sabato 23 luglio 2016

Il Trono del Toro. Capitolo 17. Il ritorno di Glauco e la promessa di Afrosina



Il ritorno del re Glauco e della sua giovane sposa achea Arethusa fu festeggiato a Cnosso con una cena di famiglia nella grande sala dei tori, cosiddetta perché alle pareti, a fianco degli affreschi della tauromachia, vi erano appese teste imbalsamate di tori, sacrificati ciascuno per ogni incoronazione di re, dai tempi del primo Minosse.
Amasis osservava con una certa inquietudine quelle teste di toro, che parevano fissarlo con ferocia: Sempre meno feroci di Indis, comunque.
A dire il vero in realtà Indis si era fatta ultimamente meno aspra nei suoi confronti, forse per la gioia di aver condotto in porto un altro matrimonio, quello della figlia Climene, questa volta con uno sposo della migliore aristocrazia cretese, da lei scelto: il nobile Nauplio.

L’unica figlia che non voleva sposarsi era proprio la maggiore, Afrosina, che aveva giurato di rimanere nubile finché suo fratello Althamenes non fosse stato richiamato dal suo esilio di Rodi.
Dovrà attendere ancora molto. E pensare che è così bella…



Catreus era già piuttosto alticcio dopo i molti brindisi alla salute dei vari membri della famiglia: «E così, fratello mio, ci assicuri che la nostra cara Fedra è stata ben voluta dal re di Atene»

«Teseo è molto innamorato, e Fedra si trova molto bene nel ruolo di regina» confermò Glauco all’altro capo del tavolo.
«Si vede che ha preso dalla madre» commentò Indis, scoccando un’occhiata provocatoria verso Pasifae, la quale fece finta di non aver sentito.
Catreus si rivolse all’altro fratello: «E tu, Deucalione, quali nuove porti da Micene?»
Il principe Deucalione, tra tutti i figli di Minosse, era quello che fisicamente assomigliava più al padre, anche se aveva il carattere pacato e generoso della madre Mìriel, la compianta prima sposa del vecchio re.
«Tua figlia Erope, come sai, è già incinta, e pare molto felice. Atreo però è spesso fuori città, in guerra. Anche prima che me ne andassi non c’era: aveva seguito il padre in una spedizione militare nell’interno. Ora il fratello Tieste è reggente a Micene, mentre sua moglie Olimpia è rimasta ad Argo»
Catreus parve molto felice di queste notizie, anche se nessuno capiva il motivo di tanto buon umore.
Beve troppo vino pensò Amasis
Ed io non posso far nulla per controllarlo. Io sono solo uno schiavo, non devo dimenticarlo mai. Io sono nato per servire, non per consigliare.
Eppure ultimamente il suo consiglio era stato richiesto più volte dal re su questioni delicate, e si era rivelato molto utile.
«Padre» intervenne Afrosina «ora che tutta la famiglia vive felice e in pace, vi prego, permetti a mio fratello Althamenes di tornare a Creta»

Il volto del re si fece violaceo:
«Non intendo più discutere di questa storia! E tu, Afrosina, sei il disonore di questa famiglia: alla tua età dovresti aver già trovato marito, e invece ti ostini a rifiutare ogni buon partito che ti si presenta!»


La principessa si alzò e si mise in ginocchio di fronte al padre, con scandalo di tutti:
«Ti supplico: io e Althamenes siamo sangue del tuo sangue, ti scongiuro…»
Catreus, furibondo, alzò una mano per colpirla in viso, ma, nello stupore generale,
Amasis, che sedeva di fianco a lui, gli sussurrò qualcosa nell’orecchio e il re si fermò, la mano ancora sollevata, gli occhi stralunati.
Tutti per un attimo rimasero in sospeso. Poi Catreus si ricompose, e disse a sua figlia:
«Non posso accontentarti. L’indovino ha parlato chiaramente: Althamenes mi ucciderà. Io credo agli oracoli. Devi capire le mie ragioni e non tornare più sull'argomento. Me lo prometti?»
La principessa si alzò e incontrò lo sguardo di Amasis, che pareva supplicarla di non incorrere nell’ira del sovrano.
Il re ripeté la sua richiesta, con voce cupa: «Prometti, Afrosina!»
La fanciulla si guardò intorno: vide la madre Indis annuire, preoccupata di mantenere una parvenza di pace familiare. Vide la sorella e il cognato, sconvolti.
Vide gli zii pronti a giudicarla. Vide Pasifae, che si godeva la scenata con il suo solito sguardo distante, ma vagamente divertito.
E infine reincontrò gli occhi di Amasis, e vi lesse una sincera preoccupazione nei suoi confronti.
«Prometto…» disse infine con un fil di voce, e ritornò al suo posto con una dignitosa compostezza.
Indis tirò un sospiro di sollievo e poi guardò Amasis, il vero artefice della riconciliazione, e chinò il capo verso di lui, in segno di riconoscenza.
Non ci posso credere. è successo tutto in così poco tempo, eppure sono cambiati gli equilibri della famiglia. Questa volta il mio intervento è stato quello di un vero consigliere, non di uno schiavo.
Guardò Afrosina, e sentì di provare per lei un affetto profondo, o forse… forse qualcosa di più, qualcosa che uno schiavo non poteva permettersi di provare per la figlia del suo re.
Distolse lo sguardo da lei e incontrò gli sguardi ammirati dei commensali, in particolare quello di Pasifae, che lo fissava con un misto di complicità e di minaccia: la sua bocca accennava un sarcastico sorriso, ma i suoi occhi erano di ghiaccio.

Cersei Lannister | Game of Thrones:

Pasifae aveva previsto la mia ascesa.Maledizione! Io volevo rimanere fuori dagli intrighi…
I commensali si rimisero a parlare come se niente fosse accaduto, ma Amasis continuava a ripensare a quell’attimo, a quel “Prometti, Afrosina…”.
Sentì di aver varcato una linea divisoria nella sua vita, un punto di non ritorno.
Ora tutto diventava più difficile e più scivoloso, perché chi entrava negli affari della dinastia, entrava nel gioco del potere, “dove si vince o si muore”, come aveva detto Pasifae.
Chinò lo sguardo sul suo piatto : Devo essere prudente, ora più che mai!
Sentì la mano del re che gli sfiorò una coscia.
Dei aiutatemi! Perché non mi avete concesso una vita normale?
Rimpianse la sua infanzia nella fattoria di Fargas, il profumo della campagna a maggio, la libertà dei campi sconfinati, e gli parve di rivedere tutto ciò riflesso negli occhi belli di Afrosina.


venerdì 22 luglio 2016

Ragionare per tematiche e non per schieramenti. Il Political Compass.



Una caratteristica comune a molti sistemi politici attuali è la frammentazione dei partiti e l'astensionismo durante le elezioni. Uno dei motivi principali di questo fenomeno è il fatto che l'elettore non si sente pienamente rappresentato dal programma di un partito o di una coalizione e a volte gli riesce difficile capire quale sia, tra gli schieramenti politici, quello che potrebbe avvicinarsi di più alle sue idee e difendere meglio i suoi interessi.
Teniamo conto che l'elettore non è più un semplice tifoso che si schiera per l'uno o per l'altro partito per tifoseria o atto di fede ideologica, e questo è un dato positivo, perché la politica non è una partita di calcio.
Un elettore maturo e consapevole dovrebbe cercare di ragionare per tematiche e non per schieramenti.
Su ogni singola tematica bisogna ascoltare ciò che ogni partito propone e soltanto alla fine di questo procedimento si dovrebbero tirare le somme, facendo un bilancio complessivo.

Media Sondaggi 6 Luglio

Per esempio, si possono porre in evidenza alcune tematiche fondamentali che in questo momento dividono l'opinione pubblica e i movimenti politici più di altre.
Tra queste tematiche propongo in particolare di evidenziare le seguenti:

- Immigrazione

- Unione Europea e moneta unica europea

- Fondamentalismo islamico e terrorismo

- Relazioni estere e commerciali (per esempio revoca delle sanzioni alla Russia)

- Assistenza sociale e sanitaria per i cittadini disoccupati, indigenti o disabili

- Investimenti in infrastrutture, edilizia pubblica (comprese scuole e carceri) e fonti di energia

- Testamento biologico e legalizzazione dell'eutanasia

- Semplificazione delle procedure burocratiche

Invito chi legge a porsi delle domande riguardo a queste tematiche, a prendere posizione e a cercare quali sono le proposte dei vari schieramenti politici in merito ad ognuna delle questioni di cui sopra.
Per esempio non mi è chiara la posizione del Movimento 5 Stelle riguardo all'immigrazione.
Sappiamo che il PD e l'NCD vogliono l'accoglienza indiscriminata, mentre il Centro-destra si oppone all'immigrazione clandestina e propone una selezione molto attenta sulla base dell'effettiva necessità di asilo politico e sulle prospettive occupazionali e di integrazione del migrante nel tessuto sociale italiano. I 5 stelle cosa propongono? Io non l'ho capito.
Anche sull'Europa i partiti sono molto ambigui, perché da un lato cercano di cavalcare la protesta contro l'austerità imposta dalla Germania, ma dall'altro non chiariscono quali provvedimenti concreti intendano prendere e quali conseguenze si aspettano da tali decisioni.
Tutta la nostra politica economica, e quindi anche lo sviluppo, l'occupazione, le prestazioni dello stato sociale, la previdenza, la sanità e tutto quanto riguarda la spesa pubblica, dipendono strettamente dai rapporti con l'Unione Europea.
E' chiaro che non siamo forti come la Gran Bretagna, che si è potuta permettere la Brexit senza nessuna crisi di rilievo.
Per l'Italia la situazione è molto più complessa, a partire dal fatto che noi abbiamo aderito anche alla moneta unica e quindi, oltre che membri dell'Unione, siamo anche membri dell'Eurozona e come tali soggetti alle decisioni della Banca Centrale Europea.
Questo potrebbe proteggerci dall'inflazione e tenere bassa la spesa per interessi del nostro enorme debito pubblico.
Ma se la ripresa economica non riparte, lo stesso debito pubblico rischia di diventare insostenibile, poiché la variabile che conta è il rapporto debito/pil.
Sarebbe interessante sentire pareri precisi su questo argomento e non solo slogan generici.
Non intendo entrare nel dettaglio su tutte le questioni scelte come argomento di valutazione dei programmi politici delle varie parti.
Il punto è un altro e cioè che anche riuscendo a capire quale sia  questo programma su ogni singolo punto, può venir fuori che su alcune cose la pensiamo come il centrodestra, su altre come il centrosinistra e su altre ancora come i 5 stelle.
E allora come si esce da questa confusione?
Sarebbe sbagliato scegliere sulla base della simpatia o antipatia dei vari leader.
Ciò che conta è la credibilità del leader di fronte al suo programma, e quindi la sua concreta capacità di attuarlo, ma anche il peso che noi diamo ai singoli punti del programma, specialmente riguardo alle questioni che ci stanno più a cuore.
In un certo senso bisognerebbe fare una media ponderata, stabilendo fin dall'inizio quale importanza dare ad ogni singola tematica.



Questo procedimento è simile a quello dei test che valutano il posizionamento politico in un modello dove le singole questioni sono disposte lungo due assi fondamentali, quello di natura socio-economica (l'asse sinistra/destra inteso come maggiore o minore intervento pubblico nell'economia) e quello di natura etico-civile (l'asse libertarismo/comunitarismo, dove per liberarismo si intende una maggiore attenzione ai diritti civili individuali, mentre per comunitarismo si intende una maggiore attenzione alla salvaguardia dell'identità e sovranità della nazione, dell'ordine pubblico e della tradizione delle comunità locali e delle istituzioni familiari).
I test si svolgono con dei questionari a risposta multipla e ad ognuna delle risposte è assegnato un punteggio lungo gli assi delle variabili prese in esame.




Il risultato determina le coordinate cartesiane del punto in cui viene a posizionarsi la nostra scelta politica rispetto al posizionamento dei vari partiti e schieramenti.
Questo test è conosciuto come Political Compass











Per maggiori informazioni riguardo a questa metodologia rimando al seguente link:
https://www.politicalcompass.org/analysis2?ec=10.0&soc=2.21

Il Political Compass (inglese per "bussola politica") è uno schema multiasse proposto per organizzare pensieri politici in diverse dimensioni. Esso viene inteso come alternativa al tradizionale modello ad unico asse "destra-sinistra", adottato nei passati due secoli.

Il termine "Political Compass" ha origine da un popolare sito Internet, che adotta tale sistema per determinare una rappresentazione grafica delle idee politiche di un qualsiasi utente, mediante un questionario compilabile on-line. Le due assi in questione, in particolare, misurano la visione politica sia da un punto di vista sociale (da autoritarismo a libertarismo), sia nella propria visione economica (da sinistra a destra).

In particolare, l'asse economico tende a stimare le opinioni del soggetto sul livello di controllo da parte dello stato nei confronti dell'economia stessa, a partire da una politica socialista fino al liberismo. L'asse sociale invece tende a misurare il livello personale di "libertà della persona", in base al livello di controllo delle stesse libertà individuali.

I critici di tale modello fanno notare che esso è utilizzato per presentare una comprensione della politica basata principalmente sul "liberalismo politico", anziché su una base più concretamente materiale.

About the Political Compass 

In the introduction, we explained the inadequacies of the traditional left-right line.
single left-right axis
If we recognise that this is essentially an economic line it's fine, as far as it goes. We can show, for example, Stalin, Mao Tse Tung and Pol Pot, with their commitment to a totally controlled economy, on the hard left. Socialists like Mahatma Gandhi and Robert Mugabe would occupy a less extreme leftist position. Margaret Thatcher would be well over to the right, but further right still would be someone like that ultimate free marketeer, General Pinochet.
That deals with economics, but the social dimension is also important in politics. That's the one that the mere left-right scale doesn't adequately address. So we've added one, ranging in positions from extreme authoritarian to extreme libertarian.
cartesian plane with horizontal left-right axis and vertical authoritarian-libertarian axis
Both an economic dimension and a social dimension are important factors for a proper political analysis. By adding the social dimension you can show that Stalin was an authoritarian leftist (ie the state is more important than the individual) and that Gandhi, believing in the supreme value of each individual, is a liberal leftist. While the former involves state-imposed arbitrary collectivism in the extreme top left, on the extreme bottom left is voluntary collectivism at regional level, with no state involved. Hundreds of such anarchist communities existed in Spain during the civil war period
You can also put Pinochet, who was prepared to sanction mass killing for the sake of the free market, on the far right as well as in a hardcore authoritarian position. On the non-socialist side you can distinguish someone like Milton Friedman, who is anti-state for fiscal rather than social reasons, from Hitler, who wanted to make the state stronger, even if he wiped out half of humanity in the process.
The chart also makes clear that, despite popular perceptions, the opposite of fascism is not communism but anarchism (ie liberal socialism), and that the opposite of communism ( i.e. an entirely state-planned economy) is neo-liberalism (i.e. extreme deregulated economy)
chart with Stalin, Gandhi, Friedman, Thathcher, Hitler
The usual understanding of anarchism as a left wing ideology does not take into account the neo-liberal "anarchism" championed by the likes of Ayn Rand, Milton Friedman and America's Libertarian Party, which couples social Darwinian right-wing economics with liberal positions on most social issues. Often their libertarian impulses stop short of opposition to strong law and order positions, and are more economic in substance (ie no taxes) so they are not as extremely libertarian as they are extremely right wing. On the other hand, the classical libertarian collectivism of anarcho-syndicalism ( libertarian socialism) belongs in the bottom left hand corner.
In our home page we demolished the myth that authoritarianism is necessarily "right wing", with the examples of Robert Mugabe, Pol Pot and Stalin. Similarly Hitler, on an economic scale, was not an extreme right-winger. His economic policies were broadly Keynesian, and to the left of some of today's Labour parties. If you could get Hitler and Stalin to sit down together and avoid economics, the two diehard authoritarians would find plenty of common ground.

A Word about Neo-cons and Neo-libs

U.S. neo-conservatives, with their commitment to high military spending and the global assertion of national values, tend to be more authoritarian than hard right. By contrast, neo-liberals, opposed to such moral leadership and, more especially, the ensuing demands on the tax payer, belong to a further right but less authoritarian region. Paradoxically, the "free market", in neo-con parlance, also allows for the large-scale subsidy of the military-industrial complex, a considerable degree of corporate welfare, and protectionism when deemed in the national interest. These are viewed by neo-libs as impediments to the unfettered market forces that they champion.

Your Political Compass

Economic Left/Right: 10.0
Social Libertarian/Authoritarian: 2.21

Hillary Clinton: l'ambiziosa guerrafondaia che piace all'Oligarchia e ai Radical-Chic






Hillary Diane Rodham Clinton è nata a Chicago (Illinois), il 26 ottobre 1947.  Suo padre, Hugh Ellsworth Rodham, era dirigente di un'industria tessile a ScrantonPennsylvania, mentre sua madre, Dorothy Emma Howell Rodham, era casalinga.
Prima di diplomarsi alla Maine South High School, frequentò la Maine East High School dove ricoprì il ruolo di presidente di classe, membro del consiglio degli studenti e membro della National Honor Society. Cresciuta in una famiglia conservatrice,lavorò come volontaria per il candidato repubblicano Barry Goldwater nella campagna presidenziale del 1964.Dopo aver frequentato il programma "Wellesley in Washington" per l'insistenza del professor Alan Schechter, il suo orientamento politico divenne molto più liberale, ed ella entrò a far parte del Partito Democratico. Ottenuto il riconoscimento di "valedictorian" a Wellesley, Hillary si laureò nel 1969 in Scienze politiche.
Nel 1969, Rodham entrò nella Yale Law SchoolAlla fine della primavera del 1971, iniziò a frequentare Bill Clinton, anch'egli studente dellaYale Law School. Durante l'estate del 1971, fece un viaggio a Washington per lavorare nel sottocomitato del Senatore Walter Mondale sugli emigrati. Ricevette una laurea J.D.(Juris Doctor) a Yale nel 1973.





Durante gli anni immediatamente successivi alla laurea, Hillary esercitò la professione di avvocato ed entrò a far parte dello staff d'inchiesta dell'impeachment contro il presidente Richard Nixon, informando il Comitato giudiziario durante lo Scandalo Watergate. In seguito divenne un membro (una delle due uniche donne nella facoltà) nell'University of Arkansas, Fayetteville School of Law, dove contemporaneamente insegnava Bill Clinton.
Ma la vera svolta nella sua vita fu il matromonio.
L'11 ottobre 1975 Hillary Rodham e Bill Clinton si sposarono a Fayetteville, Arkansas, e successivamente si trasferirono nella capitale dello Stato Little Rock, da dove Bill condusse la sua prima campagna per il congresso statunitense. 

Nel 1976, Hillary Rodham entrò a far parte del Rose Law Firm, specializzandosi in casi di proprietà intellettuale, perseguendo inoltre la carriera in avvocatura. Il presidente Jimmy Carter inserì Rodham nella prestigiosa lista del Legal Services Corporation nel 1978.
Nello stesso anno, con l'elezione di suo marito come Governatore dell'Arkansas, Hillary divenne first lady dell'Arkansas, titolo che mantenne per 12 anni.
Il 27 febbraio 1980 Rodham diede alla luce una bambina, Chelsea Victoria, unica figlia dei Clinton.
Nel 1980, Bill Clinton fu sconfitto per la sua rielezione a governatore e i Clinton lasciarono la sede di governo. Nel febbraio 1982, Bill Clinton annunciò la sua offerta per riottenere l'incarico, che avrebbe avuto esito favorevole; nello stesso periodo, Hillary iniziò a utilizzare il cognome Clinton.
Durante la sua carriera come first lady dell'Arkansas, la Clinton continuò a operare in ambito giudiziario con il Rose Law Firm. Nel 1988 e nel 1991 il National Law Journal la nominò uno dei 100 avvocati più influenti in America.

Già ai tempi in cui era first lady dell'Arckansas risultò chiaro a tutti il suo ruolo di eminenza grigia e di vera artefice della carriera politica del marito e delle sue decisioni governative.


Fin da allora Hillary dovette combattere contro un dato di fatto che le provocava una notevole irritazione, e cioè che, nonostante fosse lei la vera mente politica, gli elettori continuavano a preferirle di gran lunga il marito.
Anzi, mentre l'indice di popolarità di Bill Clinton era sempre molto elevato, anche nei momenti di crisi, quello di Hillary era basso e molti sondaggi indicavano che stava decisamente antipatica agli elettori, soprattutto alle donne.
Fu allora che Hillary decise di stringere col marito un patto politico: lei lo avrebbe aiutato a diventare Presidente degli Stati Uniti e lui l'avrebbe nominata Segretario alla Sanità, con delega per la riforma sanitaria, come primo passo per la carriera politica della moglie.



Il patto fu mantenuto e q uando Bill Clinton divenne presidente nel gennaio 1993, Hillary fu considerata  fin da subito come la più influente first lady americana dai tempi di Eleanor Roosevelt.
Nel 1993 il Presidente nominò sua moglie capo dell'unità sulla Riforma della Sanità Nazionale.



 Il suggerimento di questa unità, comunemente chiamata Clinton health care plan e soprannominata “Hillarycare” dai suoi oppositori, non riuscì a ottenere il supporto sufficiente per poter arrivare al voto in entrambe le camere del Congresso, nonostante queste fossero a maggioranza Democratica. Il progetto venne dunque abbandonato nel settembre del 1994. Nella sua opera Living HistoryHillary Clinton riconobbe che la sua inesperienza politica aveva certamente contribuito alla sconfitta, ma che anche tanti altri fattori ne erano responsabili. 
Alcuni critici considerarono inappropriato che una first lady giocasse un ruolo centrale nelle questioni politiche. Al contrario, chi la supportava, replicò che Hillary Clinton non era affatto diversa dagli altri consiglieri della Casa Bianca, e che gli elettori erano consapevoli del ruolo attivo che avrebbe avuto durante la Presidenza del marito. Infatti, durante la campagna elettorale, Bill Clinton aveva dichiarato che votare per lui significava prendere “due al prezzo di uno”. Questa osservazione portò alcuni oppositori a riferirsi ai Clinton come ai “co-Presidenti”,a volte anche soprannominati “Billary”.



Lo scandalo Sexgate dovuto al fatto che Bill Clinton aveva mentito riguardo alla propria relazione con la stagista Monica Lewinsky infastidì Hillary più che altro per motivi di immagine e perché avrebbe potuto intralciarne la carriera politica.



In ogni caso Hillary era ben consapevole che senza l'appoggio di Bill la sua carriera politica non sarebbe decollata, per cui non diede alcuna importanza sentimentale allo scandalo Lewinsky.

Del resto girava voce da molto tempo che Hillary fosse particolarmente legata alle sue giovani collaboratrici e addette stampa, rivelando, secondo alcuni, un lato segreto della propria personalità e cioè una latente attrazione per le donne, mai in alcun modo ufficializzata.



Questa voce divenne molto insistente quando il ruolo di collaboratrice principale di Hillary Clinton fu assunto da Huma Abedin, considerata da molti come la sua amante.






Nel novembre del 1998, diversi membri del Partito Democratico, tra cui il membro della Camera dei rappresentanti Charles B. Rangel, insistettero affinché H. Clinton si candidasse alle successive elezioni del Senato degli Stati Uniti del 2000 come rappresentante dello Stato di New York. Lei accettò, divenendo così la prima first lady degli Stati Uniti a candidarsi per una carica elettiva. Non essendo però mai vissuta a New York prima delle elezioni del 2000 e non avendo mai partecipato attivamente alla vita politica dello Stato, fu accusata di Carpetbagger dai suoi oppositori





Sia come First Lady che come Senatrice, Hillary fu un'ardente sostenitrice della leadership mondiale degli Stati Uniti, la cui egemonia doveva essere estesa a tutti i territori che erano stati parte della sfera di influenza sovietica.
Per questa ragione Hillary fu determinante nel convincere l'amministrazione guidata da suo marito ad intervenire militarmente in Bosnia, in Kosovo, in Serbia e in Somalia.



Come senatrice, nel 2003, votò a favore dell'intervento militare in Iraq, sotto la presidenza Bush. 
Questo voto le costò le antipatie dell'ala pacifista del Partito Democratico, che le impedì poi di ottenere la nomination democratica nelle primarie del 2008, che furono vinte, come tutti sanno, da Barack Obama.

Obama però era consapevole che per poter ottenere al Congresso i voti necessari per la riforma sanitaria doveva concedere qualcosa alle lobby che avevano appoggiato Hillary Clinton, tra cui molti principi sauditi ed oligarchi ucraini.

Fu così che Hillary, nel 2008, fu nominata Segretario di Stato, cioè ministro degli esteri dell'amministrazione Obama.











In qualità di Segretario di Stato degli Usa, Hillary Clinton promosse, con il supporto della Cia, la cosiddetta Primavera Araba, che portò al rovesciamento dei governi di Libia, Egitto, Tunisia, Sudan e Yemen e alla ribellione contro il presidente siriano Assad.

A partire dal 2010 quasi tutti i paesi arabi dovettero fronteggiare, come conseguenza della Primavera Araba, una guerra civile tra il governo e i gruppu ribelli armati e finanziati dagli Stati Uniti.

In particolare la politica militare interventista di Hillary Clinton fu decisiva nella guerra civile in Libia, che portò alla caduta di Gheddafi e ad una successiva frammentazione del paese in una situazione caotica che si protrae tutt'oggi.





La scelta di addestrare e finanziare i gruppi ribelli della Siria contro il governo di Assad si rivelò un boomerang, nel momento in cui una parte di essi costituì il nucleo di ciò che sarebbe diventato l'Isis, lo Stato Islamico della Siria e dell'Iraq.

L'opposizione a questa polita estera troppo aggressiva costrinse Hillary a non ricoprire il ruolo di Segretario di Stato nella seconda amministrazione Obama, lasciando così, al successore John Kerry, una situazione geopolitica esplosiva.

Ma sia gli Americani che il mondo intero hanno dimenticato in fretta.

Tra il 2012 e il 2016 Hillary ha costruito, passo dopo passo, il sogno della sua vita, ossia la scalata alla Casa Bianca, questa volta da Presidente, e non più da First Lady.

Durante le Primarie si è scontrata con Bernie Sanders, candidato dell'ala sinistra del Partito Democratico.



Forte, come sempre, del sostanzioso aiuto della famiglia reale dell'Arabia Saudita e degli oligarchi ucraini, saliti al potere nel 2014, Hillary ha sbaragliato i suoi avversari alle primarie e adesso si trova ad essere la sfidante di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca.

Dal momento che Trump è odiato dall'establishment statunitense di cui attacca i privilegi, l'Oligarchia finanziaria, i Media, il mondo dello spettacolo, gli attori di Hollywood e i salotti buoni Radical-Chic hanno deciso di appoggiare in massa la candidatura di Hillary Clinton.

Da quel momento è iniziata, parallelamente alla demonizzazione di Trump, una beatificazione di Hillary, presentata dai Media, dagli opinionisti e dai vip di Hollywood come un'icona del femminismo e della lotta per i diritti civili delle minoranze.





Tutto il passato guerrafondaio di Hillary, così come lo scandalo per la fuga di notizie riservate del dipartimento di stato e i rapporti con le lobby petrolifere e militari sono state di colpo cancellati dal dibattito politico.

L'apparato militare-industriale, terrorizzato dalla propensione non interventista di Trump in politica estera, ha deciso di puntare tutto su Hillary, che sarebbe una garanzia di interventi militari finalizzati a rinforzare l'egemonia statunitense in Europa, Nordafrica, Medio Oriente ed Asia Centrale.

Hillary è sponsorizzata dal partito della guerra, ma il paradosso è che i Radical-Chic pacifisti hanno deciso di ignorare questo fatto, puntando esclusivamente su un dato, ossia che lei è una donna e dunque la sua elezione sarebbe di per sé una vittoria per il femminismo e le minoranze.
Ma questo avviene ignorando deliberatamente che tra i finanziatori della Clinton Fundation ci sono gli sceicchi arabi miliardari di paesi dove le donne e le minoranze non hanno diritti e anzi sono oggetto di vessazioni.







La sinistra crede che la vittoria di Hillary sarà una grande vittoria progressista.
Ma a quando Hillary tornerà alla Casa Bianca come Presidente, seppure con il cognome del marito, a vincere non saranno state le donne o le minoranze, bensì il partito della guerra.
E gli Americani si accorgeranno, improvvisamente, di essere diventati loro stessi una minoranza in casa propria.

Chi sono e cosa hanno in comune Joanna Lannister, Rhaella Targaryen e Lyanna Stark



Joanna Lannister era la cugina e la moglie di lord Tywin Lannister e la madre di Cersei, Jaime e Tyrion.
Rhaella Targaryen era la sorella e la moglie di re Aerys II Targaryen il folle e la madre di Rhaegar, Viserys e Daenerys.
Lyanna Stark era la sorella di Ned Stark e l'amante di Rhaegar Targaryen da cui ebbe il figlio Jon Snow.
Tutte e tre sono morte di parto.
Joanna morì a Castel Granito nel dare alla luce Tyrion.
Rhaella morì presso la Roccia del Drago nel dare alla luce Daenerys.
Lyanna morì presso la Torre della Gioia nel dare alla luce Jon.
Tutto questo non è un caso.
E' il compimento di una profezia, quella delle Tre Teste del Drago.
Daenerys, Jon e Tyrion,
Loro, insieme, sono Azor Ahai Rinato e il Principe Promesso.
Il loro fuoco interiore ha prosciugato la forza delle loro madri, come spesso succedeva ai Targaryen.
Già sappiamo che Jon è un Targaryen.
Molto probabilmente lo è anche Tyrion, che è un Lannister per parte di madre, in quanto Joanna era una Lannister per nascita (cugina di lord Tywin, abbiamo detto), ma era stata oggetto delle attenzioni di re Aerys Targaryen.
La regina Rhaella aveva allontanato Joanna Lannister dalla corte, ma il concepimento di Tyrion avvenne durante la festa del decimo anniversario di regno di Aerys II, nell'anno 272 dopo la conquista.
Joanna fu probabilmente violentata dal re folle, che aveva manifestato i suoi interessi chiedendole pubblicamente di fargli vedere se la sua precedente gravidanza le avesse rovinato i seni.
Joanna lasciò definitivamente la corte di Approdo del Re e mori nove mesi dopo, nell'anno 273, dando alla luce Tyrion.

Qui sotto vediamo Joanna Lannister, Rhaella Targaryen, Ashara Dayne, Lyanna Stark ed Elia Martell di Dorne.



Qui sotto invece vediamo Lyanna e Rhaegar presso la Torre della Gioia, nell'anno 281, l'Anno della Falsa Primavera.