Gli utenti di Twitter cinguettano continuamente la loro felicità o il loro disappunto. Dal 31 gennaio 2012 al marzo 2013 Voices from the Blogs (VfB) ha analizzato oltre 90 milioni di Tweet raccolti giornalmente sulle 110 provincie italiane (con una media di 130.000 post al giorno) allo scopo di sondare la felicità e il suo contrario, cercando di identificare quali sono le cause che rendono gli italiani più o meno felici.Per ognuna delle 110 province italiane, VfB categorizza i tweet nelle due classi: “felici”, “infelici” più una classe residuale “altro”. I post classificati come “altro” vengono però esclusi dal calcolo dell’indice di Twitter-felicità iHappy(ness) costruito come segue:
iHappy = (numero di post felici / numero di post felici & infelici ) * 100 %
Ciò che rende unico l’indice iHappy di VfB è il suo essere basato interamente sulle reazioni istantanee dei singoli individui agli avvenimenti che accadono nella vita di ciascuno e che possono incidere positivamente o meno sul proprio livello di felicità. Questi avvenimenti possono essere i più disparati: la nascita di un figlio, il litigio con la fidanzata, un compleanno da festeggiare, una bella giornata di sole, la vittoria della propria squadra del cuore, un furto subito, una passeggiata nel centro città. Per urlare la propria gioia o rabbia, 140 caratteri sono più che sufficienti!
Ma cosa rende gli italiani felici (o tristi)? Innanzitutto gli italiani sono “meteoropatici”. Se lo scorso inverno (50,2%), durante i freddi mesi di gennaio e febbraio, il Bel Paese è stato mediamente triste, a marzo 2013, con l’arrivo della primavera, la felicità balza verso l’alto (67,4%). La data scelta dall’ONU per celebrare la felicità sembra dunque quanto mai appropriata. Se consideriamo i giorni della settimana, di lunedì si è più tristi (59,2%), mentre i giorni di coppa (il martedì e mercoledì), così come il sabato, sono giorni felici. La felicità migliora poi sensibilmente nei giorni di festa (+1,8%), ma solo quando la festività non cade nel week-end, altrimenti niente vacanza e il giorno di festa diventa un “ponte sprecato”.
Tra le feste è il Natale a farla da padrone (iHappy +14,3%), ma in Italia anche la festa della mamma produce molti sorrisi (+11,1%), così come il giorno che precede la busta paga (un effetto temporaneo però, che scompare in 24 ore: controllare quanto effettivamente rimane in tasca dopo bollette e spese varie probabilmente non aiuta il buonumore). Al contrario, lo spostamento di lancette dovuto all’ora legale genera ansia e depressione, e fa crollare la felicità di oltre 5 punti. Anche la latitudine, infine, può fare la differenza. Risalendo la penisola da sud a nord la felicità diminuisce, tranne nelle provincie in cui c’è il mare. E infatti se Milano avesse il mare…la sua felicità crescerebbe di 1,3 punti.
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