sabato 26 luglio 2014

Vita et Victoria

Non sappiamo con precisione il momento in cui è scomparso.
 L'allarme è stato dato con grande ritardo. I vicini di casa hanno detto che conduceva una vita così appartata che era quasi impossibile sapere se fosse in casa o meno. Non sapevano nemmeno chi fosse, cosa avesse fatto, cosa avesse detto e soprattutto cosa avesse scritto, ma del resto tutto ciò è coerente con la sua personalità schiva e sostanzialmente misantropa. 
E comunque ha sempre usato uno pseudonimo e ha lasciato precise disposizioni per tutelare il suo vero nome.
Ora però la situazione si complica.
Stiamo cercando una persona scomparsa, un uomo di quarant'anni, famoso, ma con un nome diverso dal suo.  L'unica cosa che sappiamo è che si è allontanato da casa senza dire niente a nessuno, senza lasciare alcuna indicazione, alcuna motivazione. 
La notizia della sua sparizione è stata data con ritardo.
L'unico contatto regolare era con la sorella Vittoria, con cui si sentiva per telefono la domenica pomeriggio.
Domenica scorsa la signora Vittoria però non ha ricevuto la solita telefonata delle 14 in punto e si è allarmata.
<<Vede, mio fratello è una persona abitudinaria. Fa sempre le stesse cose, alle stesse ore. Credo che questo lo rassicuri, lo faccia sentire protetto, in qualche modo. Gli dia l'illusione di avere il controllo della sua vita>>
<<Ma davvero non ha altri contatti?>>
<<Oh, be', sono in molti a cercare di contattarlo, ma lui fa di tutto per non essere trovato, per non essere disturbato. Dice che un uomo, dopo i quarant'anni, ha diritto di non sprecare il proprio tempo con persone che non gli interessano. Non credo che gli si possa dare torto>>
<<Quindi non aveva amici?>>
<<Ne ha, ma li tiene a distanza. E' come se avesse tracciato un cerchio intorno a sé, una barriera invalicabile, e non permette a nessuno di entrarci, nemmeno a noi parenti. Non so se abbia delle frequentazioni sotto pseudonimo, l'unica cosa che so per certo è che di pseudonimi ne ha molti, ma li chiama in un altro modo, adesso non ricordo esattamente... diceva che anche un altro scrittore faceva così, un certo... aspetti... non mi viene... un certo... un portoghese, insomma...>>
<<Pessoa?>>
<<Ecco, bravo, proprio lui! Pessoa. Dice che i suoi non erano pseudonimi, ma... usava un altro termine, una cosa un po' strana...>>
<<Eteronimo?>>
<<Eteronimo! Bravo, vedo che lei è preparato, al contrario di molti altri giornalisti. Sa, mio fratello odia i giornalisti>>
<<Lo so. Ma suo fratello odia quasi tutto il genere umano>>
<<Ah ah! Più che odiare, diciamo che gli dà fastidio. Mi dice sempre: "non capisco perché nei film americani o in certi romanzi, il protagonista si dia tanto da fare per salvare l'umanità">>
<<Non so se lui sarebbe contento di queste rivelazioni>>
<<E' la prima intervista che concedo su mio fratello, e solo perché è non ho notizie di lui da oltre una settimana. Non mi fraintenda, a me piacerebbe essere intervistata, ne avrei tante da raccontare, ma lui non vuole. Lui è ossessionato dalla privacy. Mi ha specificamente vietato di divulgare il suo vero nome di battesimo, per cui anche adesso dovremo parlare di lui usando il suo eteronimo più famoso, Robert Wood, quello che compare nelle copertine dei suoi libri, sotto una foto che non è la sua>>
<<E di chi è?>>
<<Non ne ho idea. Non me l'ha mai voluto dire. In generale non ama che gli si facciano domande riguardo a tutto ciò che rientra nella sua privacy>>
<<Perché tanto mistero?>>
<<Perché ha paura>>
<<Di cosa?>>
<<Di perdere la sua libertà. E non dico solo la libertà personale, ma anche il diritto di opinione, il diritto di parola. Dice che nel nostro paese le parole sono punite più duramente dei fatti>>
<<E' vero. La penso così anch'io. Forse dovrei adottare anch'io un eteronimo. Ma ora torniamo alla vicenda della sparizione. Mi dica, Vittoria, quando è stata l'ultima volta che ha parlato con suo fratello e cosa vi siete detti?>>

(continua)

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