Storia
Nel
1719 lo zar
Pietro I il Grande fondò la prima versione di quello che attualmente è conosciuto come
Fondo Statale dei Diamanti della Federazione Russa. Pietro aveva in precedenza visitato altre
nazioni europee ed introdusse di conseguenza numerose innovazioni in Russia, una delle quali fu la creazione di un fondo permanente (in
russo:
фонд?) per ospitare una collezione di gioielli appartenente non alla famiglia Romanov, ma allo Stato russo. Pietro assegnò tutti i simboli regali a questo fondo e dichiarò che queste proprietà statali non dovessero venire violate, alterate, vendute o alienate; impose inoltre che qualunque altro imperatore ed imperatrice che gli fossero succeduti avrebbe dovuto incrementare il patrimonio di un certo numero di pezzi preziosi acquistati durante il loro regno, per la permanente gloria dell'
Impero russo.
Da questa collezione si ricavò un nuovo insieme di insegne reali, tra le quali anche la grande corona imperiale, per rimpiazzare la corona di Monomaco ed altri copricapi usati dai primi
zar russi e
gran principi di Moscovia, a simboleggiare l'adozione del nuovo titolo di
imperatore (
1721).
Manifattura
Caterina la Grande con la corona imperiale al suo fianco
Il gioielliere di corte Ekart e Jeremia Pauzie crearono la corona imperiale di Russia per l'incoronazione di
Caterina la Grande nel
1762. La corona è adornata con 4 936 diamanti disposti in splendidi disegni sull'intera superficie del copricapo; per impreziosire i bordi della "
mitria" sono state utilizzate numerose perle bianche pregiate di grandi dimensioni. La corona è inoltre completata da una delle sette gemme storiche della Collezione Russa di Diamanti: un enorme e prezioso
spinello rosso, dal peso di 398,72
carati (79,744
grammi), che venne portato in Russia da
Nicolae Milescu, l'inviato russo in
Cina dal
1675 al
1678. Si ritiene che esso sia il secondo spinello al mondo per grandezza.
[1]
Adottando formalmente il titolo occidentale di imperatore per i sovrani di Russia, Pietro Grande adottò contemporaneamente anche i simboli imperiali occidentali, tra cui la forma della corona privata (
Hauskrone; l'unico esempio ancora visibile è la corona imperiale d'Austria di
Rodolfo II) utilizzata dai sacri romani imperatori, caratterizzata da un cerchio di otto
gigli che circonda una mitria con un alto arco che parte dal giglio frontale a quello posteriore. In
Austria si potevano già trovare alcune rappresentazioni barocche di questo tipo di corona sul capo di statue di santi con le due metà della mitria trasformate in due semisfere, proprio come nel caso della corona imperiale di Russia. La vedova di Pietro I, nonché suo successore,
Caterina I, fu la prima governante russa ad indossare questo tipo di copricapo.
Nella grande corona imperiale, costruita per Caterina II, queste due semisfere erano state realizzate con una tecnica ad intreccio ed i bordi erano ornati da grandi
perle. Pauzie dimostrò il suo genio creativo rimpiazzando gli otto gigli con quattro paia di rami di
palme intrecciati; l'arco superiore, che partiva dalla coppia di rami di palma anteriore a quello posteriore, venne modellato nella forma di foglie di
quercia e ghiande, il tutto realizzato con piccoli brillanti circondanti alcuni grandi
diamanti di varie forme e colori.
[2] Le due semisfere sono divise a metà da una fascia, decorata anch'essa con foglie di quercia e ghiande, che sale dai rami di palma laterali fino alla file di perle sul bordo superiore. Al centro e sulla cuspide dell'arco centrale è presente un diamante a rosetta con dodici petali dal quale sorge lo spinello rosso; a sua volta questa pietra è sormontata da una croce di cinque diamanti, rappresentanti la fede cristiana del sovrano, il potere divino della monarchia e la supremazia dell'ordine divino sul potere terreno. Fatta eccezione per le due file di perle, l'intera superficie della corona è coperta da 4 936 diamanti cosicché essa risulta piuttosto pesante, all'incirca 5
libbre (2,26
kilogrammi) contro le 2 (circa 9
ettogrammi) della corona di Monomaco.
[3] Benché non venisse completata per l'incoronazione di Caterina, essa venne poi usata per ogni successiva cerimonia fino a quella di Nicola II nel
1896; venne indossata per l'ultima volta nel
1906 all'apertura della
Duma.
[4]
Era stata inoltre costruita una
corona imperiale minore, molto simile in stile e lavorazione alla grande corona imperiale, solo più piccola ed interamente montata in diamanti, e realizzata per l'incoronazione della zarina Maria Feodorovna (nata
Sofia Dorotea di Württemberg), consorte di
Paolo I. Una copia identica venne eseguita per l'imperatrice vedova Maria Feodorovna (nata
Dagmar di Danimarca), la quale la indossò quando venne incoronato il figlio, Nicola II.
Incoronazioni
Cartolina postale del 1924 raffigurante la grande corona imperiale
Seguendo la tradizione degli
imperatori bizantini, gli
zar di Russia ponevano essi stessi la corona sul loro capo: questo non lasciava alcun dubbio sul fatto che nel sistema russo il potere imperiale proveniva direttamente da Dio. La preghiera del
metropolita, simile a quella del
patriarca di Costantinopoli per gli imperatori bizantini, confermava la supremazia imperiale.
Una volta che lo zar avesse professato la sua fede con il credo di Nicea, dopo aver invocato lo
Spirito Santo ed aver recitato una
ektenia, l'imperatore indossava la
clamide di
porpora e gli veniva porta la corona, che egli avrebbe preso e posto sulla sua testa, mentre il metropolita recitava: «Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo, Amen».
Il prelato proseguiva poi con la seguente formula: «Maggior timorato di Dio, assoluto e potente Signore, Zar di tutte le Russie, questi visibili e tangibili ornamenti per la tua testa sono un eloquente simbolo che tu, come capo di tutto il popolo russo, sei invisibilmente incoronato dal Re dei re,
Cristo, con una più ampia benedizione, dal momento che Egli ha riversato su di te completa autorità sul Suo popolo».
Periodo in Irlanda
I gioielli della corona vennero quindi usati come garanzia per un prestito di 25 000 dollari da parte dell'Irlanda; il trasferimento dei fondi avvenne a
New York tra il capo del
Soviet Bureau, l'ambasciatore sovietico
de facto in America, Ludwig Martens, e l'inviato irlandese negli
Stati Uniti,
teachta dála (titolo equivalente, circa, al nostro onorevole) Harry Boland. Quando Bolan ritornò nella madre patria i gioielli vennero conservati nella casa di sua madre, Kathleen Bolan O'Donovan, a
Dublino durante la
Guerra d'indipendenza irlandese. Prima della morte di Boland, durante la
battaglia di Dublino, egli istruì la madre di mantenere nascosti i gioielli dal
Stato Libero d'Irlanda finché i repubblicani irlandesi non fossero tornati al potere. La signora Boland O'Donovan restituì i preziosi al governo irlandese, allora presieduto da
de Valera, nel
1938; dopodiché essi vennero posti in una cassetta di sicurezza di un edificio governativo e prontamente ci si dimenticò di loro.
Alla loro riscoperta nel
1948, ad opera del nuovo governo di
John A. Costello, si pensò di vendere a Londra, tramite asta pubblica, l'intera collezione dei gioielli della corona. Dopo consultazioni circa il loro
status legale e negoziazioni con l'ambasciatore sovietico, si raggiunse l'accordo con il quale si stabilì che sarebbero stati restituiti all'Unione Sovietica in cambio degli originali 25 000 dollari prestati nel
1920. Fu così che i gioielli tornarono definitivamente a
Mosca nel
1950.
[5]
Utilizzo araldico
Stemma di San Pietroburgo
La corona imperiale di Russia compare nel Grande Stemma di Stato dell'Impero russo (in
russo:
Большой государственный герб Российской Империи?), nel Medio Stemma di Stato (in
russo:
Средний государственный герб Российской Империи?), e nel Piccolo Stemma di Stato (in
russo:
Малый государственный герб Российской Империи?).
La corona imperiale di Russia veniva posta sopra il
monogramma reale dello zar, ma solo dopo l'incoronazione: tra l'ascesa al trono e la cerimonia di consacrazione come sovrano, l'imperatore poteva impiegare una corona principesca
[6].
Utilizzo commerciale
La corona è stata inoltre utilizzata non ufficialmente numerose volte nella pubblicità, soprattutto per quanto riguarda numerosi marchi di
vodka e
caviale.
Note
- ^ Il primo ed il quarto spinello per grandezza pesano rispettivamente 500 e 270 carati e fanno parte dei gioielli della corona iraniana; il terzo è invece il Rubino del Timur della collezione reale britannica, del peso di 283 carati, inizialmente considerato, appunto, un rubino.
- ^ Tra cui, alla base dell'arcata, un perfetto diamante di 56 carati appartenuto all'imperatrice Elisabetta.
- ^ R. Monk Zachariah Liebmann, Martyrology of the Communist Yoke: The Life of Tsar-Martyr Nicholas II, The Orthodox Word, 153 (1990), pp. 193-194.
- ^ Corona imperiale di Russia (1763), consultato il 18 giugno 2007.
- ^ Keogh, Dermot, (2005), Twentieth Century Ireland, (Revised Edition), Gill & Macmillan, Dublin, pp. 208. ISBN 0-7171-3297-8.
- ^ Per esempi, [1].

Lo zar
Michele I indossa la corona di Monomaco nel 1613
Dopo che
Ivan il Terribile si auto-incoronò primo
zar di Russia con la corona, il
re di Polonia gli chiese di spiegargli il significato del suo nuovo titolo; alla domanda, Ivan rispose che chiunque fosse incoronato con la corona di Monomaco è tradizionalmente chiamato zar, perché essa era un dono di uno zar (cioè Costantino IX), il quale aveva spedito il
metropolita di Efeso a
Kiev per incoronare Vladimir Monomaco con questa corona.
[3] La risposta di Ivan fu probabilmente una beffa deliberata, perché all'epoca della morte di Costantino IX Monomaco, Vladimir Monomaco aveva solo due anni e non era ancora il sovrano kievano.
Note
- ^ Vernadsky, George. (1949). History of Russia. New Haven: Yale University Press
- ^ Uspensky, Boris. Assorted Works, vol. 1. Moscow, 1996. Pages 89-90, 107-111
- ^ Solovyov, Sergey. History of Russia From the Most Ancient Times, in 15 volumes. Moscow, 1959-66. Vol. 3, page 516.
Voci correlate