La Morte Nera[2] (nella versione originale Death Star) è un'arma di distruzione di massa che compare nella saga cinematografica di fantascienza Guerre stellari.
Nel film Guerre stellari (1977) la Morte Nera è una gigantesca stazione da battaglia spaziale realizzata dall'Impero Galattico allo scopo di rafforzare il suo regime di terrore. La Morte Nera ha le dimensioni di una piccola luna e l'arma principale di cui dispone è un enorme cannone Superlaser in grado di distruggere un pianeta delle dimensioni della Terra in pochi secondi.
La Morte Nera ha l'aspetto di una enorme sfera di colore grigio scuro, con una sorta di cratere nell'emisfero nord, all'interno del quale è ospitata l'arma laser principale. Quest'ultima, come è mostrato in Rogue One (2016), è alimentata dall'energia dei cristalli Kyber, gli stessi cristalli che si trovano all'interno delle spade laser di Jedi e Sith. La superficie è protetta da una fitta maglia di turbolaser e radiofari traenti; queste difese da sole sono in grado di sviluppare un volume di fuoco pari a più della metà dell'intera flotta imperiale.
Poiché la rete di cannoni laser è progettata per colpire navi di medie e grandi dimensioni, la stazione ospita centinaia di squadriglie TIE e numerose altre navi militari e da trasporto.
Il nome italiano si attiene alla memoria storica dell'epidemia pestilenziale del XIII secolo che decimò la popolazione europea, soprannominata appunto Morte nera.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Morte Nera I[modifica | modifica wikitesto]
Nella serie di film di Guerre stellari appaiono complessivamente due stazioni Morte Nera, informalmente chiamate Morte Nera I e Morte Nera II. Le apparizioni della Morte Nera saranno trattate ordinando gli Episodi secondo il tempo del racconto e non secondo la data di distribuzione dei film.
la progettazione della Morte Nera I inizia segretamente durante il complotto per la scalata al potere dell'Imperatore. La Morte Nera I appare per la prima volta nel 22 BBY, in forma di modello olografico, in Episodio II - L'attacco dei cloni, nella base segreta dei Separatisti su Geonosis. I piani sono custoditi dall'Arciduca geonosiano Poggle il Minore, membro dell'Unione Separatista e sovrano dei Geonosiani, responsabili dell'ideazione del progetto prototipale della Morte Nera. Durante l'attaco dei cloni a Geonosis, i piani della stazione da battaglia sono consegnati da Poggle il Minore al Conte Dooku, in procinto di abbandonare il pianeta alla volta di Coruscant per consegnarli a Darth Sidious.
In Episodio III - La vendetta dei Sith (ossia nel 19 BBY) è presente un nuovo riferimento alla Morte Nera: il neoeletto Imperatore Palpatine osserva un ologramma dell'arma. Alla fine del film si assiste invece alla prima apparizione della Morte Nera, in costruzione ma con lo scheletro ben definito, sotto lo sguardo di Palpatine, Dart Fener e un giovane Wilhuff Tarkin, che contemplano la realizzazione della stazione a bordo di uno Star Destroyer imperiale.
Nell'anno della Battaglia di Yavin, 19 anni dopo il rovesciamento della Repubblica, la prima Morte Nera viene completata e diviene operativa. La Morte Nera, l'Impero ormai saldamente al potere, la corsa per preservare i piani della stessa stazione e la battaglia per la sua distruzione sono elementi centrali della trama di Guerre stellari. Su ordine del Grand Moff Tarkin viene per la prima impiegato tutto il suo potenziale bellico per distruggere, a titolo dimostrativo, il pacifico mondo di Alderaan, pianeta natale della principessa Leila Organa. Grazie alle informazioni sottratte dall'archivio militare su Scariff imperiale dalla squadra ribelle Rogue 1, l'Alleanza organizza un piano d'attacco in grado di sfruttare una falla nel sistema della stazione spaziale, distrutta da Luke Skywalker a bordo del proprio X-Wing.
Morte Nera II
La costruzione della Morte Nera II, più potente della prima, avviene tre anni dopo, nell'orbita attorno la luna boscosa di Endor. Appare in Guerre stellari - Il ritorno dello Jedi (4 ABY). Architettata come trappola per sbaragliare definitivamente l'Alleanza Ribelle in presenza dell'Imperatore, degli sviluppi imprevisti capovolgono le sorti a favore degli stessi Ribelli. Il tiranno soccombe con la distruzione della stazione, più vulnerabile della prima essendo ancora in costruzione.
Morte Nera | |
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La Morte Nera in Guerre stellari | |
Universo | Guerre stellari |
Profilo | |
Tipo | Arma di distruzione totale |
Fazione | Impero Galattico |
Costruttore | Orson Krennic |
Dati tecnici | |
Armamento | Superlaser (capace di distruggere un pianeta), 15.000 torri turbolaser, 2.500 cannoni laser, 2.500 cannoni ionici, 700 raggi traenti |
Difese | * Scafo: lega di acciaio quadanio |
Prestazioni | Velocità: 8 km/s nello spazio reale |
Equipaggio | 265.675 persone, di cui 52.276 artiglieri, 42.782 tecnici navali e 180.216 tra piloti e personale di supporto.[1] |
Passeggeri | in numero variabile; è in grado di ospitare la Corte Imperiale in caso di necessità |
Carico | circa 7.200 caccia TIE e 2.300 Hangar |
Lunghezza | 160 chilometri (diametro) |
Base Starkiller
La Base Starkiller aveva la stessa funzione delle "Morti Nere", però era grossa più del doppio, essendo stata anticamente un pianeta (ghiacciato). Riusciva a distruggere più pianeti contemporaneamente. È stata fatta costruire da Kylo Ren come base per il Primo Ordine. Viene distrutta alla fine di Star Wars: Il risveglio della Forza.
Note
- ^ Death Star (Expanded Universe), in Star Wars Databank, Lucasfilm. URL consultato il 9 agosto 2007.
- ^ Una prima traduzione italiana, riportata nelle riviste prima dell'uscita del film, nel 1977, e nella prima edizione del romanzo, la chiama Il Pianeta della Morte.
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