Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
mercoledì 29 luglio 2020
Vite quasi parallele. Capitolo 78. La madre di tutte le abbuffate e la dipartita della Signorina De Toschi
L'anno 1982 si aprì con un evento ragguardevole, ossia il novantesimo compleanno della Grande Mademoiselle, ossia la temutissima signorina Mariuccia De Toschi, figlia del compianto generale Ardito De Toschi e dell'onorevole dama Violetta Orsini, prozia di Diana, la diciottesima Contessa di Casemurate.
La salute della Signorina era apparentemente solidissima, tanto che ogni giorno era ospite a pranzo e a cena e mangiava a quattro palmenti.
Ma per la sua festa di compleanno, a quanto pare, mangiò un po' troppo.
L'evento fu organizzato da un gruppo di ex alunni che avevano fatto molta carriera, anche grazie alle raccomandazioni della Signorina stessa, che era ben ammanicata con tutti coloro che contavano, nell'alta società.
Il più eminente tra gli ex allievi della Grande Mademoiselle era l'allora Sottosegretario alla Difesa, il democristiano Onorevole Stefano De Angelis, a cui pertanto spettò il ruolo di Anfitrione della festa.
L'evento si svolse al Grand Hotel della Città, cinque stelle "con tanto di cometa", come dicevano alcuni, per sottolinearne ironicamente l'importanza.
Presenziavano tutti i più illustri potentati della zona, comprese le famiglie legate alla festeggiata da vincoli di parentela o di affinità, ossia i Ricci-Orsini di Casemurate e i Monterovere da Querciagrossa di Pavullo.
Al comparire della pachidermica Signorina, il Sottosegretario si inginocchiò, le fece il baciamano e disse:
<<Signorina...>> e poi si inginocchiò: << ... io devo tutto a Lei!>>
La De Toschi assunse un'espressione vezzosa e finse di schermirsi:
<<Suvvia, Onorevole, Lei così mi lusinga...>>
<<Mi permetta di insistere, Signorina. Se non ci fosse stata Lei a insegnarmi l'aoristo, io non avrei mai potuto fare tanta strada nella vita. Lo ripeto, io devo tutto a Lei!>>
La Signorina divenne rosa in volto, e il colorito riuscì a superare le centinaia di strati di fondotinta con cui si era asfaltata il faccione.
Sorrise soavemente, sbatté le ciglia, scosse lievemente la testa facendo tintinnare i pesanti orecchini d'oro massiccio, e si riaggiustò i capelli freschi di tinta e pettinati a cofana in stile Alessandra di Danimarca, Principessa di Galles ai tempi della regina Vittoria.
Poi si fiondò a tavola e divorò tutti gli antipasti.
Quella sera la sua voracità pareva ancora più implacabile del solito.
Fece fuori nell'ordine: tagliatelle alla cacciatora, tortellini panna e speck. pasta al forno paglia e fieno, cinghiale arrosto, salsicce e cotechino, piadina al prosciutto, patate fritte, insalata di rucola con aceto balsamico di Modena, macedonia di frutti di bosco, due grappoli d'uva da tavola, torta romantica a tre piani (si narra che persino le candeline furono fagocitate insieme al resto), viennetta, gelato al mascarpone, sorbetto al limone, caffè doppio, due bicchieri di Fernet, il tutto innaffiato da una bottiglia di Sangiovese di Romagna.
Per tutto il periodo, non aveva proferito parola se non per dire frasi "toscane" del tipo "bona la salciccia!"
Al termine di quella che si può ben definire la Madre di tutte le Abbuffate, la Signorina De Toschi divenne paonazza, gli occhi sembravano uscirle dalle orbite, e la pappagorgia era gonfia come quella di un grosso rospo violaceo.
Ma c'era qualcosa di ancor più terribile nel suo sguardo.
Aveva un'espressione feroce e infuocata, come un predatore che ha appena abbattuto un esercito di prede indifese.
Fu a quel punto che avvenne l'irreparabile.
Il Sottosegretario De Angelis tornò alla carica con le sue sviolinate e offrì alla De Toschi una mentina digestiva al rabarbaro.
La Signorina fu dubbiosa:
<<Ho veramente mangiato troppo stasera. Temo che non ci stia più niente nel mio stomaco>>
Ma il Sottosegretario non si arrese:
<<E' solo una mentina digestiva, vedrà che dopo averla sciolta in bocca, si sentirà subito meglio>>
La De Toschi rimase per qualche secondo a contemplare, perplessa, la mentina:
<<E va bene, tanto se ho fatto 30 posso anche fare 31!>>
Mai proverbio fu meno appropriato alla situazione.
Dopo aver fagocitato la mentina in tutta fretta, la Signorina parve sul punto di esplodere.
Per un istante rimase incerta.
Poi strabuzzò gli occhi, sollevò leggermente la mano destra con l'indice alzato e cercò di pronunciare una parola che non venne.
Un secondo dopo gli occhi le rotearono verso l'alto, la bocca si riempì di bava e la pachidermica Signorina collassò a terra in tutta la tua tonnellata di peso, facendo rimbombare i pavimenti, tanto che i vicini temettero si trattasse di un terremoto.
Non era un evento sismico, eppure fu qualcosa di ancor più terribile a vedersi, perché la De Toschi schiattò per congestione gastrica sotto gli occhi esterrefatti di tutti i suoi ex alunni.
Mentre la Signorina lasciava questo mondo in maniera così incresciosa, il Sottosegretario De Angelis guardò le sue mentine e le buttò nel cestino dei rifiuti, come se volesse liberarsi dell'arma di un delitto.
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