domenica 14 maggio 2017

Albero genealogico dei Re di Sparta

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Gli Agìadi furono una dinastia di re di Sparta, il cui eponimo fu Agide I, figlio di Euristene. Questa casa reale governò sulla città di Sparta fin dai tempi di Licurgo, assieme all'altra stirpe degli Euripontidi. Secondo Erodoto, le due dinastie regnanti discendevano direttamente da Eracle, tramite Ilio ed Aristodemo, padre di Euristene e Procle, i due gemelli primi re di Sparta.

Dall'incoronazione del re Cleomene I avvenuta nel 520 a.C. fino al 370 circa a.C. la famiglia dei re Agiadi avrà un ruolo determinante nella storia spartana, ruolo che spesso prevaricherà quello dell'altro re euripontide e spesso anche quello degli efori. Guardando le complesse vicende e gli atteggiamenti politici di questa famiglia reale si rivela un dinamismo nella storia spartana che contrasta con l'idea di Sparta come di un sistema politico rigidamente regolato e statico. Vi furono in realtà anche a Sparta tentativi importanti di riforma e di mutamento. Vi furono anche a Sparta e fra gli uomini più potenti personaggi che potremmo definire "atipici" per l'idea che oggi noi abbiamo della situazione sociale di quella città nel periodo che va dalle guerre persiane allo scontro con Tebe.
Cleomene I era figlio della seconda moglie del re Anassandrida II ed aveva come fratellastri DorieoLeonida I e Clembroto (il padre di Pausania). Per le vicende della vita di questi quattro fratelli si rimanda alle pagine loro dedicate, qui basti ricordare alcuni punti salienti.
Cleomene I regnò a Sparta per 30 anni, fino al 490 a.C., fu il re che sconfisse duramente gli argivi nel 510 a.C. e poi definitivamente nella battaglia di Sepia nel 494. Facendo eleggere come efori parenti ed amici conquistò progressivamente a Sparta una tale autorità da offuscare gradatamente quella dell'altro re/diarca della famiglia degli Euripontidi. Riuscì persino a provocare la destituzione dell'europontide Demarato quando questi provò a contrastarlo. Fu l'inspiratore di una politica spartana di intervento anche al di fuori del Peloponneso (la classica zona di azione spartana) e della Grecia.
L'obbiettivo era quello di provocare la caduta delle tirannidi in varie città greche sostituendole con governi oligarchici vicini a Sparta. In questa strategia politica fu coinvolto anche il fratellastro Dorieo, valoroso condottiero, che fu inviato a Cirene poi a Sibari ed infine in Sicilia dove morì combattendo contro i Cartaginesi nel 510 a.C. Sempre in linea con questa politica si spiega nel 510 l'intervento ad Atene per provocare la caduta del tiranno Ippia. I risultati però furono scarsi: Cirene fu conquistata da cartaginesi, Sibari venne distrutta da Crotone ed infine ad Atene si instaurò non un governo oligarchico ma una democrazia ostile a Sparta (Cleomene tentò persino di reinsediare Ippia). Cleomene fu il re spartano che nel 499 a.C. rifiutò l'aiuto alle colonie ioniche ribelli ai Persiani ma che poi rifiutò anche di fare atto di sottomissione agli ambasciatori del re persiano Dario I. Morì forse suicida e forse divenuto pazzo nel 490 a.C. ed essendo già defunto anche il più grande dei fratellastri Dorieo, divenne re agiade di Sparta Leonida I che morirà eroicamente dieci anni dopo nella battaglia delle Termopili.
Essendo il di lui figlio Plistarco ancora troppo giovane per governare, la reggenza fu assunta dal cugino Pausania figlio del più giovane dei quattro fratellastri Clembroto. Pausania fu un valoroso condottiero, fu il generale spartano della vittoria di Platea, dell'assedio di Tebe e l'ammiraglio della flotta confederata nella liberazione di Cipro e Bisanzio. Anche Pausania aveva un carattere autoritario simile a quello dello zio Cleomene I e come questi l'idea di fare di Sparta una potenza mediterranea e non solo limitata al Peloponneso. Questi atteggiamenti ed idee suscitarono l'ostilità degli alleati ateniesi e il sospetto dei suoi concittadini. Venne processato ed accusato per tradimento con false prove[1] e condannato a morte nel 471 a.C.
Dopo la morte di Pausania, il re Plistarco, non più fanciullo ma ancora ragazzo, governò direttamente fino al 458 a.C.
Nel 469 dopo la vittoria di Tegea contro gli Arcadi anche il diarca europontide Leotichida fu accusato di corruzione ed esiliato[2] . Il re Leotichida era legato alla famiglia degli Agiadi in quanto la sua salita al trono era stata favorita dal re Agiade Cleomene I quando riuscì a fare destituire il collega diarca europontide Demarato.
Leotichida governava dal 491 a.C. ed era stato uno degli eroi della seconda guerra persiana e quindi godeva di grande prestigio, il suo allontanamento, dopo la condanna di Pausania contribuì a rafforzare ulteriormente il potere degli efori tanto più che gli succedette il nipote (il figlio Zeuxidamo era morto) Archidamo II ancora giovinetto come lo era l'altro diarca l'Agide Plistarco.
Nel 458 a.C. muore il Plistarco (senza discendenti maschi) e diviene re agiade il figlio di Pausania Plistonatte (o Plistoanatte) anch'egli ancora fanciullo e quindi la reggenza passa nelle mani del generale Nicomede (figlio di Clembroto e fratello di Pausania)[3] che sarà il condottiero spartano nella battaglia di Tanagra ed Battaglia di Enofita. La storia di Plistonatte evidenzia il forte controllo ed interferenza del consiglio degli efori sulla vita di questa famiglia reale un tempo potente. Divenuto finalmente re nel 447 a.C. conduce un'invasione dell'Attica per appoggiare la rivolta della Beozia contro Atene, ma al ritorno in Attica dello stratega ateniese Pericle, si ritira immediatamente, lasciando libero l'esercito ateniese di sedare la rivolta[4]. Per questo motivo verrà accusato di tradimento e deposto[5], diverrà re Agiade suo figlio Pausania, nipote di Pausania. Anch'egli era troppo giovane per governare e la reggenza fu assunta dal generale Cleomene (fratello di suo padre)[6] che sarà il generale che comanderà le truppe peloponnesiache affidate agli agiadi nella prima parte della guerra del Peloponneso. Pausania sarà il sovrano agiade della prima fase della guerra del Peloponneso, fino al 426 a.C. quando, anch'egli caduto in disgrazia, verrà deposto ed il trono restituito al padre Plistonatte che regnerà fino alla morte nel 408 a.C. Gli succederà di nuovo il figlio Pausania II fino al 395 a.C. quando fu condannato e deposto per non essere riuscito a congiungere le su truppe con quelle di Lisandro.
Durante il congresso della lega del Peloponneso del 432 a.C. prenderà la parola solo il re europontide Archidamo II, l'agiade Pausania è ancora troppo giovane. Archidamo II pronuncerà un discorso molto assennato contrario ad un'entrata precipitosa in guerra senza adeguata preparazione contro un nemico così potente ed organizzato (che richiedeva strategie nuove di guerra per essere battuto) e riportato da Tucidide[7], basteranno però poche battute di contestazione dell'eforo Stenelada per convincere l'assemblea all'entrata in guerra[8]. Questo a dimostrare ulteriormente il potere degli efori nella Sparta di questo periodo. Alla morte del re europontide Archidamo II nel 427 a.C., con la salita al trono del suo figlio Agide II anche l'altra famiglia reale spartana riduce ulteriormente la sua influenza e nella seconda metà della prima parte della guerra del Peloponneso la strategia dell'esercito peloponnesiaco sarà nelle mani dal generale Brasida, che sposterà il teatro delle operazioni dall'Attica in Tracia, cioè da dove Atene riceveva i rifornimenti di cereali. Questa strategia riprendeva le idee di Cleomene I e di Pausania ed è significativo che vengano riproposte da un generale non appartenente alla famiglia agiade.[9]

Albero genealogico

Euristene
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Agide I
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Echestrato
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Labota
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Dorisso
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Agesilao I
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Archelao
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Teleclo
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Alcamene
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Polidoro
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Euricrate
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Anassandro
Euricratide
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Leonte
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Anassandrida II
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Dorieo
Cleombroto
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Cleomn. I
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Eurianatte
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Pausania
Nicomede
Leonida I
Gorgo
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Plistoanatte
Cleomene
Plistarco
Aristodemo
Pausania
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Agesipoli I
Cleombroto I
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Agesipoli II
Cleomene II
?
?
Acrotato
Cleonimo
Areo I
?
Acrotato
Chilonide
Areo II
Leonida II
Cratesiclea
Cleombrt. II
Chilonide
Agiatide
Cleomn. III
Euclida
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Agesipoli
Cleomene
Agesipoli III

li Europontidi (in greco anticoΕὐρυπωντίδαι) furono una dinastia di re che regnò sulla città di Sparta assieme agli Agiadi. Il loro potere durò fino alla fine del III secolo a.C..
Affermavano di provenire dalla stirpe di Procle, figlio di Aristodemo e quindi di essere discendenti diretti di Eracle. Loro eponimo fu Euriponte, nipote di Procle e quindi sesto discendente di Eracle. Tuttavia esistono differenti versioni relative alla descrizione della discendenza di Eracle. Quella indicata da Erodoto riporta il seguente ordine: Procle, Euriponte, Pritani, Polidecte, Eunomo, Carillo o Carilao, Nicandro, Teopompo, Anassandrida, Archidamo, Anassilao, Leotichida, Ippocratida, Agesilao, Menare, Leotichida. Quella proposta da Pausania indica la seguente successione: Teopompo, Archidamo (premorto al padre), Zeussidamo, Anassidamo, Archidamo I, Ippocratida, Agasicle, Menare, Leotichida.

Albero genealogico

Procle
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Soo
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Euriponte
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Pritani
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?
Polidette
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Eunomo
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Carilao
Nicandro
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Teopompo
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Anassand. I
?
?
Zeussidamo
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Anassidamo
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Archidm. I
?
Agasicle
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Aristone
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Demarato
Leotichida
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Zeussidamo
?
Lampito
Archidm. II
Eupolia
Timea
Agide II
Cleora
Agesilao II
Teleutia
Cinisca
Leotichida
?
Archidm. III
Agide III
Eudamida I
Archidamia
?
Archidm. IV
Agesistrata
Agesilao
?
Eudamd. II
Ippomedonte
Agiatide
Agide IV
Archidm. V
Eudamd. III

Note

  1. ^ Tucidide, I, 132.
  2. ^ Erodoto VI,72 "Leotichida guidò l'esercito spartano in Tessaglia e pur potendo invadere tutta la regione si lasciò corrompere da molto denaro. Colto in flagrante, nell'accampamento stesso, con le mani piene di denaro, fu processato, fuggì da Sparta e la sua casa fu distrutta. Morì esule a Tegea"
  3. ^ Tucidide, I, 107.
  4. ^ Tucidide, I, 114.
  5. ^ Tucidide, II, 21.
  6. ^ Tucidide, III, 26.
  7. ^ Tucidide, I, 79-85.
  8. ^ Tucidide, I, 86.
  9. ^ Luisa Prandi, Sintonia e distonia fra Brasida e Sparta in Contro le "leggi immutabili": gli Spartani fra tradizione e innovazione Di Cinzia Bearzot, Vita e Pensiero editore.

Bibliografia

Fonti primarie


I piedi di Chiara Ferragni

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Ognuno ha il suo punto debole: Achille aveva il tallone, Chiara Ferragni ha i piedi. Riguardo a questo punto il giudizio è unanime: sono lunghi come quelli di un giocatore di basket e sono tozzi come quelli di un calciatore.
Su Facebook è nata persino una pagina ironicamente dedicata ai piedi della Blonde Salad ex Diavoletta 87 e futura signora Fedez.
Godiamoci dunque alcune immagini tratte da quella pagina formidabile alla quale vi invito ad aderire.
Geniale il paragone tra i piedi della Ferragni e quelli delle sorellastre di Cenerentola, così come anche con quelli degli Hobbit della Contea del Signore degli Anelli.
Ecco qui a confronto i piedi di Chiara e quelli di Frodo Baggins, molto più normali.

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Ma, osservando bene questa foto ci viene un dubbio: forse la Ferragni ha i piedi palmati come una papera o un'oca (più o meno giuliva) ?

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Ultimamente gira anche voce, nelle sale d'aspetto o dal parrucchiere, tra un giornale di gossip e l'altro, che Chiara abbia anche smesso di depilarsi, o quantomeno abbia diradato le depilazioni.
La sua trasformazione in un Hobbit a questo punto sarebbe completa.
Meglio dunque se sposasse Frodo Baggins. La vedrei bene come signora Baggins, non fosse altro per il richiamo del cognome alle borse.
Ma sappiamo fin troppo bene che lei ha preferito che a riscaldarle i piedoni nelle gelide notti d'inverno sarà questo individuo qua sotto

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Un uomo davvero raffinato, non c'è che dire! E anche molto innamorato, almeno finché non si innamora di un'altra...
Ma che importa! Considerando il cattivo gusto di Fedez in fatto di estetica, i piedi lunghi e le braccia pelose di Chiara Ferragni non saranno certo un problema!

Se Game of Thrones fosse stato girato dalla Disney



Stark
Daenerys e il suo Khal
Pedro Pascal e la sua amante
Brienne come Mulan
Ramsey versione Peter Pan villain
Melisandre
Maergery, RIP nei nostri cuori.



Planisfero di Arda

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Nelle opere letterarie di J. R. R. TolkienArda è il mondo nel quale accade ogni evento; parte di , ospita i continenti della Terra di Mezzo e di Aman.[1] Tolkien ha dichiarato[2] che Arda non è nient'altro che la Terra immaginata in modo diverso (le sue precise parole sono "ad un differente stadio dell'immaginazione"). Arda non è dunque altro che, in qualche modo, la Terra come sarebbe potuta essere in ere passate.

Storia e geografia

Nell'immaginaria storia tolkieniana, Arda fu creata insieme col resto di Eä dopo la Musica degli Ainur.
Inizialmente era un luogo caotico, infuocato, arido e inospitale. Dopo ere di fatica nel resto di Eä, i Valar e i primi Maiar scesero su Arda e vi posero ordine, cominciando a renderla così come la ricordavano dalla Visione generata durante l'Ainulindalë.
Al momento della creazione delle Lampade, che segna il completamento della creazione di Arda e che diede inizio agli Anni delle Lampade, Arda era un mondo piatto i cui continenti erano circondati da un oceanoEkkaia o Mare Accerchiante, il Mare Esterno, e separati da Belegaer, il "Grande Mare".
Durante la Prima Era, l'area a nord-ovest della Terra di Mezzo era occupata dalla regione del Beleriand, che fu però distrutta durante la Guerra d'Ira.
Durante la Seconda EraNúmenor sorse nel Grande Mare come ricompensa per gli Edain. Quest'isola rimase per quasi tutta la Seconda Era, ma fu infine distrutta da Eru Ilúvatar a causa dell'orgoglio dei Númenóreani, che avevano infranto il Divieto dei Valar di veleggiare verso Aman.
Dopo la distruzione di Númenor, Ilúvatar rese Arda sferica. Le terre di Aman e di Tol Eressëa furono portate fuori dal mondo, e da allora in poi poterono essere raggiunte soltanto dagli Elfi, seguendo la Strada Diritta che fu loro assegnata.
A sud della Terra di Mezzo ci sono le Terre Oscure e ad est di queste le Terre Orientali (i piccoli continenti, rispettivamente, di Hyarmenor e di Romenor).

Le fasi del mondo

Arda scritto in lettere tengwar.
La storia di Arda fa sì che in essa vengano individuate, all'interno delle stesse opere di Tolkien, tre grandi "fasi" che scandiscono la sua stessa evoluzione, corrispondenti ognuna ad una diversa condizione del mondo.

Arda Incorrotta

Il mondo come fu costruito originariamente dai Valar è chiamato, nelle opere di Tolkien, Arda Incorrotta, in contrapposizione ad "Arda Corrotta" (vedi sotto). Questo mondo ebbe il suo inizio con il completamento della creazione di Arda e finì con l'ultimo degli Anni delle Lampade e con la fine della cosiddetta Primavera di Arda, distrutto e contaminato da Melkor. Esso è chiamato così a causa della sua natura, conforme al progetto originario dei Valar: doveva essere un paradiso terrestre in cui la bellezza, l'abbondanza, l'armonia, la felicità e la pace avrebbero regnato ovunque e in modo imperituro, tra le razze parlanti e le specie non-parlanti, sotto il benevolo governo e la benevole guida dei Valar. Dopo la fine della Primavera di Arda, questa condizione perfetta esisterà solo in Valinor e nell'isola di Tol Eressëa.

Arda Corrotta

La "Arda corrotta" è la forma mundi che più si avvicina alla reale Terra, un mondo dove esistono sia il Bene che il Male in tutte le loro rispettive forme. Essa consegue dalla contaminazione sia morale (nei confronti di Elfi e Uomini, inizialmente tutti estranei al Male), che spirituale, fisica e magica del Mondo (originariamente "Arda Incorrotta") attuata da Melkor, il Principio del Male, e dai suoi servi.
L'effetto più evidente della decaduta condizione di questo tipo di Mondo è la degenerazione, attuata comunque nell'arco di lunghi eoni di tempo, della razza elfica, una sorta di invecchiamento che nell'originario schema dei Valar (Arda Incorrotta), doveva essere del tutto inesistente.
La fase della corruzione di Arda dura per tutti gli Anni degli Alberi e del Sole fino all'avvento della Dagor Dagorath, la Battaglia del Giudizio.

Arda Guarita

Lo stato che verrà raggiunto da Arda in seguito al ristabilimento di Arda Incorrotta dopo la Fine del Mondo è indicato dal titolo Arda Guarita. Sarà simile alla condizione di Arda Incorrotta ma nei fatti migliore, in quanto includerà anche tutte le cose buone generate da e in Arda Corrotta. Arda Guarita verrà creata dopo la Dagor Dagorath, quando Morgoth verrà definitivamente sconfitto e il Male totalmente sradicato.

Note

  1. ^ Mappa completa con tutti i territori che appaiono o vengono distrutti durante la sua storia (nomi in lingua originale).
  2. ^ Intervista concessa alla BBC http://www.girsacrew.it/tolkien/interviste/bbc71.html

Voci correlate[

Mappe fisiche e politiche della serie La Ruota del Tempo: 1 il Planisfero




Mount Celestia

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In Dungeons & Dragons, the fantasy role-playing gameMount Celestia or more fully, the Seven Mounting Heavens of Celestia, or even the Seven Heavens is a lawful good-aligned plane of existence. It is one of a number of alignment-based Outer Planes that form part of the standard Dungeons & Dragons (D&D) cosmology, used in the PlanescapeGreyhawk and some editions of the Forgotten Realms campaign settings.

Schloss Nordkirchen

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Schloss Nordkirchen is a palace situated in the town of Nordkirchen in the Coesfeld administrative district in the state of North Rhine Westphalia, Germany. The schloss was largely built between 1703 and 1734 and is known as the "Versailles of Westphalia" since it is the largest of the fully or partly moated Wasserschlösser in that region. It was originally one of the residences of the Prince-Bishopric of Münster.

Schloss Nordkirchen

Das „Westfälische Versailles“ gehörte den Familien Morrien, Plettenberg, Esterhazy und Arenberg. Atemberaubend schön


Ownership

The present Baroque schloss is the successor to a fully moated Wasserschloss built in the sixteenth century for the noble "von Morrien" family. In the eighteenth century, the structure visible today was raised in several building campaigns for Fürstbischof Friedrich Christian von Plettenberg zu Lenhausen and his successor, Fürstbischof Ferdinand von Plettenberg. In 1833, the complex passed to Count von Esterházy who sold it to Duke Engelbert Marie von Arenberg in 1903. In 1933, the Arenberg-Nordkirchen GmbH, a newly founded ducal assets management company,[1] assumed possession. In 1959, the schloss was purchased by the State of Nordrhein-Westfalen and has since been the site of "Fachhochschule für Finanzen Nordrhein-Westfalen", a state-run college specializing in the training of future tax inspectors. The neighboring "Oranienburg" complex and the park were subsequently added, as was – in 2004 – the deer park, which included a generous green belt of more than 1,000 hectares of woodland surrounding the south-western perimeter of the schloss proper. Parts of the interior of the schloss are open to the public, as are the parterres and the surrounding park. Inside the schloss, an up-market restaurant offering Westphalian cuisine looks out into the large formal garden that faces the northern façade of the schloss. The schloss chapel may be rented for weddings.
Nordkirchen 2010-100307-10781-Oranienburg.jpg

Construction history

The architects of the schloss and its complex of outbuildings were Gottfried Laurenz PictoriusPeter Pictorius the Younger (from 1706) and Johann Conrad Schlaun, from 1724. The taller corps de logis is flanked by symmetrical lower wings, one of which contains the chapel. The wings are rigorously symmetrical and enclose the cour d'honneur in a U shape. Dutch precedents, such as the palace Het Loo near Apeldoorn, make their presence felt, but the sandstone facing of Schloss Nordkirchen is purely Westphalian.
The Venusinsel

Moat, parterres and park

The schloss stands on a rectangular island surrounded by a broad moat-like canal. The island’s four corners are accentuated by four small free-standing pavilions.
The garden front gives onto a landscaped park of some 170 hectares, reached through a formal parterre of scrolling broderie on axis, flanked by expanses of lawn. The gardens and the surrounded woods are peopled with a multitude of lifesize marble statues, of which the first deliveries were made in 1721 by the Munich sculptor Johann Wilhelm Gröninger. Other sculptures were delivered by Panhoff and Charles Manskirch. Further sculptures were added during the restoration in neo-Baroque style, undertaken in 1903-07.

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Religion in Europe

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