Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
domenica 31 luglio 2016
Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 63. Le indagini di Jessica ad Hollow Beach.
Da uno dei balconi della India's House, Jessica Crimson poteva vedere la spiaggia di Hollow Beach ed il colore del mare, molto simile a quello dei suoi occhi.
Si era tinta i capelli di un biondo molto chiaro, e se li era fatti crescere molto lunghi, in modo da non essere riconoscibile.
Il risultato era stato stupefacente: si sentiva molto più bella e molto più sicura di sé.
E persino quel luogo incominciava a piacerle.
E' un posto piacevole, dopo tutto...
La casa era bella, ma sembrava che non fosse stata mai abitata dai padroni. Come se l'avessero comprata solo per affittarla.
L'arredamento era confortevole, ma essenziale. Comodo, ma senza alcuna concessione al lusso.
Sarei curiosa di vedere com'è l'appartamento di Harry.
Il giovane custode, figlio dei proprietari, le sembrava un personaggio bizzarro. Non era certo il suo tipo d'uomo, però la incuriosiva il fatto che facesse una vita così modesta e ritirata pur essendo figlio di possidenti.
Mi sa che anche lui è "in punizione". Eppure ha l'aria da ragazzo serio. Cos'avrà combinato per ridursi così?
La curiosità era tale che, quando la governante di Jessica, miss Dorothy, uscì per andare a fare provviste, lei decise di mettersi subito a indagare.
So come far parlare gli uomini.
Si presentò alla porta del bilocale a piano terra, vestita e truccata come se stesse per andare a un beach party.
Henry Oakwook comparve con aria vagamente seccata:
<<Tutto bene, Jessica? La casa è di tuo gusto?>>
Lei annuì, ma assunse l'espressione triste e imbronciata che di solito sollecitava l'atteggiamento protettivo dei maschi, anche di quelli più distratti.
<<Sì, Harry, ma è molto diverso rispetto alle vacanze che faccio normalmente. Questa è una zona troppo silenziosa. E poi... qui non conosco nessuno, non è che puoi darmi qualche consiglio?>>
Henry si accigliò:
<<In che senso?>>
Jessica scosse le spalle:
<<Che ne so? Quale spiaggia è più trendy. Quali sono i posti più più fighi. Insomma, quelle cose lì. Posso entrare?>>
Lui non era particolarmente entusiasta della cosa, ma si diede un certo contegno:
<<Ehm, sì, certo... c'è un po' di disordine>>
In effetti il soggiorno era piuttosto squallido, con libri accatastati alla rinfusa, lampade snodabili e pareti spoglie.
Deve essere uno studente pure lui. Ha la faccia da uno che fa il PhD.
Si sedette su un divano color crema, mantenendo l'espressione triste a cui nessuno poteva resistere.
<<Quanti libri! Che cosa studi?>>
Robert parve imbarazzato:
<<Niente... sono già laureato. Leggo per mio interesse personale>>
Lei dovette sforzarsi per non mostrare il suo disappunto per quell'evidente reticenza.
<<Ah, ecco... ma qui è un bilocale? Non vedo la cucina né la camera da letto, ci sono solo libri e divani...>>
Lui assunse l'espressione severa di chi sta chiaramente invitando l'interlocutore a farsi gli affari suoi, ma si sforzò di essere gentile:
<<La mia vera residenza è in mansarda, qui una volta c'era una specie di garage, che vorrei trasformare in una libreria e in uno studio, ma ancora sono indietro con i lavori>>
Barbara sorrise:
<<Ah, bello, verrà un bellissimo studio. Ma tu abiti qui anche d'inverno?>>
Henry capì che la ragazza voleva fare amicizia, mossa più che altro dalla disperazione per l'isolamento a cui i suoi l'avevano costretta, e questo gli fece tenerezza:
<<No, assolutamente, io abito in un monolocale a Manatthan, nella 59°, poco dopo Central Park. So che anche tu sei di Manatthan...>>
Lei finalmente sorrise, vedendo che Robert dava i primi segni di cedimento:
<<Sì, dell'Upper East Side, vivo con i miei genitori. Mio padre è avvocato e mia madre era una modella. Ho preso da lei la passione per la moda. E i tuoi dove vivono? Non vengono mai qui a Hollow Beach?>>
<<I miei vivono ad Albany. Un posto noiosissimo. Lavorano per l'ufficio del Governatore. Questa casa per loro è solo un investimento, non ci vengono mai. Me ne sono sempre occupato io>>
Ogni risposta di Henry era formulata in modo tale da lasciare in sospeso le informazioni più rilevanti, e questo suscitava curiosità a prescindere dall'interesse effettivo di quelle informazioni.
<<Ma tu che lavoro fai?>>
Henry si incupì nuovamente:
<<Mi arrangio... non ho un lavoro fisso. Per fortuna non devo pagare l'affitto. Insomma, riesco a cavarmela>>
Jessica aveva l'impressione che lui le stesse mentendo, ma evitò di indagare oltre.
<<Tra poco tornerà Dorothy. E' meglio che vada. Ma se non ti dispiace, domani ti chiederei di farmi da guida in questo posto. Io non saprei da che parte iniziare>>
Lui apparve di nuovo leggermente contrariato, ma si mantenne gentile:
<<Ok, d'accordo, a domani!>>
Mentre ritornava nei suoi appartamenti, Jessica si sentiva strana. Era la prima volta che un ragazzo non cadeva ai suoi piedi nel giro di dieci minuti.
Mah, questo tipo non è normale. Nasconde qualcosa.
A dire il vero, sembra che tutti, qui ad Hollow Beach, nascondano qualcosa.
Jessica decisa a scoprire i segreti di quello strano luogo, dove ognuno pareva saperla molto più lunga di quanto dava ad intendere.
Quando tornò dalla spiaggia, si fermò nuovamente da Henry.
Era intenzionata a raccogliere nuove informazioni.
Se non fa nemmeno un apprezzamento al mio costume, allora è veramente senza speranza.
L'apprezzamento invece era arrivato, seppure in una forma generica, dicendo che i suoi colori si adattavano bene al bianco della sabbia e all'azzurro del mare.
<<Qui l'ambiente è incontaminato, Jessica. Vuoi mettere queste spiagge libere e questo mare limpido rispetto al sovraffollamento di Long Beach?>>
Lei non era del tutto d'accordo:
<<Qui è una noia mortale! I miei mi hanno messo un tetto persino sulla ricarica dell'iPhone! E oltre tutto il Wi-Fi prende male! Mi sento tagliata fuori dalla civiltà, che poi è quello che voleva mio padre>>
Henry inarcò le sopracciglia:
<<Io ho un computer fisso che funziona benissimo. Se proprio sei in crisi d'astinenza puoi usare il mio>>
Lei gli rivolse uno sguardo che pareva quello di un naufrago all'apparire di una nave in lontananza:
<<Grazie! Mi stai salvando la vita! Perché la noia può veramente uccidere!>>
Lui annuì gravemente, come perduto in pensieri profondissimi:
<<Il taedium vitae...>>
Jessica sgranò gli occhi:
<<Cosa?>>
<<E' un'espressione latina, vuol dire, la noia della vita, è un concetto poetico e filosofico>>
Lei gli rivolse uno sguardo stupefatto, come se avesse davanti un extraterrestre, un marziano.
<<Latino? Poesia? Filosofia? Allora è questo il tuo problema!>>
Henry sostenne lo sguardo con severità:
<<Quale problema?>>
Lei cercò di usare parole non offensive, ma fallì:
<<Hai studiato troppo... e tra l'altro anche cose che non danno lavoro, ma con me puoi parlare liberamente, non devi vergognarti>>
Lui si fermò di colpo:
<<Io non mi vergogno affatto! E' il mondo che dovrebbe vergognarsi per non dare alcuna importanza alla cultura!>>
Jessica capì di aver fatto arrabbiare l'unica persona che avrebbe potuto alleviare la sua noia, per cui decise di battere subito in ritirata:
<<Scusa, non volevo offenderti. E' che mi era parso che tu non volessi parlare né dei tuoi studi, né del tuo lavoro e volevo capire il motivo... mi dispiace, mi perdoni?>>
E gli scoccò il famoso sguardo da cerbiatta.
Lui si rasserenò:
<<Non è niente, lo so che non volevi offendermi. Non parlo di me soltanto perché trovo che l'argomento sia privo di interesse. Ma capisco che qui, in mancanza d'altro, persino i miei studi potrebbero incuriosire. Ma non c'è niente di particolare, nessun mistero!>>
Ma dal tono in cui lo disse si capiva che era l'esatto contrario.
Forse anche lui è sul libro paga dei Burke-Roche. Potrebbe essere persino un Iniziato!
Era una diagnosi possibile, ma forse troppo affrettata.
In ogni caso, lui cambiò subito discorso:
<<Ecco, laggiù vedi la pineta. Qualcuno troppo ottimista ci ha piantato anche delle palme, che però si seccano regolarmente ogni inverno. I pini invece resistono, sono robusti. E soprattutto proteggono le case dalle mareggiate>>
Lei gli fu grata per aver cambiato discorso:
<<Devo dire che sto gradualmente rivalutando questo posto. Perché non passeggiamo sulla riva del lago interno?>>
<<Non è prudente. Ci sono zone malsicure. Sabbie mobili>>
Aveva pronunciato la frase in modo vagamente ironico, il che fece irritare Jessica ulteriormente.
<<Harry, sei peggio di Dorothy! Non è che per caso sei una guardia del corpo mandata da mio padre?>>
Lui rise, per la prima volta da quando lo conosceva.
<<Ah ah! Magari! Avrei sicuramente un ottimo stipendio!>>
Parlava, ma non la guardava.
Decise di provocarlo:
<<Ma tu non ti senti solo? Insomma, io non so come fai a rimanere tutta l'estate qua. Non hai degli amici? Una donna?>>
Lui sorrise:
<<I libri sono i miei amici, e la natura è la mia ragazza>>
Jessica sorrise:
<<Ah sì? Allora spiegami una cosa: come si fa a fare sesso con la "natura"?>>
Hnery rise di nuovo:
<<Con un po' di fantasia si riesce a fare tutto. Ora però è il mio turno a fare domande>>
Lei si allarmò, ma la domanda era del tutto banale:
<<Che dieta segui per essere così magra?>>
Jessica sapeva con i tipi come lui l'ironia era l'arma migliore:
<<Niente di particolare, evito di passare le giornate sdraiata sul divano a leggere libri di filosofia>>
Hnery sorrise:
<<Non ne dubito>>
E con quelle tre parole l'aveva di nuovo gelata.
Jessica era infuriata.
Scoprirò il tuo punto debole e ti toglierò quel sorrisino saccente dalla faccia!
Lui continuava a guardare l'orizzonte, ma pareva consapevole di aver detto una cattiveria.
Alla fine la guardò con un'espressione dolce:
<<Sei molto bella. Te l'avranno già detto un milione di volte, ma volevo dirtelo anch'io>>
Era un'offerta di pace e Jessica si affrettò ad accettarla.
<<Grazie>>
Ma c'era un elemento in sospeso, che inevitabilmente venne fuori:
<<Assomigli alla nipote di una delle signore più ricche di questa zona, lady Glynis Burke-Roche>>
Jessica fu percorsa da un brivido:
<<La regina delle cronache mondane e dei salotti! Sua nipote è molto più bella di me. L'ho vista qualche volta a New York, ma non la conosco. Non sono certo ricca come lei. Quella gente non si mescola mai con i comuni mortali>>
Henry la osservava con attenzione:
<<Non è per snobismo. E' che hanno molte disgrazie. Lady Glynis ha perso il marito, il figlio e la nuora in un incidente stradale di cui non sono mai state chiarite le circostanze. Poi aveva un'altra nipote, una certa Virginia, che partì per l'Europa anni fa, andava in Italia a studiare il latino e la filologia classica, ma non ha fatto più ritorno>>
Jessica si chiese fino a che punto il suo interlocutore fosse a conoscenza della verità:
<<E che fine ha fatto?>>
Lui sospirò:
<<E' morta anche lei. Dicono che si sia trattato di meningite, ma i Burke-Roche non hanno mai voluto parlare. Del resto ogni famiglia, ad Hollow Beach, cerca di essere riservata il più possibile. Non vogliamo che si sparga una cattiva nomea riguardo a questo luogo o ai suoi abitanti>>
Lei annuì:
<<Lo terrò presente>>
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