mercoledì 1 febbraio 2023

Le possibili conseguenze della sconfitta di Putin: la dissoluzione della Federazione Russa




La dissoluzione della Federazione Russa in una trentina di repubbliche autonome.








Oppure, nel caso estremo...





Dal 2008 in avanti gli americani perseguono come primario obiettivo la caduta di Putin e la fine della sua politica estera di restaurazione della superpotenza sovietica sui popoli russofoni o slavo-ortodossi.
Ora, nel 2023, dopo 15 anni in cui la Russia ha esteso la sua influenza in zone secessioniste della Georgia (Abcasia e Ossezia del Sud), della Moldavia (Transnistria) e dell'Ucraina, nel 2014, con l'annessione della Crimea e l'appoggio ai secessionisti russofoni del Donbass, per non parlare poi della vittoria contro l'Isis e i dissidenti salafiti in Siria, dell'appoggio ai secessionisti della Cirenaica in Libia (guidati dal generale Haftar, appoggiato anche da Egitto, Francia e Grecia) e infine con l'invasione della stessa Ucraina, di cui ora controlla il sud-est, la posta in gioco è molto cambiata.
Non si tratta più, soltanto, di sconfiggere Putin e la sua politica espansionista, ma anche di impedire che la Federazione Russa possa costituire un avversario temibile, alleato della Cina.
In questo scenario si inserisce l'antica teoria diplomatica e geopolitica della guerra tra il blocco continentale eurasiatico e quello marittimo oceanico dell'Occidente guidato Stati Uniti, dal G8 e dalle potenze che hanno partecipato ai due vertici di Ramstein. Tale teoria afferma che prima o poi uno dei due blocchi dovrà vincere e assumere il ruolo di unica potenza globale.
Gli Stati Uniti, in realtà, credevano di esserci già riusciti negli anni tra il 1989 e il 1991, con la fine dei regimi comunisti europei e la caduta dell'Unione Sovietica, ma non è stato così.
Da allora gli USA sono intervenuti militarmente in Bosnia, Serbia, Kossovo, Afghanistan, Iraq, Siria, Libia e, per procura, guidando la resistenza antirussa in Ucraina.
Nei Balcani gli Stati Uniti hanno vinto, mentre nel mondo arabo la loro influenza è tutt'ora fortemente limitata dall'appoggio della Federazione Russa ad Haftar in Libia, Assad in Siria, il partito integralista sciita Hezbollah in Libano, i leader sciiti in Iraq e la teocrazia degli ayatollah e dei pasdaran in Iran.
Peggio ancora le cose sono andate in Afghanistan, dove, dopo un'apparente vittoria, è seguita una ventennale guerriglia contro i Talebani, che alla fine hanno costretto la Nato ad una resa senza condizioni, una vera e propria fuga, una specie di "secondo Vietnam".
E mentre tutto questo accadeva, una nuova superpotenza economica e demografica è emersa, la Cina, la quale ha anch'essa strategie espansionistiche, prima fra tutte la minacciata invasione di Taiwan.
Durante la presidenza di Trump negli Usa, il nemico principale è stato la Cina, mentre con l'ascesa di Biden alla Casa Bianca il nemico numero uno è tornato ad essere la Federazione Russa.
Non è mia intenzione rievocare e approfondire i legami personali tra la famiglia Biden e il presidente ucraino Zelensky, ma certo questo legame ha avuto un ruolo nel fatto che, quando Putin ha invaso l'Ucraina accusandola di aver violato gli accordi di Misk sul rispetto delle regioni autonome russofone, Zelensky e Biden non si sono fatti trovare impreparati.
In un certo senso Putin è caduto in una trappola che, inevitabilmente lo porterà alla sconfitta e alla perdita del potere (seguendo la parabola simile a quella del presidente serbo Milosevic o del dittatore iracheno Saddam Hussein).
La caduta di Putin creerà un vuoto senza precedenti a Mosca e "in tutte le Russie" della Federazione.
Putin aveva iniziato la sua presidenza impedendo la secessione della Cecenia e del Daghestan.
La sua caduta potrebbe essere un segnale non solo per le due repubbliche federate con aspirazioni indipendentiste, ma anche per tutte le altre repubbliche autonome della Federazione, che potrebbero sfruttare il vuoto di potere a Mosca per separarsi una volta per tutte dalla Russia propriamente detta.
La dissoluzione della Federazione russa, seguita a ruota dalla caduta dei regimi sostenuti da Putin in altri paesi europei, asiatici, africani e sudamericani, porterebbe alla sconfitta del blocco eurasiatico e alla vittoria del blocco marittimo occidentale a guida statunitense.
Resta l'incognita della Cina e delle potenze emergenti, come la Turchia, molto potente a livello geopolitico, specialmente nello scenario mediterraneo e mediorientale devastato dalla falsa Primavera Araba.
Tutto questo per dire che la sconfitta di Putin non segnerà la fine delle guerre, ma semplicemente lo spostamento del fronte di guerra.
La guerra ci sarà sempre, perché l'industria bellica e l'apparato militare-industriale hanno sempre controllato il Deep State degli Usa.
C'è grande confusione sotto il cielo, e per il sanguinario Deep State la situazione sarà sempre eccellente.




Chiudiamo con una nota nota ironica tramite una mappa ucronica che prevede, come era stato sancito nella pace di Brest-Litovsk, che l'Ucraina sarebbe diventata indipendente dall'Urss appena costituita, ma sotto il controllo dell'Impero Austro-Ungarico.
Ecco dunque, scherzosamente, cosa sarebbe accaduto se l'Impero degli Asburgo non si fosse dissolto nel 1918.









Ucronia di pace e rispetto reciproco: la Slavia o Unione Slava. Mappa, bandiera, stemmi e dati

Slavic Federation by VittorioMatteo


Precisiamo che questa ucronia non è da leggere in chiave filorussa, né in chiave politica, anzi, vuole essere un auspicio di reciproco rispetto, concordia e fratellanza paritaria tra tutti i popoli slavi, ognuno entro i confini del proprio stato nazionale, senza egemonie, invasioni o interferenze militari di alcun genere. Non ha niente a che vedere con il nome di partiti politici estremisti sia del passato che del presente, collocandosi come pura riflessione moderata e super partes.

I popoli slavi di cui è presente lo stemma sono, dall'alto in senso orario:

Cechi di Boemia
Cechi di Moravia
Sorabi o Sorbi di Lusazia (nella Germania orientale, lander di Brandeburgo e Sassonia)
Slovacchi
Sloveni
Serbi
Croati
Bulgari
Russi
Novgorodiani
Ucraini di Kiev
Ucraini di Polesia
Bielorussi
Ruteni dell'Ucraina subcarpatica, detti Rusyn
Ruteni e Ucraini della Galizia e della Volinia
Polacchi
Polacchi della Masovia
Polacchi di Slesia
Polacchi e Pomerani della Casciubia, detti Casciubi.





























lunedì 2 gennaio 2023

Vite quasi parallele. Capitolo 192. Una donna senza passato





<<Follia e grandezza sono due facce della stessa moneta, mi ripeteva sempre lo zio Lorenzo. E aggiungeva, con aria d'importanza, che "ogni volta che nasce un Monterovere, gli Dei lanciano in aria questa moneta e il mondo trattiene il fiato aspettando di sapere su quale faccia cadrà". 
Nel mio caso ha vinto la follia.
Ma Lorenzo dava decisamente troppa importanza alla nostra famiglia e se siamo arrivati a questo livello di pazzia è anche perché lui ha dato troppa fiducia al consigliere Albedo. Temo che presto accadrà qualcosa di terribile, e non solo a me. Quel che intendo dire è che, come immagino anche tu avrai notato... il mondo intero sta impazzendo...>>
Così aveva parlato Roberto Monterovere all'amico Leonardo Da Monza, suo amico, confidente e compagno di studi.
<<C'è grande confusione sotto il cielo...>> dichiarò Leonardo, citando Mao Zedong che a sua volta citava Confucio, per poi smentire entrambi <<...ma la situazione non è affatto eccellente>>
Si riferiva a ciò di cui si era parlato la sera precedente, a Palazzo Hagauer, a Milano, il 10 novembre dell'Anno Domini 1995.
A tenere banco erano state le quattro amazzoni dell'Apocalisse. Così Leo aveva soprannominato Aurora Visconti, Ayami Mizuhara, Jennifer Burke-Roche e Serena Hagauer.
Roberto era altrettanto preoccupato:
<<I presagi sono infausti. E ciò che loro hanno in mente è molto pericoloso. Mi dispiace di averti coinvolto in tutto questo>>
Leo non ne era affatto dispiaciuto:
<<Sono stato io a voler essere coinvolto. Ho capito subito, da quando ti conobbi, che intorno a te c'era qualcosa di grande che operava nell'ombra. Il fascino del mistero. E non mi darò pace fino a che tutto questo mistero non sarà svelato>>
Roberto era più prudente:
<<La curiosità può essere molto pericolosa. E' una strada che può condurre alla morte, o peggio, alla pazzia e al più atroce dolore.
Hai sentito le parole sibilline di Ayami al riguardo?>>
Leo rabbrividiva ancora, ripensandoci:
<<Mi ha colpito il tono serafico con cui ha detto: "Il dolore è una vanga: serve a preparare il terreno". Il terreno per cosa?>>




Roberto scosse il capo:
<<Non lo so e non lo voglio sapere. C'è già stato fin troppo dolore nella mia vita, e non ne è venuto fuori niente di buono>>
Leo conosceva la storia dell'amico:
<<Be', qualcosa di buono c'è. Tutte loro desiderano la tua compagnia. Non mi dirai che ti dispiace di essere beato tra le donne?>>
Roberto colse il tono ironico:
<<Dipende da quali donne sono! Insomma, Serena è mia cugina ed è sposata, Aurora è bisessuale e mi tradisce con Ayami, la quale mi vuole coinvolgere in un triangolo e nelle trame dei Mizuhara. E Jenny... non lo so, sembra perfetta, ma c'è qualcosa di inquietante in lei. E' così simile a sua sorella maggiore da sembrare un suo clone, eppure nel carattere è così diversa da lei...>>
Leo non era del tutto d'accordo:
<<Anche nel fisico è diversa. E' come se avessero "migliorato" il suo Dna, e potrebbero averlo fatto davvero, considerando che la Tessier-Ashpool Corporation è all'avanguardia sia sulla genetica e sulle biotecnologie. Il genetista era John Ashpool, mentre la biotecnologa era Marie-France Tessier, che poi si specializzò in tecniche per la ricostruzione neuronale e le integrazioni cyborg con le intelligenze artificiali: Jennifer ne ha parlato.
Ora, io ipotizzo che Jennifer sia una specie di clone migliorato di Jessica, l'unica originale, la J1, come la chiamava suo nonno Ashpool.
Jessica è spigolosa in viso, ha un po' una faccia da topo, almeno per quel che si può vedere dalle sue foto sui giornali. Però ha classe: bisogna ammettere che è sempre elegantissima e i suoi abbinamenti sono indiscutibilmente perfetti e in armonia con le stagioni>>









<<Be', la classe non è acqua. Ricordati che sia lady Jessica che lady Jennifer, per discendenza paterna, sono delle nobildonne della stirpe dei Burke-Roche de Fermoy. 
E per via materna sono delle Tessier-Ashpool, e nonostante tutti questi privilegi anglo-britannici-francesi-australiani, Jenny Burke-Roche viene in Italia per farsi istruire da mio zio Lorenzo.
Santo Cielo, è cugina materna della Principessa di Galles! Il loro bisnonno era James Burke-Roche, terzo Barone Fermoy. Suo figlio maggiore, Edmund, era il nonno di lady D, mentre il minore, Francis, era il Gran Maestro dell'Ordine degli Iniziati. Suo figlio Jasper sposò Marie Chantal Gabrielle Tessier-Ashpool, la figlia di Marie-France Tessier. Lo so che ci si perde, in questi nomi e cognomi altisonanti, incroci tra dinastie che richiederebbero la consultazione di vari alberi genealogici, ma Jenny tiene moltissimo al suo pedigree, che la collega con i Windsor, con i Churchill, con gli Spencer. Tutte queste famiglie hanno cooptato i Burke-Roche e i Tessier-Ashpool come "soci silenziosi" della grande Aristocrazia Nera, per non parlare delle linee di discendenza del cosiddetto Serpente Rosso>>







Leo rise:
<<Dopo l'intervista alla BBC dell'altro giorno, credo che i Burke-Roche non saranno più molto fieri della loro parentela con lady Diana. Tu che ne pensi?>>
Roberto sospirò:
<<Ho seguito l'intervista e sono rimasto perplesso. Il matrimonio era senza dubbio molto affollato, ma il Principe, almeno, aveva una sola amante, mentre la Principessa ne ha avuti più di uno. 
Il vero problema è che sono sempre stati una coppia male assortita e si sono fatti del male a vicenda, sin dall'inizio, senza nemmeno rendersene conto e dopo... la situazione si è deteriorata irreparabilmente. Credimi, io so di cosa parlo: mia nonna è l'unica nel pianeta che consiglia ai nipoti di non sposarsi! Mio nonno era un'ottima persona, a cui sarò sempre debitore, ma come marito non fu il massimo... Ma come sempre sto divagando. 
La mia preoccupazione adesso è quel piano assurdo che Jenny ha esposto l'altra sera, riguardo a Marie-France Tessier.
E' follia pura e sta facendo diventare paranoico anche me!>>
Leo si fece serio:
<<Non sei affatto paranoico. Le cospirazioni ci sono realmente. Gli Iniziati si stanno muovendo oltre i confini della nostra natura umana e danno del pazzo a chi si oppone al loro disegno. Ma l'opposizione ha i suoi diritti! E la nostra non è pazzia, è saggezza!
Però mi rendo conto che sono loro a tenere il coltello dalla parte del manico, e potrebbero screditare chiunque, se si intromette nei loro affari>>
Roberto lo sapeva da molto tempo:
<<E' il loro modus operandi.
Se non sei d'accordo con loro, dicono che sei pazzo. Ma un giorno il partito dei pazzi diventerà la maggioranza, e a quel punto forse i poteri forti avranno paura, ma sarà troppo tardi>>
Leo concordava, ma c'era un punto da chiarire:
<<In ogni caso, noi non possiamo più tergiversare rimanendo nella "terra di nessuno". Presto le nostre vite diventeranno un campo di battaglia e noi ci troveremo nel bel mezzo dei combattimenti, senza vie di fuga. Dobbiamo decidere da che parte stare.
Le Quattro Amazzoni vorranno una risposta, prima o poi. Non potremo rinviare all'infinito>>
Roberto odiava prendere decisioni, era un indeciso per natura:
<<Nella mia vita ho fatto tutte le scelte sbagliate. So già che accadrà anche stavolta. Non so proprio cosa fare, ma l'istinto mi dice di non fare niente. 
Cosa ci guadagniamo a metterci contro la Tessier-Ashpool Corporation?>>
Leo ci aveva riflettuto molto:
<<Se davvero Jenny e le altre fossero in grado di ritrovare le memorie di Marie-France Tessier, gli attuali vertici dell'azienda potrebbero non essere più una minaccia per nessuno>>
Roberto sospirò, poco convinto:
<<Ma che cosa sappiamo, realmente, di Marie-France Tessier? Solo poche notizie di seconda mano. Perché i dati su di lei sono così pochi? E' impossibile che siano stati tutti rimossi, eppure non abbiamo tracce. Lei rimane, come dire... "una donna senza passato">>

Leo apprezzava molto la poeticità dell'eloquio dell'amico e cercò di rispondere a tono:
<<Del resto, come diceva Simone de Beauvoir: "Le persone felici non hanno storia". Forse per buona parte della sua vita è stata felice, e solo troppo tardi si è accorta che il suo caro marito John Ashpool aveva fatto una specie di patto col diavolo, ossia Fernando Albedo.
Il suo vero passato inizia da quel momento, quando ha deciso di mettersi contro di loro, e di registrare ogni suo pensiero su un supporto tecnologico dell'azienda Mizuhara...  
Non credo si possa anche solo pensare ad una intelligenza artificiale... ma molti segreti sono rinchiusi lì, ed ora è stata recuperata la password per accedervi>>
Roberto era molto scettico al riguardo:
<<Forse Ayami vuole solo far pubblicità all'azienda di famiglia. Il clan Mizuhara è all'avanguardia, ma la creazione di un'IA così potente è difficile da credere...>>
















<<... in ogni caso, non si può pensare ad un "trasferimento" completo. Al massimo Marie-France Tessier avrà registrato, nella pseudo IA Mizuhara, qualche rivelazione in grado di mettere in ginocchio la Tessier-Ashpool Corporation, per impedire gli esperimenti illegali di clonazione umana, e anche per vendicarsi di quelli che l'hanno estromessa dal consiglio di amministrazione dell'azienda di cui era stata co-fondatrice. 
Il vecchio Ashpool era pazzo, d'accordo, ma la scelta di puntare sulla genetica, piuttosto che sulla robotica, era indiscutibilmente più concreta, come fattibilità, per quanto eticamente più problematica.
In ogni caso, per me avevano torto entrambi i coniugi. Volevano l'eternità, il che è una follia. 
La parola "eternità" è una delle più spaventose che esistano. 
Qualsiasi cosa, se vista sub specie aeternitatis, assume delle connotazioni mostruose. Perfino una felicità eterna diventerebbe noiosa e insopportabile. Una trappola, una gabbia dorata, ma pur sempre una gabbia.
Avevano ragione gli antichi pagani secondo i quali gli dei ci invidiano perché siamo mortali, e tutte le cose appaiono più belle e desiderabili agli occhi di un condannato a morte>>
Leo apprezzava le idee anticonformiste dell'amico, anche se non era del tutto d'accordo:
<<Capisco il senso del discorso, ma vorrei che ci fosse dato più tempo>>
Roberto scosse il capo:
<<Il tempo c'è, dobbiamo solo usarlo meglio. 
Passiamo la vita a dire "non ho tempo, non ho tempo", ma se non ce lo prendiamo mai, il tempo, quando mai lo avremo, il tempo?
Quante volte rimandiamo le cose importanti ad un futuro che non sappiamo nemmeno se esisterà? 
Il problema è che la società si aspetta troppo da noi: ci impone una continua presenza sociale e sarà sempre maggiore man mano che Internet progredirà.
Gli effetti si vedono già adesso. Alcune persone sono talmente immerse nella società multimediale che il tentativo di pensare, sentire e agire in maniera conforme impone loro pesanti restrizioni e sacrifici. Per evitare sensi di colpa, devono continuamente ingannarsi sulle loro stesse motivazioni e trovare spiegazioni morali per sentimenti e azioni che in realtà hanno un'origine non morale, ma semplicemente estetico-consumista.
Per descrivere tali persone il professor Monterovere, mio zio, utilizza il termine "sovrasocializzati".
A volte sospetto che Lorenzo sia Unabomber!>>
Quell'ultima frase fece ridere Leonardo:
<<Meglio non farselo nemico, allora!>>
Roberto annuì:
<<Certo, però le Quattro Amazzoni sono più pericolose. Forse non sono valide alleate, ma sarebbero nemiche molto più pericolose di Lorenzo. 
E poi ci sono le altre sorelle minori di Jessica e Jennifer e cioè Jane, Joanna e Jezabel.













<<Ne sei sicuro?>> chiese Leo
Roberto annuì:
<<Sì, sono un veridico, non dimenticarlo. E sento che hanno in mano un poker d'assi e sanno giocarselo al meglio. Non è un bluff, è la verità pura e semplice>>
Leo sospirò:
<<La verità è raramente pura e quasi mai semplice. E tu lo sai meglio di me. Ti piace raccontare e scrivere romanzi, e mi dispiace dovertelo dire, ma sai bene come far sembrare vera una bugia>>
Punto sul vivo, il giovane Monterovere ribatté:
<<Come ti ho già detto molte volte, non sono bugie, sono solo mezze verità  il che è tutta un'altra questione. A volte basta la scelta accurata delle parole, a volte persino di una singola lettera, e tutto diventa più interessante. La parole e le lettere sono il condimento della stessa portata, che però ne esalta il sapore. Questa è la mezza verità che deve incuriosire l'interlocutore a scoprire l'altra metà della storia, quella vera, che è straordinariamente unica e memorabile.
Ora, per tornare alla questione di cui si è parlato ieri sera, posso dire con assoluta sincerità che io sono molto curioso di sapere cosa è realmente successo a Marie-France Tessier e al modo in cui lei è riuscita a trasferire le sue memorie su un supporto artificiale all'avanguardia.
Ricordati: grande non è il vincitore, ma il sopravvissuto che può raccontare la sua versione dei fatti. E Marie-France conosceva tutti i segreti della Tessier-Ashpool Corporation, segreti tali da far tremare fino alle fondamenta l'Ordine degli Iniziati>>





Leo scosse il capo:
<<Sono segreti troppo pericolosi. La mia curiosità non arriva fino al punto di rischiare la vita. E poi le incognite sono troppe. Neanche sappiamo ciò che non sappiamo!
No, meglio non sapere, meglio non gareggiare: nessuna gloria e nessuna catastrofe, è la soluzione migliore>>
Roberto non poteva dargli torto, ma neanche del tutto ragione:
<<In tempi normali sarei d'accordo, ma ci è toccato vivere in un'epoca di enormi cambiamenti, e non tutti positivi. Il terzo millennio incombe e con esso la trasformazione dell'umanità in qualcosa di diverso. Secondo mio zio, l'evoluzione dei cellulari e di internet e delle nanotecnologie, ci trasformerà in dei cyborg, l'evoluzione dell'informatica ci collegherà alle intelligenze artificiali e ai robot e l'ingegneria genetica ci affiancherà a un esercito di cloni. Il risultato di tutto questo sarà che il XXI secolo vedrà sorgere l'Età Post-Umana, quella dei cyborg, dei robot e dei cloni.
I Tessier-Ashpool e i Mizuhara controllano questo tipo di industrie e per questo noi dobbiamo controllare loro, e questo ci impone di appoggiare Jenny Burke-Roche e Ayami Mizuhara nel piano per fermare l'Ordine degli Iniziati>>
E qui arrivava il punto più difficile da capire, almeno per Leo:
<<Non vedo che tipo di aiuto potremmo fornire per fermare la Grande Cospirazione>>
Roberto sorrise e appoggiò l'indice sulla propria fronte e su quella dell'amico:
<<L'aiuto che possiamo dare è qui, nella nostra mente, perché, ricordatelo bene, la mente è più grande del cielo...>>




<<...e l'universo mentale è più grande di quello materiale.
Il cervello è solo un supporto limitato, ma la mente umana è infinita, se usata correttamente.
Mio zio Lorenzo si occupa di tutto questo e per il momento la sua protetta è Jenny, ma io so che ha grandi progetti per me e io vorrei che tu unissi la tua intelligenza leonardesca, se mi permetti il paragone col grande Da Vinci, al progetto dell'Iniziazione.
Naturalmente saremmo degli infiltrati, ma con l'appoggio di Serena Hagauer, Aurora Visconti, Jenny Burke-Roche e Ayami Mizuhara non correremo rischi>>
Leo era lusingato, ma c'era un elemento che non gli andava a genio:
<<Aurora è l'anello debole di questa catena. L'ho sempre detto e insisto nel dirlo. Lei ti domina con la lussuria, ma è dominata a sua volta dai propri desideri edonistici. 
Il successo nella moda non è una semplice copertura, lei ama quell'ambiente e quel tenore di vita e per questo ama il denaro e credimi, il denaro è un buon servo, ma un cattivo padrone>>
Roberto non poteva dargli torto, ma non voleva nemmeno essere ipocrita:
<<Tu, un bocconiano che studia economia, rinneghi così la tua scelta?>>
Leo scosse il capo:
<<Io e te studiamo l'economia come scienza sociale, non come "business administration" o come speculazione finanziaria. Quelle sono le cose che piacciono invece a mio fratello e alla tua Aurora. Lei ha il bernoccolo per gli affari, come suo padre, e nel contempo le piace fare la bella vita.
E' bella, ricca e giovane e crede che il piacere conduca alla felicità, ma tu stesso mia hai insegnato che non esistono scorciatoie che conducono alla felicità. Ciò che si ottiene troppo facilmente può andare perduto con altrettanta facilità. Si confonde il successo con la felicità, ma sono due cose diverse. Può darsi persino che la strada verso la felicità passi attraverso terribili insuccessi. Se avessimo a disposizione un solo desiderio che può essere esaudito dal genio della lampada, uno solo, non sarebbe ovvio che sceglieremmo la felicità? Forse, ma non è detto. 
Cosa sceglieresti, per esempio, tra la salute e la bellezza perfetta che fa innamorare tutti? 
Non sarebbe meraviglioso? Non è forse ciò che vogliamo di più, essere amati? 
Certo, noi vorremmo essere amati per quello che siamo, ma se la bellezza ci dà un aiuto, perché non sceglierla, come desiderio da realizzare?>>
Roberto avrebbe venduto l'anima al diavolo pur di essere più bello, ma preferì ironizzare sulla bellezza dell'amico:
<<Come disse William Butler Yeats alla signorina Anne Gregory, che si faceva vanto della propria bellezza, ma forse non aveva altri argomenti a suo favore: "Solo Dio, mia cara, potrebbe amarti soltanto per te stessa, e non per i tuoi capelli biondi">>
Leo sorrise:
<<Yeats era sicuramente innamorato di Anne Gregory, e questo le bastava! In ogni caso, io sono un biondo naturale, per cui solidarizzo con lei.
Ma tornando ad essere seri, se avessimo davvero la perfetta bellezza, l'eterna bellezza come Dorian Gray, non sarebbe un immenso piacere? 
E che differenza c'è tra il piacere e la felicità? Forse la differenza sta nel fatto che il piacere esiste, mentre la felicità... siamo sicuri che esista davvero? 
Una persona curiosa, o un intellettuale par tuo, potrebbe chiedere di conoscere la Verità, quella con la V maiuscola, sempre ammesso che esista e che sia comprensibile. Potrebbe essere deludente, perfino spaventosa
Meglio allora non sapere, anzi, meglio non esistere. 
Non è forse il più grande dei doni, l'inesistenza? Avere la garanzia che tutto finisca, che non ci sia niente dopo la morte. Né inferno, né paradiso, né reincarnazione. Niente di niente. 
Che grande sollievo sarebbe esserne certi. E in fondo lo siamo, anzi forse è proprio questo che ci aiuta a vivere: la consapevolezza che niente dura in eterno. L'eternità è spaventosa, persino una felicità eterna è qualcosa che, a pensarci bene, sembra tremendamente noioso.
In ogni caso, mi chiedo quale sia il desiderio delle nostre quattro Amazzoni dell'Apocalisse: non credi che tua cugina Serena Hagauer, nata Monterovere, non desideri altro che il potere?
Il potere attira le personalità patologiche, come disse Frank Herbert, il più grande antropologo e filosofo dei nostri tempi, anche se non ha avuto il riconoscimento ufficiale che meritava>>
Roberto fu travolto da quel flusso di pensieri in libertà:
<<Herbert fu davvero un grande! Ma tu qui lo citi a sproposito. Secondo la tua interpretazione le nostre amazzoni sarebbero "personalità patologiche" o comunque meno nobili di quanto vorrebbero far credere. Aurora cercherebbe il denaro per ottenere il piacere e Serena il potere per un piacere ancora più grande. Può essere, ma il loro denaro e il loro potere serve anche per sostenere un Nobile Scopo.
Non sto dicendo che il fine giustifica i mezzi, ma non voglio nemmeno essere un puritano moralista che consente la fine del mondo perché non vuole compiere una cosa che non considera giusta.
Riguardo all'ipotesi delle "personalità patologiche", temo invece che la questione riguardi anche noi: ammettiamolo, non siamo del tutto sani di mente.
La salute mentale si raggiunge solo quando si è capaci di perdonare se stessi per non essere quello che si vorrebbe essere e non è il nostro caso.
Vogliamo fare una vita da dandy, ma non siamo disposti a guadagnarci col duro lavoro il denaro necessario per farla. Siamo parassiti e questo ci toglie il diritto di fare la predica agli altri.
Anche noi siamo edonisti ed esteti: «L'arte è per consolare coloro che sono stati spezzati dalla vita»,
Ciò che sto tentando di dirti è che i motivi che ti portano a condannare Aurora sono gli stessi che condannerebbero anche noi due. 
E riguardo a Serena, dovremmo ringraziarla per il fatto di essere una leader: noi non lo siamo di certo, siamo uomini di pensiero, non d'azione. 
La nostra mente è ciò di cui loro hanno bisogno, perché abbiamo quello che viene chiamato "il sesto senso". Capisci a cosa mi riferisco?>>
Leo annuì:
<<Sì, mi è stato chiaro fin dall'inizio. C'è voluto un anno per conquistare la tua fiducia e adesso non posso più tirarmi indietro.
Ma a volte vorrei tornare alla mia solitudine, perché essere lasciati soli è la cosa più preziosa che si può chiedere al mondo moderno>>
Roberto sorrise:
<<Un giorno potremo anche godere di questo privilegio, ma adesso siamo troppo giovani per permetterci un simile lusso, per quanto la solitudine sia a portata di mano, in quanto è la 
condizione di chi ha il difetto di dire la verità e di essere dotato di buon senso: è ciò che è successo a Marie-France Tessier.
E qui torniamo al punto di partenza: dobbiamo trovarla e aiutarla a ricordare ciò che sapeva. 
Senza quelle informazioni brancoliamo nel buio e senza quei ricordi, lasciamo tutto al caso.
E' questo che vuoi?>>
Leo era perplesso:
<<Io voglio solo esserti amico. Se tu ritieni che questa missione impossibile e di dubbia moralità sia necessaria per salvare il mondo, che peraltro non merita di essere salvato, allora ti seguirò per spirito di lealtà, come ho sempre fatto. 
Spero che tu comprenderai finalmente la profondità della mia devozione nei tuoi confronti>>
Roberto era commosso:
<<Lo comprendo e, per dimostrarti che tale devozione è ricambiata, ti dico ciò alberga nel mio cuore da molto tempo: tu mi sei caro tanto quanto Aurora, e tu sai quanto lei mi è cara>>
Leo comprese le profonde implicazioni di quel discorso e ne percepì la sincerità:
<<Allora lascio a te il tempo e il modo di dimostrarmelo. Fino ad allora, qualunque sia la tua scelta, io ti seguirò>>