domenica 9 febbraio 2014

I gatti più famosi della storia del cinema



Gatto

Audrey, protagonista immortale del Colazione da Tiffany di Blake Edwards. Perché nel film che porta al cinema (secondo alcuni, malamente, ma a noi piace così) il romanzo di Truman Capote, il gatto che abita con Holly ha un ruolo importante. Prima di tutto, è fondamentale per la psicologia della protagonista che questo gatto non abbia un nome (“ma io penso che non ho il diritto di dargli un nome... perché in fondo noi due non ci apparteniamo, è stato un incontro casuale. E poi non voglio possedere niente, finché non avrò trovato un posto che mi vada a genio”, dice il personaggio della Hepburn), e poi perché per la conclusione della storia tra Holly e Paul è fondamentale che i due vadano alla ricerca del felino sotto un forte acquazzone.

Il gatto di Ernst Stavro Blofeld

Anche il persiano bianco che vediamo sempre in braccio al supervillain della serie di James Bond, Ernst Stavro Blofeld, non ha un nome. O meglio, forse lo avrà, ma in nessuna delle sue apparizioni cinematografiche ci è stato rivelato. La sua funzione. fondamentale ed essenziale, è quella di completare l’immagine del cattivo bondiano: svolta in maniera tanto iconica da essere parodiato esattamente come il suo padrone nella serie di Austin Powers: ilMr. Bigglesworth del Dottor Male è però diventato uno Sphynx , poiché questi sono stati gli effetti della capsula criogenica sul povero animale (in origine, si dice, anche lui un persiano).

Lo stregatto

Sornione e inquietante più del silente gatto di Blofeld, è lo stregatto di Alice nel paese delle meraviglie, forse il nostro preferito tra tutti i felini apparsi nei cartoon Disney, dal Figaro diPinocchio fino a gli odiosi Si e Am di Lilli e il vagabondo e Lucifero di Cenerentola. Certo, poi c’è tutta la banda degli Aristogatti, ma loro in questa sede sono fuori concorso. Tornando alloStregatto citazione d’obbligo per la sua versione in CGI nel film in live action firmato da Tim Burton qualche anno fa.

Cagliostro

Con tutto il suo apparire e sparire, i poteri magici dello Stregatto disneyano sono ben poca cosa rispetto a quelli, più understated, di Cagliostro, il siamese di Kim Novak in Una strega in paradiso, la gradevolissima commedia romantica diretta da Richard Quine nel 1958 che, oltre alla bionda attrice, all’apice del suo splendore, vedeva nel cast Jimmy StewartJack Lemmoned Elsa Lanchester. Cagliostro non era solo un gatto, ma un vero e proprio stregone, incarnazione di un avo della bella strega di cui s’innamora Stewart.

Church

E se i poteri dei gatti non fossero magici? O meglio, queste capacità paranormali non fossero benefiche? Perché la vulgata vuole che i felini abbiano le proverbiali sette vite, ma a volte il loro ritorno in vita non è esattamente auspicabile. Pensate ad esempio a Church, il gatto della piccola  Ellie Creed in Cimitero vivente, l’horror di Mary Lambert tratto dal romanzo “Pet Semetery” di Stephen King. Ma anche, volendo rimanere in argomento, a Rufus, il gatto zombie di Re-Animator. E, parlando di gatti nel cinema horror, impossibile non citare il gatto nero di numerosi film più o meno direttamente tratti dal racconto omonimo di Poe, da quello conBoris Karloff del 1934 fino alle versioni di Fulci del 1981 e di Argento nel suo segmento diDue occhi diabolici.

Generale Sterling Price

A volte nel cinema horror i gatti non sono nemici, ma d’aiuto. è il caso di Generale, il gatto che è il filo conduttore de L’occhio del gatto e che è protagonista con Drew Barrymore del segmento finale. Quel gatto viene chiamato dal personaggio della Barrymore Generale, e Generale, per la precisione Generale Sterling Price, è anche il nome del gatto di John Wayne ne Il grinta. Quello che diede lo spunto per la celebre battuta “I gatti non appartengono a nessuno”: che, non a caso, riecheggia quella di Holly Goolightly. Chissà come mai i Coen, dai quali siamo partiti, non hanno invece voluto il gatto nel loro recente remake di questo celebre western: che Ulisse sia nato per colmare quella lacuna?

Tonto

Rimaniamo in ambito di cinema classico parlando di Tonto: no, non del sidekick indiano de Il cavaliere solitario, ma del gatto che accompagna il vedovo Harry interpretato da Art Carney in un lungo viaggio on the road attraverso gli Stati Uniti dopo che l’uomo è rimasto senza casa per via della demolizione del palazzo dove abitava per anni. Per la parte in Harry e Tonto, bizzarro film della New Hollywood diretto da Paul Mazursky, Carney vinse nel 1975 il premio Oscar cui aspiravano anche alcune mezze calzette come Albert Finney, Dustin Hoffman, Jack Nicholson e Al Pacino. Nessuna notizia di premi, invece, per il soriano rosso che interpretò Tonto.

GG

Classico, a modo loro, è anche FBI: Operazione gatto, il film live action della Disney diretto nel 1965 dallo stesso regista di Mary PoppinsRobert Stevenson. In questa commedia dalle tine solo vagamente gialle che vede Dean Jones e Hayley Mills capofila tra gli interpreti in carne ed ossa, G.G., un furbo e smaliziato gatto siamese, diventa centrale in un’operazione dell’FBI per liberare una donna rapita da due rapinatori. La Disney ci riproverà 12 anni dopo con Il gatto venuto dallo spazio, altra divertente commedia che vede protagonista un felino: questa volta il soriano alieno Zunar-J-5/9 doric-4-7, ribattezzato Jake dai suoi padroni adottivi sulla Terra.

Jonesy

Non è arrivato dallo spazio, ma sta nello spazio (dove nessuno può sentirti urlare) l’ultimo dei nostri felini cinematografici preferiti: Jonesy, il soriano rosso dell’ufficiale della USCSS Nostromo Ellen Ripley in Alien. Apparentemente un personaggio accessorio del bellissimo film di Ridley ScottJonesy è in realtà un importante trave narrativa, nonché - nella sua elusività, nella sua ambiguità e nella sua capacità di sopravvivere - una sorta di rappresentazione quintessenziale della natura felina. Jonesy, sopravvissuto nel primo Alien, tornerà e se la caverà anche nel primo sequel, l’Aliens diretto da James Cameron. Non è chiaro quale sia stato il destino diJonesy dopo quel film, dopo che Ripley gli disse “Tu rimani qui”, ma il suo nome è citato e omaggiato sia nella serie di videogame Halo che in quella di War of Wordcraft. Nonché dalla famiglia dello scrivente, che così ha battezzato il gatto di casa.




Geopolitica della Libia

Gli Arcani Supremi. Capitolo 83. Cavalcare la tigre.



Lady Edith Burke-Roche era a dir poco infuriata.
<<Avete un bel coraggio a presentarvi qui, insieme, in questa dimora rispettabile, dopo avermi tenuto nascosti tutti i vostri sotterfugi. Di India Stoker non dovrei meravigliarmi, visto che è solo una ragazzina insolente, ma tu, Robert, tu sei un uomo, un lord del Regno Unito, un duca di sangue reale, per quanto illegittimo e di rango segreto! Come hai potuto tradire la mia fiducia e quella di mia nipote Maggie?>>
Robert non si scompose:
<<Milady, non intendo venire meno ai miei doveri, ma prima di parlare delle questioni personali, dobbiamo discutere su cosa fare riguardo al Varco>>
La nobildonna lo guardò con diffidenza:
<<Discutere? Immagino che abbiate già deciso tutto quel che c'era da decidere, ed ora siate qui per cercare di propinarmi qualche versione ad usum Delphini. Ma vi avverto, cercare di ingannare me è come cavalcare una tigre. E' molto, molto rischioso...>>




India sorrise:
<<Lo so bene. Ora che ho le memorie di Vivien Oakwood nella mia mente, so di cosa siete capace, lady Edith>>
La rivelazione ebbe un effetto notevole sulla baronessa Burke-Roche, la quale cambiò subito tono, e da tigre si tramutò in una gatta guardinga:
<<Vivien... devo avere la certezza che mi stai dicendo la verità... com'era il tempo, il giorno in cui ci conoscemmo?>>
India chiuse gli occhi, perché ancora trovava arduo accedere alle memorie della defunta duchessa di Albany:
<<Pioveva. Un temporale estivo molto violento. Questo castello sembrava ancora più minaccioso del solito. Io... anzi... Vivien... aveva paura, sentiva di aver incontrato il suo destino. Sentiva la vicinanza del Varco...>>
Lady Edith alzò una mano:
<<Basta così, è sufficiente. Parliamo del Varco, piuttosto. Dove si trova esattamente? Come siete riusciti ad attraversarlo?>>



India sapeva che quello era il momento più pericoloso, quello in cui la tigre avrebbe potuto graffiare e mordere:
<<Si trovava proprio nel punto dove è stata avvistata più volte l'immagine di Vivien. Io e Robert abbiamo perso conoscenza, eravamo come ipnotizzati. La nostra mente è entrata in contatto con varie dimensioni al di là del Varco, ma i nostri corpi sono rimasti al di qua, altrimenti non saremmo potuti tornare. Vi racconterò ciò che abbiamo visto, ma ho una brutta notizia per voi. Il Varco si è chiuso, per sempre>>
Lady Edith scattò in piedi con una insospettabile elasticità:
<<E non siete riusciti a farvi consegnare nulla? Nessun'arma, nessuna informazione utile? Ditemi la verità, perché vi garantisco che, in un modo o nell'altro, verrò a saperlo comunque!>>
India la guardò severamente:
<<Non possiamo fare nulla per evitare il Grande Cataclisma. Per questo non ci sono state date armi di alcun tipo>>
La baronessa assunse un'espressione a metà strada tra il dubbio e la delusione:
<<Quale cataclisma? Spero per te che non si tratti una scusa per giustificare il fallimento di questa missione!>>



<<Milady, nel prossimo secolo avverrà una serie di catastrofi naturali che cambierà la faccia della Terra e porterà l'umanità quasi sull'orlo dell'estinzione. Quasi, perché alcuni si salveranno e creeranno nuove civiltà, anche se molto più arretrate della nostra. Niente può impedire questo cataclisma, ma molto può essere fatto per ridurne i danni. Le informazioni che ho avuto sono utili a tal fine. Ma non abbiamo in mano nulla che possa favorire i vostri disegni di potere. Non è il potere ciò che Vivien ci voleva trasmettere, ma la missione di preparare la sopravvivenza di ciò che riterremo sia meritevole di essere salvato. Ma anche questa decisione, in realtà, è come se fosse già stata scritta dal destino, perché io ho visto come sarà il futuro, nel millennio che seguirà il Grande Cataclisma. Posso anticipare questo: il Sangue Reale sopravvivrà, nelle famiglie che discenderanno dai figli di Robert, compreso quello che vostra nipote Maggie porta in grembo>>

sabato 8 febbraio 2014

Elegantissimo "total black" di Adriana Lima



Non è una meraviglia questo outfit? Dico a prescindere dall'indossatrice! ;-)

La crisi dell'Unione Monetaria Europea

La notizia più importante del 2013 europeo è che la moneta unica è ancora viva, malgrado le crisi dei Piigs e quella di Cipro.

Nella mappa qui sopra vediamo, tra le altre cose, il "rating", cioè il giudizio di affidabilità del debito pubblico dei singoli paesi europei.

Nel 2013 Angela Merkel è stata confermata cancelliera di Germania dopo aver vinto le elezioni politiche. Il suo terzo mandato, in coalizione con i socialisti della Spd, parte da un dato di fatto: Berlino è l’egemone (riluttante) dell’Europa.

Insistere sulle politiche di austerità a discapito della crescita ha favorito i movimenti contro la moneta unica.Se ne parla approfonditamente in “Per salvare l’Europa aboliamo l’euro“, di Fabrizio Maronta.

L’Italia avrebbe potuto allearsi con Francia, Spagna e Portogallo e creare un fronte anti-austerità per opporsi alle politiche volute dalla Germania. Il tasto rosso della carta sarebbe stata la minaccia di Roma di tornare alla lira.

Il tasto rosso sarebbe la minaccia dell'Italia di uscire dalla zona euro.

Il 2013 è stato l’anno dell’euroscetticismo. Mai come in questo frangente storico l’europeismo è al palo, mentre la disaffezione verso Bruxelles è ai massimi storici. Si tratta insomma di scegliere: rilanciare il progetto unitario continentale o regredire verso le realtà nazionali.

Tasso di disoccupazione nelle varie regioni italiane

In Italia, la disoccupazione ha toccato nel 2013 il suo massimo storico, esacerbando differenze regionali mai tanto marcate e scavando un solco sempre più profondo anche in termini di pil fra regioni del settentrione e del meridione.La carta è tratta da Limes 4/13, “L’Italia di nessuno“.

Io, pur abitando in Emilia-Romagna, vedo moltissima disoccupazione anche qui...

La miglior vendetta è la felicita



Grande Alda Merini!

La "map of freedom": paesi liberi, semiliberi e non liberi



Sostanzialmente il grado di libertà degli stati del mondo è associabile alla loro appartenenza o meno alla civiltà occidentale.

venerdì 7 febbraio 2014

Sarà vero?



Adesso va molto di moda individuare gli alimenti che accelerano il metabolismo, dando la speranza che si possa "dimagrire mangiando"... utopia o realtà?

Geopolitica dei Caraibi


“I grandi Caraibi” è una carta di Laura Canali tratta dall’editoriale di Lucio Caracciolo in Limes 2/00 “I grandi Caraibi“.

Dalla rivista "Limes"

“Interventi americani in America Centrale: 1903-35″, carta di Laura Canali tratta da Limes I Classici 2/11 “Dream over l’America torna a casa“. 

“La Vittoria di Castro” è una carta a colori di Laura Canali tratta dall’articolo “Il patriarca e il parà” di Limes 2/2007 “Chàvez-Castro l’Antiamerica“.

“Colonie e commerci” è una carta a colori di Laura Canali tratta da Limes 4/2012 “La Spagna non è l’Uganda“.


“Le chiavi del golfo secondo Mahan (1897)”, una carta di Laura Canali tratta dall’editoriale di Lucio Caracciolo a Limes 4/04 “Cuba dopo Cuba“.
La carta di Laura Canali è dedicata al conflitto ispano-americano del 1898, vinto dagli Stati Uniti, che portò all’indipendenza dell’isoa.Particolare di “La guerra di Cuba e delle Filippine“ tratta da Limes 4/2012 “La Spagna non è l’Uganda“.

Un dettaglio de “Le scoperte geografiche“, una carta a colori di Laura Canali tratta da Limes 4/2012 “La Spagna non è l’Uganda“.

“I Caraibi spagnoli alla metà del Seicento”, carta a colori di Laura Canali tratta da Limes 4/04 “Cuba dopo Cuba“.

Donatella Versace con e senza parrucca...



No comment...

Elisabetta II teme la dissoluzione del Regno Unito



Nel 2014 la Scozia andrà alle urne per votare a favore o contro la propria indipendenza dal Regno Unito di Gran Bretagna. In caso di voto positivo, l’unione del 1707 verrebbe dissolta.
La regina Elisabetta II teme fortemente questo referendum indipendentista, che segnerebbe la fine della monarchia britannica così come è stata intesa negli ultimi trecento anni.


L’attenzione al momento è dunque rivolta all’opinione del popolo scozzese,all’attitudine del Partito nazionale scozzese (Snp) promotore del progetto, ai tentativi dei laburisti di trovare un compromesso tra devolution e secessione e al modo in cui il governo conservatore di Londra sta rispondendo alla sfida dell’indipendenza. La Scozia ha delle ragioni economiche per chiedere l'indipendenza: i giacimenti petroliferi del mare del nord, da cui si estrae il Brent, potrebbero infatti diventare di esclusiva sovranità scozzese.


Il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord è stato creato attraverso una serie di agglomerazioni incrementali, prima tramite l’espansione del Wessex in quella che sarebbe stata chiamata Inghilterra, poi con l’acquisizione di altri «territori»: il Galles (nel 1536), la Scozia (nel 1707) e l’Irlanda (nel 1800; ridotta in seguito alla sola Irlanda del Nord nel 1921).



L’unione emersa da questo processo non è mai stata equilibrata. Il Galles fu annesso ed incorporato all’Inghilterra; l’Irlanda fu conquistata e colonizzata; mentre il trattato del 1707 fu l’unico a stabilire, quantomeno sulla carta, un’«unione di eguali», eppure tutte e tre le nazioni sono state in qualche modo «assoggettate» all’Inghilterra e alle sue istituzioni, in primis la monarchia.


L’impianto fortemente centralizzato che ha a lungo caratterizzato il governo territoriale britannico è intrinsecamente connesso a tale geometria del potere. Esso riflette il desiderio (e la necessità) del centro (Westminster, Londra, l’Inghilterra, la Monarchia) di mantenere inalterata la sua influenza sulle periferie (Scozia, Galles e Irlanda del Nord) e, di conseguenza, di «tenere assieme» l’unione.


Fino al 1997, il governo del Regno Unito è stato gestito in una logica prettamente anglo-centrica, creando da un lato autonomia locale e dall’altro «dipendenza» dalla sovranità di Westminster. Tale approccio ha generato un sistema di governo fondato sulla tradizione e poco aperto al cambiamento. In questo contesto, la monarchia britannica rappresenta un collante essenziale per le varie nazioni del Regno Unito e la regina da oltre sessant'anni ribadisce di aver giurato fedeltà ad un regno che fosse "realmente unito".
Da qui il suo impegno a portare a termine il proprio "mandato celeste" fino a che le forze la sorreggeranno. E' noto infatti che ella teme che suo figlio ed erede Carlo, principe del Galles, renderebbe meno popolare la monarchia e quindi più fragile l'unità del regno. 


Per questo il principe Carlo, a 65 anni, è il più anziano erede al trono della storia.
Elisabetta non molla, costi quel che costi. E' disposta a tutto per mantenere il consenso, persino a ricevere le popstar più trasgressive... l'immagine che vedete sotto è reale, non è un fotomontaggio!



Chissà cosa avrà pensato la regina quando ha incontrato Lady Gaga conciata in quel modo... "quel che s'ha da fare per salvare la monarchia!"
Ma la domanda è un'altra: quanto a lungo reggerà la salute dell'anziana monarca? Riuscirà a superare il regno della trisavola Vittoria? Dovrebbe arrivare fino a 90 anni in perfetta salute... anche se ci appare affaticata, potrebbe farcela.



Ma se la natura farà il suo corso, niente potrà impedire a Camilla Parker-Bowles di diventare la futura regina, e Kate Middleton dovrebbe accontentarsi del titolo che fu di sua suocera Diana Spencer, e cioè quello di Principessa del Galles. Per ora, comunque, e per almeno quattro o cinque anni, rimarrà Duchessa di Cambridge e sarà sempre un passo indietro a Camilla e due passi indietro ad Elisabetta.
God save the Queen!

Gli Arcani Supremi. Capitolo 82. Déjà vu.



<<Dimmelo sinceramente, Robert, cosa ne pensi del mio piano?>>
Non c'era incertezza nella voce di India, soltanto sincera curiosità.
Lui rispose con altrettanta decisione e spontaneità:
<<Lo trovo saggio. In generale, trovo che tu sia una persona incredibilmente saggia, considerando anche il fatto che sei così giovane>>
A lei venne da ridere:
<<Saggia... ah, ah... non è certo il massimo complimento che una ragazza sogna da un uomo>>
Robert sorrise:
<<Oh, ma tu non sei una ragazza qualsiasi... e credimi, ti sto facendo uno dei più grandi complimenti possibili>>
Lei scosse il capo:
<<Avanti, Robert! Stai parlando con me o stai parlando con le memorie di Vivien?>>



Quella domanda lo ferì.
Se l'aspettava, era inevitabile, perché in fondo era il principale motivo di imbarazzo fra loro.
<<Vedi, India... Vivien aveva certo un enorme numero di qualità, ma la saggezza non era tra quelle. E anzi, per dirla tutta, la saggezza, purtroppo, è una delle doti che nessun componente della mia famiglia ha mai posseduto>>
Anche lei si fece seria:
<<Nemmeno tu?>>
Lui sospirò:
<<Io meno di tutti gli altri. E' per questo che ammiro tanto questa dote, quando la riconosco in un'altra persona>>
Si guardarono intensamente.
Lei lo fissava come se avesse sentito qualcosa di molto simile a una dichiarazione d'amore.
<<Allora forse è giunto il tempo in cui qualcuno porti quella dote nella tua famiglia>>
Robert annuì, e anche se quella era la prima volta in cui si sentiva veramente sicuro di aver incontrato la sua anima gemella, ebbe come la sensazione di aver vissuto già innumerevoli volte quella scena.



Mentre le accarezzava una guancia con la mano, quel senso di deja vù divenne una certezza.
<<Lo senti anche tu, India? E' come... come se...>>
Si interruppe, per sentire se veramente anche lei provava la stessa cosa.
Lei annuì con sicurezza:
<<Come se avessimo vissuto questa scena già infinite volte?>>
Un brivido lo percorse:
<<Allora è vero... è così... voglio dire... tu hai idea di cosa significhi tutto questo?>>
Gli occhi di lei erano lucidi:
<<Significa che le nostre anime sono legate insieme da sempre e per sempre. E non è un modo di dire. Le nostre anime si inseguono e si cercano e si incontrano e si trovano fin dall'inizio dei tempi, in ogni vita terrena che a loro è concessa. Anche questo fa parte degli Arcani Supremi. Un tempo io ero Igraine e tu Uther Pendragon. E un giorno ci incontreremo ancora, con altri nomi... non è così, Marvin?>>
Quel nome provocò in lui l'equivalente di un'illuminazione.
<<Tu mi hai chiamato...>>
Lei annuì e una lacrima le scese sull'altra guancia:
<<Sì... Marvin Eclionner Vorkidian... quella è una vita che dobbiamo ancora vivere, ma io l'ho vista, e l'hai vista anche tu, vero, al di là del Varco? Quale sarà il mio nome, la prossima volta?>>
Robert ebbe una visione istantanea e chiara di lei che si voltava, e lo guardava con gli stessi occhi, ma più scuri, mentre i capelli erano biondi e ondulati. Ma il volto era identico.




<<Alice... non è così... Alice de Bors, principessa d'Alfàrian... >>
Il viso di lei si illuminò.
<<Ora lo sai. Ora sai perché ti stavo aspettando. Ora sai perché attraverserò gli oceani del tempo, per ritrovarti>>




Per cominciare bene...



Certo queste regole non sono sufficienti, ma credo siano una premessa necessaria...

giovedì 6 febbraio 2014

Geopolitica ed economia internazionale




Non tutti i traffici commerciali sono leciti. E' noto per esempio che da tempo immemorabile l'Afghanistan è il centro mondiale della coltivazione del papavero da cui si ricava l'oppio, e tutti gli oppiacei, tra cui l'eroina.



Dalla rivista "Limes"

I benefici del colore viola.



La frutta e la verdura di colore viola contiene una particolare classe di sostanze antiossidanti, le antocianine. In particolare l'uva rossa (che poi è viola) contiene il resveratrolo, uno degli antiossidanti più potenti. Per questo si ritiene che un mezzo bicchiere di vino rosso a pasto possa avere effetti benefici. (Non oltre quella dose, però!).

Le antocianine sono tra i più importanti gruppi di pigmenti presenti nei vegetali, e si ritrovano nei fiori e frutti così come negli arbusti e nelle foglie autunnali. Il colore delle antocianine può variare dal rosso al blu e dipende dal pH del mezzo in cui si trovano e dalla formazione di sali con metalli pesanti presenti in quei tessuti. Per esempio, la cianina costituisce il colore di alcune dalie e del fiordaliso.
fiore di fiordaliso.
Le antocianine sono presenti, seppur con diverse quantità, in quasi tutte le piante superiori (ma non nel cactus e in altre ancora). Si trovano specialmente nei frutti e nelle infiorescenze e si possono riscontrare anche su foglie e radici, molto spesso insieme ad altri pigmenti quali carotenoidiflavonoidi. Insieme sono responsabili della colorazione delle foglie delle piante caducifoglie in autunno, quando la fotosintesi si interrompe così come la produzione di clorofilla.
Le antocianine svolgono un ruolo importante anche in piante giovani o con getti nuovi, proteggendole dai raggi ultravioletti quando la produzione di clorofilla e di cere non è ancora iniziata. A questo punto anche l'intera pianta può assumere una colorazione rosso-brunastra (come per esempio i nuovi getti di rose in primavera), che si riduce man mano che la produzione di clorofilla inizia.

alimentiAntocianine in mg per
100 g alimento
melanzana750
arancia~200
mora~115
lampone10-60
ciliegia350-400
ribes80-420
pompelmo rosso30-750
uva nera888
vino rosso24-35
La produzione e la quantità di questi pigmenti dipendono dal tipo di pianta e da altre condizioni esterne quali natura del suolotemperatura eluce. Alimenti ricchi in queste sostanze sono il ribes, la ciliegia, il cavolo rosso, l'uva, la fragola, il sambuco e le bacche in generale. Altri alimenti in cui gli antociani sono presenti, seppur in minor quantità, sono la banana, l'asparago, il pisello, la pera e la patata. La colorazione di tali sostanze è così forte da mascherare spesso gli altri pigmenti.
Le antocianine sono presenti esclusivamente in piante superiori, e non si riscontrano in animalimicroorganismi o piante acquatiche. Il motivo è che la biosintesi di queste sostanze richiede materiali originati solamente attraverso la fotosintesi e richiede una relativamente elevata intensità luminosa che non può essere raggiunta sott'acqua.

Funzioni

Le antocianine hanno diversi compiti. Grazie al loro potere antiossidante, proteggono le piante dai danni causati dalle radiazioni ultraviolette, assorbendo luce di una determinata lunghezza d'onda. Infatti in caso di esposizione a grandi quantità di radiazioni UV, la loro produzione aumenta immediatamente per compensare questa emergenza. Grazie ai loro colori poi questi pigmenti sono in grado di attirare insetti e animali, provvedendo così un aiuto per la riproduzione delle piante e il trasporto dei semi. Inoltre sono in grado di assorbire luce blu-verde e questo è stato dimostrato proteggere le piante nei momenti di illuminazione elevata in combinazione con siccità o basse temperature.
Una cella fotoelettrochimica sperimentale basata su antociani (antocianina) è impiegata per la fabbricazione di pannelli fotovoltaici, con rendimenti contenuti attorno al 5% (2005). Sebbene allo stato attuale siano inferiori rispetto agli equivalenti basati su silicio, hanno il vantaggio di poter essere auto prodotti, riciclabili e con impatto ambientale notevolmente inferiore .

Caratteristiche

Gli antociani sono composti poliaromatici poliossidrilati in grado di reagire con gli ossidanti quali l'ossigeno molecolare e i radicali liberi riducendo così i danni che queste molecole possono provocare alle cellule e ai tessuti.
melanzana
Grazie a questa loro attività antiossidante e antiradicalica, queste sostanze possono essere molto utili per i loro impieghi in medicina. Questi pigmenti sembrano proteggere contro la fragilità capillare, e contro vari processi di invecchiamento o modificazioni cellulari provocati dall'ossigeno, tra cui processi infiammatori e modificazioni cancerogene. Alcune di queste attività sono le stesse riscontrate nel vino.
Questi pigmenti possono essere inoltre utilizzati come indicatori di pH, virando dal rosso al violetto o blu con l'aumentare dell'alcalinità dell'ambiente.
Gli antociani sono anche impiegati come additivi alimentari e sono presenti come colorante rosso antociano (E163), usato in marmellate e altri alimenti normalmente con pH acido come lo yogurt.
Industrialmente le antocianine si estraggono dalla buccia dell'uva rossa, come sottoprodotto dell'industria enologica. L'estrazione avviene con acidi diluiti e il prodotto è un liquido contenente zuccheri, acidi, sali e pigmenti originariamente presenti nella buccia. Per essiccazione si ottiene una polvere idrosolubile relativamente ricca in questi pigmenti.

Struttura e biosintesi

Il catione flavilio, struttura base delle antocianine
Le antocianine appartengono alla famiglia dei flavonoidi. Queste molecole sono costituite da una molecola di benzene fusa con una di pirano (anello eterociclico contenente ossigeno), collegata a sua volta con un gruppo fenilico che può essere a sua volta legato a diversi sostituenti. Questa molecola complessa prende il nome di catione flavilio che è la struttura di base di tutte le antocianine.
Le antocianine derivano dai rispettivi agliconi (antocianidine), da cui si differenziano per l'aggiunta di un gruppo glicosidico (uno zucchero), di norma in posizione R3 e/o R4 (vedi figura). In natura esistono circa una ventina di agliconi, mentre il numero dei derivati è fino a 15-20 volte maggiore. Tra i primi, più frequenti in natura vi sono: delfinidina, petunidina, cianidina, malvidina, peonidina e pelargonidina, i cui nomi derivano dalle piante che ne sono ricche.
AntocianidinaR1R2R3R4R5R6R7
Aurantinidina-H-OH-H-OH-OH-OH-OH
6-idrossi-Cianidina-OH-OH-H-OH-OH-OH-OH
Cianidina-OH-OH-H-OH-OH-H-OH
6-idrossi-Delfinidina-OH-OH-OH-OH-OH-OH-OH
Delfinidina-OH-OH-OH-OH-OH-H-OH
Europinidina-OCH3-OH-OH-OH-OCH3-H-OH
Tricetinidina-OH-OH-OH-H-OH-H-OH
Luteolinidina-OH-OH-H-H-OH-H-OH
Apigeninidina-H-OH-H-H-OH-H-OH
Pelargonidina-H-OH-H-OH-OH-H-OH
Malvidina-OCH3-OH-OCH3-OH-OH-H-OH
Peonidina-OCH3-OH-H-OH-OH-H-OH
Petunidina-OH-OH-OCH3-OH-OH-H-OH
Rosinidina-OCH3-OH-H-OH-OH-H-OCH3
Questi pigmenti sono assemblati a partire da 2 distinte vie, entrambe utilizzando materiali derivanti dai processi fotosintetici, partendo da acido acetico. La prima passa attraverso la produzione dell'amminoacido fenilalanina, mentre il secondo porta alla formazione di malonil-CoA. I prodotti di queste vie sintetiche vengono quindi assemblati insieme per formare i diversi agliconi, i quali vengono a loro volta stabilizzati aggiungendovi vari gruppi glicosilici.