mercoledì 11 febbraio 2015

Estgot. Capitolo 24. Al telefono con Sidonie



Sidonie Waldemar, in gioventù, era stata una donna di rara bellezza, algida ed eterea, chiarissima, tipicamente nordica. 
Era nata ad Hannover il 4 febbraio 1899, in una famiglia della media borghesia tedesca. 
Aveva compiuto studi classici ed era divenuta insegnante elementare.
Aveva conosciuto, in occasione di un viaggio a Londra, lord Henry Oakwood, Duca di Albany, di cui era divenuta l'amante, facendo la fortuna di tutta la famiglia Waldemar.
Questo era quanto il suo pronipote Roman Waldemar sapeva di lei fino al giorno prima.
E credevo che fosse morta nel 1997! E invece quel funerale è stato tutto una messa in scena... una farsa! Ci ha preso in giro tutti...
Per averne conferma non rimaneva che parlare direttamente con Sidonie.
La telefonata arrivò verso le 10 del mattino, mentre Waldemar stava controllando alcuni bilanci, in vista dell'incontro, programmato per il pomeriggio, con Ivan Kaspar, preposto all'urbanistica di Estgot.
<<Postcard from Hell... C'è Sidonie>> lo avvertì Jessica col suo solito tono sarcastico.
Waldemar ebbe per un attimo il sospetto di trovarsi in un incubo dove i morti tornavano a vivere.
<<Questa cosa mi fa rabbrividire, comunque mettila in linea...>>
Dopo pochi secondi, una voce inconfondibile parlò:
<<Mio carissimo pronipote!>>
Lui deglutì, come se stesse parlando con un fantasma, ma cercò comunque di mantenere un tono ironico:
<<Sidonie... o c'è qualcuno che imita la tua voce molto bene oppure... be', oppure dimmi qualcosa che sappiamo solo noi due...>>
<<Ti ricordi la storia dei miei sette fidanzati di gomma?>>
Waldemar non poté fare a meno di ridere:
<<Eri già matta quando ero bambino, mi hai riempito la testa di storie assurde e quella credo fosse la più assurda di tutte. Ma adesso... come dovrei comportarmi con te? Prima ti fai credere morta e poi dopo vent'anni, all'improvviso ritorni e mi metti in mezzo a una trama di pazzi furiosi più di te... no dimmi, cosa dovrei fare?>>
Dopo qualche attimo di silenzio, la voce squillante rispose:
<<Oh, ti prego, Roman, non essere melodrammatico! Ci guadagneremo tutti, da questa storia. Un giorno mi ringrazierai! Per prima cosa devi sapere che in questi anni ho avuto l'onore di essere ospite nella residenza di lady Edith Van Garret, ad Hollow Beach, Long Island, nello stato di New York. Sono vissuta qui con la mia cara amica Glynis Burke-Roche, la nonna di Jessica, dal giorno della mia presunta morte>>
Waldemar non sapeva se ridere o tremare di paura. Alla fine scelse di continuare a mantenere il tono ironico, almeno finché era possibile:
<<E noi che credevamo di averti seppellita a Grey Gardens il 7 dicembre 1997>>
Dall'altra parte del telefono si sentì una sonora risata:
<<Be', tecnicamente e anagraficamente io risulto sepolta quel giorno, ma ad occupare la bara era un'anziana senzatetto, morta di polmonite. Del resto, la cassa era chiusa, per cui nessuno dei parenti poteva accorgersi dello scambio. Il riconoscimento del corpo era stato fatto da lord Francis Oakwood, il nuovo Duca di Albany, e questo fu ritenuto sufficiente>>
Waldemar sapeva che Albany era un uomo molto potente, in grado di influenzare molti uffici della pubblica amministrazione:
<<Hai 116 anni... vale la pena vivere fino a quell'età?>>
Lei rispose subito con entusiasmo:
<<Ma certo! Io sto benissimo! Sono in ottima forma fisica. Neanche un raffreddore! Le mie analisi sono perfette. Non sono mai stata nemmeno ricoverata in ospedale. Mai in 116 anni, ti rendi conto? E' chiaro che dovevo scomparire dalla circolazione, altrimenti la gente si sarebbe messa a fare troppe domande>>
E i parenti avrebbero finito per parlare troppo.
Sidonie aveva un fratello, il nonno di Roman, che si chiamava Sigmund ed era vissuto fino a 104 anni.



Waldemar si chiese se per caso anche suo nonno fosse ancora vivo:
<<Perché tuo fratello è morto prima di te, pur avendo gli stessi geni ed essendo più giovane?>>
Sidonie rispose con un tono annoiato, come se la domanda fosse banale:
<<Lui non era un Iniziato. Solo noi Iniziati abbiamo accesso alle migliori tecniche di ringiovanimento cellulare. Si tratta di iniezioni di un particolare tipo di cellule staminali. Pensa, potrei persino tornare bella com'ero da giovane!>>
Waldemar ebbe un'intuizione:
<<Allora è questo il premio che vi aspettate! Se il programma genetico va avanti, le cellule staminali dei nuovi nati potranno essere usate da voi per ringiovanire, non è così?>>
La risata di Sidonie non si fece attendere:
<<Vedo che le tue capacità intuitive sono sempre eccellenti. Noi Waldemar siamo di intelligenza superiore, modestamente, ed io ho molte speranze nel fatto che tu possa contribuire in modo determinante all'avanzamento del programma. Se tutto andrà secondo i piani, potremmo arrivare a scoprire l'Elisir dell'eterna giovinezza nel giro di pochi anni. Vivremo in eterno, ringiovaniremo, saremo come delle divinità>>




Waldemar rabbrividì:
<<Sì, certo, come no! Tu la fai molto facile, ma per ora l'unica prova che mi offri è di essere arrivata a 116 anni in una condizione che ti permette di parlare al telefono. Il resto è un'illusione, anzi è una vera e propria follia! 
E comunque ha un costo morale non indifferente: manipolare la vita di tante persone inconsapevoli per ottenere un profitto riservato ad una ristretta elite>>
Sidonie ridacchiò:
<<E non è forse questo il principio su cui si basa l'ordine politico ed economico della società umana?>>
Lui non poté fare a meno di essere d'accordo:
<<E' un ordine ingiusto>>
Lei seppe porre l'obiezione più valida:
<<Ogni volta che si è intervenuti per cambiarlo, si è creato qualcosa di ancora più ingiusto.
 Se c'è una legge costante, nella storia, è quella delle elite: una minoranza organizzata che domina su una maggioranza disorganizzata>>
Waldemar non voleva darle corda sull'aspetto sociologico e pose una questione più essenziale:
<<Diventare immortali, ammesso che sia possibile, e non sapere cosa ci sarà dall'altra parte... è contro natura!>>
Sidonie lo travolse con la sua risata che aveva qualcosa di diabolico:
<<Noi Iniziati sappiamo già cosa c'è dall'altra parte. Gli Arcani Supremi sono la risposta alle domande prime e ultime. La risposta a tutto! E' il tuo destino, Roman: è ciò per cui sei nato!>>
Lui provò un'ondata di irritazione:
<<Sarò io a decidere la ragione della mia vita>>
La voce di lei divenne dura:
<<Non metterti a fare il bambino, Roman. Sai benissimo che ti sto offrendo un'opportunità dal valore incalcolabile. Non è una mera sopravvivenza: è una eterna vita felice! 
Un'eterna primavera!>>



Waldemar rimaneva profondamente scettico:
<<Mi vorresti far credere che in tutti questi anni non c'è stato mai un cedimento, mai un momento di crisi, di malinconia, quella che viene ogni volta che la nostra vita si riempie di vuoto?>>
Sidonie rispose senza esitazione:
<<Mai! Quando parlo di salute, parlo anche di benessere dello spirito. Ricominciare a vivere, ogni anno, dopo un altro inverno, ringiovanendo e tornando a sbocciare, è qualcosa di inebriante>>
Le frecce all'arco di Waldemar stavano per finire:
<<E l'amore? Non hai provato freddo quando è venuto a mancare l'uomo della tua vita, lord Henry, il precedente duca di Albany?>>
Lei rimase in silenzio per qualche istante, poi rispose con voce trasognata:
<<Il grande amore, il vero amore, viene solo una volta nella vita. Chi lo ha conosciuto e vissuto per lungo, lunghissimo tempo, sa di aver dato un senso alla propria esistenza. Ma quando il vero amore termina, perché prima o poi sopraggiunge un senso condiviso di sazietà, allora viene il momento in cui è giusto lasciarsi reciprocamente e dedicarsi alle altre meraviglie che la vita offre>>
Waldemar non era del tutto d'accordo:
<<No, questo è solo edonismo, non è amore. L'amore è un'altra cosa>>
Sidonie rise di nuovo:
<<Per te è sempre un'altra cosa! Ma che ne sai? 
Sei troppo giovane per capire di cosa sto parlando. Verrà il giorno in cui ti renderai conto di cosa intendevo dire, e quel giorno ti ricorderai di me, e mi sarai grato per ciò che ti ho offerto>>
Lui replicò in tono gelido:
<<Non credo proprio. Tu e gli altri Iniziati vi state illudendo se pensate che l'immortalità e la felicità si possano creare con la sola genetica. 
Credete di aver eliminato il Male dalla vita? Avete forse eliminato il dolore?>>




Lei tacque per un po', e quando rispose la sua voce era divenuta serissima:
<<Questa è una domanda a cui solo un Iniziato agli Arcani Supremi può rispondere. 
Io sono Iniziata, ma i sommi Misteri non possono essere divulgati per telefono a chi non ha ancora superato la prova di Iniziazione. 
Ma ormai tu sei pronto. Sarà Ivan Kaspar a valutare quando sottoporti alla prova>>
Waldemar ne aveva abbastanza :
<<Deciderò io se e quanto!
Ti sei servita della buona fede di mio padre e di mia madre per i tuoi scopi, ma non riuscirai a servirti della mia>>
Sidonie minimizzò:
<<I tuoi genitori hanno avuto la loro ricompensa: sono felici. Anche tu avrai la tua: non ti chiedo niente gratis.Tu e Jessica avrete la vostra ricompensa>>
Lui si infuriò:
<<Osi anche dare per scontato che io e Jessica diventeremo una coppia?>>
Lei rispose con voce sprezzante
<<L'hai portata a letto senza precauzioni. Ora dovrai assumertene le responsabilità, caro nipote. E non sarà un grande sacrificio: lei ti darà tutto ciò che si può desiderare dalla vita>>
Waldemar sentì come una fitta di rimorso che gli trafiggeva il petto:
<<Tu e Jessica mi avete preso nel momento in cui ero più vulnerabile. 
Non mi sottrarrò alle responsabilità, ma non permetterò a nessuno di decidere ciò che devo o non devo desiderare per la mia vita>>
Detto ciò, interruppe la comunicazione senza salutare e capì che il tempo delle parole era finito.
Oggi affronterò Ivan Kaspar e sistemerò questa faccenda una volta per tutte!





P.S.
Nelle immagini, l'attrice Sarah Gadon rappresenta Sidonie Waldemar da giovane,

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Accademia del Lusso - fashion photography































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martedì 10 febbraio 2015

Esgot. Capitolo 23. Il Malleus maleficarum e la Fonte Sacra



<<Si è fatto tardi, Jessica. Avrei infinite altre cose da chiederti, ma sono distrutto e ho già fin troppe cose su cui riflettere. Mi ritiro nei miei appartamenti. Ma prima ho due richieste: devi fissarmi un appuntamento telefonico con Sidonie Waldemar, per domattina, e uno qui, nel mio ufficio, con Ivan Kaspar, l'Iniziato di Estgot, per domani pomeriggio. 
Ho molte domande da fare a entrambi, ammesso che esistano davvero.>>
Lei annuì:
<<Telefono subito a mia nonna Glynis, sarà lei a rintracciare Sidonie. Quanto a Ivan, lo chiamerò subito dopo. Domani parlerai con entrambi e tutti i tuoi dubbi residui si chiariranno. Ti auguro una buona notte>> 
Lo baciò sulle labbra.
Lui all'inizio fu riluttante, ma l'attrazione verso di lei era sempre molto forte.
Avrebbe voluto abbracciarla e stringerla, e non solo perché sentiva un immenso bisogno di un'anima che lo sorreggesse e lo tranquillizzasse, in quel momento di sconforto e di dubbio, ma perché lei, nonostante tutto, continuava a piacergli.
Si impose tuttavia di resistere alle tentazioni.
Le accarezzò soltanto con dolcezza i capelli e mentre i loro visi si toccavano, sentì una lacrima sulla sua guancia e non seppe se era di Jessica e o se era la propria.
Fece un cenno di saluto e poi si allontanò, immerso in cupi pensieri.
Quando arrivò nella sua camera da letto, guardò istintivamente la libreria e vi trovò un libro dall'aspetto molto antico, che la sera prima non aveva notato.



Era nientemeno che un'edizione originale del Malleus maleficarum, il Martello delle streghe, pubblicato nel 1487 dai frati domenicani Sprenger e Kramer, allo scopo di reprimere il paganesimo, l'eresia e ogni forma di superstizione popolare, compresi satanismo, vampirismo e stregoneria.

C'era un segnalibro.
Waldemar sentì il cuore battere forte, perché temeva che anche quel segnalibro non fosse lì per caso.
Vide che c'era scritto, con la calligrafia di lady Margaret Burke-Roche, una frase allarmante:

"Io vi condanno alla morte vivente e all'eterna fame"

E sotto: cit. Principe Vlad Tsepesh III di Valacchia e Transilvania, conte Dracula.




Fu percorso da un brivido. Quella frase era un chiaro riferimento al vampirismo psicologico in cui consisteva la prova di Iniziazione di cui gli aveva parlato Virginia Dracu.
Sotto vi era una scritta latina.
Si trattava di un esorcismo contro la Dinastia del Serpente Rosso:
Abiuro te, serpens antique, per judicem vivorum et mortuorum, per factórem tuum, per factórem mundi, per eum, qui habet potestátem mitténdi te in gehénnam, ut ab hoc fámulo Dei N., qui (ab hac fámula Dei N., quæ) ad Ecclésiæ sinum recúrrit, cum metu, et exército furóris tui festínus discédas. Adjúro te íterum, non mea infirmitáte, sed virtúte Spíritus Sancti, ut éxeas ab hoc fámulo Dei N., quem (ab hac fámula Dei N., quam) omnípotens Deus ad imáginem suam fecit. Cede ígitur, cede non mihi, sed minístro  Domini nostri Jesui Christi.



Waldemar fu colpito dalla formula iniziale:
"Abiuro te, serpens antique"... è come se fosse una maledizione contro la Dinastia del Serpente Rosso.
Anni prima, il suo compagno di studi Luca Bosco gli aveva parlato di un'associazione segreta che era collegata al vampirismo psicologico e i cui membri erano selezionati tra gli appartenenti alla dinastia del Serpente Rosso.
Come si chiamava quella setta?
Nel mentre che la risposta incominciava ad affiorare tra i suoi pensieri, il suo sguardo cadde su un altro libro, appositamente messo in evidenza.
La Fonte Sacra, di Henry James.
Ma certo! Quel romanzo trattava proprio il tema del vampirismo psicologico.
Il vampirismo psicologico consiste nel sottrarre agli altri energie vitali, a proprio vantaggio.
Quella era l'abilità di Virginia Dracu e di tutti quegli Iniziati che entravano a far parte della setta della Fonte Sacra, la più pericolosa delle sezioni interne alla Società degli Iniziati.



Chi è che mi ha lasciato questo messaggio? Potrebbe non essere Jessica. Chi c'è, oltre a lei, in questo maledetto maniero di Sleepy Providence, che mi sta inviando segnali di pericolo? Forse la stessa persona che il primo giorno mi fece trovare la casa in disordine? 
Cercò di riflettere.
E se ci fosse qualcuno di ben più pericoloso di Jessica in questa residenza o in questa città? Chi è il vero ragno tessitore? Quali segreti nasconde?
Non sarebbe mai riuscito, da solo, a rispondere a tutte quelle domande.
Era tempo di prendere una decisione importante.
Domani cercherò di mettermi in contatto col mio vecchio amico Luca Bosco. E' un grande studioso di occultismo ed è l'unico che può darmi informazioni utili riguardo alla Fonte Sacra e ai suoi adepti. 

Parodie fantasy















Crisi ipoglicemica









E naturalmente lui, il Re

lunedì 9 febbraio 2015

Estgot. Capitolo 22. Per tre rami fiorì la mia stirpe, per sette manieri silvani




<<Jessica, se ho ben capito, tu vorresti farmi credere che io sono il risultato di un programma di selezione genetica per ottenere un uomo perfetto. Be', se anche fosse vero, sarebbe un tragico fallimento, perché io sono tutt'altro che perfetto!>> sbottò Waldemar, ma nella sua voce c'era molta meno sicurezza di quanta volevano esibirne le sue parole.
Gli venne in mente una poesia di Rilke, sulla decadenza delle famiglie nobili:

Per tre rami fiorì la mia stirpe
per sette manieri silvani
Ma presto fu stanca del vecchio blasone
piegò sotto il peso degli anni:
l'antico lignaggio degli avi
è tutto ciò ch'io le acquisto e le apporto
sono ormai senza patria nel mondo

Così si sentiva in quel momento.
Lei sorrise, rassicurante:
<<Né tu, né io siamo perfetti, eppure la nostra salute è molto buona, dimostriamo molti meno anni di quelli che abbiamo, (io ne ho più di trenta), e sulla base della mappatura genetica dei nostri tessuti, vi è un enorme margine di probabilità che dalla nostra unione possa emergere un genotipo in grado di arrivare ad un livello di perfezione mai raggiunto prima: il Principe Promesso, lo chiamano gli Iniziati>>
Lui rise amaramente:
<<Il Principe Promesso! Nostro figlio! E' questo che vuoi da me! Ma se tutto quello che ti interessava della mia persona era il mio DNA, si poteva risolvere la questione anche con l'inseminazione artificiale, senza tirare tirare in ballo i sentimenti>>
Jessica si rabbuiò:
<<Non mi fraintendere! Ti ho già detto che, dopo averti conosciuto, ho capito che tra noi poteva esserci qualcosa di più! Qualcosa di grande, che va ben oltre il programma genetico degli Iniziati! Non ti sto mentendo...>>
Waldemar continuava ad essere scettico, perché se quella non era una menzogna, era pur sempre e soltanto una mezza verità:
<<Ho notato che le tue cicatrici stanno guarendo molto in fretta. Ne sono felice, ma ho come il sospetto che questo fatto sia legato all'incarico di procreare un figlio con me. Ti stanno forse premiando con qualche cura geneticamente avanzata?>>
Jessica annuì:
<<Sì, è vero. Non lo nego. Non intendo mentirti! Questi erano i patti, all'inizio. Dovevo rimanere incinta e loro mi avrebbero fornito cure all'avanguardia. Ma poi ti ho incontrato di persona e quando ci siamo parlati e poi abbiamo fatto l'amore, ho capito che mi piacerebbe che tra noi nascesse qualcosa di più. Questa è la pura verità!>>



Waldemar scosse il capo:
<<Quanto vorrei che fosse vero! Io provo veramente qualcosa per te, nonostante tutto, ma non posso assolutamente fidarmi di una persona che mi ha usato come una specie di stallone da riproduzione!>>
Lei chinò il capo:
<<Ti chiedo scusa. Ho subito pressioni enormi. Minacce, persino! Anche io mi sono sentita usata, cosa credi? Mia nonna Glynis mi ha lasciata qui come ostaggio. La tua prozia Sidonie mi vede soltanto come una specie di coniglia che deve sfornare figli per il bene della causa. Gli Iniziati ci tengono d'occhio. Siamo entrambi in pericolo, ma se uniamo le nostre forze possiamo salvarci!>>
Lui assunse un'espressione dubbiosa;
<<C'è qualcosa che non quadra nella tua ricostruzione dei fatti. Tu mi hai detto che all'interno della Società degli Iniziati ci sono varie sezioni, varie sette in lotta tra loro: il Serpente Rosso, a cui tu appartieni, l'Aristocrazia Nera, a cui appartiene la mia prozia Sidonie, e forse ce ne sono altre ancora. Una nostra unione stabile sancirebbe una nuova alleanza tra il Serpente Rosso e l'Aristocrazia Nera, un'alleanza che, secondo quanto tu stessa mi hai detto, sarebbe in grado addirittura di diventare una Dinastia Reale, non è così?>>
Jessica annuì:
<<Sì, anche questo è vero. Io e te insieme saremmo invincibili>>
Waldemar rise con crescente amarezza:
<<Ah ah, davvero molto romantico! Quindi io ti piaccio per il mio DNA e per il fatto che la famiglia di mia madre occupa un posto di primo piano nell'Aristocrazia Nera. Vedo che i sentimenti qui, c'entrano ben poco>>
Jessica decise che era il momento di mettere le carte in tavola:
<<Le finalità dinastiche non escludono i sentimenti. Nessuno dei nostri antenati si è incontrato per caso. E' sembrato un caso, ma non lo era. Eppure molti di loro si sono davvero amati, come i miei genitori, che purtroppo sono stati uccisi dalla Massonerai, o come i tuoi genitori, Roman.



Lui voleva farsi prete, lei era già avanti con gli anni, inoltre vivevano in stati diversi dell'Unione, parlavano lingue diverse e non avevano la minima idea di far parte di un progetto molto importante. Eppure ora sono una felice coppia di sposi! E vivranno a lungo questa loro felicità!>>
Waldemar ebbe un senso di vertigine:
<<Il loro incontro fu del tutto casuale>>
Lei fece oscillare lievemente il capo:
<<Non lo fu affatto. A patrocinarlo fu Lord Herny Oakwood, il precedente Duca di Albany, che era l'amante di Sidonie Waldemar e un grande amico delle famiglie Richmond, Orsini e Paolucci de'Calboli >>
Lui sapeva che erano i suoi quarti di nobiltà, i tre rami nobili della sua stirpe:
<<Spiegati meglio...>>
Jessica capì di aver aperto una breccia nelle mura delle certezze del suo interlocutore:
<<I Waldemar erano geneticamente perfetti e l'Aristocrazia Nera voleva appropriarsi dei loro geni, così come i Waldemar volevano imparentarsi con famiglie nobili, ricche, potenti e prestigiose. Per questo fu raggiunto un accordo tra Sidonie Waldemar e la famiglia di tua madre, con l'approvazione della tua bisnonna italiana, la contessa Caterina Orsini Balducci di Casemurate, nata Paolucci de' Calboli>>
Le informazioni erano esatte, eppure lui era tormentato da molti dubbi, uno in particolare:
<<Ma se Sidonie Waldemar aveva un genoma così perfetto, perché non ha fatto figli?>>



 <<Purtroppo Sidonie aveva un difetto, dovuto al caso: una mutazione sfavorevole. Emofilia, lo stesso male di cui la regina Vittoria era portatrice sana e che provocò il manifestarsi di questa malattia in tanti suoi discendenti maschi.  Di fatto quasi tutte le teste coronate d'Europa ne furono contaminate e per questo vennero escluse dal progetto. E' la stessa ragione per cui l'attuale Duca di Albany, Lord Francis, Priore degli Iniziati, ha rinunciato da tempo a reclamare la guida dell'Aristocrazia Nera ed è disposto a cederla a te. Ti sei mai chiesto il motivo per cui i Duchi di Albany sono stati così benevoli verso la tua famiglia?>>
Lui stava cercando di rimettere in ordine i tasselli, rendendosi conto che combaciavano in maniera terribile:
<<Il nuovo Duca, lord Francis, mi disse che questa benevolenza nasceva dal fatto che suo padre la mia prozia Sidonie erano amanti. Niente di più>>
Lei annuì:
<<E così doveva sembrare. Ma la realtà è che Albany e Sidonie avevano già programmato tutto.
Il Duca Henry fece in modo che tuo padre, il prete mancato, diventasse ambasciatore tedesco in Gran Bretagna, dove avrebbe avuto modo di conoscere l'onorevole lady Helena Richmond, colei che era già stabilito sarebbe diventata sua moglie e tua madre. Un evento improbabile, visto che lei aveva già, all'epoca, trentacinque anni e due fidanzamenti interrotti per ragioni apparentemente inspiegabili>>
Waldemar si sentiva come svuotato, privato di ogni certezza:
<<Mia madre non ha mai voluto parlare di quel periodo della sua vita>>
Jessica lo guardò con particolare intensità:
<<Tua madre, lady Helena, aveva aspettative molto elevate, così come sua madre lady Emilia Richmond, nata Orsini, e sua nonna, la contessa Caterina Orsini, nata Paolucci de' Calboli. C'è più sangue blu in un loro capillare che in tutte le vene di molte teste coronate>>
Improvvisamente tutto diventava chiaro agli occhi di Waldemar, compresa l'impressione che tutti i matrimoni della sua famiglia fossero stati combinati.
<<Ma almeno un po' di amore c'è stato? Ci deve essere stato!>>
Jessica chiuse gli occhi:
<<Fu tutto come tra noi. Attrazione, affinità. L'amore è venuto col tempo, quando si sono resi conto di essere perfettamente complementari>>
Waldemar rispose con un filo di voce:
<<Non so. Questo non mi sembra amore. Mi sembra più un desiderio di supremazia, una complicità nel creare una specie di razza superiore destinata a dominare il mondo. E' questo ciò che ha cementato le unioni dei nostri antenati. Ma questo non è il vero amore. Il vero amore è un'altra cosa>>