mercoledì 29 luglio 2015

L'isola Borromea (o Isola Bella, arcipelago delle Isole Borromee)



L'arcipelago delle Isole Borromee è situato nel medio lago Maggiore, a occidente, nel braccio di lago chiamato golfo Borromeo che vede affacciate e contrapposte Stresa e Pallanza.
L'arcipelago si compone di tre isole, un isolino e uno scoglio.
Lago-Maggiore 1387.JPG

Isole Borromee.svg
Nel XIV secolo i Borromeo, potenti feudatari della zona ma originari di Firenze, divennero proprietari delle isole e iniziarono così la loro trasformazione. Tutt'oggi la famiglia possiede ancora l'Isola Bella e l'Isola Madre, oltre ai due scogli emersi conosciuti come Castelli di Cannero per via delle rovine di due fortificazioni medioevali.
L'isola dei Pescatori è l'unica abitata stabilmente, anche se da una piccola comunità, mentre le due isole "sorelle" sono ambite tra i turisti che ammirano i due splendidi palazzi e i relativi giardini, famosi in tutta Europa per la qualità del paesaggio e per la cura e la varietà delle architetture vegetali, composte da oltre 2000 varietà di specie differenti.
Nell'Isola Madre è presente anche una numerosa fauna di volatili orientali, come pavoni bianchi, fagiani dorati e pappagalli, liberi nello splendido giardino.
L'Isola Bella possiede invece un giardino che, abilmente progettato nei secoli, presenta fioriture multicolori per tutto l'anno, a rotazione tra le varie specie floreali (roseorchideebulbosemagnoliefruttetiazaleegardenieglicini).
L'isola Bella

Beatrice Borromeo e Pierre Casiraghi celebreranno il loro matrimonio religioso l'1 agosto, presso l'Isola Bella e concluderanno il tour de force di festeggiamenti, incominciati a Montecarlo il 25 agosto dopo la cerimonia civile, con un party presso la Rocca d'Angera.

La Rocca Borromea di Angera è una costruzione fortificata situata nel comune di Angera (provincia di Varese), sulle sponde lombarde meridionali del Lago Maggiore. Si tratta di uno dei castelli meglio conservati del territorio lombardo. E' anch'essa di proprietà della famiglia Borromeo dal 1449.

La rocca vista dalla sponda opposta del lago

Estgoth. Capitolo 100. Epilogo: Waldemar e Jessica.



<<Mio caro>> disse Jessica quando vide entrare Waldemar nella sua stanza.

Waldemar sentì che era sincera e le diede un tenero bacio.
Alla fine ha imparato ad amarmi. Ora che è troppo tardi.
Ma era davvero tardi? Quali speranze c'erano per loro?

Godersi la vita giorno per giorno, settimana per settimanaspremendo un presente che non ha futuro...

<<Non starò via a lungo. Sarò di ritorno in tempo per la nascita della nostra bambina. E se Belenos sarà vigile, le cose andranno per il meglio e per noi, per la nostra storia, potrà esserci una seconda possibilità. 

Non badare a cosa dicono i maligni: "Noi ci alziamo in volo, e loro sono fermi">>

<<Eppure, Roman,  io so che tu sai che io so. So gli oracoli dicono diversamente. 
Dis aliter visum>>

Lui sospirò:
<<Così mi è stato riferito. Possibili incidenti, problemi di salute e tentativi di avvelenamento. Non è certo una novità il fatto che lady Margaret e tua sorella Joelle ti vogliano morta, ma io non ho visto direttamente questo futuro. Mi è stato riferito da una fonte di cui non riesco a fidarmi del tutto, Edwina Ataris. E allora a cosa credere? Quid est veritas? Cos'è la verità?>>



Jessica teneva strette le sue mani in quelle di lui:
<<Non mi preoccupo per me, ma per nostra figlia. Se fosse necessario, sarei pronta a sacrificarmi, per salvare lei. Una vita per un'altra vita! Salva Igraine, ti prego, questa è l'assoluta priorità!>>

Sguardi, sussuri, lampi nel buio.

E' l'ora. L'ora della consapevolezza. Meglio sarebbe stato non prevedere nulla, non sentire nulla. Meglio a chi il senso smarrì dell'essere. Meglio la stoltezza, l'indifferenza. 

Forse gli idioti hanno ragione: l'unica vera felicità duratura appartiene a loro.

<<La salverò, questo è certo! E salverò anche te! Metterò ovunque guardie e persone fidate. Farò in modo che nessuno possa farti del male! Ho già dato incarico a mia madre di supervisionare tutto: lei veglierà su di te>>

Jessica percepì in lui un antico dolore:
<<Ho fiducia in te e in tua madre, ma non mi fido di nessun altro. Ho il timore che mi accadrà qualcosa di simile a quello che successe a Virginia>>

Waldemar chiuse gli occhi per il dolore:
<<Lo so, e non so darmi pace>>

<<Pensi ancora a lei?>>

<<>>

<<Dopo tutto questo tempo?>>

<<Sempre!>>



In fondo il vero amore era anche questo: si distingueva dagli amori falsi anche per la sua durata. Poteva passare il desiderio, poteva finire la relazione, ma l'amore spirituale no, non aveva mai fine.

Jessica comprendeva tutto questo:
<<Mi domando se sia il momento di accettare ciò che non possiamo cambiare. 
Il tempo ci porta via tutto a poco a poco, fino a che non resta niente, nessuno, in nessun luogo, mai>>

Waldemar scosse il capo:
<<Io non mi rassegno! Io non voglio perderti, Jessica>>

<<Nemmeno io! Ma tu lo dici per amore, o per sfidare la morte?>>

Lui sospirò:
<<Entrambe le cose. Amare vuol dire anche combattere contro la morte, per salvare chi è importante per noi. Ed io, per quanto ci abbia provato, non sono riuscito a smettere di provare qualcosa di grande per te>>

Lei si commosse e lo abbracciò.
Poi si baciarono a lungo, all'inizio con passione e poi con grande dolcezza, come mai prima di allora.

Alla fine, Jessica disse:
<<Ho atteso così a lungo questo momento! Tu non hai idea di quale gioia mi hai dato!>>

<<Spero che questo sia solo l'inizio>> disse lui, sapendo di mentire.

<<Sappiamo entrambi che potrebbe restarci poco tempo. Ma anche se dovesse essere poco, sarà per noi come tutto il tempo che esiste>>



<<Non voglio arrendermi>> disse lui <<Bisogna essere pronti a lottare per ciò che sia ama.
Devi promettermi che sarai sempre vigile e attenta. Non fidarti di nessuno. Sii cauta. Non abbassare mai la guardia. Promettimelo, Jessica!>>

<<Lo prometto. Ma ora recita una poesia per me. Una di quelle che hai scritto quando morì Virginia. Iniziava con queste parole: "Il freddo della stanza che raggela...">>

Lui ricordò e, sebbene troppo triste, esaudì il desiderio di lei, e pronunciò quei versi con voce grave:

<<Il freddo della stanza che raggela
e il luogo dove tu posasti lieta
ora deserto, e nel silenzio solo si sente
la loquela vana degli astanti
lungo le sale, oltre la biblioteca.

E sento che è reale solo la tua assenza,
tutto il resto è vuoto, finto, vano,
e come queste scale tutto scende, 
precipita, si schianta.

Vorrei sapere a cos'è servito vivere,
amare, soffrire, gioire, combattere
se poi così presto ci si è dovuti perdere

Meglio a chi il senso smarrì dell'essere
meglio quest'ombra, questa caligine,
io voglio, io voglio adagiarmi,
in un sonno che duri infinito>>

Jessica si fermò, poiché la voce le tremava per la commozione, poi chiese:
<<Scriverai anche per me una poesia così toccante, quando morirò?>>

<<Io ti salverò, Jessica!>>

Gli occhi di lei erano pieni di lacrime:
<<Sei il migliore di tutti noi, Roman. Mi dispiace di averti fatto soffrire. So che nessun altro mi perdonerà, ma il tuo affetto mi compensa di ogni altra cosa>>

Waldemar la strinse forte a sé:
<<Non c'è nulla di cui scusarti. Qui ad Estgoth io ho ritrovato me stesso, e scoperto le mie potenzialità, anche grazie a te! Chi mi ha sottovalutato, se ne pentirà molto presto.
Il Dormiente si è risvegliato! Da oggi inizia una Nuova Era, un Nuovo Ordine Mondiale>>


FINE - LA VICENDA PROSEGUE NEL ROMANZO "GLI INIZIATI DI ESTGOTH", DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE SU QUESTO BLOG.

lunedì 27 luglio 2015

Estgoth. Capitolo 99. Nuove premonizioni



"A ciascun Veggente è assegnata una guida, che lo aiuti a interpretare le Visioni. Io sono la tua e tu sei la mia, per decisione del Signore Atar" disse Edwina nel sogno"Le Premonizioni non vengono a comando, e non dicono quasi mai quello che si vuole sapere. E se anche lo fanno,  mostrano solo alternative ondeggianti e gradi di probabilità"

La Visione non era un normale sogno: era una forma superiore di realtà.
Waldemar aveva aggiunto alcune gocce di Elisir alla sua tisana serale, per ottenere una Premonizione più completa e più chiara su un argomento che non gli dava pace.

E per l'ennesima volta era comparsa la Dama Gialla, ripetendo cose già dette:

<<Dimmi qualcosa che ancora non so! Tu sai bene qual è la mia domanda, Edwina!>>

"Cosa succederà a Jessica? Non è la domanda giusta! Vorrei che tu mi chiedessi quali sono le probabilità di successo della tua spedizione..."

<<Riguardo a quello, ho già molto chiaro lo scenario e non è un vaticinio che richiedo, ma una tua valida e onesta collaborazione. Conviene ad entrambi andare d'accordo, come intendo dimostrarti>>

" Un accordo alla pari, Waldemar? Dimentichi che io sono il Fuoco, mentre tu sei soltanto il suo riflesso!"

<<E' proprio questa tua eccessiva sicurezza ciò che ti rende vulnerabile e potrebbe condurti alla rovina>>

"E ciò che rende vulnerabile te è il sentimentalismo! Le tue citazioni poetiche, la tua sensibilità esasperata, i tuoi amori tormentati. Perché sei così ossessionato dalla sorte di Jessica?"

<<E' la madre di mia figlia ed è naturale che io voglia che mia figlia cresca con entrambi i genitori! Sarò all'antica, ma io credo che un bambino abbia diritto a crescere con una madre, preferibilmente quella biologica>>

"Jessica sarebbe un pessimo esempio!"

<<E' cambiata. La gravidanza l'ha addolcita. Un tempo era acida ed egocentrica, ma l'esperienza della maternità, unita al sostegno da parte mia, l'ha resa una persona migliore>>

"Non dirmi che ti sei innamorato di lei!"

<<No, questo no... però la ritengo una persona interessante. Il primo requisito che cerco di una donna, oltre alla raffinatezza, è l'assenza di banalità, di mediocrità.
L'interesse che provo per Jessica non è razionale, ma c'è. I sentimenti non sono mai razionali. 
Se mi critichi perché la trovo interessante pur conoscendo i suoi difetti, non hai capito niente dei sentimenti umani>>



"Sei un pazzo, Roman Waldemar! E anche uno sciocco! Jessica è già servita al suo scopo ed ora, per i Signori degli Elementi, è solo un intralcio. Ed io condivido questo punto di vista.
Ma siccome ho bisogno del tuo aiuto, ti risponderò, purché tu sia in grado di rispondere a me!"

<<Tu vuoi conoscere la sorte di Arexatan Eclionner e il tuo destino con lui>>

"Cosa vedi al riguardo?"

<<Arexatan Imperator Dei Gratia. Lo vedo vittorioso e trionfante su un trono dorato e insanguinato, insieme a una donna. Ma quella donna non sei tu. Egli avrà altre mogli, prima di te>>



"Le altre mogli possono essere eliminate. Ma io lo sposerò alla fine? Diventerò Imperatrice dei Lathear?"

<<Sarai Imperatrice, ma a che prezzo!>>



"Quale prezzo?"

<<Sangue, molto sangue, ovunque sul trono e sul volto di Arexatan! Qualcuno a lui vicino potrebbe tradirlo.
Forse per vendicare qualcun altro ucciso da te, come le precedenti mogli dell'Imperatore. 
Lui potrebbe dunque morire. Tu invece, di sicuro, vivrai molto più a lungo>>

"Se mi aiuterai a evitare tutto questo, potrei svelarti il segreto dell'immortalità"

<<Ti aiuterò, ma non voglio vivere in eterno.  Io credo che a un certo punto un uomo acquisisca il diritto di morire e di scegliere come morire. No io chiedo solo la tua collaborazione nelle mie spedizioni sulla Nuova Terra>>

"Sciocchezze: tu sei il risultato, per quanto deludente, di un Programma Genetico che allunga la vita e la giovinezza, e tu, nonostante le tue pose esistenzialiste, sei uno che sotto sotto ama questa vita, e persino la mera sopravvivenza. E vivrai a lungo, più a lungo di tutti i tuoi coetanei. In ogni caso, avrai la mia collaborazione. Ma solo se mi dirai sinceramente quali rischi potrei correre!"

 <<Edwina, come conseguenza di azioni avventate ai danni delle altre mogli di Arexatan, io vedo una Cospirazione, a cui prenderanno parte tutte le fazioni. Ti imporranno un ruolo che non desideri, ma che accetterai in cambio di una promessa. Vedo il Fuoco e il Ghiaccio che si incontrano, e mani di ghiaccio ti lambiscono in mezzo alle nevi...>>



Edwina parve sorpresa:
"Il ghiaccio non può danneggiarmi: io sono una Ataris, e Gothar non ha potere su di me!"

<<Non direttamente, ma può avvalersi di altri, Edwina. Altri, come suo figlio Fenrik.
Più di ogni altra cosa devi temere il morso del Vampiro>>





"Quanta probabilità ho di salvarmi dal Vampiro?"

<<Non molta. Potrai evitare il Morso del Vampiro solo se ti alleerai con me! Se saremo alleati potremo sventare la minaccia della Cospirazione che grava sugli Eclionner e sugli Ataris>>

Edwina lo fissò:
"Come si schiereranno i Signori degli Elementi, di fronte a questa Cospirazione?"

<<Se la Cospirazione fosse in grado di porre fine alle guerre, persino Atar e Belenos si schiereranno a favore di Eclion e di Gothar. Un Patto che potrebbe dare inizio al Regno Millenario>>

"E tu ti illudi di poterlo fermare? Credi che bastino le buone intenzioni per impedire una simile convergenza di interessi?"

Lui su infiammò:
<<Possiamo farcela. Esistono delle probabilità e noi abbiamo il dovere morale di provarci, Edwina! Gothar è il Male, e va fermato! 
E' un Necromante: può creare eserciti di Zombie, di Morti Viventi. Sono loro la bassa manovalanza che l'aristocrazia dei Vampiri ci scaglierà contro, insieme agli Ogres e ai Goblin, se il Primo Patto sarà violato. Dobbiamo impedire tutto questo, se non vogliamo che tutto il nostro Grande Disegno crolli come un castello di carte!>>

"Waldemar, lo sai anche tu che il Grande Disegno è un gioco in cui non possiamo vincere. 
Alcuni fallimenti potranno essere migliori degli altri. Questo è tutto"

<<E sarei io il pessimista? Dovrei essere io a insegnarti che bisogna comunque lottare per ciò in cui si crede, anche se si tratta di una causa persa?>>

"Sei un illuso, Waldemar, se credi che l'umanità possa accrescere il suo attuale sviluppo: non ci sarà nessun paradiso nella Nuova Terra!

Gli unici paradisi sono quelli che abbiamo perduto!" 




<<Torneranno i prati, te lo prometto. E verde intero sereno. Lì presto cammineremo, prima che finisca l'estate>>

"Ah, le tue maledette metafore! Non ci sarà nessuna estate. Pioverà, Waldemar! Pioverà!"

<<E il deserto fiorirà, Edwina. Appoggiami, almeno una volta! E dimmi ciò che voglio sapere. Quale sorte spetterà a Jessica e Igraine?>>

Lo sguardo di Edwina era senza pietà:

"La sorte della madre e quella della bambina sono connesse. Ci sono molti scenari, tutti egualmente probabili. Incidenti, malattie, atti dolosi: quasi tutti con esito infausto.

Il meno tragico tra tutti è quello che prevede, per ordine di lady Margaret,  un avvelenamento di Jessica, poco dopo il parto, tramite l'Acqua della Vita. In questo caso la bambina si salverà, ma nella mia visione, Igraine ingerirà l'Elisir insieme al latte materno. Sopravvivrà, ma avrà facoltà mentali a tal punto superiori ad ogni altro bambino che apparirà, agli occhi degli Iniziati, come un'abominazione.

In tutti gli altri scenari, entrambe perderebbero la vita. Sono in molti a desiderare la morte di Jessica e di Igraine, e sono pronti a farlo anche per colpire te".

Waldemar era sdegnato:
<<L'avvelenamento da Elisir sarebbe lo scenario "meno tragico"? E' una follia! Non posso permetterlo! E non lo permetterò!>>

"Ricordati che se impedirai quello scenario, se ne verificheranno altri più tragici, in cui anche Igraine morirebbe. Potrebbe succedere in un milione di modi. Anche un'accidentale caduta di Jessica dalle scale"



<<Belenos ed Atar mi aiuteranno! Troveremo un modo per evitare tutto ciò!>>

La voce di Edwina suonò remota:
"Anche gli Dei sono sottomessi alla Necessità... l'Ananke, la Moira, le Parche, il Destino... 
chiamali come ti pare, ma contro il potere del Fato non ci può essere vittoria.

Noi siamo Semidei, ma persino gli Dei, a volte, devono scendere dai loro Troni!

Viene il momento, per tutti, in cui tra numerosi mali siamo chiamati a scegliere quello minore. 
Chiedi conferma a Jennifer, ad Isabel, a Sidonie! Dubito che smentiranno le mie parole.
La priorità è salvare Igraine: guarda che splendida donna diventerà!>>

Capelli color bronzo dorato, con occhi di giada e sguardo angelico: la sposa perfetta per Belenos, il Signore della Luce, 
degna di dare alla luce il suo erede Vorkidex Belenians, fondatore della dinastia dei Vorkidian!




Waldemar, commosso dall'immagine della figlia, dichiarò:
<<Io voglio per lei un'infanzia normale, con sua madre...>>

Edwina fu irremovibile:
"Ci sono possibilità di salvezza per la bambina, ma per la madre, niente!"



Waldemar fu altrettanto irremovibile:
<<Lo vedremo! Tutte voi desiderate la sua morte! Date per scontato questo destino. Jessica lo sospetta: presto lo chiederà direttamente a me ed io non potrò mentirle>>

"Non ce ne sarà bisogno. Lei si illude che tu la possa salvare. Forse è anche per questo che si è convinta di amarti. E non è l'unica, nella famiglia Burke-Roche"

<<Anche questo fa parte del Programma Genetico. Per questo Virginia si è fatta clonare>>

"Non mi riferivo solo ai cloni. Pensavo a mia madre. So che Isabel ti piace, e questo può essere utile per cementare la nostra alleanza.
Accetto la tua proposta di accordo! In nome di cosa vuoi sigillare il giuramento? In nome dell'umanità? In nome del futuro?"

<<In nome del passato. Soprattutto in nome del passato! 
Solo chi conosce bene il passato può capire il presente e interpretare il futuro. 
In nome del passato, perché le Radici sono importanti.  Le radici profonde non sono raggiunte dal gelo. Deep roots are not reached by frost>>



Edwina sorrise:
"Sei davvero un pazzo, Figlio dei Cento Re! Vivi in un mondo di poesia e ti ci sei smarrito "

<<Not all those wander are lostNon tutti coloro che si smarriscono sono perduti. 
Persino i cuori più sordi alla poesia non possono restare insensibili di fronte a questi pensieri>>

"La tua patetica nostalgia del passato nasce dal fatto che sei stato troppo felice in gioventù e ti illudi, stando in compagnia di Jessica o di altre donne più giovani, di essere ancora altrettanto giovane"

<<Al contrario, Edwina. Io ho ricevuto in dono una sconfinata giovinezza e credo che il suo culmine debba ancora venire, perché in realtà, come disse un saggio,   ci vuole moltissimo tempo per diventare giovani>>

domenica 26 luglio 2015

Estgoth. Capitolo 98. Il Generale Leonenko e la Guardia di Ferro








Il generale Igor Ivanovic Leonenko, Comandante di Corpo d'Armata della Guardia di Ferro, veterano della guerra civile in Ucraina, Iniziato agli Arcani Supremi e membro dell'Aristocrazia Nera, si presentò a rapporto nell'ufficio del Governatore di Estoth, lord Roman Waldemar, Gran Maestro dell'Ordine degli Iniziati.

Leonenko, un uomo biondo e robusto, indossava l'alta uniforme scura della Guardia di Ferro con il simbolo del Sole Nero.

Waldemar conosceva bene il significato di quel simbolo, e soprattutto chi lo aveva usato in precedenza.
Un simbolo su cui gravano enormi responsabilità. 
Wewelsburg... un nome che pochi ricordano, ma che non si può cancellare. Non si può far finta di niente, eppure è proprio quello che stiamo facendo tutti.

Sotto quell'insegna, la Guardia di Ferro aveva combattuto nell'ambito del Battaglione Azov, durante la guerra civile d'Ucraina, che aveva visto lo scontro tra l'Unione Occidentale e la Federazione Orientale, nella zona del Donbass.
Nessuno dei Capi di stato o di governo dell'Unione Occidentale aveva speso una mezza parola per giustificare l'utilizzo di un battaglione composto da uomini che riconoscevano come proprio il simbolo dell'Ahnenerbe SS.

Forse perché nello stemma il Sole Nero è diventato bianco, e si è mascherato nel giallo e nell'azzurro dei colori dell'Ucraina nazionalista.

Emblem of the Azov Battalion.svg

Tutti sapevano che il battaglione Azov e la Guardia di Ferro fossero reparti militari di estrema destra, che si avvalevano di simboli e rituali riconducibili all'esoterismo a sfondo neonazista, ma nessuno aveva rifiutato il loro aiuto: non Obama, non Cameron, non Angela Merkel.

Può nascere qualcosa di buono per mezzo di uno strumento che evoca qualcosa di atroce?
Waldemar ci aveva pensato a lungo e la risposta era sempre stata:
Sì, uno strumento è solo uno strumento: ciò che conta è l'intenzione di chi lo usa. Un bisturi può salvare una vita e la può uccidere. La responsabilità è di chi lo usa. E in ogni caso, va usato con cautela.

Waldemar, pur essendo estraneo ad ogni tipo di ideologia politica, si era trovato nella necessità di ricorrere agli uomini di Leonenko, in quanto religiosamente devoti all'Aristocrazia Nera e in particolare alla famiglia dei Conti di Richmond, a cui apparteneva sua madre, lady Helena, diciottesima Contessa di Richmond.



Per questo Igor Leonenko considerava Roman Waldemar come il suo referente assoluto.
Si era persino inchinato, con un misto di disciplina militare e timore reverenziale:
<<Figlio dei Cento Re>> aveva mormorato con la devozione incrollabile del credente

<<Waldemar sarà sufficiente>>

<<Sono onorato, Lord Waldemar, che abbiate scelto la mia Guardia di Ferro per la vostra impresa, in particolare per il fatto che non vi siate lasciato influenzare da un pregiudizio politico contro le idee dei miei uomini>>


Waldemar evitò di entrare nel merito di quelle idee:
<<Ripongo la mia fiducia nel valore militare dei vostri uomini, nella vostra abilità e anche nella vostra lealtà verso la famiglia di mia madre, i Conti di Richmond. 
Immagino che abbiate intuito le ragioni implicite di questa motivazione>>

<<Naturalmente, milord. Io e i miei uomini siamo pronti a tutto, per difendere l'erede della casata dei Richmond, il figlio di lady Helena.

 Se aveste scelto la Falange di Atar, l'influenza di lady Margaret sarebbe stata eccessiva. 

noi ricordiamo bene quale fu il ruolo di costei durante la Seconda Guerra Mondiale. 
Fu lei che sostenne l'ascesa al potere di Churchill, contro le deliberazioni dell'Ordine degli Iniziati e del Parlamento, che avrebbero preferito il vostro bisnonno, il sedicesimo Conte di Richmond>>

Nel 1940, Lord Alfred Lytton De Vries, sedicesimo Conte di Richmond, sosteneva che non bisognava fare la guerra ai nazisti. Visto che si era chiamati a scegliere il male minore, Richmond sosteneva che il Terzo Reich era meno peggio dell'Unione Sovietica.
Meglio Hitler di Stalin, diceva
Anche Edoardo VIII, sia prima che dopo l'abdicazione, la pensava in quel modo, e aveva insegnato a farlo a sua cognata e alle sue nipoti, compresa la futura Elisabetta II.



Sarebbe stato eticamente corretto, da parte di tutti costoro, evitare la guerra? Chiudere gli occhi, lasciare la Polonia e gli Ebrei al loro tragico destino, ma preservare tutto il resto del mondo?
Per quanto tempo, il resto del mondo sarebbe stato "preservabile" da una dottrina che predicava l'annientamento di chi era considerato nemico del nazismo?

<<Lady Margaret disobbedì alle decisioni dell'Ordine, e tradì persino sua madre Wallis, la Duchessa di Windsor>> si limitò a commentare Waldemar.

Wallis Simpson   Edward VIII, king of the United Kingdom, gave up his throne to marry American double divorcee Wallis Simpson in 1937. While she never became a princess, Simpson did snag the title of Duchess of Windsor.

Leonenko annuì gravemente:
<<La Duchessa Wallis aveva mantenuto i contatti col ministro tedesco Von Ribbentrop, per gestire un armistizio e il ritorno di Edoardo VIII sul Trono.
L'Ordine aveva deciso, con il voto favorevole dell'Aristocrazia Nera, del Serpente Rosso e della Fonte Sacra, di sostenere anche la candidatura a Premier Britannico del Conte di Richmond, vostro bisnonno, che stava conducendo trattative di pace tramite un carteggio con Rudolf Hess. Queste trattative prevedevano la spartizione del mondo tra l'Impero Britannico, il Terzo Reich e l'Impero Giapponese. 



Ma a questo Grande Disegno, lady Margaret antepose le proprie ambizioni personali>>

Lady Margaret, si sentiva estromessa dai vertici del potere e voleva riconquistare la sua centralità tramite un suo alleato e parente: Winston Churchill.
Per questo aveva promesso a Churchill l'appoggio della Fiamma di Atar e lo aveva aiutato ad ottenere una maggioranza in Parlamento per diventare Premier.

Inoltre, quando Rufolf Hess era volato di persona in Gran Bretagna per parlare col Conte di Richmond, le spie di lady Margaret lo fecero arrestare e rinchiudere nella Torre di Londra.

Ma questa guerra fratricida tra inglesi e tedeschi ha segnato la fine della centralità dell'Europa
Stalin era un nemico peggiore e gli Inglesi avrebbero dovuto capirlo.

Una ricostruzione ad usum Delphini, ma non era quello il momento di rifiutare le mezze verità, per questo la risposta di Waldemar fu netta:
<<Lady Margaret, oltre settant'anni fa, ha tradito la fiducia dell'Ordine e della sua famiglia. 
E purtroppo, in base alla mia esperienza, devo dire che, dopo tanti anni, ha affinato l'arte del doppio gioco>>



Accettato questo punto come premessa per la collaborazione, Leonenko, come era prevedibile, aveva trovato il coraggio di porre la domanda che più lo angustiava:
<<E riguardo al Consigliere Albedo?>>

Waldemar si era preparato una risposta breve, ma esauriente:
<<La sua presenza mi serve per avere l'appoggio del Serpente Rosso, e quindi di Belenos. Abbiamo già Eclion dalla nostra. Per quanto riguarda Atar, so come ottenere la sua collaborazione. Tratterò direttamente con sua figlia Edwina e le farò un'offerta che non si può rifiutare>>

<<Avete avuto qualche... come dire... premonizione, riguardo all'esito dell'impresa?>>

<<Sì, più di una. Nella prima operazione, prenderemo il controllo della zona intorno ad Alfarian, che diventerà il nostro centro operativo sulla Nuova Terra. 
Il regno degli Alfar sarà, sotto molti aspetti, la realizzazione di quello stato nordico, iperboreo, germanico, che molti dei vostri referenti politici avevano preconizzato>>

Leonenko ne fu compiaciuto:
<<Nel rapporto c'è scritto che la Nuova Terra è più simile alla nostra di quella che è stata scoperta di recente e che è stata classificata col nome di Kepler 452b: "La terra parallela", la chiamano gli astronomi della Nasa.
Ma, nel dettaglio, il clima come sarà? I biomi? E le razze indigene? Come faremo a comunicare con loro?>>



<<La Nuova Terra è molto simile alla nostra dal punto di vista climatico, tanto che le coordinate geografiche permetteranno una immediata definizione delle condizioni atmosferiche. I biomi sono leggermente diversi, più rigogliosi e con specie che non conosciamo. Nella zona di Alfarian ci sarà comunque qualcosa di molto equivalente alla nostra foresta di conifere, con una fauna piuttosto simile. I mostri si trovano tutti sulle montagne che portano a Gothian. 

Per quanto riguarda le razze indigene, vicino ad Alfarian troveremo i Drow, simili ad elfi neri, con i quali è possibile stabilire un accordo, dal momento che sono devoti ad Atar e ad Eclion. Oltre le montagne, nella terra di Gothian, ci saranno invece i Goblin e gli Ogres, al servizio della Contessa Herbertha Dracu von Steinberg.

Tra i miei poteri telepatici rientra anche la comprensione immediata delle lingue straniere. Gestirò quindi personalmente le trattative>>


<<Voi avete detto, milord, che i Drow sono chiamati anche Elfi Oscuri. Questo loro aspetto "elfico" potrebbe avere qualcosa a che fare con l'intenzione di Atar di creare, col popolo degli Alfar e il Programma Genetico, una sorta di Razza Elfica?>>

<<Sì>> ammise Waldemar <<queste sono le intenzioni di Atar. Egli ritiene che sia geneticamente possibile e le mie premonizioni mostrano che le probabilità di successo sono alte. Nutro comunque delle perplessità più che fondate sui criteri di selezione: è assurdo creare un popolo selezionandone i fondatori in base alla bellezza "elfica", così come è illusorio il criterio di selezione di Eclion nei confronti dei Lathear, secondo cui gli individui più forti riusciranno a mantenere saldo un Impero continentale>>

Leonenko, pur essendo attratto, come ogni neonazista, da quelle "utopie eugenetiche", dovette comunque ammettere che se si mettevano in secondo piano le capacità intellettive, il popolo non poteva certo evolvere e prosperare:
<<Voi dunque vi opporrete a questo tipo di selezione?>>

<<Io ho richiesto ed ottenuto di poter selezionare, secondo criteri più equi e normali, il popolo dei Keltar, quello di cui la mia primogenita Igraine sarà la prima regina. In questo, e per questo, Belenos mi appoggia e quindi anche il Consigliere Albedo>>

<<Albedo è un personaggio ambiguo, milord. Più pericoloso persino di Edwina, che adesso ha le mani legate.
Ma Albedo è un opportunista, uno che sta sempre dalla parte dei vincitori>>

Waldemar si era fatto un'opi nione ben precisa al riguardo:
<<Non credo che lo faccia per opportunismo, ma per conformismo: il che è molto diverso.
Ammira chi vince, ma non gli chiede nulla in cambio. 
Certo, è segno di mediocrità stare sempre dalla parte di coloro che vincono o detengono il potere, ma non ritengo che i conformisti siano tutti opportunisti. Molti lo fanno in buona fede, per convinzione.
Io la chiamo "l'idolatria del fatto compiuto"rientra un po' nel discorso del seguire le mode anche quando sono oggettivamente brutte, solo perché sono maggioritarie.



Oppure nei paradossi della tifoseria sportiva, per la quale si gioisce per la vittoria di qualcuno senza che al tifoso ne venga in tasca nulla. 
L'importanza di un paese o di una città non deriva dai primati sportivi, eppure quella è l'unica occasione in cui la gente tira fuori la bandiera

Io sono estraneo a tutto questo: "I più vicini al mio cuore sono un re senza regno e un povero che non sa mendicare".

Del resto, è un gravissimo errore identificare la grandezza con il successo o la vittoria.
Molti grandi uomini hanno perso la loro guerra e sono morti in disgrazia, ma questo  
non li ha resi meno grandi>>

Un pensiero lo assalì, un ricordo di alcuni versi di ineguagliabile pathos.
Tu proverai sì come sa di sal lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.



Leonenko annuì, con convinzione (in fondo pensava ai suoi idoli, e alla loro fine):
<<Sagge parole, lord Waldemar. Io so che siete destinato alla grandezza e farò di voi l'alfiere della nostra riscossa>>

Waldemar sorrise:
<<Vi prego di non idealizzarmi, generale. I miei piani sono validi, i miei poteri sono importanti, ma non offro garanzie assolute.
Il Programma Genetico cercava di ottenere, in me, un individuo perfetto, ma io non lo sono, anzi, io non sopporto la perfezione e ancor meno i perfezionisti. 

L'entropia di Eclion fa parte di me: è la mia parte dionisiaca, il mio lato oscuro. Far parte dell'Aristocrazia Nera significa anche questo. La mia luce non è quella di un sole, ma quella di un cielo stellato in una notte senza luna>>

Leonenko, che amava i simboli, non poté fare a meno di commentare:
<<Forse non un sole dorato, Milord, ma comunque un sole... un Sole Nero!>>

L'abito da sposa di Beatrice Borromeo (nozze civili a Montecarlo).

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Vestito firmato Valentino, color rosa pallido in chiffon con decorazioni floreali in linea con la collezione primavera-estate 2015.



Una splendida coppia



L'arrivo della sposa prima di indossare l'abito



E dopo



Ma la "contessina" Borromeo indosserà anche un abito di Armani in occasione delle nozze religiose che si terranno sulle isole Borromee il primo agosto.

Qui sotto ci sono anche le immagini del rinfresco serale tenutosi nel principato di Monaco.









Prima foto ufficale del matrimonio di Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo

Mappa Prima Guerra Mondiale: il Piano Schlieffen

Mappa dell'espansione del Terzo Reich

Mappa del Patto Molotov-Ribbentropp

Mappa dei Reich tedeschi

Mappa della rete Internet del Brics

BRICSnet

Brics

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Mappa dello Shangai Cooperation Organisation

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