Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
lunedì 12 maggio 2014
Estetica dell'abbigliamento: comunicazione, seduzione, feticismo e gioco vs praticità
Un'analisi della funzione estetica dell'abbigliamento deve tenere conto di tutte quelle finalità che non rientrano in quella strettamente pratica. Chi concepisce l'abbigliamento soltanto come un puro mezzo per difendere il corpo dai rischi derivanti dall'ambiente naturale, ne ha una visione esclusivamente pratica. Ora, per quanto una persona possa dire di non tenere all'aspetto e di non dare importanza al valore estetico dell'abbigliamento, in realtà è quasi impossibile che non ne tenga conto. Ci sono infatti degli elementi imprescindibili che determinano la scelta dell'abbigliamento in maniera tale da andare oltre la mera praticità. Questi elementi si possono raggruppare in quattro grandi insiemi, che possono intersecarsi tra loro e che sono creati sulla base di quattro finalità fondamentali:
1) La funzione comunicativa dell'abbigliamento
2) La funzione seduttiva dell'abbigliamento
3) La funzione feticistica dell'abbigliamento
4) La funzione ludica dell'abbigliamento
La funzione comunicativa è quella che più si avvicina all'aspetto pratico, ma nel contempo se ne differenzia perché rappresenta una risposta all'ambiente sociale e culturale, non quindi a quello naturale.
Una delle primissime funzioni comunicative dell'abbigliamento, emersa fin dagli albori della storia dell'umanità, serviva a comunicare il ruolo sociale dell'individuo nella comunità, offrendo agli altri le informazioni necessarie per rapportarsi con lui in modo adeguato.
Tali informazioni riguardano delle macrosfere essenziali quali per esempio:
a) Determinazione del sesso / genere: maschio o femmina
b) Determinazione della classe sociale di appartenenza
c) Determinazione della professione
d) Determinazione dello stato giuridico: celibe / nubile / coniugato / vedovo
e) Determinazione delle inclinazioni sessuali: eterosessuale / bisessuale / omosessuale / transessuale
f) Determinazione dell'età personale
g) Determinazione delle inclinazioni caratteriali e di personalità: conformista /anticonformista ecc.
Insomma l'abbigliamento è una carta d'identità che noi mostriamo continuamente agli altri, anche quando non ne siamo consapevoli.
Nessuno può eludere la funzione comunicativa dell'abbigliamento, perché il primo assioma della comunicazione, così come lo ha formulato Watzlavick nel 1971, è che è impossibile non comunicare.
Anche il silenzio, l'indifferenza, la distrazione, la noncuranza, la sciatteria o la mancanza di volontà comunicative sono comunque degli atteggiamenti che comunicano qualcosa, a prescindere dall'intenzione del soggetto.
La funzione seduttiva è una conseguenza, voluta o non voluta, della funzione comunicativa, e questo vale in generale, non solo nell'ambito dell'abbigliamento e della moda.
Una persona può risultare attraente o ripugnante a seconda di come sceglie di abbigliarsi.
Naturalmente l'attrazione o la repulsione sono concetti relativi, cioè cambiano a seconda del contesto e del destinatario del messaggio comunicativo estetico insito nell'abbigliamento, anche contra et ultra intentionem.
Può essere vero senz'altro che una persona si vesta in un certo modo senza avere in mente di sedurre qualcuno, eppure spesso ciò avviene. Ma avviene anche il contrario, un soggetto può abbigliarsi in una certa maniera sperando di sedurre qualcuno e invece non ottiene alcun effetto, oppure ottiene addirittura, paradossalmente, l'effetto opposto.
Forse si dà troppa importanza a questo aspetto, specie nell'abbigliamento femminile, dove spesso prevalgono le altre due funzioni che ho indicato e cioè quella feticistica e quella ludica.
La funzione feticistica è fondamentale ed è sempre esistita, proprio per lo stretto legame tra estetica, psicologia e piacere veicolato da un oggetto.
I capi di abbigliamento sono potentissimi veicoli di piacere feticistico, cioè di piacere che si manifesta attraverso un oggetto che in sé non ha una valenza sessuale, ma che diventa il veicolo di una libido che è stata trasferita dall'organo sessuale ad altri organi e ad altre entità fisiche e situazioni contestuali.
A volte basta solo possedere questo oggetto, osservarlo, tenerlo a portata di mano, metterlo in evidenza oppure nasconderlo, ma certamente il feticcio diventa un potente veicolo di piacere, inteso in senso lato, nel momento in cui viene indossato o visto indossare da qualcun altro.
L'esempio più classico è quello delle scarpe, che sono un feticcio sia per chi le indossa (soprattutto se è donna), sia per chi le vede indossare (soprattutto se è uomo).
Infine vi è la funzione ludica, cioè il puro divertimento che si prova nell'abbigliarsi. E' un aspetto che è cresciuto nell'ultimo secolo, con l'avvento della società dei consumi, che permette alla grande maggioranza delle persone di poter acquistare capi di abbigliamento e abbinarli per costruirsi un'immagine che può variare a seconda degli stati d'animo, delle intenzioni, dei gusti, della moda, ma anche del puro e semplice gioco del creare un outfit così come si potrebbe creare un piatto gastronomico o un'opera d'arte.
Certamente le donne hanno una maggiore propensione verso questo aspetto, e anche una maggiore possibilità di scelta e di variazione, ma ultimamente la moda sta andando in una direzione tesa a permettere anche ai maschi di poter avere maggiori opportunità espressive e ludiche nel campo dell'abbigliamento.
Tutte le quattro funzioni non strettamente pratiche che ho esaminato sono tali da coesistere tra loro e da bilanciare e a volte addirittura rendere secondaria la praticità dell'abbigliamento. Frequentemente accade che ognuno di noi scelga un abbigliamento non pratico e non comodo perché ritiene consapevolmente che le funzioni comunicative, seduttive, feticistiche e ludiche siano più importanti e spesso lo sono davvero.
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