mercoledì 24 settembre 2014

Geopolitica. I gruppi jihadisti islamici e i fronti di combattimento: mappe


La mappa qui sopra va aggiornata considerando che nel 2014 vi è stato un nuovo intervento su Gaza ed è in corso in questo momento un intervento militare guidato dagli Stati Uniti contro l'Isis, l'autoproclamato califfato islamico che controlla parte della Siria e dell'Iraq. Ma il Medio Oriente non è l'unico fronte di combattimento dei terroristi islamici che combattono il jihad, la guerra santa contro i non-islamici. Gli altri fronti caldi sono quelli al confine tra Libia, Algeria, Niger e Mali, così come quello interno alla Nigeria, tra il nord mussulmano e il sud cristiano. A questi fronti caldi si aggiungono quelli in cui i fondamentalisti islamici combattono da trent'anni e continuano a tenere in scacco gli stati sovrani e le coalizioni internazionali: il confine tra Afghanistan e Pakistan, quello tra Yemen, Arabia Saudita e Oman, quello tra Somalia, Etiopia e Kenya, quello tra il Sudan e gli stati circostanti e infine quello interno all'Indonesia e alle Filippine. Le reti delle organizzazioni terroristiche del jihad islamico hanno tentacoli ovunque: nel Caucaso, nei Balcani e nella stessa UE.





Ambiguo è il ruolo della Turchia, che pare favorire l'Isis in funzione anti-curda e anti-siriana.



In Siria il presidente Assad controlla solo una parte del territorio statale, sconvolto da anni di guerra civile.



Nessun commento:

Posta un commento