giovedì 5 dicembre 2013

Young Victoria: vizi privati e pubbliche virtù.



"Una donna perbene, sia essa una lady o una contadina, non prova alcun piacere nel compiere il suo dovere coniugale". Questa era una delle frasi stereotipate che andavano di moda durante l'età vittoriana. Nessuno poteva immaginare che la regina, pur dietro la maschera solenne che si era imposta prima per far contento il bigotto marito Albert e poi per manifestare al mondo intero il suo dolore di vedova, la pensasse all'opposto.
I suoi diari e la sua corrispondenza hanno svelato il clamoroso equivoco: Vittoria era una donna dai fortissimi appetiti sessuali, il cui unico inconveniente erano le gravidanze, che la regina detestava, così come detestava i suoi figli e i bambini in generale.
Sì, perché se si va a vedere la biografia reale di Victoria Alexandrina di Hannover (1819-1901), ci si rende conto che la sua vita ebbe ben poco di "vittoriano".
L'infanzia e l'adolescenza, a Kensington Palace, erano state scandite dai pessimi esempi della madre omonima, la duchessa Victoria di Kent, che conviveva more uxorio con l'ambizioso e rude maggiordomo John Conroy, che secondo molti era il padre naturale della futura regina.



Quando Vittoria colse la madre e il maggiordomo in flagrante delicto rimase sconvolta non tanto per l'atto in sé, quanto per le ombre che quella relazione gettava sulla legittimità della sua nascita e quindi del suo diritto di successione.
Ma emerge anche una certa invidia per il libertinaggio della madre, dovuta ad una sessualità repressa per diciotto anni, e sopratutto un senso di esasperazione per essere controllata costantemente e di non poter decidere autonomamente della propria vita.
Madre e figlia erano rivali su tutto e non era un mistero che, se lo zio re Guglielmo IV fosse morto prima del diciottesimo compleanno di Vittoria, la madre sarebbe divenuta reggente ed il maggiordomo Convoy si sarebbe impadronito del potere.
Guglielmo IV di Hannover, re di Gran Bretagna e Irlanda dal 1830 al 1837 era, a detta dei suoi stessi amici: "per un quarto un brigante e per tre quarti un buffone".

File:William IV.jpg

In effetti il vecchio sovrano aveva un carattere infernale, come tutti gli Hannover del resto, ed aveva preso dal padre una vena di follia e dal fratello un ego smisurato, senza però avere il carisma dei suoi predecessori. Erano tristemente, ma anche comicamente, noti i discorsi con cui tediava i suoi ospiti a St. James Palace, al termine della cena, quando era già completamente ubriaco.
Negli ultimi anni il tema principale, anzi l'unico, dove le sue orazioni alcoliche andavano a parare era sempre lo stesso: l'indegnità del comportamento della cognata Victoria di Kent, che certamente si meritava tutte le critiche del re, ma che aveva la stupidità di volergli tener testa in quelle sceneggiate che lasciavano la corte senza parole.
Uno spettacolo da osteria di fronte al quale la giovane Vittoria sviluppava sentimenti di puro e giustificato disprezzo nei confronti sia della madre che dello zio, con la differenza però che nei confronti della madre nutriva solo odio, mentre allo zio re riservava una misericordiosa compassione, non fosse altro per il fatto che il vecchio, dopo aver perduto le sue figlie legittime, aveva sviluppato, a suo modo, una certa simpatia per quella nipote su cui tutte le speranze e tutti i timori del Regno Unito si stavano concentrando.
Politicamente la giovane Vittoria era liberale, più che altro perché i conservatori puntavano tutto sullo zio Ernesto Augusto di Hannover, duca di Cumberland, fratello minore del re e del defunto duca di Kent.

File:Ernest Augustus I of Hanover.PNG

Il Duca di Cumberland era potentissimo e tra le altre cose era diventato anche Gran Maestro della Massoneria britannica.
L'unico ostacolo che si frapponeva tra lui e il trono era la nipote Vittoria e si pensa che gli attentati che ella poi subì nei primi anni di regno fossero stati commissionati dallo zio, che era stato relegato nell'Hannover, a rodersi il fegato per le frustrate ambizioni.
In questa precaria situazione, la giovane Vittoria aveva solo tre punti di riferimento sicuri: la propria governante, baronessa Louise Lehzen; lo zio materno Leopoldo, re del Belgio e il primo ministro liberale Lord Melbourne, del quale la ragazza si era infatuata.

File:Princess Victoria and Dash by George Hayter.jpg

Il problema era che queste tre persone la pensavano diversamente su tutto e questo disorientava ancor di più la ragazza, che non sapeva a chi dovesse dare ascolto.
Nell'incertezza, Vittoria dava ascolto ai propri desideri.
E i propri desideri erano di compiacere l'amato Lord Melbourne, il quale si preparava a diventare, di fatto se non diritto, il vero reggente.



Alle ambizioni di Lord Melbourne si opponeva Leopoldo del Belgio, zio materno di Vittoria, che per mantenere salda l'influenza sulla nipote mandò a Londra il cugino della ragazza, Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha.



Quando Vittoria lo vide, fu travolta immediatamente dal desiderio e subito scrisse allo zio: "Albert, poi è così bello!" e manifestò la sua disponibilità a sposarlo il più presto possibile una volta compiuti i 18 anni.
Albert, che non era minimamente innamorato, ma era mosso da una smisurata ambizione, credeva di aver già conquistato la sua facile preda e se ne tornò a Coburgo, nel suo microscopico staterello tedesco, ad attendere le lettere della cugina.
Non aveva fatto i conti con la volubilità del carattere di lei. Come a dire "lontano dagli occhi, lontano dal cuore", tanto che per un anno intero lei non gli scrisse neanche una riga, eccettuato un freddo biglietto di auguri di Natale.
Era di nuovo innamorata di Lord Melbourne ed era elettrizzata all'idea che presto sarebbe salita al trono e avrebbe governato insieme al primo ministro.
Finalmente arrivò il tanto sospirato diciottesimo compleanno, il 24 maggio 1837, giusto poche settimane prima della morte del re Guglielmo IV, il 20 giugno.
Svegliata nella notte, accettò gli omaggi regali e il baciamano di Lord Melbourne, si fece chiamare subito "Vostra Maestà" e come primo atto da regina fece cacciare dalla sua vista la madre e il maggiordomo Conroy.

File:Victoriatothrone.jpg

Così, in una camera da letto, con una adolescente in sottoveste, piena di desiderio e di ambizione, e un primo ministro scaltro e opportunista, iniziava in maniera tutt'altro che austera quella che poi sarebbe diventata la severissima età vittoriana.

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