venerdì 13 giugno 2014

Gothian (seconda edizione). Capitolo 8. Alienor e Marigold ad Elenna.



Alienor era stata accolta ad Elenna sul Dhain, con tutti gli onori che spettavano al suo rango.
 Il governatore della città, lord Hubert Laendrics di Udsen, un fedelissimo di suo padre, l'aveva accompagnata fino al Palazzo Reale.



La Principessa Reale era molto amica con la famiglia di Lord Hubert, in particolare con sua moglie, Ingrid, una donna molto bella e gentile e con suo figlio Gahel, un giovane cavaliere per il quale si era presa un'infatuazione.
Incontrarli di nuovo era stato inizialmente molto piacevole, perché Ingrid aveva organizzato un'accoglienza in grande stile. Ser Gahel si era comportato molto bene, ma il suo atteggiamento era cambiato quando aveva visto Marigold, come se lui e la Dama Gialla avessero maturato una particolare reciproca simpatia.
Questo non piaceva affatto ad Alienor, la quale, per prendersi una rivincita, si presentò alla cena ufficiale vestita come una regina. Aveva chiesto espressamente che le venisse portata come sedia quella abitualmente riservata a suo padre. Con questo aspetto principesco, e più maturo, era riuscita a suscitare finalmente l'attenzione dei commensali, ma non di Ser Gahel.


Irritata per la scortesia del giovane, si rivolse al governatore, che stava all'altro capo della tavola:
<<Lord Hubert, non sapete quanto sono felice di essere tornata ad Elenna! Odio il soggiorno estivo ad Alfarian. Ma ditemi, è vero che, prima che io nascessi, mio padre trascorreva qui tutte le estati?>>
Era una domanda retorica, ma il suo scopo era dirigere la conversazione come una vera sovrana.
Lord Hubert rispose con molta cortesia:
<<Certamente, Vostra Altezza! Sin dall'epoca in cui vostro padre era ancora il principe ereditario. Egli amava questa città più di qualunque altro luogo al mondo. Ma erano altri tempi, mia principessa, tempi di pace e di sicurezza>>
Alienor sorrise, perché si era aspettata una risposta del genere e aveva in serbo la vera domanda: <<Ritenete anche voi che la città di Elenna non sia più al sicuro?>>
A quel punto l'attenzione dei commensali era tutta concentrata su di lei e sul governatore.
Marigold fingeva di essere molto impegnata a sezionare una fetta di vitello al sangue.
Lord Hubert si fece serio: <<Altezza, voi sollevate una questione molto delicata. La sicurezza di Elenna è la mia primaria responsabilità, in assenza del Re, e posso dire che la città non si farà più prendere alla sprovvista, come diciassette anni fa, durante la Primavera di Sangue>>



<<E allora perché, secondo voi, mio padre preferisce stare ad Alfarian? Se è vero che siete il suo migliore amico, saprete bene le sue motivazioni...>>
Lord Hubert le indirizzò uno sguardo severo, ma la cortesia lo obbligava a rispondere:
<<Voi sicuramente sapete che io e vostro padre eravamo qui, il giorno in cui Sephir Eclionner e le sue legioni cinsero d'assedio Elenna. Vedemmo arrivare le navi, mentre le mura a sud già erano circondate dai Lathear, pronti a tutto per saccheggiare la capitale del nostro regno. Kerelik  fece subito accendere il fuoco nella torre del faro, per segnalare il pericolo alle roccaforti sulle colline. Sapeva che i rinforzi ci avrebbero messo almeno un giorno ad arrivare, e per questo, sebbene fosse ancora un ragazzo, organizzò una difesa esemplare. Si batté come un leone, senza risparmiare energie. Quando finalmente arrivarono le truppe degli Albini del Conte di Gothian, vostro padre era stremato. Era stato ferito ed aveva la febbre, e nonostante questo volle partecipare alla battaglia decisiva. Lo spettacolo a cui assistemmo era già terribile di per sé, ora immaginate come poteva esserlo nel delirio della sua febbre. Egli vide, o forse credette di vedere, qualcosa che lo sconvolse, qualcosa di terribile, che da allora divenne come un'ombra sulla sua vitaMa vi prego di non chiedermi altro...>>
<<Padre!>> intervenne a quel punto Ser Gahel <<non potete tirarvi indietro proprio adesso che ci avete incuriositi!


Cosa vide re Kerelik? Vi avrà pure accennato a qualcosa?>> e piantò gli occhi sul padre con aria decisa.
Lord Hubert fissò prima il figlio, poi la principessa e infine il suo sguardo cadde su Marigold di Gothian, l'unica commensale che teneva lo sguardo fisso sul piatto.
<<Non sono autorizzato a rispondere. Un dovere di discrezione mi impone il silenzio. Ma la Contessa di Gothian qui presente potrebbe forse chiarire alcune cose che io stesso vidi e non riuscii a spiegarmi>>
A quel punto Marigold alzò lo sguardo e lo puntò sul governatore di Elenna:


<<Non so come potrei esservi utile, Lord Hubert, dal momento che mi trovavo a Gothian, quel giorno>>
<<Voi sì, ma vostro marito ha combattuto a fianco di Kerelik>>
<<Certo, e gli ha anche salvato la vita! Kerelik non avrebbe dovuto combattere in quelle condizioni, si reggeva in piedi a malapena, mi è stato detto>>
Lord Hubert annuì:
<<E vi è stato detto chi tentò di ucciderlo?>>
Marigold mantenne lo sguardo fisso su di lui:
<<Non è un segreto! Fu Sephir Eclionner, il Principe della Corona imperiale dei Lathear! E mio marito lo uccise!>>
E qui Lord Hubert scosse lentamente il capo, e poi sollevò l'indice della mano destra e lo fece oscillare lentamente ai lati:
<<No, milady, non è quello che io ho visto...>> aveva le pupille dilatate e pareva come stregato <<Il Conte Fenrik duellò con Sephir Eclionner, e lo ferì gravemente a una gamba, ma non lo uccise. Quando era sul punto di sferrargli il colpo mortale, si fermò improvvisamente, con lo sguardo rivolto al cielo. Poi chiamò a raccolta alcuni Albini, che coprirono la visuale. Io non so che cosa accadde dopo, perché dovetti combattere ancora, ma so per certo che il cadavere di Sephir Eclionner non è mai stato trovato!>>
Marigold non batté ciglio e replicò con voce ferma:
 <<Quasi cinquemila Albini sono morti per salvare questa città e questo regno! E invece di essere ricordati come eroi, sono oggetto di denigrazione!>> e poi si voltò e guardò tutti i commensali ad uno ad uno, compresa Alienor, che si era enormemente pentita del vespaio sollevato con la sua inopportuna domanda. E poi si fermò su Ser Gahel, e gli disse: <<Immagino che voi sareste pronto a dare la vita per la salvezza di questa città, ma non illudetevi di essere ricordato con onore. Avete visto e sentito come Elenna tratta i salvatori della patria!>>
Detto questo si alzò, sbatté il tovagliolo sul tavolo e se ne andò.
Ser Gahel la seguì, chiedendole scusa a nome del padre, ed entrambi scomparvero dalla sala. Le loro voci svanirono lentamente.
Alienor vide che Lord Hubert era come inebetito.
I commensali borbottavano tra loro, commentando la scena.
Ingrid, a fianco a lei, le sussurrò: <<Io so cosa guardava il Conte Fenrik... c'era un demone che aleggiava su Sephir, che impartì degli ordini che non potevano essere ignorati.



Il Conte di Gothian si inchinò, lo ascoltò e poi fece portare Sephir in salvo dai suoi Albini, verso sud, verso la Selva Nera>>
Alienor era sconvolta:
<<Come potete credere a una cosa simile? Ci sono testimoni?>>
Ingrid sospirò:
 <<Ce ne sono molti, e hanno visto anche molti altri eventi inspiegabili. Sono accadute cose ben peggiori da allora... quegli Albini... le loro tombe... loro erano ancora... insomma, loro non sono realmente...>>
Il silenzio calò tra i commensali:
<<Ora basta!>> tuonò Ser Hubert <<Sono solo leggende! La verità, mia principessa, è che eravamo tutti troppo sconvolti, quel giorno. Chi è sopravvissuto alla Primavera di Sangue ha portato con sé il ricordo di orrori indicibili. Come disse un poeta dell'era leggendaria, prima del Grande Cataclisma: "Ciascuno di noi porta con sé i propri fantasmi. Quisque suos patimur manes". E questo ha creato leggende nere, ha fatto nascere dicerie assurde che hanno amareggiato il Conte di Gothian e la memoria dei caduti Albini. Vogliate porgere le mie scuse alla Contessa Marigold, io... io sono desolato per quello che ho detto>>
Ma più che desolato appariva molto impaurito.
Alienor si voltò verso Ingrid, la quale con l'indice sulla bocca le fece segno di tacere, e poi lo roteò, come per rimandare al giorno dopo il resto del discorso.

Ma la mattina successiva Ingrid non si presentò a colazione. Ser Hubert si scusò dicendo che la moglie era indisposta. Ser Gahel si mostrò invece particolarmente gentile e allegro, e promise ad Alienor che l'avrebbe scortata nel viaggio. Questa notizia le diede un leggero sollievo, dopo una notte insonne e spaventosa. Persino Marigold appariva tranquilla e serena come se nulla fosse successo.

Eppure qualcosa è successo, fu il pensiero di Alienor mentre assisteva ai preparativi per la partenza. Il viaggio sarebbe proseguito per nave lungo il Dhain, quel fiume enorme che era stato tinto di porpora, una primavera di diciassette anni prima.







N.d.A.

Elenna sul Dhain è rappresentata con una mappa rinascimentale della città di Mantova.
Il palazzo di Elenna sul Dhain è St. James Palace di Londra.
Alienor di Alfarian è Tamzin Merchant nel ruolo di Catherine Howard ne "I Tudor", "Tudors".
Ser Hubert, ser Gahel e lady Marigold sono rappresentati come fantasy art in riferimento ad alcuni membri della famiglia Lannister.
Il demone è rappresentato da una immagine del film "Le roi danse" e rappresenta Luigi XIV.


2 commenti:

  1. Mi sto ripassando il tuo romanzo man mano che ripubblichi i capitoli, ed in effetti ad una seconda lettura la storia appare molto più chiara fin dall'inizio! E mi sono accorta che ricordo molti più dettagli di quenti immaginassi! :)
    Fai bene a pubblicare i capitoli con più calma rispetto a prima, così si può seguire il romanzo con più tranquillità, ricordo che lo scorso anno ero quasi ossessionata dal doverlo finire! ^^

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    1. Quello che scrivi mi fa un enorme piacere! Già il fatto che ti sia venuta voglia di ridargli un'occhiata una seconda volta è per me un grande onore! Ho cercato di rendere più chiaro il testo, perché rileggendo a distanza di ormai due anni mi sono accorto che c'erano molte cose troppo complesse e lasciate sottintese, a tal punto che persino io facevo fatica a raccapezzarmi :-D Certo, in una seconda lettura, quando si sa già come va a finire, si ha modo di leggere con più serenità e con più attenzione ai particolari, almeno a me succede sempre così, ed è per questo che molto spesso rileggo più di una volta i testi che ho trovato di qualche interesse. Quindi veramente, questo tuo commento mi riempie di gioia al di là di quanto tu possa immaginare, perché per chi scrive un romanzo, quel romanzo finisce per essere quasi come un figlio che vive una sua vita propria e che incomincia a camminare con le proprie gambe e dunque gli apprezzamenti assumono un valore straordinariamente elevato! Quindi, veramente, grazie di cuore!!!

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