Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
lunedì 2 maggio 2016
Giovanna di Castiglia (poesia su Giovanna la Pazza, regina di Castiglia)
Giovanna la Pazza, Regina di Castiglia (Toledo 1479 - Tordesillas 1555)
E’ pericoloso di questi tempi
essere sinceri: c’è una verità
pubblica, una Fede. I Re Cattolici
lo sanno, illustri genitori, esempi
di virtù. Mi dissero: la Nobiltà
ha i suoi obblighi, sposa l’abulico
Asburgo, l’eletto del nord, adempi
il tuo dovere. Ed io, ligia all'autorità,
obbedii. Non avevano previsto, infelici,
la variabile assurda dell’Amore. Riempii
il mio vuoto così: amai Filippo, la beltà
sua, che i fati aspri mi sottrassero. Unici
conforti, i figli, anch'essi via: empio
furto per la ragion di Stato. Non restò
che la Mancanza e fu gioco facile
al Re esautorarmi, dirmi pazza e l’ampia
tristezza ora davvero follia diventerà.
di Riccardo Querciagrossa
domenica 1 maggio 2016
In ogni estate al culmine (Io nel 1991)
c'sempre un po' di morte:
nei ferragosti al limite,
nei doposole al termine
di insolazioni isteriche.
E gli anni non li conto più:
lo stesso mare sempre e tu
che mi ritorni in mente ma
la vita continua senza te.
Settembre poi ritornerà,
ci rivedremo in qualche bar,
o nelle aule grigie e poi
faremo finta che non sia
successo nulla mai, perché
in ogni autunno al nascere
un po' di vita ancora c'è...
Parodie fantasy
Non poteva mancare il commento di Ser Meryn
Se Stannis le avesse tolto la collana durante questa scena?
Melisandre nei social
Melidrandre testimonial
Altro che l'Anello del Potere: vogliamo la Collana di Melisandre!!!
Non poteva mancare una "Falla nel Sistema" scoperta dai più pedanti
Lo confesso, questa scena ha commosso anche me...
Intanto a Dorne
Martin sta incominciando a capire che se non si sbriga a finire "The Winds of Winter" la situazione gli sfuggirà completamente di mano
Mastini
Apparato sessuale delle protagoniste di GoT
Daenerys è tornata al punto di partenza
Forse...
Ipotetico dialogo tra Melisandre e Daenrys
E io sono Sua Grazia Lord Richard Oakgreat, Duca di Mascarel, Marchese di Forlì, Conte di Cervia, Visconte di Casemurate, Lord del Regno Unito e Cavaliere dell'Impero Britannico
In compenso l'attrice che interpreta la sadica Septa che tortura la povera Margaery, nella realtà non è proprio da buttar via... Septa Unella, played by the lovely Hannah Waddingham.
Nel frattempo. al capezzale di Jon Snow
L'incitamento di Bonolis
Se anche Daenerys gli avesse dato ragione non si troverebbe di nuovo tra i mandriani della steppa
sabato 30 aprile 2016
Vite in prestito. Capitolo 3. La Contea di Casemurate
Nel frattempo, nella Bassa Pianura Romagnola, da poco liberata dal giogo pontificio, persisteva ancora una Contea che aveva molti aspetti di somiglianza con quella degli Hobbit di Tolkien, ma era in un certo senso molto più retrograda e dimenticata da Dio e dagli uomini, nonché dagli eventi della Grande Storia, e sarebbe stato meglio se tutto fosse rimasto così, perché quando gli uomini e la Grande Storia si ricordarono di quella Contea, le cose si misero molto molta.
Questa Contea ha il suo centro nel paese che le dà il nome, un nome che al lettore non dirà assolutamente niente, a meno che non sia proprio di quelle parti. Un nome strano, ma significativo della volontà dei suoi residenti e signori di non essere disturbati dal resto del mondo.
Questo nome, che è segnato profondamente nella mia vita, come un abisso, è Casemurate.
L'etimologia si spiega facilmente. Il villaggio e il castello centrale erano cinti di mura.
Il luogo, anche qui con una somiglianza inquietante con la Contea degli Hobbit, era sorto all'incrocio tra due strade di una certa importanza (un po' com'erano la Grande Via Est e il Verdecammino), e cioè la Cervese, che collegava, e collega tutt'ora la città di Forlì con la cittadina costiera di Cervia, e il Dismano (antica Via Decumana) che collegava e ancor oggi collega le città di Ravenna e di Cesena.
Quelle due strade dividono la Contea di Casemurate in quattro parti, come i Decumani della Contea di Tolkien.
I confini non sono stati mai del tutto definiti, ma all'incirca si può considerare un cerchio avente come centro l'incrocio tra la Cervese e il Dismano, dove sorgeva il Castello e dove c'era il villaggio centrale con le mura, e un diametro di circa quindici chilometri.
C'è anche una data di fondazione ben precisa, il 1278, quando Bertoldo Orsini, nipote di papa Niccolo III (quello con cui Dante parla in un famoso canto dell'Inferno, scambiandolo per Bonifacio VIII), della potente famiglia romana degli Orsini, fu nominato Conte di Romagna e affidò al fratello minore Bernardo il compito di presidiare la bassa pianura al centro del quadrilatero tra le quattro principali città della Romagna Settentrionale: Ravenna, Forli, Cesena e Cervia.
Fu così che nel 1278, Bernardo Orsini costruì una fortezza all'incrocio della Cervese e del Dismano e dove c'era un piccolo, anonimo villaggio, e la cinse di mura, dandole appunto il nome di Case Murate, che divenne poi Casemurate tutto attaccato.
Papa Niccolo III ratificò sia il nome che la funzione del nipote più giovane, creandolo Primo Conte di Casemurate e dando così inizio alla gloriosa famiglia dei Conti Orsini di Casemurate.
Ebbene, che lo crediate o no, mia nonna materna Diana fu l'ultima discendente di quella famiglia e suo padre Armando fu l'ultimo Conte di Casemurate.
Le modalità con cui quella gloriosa famiglia, che era perdurata ostinatamente per sette secoli in quella terra paludosa e argillosa, finì per estinguersi, sia nel nome che nel feudo, sarà parte di questo racconto.
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