giovedì 7 novembre 2013

Gli uccisori dell'Eleganza giovanile e adolescenziale.



L'hip-hop è quanto di più lontano possa esistere dall'eleganza.
Ha fatto della sciatteria la sua bandiera, con quei capi oversize, quei cappellini e bandane, quei jeans e quelle tute con cui ci sarebbe da vergognarsi anche in casa, anche in camera da letto.
Ma l'hip hop è stato solo l'ultimo dei movimenti giovanili, o per meglio dire giovanilistici, che hanno ucciso l'Eleganza.
Tutto è incominciato nel 1968, quando la contestazione studentesca ha portato con sé i blue-jeans, che hanno sostituito i pantaloni con la piega, che erano un baluardo dell'eleganza.



Successivamente le t-shirt hanno sostituito la camicia, un altro baluardo dell'eleganza maschile.
Non parliamo poi della cravatta, che per decenni era sparita tra i giovanissimi, salvo poi essere riportata in auge nella sua forma skinny tie, che io non amo, ma che è sempre meglio che niente,
I maglioni hanno sostituito la giacca.
E un altro baluardo è caduto, e siamo ormai negli anni '80.
Durante gli anni '80 la felpa sostituisce i gilet e sdogana le tute facendole diventare un capo onnipresente.
I giubbotti sostituiscono i cappotti.
E un altro baluardo cade.
Sono gli anni dei paninari, dei punk, dei metal e di tutti coloro che hanno contribuito a trasformare il vestiario degli adolescenti prima e dei giovani poi in una accozzaglia ridicola e disgustosa di capi fintamente ribelli.
Poi è arrivato l'hip-hop, con i suoi rapper, che hanno dato all'Eleganza giovanile il colpo di grazia.

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