Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
mercoledì 20 luglio 2016
Fairytales
Shiera Seastar by Qi-Art.
Shiera Seastar was the last of the Great Bastards of King Aegon IV Targaryen, born to his last mistress, Serenei of Lys. She was famous for her beauty, and the known lover of Brynden Rivers aka Bloodraven.
Though she never wed, she had many offers, and several lovers through the years. Duels were fought over the right to sit beside her, men killed themselves after falling from her favor, poets outdid each other writing songs about her beauty. Her most ardent admirer was her half-brother, Bloodraven, who proposed marriage to her half a hundred times. Shiera gave him her bed, but never her hand. It amused her more to make him jealous. Her other half-brother Aegor Rivers,aka Bittersteel, was said to have also desired her, which only served to increase the hatred between Bloodraven and Bittersteel.
Shiera was renowned as a beauty and seductress, with long Targaryen silver-gold hair, and a heart-shaped face. Although she had two mismatched eyes—one blue, the other green—it was said that the "defect" only enhanced her beauty.
She was a great reader, even at an early age, spoke many languages, and maintained a large and arcane library. She also was reputed to share her mother Serenei's skill in the dark arts. She was known to possess a famous heavy silver necklace, alternating star sapphires and emeralds to compliment her unusual eyes.
martedì 19 luglio 2016
Elvish style
lunedì 18 luglio 2016
Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 60. Jennifer diventa Somma Sacerdotessa di Atar
Dopo il suo ritorno nel castello di Estgoth, Jennifer Burke-Roche fece rapporto a lady Margaret.
L'anziana bisnonna ascoltò tutto in silenzio, poi, alla fine, commentò:
<<Ora che Waldemar e Vlad sono impegnati a farsi la guerra nei dintorni di Gothian, noi abbiamo finalmente la possibilità di riprendere il controllo della situazione.
Io però sono troppo vecchia per queste cose>>
<<Non dire questo. Alla nostra stirpe è stata concessa un'estrema longevità, e la Fiamma di Atar ci dona le forze per proteggerci dalla vecchiaia e dalla stanchezza>>
Margaret sorrise:
<<Guardami negli occhi e dimmi cosa vedi... anzi, no, te lo dico io: una vecchia interminabilmente sopravvissuta a se stessa, nell'attesa che arrivasse il giorno in cui finalmente passare il testimone.
Certo, resistente io sono grazie alla Fiamma, ma non così resistente.
E' l'andare delle cose, e anche della vita.
Io sono la Sovrintendente della Casa Burke-Roche: perciò ho camminato, e per questo adesso riposerò>>
Jennifer scosse il capo:
<<Io vedo in te ancora tanta forza. Guardo i tuoi occhi e penso a quante meraviglie quegli occhi hanno visto. Quanta esperienza, quanta saggezza...>>
Margaret le accarezzò il volto:
<<Mia dolce Jenny, ho fatto ben poco per meritare questo tuo affetto, eppure tu sei l'unica, tra i miei discendenti, a non avermi mai abbandonata.
E' vero, questi occhi hanno visto molte cose, forse troppe, perché ci sono cose, nella vita, che è meglio non vedere.
Eppure non c'è stata scelta. Questo è il tempo che ci è dato.
Ma il mio tempo non andrà perduto.
I miei ricordi non scivoleranno via come lacrime nella pioggia.
Tu mi sei sempre stata vicina: è naturale quindi che io condivida con te le mie memorie.
I miei ricordi diventeranno tuoi.
E' arrivato il tuo momento.
Ti cedo tutte le mie cariche: il ruolo di Grande Sacerdotessa di Atar, il priorato della Fiamma e il mio seggio nel Consiglio degli Iniziati>>
Jennifer non se l'aspettava:
<<Tutto questo mi coglie di sorpresa. Non credo di essere pronta>>
Lady Margaret fece un gesto vago con la mano:
<<Lo sei. Il tuo apprendistato è durato anche troppo a lungo. Sei stata la mia allieva più brillante. Ora i tuoi poteri stanno diventando maggiori dei miei. E' una ruota che gira. Ora è il tuo turno>>
Jennifer la fissò con espressione grave:
<<Vedi, io, a differenza delle mie sorelle, non ho mai desiderato il potere.
Sono stata al tuo servizio e al servizio del Signore Atar perché quello era il mio dovere, ma non ho mai nutrito ambizioni personali>>
Margaret lo sapeva fin troppo bene:
<<Una ragione in più per conferirti il potere. Tu sai che si tratta di un grave peso, non di un dono. Questa consapevolezza ti consentirà di gestire con saggezza tutto ciò che dipenderà da te.
Non è questione di volere o non volere questo incarico: è sempre una questione di dovere.
Nel momento in cui condividerò con te le mie memorie, tu diventerai automaticamente la Grande Sacerdotessa di Atar.
Ora avvicinati, è arrivato il momento>>
Jennifer appoggiò la propria fronte a quella di lady Margaret.
Era il rituale più antico della Sorellanza di Atar, e nel contempo il più intimo.
Condividere le memorie significava mettere completamente a nudo la propria anima.
Tutti i ricordi dell'anziana bisnonna si trasferirono nella mente della pronipote.
Un'intera vita si innestava in un'altra.
Tutti gli eventi scorrevano come una serie di fotogrammi catturati da una cinepresa.
Momenti felici, pochi.
Momenti dolorosi, tantissimi.
Ma quella vita, ah, quella vita...
Era stata così ricca di eventi e di esperienze.
Quante cose lei aveva visto nelle fiamme del Sacro Fuoco... quante Visioni di arcani mondi, arcana felicità fingendo al viver suo...
Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.
Quando infine tutto fu compiuto e le loro fronti si staccarono, Jennifer abbracciò l'anziana bisnonna con tutto l'affetto che deriva da un'intima e profonda condivisione.
Poi la guardò ancora una volta negli occhi:
<<I tuoi occhi, Margaret. Ah, se solo il mondo potesse vedere tutto quello che io ho appena visto con questi tuoi occhi!>>
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