La vita di Elisabetta II
Elisabetta II (Elizabeth Alexandra Mary; Londra, 21 aprile 1926) è la regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.
Figlia di re Giorgio VI e della regina Elisabetta (alla nascita era la primogenita dei duchi di York[1]), è anche regina di Antigua e Barbuda, Australia, Bahamas, Barbados, Belize,Canada, Grenada, Giamaica, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, Isole Salomone, Santa Lucia e Tuvalu.
Elisabetta II è anche Capo del Commonwealth[2][3] e governatore supremo della Chiesa d'Inghilterra, comandante in capo delle forze armate e signore dell'Isola di Man. È salita al trono del Regno Unito il 6 febbraio 1952, alla morte del padre re Giorgio VI[4].
Il suo regno è il più lungo di tutta la storia britannica, avendo superato il 9 settembre 2015 il precedente record detenuto dalla sua trisavola Vittoria di 63 anni, 7 mesi e 2 giorni (pari a 23.226 giorni), ed è il più lungo in assoluto per una regina[5][6].
Circa 125 milioni di persone nel mondo sono suoi sudditi. Il suo regno ha visto 12 Primi ministri del Regno Unito e ancor più numerosi primi ministri e governatori degli altri stati membri del Commonwealth delle nazioni. Per la sua durata, il regno di Elisabetta II è al 44º posto nella classifica dei regni più lunghi della Storia. È sposata con Filippo di Edimburgodal 20 novembre 1947 e ha quattro figli, Carlo, Anna, Andrea ed Edoardo.
Gioventù
Elisabetta è nata al nº 17 di Bruton Street a Mayfair (Londra)[7] ed è stata battezzata nella cappella privata di Buckingham Palace dall'Arcivescovo di York. Suo padre era il principe Albert (poi re Giorgio VI), figlio secondogenito del re Giorgio V del Regno Unito, e della regina Maria. Sua madre era Elizabeth Bowes-Lyon, duchessa di York, figlia di Claude George Bowes-Lyon, conte di Strathmore and Kinghorne.
Ebbe solo una sorella, Margaret, nata nel 1930 e morta nel 2002. Le venne imposto il nome di sua madre, mentre i suoi due nomi successivi sono quelli rispettivamente della bisnonna paterna, la regina Alessandra di Danimarca e della nonna, la regina Mary. Ebbe un buon rapporto specialmente con il nonno Giorgio V e le fu dato il merito di averlo sostenuto durante la malattia che lo colpì nel 1929[8].
Come nipote del regnante britannico per la linea di discendenza maschile, aveva il titolo di Her Royal Highness (Sua Altezza Reale), precisamente S.A.R. Principessa Elisabetta di York. Alla nascita era la terza nella linea di successione al trono britannico, preceduta dallo zio Edoardo e dal padre.
Educazione[modifica | modifica wikitesto]
Elisabetta venne educata a casa con la supervisione di sua madre. La sua governante fu Marion Crawford, chiamata affettuosamente "Crawfie". Studiò storia con C. H. K. Marten, prevosto del collegio di Eton, e le vennero insegnate alcune lingue moderne, come il francese (che parla correntemente)[9], usato soprattutto per le sue visite in Canada e durante la visita in Francia nel 2004, in occasione del centenario dell'Entente cordiale[10].
Erede al trono[modifica | modifica wikitesto]
Quando il padre Giorgio VI divenne re nel 1936 in seguito all'abdicazione dello zio Edoardo VIII[11], Elisabetta divenne erede al trono. Aveva tredici anni quando scoppiò la seconda guerra mondiale. Lei e la sorella minore Margaret furono evacuate al castello di Windsor. Ci furono dei suggerimenti affinché le principesse venissero mandate in Canada, ma la madre si rifiutò di prenderli in considerazione, dicendo, "Le bambine non potrebbero andarsene senza di me, io non me ne andrei senza il re e il re non se ne andrà in nessun caso"[12]. Nel 1940 Elizabeth fece il suo primo annuncio radiofonico, indirizzandolo ad altri bambini che come lei erano stati evacuati[13].
Servizio militare[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1945 Elisabetta convinse il padre a consentirle di partecipare personalmente allo sforzo per la guerra. Si unì al Servizio Ausiliare Territoriale (Auxiliary Territorial Service) (ATS) dove era conosciuta come N. 230873[14] Secondo Subalterno Elisabetta Windsor, e venne addestrata come autista[15]; fu promossa Comandante onorario junior cinque mesi più tardi[16].
Elisabetta compì la sua prima visita ufficiale oltremare nel 1947, allorché accompagnò i genitori in Sudafrica. Al compimento del suo ventunesimo anno di età durante un discorso radiofonico indirizzato al Commonwealth Britannico e all'Impero Britannico, dichiarò che si sarebbe impegnata a dedicare la propria vita al servizio della gente del Commonwealth e dell'Impero[17].
Matrimonio e maternità
Elisabetta è sposata dal 20 novembre 1947 con Filippo[18] che risulta essere un suo cugino di terzo grado: entrambi sono trisnipoti della regina Vittoria e diretti discendenti di Cristiano IX di Danimarca. Filippo inoltre è nipote di re Giorgio I di Grecia, ma prima del matrimonio dovette rinunciare alla pretesa al trono di Grecia, e da allora fu chiamato semplicemente tenente Filippo Mountbatten, sino a quando venne nominato duca di Edimburgo poco prima delle nozze. Questo matrimonio, benché non combinato, era perfettamente adeguato per una donna erede al trono, poiché Filippo era stato educato per i doveri di regnante.
Dopo le nozze i coniugi abitarono a Clarence House, a Londra. Il 14 novembre 1948 vide la luce il loro primo figlio, Carlo (ora Principe del Galles). Diverse settimane prima erano state emesse "lettere patenti" perché i figli della coppia potessero godere di diritti principeschi e reali, ai quali altrimenti non avrebbero avuto diritto ma sarebbero stati considerati solo come figli di un duca. Elisabetta e Filippo hanno avuto quattro figli in tutto. Benché la casata reale si chiami Windsor, è stato decretato per mezzo di un Order-in-Council del 1960 che i discendenti di Elisabetta e Filippo possono portare il cognome personale di Mountbatten-Windsor.
Per i suoi 50 anni di matrimonio (1997) le è stato regalato dai suoi figli e nipoti un cardigan d'oro, diamanti, zaffiri e rubini, del valore di 60.000 sterline, custodito in una stanza non visitabile della torre di Londra.
Per i suoi 50 anni di matrimonio (1997) le è stato regalato dai suoi figli e nipoti un cardigan d'oro, diamanti, zaffiri e rubini, del valore di 60.000 sterline, custodito in una stanza non visitabile della torre di Londra.
Successione
La salute di re Giorgio declinò vistosamente nel 1951[19] ed Elisabetta lo rappresentò in numerosi eventi pubblici e visite ufficiali: si recò infatti in Grecia, Italia e Malta. In ottobre dello stesso anno visitò il Canada e si recò a Washington dal presidente Truman.
Nel gennaio 1952 Elisabetta e Filippo partirono per una lunga visita in Australia e Nuova Zelanda. E fu proprio durante una visita ufficiale (in Kenya) che venne avvisata della morte del padre, il 6 febbraio 1952, affetto da tumore ai polmoni e morto d'infarto[20]. Fu il marito Filippo che diede la notizia alla nuova regina[21] e quando le fu chiesto di scegliere il nome con cui volesse regnare, lei scelse di utilizzare il proprio nome, cioè Elisabetta[22].
Fu la prima monarca britannica dall'Atto di Unione del 1801 a trovarsi fuori dal Regno Unito al momento della successione al trono. L'albergo dove alloggiava la coppia reale, il "Treetops hotel" divenne un'attrazione turistica negli anni successivi. Elisabetta II fu incoronata con una fastosa cerimonia all'abbazia di Westminster il 2 giugno 1953[23].
In onore della sua incoronazione, la East African Coronation Safari istituì l'East African Safari Rally, che sarebbe divenuto noto come uno dei più duri rally del mondo. La gara s'iniziò il 27 maggio 1953 per concludersi un giorno prima dell'incoronazione, il 1º giugno. Furono attraversati Kenya, Uganda e Tanganika (l'odierna Tanzania).
Vita da regina
La cerimonia della solenne incoronazione della regina è avvenuta quasi un anno e mezzo dopo la sua ascesa al trono. Dopo l'Incoronazione, lei e Filippo si trasferirono a Buckingham Palace nel centro di Londra[24]. Come molti dei suoi predecessori, tuttavia, si pensa che lei non ami risiedere nel palazzo e che consideri il Castello di Windsor, a ovest di Londra, come la propria casa. Trascorre anche molto tempo al Castello di Balmoral in Scozia[24].
La regina Elisabetta è il sovrano che ha viaggiato di più di tutti i tempi, davanti a papa Giovanni Paolo II[25]. Nel 1953-54 lei e Filippo fecero un viaggio per il mondo durato sei mesi, diventando il primo monarca regnante a circumnavigare il mondo, e anche la prima a visitare Australia, Nuova Zelanda e le Isole Figi. Nell'ottobre 1957 lei fece una visita di stato agli Stati Uniti, e nel 1959 fece un viaggio in Canada. Nel 1961 visitò l'India e il Pakistan per la prima volta. Ha effettuato visite di Stato in gran parte dei paesi europei e no. È presente regolarmente agli incontri dei Capi di Stato del Commonwealth.
Nel periodo in cui Elisabetta salì al trono, ci fu un gran parlare di una "nuova età Elisabettiana". Il ruolo di Elisabetta è quello di guidare il Regno Unito mentre il potere economico e militare veniva condiviso con un crescente numero di nazioni indipendenti. Mentre le nazioni si sono sviluppate economicamente e culturalmente, la regina Elisabetta ha assistito senza rancori negli scorsi 50 anni alla graduale trasformazione dell'Impero Britannico nel suo moderno successore, il Commonwealth. Ha lavorato sodo per mantenere contatti coi precedenti possedimenti britannici e, in qualche caso, come nel Sudafrica, ha giocato un ruolo importante nello stabilire buoni rapporti.
Elisabetta ha idee conservatrici in materia di religione, moralità e affari di famiglia. Ha un forte senso dei doveri religiosi e prende seriamente il giuramento della sua incoronazione. Questa è una ragione per cui è considerata improbabile la sua abdicazione. Come sua madre, biasimòEdoardo VIII per avere abbandonato il suo ruolo e obbligato suo padre a diventare re, cosa che pensava avesse accorciato la sua vita di parecchi anni. Usò l'autorità della sua posizione per impedire a sua sorella, Principessa Margaret, di sposare un uomo divorziato, Peter Townsend. Per anni rifiutò di acconsentire alla relazione del figlio Carlo, principe del Galles con Camilla Shand, duchessa di Cornovaglia.
Le vedute politiche di Elisabetta sono di certo meno manifeste (non ha mai detto o fatto niente in pubblico che potesse rivelarle). Conserva relazioni cordiali coi politici di tutti i partiti. Si crede che i suoi Primi Ministri preferiti siano stati Winston Churchill, Harold Macmillan e Harold Wilson. Tra i meno amati ci fu indubbiamente Margaret Thatcher, che ha detto di "detestare cordialmente". Si pensa che abbia avuto un buon rapporto con Tony Blair, durante i primi anni del suo ufficio di Primo ministro; comunque, era diventato evidente negli ultimi periodi che i suoi rapporti con Blair si fossero induriti. La regina pensava infatti che lui non la tenesse sufficientemente informata riguardo agli affari di Stato.
I soli argomenti pubblici sui quali la regina rende pubbliche le sue opinioni sono quelli riguardanti l'unità dei suoi regni, inclusi Canada e Regno Unito. Ha parlato in favore della continuità di unione di Inghilterra e Scozia, facendo irritare alcuni nazionalisti scozzesi. I suoi discorsi di lode per l'Accordo del Venerdì Santo in Irlanda del Nord hanno sollevato alcune lamentele da parte di alcuni Unionisti nel Partito Unionista Democratico che si erano opposti all'intesa. Poi, anche se non parlando direttamente contro laSovranità del Québec in Canada, ha pubblicamente lodato l'unità del Canada e espresso chiaramente il suo desiderio di continuare a vedere un Canada unito.
Nonostante una serie di controversie sugli altri membri della famiglia reale, particolarmente sulle difficoltà matrimoniali dei figli attraverso gli anni ottanta e novanta, la regina Elisabetta rimane una figura su cui non si sono abbattute polemiche ed è generalmente rispettata da tutti i suoi sudditi. Comunque, il suo ruolo pubblico rimane formale, anche se più tranquillo rispetto a una volta. Il suo rifiuto di mostrare emozioni in pubblico impedisce il nascere di un sentimento più profondo nei suoi riguardi da parte della gente.
La regina Elisabetta non ha mai sofferto di severa disapprovazione della gente. Comunque, nel 1997 lei e altri membri della famiglia reale furono bollati come freddi e senza sentimenti quando non furono visti a partecipare in pubblico alle dimostrazioni di dolore in occasione della morte della Principessa Diana. Questo apportò critiche anche da parte dei tabloid tradizionalmente favorevoli alla monarchia.
Si crede che Elisabetta nutrisse avversione nei confronti di Diana e pensasse che lei avesse arrecato un danno immenso alla monarchia. Comunque, l'immagine dell'intera famiglia reale che china il capo davanti alla bara di Diana mentre passa davanti a Buckingham Palace, insieme a rare trasmissioni televisive in diretta, fecero appello al dolore pubblico. Si crede che il cambiamento di comportamento della regina sia stato dovuto a una forte influenza della regina madre e Tony Blair.
La regina resta un capo di Stato molto rispettato. Nel 2002 ha celebrato il suo Giubileo d'oro (Golden Jubilee), segnando il 50º anniversario della sua salita al trono. In quell'anno la regina compì molti viaggi nei Paesi del Commonwealth, incluse numerose parate e concerti ufficiali. Nel giugno2002, migliaia di persone si unirono fuori da Buckingham Palace per il "Party a Palazzo", un concerto in cui si esibirono numerosi cantanti delle isole britanniche. Una funzione nazionale di ringraziamento si tenne il giorno dopo alla Cattedrale di San Paolo (Londra), alla quale la regina e il principe Filippo si avviarono a bordo della carrozza dorata. Questo fu seguito da feste e processioni, finendo con un passaggio (fly-past) del Concorde e della pattuglia acrobatica Red Arrows. La famiglia reale seguì l'evento dal balcone di Buckingham Palace, davanti a una folla di un milione di persone.
L'anno di Giubileo coincise con le morti, nel giro di pochi mesi, della madre della regina e della sorella. Le relazioni di Elisabetta coi figli, che erano ancora distanti, sono invece ora diventate più strette dopo queste morti. È particolarmente vicina alla nuora, Sophie Rhys-Jones, contessa del Wessex. È conosciuta per aver disapprovato la lunga relazione del Principe del Galles con Camilla Shand, ma con il loro recente matrimonio, è riuscita ad accettarla. D'altra parte, è molto legata ai suoi nipoti, specialmente al principe William e a Zara Phillips.
Nel 2003 la regina, la cui salute è robusta, si sottopose a tre operazioni. Ebbe due operazioni di chirurgia verso la fine dell'anno alle due ginocchia e si fece rimuovere lesioni dal volto. Ciò ha provocato alcuni dibattiti nei media riguardo al fatto se la monarchia dovrebbe evolversi contemplando la possibilità per il re di abdicare come in altre nazioni, e fece nascere insistenti voci riguardo a una sua abdicazione.
La Regina, che dal 20 dicembre 2007 è divenuta il più anziano sovrano britannico di tutti i tempi, ha sempre smentito ogni ipotesi di una possibile abdicazione. Quelli che la conoscono bene asseriscono che intende regnare fino alla sua morte. La regina, comunque, ha cominciato ad affidare alcuni doveri pubblici ai figli, come ad altri membri della famiglia reale. Nel 2005è stato annunciato che, insieme con il principe Filippo, avrebbe ridotto il numero di viaggi internazionali. In ogni caso, è chiaro che intende fare quanto le è possibile finché sarà abile fisicamente.
L'immagine pubblica di Elisabetta si è notevolmente ammorbidita negli ultimi anni, particolarmente dalla morte della regina madre. Anche se rimane riservata in pubblico, è stata vista ridere e sorridere molto più che in passato e, con sorpresa di molti, è stata vista commuoversi in maniera manifesta in occasioni di forte emozione, come la messa in memoria per gli attentati dell'11 settembre 2001 alla Cattedrale di St. Paul e in Normandia per il 60º anniversario del D-Day, dove, per la prima volta, si è rivolta alle truppe canadesi; in passato aveva sempre cercato, secondo la sua visione del proprio ruolo, di mostrare forza e fermezza al massimo grado.
Il 6 febbraio 2012 è stato l'anniversario della sua salita al trono ed è cominciato l'anno del Giubileo di diamante (Diamond Jubilee), che è stato celebrato con quattro giorni di festa (dal 2 al 5 giugno 2012), dichiarati dalla regina giorni festivi in tutto il Regno Unito, per commemorare il 60º anno di regno.
Il 27 luglio 2012 la regina Elisabetta II ha aperto ufficialmente i Giochi della XXX Olimpiade a Londra, mentre il 29 agosto ha dato inizio ai XIV Giochi paralimpici estivi. Suo padre re Giorgio VI del Regno Unito aprì le olimpiadi di Londra 1948, mentre suo bisnonno re Edoardo VII aprì le olimpiadi di Londra 1908. La regina ha anche aperto i Giochi della XXI Olimpiade aMontreal nel 1976 in qualità di Regina del Canada, mentre il principe Filippo ha aperto le olimpiadi del 1956 a Melbourne, in Australia[26]. È il primo Capo di Stato ad aver inaugurato dueGiochi Olimpici in due differenti paesi[27].
Nel 2012 è stata definita la 26ª donna più potente e influente al mondo dalla rivista statunitense Forbes, che ha inoltre stimato il suo patrimonio 450 milioni di dollari.
Nel 2013 viene invitata dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano per una visita privata a Roma il 6 e il 7 marzo, ma è costretta a cancellare il viaggio a causa di unagastroenterite che la costrinse ad un ricovero in ospedale.
Il 4 aprile 2013 ha ricevuto un premio onorario BAFTA per il suo patrocinio dell'industria cinematografica ed è stata definita da Sir Kenneth Branagh (che le ha consegnato il premio durante la cerimonia onoraria) "la più memorabile Bond girl della storia"[28].
Il 17 aprile 2013, con un'eccezione al protocollo, ha partecipato con il Principe Filippo ai funerali della Baronessa Margaret Thatcher, ex Primo ministro del Regno Unito, deceduta l'8 aprile dello stesso anno[29][30].
Il 4 giugno 2013 ha presenziato, con gli altri membri della famiglia reale, a una messa all'abbazia di Westminster per commemorare il 60º anniversario della sua incoronazione, avvenuta il 2 giugno 1953[31]. Dall'11 al 14 luglio inoltre, per festeggiare l'anniversario dell'incoronazione, si è svolto nei giardini di Buckingham Palace un festival a cui hanno partecipato tutti i Royal Warrant britannici[32].
La regina Elisabetta II è il sovrano più longevo della storia britannica e dal 9 settembre 2015 quello ad aver regnato più a lungo nella storia della monarchia britannica (seguita dalla regina Vittoria, che regnò 63 anni, 7 mesi e 2 giorni), nonché il secondo attuale Capo di Stato in carica da più tempo (dopo re Rama IX di Thailandia, in carica dal 1946).[33]
Ruolo politico
La regina ricopre un ruolo essenziale nel processo legislativo nei regni. La "Corona in Parlamento" (il Parlamento che agisce con il consiglio e il consenso della regina), in ogni paese, è una parte integrante del Parlamento, insieme con la "camera alta" e con la "camera bassa". La regina può legalmente garantire o negare l'assenso alle leggi. La regina nel Regno Unito, o il suo governatore generale negli altri reami del Commonwealth, tiene un discorso all'annualeapertura del Parlamento, sottolineando il programma legislativo del governo per l'anno a venire.
La regina ha anche un ruolo nel governo esecutivo. I governi sono conosciuti come "Il governo di Sua Maestà" e la regina nomina i ministri che vi lavorano. In pratica, comunque, la composizione del governo non è determinata dalla regina, ma dal Primo ministro, che "consiglia" la regina. Il governo deve rispondere in prima istanza alla regina, e successivamente alla camera bassa del Parlamento. La regina ha un ruolo anche nel potere giudiziario: la corte agisce in suo nome e i processi sono condotti in sua vece.
La regina non può essere condotta in giudizio alla corte come capo di Stato, né può essere citata personalmente per qualche atto ufficiale svolto da lei stessa o in suo nome (anche se la Corona può essere citata come entità legale). La regina è, comunque, una persona normale che deve seguire la legge, a cui è soggetta come gli altri cittadini. Il fatto teorico che il sovrano possa essere posto in giudizio per un'offesa recata ad altri non è mai stato provato come agibile; di fatto non si è mai verificata questa condizione; e per il sistema giuridico del Regno Unito, che valorizza molto la condizione del precedente questo ha notevole valore. Nella Rivoluzione inglese del XVII secolo, il Parlamento condannò Carlo I d'Inghilterra per tradimento, ma dopo la Restaurazione di Carlo II d'Inghilterra, questi procedimenti furono denunciati come illegali, dato che non denunciavano alcuna infrazione da parte del sovrano alle norme legittime esistenti nel regno.
I Primi ministri britannici prendono molto seriamente i loro incontri settimanali con la regina. Un Primo ministro ha detto che li prendeva più seriamente delle sessioni di Prime Minister's Questions nella Camera dei Comuni perché la regina era più incisiva e costruttiva di chiunque potesse affrontare al momento del confronto. Elisabetta intrattiene inoltre conversazioni con singoli ministri britannici e occasionalmente tiene incontri con ministri di altri Paesi.
La regina incontra anche il Primo ministro della Scozia. Il palazzo reale di Edimburgo, il Palazzo di Holyrood, già dimora dei re scozzesi, come Maria Stuarda, è ora regolarmente abitato, ed è residenza di almeno uno dei membri della famiglia reale (spesso il Principe del Galles o la Principessa reale). Riceve anche rapporti dalla nuova Assemblea gallese, ed è continuamente tenuta informata dell'andamento degli altri governi del Commonwealth.
Benché la tradizione le imponga di non intervenire direttamente in politica, il suo lungo periodo di servizio, il fatto che è stata interlocutrice di ogni Primo ministro a partire da Winston Churchill nel Regno Unito, Louis St. Laurent in Canada, Alexander Bustamante in Giamaica, Sidney Holland in Nuova Zelanda, e molti altri, insieme alla sua conoscenza di molti leader mondiali, fanno sì che quando esprime un'opinione, per quanto cauta, le sue parole vengono prese in seria considerazione. Nelle sue memorie, Margaret Thatcher offriva questa descrizione dei suoi incontri settimanali con la regina:
- "Chiunque pensi che siano una mera formalità, o limitati ad amenità sociali, si sbaglia; sono molto simili a riunioni di lavoro e Sua Maestà mostra di avere una visione formidabile delle tematiche più urgenti e una grande esperienza."
Durante una discussione all'interno del Commonwealth a proposito delle sanzioni al Sud Africa nel 1986, la regina fece un puntiglioso riferimento al suo ruolo di Capo del Commonwealth che, al tempo, fu interpretato come un segno di disaccordo rispetto alla scelta della signora Thatcher di opporsi alle sanzioni.
La regina è stata coinvolta in alcune controversie politiche durante il suo regno, durante le quali le sue azioni sembrano aver affermato le sue convinzioni politiche. Il 18 novembre 1965, il Governatore della Rhodesia (SirHumphrey Vicary Gibbs) fu nominato Cavaliere Gran Croce dell'Ordine Reale Vittoriano, un onore concesso dalla regina in persona, una settimana dopo che Ian Smith aveva fatto la sua Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza. Gibbs era molto leale verso la Rhodesia e anche se aveva rifiutato di accettare la Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza, il premio fu considerato per lo meno intempestivo. L'interpretazione può essere però più sottile e diplomatica.
Nel suo discorso al Parlamento in occasione del Giubileo d'argento 1977, la regina affermò: "Non posso dimenticare che fui incoronata regina del Regno "Unito" di Gran Bretagna e Irlanda del Nord". Questo riferimento venne in un momento in cui il governo laburista stava tentando di introdurre un controverso progetto di devoluzione alla Scozia e al Galles, e fu interpretato come opposizione alla devoluzione. Però, nell'ultima parte degli anni novanta, dopo che i referendum approvarono un progetto di devoluzione, la regina inviò i suoi auguri al nuovo Parlamento scozzese.
La regina ha fatto amicizia con molti leader stranieri, fra cui Nelson Mandela, Mary Robinson e George H. W. Bush, il cui figlio, George W. Bush, è stato suo ospite a Buckingham Palace, primo presidente statunitense in più di 80 anni a esservi ospitato. In certi momenti questi contatti si sono dimostrati molto favorevoli e utili per l'Inghilterra. Per esempio, il primo ministro John Major ebbe una volta problemi a lavorare con un leader del Commonwealth. Grazie a una informazione della regina, Major stabilì con il leader un rapporto personale, che alla fine portò benefici a entrambi gli stati. In modo simile la regina prese l'iniziativa quando il presidente irlandese Mary Robinson cominciò a visitare in varie occasioni l'Inghilterra, suggerendo che avrebbe volentieri invitato la signora Robinson a farle visita a palazzo. Il Governo irlandese accettò. Il risultato di tale connessione informale fu di creare il precedente della prima visita in cui un Presidente irlandese abbia incontrato un monarca britannico.
Parentele
La regina Elisabetta II discende dalla casa reale tedesca di Sassonia-Coburgo-Gotha, che ereditò il trono dalla regina Vittoria (di casato Hannover) alla sua morte, nel 1901[34]. È inoltre discendente della casa reale d'Inghilterra di Wessex e di quella scozzese degli Stuart, le quali famiglie si imparentarono a partire dal VII e dal IX secolo. Attraverso la sua bisnonna, la regina Alessandra di Danimarca, discende anche dalla casa reale danese Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, una linea dell'antico e prestigioso casato nordeuropeo degliOldenburg.
Come pro-pro-nipote della regina Vittoria, Elisabetta II è imparentata con molti sovrani di case reali europee[35]: è cugina di Harald V di Norvegia (discendente di re Edoardo VII), di Alberto II del Belgio, di Juan Carlos I di Spagna e di Carlo XVI Gustavo di Svezia, così come di re detronizzati (Costantino II di Grecia e Michele I di Romania); è imparentata anche con il re detronizzato Simeone II di Bulgaria e con le case reali di Prussia (Hohenzollern), Russia (Romanov) e Italia (Savoia).
Personalità e immagine
Piuttosto conservatrice nella foggia del vestire, la regina è famosa invece per i soprabiti dai colori forti e per i cappelli decorativi, che le consentono di essere vista facilmente nella folla[36].
Anche se frequenta molti eventi culturali, nella vita privata si dice che la regina abbia poco interesse per cultura e arte. I suoi principali interessi sono le corse dei cavalli[37], la fotografia[38] e i cani[39].
L'immagine pubblica di Elisabetta si è notevolmente ammorbidita negli ultimi anni, partendo dal rigore che si era autoimposta, anche se resta riservata in pubblico. È stata vista ridere, sorridere e commuoversi molto più che negli anni passati, e si è visto che ha versato alcune lacrime durante alcune cerimonie ufficiali come nel giorno di commemorazione del 2002[40].
La regina invia un annuale Messaggio di Natale (Queen's Christmas Message)[41] al Commonwealth (eccettuato il 1969). Da quando è diventata regina, Elisabetta II passa circa tre ore al giorno con il cosiddetto "doing the boxes", cioè a leggere i documenti di stato che provengono dai vari ministeri, uffici governativi e ambasciate[42]. Questo, con i colloqui che tiene, le permette di restare aggiornata sugli eventi.
Filmografia
- Il personaggio della regina Elisabetta II appare, interpretata da Rachel Wallis, nel film neozelandese del 2001 Her Majesty.
- The Queen - La regina è un film di Stephen Frears del 2006, con Helen Mirren e Michael Sheen, che racconta una parte cruciale della vita della regina Elisabetta II (il ritorno dei laburisti al potere nel 1997 e la morte di Lady Diana)[43]. È stato candidato nel 2007 ai premi Oscar per miglior film, per migliore interpretazione femminile (a Helen Mirren, premio poi effettivamente vinto), per miglior regia, per miglior sceneggiatura originale, per miglior colonna sonora originale e per migliori costumi.
- Nel film Il discorso del re del 2010 compare in alcune scene una Elisabetta ancora bambina interpretata da Freya Wilson.
- La regina Elisabetta II appare anche in due film della trilogia de Una pallottola spuntata.
- Una giovane e forzuta Regina Elisabetta II appare in forma animata nel film Minions del 2015, la cui trama è incentrata sul furto della sua corona.
- Elisabetta II ha invece recitato per la prima volta come attrice nel 2012 nel cortometraggio di Danny Boyle Happy and Glorious, realizzato in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi della XXX Olimpiade di Londra, in cui la regina appare accanto a Daniel Craig (quest'ultimo nei panni di James Bond)[44].
- La serie televisiva del 2016 The Crown è incentrata sulla vita della regina Elisabetta, interpretata da Claire Foy.
Discendenza
- Carlo (Charles Philip Arthur George), nato il 14 novembre 1948, sposato il 29 luglio 1981 con Diana Spencer, da cui ha divorziato il 28 agosto 1996; sposato in seconde nozze il 9 aprile 2005 con Camilla Shand (conosciuta precedentemente come Camilla Parker-Bowles):
- Anna (Anne Elizabeth Alice Louise), nata il 15 agosto 1950, sposata il 14 novembre 1973 con il capitano della RAF Mark Phillips da cui ha divorziato il 28 aprile 1992; sposata in seconde nozze il 12 dicembre 1992 conTimothy Laurence:
- Peter Phillips, nato il 15 novembre 1977, sposatosi nel 2008 con Autumn Kelly:
- Zara Phillips, nata il 15 maggio 1981, sposatasi il 30 luglio 2011 con il rugbista Mike Tindall.
- Mia Grace Tindall, nata il 17 gennaio 2014.
- Andrea (Andrew Albert Christian Edward), nato il 19 febbraio 1960, sposato il 23 luglio 1986 con Sarah Ferguson da cui ha divorziato il 30 maggio 1996:
- Edoardo (Edward Anthony Richard Louis), nato il 10 marzo 1964, sposato il 19 giugno 1999 con Sophie Rhys-Jones:
Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]
Elisabetta II del Regno Unito | Padre: Giorgio VI del Regno Unito | Nonno paterno: Giorgio V del Regno Unito | Bisnonno paterno: Edoardo VII del Regno Unito | Trisnonno paterno: Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha |
Trisnonna paterna: Vittoria del Regno Unito | ||||
Bisnonna paterna: Alessandra di Danimarca | Trisnonno paterno: Cristiano IX di Danimarca | |||
Trisnonna paterna: Luisa d'Assia-Kassel | ||||
Nonna paterna: Mary di Teck | Bisnonno paterno: Francesco di Teck | Trisnonno paterno: Alessandro di Württemberg | ||
Trisnonna paterna: Claudine Rhédey von Kis-Rhéde | ||||
Bisnonna paterna: Maria Adelaide di Hannover | Trisnonno paterno: Adolfo di Hannover | |||
Trisnonna paterna: Augusta d'Assia-Kassell | ||||
Madre: Elizabeth Bowes-Lyon | Nonno materno: Lord Claude Bowes-Lyon | Bisnonno materno: Lord Claude Bowes-Lyon | Trisnonno materno: Thomas Lyon-Bowes, Lord Glamis | |
Trisnonna materna: Charlotte Grimstead | ||||
Bisnonna materna: Frances Dora Smith | Trisnonno materno: Oswald Smith | |||
Trisnonna materna: Henrietta Mildred Hodgson | ||||
Nonna materna: Lady Cecilia Cavendish-Bentinck | Bisnonno materno: Rev. Charles Cavendish-Bentinck | Trisnonno materno: Lord William Cavendish-Bentinck | ||
Trisnonna materna: Lady Anne Wellesly | ||||
Bisnonna materna: Louisa Burnaby | Trisnonno materno: Edwyn Burnaby | |||
Trisnonna materna: Anne Caroline Salisbury |
Ascendenza patrilineare
- Teodorico I, conte di Wettin
- Dedo, conte di Wettin
- Teodorico II, margravio di Bassa Lusazia
- Thimo, conte di Brehna
- Corrado, margravio di Meissen
- Ottone II, margravio di Meissen
- Teodorico, margravio-vescovo di Meissen
- Enrico III, margravio di Meissen
- Alberto II, margravio di Meissen
- Federico I, margravio di Meissen
- Federico II, margravio di Messen
- Federico III, margravio di Messen
- Federico I, principe elettore di Sassonia
- Federico II, principe elettore di Sassonia
- Ernesto, principe elettore di Sassonia
- Giovanni, principe elettore di Sassonia
- Giovanni Federico, principe elettore di Sassonia
- Giovanni Guglielmo, duca di Sassonia-Weimar
- Federico Guglielmo I, duca di Sassonia-Weimar
- Federico Guglielmo II, duca di Sassonia-Altenburg
- Federico Guglielmo III, duca di Sassonia-Altemburg
- Ernesto I, duca di Sassonia-Gotha e di Sassonia-Altenburg
- Giovanni Ernesto, duca di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
- Francescio Giosea, duca di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
- Ernesto Federico, duca di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
- Francesco Federico, duca di Sassonia-Coburgo-Saalfed
- Ernesto I di Sassonia-Coburgo-Gotha, duca di Sassonia-Coburgo-Gotha
- Alberto, principe consorte del Regno Unito
- Edoardo VII, re del Regno Unito e imperatore d'India
- Giorgio V, re del Regno Unito e imperatore d'India
- Giorgio VI, re del Regno Unito e imperatore d'India
- Elisabetta II
Titoli e onorificenze
Titoli e trattamento
Il titolo e trattamento completo (solo per il Regno Unito) di Elisabetta II è il seguente:
"Sua Maestà Elisabetta Seconda, per Grazia di Dio, del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, e dei Suoi altri Reami e Territori, Regina, Capo del Commonwealth, Difensore della Fede".
"Sua Maestà Elisabetta Seconda, per Grazia di Dio, del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, e dei Suoi altri Reami e Territori, Regina, Capo del Commonwealth, Difensore della Fede".
Al momento dell'ascesa di Elisabetta al trono le è stato chiesto, dal suo segretario privato, con quale nome avrebbe voluto regnare, e la regina rispose: "Il mio, naturalmente, che altro?"[47]. A Londra, fu proclamata: "regina Elisabetta II, per grazia di Dio Regina di questo Regno e di altri suoi Regni e Territori, Capo del Commonwealth, Difensore della Fede"[48]. Nella vita comune la regina viene comunemente chiamata The Queen ("la regina") o Her Majesty ("Sua Maestà"). In una conversazione con la regina, la pratica è cominciare con l'appellativo Your Majesty ("Vostra Maestà") e successivamente utilizzare semplicemente Ma'am ("Signora")[49].
Al momento della successione, il titolo "Elisabetta II" causò qualche controversia in Scozia, dove non c'era mai stata un'Elisabetta I (sebbene non ci fosse stata alcuna simile controversia ai tempi di Guglielmo IV del Regno Unito ed Edoardo VII del Regno Unito). In un raro atto di sabotaggio in Scozia, le nuove buche delle lettere della Royal Mail, recanti le iniziali E.II R. furono fatte saltare. Ne consegue che le caselle postali in Scozia oggi riportano solo una corona e nessuna iniziale reale. Un caso legale, MacCormick v. Lord Advocate (1953 SC 396), fu usato per contestare il diritto della regina a firmarsi Elisabetta II in Scozia, sostenendo che facendo ciò si sarebbero violati gli accordi dell'Atto di Unione (1707). Il caso fu perso sulla base del fatto che i contestatori non avevano diritto di citare la Corona e anche che la numerazione dei sovrani era parte della royal prerogative e non regolata dall'Act of Union. Ci sono altre due materie di controversia, che sono molto meno conosciute. Primo, il fatto che nella Scozia pre-unitaria ci si rivolgesse al sovrano come "Sua Grazia" e non come "Sua Maestà", e poi che il titolo preferito dai re era stato "Re / regina degli scozzesi", piuttosto che "di Scozia" (sebbene questo non fosse conosciuto).
I futuri monarchi britannici ora devono essere numerati in relazione ai loro predecessori, che siano inglesi o scozzesi, con il numero più alto. Applicando questa regola retroattivamente ai monarchi finché l'Act of Union riporti la stessa numerazione[50].
Seguendo una decisione del Commonwealth alla conferenza del 1953, la regina Elisabetta usa differenti titoli in ognuno dei suoi regni. In ogni stato governa da Sovrano prescindendo dagli altri ruoli che assume nei suoi altri Paesi.
Onorificenze e riconoscimenti
Elisabetta II è sovrana di tutti gli ordini cavallereschi e di merito del Regno Unito e degli altri reami del Commonwealth; inoltre, ha ricevuto innumerevoli onorificenze e riconoscimenti in tutto il mondo.
Qui sono elencate solo le onorificenze ricevute prima di salire al trono.
Qui sono elencate solo le onorificenze ricevute prima di salire al trono.
Onorificenze dei reami del Commonwealth[modifica | modifica wikitesto]
Dama dell'Ordine famigliare reale di re Giorgio V | |
— 1935[51] |
Dama dell'Ordine famigliare reale di re Giorgio VI | |
— 1937[52] |
Dama dell'Ordine della Giarrettiera | |
— 1947[53] |
Dama di gran croce del Venerabile ordine di San Giovanni | |
— 1947 |
Dama dell'Ordine della Corona d'India | |
— 12 giugno 1947[54] |
Medaglia del giubileo d'argento di Giorgio V | |
— 1935 |
Medaglia dell'incoronazione di Giorgio VI | |
— 1937 |
Defence_Medal | |
— 1945 |
War Medal (1939-1945) | |
Decorazione delle Forze Armate canadesi | |
— 1951 |
Onorificenze degli altri paesi[modifica | modifica wikitesto]
Dama dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca) | |
— 16 novembre 1947 |
Membro di classe suprema dell'Ordine delle Virtù (Egitto) | |
— 1948 |
Dama di Gran croce della Legion d'onore (Francia) | |
— 1948 |
Membro dell'Ordine di Ojaswi Rajanya (Nepal) | |
— 1949 |
Dama di gran croce dell'Ordine del Leone dei Paesi Bassi | |
— 1950[55] |
Stemmi e stendardi personali
Dal 21 aprile 1944[56] la regina Elisabetta ha uno stemma reale[57] ma, dopo la sua ascesa al trono, ha adottato uno stemma reale leggermente differente che viene anche usato come stendardo dei monarchi britannici[58].
Note
- ^ The official website of The British Monarchy
- ^ What is a Commonwealth Realm?, Royal Households of the United Kingdom, 2 agosto 2011. URL consultato il 2 agosto 2011.
- ^ Royal Household, Her Majesty the Queen, Queen's Printer, 2 agosto 2011. URL consultato il 2 agosto 2011.
- ^ 60 anni sul trono d'Inghilterra Elisabetta festeggia il giubileo - Repubblica.it
- ^ Elisabetta II, record del regno più lungo: la foto ufficiale
- ^ Caroline Davies, Business as usual as Queen becomes longest reigning British monarch, su The Guardian, Guardian Media Group, 9 settembre 2015.
- ^ Brandreth, p. 103; Pimlott, pp. 2–3; Lacey, pp. 75–76; Roberts, p. 74
- ^ Pimlott, pp. 14–16
- ^ Her Majesty The Queen: Education, Official website of the British Monarchy. URL consultato il 2 agosto 2011.
- ^ larepubblica.it
- ^ London Gazette, nº 34350, 15 dicembre 1936, p. 8117. URL consultato l'8 agosto 2011.
- ^ Biography of HM Queen Elizabeth the Queen Mother: Activities as Queen, Official website of the British Monarchy. URL consultato l'8 agosto 2011.
- ^ Archive:Children's Hour: Princess Elizabeth, BBC, 13 ottobre 1940. URL consultato il 22 luglio 2009.
- ^ London Gazette, nº 36973, 6 marzo 1945, p. 1315. URL consultato il 3 agosto 2011.
- ^ Early public life, Official website of the British Monarchy. URL consultato il 4 agosto 2011.
- ^ London Gazette, nº 37205, 31 luglio 1945, p. 3972. URL consultato il 4 agosto 2011.
- ^ 21st birthday speech, Official website of the British Monarchy. URL consultato il 5 agosto 2011.
- ^ 60 Diamond Wedding anniversary facts, Official website of the British Monarchy, 18 novembre 2007. URL consultato il 3 agosto 2011.
- ^ Bradford, p. 454
- ^ Brandreth, pp. 240–241; Lacey, p. 166; Pimlott, pp. 169–172
- ^ Brandreth, pp. 245–247; Lacey, p. 166; Pimlott, pp. 173–176; Shawcross, p.16
- ^ Charteris quoted in Pimlott, p. 179 and Shawcross, p. 17
- ^ Cotton, Belinda; Ramsey, Ron, By appointment: Norman Hartnell's sample for the Coronation dress of Queen Elizabeth II, National Gallery of Australia. URL consultato l'8 agosto 2011.
- ^ a b Pimlott, pp. 186–187
- ^ Dizionario enciclopedico -Elisabetta II (Londra, 1926)
- ^ Opening of the Olympic and Paralympic Games, Royal Household. URL consultato il 1º marzo 2012.
- ^ Canada's Olympic Broadcast Media Consortium Announces Broadcast Details for London 2012 Opening Ceremony, Friday, Bell Media, 24 luglio 2012. URL consultato il 30 luglio 2012.
- ^ BBC News - Queen honoured with Bafta award for film and TV support
- ^ (EN) Gordon Rayner, Margaret Thatcher dies: from grocer's daughter to MP, in The Daily Telegraph, 8 aprile 2013. URL consultato l'8 aprile 2013.
- ^ Gb, la regina parteciperà ai funerali della Thatcher
- ^ The Queen's Diamond Jubilee message, Royal Household. URL consultato il 31 maggio 2012.
- ^ Home - Buckingham Palace Coronation Festival 2013
- ^ (EN) Kevin Lynch, Elizabeth II sets new record for Longest reigning queen ever, su Guinness World Records, 09 September 2015. URL consultato il 18 aprile 2016.
- ^ Hamilton, Alan (21 December 2007) "The record-breaking age of Elizabeth, longest-lived monarch to reign over us", The Times, retrieved 14 September 2008
- ^ "House of Windsor (Feb 8, 1960)"
- ^ Jess Cartner-Morley, Elizabeth II, belated follower of fashion, in The Guardian, Guardian Media Group, 9 agosto 2011, pp. p2, G2 section,ISSN 0261-3077. URL consultato il 9 agosto 2011.
- ^ 80 Facts About The Queen, British Monarchy Official Website. URL consultato il 18 gennaio 2007.
- ^ 80 Facts About The Queen, British Monarchy Official Website. URL consultato il 18 gennaio 2007.
- ^ 80 Facts About The Queen, British Monarchy Official Website. URL consultato il 18 gennaio 2007.
- ^ BBC: "Queen's Tears for War Dead"
- ^ The Queen's Christmas message 2010
- ^ La Regina Elisabeth 2nd
- ^ The Queen, su Box Office Mojo, Internet Movie Database. URL consultato il 27 giugno 2010.
- ^ (EN) Nicolas Brown, How James Bond whisked the Queen to the Olympics, in bbc.co.uk, 27 luglio 2012.
- ^ Anche in Italia è noto con il nome originale inglese William anziché "Guglielmo", a differenza della maggior parte dei suoi parenti e dei suoi avi e in genere dei sovrani e principi stranieri, il cui nome viene solitamente tradotto.
- ^ Anche in Italia è noto con il nome originale inglese Henry anziché "Enrico", a differenza della maggior parte dei suoi parenti e dei suoi avi e in genere dei sovrani e principi stranieri, il cui nome viene solitamente tradotto.
- ^ Arthur Bousfield, Toffoli, Gary, Fifty Years the Queen, Toronto, Dundurn Press, 2002, p. 72, ISBN 1-55002-360-8.
- ^ Supplement to the London Gazette, london-gazette.co.uk, nº 39458, 6 febbraio 1952, p. 1.
- ^ Greeting a member of The Royal Family, Official website of the British Monarchy. URL consultato il 10 agosto 2011.
- ^ Winston Churchill, House of Commons Official Report cols 199-201, 15 April 1953
- ^ Royal Collection: Queen & Commonwealth: Orders 5/35.
- ^ Royal Collection: Queen & Commonwealth: Orders 6/35.
- ^ Royal Collection: Queen & Commonwealth: Orders 1/35.
- ^ Supplement to The London Gazette, 6 June 1947, pag. 2569.
- ^ Volks krant, State visit of Netherlands in United Kingdom, 11/1982, Group Photo
- ^ Velde, François, Marks of cadency in the British royal family, Heraldica, 19 aprile 2008. URL consultato il 21 giugno 2010.
- ^ Heraldry Traditions, Lieutenant Governor of British Columbia, 2007.URL consultato il 21 giugno 2010.
- ^ Personal flags, Official website of the British Monarchy. URL consultato il 21 giugno 2010.
- ^ Department of Canadian Heritage, Canada: Symbols of Canada (PDF), Ottawa, Her Majesty the Queen in Right of Canada, 2010, p. 6. URL consultato il 13 marzo 2011.
- ^ Arthur Bousfield, Toffoli, Gary, Fifty Years the Queen, Toronto, Dundurn Press, 2002, p. 35, ISBN 1-55002-360-8.
- ^ Coat of Arms of Canada, Royal Heraldry Society of Canada, 5 febbraio 2009. URL consultato il 13 marzo 2011.
- ^ Treasury Board of Canada Secretariat, Federal Identity Program: Top 10 Policy Guidance Issues, Government of Canada. URL consultato il 4 febbraio 2011.