Non appena il principe Catreus
ebbe varcato la soglia del suo sontuoso appartamento, trovò ad attenderlo sua
moglie e i suoi figli.
La principessa consorte Indis era
una donna sui trent’anni, alta, magra, molto bella, dai lunghi capelli neri
arricciati e profumati, dai seni generosi messi in bella mostra, secondo la
moda cretese, e dal corpo ancora perfetto nonostante le sue quattro gravidanze.
Aveva l’espressione adirata delle
grandi occasioni, ma la sua rabbia era momentaneamente dissimulata a causa della
presenza dei figli.
«Salutate vostro padre» ordinò
loro.
Il primogenito Althaménes, di
quattordici anni, salutò per primo il padre, molto formalmente, e fu congedato
con altrettanta formalità.
Le tre figlie Afrosina, Erope e
Climéne, di dodici, dieci e otto anni furono invece baciate con molto affetto
dal padre.
Poi Indis ordinò anche a loro di
ritirarsi.
Solo allora, quando nessuno fu più
nelle vicinanze, ella si scagliò letteralmente contro il marito e lo
schiaffeggiò in pieno viso.
«Te ne sei portato a casa un
altro, eh? La notizia ha già fatto il giro del Palazzo! Sarai contento! Sembra
che tu ti diverta a coprire la nostra famiglia di ridicolo! Non capisci che
così fai il gioco di quella sgualdrina di Pasìfae…»
«Lascia stare Pasifae! Se non se
ne lamenta mio padre, non vedo perché tu debba intrometterti…»
«Ah, e la difendi anche! Ma non ti
sei accorto che lei e quella strega di Circe stanno tramando per farti
diseredare!»
«Sono chiacchiere. Pasifae è la
madre delle mie amate sorelle e del mio fratello minore…»
«Ah, sì… ed è anche un
bell’esempio per loro! Ma io mi chiedo come fai a sopportare che il ruolo che
era di tua madre sia disonorato da quella cagna straniera!»
«Mia madre è morta da quasi
vent’anni! Pasifae mi è stata vicina nei momenti difficili, io le voglio bene»
«Vicina? Brillante eufemismo per
dire che ti ha portato a letto senza tanti complimenti quando eri ancora un
adolescente…»
«Anche lei era un’adolescente! Era
una straniera, mio padre l’aveva sposata solo per motivi politici, la trascurava
già allora, e lei doveva badare anche a sua sorella… E poi, per gli Dei, è
successo tutto tanto tempo fa… possibile che tu non sappia fare altro che
serbare rancore… Io ti concedo la libertà di schiaffeggiarmi e parlarmi in
questo modo, perché a Creta le donne sono sacre, ma tu non rispetti le altre
donne della famiglia e in più mi offendi… non sei onesta!»
«Tu mi accusi di non essere
onesta! Proprio tu! Dopo tutto quello che mi hai fatto sopportare in quindici
anni di matrimonio! Ti ho dato quattro figli, e tu non sai neanche che
esistono… Anzi, dai voce alle superstizioni di quello stupido indovino su
Althamenes e lo tratti come un appestato! Prometti in spose le nostre figlie ai
barbari Achei! E come se non bastasse riempi il Palazzo dei tuoi favoriti…
mentre tutti ci ridono dietro e tramano alle nostre spalle!»
«Ora basta! Indis, io ti ho sempre
lasciato libera di fare quel che ti pare, di dire quel che ti pare, di urlare,
di starnazzare come un’anatra ogni volta che…»
«Tu anatra non me lo dici!» strillò
Indis e gli saltò addosso cercando di graffiarlo con le sue unghie lunghe e
laccate.
Lui la bloccò su un divano, si dimenarono per un po’, poi, come sempre accadeva alla fine delle loro liti, incominciarono a palpeggiarsi e a fare l’amore.
Dopo, sdraiati su un letto dalle
coperte di seta rossa, rimasero per molti minuti in silenzio a guardare il
soffitto dipinto.
Indis respirava sommessamente, il marito la baciò sulla
fronte.
«Ho paura…» disse infine lei.
«Di cosa?»
«Tuo padre sta invecchiando… Le congiure
di palazzo non si contano. Abbiamo nemici dappertutto, dentro e fuori Creta»
«Ma siamo i più forti. La nostra
guardia reale è fidata, la nostra flotta domina i mari. Il regno è saldo, e lo
è anche la dinastia»
«Tu vedi tutto molto semplice, ma
non è semplice. Mi giungono voci ogni giorno su una possibile nuova gravidanza
di Pasifae. E il padre forse non è il re. Se fosse vero, si scatenerebbe
l’inferno»
«Ti preoccupi troppo di Pasifae»
Lei si appoggiò a un gomito:
«Pasifae rappresenta una fazione potente, quella degli stranieri Achei e dei mercanti che vogliono commerciare con i popoli del nord-ovest, invece che con quelli del sud est. Ormai il puro sangue minoico si sta perdendo. Stiamo diventando minoranza in casa nostra»
«Pasifae rappresenta una fazione potente, quella degli stranieri Achei e dei mercanti che vogliono commerciare con i popoli del nord-ovest, invece che con quelli del sud est. Ormai il puro sangue minoico si sta perdendo. Stiamo diventando minoranza in casa nostra»
«Non è affatto vero! Dai troppo
ascolto alle chiacchiere!»
«Le chiacchiere ? Quali chiacchiere ? Tutti dicono che
l’Impero di Creta è all’apogeo, che ha raggiunto il massimo splendore. Ma se è
così, allora non ci resta che la decadenza»
«Mia cara, il tuo pessimismo non
ha limiti. La decadenza può durare secoli, e accadere con tale lentezza che
nessuno se ne accorgerebbe»
Indis sospirò:
«Spero che tu abbia ragione. Ma il mio istinto mi dice che non è così»
«Spero che tu abbia ragione. Ma il mio istinto mi dice che non è così»
«Istinto! Ci vorrebbe più
razionalità da parte tua!»
«Le mie percezioni non mi hanno
mai ingannata. Devi stare in guardia. Soprattutto da Pasifae, da Circe e dai
loro amanti»
«Lo farò… ora dormiamo, cara…
siamo tutti molto stanchi…»
Nessun commento:
Posta un commento