martedì 20 ottobre 2015

Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 15. La terra promessa



<<Seguitemi>> disse Edwina indicando i lunghi corridoi dei sotterranei di Alfarian <<ma fate attenzione: questa cripta è più antica del castello e cela molti brutti ricordi>>

Una scalinata lunga e ripida, illuminata da torce verdastre, conduceva fuori dalla cripta del castello.

Le fiaccole sembravano vivere di vita propria e assumere forme strane.

<<Non guardate le luci!>> ammonì Edwina <<sono tenute accese da un potente incantesimo>>



Waldemar percepì la potenza della magia di Atar su quel luogo.

Edwina pareva quasi volare al di sopra di essa, tanto era agile e veloce nel salire.

Anche Greta Van Garrett dette prova di grande agilità, a differenza del resto dei compagni di spedizione.



<<Quando arriveremo al livello del piano terra, troveremo finestre da cui osservare il sole della Nuova Terra>> chiese Waldemar.

<<E' quasi l'alba>> rispose Edwina <<ed è estate. L'inverno del nostro scontento si è fatto estate sfolgorante, sotto i raggi di questo sole di York>>

Fantasy Art:

bride to be  Fantasy Art:

<<Il sole della Nuova Terra è simile al nostro? La temperatura esterna è la stessa?>>

Edwina annuì:
<<Molto simile, ma più bianco. Alfarian è molto a nord e molto in alto, sui monti, per cui la temperatura è piuttosto fresca>>

Fantasy:

Il Consigliere Albedo, noto per il suo perfezionismo maniacale, si preoccupò di alcuni elementi che non tornavano:
<<Mi pare che qui siamo più a nord, rispetto alla posizione di Burg Hohenzollern da cui proveniamo>>

<<I continenti della Nuova Terra non sono identici a quelli della vostra e questo può far sembrare diverse le posizioni dei reciproci varchi e di conseguenza anche il clima.
Per questo i ghiacci artici sono più estesi, per la gioia dei Conti di Gothian, che hanno la signoria oltre il circolo polare>>

Waldemar aveva studiato bene le mappe della Nuova Terra.
Il territorio destinato agli Alfar era notevole, più o meno grande quanto gli Stati Uniti d'America.


Arrivarono finalmente al piano terra e attraversarono un lungo corridoio in stile misto tra il neogotico e il liberty. Gli archi a sesto acuto erano infatti ingentiliti da un biomorfismo quasi vegetale e floreale che appariva piuttosto esotico.
<<E' un contributo dell'arte degli Svartalfar. Sono Elfi, del resto, e il loro senso estetico è davvero notevole>>

Great Hall:

Le finestre, con ampie vetrate di alabastro, spesse e colorate, impedivano di vedere l'esterno, ma la luce era già intensa, anche se più bianca di quella della luce terrestre.
Terminato il corridoio, arrivarono in un salone da cui si dipartivano altre scale e numerose porte.
Edwina mostrò loro la Sala del Trono:
<<Qui in futuro siederanno i Re degli Alfar, discendenti di Atar e della secondogenita del nostro Waldemar, che si chiamerà Alice>>


Waldemar sapeva già tutto questo, ma non gradì affatto che persino il nome della sua futura secondogenita venisse pubblicamente annunciato come se fosse stato imposto dall'esterno.
Mi sta facendo fare la figura del burattino, ma io gliela farò pagare, prima o poi!
Per il momento si limitò a fare buon viso a cattivo gioco: non era certo il momento per aprire altri fronti di battaglia.
Edwina li guidò verso una veranda circolare, con un leggiadro colonnato.

ugh I WISH THIS WAS MY HOUSE.:

Da lì si poteva osservare un ampio panorama, comprendente montagne e boschi, ruscelli e torrenti e valli incantate di elfi e funghi.
Waldemar, nella sua gioventù, aveva viaggiato per la Selva Nera, scalandone le vette, e aveva navigato per i grandi e vorticosi fiumi della Germania, la terra dei suoi antenati paterni.

might be one of the most awesome castles I've ever seen. I soo want to incorporate this into something:

Quel paesaggio gli ricordava la Selva Nera e i fiumi germanici, come dovevano essere ai tempi dei suoi antenati.
Gli tornò alla mente un pensiero che spesso si era ripetuto ogni volta che si trovava di fronte ai luoghi che gli ricordavano la grande tradizione del passato.
Rispetta i tuoi antenati, perché tu sei il frutto di mille e mille amori.



<<Che te ne pare?>> chiese Edwina.
<<E' un luogo meraviglioso>> rispose Waldemar
<<Tra due giorni rimpiangerai gli agi tecnologici della Vecchia Terra>> ribatté lei.
<<Sono sopravvissuto a mesi di prigionia ad Estgoth>> fece notare lui.
<<Non è la stessa cosa>> lo rimbeccò la Dama Gialla.
<<Lo vedremo!>> concluse Waldemar e rivolse istintivamente lo sguardo a Greta Van Garrett.

Conto sul tuo aiuto, Greta, se vogliamo far abbassare la cresta alla Dama Gialla!
La dottoressa Van Garrett annuì con decisione.

Edwina sorrise, accettando la sfida implicita, poi si volse al seguito:
<<Ora vi mostro gli alloggi a voi destinati. Sono dotati di tutti i comfort, grazie all'aiuto fornitomi dal Signore Atar, mio padre.
Troverete cibo e ristoro.
L'attraversamento del Varco comporta una perdita di energia di cui non ci si accorge subito. Forse ora incominciate a sentirvi logori per i viaggi e per la molta stanchezza, ma stanotte, almeno, dormirete in pace>>

Waldemar annuì, traendo forza dall'Anello del Fuoco donatogli da Jennifer, che portava sempre al dito, ma per un istante il suo pensiero tornò alle persone che aveva lasciato sulla Terra e si sentì improvvisamente lontano da loro.
Il suo viaggio era appena iniziato, eppure gli sembrava di venire da lontano, da un lungo cammino, iniziato tanti anni prima. Aveva lasciato Londra a diciannove anni, aveva viaggiato molto, senza trovare pace in nessun luogo. Il suo viaggio era incominciato allora, vent'anni prima: per questo sentì di essere giunto a un traguardo, ai confini di un altro mondo.
Si sentì come Alessandro davanti all'Oceano Indiano e gli tornarono alla mente alcuni versi di una poesia che amava.
Nella provincia di Estgoth, "aspra e montana, filavano le vergini sorelle pel Dolce Assente la purpurea lana". Le tre sorelle Burke-Roche.
"E il tempo passa, e passano le stelle"
 Forse il momento di Jessica è arrivato.
Pensò a lei, e a sua madre, e alla bambina che stava nascendo, e si sentì in colpa per non essere con loro. 
Sono fuggito ancora una volta dalla mia famiglia...
Gli parve di vedere sua madre, poi nulla, nell'ultima sera.
Helena, in uno sogno smarrita, ascolta il cupo mormorio di un fonte. Ascolta, nella cava ombra infinita, le grandi querce bisbigliar sul monte.

4 commenti:

  1. E' stata piuttosto fredda l'accoglienza di Edwina!
    Nonostante le rassicurazioni di Waldemar io non credo che per tutti i partcepanti alla spedizione questo sia stato un'inizio incoraggiante: arrrivano in una terra del tutto sconosciuta, senza neppure il supporto della tecnologia, e l'unica persona che incontrano li fa sentire a malapena sopportati... qui se Waldemar non si inventa qualcosa, quelli vorrano sì tornarsene a casa in due giorni!
    Per una come Greta la sfida di una nuova avventura è stimolante ed interessante, ma mi chiedo che farà Waldemar che sta lì da due minuti e già si perde in pensieri nostalgici (che poi, proprio il momento del parto di Jessica doveva scegliere per andarsene? Insomma, più o meno la data della nascita non era così difficile da indovinare, con largo anticipo per giunta!)!
    Oltretutto non mi pare che nemmeno a Estgoth stesse così bene, tra cospirazioni e complotti vari, l'unica che gli potrebbe mancare potrebbe essere giusto la madre, ma non si sono visti per anni e non mi pare che si fosse fatto tanti probelmi, ed adesso è tutto nostalgico...
    Mi sembra piuttosto che a lui piaccia proprio crogiolarsi in questi pensieri e sentimenti un pò malinconici e tristi a prescindere dal concreto risvolto reale, speriamo che Greta gli dia una svegliata! ;D
    Ora che me l'hai fatto notare ho fatto molto più caso alle citazioni ed ai rimandi ad altri autori che compaiono nei tuoi capitoli, però se posso permettermi ( è ovviamente l'opinione di una che non ha la più pallida idea di come si scriva un romanzo e di quali siano le regole da seguire) in certi casi risultano un pò "dissonanti" rispetto al tono ed agli avenimenti che hai descritto, come nell'ultima parte in cui Waldemar ripensa alle tre sorelle che stanno ad Estgoth, insomma a parte Jennifer, non è che le altre siano così dolci e innocenti... e soprattutto non mi pare proprio che lo stiano aspettando con tanta impazienza, anzi!
    Insomma, l'immagine è molto bella ma mi pare poco coerente con la storia,.. ovviamente non è una critica, è solo una mia impressione da "profana" che può esser tranquillametne errata, ma magari può esserti utile: insomma, spero di non averti offeso in nessun modo, ma mi sembrava doveroso fartelo notare! :)

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    1. Ti ringrazio moltissimo per la lettura così attenta e precisa e per il commento così ampio e ricco di spunti di riflessione: è davvero un privilegio averti come lettrice, dico sul serio!!! *-* Edwina è un personaggio ambiguo e pericoloso: diventerà la tremenda Marigold e questa è una specie di palestra per lei. Le ho contrapposto un personaggio d'azione come Greta Van Garrett, che nei prossimi capitoli acquisterà un ruolo di primo piano! Mi fa molto piacere che tu abbia riconosciuto le citazioni e trovo che la tua osservazione sia fondata ed io stesso ho esitato a lungo prima di inserirla, ma poi ho deciso di farlo per una ragione che vorrei motivare. Il personaggio dal cui punto di vista il capitolo è narrato percepisce il senso di distanza dalla Vecchia Terra: sappiamo che Waldemar fa molta fatica a lasciarsi il passato alle spalle, e in generale il cambiamento incontra spesso delle resistenze, anche nelle persone apparentemente più "aperte". Come hai scritto, lui ha visione nostalgica del passato tale per cui questo passato viene mitizzato, e anche inventato. Diceva Garcia Marquez: "La vita non è quella che abbiamo vissuto, ma quella che ci ricordiamo e come ce la ricordiamo per raccontarla". Questa è una cosa molto comune tra i romanzieri che spesso tendono a trasferirla nei loro personaggi. Waldemar pensa alle sorelle J così come Alexandros pensava alle sue, nella poesia di Pascoli: è chiaro che sia Waldemar che Alessandro inventano e mitizzano. E' chiaro che hanno un rapporto conflittuale con la realtà, che tendono ad evadere: Waldemar ha abbandonato Jessica nel momento del parto. E' chiaro che lui non la voleva salvare, voleva liberarsene, ma questo era possibile solo andandosene via e lasciando campo libero a Vlad, che vedremo in azione nel prossimo capitolo. Anche il rapporto con la madre è falsato: Helena è una donna fredda, altera, che non ha fiducia nel figlio, in cui vede gli stessi difetti del padre, un marito che lei non giudica alla propria altezza. Tutto questo può apparire incoerente con l'azione, ma bisogna tenere conto del pensiero dei personaggi e dare spazio ad approfondimento psicologico dissonante. I personaggi d'azione sono quelli che portano avanti la trama, mentre i personaggi di introspezione sono quelli che, opponendosi, permettono di riflettere sulle tematiche che emergono. La lontananza era un tema da affrontare subito, per far sì che il lettore si soffermasse su ciò che è implicito: lasciare il passato, le persone conosciute e affrontare l'ignoto: è per questo che ho scelto l'Alexandros, che è la poesia che celebra il viaggio verso i confini del mondo. Ad Alessandro, proprio nel momento in cui arriva all'Oceano Indiano, coronando il sogno di una vita, succede qualcosa di strano: all'entusiasmo subentra una delusione (il divario tra sogno e realtà) e così i suoi ultimi pensieri vanno al passato, alle sorelle "nell'Epiro aspra e montana", luogo inospitale come Estgoth, e alla madre Olympias, la cui ambizione aveva spronato il figlio alla conquista del mondo, per poi alla fine perderlo e non rivederlo mai più, perché lui morì di febbre prima di poter fare ritorno a casa. Io capisco che per chi ama i romanzi d'azione questi elementi introspettivi possano apparire fuori luogo, però io credo che sia comunque preferibile lasciarli, perché proprio nella loro dissonanza invitano alla riflessione, che può benissimo essere una riflessione critica. Il romanzo ha tanti personaggi, non è importante che siano tutti simpatici, l'importante è che ognuno di loro sia coerente con il proprio carattere e con il proprio modo di porsi di fronte al mondo. E' il valore della diversità, che in ogni romanzo dovrebbe esserci: cerchiamo sempre di metterci nei panni di chi è all'opposto di ciò che noi siamo, è l'unico modo per cercare di rinforzare le nostre attitudini sociali e relazionali, almeno secondo il mio punto di vista: mettersi nei panni degli altri e di trovare le loro ragioni! Grazie mille!!! *-*

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    2. Guarda io spero davvero di non offenderti con i miei comenti, (non vederli assolutamente come una specie di critica al tuo lavoro, di cui come sai ho la massima ammirazione e rispetto) però dato che fai affidamento su di me come "lettore standard" credo sia in qualche modo mio compito farti notare i punti su cui magari il lettore medio può rimanere cofuso, questo senza nulla torgliere al fatto che protrei tranquillamente sbagliare.
      Io credo di aver capito bene quale sia la personalità e l'atteggiamento di Waldemar nei confronti della vita, capisco anche che il suo istinto sia quello di rifugiarsi in un mondo "illusorio" più confacente al suo carattere e non ritengo affatto che un persoanggio del genere sia fuori luogo (anche se di certo tendo a preferire caratteri più forti e vivaci), anzi credo che questo sia anche un'elemento che rende il romanzo più interessante, perchè mettere uno con un carattere così meditabondo e "poco carismatico" a capo di un esercito ed infilarlo in una serie di situazioni da cui dipende il futuro dell'umanità di certo rende tutta la storia più interessante e intrigante.
      Il mio commento sulla citazione dell'Alexandros si basava su una semplice constatazione temporale: Alessandro era rimasto lontano da casa per mesi e per di più si trovava ad affrontare un territorio inospitale e sitazioni climatiche che non riusciva a gestire dopo mesi di marcia e di battaglie, è del tutto comprensibile che tendesse ad idealizzare casa e famiglia, Waldemar invece ha appena attraversato il varco, si trova in un bel castello cirocndato dai boschi con tanto di comodità: al momento può esser un pò spaesato ma tutta questa malinconia mi sembra eccessiva anche per uno come lui! Tutto qui! :)
      Insomma, quella citazione secondo me ci sarebbe stata meglio magari dopo che lui e l'esercito fossero rimasti lì per un pò ed avessero superato difficoltà e scontri...
      Spero che tu non abbia frainteso la mia posizione (probabilmente sono io che mi sono espressa male nei commenti), io ammiro di più deteminati personaggi, mentre altri mi stanno meno simpatici, ma sono ben consapevole della necessità e del valore della diversità, anzi la apprezzo moltissimo sia nei romanzi che nella vita, senza la quale tutto sarebbe veramente molto noioso!
      Per concludere, ti prego di prendere i miei commenti con leggerezza perchè innanzi tutto provengono da una non-addetta ai lavori, ed in ogni caso non esprimono mai una critica nei confronti del tuo lavoro, è più che altro un pour-parlè che spero ti possa essere utile in qualche modo! :)

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    3. Sì, è una giusta osservazione quella del divario temporale tra la fine del viaggio di Alessandro e l'inizio del viaggio di Waldemar. Due aspetti mi avevano fatto collegare queste situazioni: il primo è il fatto di trovarsi su un altro pianeta... per gli altri è stato solo il passaggio di un varco, ma per Waldemar aprire il Varco è stato il coronamento di mesi e mesi di preparazione, dall'Iniziazione in avanti, quindi è una meta raggiunta, anche è l'inizio di un'altra avventura; il secondo motivo è perché lui in fondo si sente in colpa di avere lasciato Jessica e il resto della sua famiglia e ha bisogno di avere di loro una visione consolatoria. Probabilmente per rendere meglio quest'idea si possono inserire alcuni pensieri per chiarire il nesso che avevo intravisto con il finale dell'Alexrandros.
      I tuoi commenti sono importantissimi e sempre molto ben argomentati, per cui li tengo nella massima considerazione, anche per la stima personale nei tuoi confronti^^ ;-)
      Vedo tra l'altro che concordiamo sul valore della diversità all'interno dei gruppi, quindi c'è la condivisione di un punto di vista molto importante, così come anche l'idea che queste avventure tocchino a un personaggio che ne farebbe volentieri a meno, e forse gli toccano proprio per questo, perché spesso è bene che il potere lo abbiano persone che non l'hanno cercato, perché invece i politici di professione o in generale gli uomini di potere, quando lo raggiungono ne abusano, e anche su questo siamo d'accordo e abbiamo avuto modo di scambiarci le nostre impressioni varie volte. ;-)
      Direi che in questo caso mi riservo di riflettere un po' sul finale ed eventualmente introdurre qualche modifica che possa giustificare l'accostamento di due situazioni apparentemente così lontane tra loro. Tra l'altro anche nel capitolo in cui Waldemar attraversa il Varco, avevo citato la parte iniziale dell'Alexandros e anche la parte centrale nel momento in cui parla con Edwina e dice: "Io non sapea di meta allor che mossi" e qui il significato è "Io non avrei mai immaginato di arrivare in un altro pianeta, quando fui mandato in esilio ad Estgoth".
      Ecco, pensiamo a Waldemar come a "un uomo che viene da lontano" nel senso che il suo viaggio era iniziato molto prima: era iniziato quando aveva esplorato le foreste della Germania, quando era stato in guerra nel deserto, quando aveva conosciuto Virginia Dracu in Italia durante un dottorato di ricerca e infine quando aveva rinunciato alla sua carriera diplomatica per contrasti politici col ministro Kaiserring. Ecco questo è il suo lungo viaggio, che lo ha portato fin qui... e a questo punto, che è nel contempo la fine di una fase della sua vita, quella del "ramingo" (pensiamo ad Aragorn, che fu ramingo per tanti anni) e l'inizio di una nuova fase, quella del "re" di un nuovo mondo ("metti da parte il ramingo, diventa ciò per cui sei nato" direbbe Elrond^^). In questo momento di passaggio lui sente che qualcosa è cambiato, che lui non è più quello di prima, non lo sarà mai più e che, anche se tornerà dalla sua famiglia, la guarderà con occhi diversi. *-*

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