venerdì 27 giugno 2014

Storia del giardinaggio 5 : i Giardini all'italiana. Villa Medici e Villa Lante.


Il Rinascimento italiano ispirò una rivoluzione anche nel giardinaggio. I giardini rinascimentali erano ricchi di scene tratte dalla mitologia e da allegorie. In particolare in questo periodo divenne importante l'uso dell'acqua, come simbolo di fertilità ed abbondanza della natura.


Villa Medici Villa a Petraia.
A partire da XIV secolo l'economia europea raggiunge una fase mercantile piuttosto avanzata, in cui sono le dinamiche commerciali europee a prevalere e il mediterraneo perde la sua centralità. L'Italia, grazie agli scambi culturali ed economici, si arricchisce non solo finanziariamente ma anche culturalmente ed artisticamente. L'Umanesimo e il Rinascimento sono infatti tipici ed esclusivi dell'Italia, al contrario di altri movimenti, come il Manierismo, il Barocco, il Neoclassicismo etc. che coinvolgono in maniera più o meno omogenea l'intera Europa. Il concetto di "bellezza" durante il periodo rinascimentale, non era più legato alla particolarità dell'ornamento (caratteristica del Gotico ad esempio), ma dall'armonia delle parti fra loro e la relazione con il tutto. Si concepisce dunque un sistema che secoli dopo verrà chiamato "struttura".



Il giardino rinascimentale prende a modello filosofico il Neoplatonismo e il concetto vitruviano dell'Eurythmia, alla cui base è posto l'uomo che è il sistema di riferimento d'ogni cosa. Le proporzioni fisiche del corpo umano contengono -secondo i rinascimentali- numeri e forme di riferimento validi per creare la bellezza.

La più compiuta espressione di tali idee si ha nell'opera di Leon Battista AlbertiDe re aedificatoria, scritto nel 1452 e pubblicato nel 1485.
Le indicazioni fornite da Alberti per la ricerca del sito appropriato per la costruzione di una villa con giardino, ci fanno capire quanto ricchi e potenti fossero i committenti. Non si ricercava più un riparo per persone, armenti e orti, ma si collocavano le ville in posizione dominante rispetto al borgo e ai paesi: una chiara affermazione di potere.





Anche l'acqua veniva deviata prima alle ville e poi alla città, che doveva essere sottomessa al potere dei signori. Si prediligono quindi luoghi soprelevati, aperti sulle colline o sul mare, con ai piedi la distesa dei borghi. La prospettiva necessariamente si estende al paesaggio circostante, nascono le cosiddette "visuali a campo lungo". Edifici, e tutti gli elementi architettonici in genere, devono fondersi con la vegetazione e con il paesaggio circostante. I confini del giardino, pur visibili, fungono da quinta scenica per il paesaggio circostante.
Di grande importanza per l'ispirazione del modello formale fu un testo stampato nel 1499 da Aldo Manuzio, di incerta attribuzione, ma firmato da un non ben identificato frate domenicano di nome Francesco Colonna. Il testo è l'"Hypnerotomachia Poliphili" e narra le vicende romantiche tra Polifilo e Polia. Nel testo compaiono 147 illustrazioni dedicate all'arte dei giardini che forniscono indicazioni generali, a partire dall'impianto fino ai più minuti dettagli. Polifilo e Polia vengono trasportati su un'isola, Citera, dove vivono Venere e Amore, e che è un meraviglioso giardino di delizie, cinto di mirto, di perfetta forma circolare





Il giardino di Villa Lante fu progettato avendo a modello l'sola di Citera.
Alberti prescrive la proporzione delle linee, sentieri leggermente acclivi, portici per garantire ombra, pergole, boschi ombrosi, grotte rinfrescanti.










Ruscelli e giochi d'acqua devono scorrere e sgorgare inaspettatamente per ogni dove, mentre le fonti devono scaturire dall'interno di grotte di tufo calcareo rivestite di conchiglie e ciottoli.





Molta importanza viene data al cipresso, per la sua capacità di svettare dando verticalità, e per la sua qualità di apparire quasi una scultura.
Il giardino rinascimentale utilizzerà molte statue, bassorilievi, decorazioni in marmo. Le sculture antiche erano ovunque si scavasse, per cui timidamente dapprima si iniziò a farne uso per i giardini. Solo in seguito (1500) si comprese l'alto valore che tali statue potevano avere per i giardini, tale da tenderli dei musei a cielo aperto. Piante e elementi architettonici devono essere concepiti come un tutto unitario.





In questo periodo si dà gran risalto all'arte topiaria, di cui abbiamo delle descrizioni nell'opera di Giovanni Pontano De Hortis Esperidium. Non era raro che si creassero dei disegni o delle scritte con erbe odorose o con fiori, non differentemente da come si fa oggi nei parchi pubblici.
Specialmente nel primo Rinascimento per abitudine tenere voliere e animali esotici e selvatici in gabbie o in giardino, ed era molto diffusa la passione per l'uccellagione e la caccia. Un errore comune è il pensare che i giardini all'italiana fossero noiosi e privi di fiori. All'interno dei parterre delineati dalle siepi di bosso, c'erano infatti molti fiori, utilizzati sia come decorazione, sia come materiale officinale per le cucine e i medicamenti. Alcune piante erano molto costose, come i tulipani, altre erano spontanee o tipiche dell'europa, come l'Alcea.

Durante il Cinquecento l'Italia si trova ad essere invasa da francesi e spagnoli che dopo la Pace di Noyon stabiliscono il loro potere rispettivamente al Nord e al Sud. L'Italia, che fino a quel momento era stata leader europea in quanto ad arte e filosofia, diventa instabile, dunque l'unico stato in grado di garantire una certa sicurezza politica ed economica è quello pontificio, dove si svilupperanno alcune tra le forme più elevate di giardini. In particolare è dal pontificato di Giulio II che i papi e gli alti prelati vogliono dimostrare il loro potere, mettendo in cantiere non solo chiese e luoghi di culto, ma anche ville e palazzi sui colli di Roma. Le famiglie che avevano avuto un importante ruolo economico nel secolo precedente, come i Medici, potevano garantirsi una continuità di preminenza economica portando i loro rampolli a vescovati e finanche al soglio pontificio, preminenza che veniva espressa materialmente con architetture imponenti.
La villa sui colli diventa uno status symbol da affiancare alla villa cittadina. Il giardino, seppur recintato, non ha una dimensione introiettata come l'hortus conclusus medievale. La natura circostante non è più aggressiva o semplice sfondo, ma grazie alle tecniche agricole migliorate nel corso dei secoli, ha già acquisito una dimensione di luogo ameno, idilliaco e riposante. Gli scenari si aprono e si richiudono secondo una studiata composizione degli spazi, che deve contrapporre la formalità del giardino alla morbidezza della campagna.



L'impianto tipico è monoassiale e geometrico, con ripartizioni quadrangolari degli spazi, perimetrate da siepi di bosso. All'interno dei parterre così ottenuti (dal francese partir: suddividere) veniva lasciato un prato che poteva essere arricchito con fiori o con ciottoli colorati. I parterre potevano essere regolari o sagomati, e spesso venivano ulteriormente suddivisi secondo le diagonali.









Diventa importante dare respiro estetico ai dislivelli dei colli, usando scale e dei terrazzamenti, che vengono scanditi attraverso balaustre (famose sono le scale serliane).



Fondamentale è l'uso dell'acqua, che serviva a rinfrescare e dare un senso di eterna giovinezza, oltre che di potere economico e dominio sulla natura. 



Rivoli d'acqua, piccoli ruscelli, grandi bacini, cascate, catenarie d'acqua, piscine, fontane, ninfei -assieme alla statuaria antica- caratterizzano il giardino all'italiana più di ogni altra cosa.
Nel corso dei secoli, soprattutto nel Seicento, numerosissime furono le modifiche apportate ai giardini rinascimentali, tanto che ormai quasi nessuno ha conservato il suo assetto originario. Un esempio tipico è quello di Villa d'Este che fu rimaneggiata più e più volte fino a diventare una sorta di sincretismo di stili.

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