar purificare la tua anima.
Il diacono le indicò la porta socchiusa della camera.
<<Il Priore è molto anziano e malato. Vi prego di non affaticarlo, milady>>
Marigold sospirò:
<<Non preoccupatevi. Non mi tratterrò a lungo>>
Il giovane bussò e la annunciò, poi, dopo essersi inchinato sia al Priore che a lei, li lasciò soli.
Il Priore era seduto su uno scranno e la fissava con severità.


Era ancora un uomo carismatico, nonostante l'età e la malattia.
«Alla fine ci incontriamo» disse la Dama Gialla calcando la pronuncia sulla parola "fine".
L'idea che quel dialogo avesse qualcosa di "definitivo" era ben presente anche all'anziano sacerdote:
 «Ho fatto di tutto per ritardare questo incontro, perché ne conosco i rischi. Ma ormai la salute mi concede poco tempo e non potevo più rimandare»
La contessa annuì:
«Se la malattia vi concede poco tempo, state sicuro che il mio Signore Atar ve ne concederà ancora di meno, se continuerete a opporvi alla sua volontà»
Padre Mollander continuò a fissarla con durezza:
 «Gli affari di Atar non mi riguardano. Il mio compito è impedire che il demone Eclion si reincarni allo scadere dell'Antico Patto. Se non ci riuscirò io, altri lo faranno al mio posto. Non riuscirete a strumentalizzare la dinastia Eclionner un'altra volta, Edwina Ataris!»
Marigold lo guardò con perplessità:
«Posso capire che voi ce l'abbiate con Eclion. Ma non capisco perché vi ostiniate a opporvi al Signore Atar, che saprebbe tenere a bada le tenebre molto meglio di voi. So che tramate per mettere Marvin Vorkidian sul trono. Che vantaggi può dare la stirpe di Belenos a gente come voi? Credete che i druidi dei Keltar ignorino che voi praticate la magia nera?»
Mollander parve divertito:
«Tu osi accusare me di stregoneria? Proprio tu? Le mie cognizioni sono quelle di un esorcista esperto in necromanzia, il che, tra l'altro, mi rende molto più potente di quanto credi. Potrai anche uccidere il mio vecchio corpo, ma non ti libererai del mio spirito. Il Signore Belenos, di cui sono l'umile servo, concederà la salvezza alla mia anima. Ma poiché, prima di accedere alla Beatitudine, dovrò scontare per molto tempo una penitenza, a causa dei miei peccati, il mio spirito vagherà a lungo in questo mondo, a tormentare i sonni degli assassini come te!»
La Dama Gialla non si lasciò intimidire:
«Belenos non ha alcun diritto di interferire in questa vicenda. Io c'ero quando fu siglato l'Antico Patto e i termini erano molto chiari. Allo scadere dei Mille Anni dalla fondazione dell'Impero, la Dinastia tornerà sotto il controllo congiunto di Eclion ed Atar. Così è stato stabilito e non c'è niente e nessuno al mondo che possa cambiare questo dato di fatto!>>
Il vecchio scosse il capo:
<<Ti sbagli, Edwina. Il Patto fu siglato anche da Kevin Vorkidian, a nome del Signore Belenos. Questo dà a Marvin eguali diritti di reclamare la corona imperiale e la guida della Dinastia>>
Marigold incominciava a perdere la pazienza:
<<Marvin è un mezzosangue e contro di lui c'è anche il potere di Gothar, il Signore dei Ghiacci, di cui mio marito, il conte Fenrik, è il figlio prediletto. Tu mi chiami Edwina, ma faresti bene a ricordarti che ora sono Marigold di Gothian, e in me si uniscono i poteri del Ghiaccio e del Fuoco!»


Il Priore rise:
«Agnosco veteris vestigia flammae. Sei sempre tu Edwina, qualunque sia il nome con cui ti fai chiamare adesso. Ah! Marigold di Gothian! La Dama Gialla! Ti piace questo ruolo, vero? Ti diverti a recitare questa parte, non è così?»
Marigold sollevò gli occhi in alto:
«No, non mi diverto affatto. Tu non mi conosci, tu non sai niente di me. Avresti potuto salvare la vita dei tuoi adepti, e invece hai preferito lo scontro frontale. La punizione del Signore Atar è ormai inevitabile, ma non proverò alcuna gioia nell'eseguire la sua sentenza» 
Mollander scrollò le spalle:
 «Il tuo fuoco non mi spaventa. Non ha potere sulla mia anima, né su quella dei miei adepti, ma ti invito per l'ultima volta a desistere dai tuoi piani, perché sono destinati al fallimento. Tu credi di essere stata abile ad allearti col Conte di Gothian, ma ti illudi se pensi che Fenrik si accontenterà del Nord. Lui vuole il potere su tutto! Il guaio dei figli dei demoni è che non possono accettare di spartire il potere con nessuno!»
Su quel punto il prete aveva ragione, ma tutto ciò era già stato messo in conto:
«Conosco i rischi di questa partita, Mollander, e conosco le mie risorse. In mille anni ho avuto tutto il tempo per riflettere. Tu invece, dopo una breve vita inutilmente sprecata cospirando contro di me, morirai prima ancora che il Gioco del Trono abbia inizio!»
Il Priore assunse un'espressione delusa:
«Vedo che non dai credito ai miei avvertimenti. Ciò dimostra che in questi mille anni, tu non hai speso neanche un minuto per studiare il Libro della Legge dei Morti, il Necronomicon. Se lo avessi fatto, sapresti che posso essere molto più pericoloso da morto che da vivo»



Marigold indicò la rilegatura nera di quel libro maledetto:
 «Tu dici di servire Belenos lo Splendente, ma poi studi il Necronomicon. La tua anima è già dannata. I Grandi Anziani la reclameranno e non potrai fare niente contro di me»
Mollander la fissò con occhi vitrei:
«Ah sì? Staremo a vedere, Edwina! Quando le creature di Gothian si risveglieranno, rimpiangerai di non avermi come alleato. Solo un grande esorcista come me avrebbe potuto proteggere la Dinastia da quei demoni! Credi che ti basterà l'aiuto di Atar per fermarli?»
La Contessa di Gothian conosceva fin troppo bene quel tipo di obiezione:
«Eclion intercederà presso il Supremo Ahriman»
Il vecchio prete scrollò le spalle:
«E tu credi che Eclion sia più influente di Gothar il Consigliere, così chiamato perché il suo consiglio è quello che il Supremo Ahriman ascolta per primo? Stai dando troppe cose per scontate, Dama Gialla! In mille anni avresti potuto organizzare un piano migliore. Forse ti ho sopravvalutata. Ti credevo più intelligente e invece scopro che non sei un gran che, dopo tutto»
Marigold ne aveva abbastanza.
Scatenò tutto il fuoco che aveva in corpo e diede inizio all'incendio della Grande Canonica.
Il Priore non emise un solo lamento, mentre le fiamme lo trasformavano in cenere.
Tutto bruciava.
Tutto tranne lei. 
Lei era immune al fuoco.
Lei era il Fuoco.
 Il Fuoco cammina con me!
La figlia di Atar non si voltò a contemplare l'incendio della Grande Canonica.
Non si fermò nemmeno quando la struttura di quel grande tempio incominciò a cedere, a crollare piano dopo piano, fino a che non ne rimase altro che polvere.




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